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In questo Paese è appena avvenuta una scoperta clamorosa

Non si finisce mai di scoprire, ma il rinvenimento che è da poco avvenuto in un Paese europeo particolarmente ricco di storia si può veramente definire clamoroso.

Grecia, scoperta una statua di Ercole risalente all’epoca romana

Ci troviamo in Grecia e, più precisamente, nell’antica località di Filippi che è situata al Nord del Paese. Proprio qui è stata scoperta una statua di Ercole risalente all’epoca romana, II secolo dopo Cristo. Ma in verità non è finita qui. Nei pressi della scultura, infatti, è stato rinvenuto anche un edificio sontuosamente decorato. Di questo si pensa che fosse un ninfeo con una grande fontana.

Gli scavi sono stati effettuati da un gruppo dell’Università Aristotele insieme alla direttrice dell’indagine, la professoressa Natalia Poulos; e ai collaboratori, il professore assistente Anastasios Tantsis e il professore emerito Aristotele Menzos.

L’importanza di questa statua

A sorprendere particolarmente di questo monumento da poco rinvenuto sono le dimensioni, ben maggiori del giovane Ercole. Sul capo aveva una corona di foglie di vite trattenuta nella parte posteriore da un nastro le cui estremità terminano sulle spalle.

A confermare che fosse proprio Ercole sono stati i frammenti di una clava riportati alla luce e la pelle di leone nella mano sinistra. Secondo i risultati degli scavi, questa scultura di Ercole ornava un edificio che risalirebbe all’VIII/IX secolo d.C. Molto probabilmente un ninfeo che dominava il lato orientale di una delle vie principali della città.

Natalia Poulos, a tal proposito, ha dichiarato: “Questo ritrovamento dimostra il modo in cui gli spazi pubblici erano decorati nelle importanti città dell’Impero bizantino, tra cui Filippi”. Gli scavi proseguiranno l’anno prossimo.

Il sito archeologico di Filippi

Non è una scoperta da sottovalutare in quanto il sito archeologico di Filippi è una vera perla della Grecia. Non è un caso che sia anche patrimonio UNESCO. Vi basti pensare che a livello storico è un vero e proprio gioiello per la sua completezza.

Tramite i resti che lo impreziosiscono è idealmente possibile attraversare un tratto di evoluzione locale che va dal periodo ellenistico al tardo bizantino. Nel corso della sua plurisecolare storia, la città legò il suo nome con figure e avvenimenti storici che plasmarono il mondo occidentale.

Quello di Filippi è un ricco e suggestivo passato arrivato ad oggi grazie ai monumenti pregevolmente conservati. Da queste parti gli scavi archeologici iniziarοno durante l’estate dеl 1914, per poi essere interrotti a causa della Prima Guerra Mondiale.

Ripresero poi nel 1920 е, fino аl 1937, vennero riportati alla luce un antico teatro, il foro, le basiliche A e B, le terme e lе mura. Al termine della Seconda Guerra Mondiale furono istituiti ulteriori scavi grazie ai quali gli archeologi hanno ritrovato il quartiere vescovile e lа сhiеsa ottagonale, grandi residenze private, unа nuova basilica vicino al museo e altre duе nella necropoli a est della città.

Oggi, invece, a emergere è stata una statua di Ercole e quello che si pensa possa essere un ninfeo, ulteriori resti che vanno ad arricchire il patrimonio di un sito archeologico che si distingue per essere un vero capolavoro. Non resta che attendere l’anno prossimo per saperne ancora di più.

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Le location di “Sopravvissuti”, il “Lost” Made in Italy

Una barca di nome Arianna sulla quale viaggiano 12 passeggeri dopo qualche giorno di navigazione sparisce dai radar. Il relitto riappare solo un anno dopo al largo delle coste del Venezuela. A bordo c’è ancora la metà dell’equipaggio che racconta di come una terribile tempesta abbia sorpreso l’imbarcazione facendo annegare molti passeggeri e lasciando la barca alla deriva senza albero né vele e neppure motore.

Ma la vita dei sopravvissuti una volta tornati a casa non è più la stessa e anche agli occhi dei propri cari i superstiti sembrano delle persone diverse.

Una via di mezzo tra la celebre serie Tv di successo “Lost” creata da J.J. Abrams e la più recente “Manifest” (dove però gli incidenti coinvolgono un aereo e non una barca), la nuova “Sopravvissuti” trasmessa in Italia dalla RAI è destinata a tenere gli spettatori incollati davanti al piccolo schermo.

Genova, set di “Sopravvissuti”

La fiction si svolge praticamente tutta a Genova. Luca (l’attore Lino Guanciale) è uno dei proprietari del cantiere Leone che lascia a casa la famiglia per imbarcarsi in questa avventura e, tornato a casa, diventa il punto di riferimento per tutti i sopravvissuti.

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Fonte: 123rf

La Biosfera, simbolo di Genova

Protagonista assoluto è quindi il porto di Genova, dove è ambientata la partenza della barca Arianna e il ritorno del relitto.

Questa insenatura naturale, che per secoli è stata teatro del più importante commercio del Mediterraneo, oggi è il cuore turistico e culturale del Capoluogo ligure.

Simbolo del rinnovamento cittadino, è senza dubbio l’area del Porto Antico, ridisegnata da Renzo Piano nel 1992 e restituita alla città come spazio da vivere, sede di eventi e vera attrattiva per i turisti.

