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L’offerta da cogliere al volo per scoprire meglio la Svizzera

Si trova a due passi da noi e offre un’incredibile varietà di paesaggi, dai borghi medievali ai laghi cristallini, passando per le montagne perfette per chi ama sciare: stiamo parlando della Svizzera, che oggi possiamo scoprire approfittando di un’offerta straordinaria. Non c’è niente di meglio per un bel weekend lungo fuori porta, tra panorami meravigliosi che lasceranno ricordi indelebili nella nostra memoria.

L’incredibile offerta sullo Swiss Travel Pass

Lo Swiss Travel Pass è il modo migliore (e più conveniente) per viaggiare tra le bellezze della Svizzera: si tratta di un biglietto unico che permette di salire a bordo di treni, autobus e battelli per spostarsi senza limiti in tutto il Paese, per un periodo di tempo limitato. Oggi si può sfruttare una promozione fantastica per acquistare il Pass e rimanere più a lungo tra le infinite sorprese che questa località sa regalarci. È infatti possibile comprare, allo stesso prezzo, il biglietto di 4 giorni e ricevere un giorno in più gratuitamente, così da allungare le nostre vacanze. In alternativa, possiamo scegliere il biglietto di 8 giorni e averne addirittura due in più in omaggio: ben 10 giorni per girare in lungo e in largo la Svizzera.

L’offerta è valida solo per un periodo di tempo limitato: c’è tempo fino al 14 maggio 2023 per acquistare lo Swiss Travel Pass in offerta, ma lo si può utilizzare fino a sei mesi dal momento dell’emissione. Si può scegliere tra prima e seconda classe, per chi preferisce viaggiare più comodamente e per chi invece vuole optare per il risparmio. Dove comprare il biglietto unico per visitare tutta la Svizzera? Il Pass è disponibile online, sul sito ufficiale, oppure presso le principali agenzie di viaggio.

È un’occasione imperdibile per esplorare un territorio ricco di sorprese, senza doversi preoccupare del mezzo di trasporto. I possessori del biglietto possono infatti viaggiare illimitatamente su treni, autobus e battelli in tutto il Paese, spesso senza bisogno di prenotazione, approfittando di comode coincidenze e tratte molto frequenti. È anche possibile scaricare l’app Swiss Travel Guide, per avere aggiornamenti in tempo reale sugli orari dei mezzi pubblici e tante altre informazioni utili. E per chi viaggia in famiglia, c’è un’opzione davvero utile: si tratta della Swiss Family Card gratuita, che consente ai bambini fino ai 16 anni di spostarsi gratuitamente se accompagnati da un genitore in possesso di uno Swiss Travel Pass.

Cosa vedere in Svizzera con lo Swiss Travel Pass

Dove possiamo andare con lo Swiss Travel Pass? Il biglietto unico connette più di 50 città in tutto il Paese, offrendo tantissime opportunità per i viaggiatori. Ad esempio, permette l’ingresso gratis ad oltre 500 musei tra i più interessanti e curiosi, per chi ama scoprire arte e cultura, mentre gli appassionati di montagna hanno la possibilità di accedere gratuitamente alle escursioni  sul Rigi, sullo Stanserhorn e sullo Stoos, oltre alla possibilità di avere sconti del 50% su escursioni sul monte Titlis, sul Pilatus e sul Glacier 3000.

Il Pass offre poi l’opportunità di intraprendere il memorabile Grand Train Tour of Switzerland, per scoprire i percorsi ferroviari panoramici del Paese (alcuni di essi potrebbero essere disponibili solo dietro prenotazione, a causa dei posti limitati). Infine, si possono sfruttare gli itinerari già organizzati come il suggestivo Original Tour di 8 giorni, che include anche l’alloggio e permette l’accesso a bordo di cinque treni panoramici che fanno scalo in dieci diverse località, tra cui Zurigo, Lucerna, Interlaken, Zermatt e St. Moritz.

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Il lago smeraldo che sembra uscito da una fiaba

Esistono alcuni luoghi che sono così belli da non sembrare veri. Posti che per forme, lineamenti e colori sembrano appartenere all’immaginario fiabesco nel quale ci siamo rifugiati da bambini. Ma che invece sono reali, e per questo ancora più straordinari. Si tratta di di luoghi incantati che sono stati sapientemente plasmati da Madre Natura e che oggi creano paesaggi di infinita bellezza destinati a incantare e lasciare senza fiato.

Ed è proprio al cospetto di uno scenario incantato e fiabesco che oggi vogliamo portarvi. Di un lago color smeraldo, incastonato tra le montagne al confine della California e il Navada, che ha rubato il colore al Mar dei Caraibi. Pronti a partire?

Un gioiello scintillante custodito tra la California e il Nevada

Il nostro viaggio di oggi ci conduce dall’altra parte del mondo, alla scoperta di uno dei luoghi naturali più affascinanti di tutto il pianeta. Un posto dove le infinite sfumature di blu incontrano i colori dello smeraldo dando vita a un paesaggio che lascia senza fiato.

