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Il villaggio abbandonato e inghiottito dalla natura è un sogno

Sono tante le meraviglie che popolano il mondo, ed elencarle tutte è una vera e propria missione impossibile. Quello che è certo, però, è che sono proprio loro a spingerci a viaggiare in lungo e in largo con un solo obiettivo, quello di raggiungerle tutte. E se è vero che i capolavori architettonici ci affascinano, e le attrazioni turistiche ci attraggono, è anche vero che niente riesce a incantarci come gli spettacoli messi in scena dalla natura.

È Madre Natura, infatti, a regalarci le più incredibili visioni di sempre, quelle plasmate dalla sua forza che si mostra in tutti quei territori che si trasformano nel palcoscenico delle sue meraviglie. E se è vero che ce ne sono alcuni che per fama e popolarità sono in cima alle nostre travel wish list, è altrettanto vero che esistono spettacoli inaspettati e inediti che sono ancora più straordinari.

Come quello che si può ammirare in Cina, nei pressi di un villaggio abbandonato che è stato completamente inghiottito da Madre Natura.

C’era una volta Houtouwan

È un viaggio diverso, unico e fuori dall’ordinario quello che vogliamo compiere insieme a voi, lo stesso che ci porta verso una destinazione a molti sconosciuta. Ci troviamo in Cina sull’isola di Shengshan, appartenente all’arcipelago di Zhoushan e situata a circa 70 chilometri da Shanghai.

È qui che una volta, sul lato settentrionale di questo lembo di terra, esisteva un villaggio di pescatori che ospitava circa 2000 anime. La vita così come le attività, scorrevano a ritmo lento, lontane dal caos e dal disordine delle grandi metropoli che caratterizzano il Paese. Proprio la distanza delle altre città e l’assenza di servizi essenziali per la comunità hanno dato vita a uno spopolamento che con gli anni si è intensificato. Così, negli anni ’90, il villaggio di Houtouwan è stato completamente abbandonato.

Non è stato dimenticato però e, anzi, si è trasformato in una popolarissima attrazione turistica. Perché mentre le persone andavano via la natura si riappropriava dei suoi spazi, e anno dopo anno ha ricoperto le case, i tetti degli edifici e le strade, trasformando l’intero paesaggio in una distesa verdeggiante e lussureggiante che annulla i confini tra artifizio e natura.

Houtouwan, il villaggio inghiottito dalla natura

Fonte: Getty Images

Houtouwan, il villaggio inghiottito dalla natura

Il villaggio cinese inghiottito dalla natura

Sono solo due, o forse tre, le persone che oggi vivono ad Houtouwan e che hanno l’onere e l’onore di accompagnare i viaggiatori alla scoperta della storia di questo antico villaggio.

Quello che colpisce, e che attira migliaia di viaggiatori da ogni parte del mondo, è quello spettacolo paesaggistico che lascia senza fiato. Gli edifici, le pareti, i tetti e le strade sono completamente ricoperti dalla vegetazione e il villaggio, nel suo complesso, sembra come essere stato inghiottito da Madre Natura.

Lo scenario è incredibile, e restituisce una cartolina di viaggio unica che immortala un paesaggio sospeso e bloccato nel tempo, un tempo che viene scandito solo ed esclusivamente dai ritmi decisi da Madre Natura che, con incessante tenacia, continua a trasformare ogni cosa.

In molti definiscono Houtouwan un villaggio fantasma, ma basta guardare da vicino quello che ha creato la natura per scoprire quanta vita pulsante, in realtà, appartiene a questo luogo.

Raggiungere Houtouwan è una vera e propria esperienza sensoriale ed emozionale. Attraversando i sentieri, che si sono trasformati in tappeti verdeggianti, è possibile avvicinarsi alle case fatiscenti che sembrano respirare e rinascere, anno dopo anno, grazie a Madre Natura.

Houtouwan

Fonte: Getty Images

Houtouwan, il villaggio cinese ricoperto dalla vegetazione
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Servizi extra in aereo: le compagnie che ci guadagnano di più

A tutti, almeno una volta nella vita, nel momento di acquistare un volo sarà capitato di interfacciarsi con i servizi extra. Dall’imbarco prioritario alle agevolazioni sui bagagli, dalla scelta del posto alla connessione Wi-Fi, dal cibo a qualche centimetro aggiuntivo di spazio, tutti noi abbiamo messo mano al portafoglio per assicurarci degli extra che potessero rendere più piacevole il viaggio. Ma quali sono le compagnie che ci guadagnano di più?