Gli spazi del Porto Antico sono diventati la cittadella dell’intrattenimento e del tempo libero, per i genovesi e per i turisti che la visitano. La Piazza delle feste, che d’inverno si trasforma in pista per il pattinaggio su ghiaccio, ospita concerti di importanti artisti italiani ed internazionali, rassegne, festival dedicati a tutte le espressioni della cultura e dell’arte, cinema e spettacoli di ogni genere, che riempiono di luci e suoni le serate genovesi.

Moltissimi sono i locali dove gustare un aperitivo o cenare ammirando il tramonto sul mare. Se ne sono fatti un’idea coloro che hanno seguito un’altra serie Tv di grande successo, “Petra” e “Petra 2” con Paola Cortellesi, anch’essa ambientata a Genova.

A dominare il porto c’è la mega struttura della Biosfera, una sfera di vetro e acciaio che ospita piante e animali tropicali. Inconfondibile è anche il Bigo, il cui nome e design si ispirano al “bigo” ovvero la gru usata per il carico e lo scarico in ambiente navale, progettato da Renzo Piano per le Colombiadi del ’92.

Oltre a essere divenuto un simbolo di Genova ha anche una funzione strutturale in quanto serve a sostenere il tendone della Piazza delle feste, Ma è anche un’attrazione turistica in quanto possiede un ascensore panoramico che sale fino a 40 metri d’altezza e ruota a 360 gradi indicando, tramite pannelli scritti e una voce guida in diverse lingue, i palazzi e le strutture degne di nota che si possono ammirare da lassù.

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Fonte: 123rf

Il Bigo di Renzo Piano

La Liguria, location perfetta per cinema e Tv

Ultimamente sono state tantissime le produzioni italiane e internazionali che hanno scelto Genova e il resto della Liguria per ambientarvi intere serie o anche solo parti di esse. Oltre alle già citate “Petra” e “Petra 2” girate nel Capoluogo, ce ne sono tante altre che, grazie al contributo della Genova Liguria Film Commission, stanno mostrando luoghi bellissimi e che invogliano lo spettatore a visitarli.

Prendiamo per esempio “Blanca“, la serie televisiva della RAI che ha visto Maria Chiara Giannetta e Giuseppe Zeno, tratta dai romanzi della scrittrice napoletana Patrizia Rinaldi, che è stata ambientata sia a Genova sia nel borgo di Camogli, una delle località più deliziose del Golfo Paradiso, sulla Riviera di Levante.

La Liguria è sempre più musa ispiratrice anche a livello internazionale. Le Cinque Terre hanno ispirato la Disney-Pixar per i luoghi dove ambientare il film d’animazione “Luca” che hanno fatto fare a questo pittoresco paesaggio ligure il giro del mondo.

Mentre la period drama “Hotel Portofino” ambientata negli Anni ’20 è stata girata tra i luoghi più incantevoli di questa parte d’Italia. Portofino, come il nome dell’hotel, con la sua celebre piazzetta da sempre meta del jet set internazionale che viene per trascorrervi le vacanze in barca o in qualche lussuosa villa, ma non solo. Nelle scene si vedono anche le vicine località di villeggiatura di Rapallo, Santa Margherita e ancora una volta Genova.

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Viaggiare con cane o gatto: nella classifica dei Paesi più pet friendly domina l’Italia

Gli italiani amano viaggiare con gli animali e accogliere quelli degli stranieri nelle proprie strutture. O almeno questo è quello che emerge da uno studio condotto da The Swiftest, una start-up americana che si occupa di assicurazioni di viaggio. L’indagine ha portato alla luce la classifica dei 51 Paesi più pet friendly del mondo e, a sorpresa, la prima qualificata quando si tratta di viaggiare con cane e/o gatto risultata essere l’Italia.

Come è stato condotto lo studio

Per stilare questa particolare classifica sono stati analizzati 8 diversi fattori. Il primo parametro osservato è il risultato ottenuto dai singoli Paesi nell‘Animal Protection Index (API), il report prodotto dall’associazione internazionale World Animal Protection.

Il secondo elemento preso in considerazione è quello relativo alla tutela degli animali da compagnia, mentre il terzo è il numero di alberghi e strutture ricettive (per milione di abitanti) considerate pet friendly.

Il quarto elemento indagato è quello relativo al numero di veterinari per milione di abitanti, il quinto analizza le normative di benessere animale, il sesto fa riferimento al riconoscimento dei diritti degli animali e gli ultimi due riguardano la possibilità di contrarre la rabbia e il consumo di carne di cane all’interno dei confini nazionali.

Le prime 10 posizioni e i punteggi

Nella top 10 troviamo all’ultima posizione la Polonia il cui dato peggiore riguarda il numero di veterinari per milione di abitanti: solo 22. Mentre il punteggio più elevato lo ottiene per quel che riguarda la tutela degli animali domestici con una bella B. La Polonia, però, prende una nota di demerito per la possibilità di contrarre la rabbia nel suo territorio.

Il nono posto se lo aggiudica l’Austria il cui risultato più basso è quello relativo al numero di veterinari per milione di abitanti: 17,9. Tuttavia, il fiabesco Paese al confine con l’Italia ottiene due ottime B per quel che concerne l’Animal Protection Index e la tutela degli animali da compagnia.