Ci troviamo tra le montagne della Sierra Nevada, è proprio qui che tra i paesaggi sterminati che si perdono all’orizzonte e capolavori naturali, si estende un grande lago d’acqua dolce che assomiglia a un gioiello prezioso.

Si tratta del lago Tahoe, generosamente spartito tra la California e il Nevada, uno specchio d’acqua dalle infinite sfumature che con gli anni è diventato meta prediletta di tutti gli amanti della natura e dei viaggiatori che osano spingersi fin qua giù.

Frequentato d’estate, per le sue incantevoli spiagge, e popolato l’inverno per gli impianti sciistici, il lago Tahoe si trova proprio nei pressi del Parco statale di Emerald Bay e del Lake Tahoe Nevada State Park, i cui accessi sono situati, rispettivamente, lungo la sponda sud-occidentale e quella nord orientale.

Questo specchio d’acqua è uno dei più profondi di tutti gli Stati Uniti, secondo solo al Crater Lake in Oregon, ed è anche uno dei più frequentati di tutto il Paese. Basta guardare le fotografie che popolano le istantanee di viaggio di chi è stato qui per intuirne i motivi.

Il lago che sembra uscito da una fiaba

Il lago Tahoe è una meta imprescindibile per tutti i viaggiatori che scelgono di avventurarsi tra le montagne della Sierra Nevada. Grazie ai suoi colori, caratterizzati da infinite sfumature smeraldo, questo specchio d’acqua assomiglia a una cartolina proveniente dal Mar dei Caraibi.

Alle tinte intense e straordinarie del lago, che caratterizzano in maniera univoca lo scenario, si aggiungono le maestose montagne della Sierra Nevada, le cui vette innevate fanno da cornice a un paesaggio di infinita bellezza. Tutto intorno, poi, si snodano lussureggianti boschi che terminano sulle spiagge sabbiose che sprofondano nel lago. Tahoe, visto nella sua totalità, è un vero e proprio sogno a occhi aperti.

La bellezza di questo luogo non è solo confermata dalle migliaia di persone che scelgono di raggiungere il lago in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, ma è stata decantata anche da registi che hanno scelto questo specchio d’acqua come set naturale di alcune pellicole che hanno fatto la storia.

Il lago Tahoe, infatti, ha ospitato le riprese del film “Un posto al sole”, interpretato da Elizabeth Taylor e Montgomery Clift e “City of Angels”, l’iconica pellicola con Nicolas Cage e Meg Ryan. Le acque color smeraldo del lago, inoltre, hanno fatto da sfondo anche a “Guardia del corpo”, il film diretto da diretto da Mick Jackson, con ha visto protagonisti Whitney Houston e Kevin Costner.

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Suite di lusso e dettagli ricercati: gli hotel preferiti dalla Royal Family

Sono tanti i motivi che ci spingono a viaggiare in lungo e in largo e a scegliere determinate destinazioni. Spesso, questi, hanno a che fare direttamente con le tante ispirazioni che arrivano dal web o dalle nostre serie televisive preferite, proprio quelle che vengono girate tra le strade, i quartiere e le piazze di tutto il mondo.

Le ispirazioni di viaggio, però, possono provenire anche dai racconti degli altri, o dalle dirette esperienze di chi conosciamo o di chi seguiamo. Guardando alle abitudini travel della Famiglia Reale, per esempio, siamo riusciti a stilare una lista di luoghi davvero sensazionali da raggiungere almeno una volta nella vita.

Si tratta di hotel caratterizzati da suite di lusso, dettagli ricercati e proposte gourmet, che sono i preferiti dei membri della Royal Family e che possono essere prenotati anche da noi. Pronti a vivere un’esperienza da veri Re?

Viaggio nel Regno Unito tra alloggi regali

Organizzare un viaggio nel Regno Unito e perdersi tra le tante meraviglie che questo Paese custodisce è sempre una grandiosa idea. Le cose da fare e da vedere sono così tante che non basterà sicuramente un viaggio per scoprirne la metà.

C’è l’Inghilterra, che è la patria di Shakespeare e dei Beatles, nonché territorio che ospita la straordinaria e cosmopolita capitale Londra. Ci sono la Scozia, che è la terra dei paesaggi selvaggi e montuosi, e il Galles, caratterizzato da coste frastagliate e parchi straordinari. E ultima, ma non per importanza, l’Irlanda del nord, con il suo paesaggio verdeggiante e lussureggiante.

Prima di organizzare i tanti e diversi itinerari che vi porteranno alla scoperta del grande patrimonio naturalistico, storico e culturale del Regno Unito, è opportuno pensare anche agli alloggi. Del resto lo sappiamo che questi sono diventati parte integrante e caratterizzante delle esperienze di viaggio.

E se volete arricchire in maniera inedita e “regale” la vostra avventura, allora, non vi resta che concedervi qualche notte anche all’interno degli hotel preferiti dalla Famiglia Reale.