A guadagnare l’ottavo posto di questa classifica è la Spagna che ottiene un buon risultato per quanto riguarda il numero di veterinari per milione di abitanti: 48.9. Mentre in questo caso il dato peggiore è quello relativo alla tutela dei nostri amici a quattro zampe con una D.

Settima posizione per la Svezia il cui punteggio migliore è riferito al numero di strutture ricettive pet friendly per milioni di abitanti: 167. Il più basso, invece, è il numero di veterinari presenti, sempre per milione di abitanti: 25,9.

L’Australia conquista il sesto posto di questa classifica soprattutto grazie a un punteggio di 91,3 per quel che riguarda il numero di veterinari per milione di abitanti. Tuttavia ottiene due D: una per l’Animal Protection Index, e l’altra per la tutela dei nostri cani e gatti.

Quinto posto per la Germania con ben 207 strutture ricettive pet friendly per milioni di abitanti. I valori più bassi, invece, sono due C guadagnate per l’Animal Protection Index e la tutela degli amici a quattro zampe.

Il Regno Unito conquista il quarto posto ottenendo punteggi sufficienti, o poco più, in tutti i settori analizzati. Mentre la medaglia di bronzo è della Francia con 283 strutture ricettive per milioni di abitanti per i nostri animali. In questo caso, il punteggio più negativo è una D ottenuta nella tutela di queste creature.

Secondo gradino del podio per la Nuova Zelanda. In questo situazione il valore più elevato è 115,6 ed è riferito al numero di veterinari per milione di abitanti ma, come la Francia, anche la Terra di Mezzo ottiene una D per quel che concerne la tutela degli amici a quattro zampe.

Infine la nostra Italia che spicca su tutti gli altri Paesi soprattutto per un dato: le strutture ricettive per friendly per milione di abitanti che sono 525. Un dato che dimostra che il nostro è un Paese estremamente legato al settore del turismo. La nota negativa, tuttavia, arriva dal secondo parametro, quello relativo alla tutela degli animali dove l’Italia ottiene solo una D.

L’affidabilità di questo report

Durante la stesura di questo report sono stati commessi alcuni errori che hanno evidenziato alcune piccole lacune. Sbagli che sono stati ammessi dagli stessi ricercatori che hanno spiegato: “Con l’intento di ottenere informazioni attendibili, durante il nostro lavoro abbiamo scoperto che in molti Paesi mancano le risorse o l’interesse nel tracciare problemi specifici degli animali. Questo fattore ha limitato fortemente la nostra capacità di raccolta dei dati“.

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Ostuni: 50 nonne cercano piastrelle di lana per creare un villaggio di Natale

C’è qualcosa di incredibilmente magico che succede quando dicembre arriva. Nell’aria si diffonde il dolce e invitante profumo di mandorle tostate, di cannella e vin brulè, mentre le luci e i colori scintillanti incorniciano quelli che sembrano scenari da fiaba.

E mentre noi aspettiamo con ansia l’arrivo del countdown che inizia il 1° dicembre, per contare i giorni che ci separano dalla magia delle feste di Natale, c’è qualcuno che si è messo già all’opera per creare tutte quelle atmosfere nelle quali non vediamo l’ora di immergerci. E no, non stiamo parlando di Babbo Natale, ma di 50 nonne che stanno già lavorando per noi.

A Ostuni, infatti, sono iniziati i preparativi dii quello che sarà l’unico villaggio di Natale fatto a mano in Italia. 50 donne sono già al lavoro, ma hanno bisogno di tutto il nostro sostegno.

Il villaggio di Natale fatto a mano

Ci troviamo a Ostuni, la pittoresca e suggestiva Città Bianca del nostro stivale. Rinomata meta turistica, per quel borgo medievale incredibile fatto di stradine e vicoli stretti in cui perdersi e immergersi e quel mare turchese e cristallino, la città in provincia di Brindisi si prepara a diventare la migliore destinazione delle nostre vacanze natalizie in Italia.

Dopo il grandioso progetto dello scorso anno, che ha visto campeggiare nel cuore cittadino un albero di Natale interamente fatto all’uncinetto, la storia si ripete, ed è ancora più grandiosa.

In occasione del Natale 2022, infatti, le associazioni Il Filo di Arianna e Le Radici del Sud di Ostuni sono già a lavoro per creare un villaggio di Natale fatto a mano, sempre all’uncinetto. Ci sarà di nuovo il coloratissimo albero, che quest’anno sarà ancora più grande e imponente, ma non sarà l’unica attrazione da vedere in città durante il mese di dicembre.

Il natale magico di Ostuni

La Città Bianca del Salento, come abbiamo detto, è una delle mete più raggiunte e amate dai viaggiatori di tutto il mondo durante la stagione estiva. Le cose da fare e da vedere in questo piccolo gioiello della Puglia sono tantissime, ma ora c’è un altro motivo per organizzare un viaggio qui, anche fuori stagione.

Come è successo lo scorso anno, infatti, Ostuni si prepara a portare in scena tutto lo spirito del Natale grazie alla collaborazione tra i cittadini di ogni età che stanno creando un vero e proprio villaggio di Natale interamente fatto a mano.

A creare le piastrelle di lana colorata, che andranno a formare l’albero di Natale che sarà alto 14 metri, ci sono 50 nonne, aiutate da tantissimi giovani che armati passione e creatività stanno dando vita a un capolavoro.

Ago, filo e lana sono già sul tavolo per creare una favola natalizia che incanterà grandi e bambini. Le anticipazioni sono sorprendenti, oltre all’albero di Natale da osservare, infatti, si potrà camminare sopra un tappeto fatto a mano e osservare un cielo stellato fatto all’uncinetto.

Come abbiamo anticipato i lavori sono già cominciati, ma l’appello delle nonne e delle associazioni che seguono il progetto è chiaro: tutti sono invitati a contribuire alla realizzare dello straordinario villaggio di Natale, perché insieme è più bello.

Ostuni, 50 nonne a lavoro per realizzare il villaggio di Natale fatto a mano

Fonte: Michele Conenna

Ostuni, 50 nonne a lavoro per realizzare il villaggio di Natale fatto a mano
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Puoi dormire in una goccia di rugiada sospesa tra gli alberi

La scelta delle destinazioni di viaggio passa anche per gli alloggi. E questo è vero sopratutto adesso che le persone sentono l’esigenza di abbracciare un turismo esperienziale che non si limiti a seguire solo gli itinerari più popolari.

A rendere unica e straordinaria l’esperienza di viaggio ci pensano le strutture ricettive che, negli anni, hanno ampliato la loro offerta rendendola sempre più a misura delle esigenze delle persone. Lo dimostrano le case sugli alberi, che sono diventate il punto di riferimento di tutti quelli che desiderano vivere avventure a contatto con la natura, così come i lodge immersi nella foresta. A questi, però, si affiancano strutture dalle forme inedite e bizzarre che evocano immaginari favolistici e surreali. E poi, ancora, ci sono i glamping, per tutti coloro che vogliono vivere l’esperienza da campeggio senza però rinunciare al lusso degli hotel a 4 stelle.

Ed è proprio in un campeggio che oggi vogliamo portarvi. Un luogo che però non ha nulla a che vedere con quelli che abbiamo frequentato durante i viaggi in solitaria o in famiglia. Perché in questo camping si dorme sospesi tra gli alberi in una goccia di rugiada.

Sospesi tra gli alberi: il campeggio che sembra un sogno

Per scoprire questo luogo unico e vivere un’esperienza straordinaria dobbiamo recarci in Belgio. All’ombra delle grandi città e dai ritmi frenetici che le sostengono, si estende una regione dove la natura è assoluta protagonista. Si tratta di Hesbaye, situata nella parte nord orientale del Paese.

Qui non troverete traffico né caos, ma fattorie che puntellano il territorio, lì dove si alternano campi sterminati dove si coltivano il lino e i cereali e foreste fitte e lussureggianti.

È proprio in una foresta, quella di Borgloon, che è stato inaugurato diversi anni fa un campeggio unico al mondo. Le tende, infatti, sono appese e sospese tra gli alberi e sono caratterizzate da una forma unica e suggestiva: quella di una goccia di rugiata.

Tende a forma di goccia nella foresta di Borgloon

Fonte: Visit Borgloon/Ph Kristof Vrancken

Il camping nella foresta di Borgloon

Dormire in una goccia di rugiada

Percorrendo la strada che conduce al Castello Hex, situato nel villaggio dal quale prende il nome, è impossibile non notare quel panorama naturale che incanta gli occhi e che scalda il cuore. Qui si trova la foresta di Borgloon, situata nella provincia fiamminga del Limburgo.

È qui che è possibile fermarsi per trascorrere la notte e per vivere un’esperienza al di fuori dell’ordinario lontano da tutto e da tutti. All’interno della foresta, infatti, è stato inaugurato un campeggio. Ma non aspettatevi tende, camper o bungalow, perché qui si dorme all’interno di gocce sospese tra gli alberi.

A crearle è stato Dré Wapenaar, un artista olandese che nel 2011, in occasione del festival d’arte Pit Landscape, ha pensato a un nuovo modo di vivere gli spazi naturali. Le protagoniste di quell’esposizione di land art erano delle tende a forma di gocce che servivano a sottolineare l’importanza dell’interazione tra l’uomo, l’arte e la natura.

L’entusiasmo attorno a quelle installazioni ha fatto sì che le tende a goccia venissero trasformate in alloggi da camping in maniera permanente. Così è nato il campeggio nella foresta di Borgloon.

Le tende sospese tra gli alberi sono dotate dell’indispensabile, quanto basta per vivere un’esperienza autentica in mezzo alla natura. La presenza di due letti, a forma di mezzaluna, garantisce un posto per un massimo di quattro persone, due adulti e due bambini piccoli. C’è anche una finestra che garantisce la vista sul panorama circostante in qualsiasi momento della giornata.

Vicino alle tende, invece, è possibile trovare tutti gli altri servizi, come quelli igienici e le docce. Non manca neanche un’area comune e attrezzata per il barbecue. L’accesso alla goccia sospesa è garantito da una piccola scala che permette di scendere e di salire, e che ricorda anche un po’ le tanto amate case sugli alberi.

Il costo per dormire all’interno di una di queste tende è di 70 euro a notte ed è possibile prenotare la propria tenda sul sito del turismo di Borgloon. Gli alloggi a goccia, però, sono solo 4, motivo per il quale fanno sempre il tutto esaurito.