In tutto il Regno Unito, infatti, ci sono alcune delle strutture ricettive che i reali d’Inghilterra frequentano da generazioni. Al loro interno troverete camere sapientemente decorate, servizi di lusso e tante proposte gourmet per allietare anche i palati più esigenti. Ecco alcuni indirizzi da segnare in agenda.

Mandarin Oriental Hyde Park

Fonte: Getty Images

Mandarin Oriental Hyde Park

Gli hotel della Famiglia Reale in cui soggiornare

Tra gli hotel più amati dalla Royal Family c’è sicuramente il Mandarin Oriental Hyde Park, un lussuoso hotel situato a Londra, dotato di un ristorante 2 stelle Michelin e una splendida spa, che affaccia direttamente sul suggestivo Hyde Park. Proprio qui il Principe William e Kate Middleton hanno organizzato un sontuoso gala prematrimoniale.

Sempre a Londra, nel popolare quartiere di Mayfair, troviamo il Claridge’s, un elegante e incantevole hotel di lusso a 5 stelle, caratterizzato da camere e suite sontuose e riccamente decorate. Ad arricchire gli interni ci sono lampadari di cristallo e dipinti che popolano le pareti. La struttura non ha conquistato solo i membri della Famiglia Reale, ma anche alcuni divi di Hollywood come Audrey Hepburn e Spencer Tracy.

In Irlanda, invece, e più precisamente a Cork troviamo Casa Ballyvolane, una country house privata immersa nella campagna lussureggiante del territorio. Proprio qui il re Carlo II e la regina Camilla hanno scelto di soggiornare durante un tour in Irlanda.

Torniamo poi nel Regno Unito, ma questa volta ci spostiamo tra le Cotswold Hills, proprio lì dove sorge il Lygon Arms Hotel. Una struttura ricettiva immersa in una straordinaria campagna che ha conquistato la Famiglia Reale sin dalla sua nascita. Questo luogo, infatti, era il preferito di Edoardo VIII.

The Lygon Arms

Fonte: Getty Images

The Lygon Arms
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Scoperto il secondo buco blu più profondo al mondo

Ha destato grande stupore nella comunità scientifica la scoperta in Messico del secondo buco blu più profondo al mondo. Questa enorme voragine color zaffiro è situata nella baia di Chetumal, lungo la costa orientale della penisola dello Yucatán e, secondo i ricercatori, rappresenta una finestra per ottenere informazioni su come erano l’ambiente e il clima migliaia di anni fa.

Taam Ja’, il secondo buco blu più profondo al mondo

Chiamato Taam Ja’ – che significa “acqua profonda” in lingua maya – il sorprendente buco blu ha una profondità di circa 270 metri. È superato solo dal Sansha Yongle Dragon Hole, profondo quasi 300 metri e noto anche come Dragon Eye (occhio di drago), situato nel Mar Cinese Meridionale nei pressi delle isole Paracel.

Questa nuova incredibile voragine marina rappresenta una vera e propria oasi di biodiversità nei fondali antistanti lo stato messicano del Quintana Roo. Secondo gli scienziati, si tratta probabilmente del “buco blu più profondo conosciuto nella regione”. È, inoltre, il primo buco blu ad essere stato identificato in un sistema di estuari, inizialmente scoperto nel settembre 2021 da un team di scienziati del Colegio de la Frontera Sur (Ecosur) di Chetumal, un centro di ricerca pubblico coordinato dal Conacyt, il Consiglio nazionale della scienza e della tecnologia del Messico.

L’indagine sul nuovo blue hole è stata condotta attraverso immersioni subacquee, ecoscandagli, profilatori CTD (conduttività, temperatura e profondità) e la raccolta di campioni d’acqua. Grazie a queste tecniche si è scoperto che il Taam ja’ Blue Hole (TJBH) si trova a più di 274 metri sotto il livello del mare, negli abissi della costa sud-orientale della penisola messicana dello Yucatán.

La superficie quasi circolare di questa meraviglia copre un’area di 13.690 metri quadrati, equivalente a quella di due campi da calcio. I fianchi sono molto ripidi, con pendenze di 80 gradi che formano una struttura simile a quella di un grande cono, coperto da sedimenti, calcare e gesso.

Cosa sono i buchi blu

Stando a quanto spiegano gli studiosi, i buchi blu sono meno profondi delle trincee marine e degli abissi oceanici, che si formano gradualmente nel corso di secoli e millenni a causa dei movimenti delle placche tettoniche, raggiungendo profondità fino a 11.000 metri. I primi, inoltre, si creano a causa di processi di frattura, dissoluzione e collasso di terreni, come quelli appartenenti alla piattaforma calcarea della penisola dello Yucatán, dovuti a movimenti di entrata e uscita dell’acqua marina, inondazioni o oscillazioni del livello del mare durante i periodi glaciali e interglaciali. Le informazioni sul buco blu appena scoperto possono aiutare a comprendere i processi ambientali e geologici, la connessione delle falde idriche e l’origine dell’acqua in questi sistemi idrogeologici.