Tende a forma di goccia nella foresta di Borgloon

Fonte: Visit Borgloon/Ph Kristof Vrancken

Tende a forma di goccia nella foresta di Borgloon
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L’itinerario artistico-culturale in una splendida provincia italiana

Bellissimi paesaggi naturali, opere d’arte disseminate lungo il territorio e una lunga camminata che ci porterà alla scoperta di incredibili sorprese: è nel cuore verde dell’Italia centrale che sta per nascere un progetto unico, frutto di grande studio e di interesse per l’ambiente. Presto verrà inaugurato un itinerario artistico-culturale che mira ad attirare curiosi alla ricerca non solo di luoghi dove rilassarsi un po’, ma anche di un turismo sempre più consapevole.

Frontignano Art Walks, il nuovo progetto

Nell’entroterra marchigiano, a due passi dal confine con l’Umbria, sorge un piccolo paesino dove il tempo sembra essersi fermato. Si tratta di Ussita, grazioso borgo incastonato tra gli Appennini, le cui casette si affacciano dalle pendici del Monte Bove godendo di un panorama meraviglioso. È la sua frazione più alta, quella di Frontignano, ad aver lanciato un nuovo progetto assolutamente da scoprire: l’iniziativa porterà infatti alla nascita di un cammino dove arte e natura si intrecciano, in una cornice semplicemente mozzafiato.

È infatti nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che si snoderà l’itinerario, offrendo scorci indimenticabili che sembrano uscire da una cartolina. Frontignano Art Walks, il progetto ideato da Sineglossa e realizzato dal collettivo di architetti romani che va sotto il nome di orizzontale, verrà presentato il prossimo 15 ottobre 2022 con una lunga giornata dedicata ad eventi da non perdere. L’inaugurazione è affidata alla poetessa Renata Morresi, il cui intervento darà il via ad una serie di appuntamenti tra workshop e spettacoli artistici.

Questa splendida iniziativa, lanciata nel corso del format Nonturismo, vuole creare una nuova sinergia tra gli abitanti dei piccoli borghi sui Sibillini e i visitatori che ogni anno affollano i suoi paesaggi ricchi di meraviglie, in una fuga dalla città alla ricerca di relax. Ed è anche un’idea per rilanciare una delle località duramente colpite dai forti terremoti del 2016 e del 2017,  che hanno lasciato cicatrici indelebili sul territorio. Un programma che, seppure in misura decisamente più piccola, ricorda l’affascinante Cammino delle Terre Mutate.

Il cammino e le opere d’arte a Frontignano

Frontignano

Fonte: Ufficio Stampa | Ph. Mauro Pennacchietti

Il luogo in cui nascerà Fontanile, a Frontignano

La natura incontaminata è al centro dell’itinerario che sta per nascere a Frontignano, ma non solo: a punteggiare il territorio sono alcune opere d’arte che si armonizzeranno perfettamente con l’ambiente circostante, rendendolo anche un punto di incontro e di socialità. Si parte da Acqua Friddula, località panoramica da cui si può ammirare l’intera Val di Bove e il suo ruscello spumeggiante.

Proprio qui, dove ha inizio un sentiero che si perde tra i boschi, troverà spazio la prima installazione: si tratta di cinque sedute posizionate sul declivio, realizzate in ferro e legno, ideali per godere del paesaggio circostante e contemplare la natura nel suo splendore. Ci si addentra poi nel borgo di Frontignano, alla ricerca di una vera bellezza: qui, dove le casette si affastellano l’una contro l’altra, c’è un angolo rimasto vuoto che ha visto nascere un meraviglioso faggio.

E poi è il turno di Fontanile, la seconda opera che ha preso vita su una lingua di prato che ospita un antico fontanile in disuso. L’idea è quella di riportare qui l’acqua per rendere l’ambiente più ospitale, trasformandolo in un luogo dove incontrarsi. Infine, il progetto prevede la realizzazione di altre due opere d’arte mobili: la prima è un’immagine collettiva che, nel raccontare le storie degli abitanti di Frontignano, vedrà l’assenza contrapporsi alla presenza. Mentre la seconda è un’istallazione composta da tavoli realizzati con legno di scarto, simboli di convivialità e sostenibilità.

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Riparte il treno storico sulla Ferrovia del Basso Monferrato

Dopo 11 anni di sospensione, domenica 2 ottobre torna sui binari il treno del Basso Monferrato. L’occasione è la Fiera nazionale del tartufo di Montiglio Monferrato che dura fino al 9 ottobre.

Il treno storico parte da Torino e arriva a Montiglio, in provincia di Asti, un delizioso paese in cima a un colle sovrastato dal castello che domina la Valle Versa. parte del circuito dei “Castelli aperti” del Basso Monferrato.

Il viaggio a bordo del treno storico

Il treno storico, composto da carrozze Corbellini degli Anni ’50, parte alle 9.00 dalla stazione di Torino Porta Nuova per arrivare a Chivasso alle ore 9.30.

Alla stazione di Chivasso, in passato capitale di quello che nell’XI secolo era il Marchesato del Monferrato, è prevista una sosta per consentire ai passeggeri di partecipare agli eventi organizzati dall’amministrazione comunale in occasione della Sagra del nocciolino e, poco prima della ripartenza del treno, la breve cerimonia del simbolico taglio del nastro.

Montiglio-Monferrato

Fonte: Wikimedia Commons @Ziegler175

Il paese di Montiglio Monferrato

Il treno storico riparte poi da Chivasso, trainato da una locomotiva a vapore, percorrendo i binari della suggestiva linea ferroviaria che penetra nel cuore del Basso Monferrato, con tappe a Cavagnolo e Brozolo. L’arrivo a destinazione a Montiglio Murisengo è previsto per mezzogiorno.