Secondo, come detto, solo al Dragon Hole, il Taam Ja’ è notevolmente più profondo del famoso Great Blue Hole (solo di recente si è scoperto cosa si nasconde sul fondo), la grande dolina marina al largo della costa del Belize, nel Mar dei Caraibi, profonda 125 metri. Una pupilla blu con il bordo azzurro, circondata dalle sfumature più chiare della barriera corallina. Jacques Cousteau, pioniere delle esplorazioni subacquee, lo elesse uno dei dieci siti di immersione più interessanti al mondo, dopo esservisi recato nel 1971 con la sua nave Calypso per monitorarne la profondità. Da allora, la spettacolare bellezza di questo enorme buco blu al centro del Mar dei Caraibi richiama subacquei e curiosi da tutto il mondo. In quanto parte della Belize Barrier Reef, Great Blue Hole è riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

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Sulla Strada del vino in Alsazia: l’itinerario

Per celebrare il 70esimo anniversario della Strada del Vino in Alsazia, il CIVA (Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace) e i viticoltori del territorio hanno ideato una serie di eventi senza precedenti che si svolgeranno ogni domenica dal 23 aprile al 30 luglio 2023.

Si tratta di “ALSACE ROCKS! La Tournée des Terroirs“, un’occasione unica nel cuore dei vigneti e dei grandi terroir alsaziani rivolta a tutti, neofiti ed esperti.

L’ambiziosa e originale iniziativa promette di essere un connubio di festival e mostra itinerante, capace di mettere in luce l’eccezionale diversità e tipicità dei terroir sotto la guida dei produttori stessi.

Vivere e scoprire la Strada del Vino d’Alsazia

Ogni domenica, dalle 10 alle 19, sarà proposto un evento, di volta in volta differente, al cospetto dei vigneti.

Si parte da Thann a Bergbieten per poi passare a Kaysersberg e Dambach-la-Ville, in 15 tappe, 8 nell’Haut-Rhin e 7 nel Bas-Rhin.

Sono quasi 150 le cantine e le aziende vinicole del territorio che si uniscono per mettere in luce la ricchezza dei terroir alsaziani e il loro ruolo chiave nella valorizzazione dei grandi vini d’Alsazia.

In ogni tappa, il pubblico troverà uno spazio in cui degustare la gamma dei vini alsaziani e assaggiare i piatti tipici in un’atmosfera musicale grazie a un collettivo di DJ e a un’area chill & lounge: tutti i siti possono ospitare tra le 300 e le 500 persone per ciascun appuntamento.

I suggestivi eventi itineranti si rivolgono a intenditori, neofiti e professionisti, locali e turisti nazionali o internazionali, per far loro scoprire (o riscoprire) i grandi terroir che sono vanto della regione, un mosaico e una diversità unici al mondo, una varietà di terreni ed esposizioni che conferiscono ai vini alsaziani tutto il loro carattere rendendoli fini ed eleganti.

“ALSACE ROCKS! La Tournée des Terroirs”, grazie al suo approccio educativo ed esperienziale sul territorio, permette ai visitatori di comprendere meglio il legame tra la vite, l’uomo e il vino, il tutto in un’atmosfera rilassata.

L’Alsazia, destinazione gastronomica

L’Alsazia è la destinazione perfetta per i viaggiatori che amano il buon cibo e il buon vino, emblema della gastronomia francese riconosciuta a livello internazionale: dalle tavole stellate, ai piatti tipici regionali fino ai giovani chef di talento impegnati nell’eccellenza.

Ogni appuntamento di “ALSACE ROCKS! La Tournée des Terroirs”, all’insegna della sostenibilità ambientale, metterà in risalto la gastronomia della Regione grazie alla partecipazione di vari chef e ristoratori locali, dallo street food ai piatti più elaborati.

Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti:

  • 30 aprile 2023: Wintzenheim e il suo Grand Cru Hengst onoreranno il Pinot-Noir, un nuovo vitigno riconosciuto nella denominazione Grand Cru dal 2022;
  • 07 maggio 2023: Dambach-la-Ville e il suo Grand Cru Frankstein offriranno un ricco programma intorno alla Chapelle St Sebastian;
  • 14 maggio 2023: il grazioso paesino di Nothalten accoglie in un ambiente idilliaco, sulle alture del Grand Cru Muenchberg e della località chiamata Zellberg;
  • 21 maggio 2023: Orschwihr e la cappella Bollenberg doneranno un ambiente bucolico e vista mozzafiato sui dintorni;
  • 28 maggio 2023: Sigolsheim e il suo Grand Cru Marckrain vantano uno dei panorami più incantevoli della Tournée des Terroirs;
  • 04 giugno 2023: Molsheim e il suo Grand Cru Bruderthal da cui, in lontananza, si vede persino la Cattedrale di Strasburgo;
  • 11 giugno 2023: Ribeauvillé, la capitale dei menetriers dell’Alsazia, con il Grand Cru Kirchberg de Ribeauvillé;
  • 18 giugno 2023: Wuenheim con il Grand Cru Ollwiller, a due passi dallo Château Ollwiller, la seconda tenuta vinicola più antica di Francia;
  • 25 giugno 2023: Kaysersberg, città imperiale fortificata con il castello, e il suo Grand Cru Schlossberg;
  • 02 luglio 2023: Bernardvillé sul sito di Schieferberg, vigneto collinare che mette in risalto i terreni scistosi della zona;
  • 09 luglio 2023: Thann con il Grand Cru Rangen, uno dei vigneti più ripidi dell’Alsazia e in uno dei rari terreni di origine vulcanica;
  • 16 luglio 2023: Orschwiller, la roccaforte dell’Haut-Koenigsbourg, con il Grand Cru Praelatenberg;
  • 23 luglio 2023: Ammerschwihr dà il benvenuto nel cuore del suo Grand Cru Kaefferkopf;
  • 30 luglio 2023: Bergbieten accoglie sul Grand Cru Altenberg de Bergbieten, con una splendida vista a 360 gradi sui vigneti circostanti.
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Notti incantate a testa in su: il cielo di maggio dà spettacolo