Qui si potrà fare visita alle mostre sulla Linea Chivasso-Asti, di ammirare le numerose meridiane per cui il paese è famoso e naturalmente pranzare alla Fiera nazionale del tartufo di Montiglio Monferrato.

Nel pomeriggio, al rientro (il treno riparte alle 15.45), il treno sosta per un’ora a Cavagnolo Brusasco dove, per l’occasione, sarà allestito un “Expo del Monferrato torinese” nel piazzale della Stazione con stand dei Comuni, delle Associazioni e delle Aziende agricole del territorio. Il treno riparte da qui alle 17.05 e fa tappa a Chivasso alle 17.30 per arrivare in stazione Torino alle 18.20.

Con l’acquisto del biglietto di andata e ritorno del treno storico sarà possibile usufruire di un “pranzo al Tartufo” organizzato della Pro Loco di Montiglio a un prezzo agevolato di 30 euro per gli adulti e 20 per ragazzi dai 4 ai 12 anni (è gratuito sotto i 4 anni).

Quanto costa il viaggio

Il treno di andata e ritorno che parte dalla stazione di Torino Porta Nuova costa 25 euro per gli adulti (a partire dai 12 anni), mentre per i ragazzi dai 4 ai 12 anni non compiuti costa 15 euro. Fino ai 4 anni non compiuti il viaggio invece è gratis, senza diritto al posto a sedere.

Saranno ben due i treni storici della Fondazione FS che celebreranno la riapertura della “Ferrovia del Basso Monferrato”, la dodicesima linea ferroviaria riaperta per usi turistici nell’ambito del progetto “Binari senza Tempo”.

Montiglio_stazione-ferroviaria

Fonte: Wikimedia Commons @Giorgio Stagni

La stazione ferroviaria di Montiglio Monferrato
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L’Italia torna a essere una delle mete più amate dai turisti stranieri: l’interessante report di Campeggi.com

Dopo due anni davvero complicati, finalmente il nostro Paese è di nuovo al centro dell’interesse del turismo estero. A svelare quanto appena detto è Campeggi.com, il portale leader d’Italia per campeggi e villaggi vacanze, che con il suo Camping Report (CaRe) ha confermato che il 2022 è stato l’anno della ripresa.

Il report nel dettaglio

Fino a questo momento il 2022 è stato un anno di successi a livello turistico per il nostro Paese, e in particolare per il mondo del turismo all’aria aperta che negli ultimi mesi ha conquistato soprattutto i turisti stranieri.

Il report, infatti, ha rivelato che nei primi otto mesi del 2022 i mercati esteri hanno registrato un +38% rispetto al 2021 e un +78% rispetto al 2020, quando le restrizioni imposte
dall’emergenza sanitaria avevano ridotto notevolmente l’afflusso di turisti stranieri verso il Belpaese.

Quest’anno l’Italia ha fatto breccia nel cuore dei viaggiatori tedeschi, così come in quello degli olandesi, danesi, polacchi e spagnoli. Ma dove hanno scelto di villeggiare i tanti stranieri arrivati nel nostro Paese? La medaglia d’oro delle regioni più amate dai campeggiatori europei è del Veneto (58%), affiancato sul podio da Toscana (10%) e Trentino-Alto Adige (6%); seguono Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Sardegna, Marche, Puglia, Campania e Sicilia.

Toscana (14%) e Veneto (10%) guidano, insieme alla Puglia (11%) la Top 10 delle destinazioni preferite dai viaggiatori italiani, che sono quindi ben distribuite tra nord, centro e sud. Completano la classifica Marche, Sardegna, Emilia-Romagna, Campania, Trentino-Alto Adige, Liguria e Abruzzo.

Estate 2022 all’insegna della famiglia

La famiglia, amici a quattro zampe compresi, è stata la regina dell’estate 2022 — che ha inoltre registrato un +5% in termini di ricerche rispetto a quella del 2019.

Come ha evidenziato il report, i viaggiatori hanno cercato soprattutto camping e villaggi pet e family friendly (rispettivamente 24% e 15%). Tra i servizi più richiesti un posto d’onore se lo sono aggiudicato anche le piscine e l’accesso diretto alla spiaggia, entrambi all’11%.

Ma non è finita qui, perché a confermare il trend delle vacanze in famiglia o di gruppo c’è anche il numero di viaggiatori per i quali sono stati richiesti i preventivi: per 3-4 persone nel 43% dei casi e per 5 persone nel 32%, mentre solo il 16% si è spostato in coppia.

La scelta di italiani, ma anche degli stranieri, è ricaduta soprattutto sui villaggi vacanze (58%), seguiti dai glamping e camping (entrambi al 16%) e dalle piazzole per camper (9%), con la maggior parte dei preventivi richiesti per soggiorni di 7 notti (55%).

Cristian Capizzi, CEO di KoobCamp, il network al quale appartiene Campeggi.com., ha spiegato che: “Quest’anno i viaggiatori hanno iniziato a prenotare le loro vacanze en plein air fin da gennaio, quando sono partite le ricerche per i soggiorni estivi, ma nel secondo quadrimestre del 2022 non sono mancate le prenotazioni last minute, concentrate in particolare nel mese di agosto, e quelle per settembre (25%)”.

Dati che mostrano la ripresa di un settore dopo due anni complessi, ma che soprattutto hanno superato i numeri del 2019 attirando nuovamente i viaggiatori da oltre confine.

In sostanza, secondo il report quello che fra qualche mese si concluderà è un anno di ottime notizie per il mondo dei campeggi e del turismo in generale.

Contenuto offerto da Campeggi.com

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A bordo della crociera del cioccolato

Le crociere a tema spesso hanno il difetto di escludere alcuni passeggeri da certi viaggi. Se non balli il tango non partecipi alla crociera del tango, se non pratichi yoga eviti anche questa. Ma una crociera sicuramente accontenta praticamente tutti: quella del cioccolato.

Sta per salpare una nave che regala l’esperienza più dolce che ci sia. La crociera prevede una settimana di eventi che ruotano intorno al cioccolato.

Dal 2 al 9 ottobre, per sette giorni si potranno fare le più prelibate esperienze gastronomiche a bordo della Costa Toscana di Costa Crociere.

Il programma della crociera del cioccolato

Alcuni maestri pasticceri di fama mondiale provenienti da Italia, Spagna, Francia e Germania, insieme gli chef della compagnia di navigazione si esibiranno durante la crociera nel Mediterraneo occidentale dedicata al cioccolato in tutte le sue declinazioni intitolata proprio “La Settimana del Cioccolato – I 7 vizi Capitali“.

Durante la settimana del cioccolato, si potranno gustare piatti speciali a base di cioccolato a colazione, pranzo e cena, sperimentare moltissime attività a tema cioccolato su tutta la nave, dai cocktail speciali nei bar alle degustazioni di cioccolato fuso e persino trattamenti nella spa a base di cioccolato e incontrare di persona i maestri pasticceri che, ogni giorno, sveleranno i loro segreti e proporranno degustazioni nel Colosseo della nave.

Durante l’itinerario, che prevede scali a Savona, Civitavecchia, Napoli, Ibiza, Valencia e Marsiglia, gli ospiti della nave potranno godere di un’esperienza culinaria completa, che comprende i piatti e i menu di tre chef di fama mondiale: la star della Tv Bruno Barbieri, Hélène Darroze, sei stelle Michelin, e Ángel León, che in Spagna è soprannominato “el Chef del Mar”.

A bordo della Costa Toscana

La nave è un omaggio alla splendida Regione italiana. A partire dai ponti che hanno tutti nomi delle città toscane: Montalcino, Pietrasanta, Viareggio, Montecatini, Lucca, Pienza, Bolgheri e Montepulciano.

Nella Piazza del Campo c’è poi una grande scalinata affacciata a poppa sviluppata su tre ponti, con una balconata all’aperto sull’ultimo ponte il cui pavimento di cristallo fa vivere l’esperienza di volare sul mare.

Un altro punto molto suggestivo e panoramico a bordo della Toscana è la Passeggiata Volare, che raggiunge il punto più alto della nave a 65 metri d‘altezza. A prua si trova la Piazza dei Miracoli, dove fare shopping, degustazioni e intrattenimento.

Sulla Costa Toscana, oltre alle cabine classiche, c’è anche una nuova tipologia di camere con “terrazza sul mare” e una splendida dependance dove fare colazione, prendere un aperitivo o semplicemente godersi il rumore delle onde (quella assegnata a Chiara Ferragni durante un suo recente viaggio di lavoro). Le camere a bordo della nave sono in totale 2.663, di cui 28 suite, 106 cabine con terrazza, 1.534 con balcone, 168 esterne e 827 interne.

Una nave al passo coi tempi

Viaggiare a bordo di questa nave è una vera esperienza. Costa Toscana è una “smart city” itinerante. Grazie all’utilizzo del gas naturale liquefatto (Gnl) con cui si riesce a eliminare quasi del tutto l’immissione di ossidi di zolfo nell’atmosfera, di ossido di azoto e di CO2 (fino al 20%) è una nave super green.

Oltre a zero emissioni, la nave offre tutta una serie di innovazioni tecnologiche all’avanguardia studiate per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori.

 

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Il nuovo itinerario tra edifici in pietra che tornano in vita

Un itinerario che passa tra edifici in pietra che tornano in vita, un modo originale per dare un nuovo volto ad alcuni patrimoni del nostro Paese che per molto tempo sono stati dimenticati. Strutture che risorgono dalle loro ceneri per regalare ai visitatori un’esperienza nuova ed emozionante.

Il Museo Diffuso dell’Abbandono lancia “Senti-Ieri”

Questo e molto altro è quello che sta per succedere nella Romagna appenninica grazie al lancio di un’app gratuita che permette di ascoltare le interviste di chi ha abitato questi luoghi, oltre a fornire una mini guida per pernottare e gustare i prodotti tipici del territorio.

Lanciato dal Museo Diffuso dell’Abbandono, si chiama “Senti-Ieri” il nuovo itinerario che attraversa l’Appennino Romagnolo alla scoperta di vecchi edifici in pietra che “tornano in vita”. Un progetto che si pone l’obiettivo di valorizzare quei luoghi che possiamo definire “fantasma” e che mira a raccontare le trasformazioni sociali, culturali ed economiche della Romagna del’900. Il tutto, però, conservando e valorizzando storie e immagini di ieri e di oggi, la memoria di un patrimonio storico che rischia di essere dimenticato.