È una primavera straordinaria, quella che stiamo vivendo adesso, fatta di fioriture magiche e strabilianti che incantano e stordiscono i sensi. Tutto merito di Madre Natura che, come il più esperto dei pittori, sta colorando il mondo che abitiamo.

Il pianeta si è così trasformato nel palcoscenico di spettacoli incredibili che vanno in scena sotto i nostri occhi e che lasciano senza fiato. Ma non sono gli unici perché anche il cielo ha deciso di regalarci un fitto calendario di eventi destinato a illuminare le nostre serate di primavera.

Con l’arrivo di maggio, infatti, sono previsti alcuni dei più attesi spettacoli celesti di questo 2023, gli stessi che promettono notti incantate. Mettetevi comodi e rivolgete lo sguardo verso l’alto: lo show ha inizio.

La Luna Piena dei Fiori e l’eclissi lunare

A inaugurare il fitto calendario di eventi che si terranno nel cielo del mese di maggio sarà il nostro satellite naturale. Torna, infatti, l’attesissima Luna Piena dei Fiori, nome scelto dai nativi americani per celebrare le grandi fioriture di questo periodo.

Lo show è previsto per il 5 maggio, subito dopo il tramonto. E anche se non si tratta di una SuperLuna, il plenilunio in questione ci regalerà uno spettacolo davvero magico. Proprio in quella data, infatti, si verificherà anche un’eclissi lunare parziale che ci permetterà di osservare un lieve oscuramento del disco lunare. Il consiglio è quello di puntare gli occhi al cielo alle ore 19:24, momento nel quale l’eclissi entrerà nel vivo dello show.

Trascorsa la prima settimana di maggio, la Luna resterà protagonista del cielo, ma non sarà più sola. Nella notte tra il 12 e il 13, infatti, il nostro satellite naturale sarà più vicino che mai a Saturno. I due astri sembreranno come abbandonati in un magico e suggestivo abbraccio che illuminerà la costellazione dell’Acquario.

Il 17 maggio, invece, la Luna incontrerà Giove, prima di danzare insieme a Venere il 23 del mese. L’ultima congiunzione, invece, è prevista per il 24: a dare spettacolo, in questo caso, saranno il nostro satellite naturale e il Pianeta rosso (Marte) nella costellazione del Cancro.

Le stelle cadenti illumineranno il cielo di maggio

Non solo Luna e Pianeti, a illuminare le nostre notti di primavera ci saranno anche le stelle cadenti. Un’occasione, questa, che ci permetterà di sussurrare i desideri ad alta voce. A dare spettacolo saranno le eta Aquaridi, lo sciame meteorico scaturito dalla Cometa di Halley.

Le stelle cadenti saranno visibili in realtà tutto il mese, soprattutto nell’emisfero australe. In Italia, invece, saranno osservabili soprattutto dal 3 al 10 maggio, giorni in cui è atteso il picco massimo delle eta Aquaridi. Purtroppo, la presenza della Luna piena, non renderà facile l’avvistamento, ma ci saranno altre occasioni per esprimere i desideri.

Secondo gli esperti dell’UAI (Unione Astrofili italiani), il cielo di maggio sarà popolato da altre correnti meteoriche di origini diverse che faranno capolino durante tutto il mese.

Il consiglio, per garantirsi i migliori avvistamenti, è come sempre quello di raggiungere luoghi bui e privi di inquinamento luminoso. Il fitto calendario di eventi di maggio potrebbe trasformarsi nell’occasione perfetta per andare alla scoperta delle destinazioni più popolari dell’astroturismo.

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La spiaggia più particolare del mondo ha rubato i colori allo smeraldo

Il mondo che abitiamo è un luogo bellissimo che ospita capolavori visivi che portano la firma di Madre Natura. E anche quando crediamo di aver visto tutto, perché abbiamo scelto di fare del viaggio una missione di vita, in realtà ci rendiamo conto che sono ancora tante le meraviglie sconosciute da esplorare.

Esistono posti, poi, che sono così belli da sembrare surreali. Boschi, praterie, laghi e foreste, spiagge e montagne che per forme, colori e lineamenti ci riportano a tutti quei paesaggi che, fino a questo momento, sono appartenuti al mondo delle fiabe, ma che invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

E questo è il caso di una distesa sabbiosa, bagnata dalle acque cristalline dell’oceano che circonda l’isola di Hawaii, che non assomiglia a niente di tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento. Sì perché Papakolea, questo il suo nome, è la spiaggia verde che ha rubato i colori allo smeraldo.

Il capolavoro della natura che non ti aspetti

Raggiungere l’isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago omonimo, è una di quelle esperienze da vivere e condividere almeno una volta nella vita. Su questo lembo di terra, chiamato anche Big Island, la natura ha scelto di conservare alcuni dei suoi capolavori più straordinari.

Il territorio, infatti, ospita paesaggi suggestivi e affascinanti che incantano e meravigliano a ogni passo. Spiagge di sabbia bianca o colorata, rigogliose foreste pluviali, cascate multicolor e vulcani straordinari: queste sono solo alcune delle bellezze che compongono l’immenso patrimonio naturalistico che appartiene a Big Island.

Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura che permette di attraversare scenari selvaggi e primordiali che si aprono chilometro dopo chilometro e che conducono in paesaggi da sogno. Come quello di Papakolea beach, una suggestiva spiaggia situata nel distretto di Kaʻū, la cui particolarità precede la sua fama. Questa spiaggia, infatti, è caratterizzata da brillanti sfumature di verde che, quando sfavillano al sole, la rendono un tesoro prezioso.

Papakolea Beach, la spiaggia verde dell'isola di Hawaii

Fonte: iStock

I granelli di sabbia verde della spiaggia Papakolea

La spiaggia verde che ha rubato il colore allo smeraldo

La bellezza della spiaggia verde di Big Island non si può descrivere a parole, tuttavia ci pensano le immagini a restituire tutto il fascino e la suggestione che gli appartengono. E no, se ve lo state chiedendo, non si tratta di un fotomontaggio.

Rara e straordinaria, Papakolea beach è una delle pochissime spiagge verdi del mondo. Insieme a lei ci sono Talofofo Beach a Guam, Punta Cormorano sull’isola Floreana nelle Isole Galapagos e Hornindalsvatnet in Norvegia.

Non ci sono trucchi né inganni, queste spiagge sono proprio così come le vedete, verdeggianti come le praterie che si perdono all’infinito e lussureggianti come boschi e foreste. Come se, in questi luoghi, Madre Natura avesse scelto di scagliare un incantesimo.

In realtà il colore che caratterizza la spiaggia di Big Island è spiegato dalla presenza dell’olivina, un minerale che contiene ferro e magnesio e che dà il colore anche alla gemma peridoto. Le quantità presenti a Papakolea beach provengono direttamente dal vicino vulcano Pu’u Mahana. Quando il mare sfiora la base del vulcano, infatti, trascina con sé l’olivina che poi si deposita sul bagnasciuga creando così uno scenario da fiaba.

Per visitare Papakolea beach bisogna raggiungere South Point, nel distretto di Kaʻū. La bellezza e la particolarità di questa spiaggia l’hanno resa un’attrazione celebre e popolare, tuttavia il Department of Hawaiian ha attivato tutta una serie di regole per controllare l’accesso dei turisti e preservare questa meraviglia della natura.

Papakolea Beach, la spiaggia verde dell'isola di Hawaii

Fonte: iStock

Papakolea Beach, la spiaggia verde dell’isola di Hawaii
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Chiusa per l’estate 2023 una delle spiagge più fotografate della Grecia

Brutte notizie per i viaggiatori che hanno progettato una vacanza nella bellissima isola di Zante. Quest’anno, la famosa spiaggia del relitto – Navagio per i greci – non sarà aperta ai turisti. La decisione arriva dall’Organizzazione per la pianificazione e la protezione antisismica (OASP), a seguito di una regolare rivalutazione della sicurezza del luogo. Ecco qual è il motivo che ha portato al provvedimento,

Chiusa la spiaggia del relitto di Zante: cosa dice il provvedimento

Il motivo che ha portato alla chiusura della spiaggia del relitto di Zante è l’alto rischio di frane sulla spiaggia, anche a causa di piccole scosse che si sono registrate negli ultimi tempi lungo la costa ionica greca. Il provvedimento che vieta l’accesso dei visitatori, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 2290/B/6-4-2023, sarà valido fino al 31 ottobre 2023.

Nello specifico, vieta la circolazione e l’avvicinamento di barche o altri mezzi galleggianti, nonché la possibilità di fare il bagno nell’area marina compresa tra le due estremità della baia del Navagio. Il divieto di accesso si estende anche alla parte sommitale del pendio e sul pianoro situato di fronte, delimitato da una strada di accesso per i visitatori. L’avvicinamento alla baia è consentito solo in caso di emergenza e soccorso.