In cosa consiste l’itinerario

L’itinerario montano del museo, “Senti-Ieri”, è un vero e proprio viaggio tra storia, natura e memoria. Un’avventura che conduce i visitatori nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, una vera ricchezza del nostro Stivale. Situato a meno di 50 chilometri da Firenze e Forlì, a cavallo del crinale appenninico, è uno dei patrimoni forestali più importanti d’Italia, tanto da essere considerato un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna e della natura.

Un’area davvero molto particolare non solo perché propone una grande varietà di paesaggi, ma anche perché è in grado di offrire un ventaglio di opportunità, itinerari ed esperienze a dir poco incredibili. E ora, a tutto quello che già offre, si aggiunge un’altra straordinaria avventura.

Lungo il percorso immerso nel verde i visitatori incontreranno alcuni vecchi edifici in pietra della Romagna appenninica – borghi dimenticati, case di cui ormai sono rimasti solo i ruderi, antichi poderi che oggi sono foreste, ex scuole e chiese incustodite – testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi in modo profondo.

Ronco del Cianco romagna

Fonte: Ufficio stampa – Encanto Public Relations – Ph: Stefano Belacchi

Ronco del Cianco

Un territorio straordinario e di cui si rivela molto utile raccontare il tempo passato, riscoprire le comunità che ci vivevano e i loro valori, saperi e conoscenze, poiché di esse non rimane quasi nessuna traccia. Ma altrettanto importante è sorprendersi della natura e della biodiversità del Parco Nazionale. Del resto, sono due mondi lontani anni luce, due scenari messi a confronto che lasciano spazio alla speranza che l’uomo possa tornare, anche se in punta di piedi.

Il nome “Senti-Ieri” è stato scelto perché è un gioco di parole che ha al suo interno valori profondi: il patrimonio di ricordi e storie di uomini e donne che hanno vissuto quei luoghi e che grazie all’app, IN LOCO, è possibile ascoltare durante il cammino.

Come funziona l’applicazione IN LOCO

Tramite l’uso dell’applicazione gratuita, infatti, i turisti potranno ascoltare le voci e le audio interviste di alcuni dei testimoni di quelle che un tempo erano le vite in questi territori, riscoprire le comunità che abitavano quei posti, i loro valori, i saperi e le loro conoscenze immaginando come potevano essere un tempo e come sia ancora viva e cara la memoria ai loro occhi, e non solo.

Grazie a questo sistema potranno diventare propri i diversi i racconti che permettono di conoscere meglio la storia di questo territorio: i ricordi delle feste e balli con gli scarponi, le lunghe distanze da percorre per svolgere la quotidianità, i riti, i giochi di una volta come per esempio le “sette merende” o le tecniche per la caccia ai ghiri nei castagneti. Memorie che sono ancora vive come ricorda Giorgio Amadori, nato a Villaneta nel 1944 lungo il sentiero 243 che scende da Campigna: “Era una vita come tante in montagna. Però non stavamo male, avevamo tutto quello che ci serviva”.

Passato, presente e futuro, tutto questo si può incontrare all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, mentre nel frattempo ci si lascia sorprendere della natura e della biodiversità che pian piano ha ripreso il suo splendore e il suo ruolo da protagonista.

Nel viaggio, immersi nella vegetazione e nella storia, è possibile pernottare, gustare proposte culinarie regionali a km 0 e ascoltare le storie delle persone, amici e amiche di Senti-Ieri, che abitano questo territorio ricco di fascino.

Cos’è il Museo diffuso dell’Abbandono

Gli spazi ormai lasciati in abbandono nel nostro Paese sono davvero tanti e ognuno rappresenta una ferita dei nostri tempi. Molti di questi luoghi meritano una seconda vita, anche se alcuni sono destinati a una inesorabile fine.

Ed è partendo da questi presupposti che nasce IN LOCO, un vero e proprio tentativo di tramandare la memoria di questi luoghi, uno strumento di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di storie, racconti ed emozioni che descrive un territorio e le sue evoluzioni sociali, culturali ed economiche.

In poche parole, IN LOCO è un museo senza pareti o cancelli ma in continuo mutamento. È uno spazio dedicato all’esplorazione e di ricerca diffuso che connette e dà una lettura di insieme del territorio ai margini, per raccontare il paesaggio abbandonato e spingere ad andare sul posto, in loco, attraverso una guida alternativa e in perenne evoluzione.

Il museo incrocia così luoghi, memorie e persone, innescando percorsi di partecipazione e rigenerazione, aggregando intorno ai luoghi le comunità che vogliono portarli nel futuro. Tutto questo è possibile grazie a una mappatura che è attiva dal 2010 che è stata il punto di partenza per tracciare 7 itinerari di viaggio rivolti a fotografi, architetti, esploratori urbani o, più semplicemente, a tutte le persone che vogliono conoscere la storia e il territorio della Romagna in modo in modo nuovo e particolare.

L’insieme degli itinerari dà vita a una guida turistica, alternativa e in continua evoluzione, che permette ai visitatori di continuare l’esplorazione e rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc fruibili, appunto, solamente in loco, attraverso l’applicazione.

Un’esperienza, dunque, davvero unica nel suo genere e al contempo ricca di bellezze ed emozioni.

Val di Covile romagna

Fonte: Ufficio stampa – Encanto Public Relations – Ph: Stefano Belacchi

La Val di Covile