Oltre alle piccole scosse registrate, è soprattutto la natura della scogliera in cui è incastonata l’incantevole Navagio Beach, che ha portato all’amara decisione di vietarne l’accesso a residenti e visitatori. La spiaggia, normalmente presa d’assalto dai turisti in estate, era già off limits dallo scorso settembre, dopo che un terremoto di magnitudo 5,4 ha causato la caduta di grossi massi sulla baia. Già nel 2018 si verificò un crollo molto importante lungo una delle pareti, che portò le autorità a chiudere la spiaggia per i mesi successivi. Oggi la decisione è, invece, preventiva, al fine di salvaguardare la sicurezza delle persone.

Navagio Beach, la spiaggia più fotografata della Grecia

Chi sogna di raggiungere Zante (qui i consigli per una vacanza sull’isola greca), sa che la spiaggia del relitto è una sorta di icona, considerata una delle più belle della Grecia e del Mediterraneo. Ovviamente, è anche la più fotografata dell’isola e probabilmente di tutto il Paese. Accessibile solo dal mare, questa lingua di sabbia bianca impreziosita da milioni di piccoli sassolini è racchiusa tra due enormi promontori ricoperti di vegetazione, ed è lambita da un mare di un azzurro sfavillante. Una cartolina resa ancora più unica dalla presenza del relitto da cui prende il nome, che se ne sta come un’opera d’arte proprio al centro della spiaggia. Si tratta dei resti di una barca di contrabbandieri di sigarette naufragata qui nel 1983. Con il passare degli anni, il relitto è stato ricoperto in parte dalla sabbia, finendo per diventare la principale attrazione della spiaggia del Navagio.

Anche ammirare questa baia mozzafiato dall’alto della scogliera riempie il cuore di suggestioni indescrivibili. A metà strada tra i paesi montani di Volimes ed Anafonitria, ci si imbatte in una strada asfaltata lunga circa un chilometro che conduce a un ampio parcheggio. Da lì, pochi gradini permettono di raggiungere una terrazza panoramica sospesa nel vuoto, da cui ammirare e fotografare una delle spiagge più affascinanti di tutta la Grecia. Con il provvedimento relativo al divieto di accesso alla baia per l’estate 2023, però, bisognerà aspettare tempi migliori, per godere di nuovo di questa meraviglia.

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Aracataca: il diario di viaggio di Jovanotti in America Latina, in anteprima su RaiPlay

Prendete una bicicletta, uno smartphone e un’incessante curiosità per scoprire nuovi orizzonti. Aggiungete un’icona della musica italiana come Jovanotti e una terra tutta da scoprire come il Sud America, e avrete la ricetta per una nuova docu-serie imperdibile.

Aracataca-Non voglio cambiare pianeta 2” è la nuova avventura in bicicletta di Lorenzo Cherubini alla scoperta di paesaggi incantevoli, città coloniali, popolazioni e culture locali tra suggestioni, immagini e sensazioni. Il format, che è l’ideale per chi ama viaggiare ed esplorare, verrà trasmesso in esclusiva su RaiPlay.

Non voglio cambiare pianeta 2: il ritorno di Jovanotti

Una bicicletta, uno smartphone e un’action camera montata sul manubrio della sua bicicletta, realizzata apposta per l’occasione, è quanto basta a Jovanotti per documentare il suo diario di bordo alla scoperta del Sud America. Un’esperienza che non è nuova per l’artista, che agli inizi del 2020 aveva pedalato in solitaria per ben 4.000 chilometri tra il Cile e l’Argentina. RaiPlay aveva documentato questa avventura nei primi 16 episodi della serie “Non voglio cambiare pianeta”, dando voce a ogni destinazione, ogni emozione e ogni sfida.

Ma il cantautore italiano non si è fermato qui. Quest’anno, ha deciso di fare il bis con “Aracataca-Non voglio cambiare pianeta 2”. Cambiano le tappe ma non lo spirito di esplorazione: in questo nuovo viaggio in bicicletta, Jovanotti ha percorso 3.500 chilometri in Sud America, attraversando le Ande, l’Amazzonia e toccando anche la città colombiana che dà il nome al progetto: Aracataca, il luogo di nascita del suo autore preferito, Gabriel García Márquez.

Attraversando luoghi incantevoli, dal fascino senza tempo, tra salite e discese, foreste e cascate, sentieri e autostrade, Jovanotti ha documentato ogni aspetto del viaggio. Dai villaggi sperduti alle grandi città, dalle periferie ai pueblos, ha incontrato le popolazioni locali, utilizzando la musica come un ponte tra le culture.

“Aracataca” è il racconto psichedelico di una follia su due ruote, in cui Lorenzo Cherubini si è aperto alla fatica e alla curiosità, per raccontare sia la sua storia che quella dei luoghi attraversati, in un contesto in cui la libertà, la spontaneità, l’occhio aperto e ingenuo, il gioco e la consapevolezza sono stati gli elementi chiave del racconto.

Aracataca: la seconda stagione in streaming su RaiPlay

Dopo il sorprendente e straordinario successo della prima stagione, trasmessa in pieno lockdown con oltre 5,5 milioni di spettatori, RaiPlay presenta la sua seconda avventura con una nuova serie di episodi. Questa stagione è composta da 22 puntate, pari al numero degli arcani maggiori dei tarocchi che hanno accompagnato Lorenzo durante il suo viaggio, divise in due parti: i primi undici episodi vanno in onda dal 24 aprile 2023, mentre gli altri saranno trasmessi a partire dal 1° maggio.

Aracataca ci trascina in un itinerario emozionante alla scoperta di luoghi magici e di culture antiche, attraverso immagini, pensieri ed emozioni, sulle note di una colonna sonora completamente originale, scritta, suonata e cantata dall’artista stesso. Lo stesso progetto è stato girato interamente da Jovanotti, utilizzando solo una piccolissima action camera e un cellulare, creando così un format unico nel suo genere che va al di là di ogni forma di documentario tradizionale.

Un progetto dal taglio fresco e spontaneo, prodotto da Soleluna e montato e diretto da Michele Lugaresi: Aracataca è un invito a lasciarsi trasportare in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, in cui la bellezza della natura e la genuinità delle persone ci riportano in contatto con noi stessi.

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La triste fine del Lago d’Aral

Era uno dei quattro laghi più estesi del Pianeta (dopo il Mar Caspio, il Lago Superiore e il Lago Vittoria) al confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan, ma oggi rimane un pallido ricordo e, al suo posto, soltanto sale, sabbia e scheletri di navi arenate.

Stiamo parlando della triste storia del Lago d’Aral, lago salato di origine oceanica, che negli anni Sessanta aveva una superficie di 68.000 chilometri quadri mentre adesso la sua grandezza si è ridotta del 75% a causa di un vero disastro ambientale provocato dalle attività umane.

Perché il Lago d’Aral si è prosciugato

Le sue acque erano limpidissime, i fondali poco profondi e abitati da svariate specie ittiche che consentivano un’importante attività legata alla pesca.

Un brutto giorno, il regime sovietico durante la Guerra Fredda mise a punto un progetto per deviare, con apposite canalizzazioni, le acque dei due fiumi emissari del lago, “Syr Darya” e “Amu Darya” per intensificare le irrigazioni delle piantagioni di cotone impiantate a forza nella vicina zona arida dell’Uzbekistan.

In questo modo, la ridotta portata di acqua rimanente nel corso dei fiumi non è più stata sufficiente per controbilanciare la naturale evaporazione del Lago d’Aral (che si trova in una zona con il clima più arido della Terra) portandolo, inevitabilmente, all’estinzione.

Ma, purtroppo, non finisce qui: la monocoltura del cotone ha soppiantato la tipica biodiversità dell’area, basata su frutta e cereali, ed è stata sostenuta da ingenti quantità di concimi chimici e diserbanti che, anno dopo anno, hanno raggiunto una grave concentrazione nelle acque residue del lago, avvelenando la zona per chilometri e chilometri.

Scomparsa l’acqua, rimangono soltanto polveri inquinanti mescolate alla sabbia, a testimoniare uno dei disastri ecologici più grandi della Storia.

Ad aggravare ancora di più la situazione, inoltre, i materiali abbandonati nei magazzini di una base militare su una delle molte isole in cui vennero condotti esperimenti militari con sostanze tossiche come l’antrace: la popolazione paga così un prezzo altissimo con decrescita esponenziale, malattie oncologiche, malformazioni e aumento della mortalità infantile.

Le drammatiche conseguenze della fine dell’Aral

Dove un tempo prosperava il lago che mitigava il clima torrido della zona, oggi resta una distesa sterile di sabbia, un’elevata escursione termica e l’evaporazione sempre più veloce della poca acqua residua.

Le ormai frequenti e violente tempeste di sabbia diffondono le polveri inquinanti a centinaia di chilometri di distanza, compromettendo anche il terreno su cui si depositano.

Un altro tristissimo esempio di quanto la fine del Lago d’Aral abbia influito sulla vita locale è rappresentato dalla vicina cittadina di Moynaq, in passato attivo centro costiero: ora, le rive del lago si sono allontanate di circa 50 chilometri e gli abitanti hanno perso la loro fonte di sussistenza e, a causa del dilagante inquinamento, sono vittime di gravi malattie quali epatiti, tubercolosi e cancro alla gola almeno tre volte in più rispetto alla media della nazione.

La maggior parte del territorio è ormai contraddistinto da un desolante deserto dove svettano le carcasse arrugginite degli ultimi pescherecci: il 10% del lago originario è alimentato da una sorgente sotterranea di qualche chilometro, protetta dalla diga Korakal e da nuove canalizzazioni nel tentativo di salvare il salvabile.

Ma il danno è compiuto.

L’unica soluzione percorribile, a detta degli ambientalisti, è quella di umidificare l’area in modo da preservare, per quanto possibile, perlomeno la salute della popolazione locale.