I ricavi extra delle compagnie aeree

A rispondere a questa domanda è il Corriere della Sera grazie a una stima elaborata incrociando le previsioni dei vettori e quelle della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree. Quel che emerge è che quest’anno i passeggeri arriveranno a pagare la cifra record di 115 miliardi di euro soltanto per gli optional.

In poche parole, in media quasi un quinto del prezzo del biglietto deriva dall’acquisto dei servizi a parte, il tutto con lo scopo di trascorre il volo serenamente. Attenzione, però, perché stando alle analisi il peso per le compagnie low cost sale fino a circa il 60%, come nel caso di Wizz Air.

Un dato impressionante, quello del 2022, che va a superare l’ormai ex primato storico del 2019, pre Covid, che era di circa 106 miliardi di euro, secondo un report di IdeaWorks e CarTrawler.

Nel dettaglio: i calcoli effettuati dicono che a fronte di un esborso medio di 161 euro a passeggero — considerando i voli nazionali, internazionali e intercontinentali — la spesa destinata ai servizi extra da parte dei circa 3,8 miliardi di passeggeri previsti dalla Iata è di oltre 30 euro a testa, più dei quasi 23 euro del 2019.

Numeri che, nei fatti, non sorprendono in quanto per lo stesso servizio la somma richiesta quest’anno dalle compagnie aeree è mediamente più alta rispetto a tre anni fa, e di certo i servizi aggiuntivi non possono rimanere indietro. Stando a quando spiegato dal Corriere, “Si tratta di denaro che entra interamente nelle casse della compagnia perché servizi come l’imbarco prioritario non richiedono una spesa operativa da parte del vettore“.

Come siamo arrivati a spendere così tanto per i servizi extra

Negli anni le varie compagnie aeree hanno puntato su diverse strategie con l’obiettivo di far spendere una maggior quantità di denaro ai propri viaggiatori. Ci sono i vettori che mandano continue e-mail ai clienti, chi ha comprato una catena di hotel per poi vendere sul sito della compagnia le camere, o chi ha creato un’app dove non si acquistano solo i voli, ma si prenota il passaggio auto, il cibo o si accende un mutuo.

Ma non è finita qui perché ci sono aerolinee che, dietro un esborso extra, portano persino il bagaglio direttamente a casa, chi dà la possibilità di lasciare vuoto il sedile di fianco pagando un po’ di più, o persino riservare l’intera fila in Economy per dormire su alcuni voli intercontinentali.

Poi c’è anche chi offre il cibo a bordo nel pomeriggio a metà prezzo e chi ha sfruttato il Covid per i famigerati voli senza destinazione acquistabili per qualche decina di euro. Ma c’è anche qualche compagnia che, consapevole della diversa disponibilità economica dei clienti, offre da un lato la scelta del posto e dall’altro ha introdotto l’opzione “posti vicini”.

La classifica delle compagnie che guadagnano di più

Secondo l’analisi effettuata su 75 compagnie aeree, nel 2021 a guadagnarci di più sono stati tre colossi americani: American Airlines con 5,9 miliardi, Delta Air Lines con 5,8 miliardi e United con quasi 5,5 miliardi, seguiti da Southwest e Ryanair.

Ma se si fa riferimento al peso dei servizi extra sull’esborso medio dei clienti, è la low cost Wizz Air a collocarsi prima nel mondo con il 56%, seguita dalla compagnia a basso costo americana Frontier con il 54,9% e dalla rivale Usa Spirit (54,3%). In media il 19% dei ricavi delle compagnie aeree deriva dagli extra.

Per quanto riguarda i dati sulla base della spesa media, ma non considerando la low cost asiatica HK Express che nel 2021 ha avuto pochissimi passeggeri causa Covid, è la  britannica Jet2.com che domina con 87,2 dollari di extra fatti pagare a passeggero.

Seguono l’australiana Qantas con 85,9 dollari e Air Canada con 70,6 dollari. Sfortunatamente, tutto questo non è destinato a fermarsi anche perché è un modo per calmierare la tariffa base e non far allontanare i passeggeri.

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Le meravigliose location di “Mina Settembre 2”

Chi ha seguito la prima stagione della fiction televisiva RAI “Mina Settembre”, che vede protagonista Serena Rossi, sa che è stata quasi interamente girata a Napoli.

Nella seconda stagione, però, non c’è solo il Capoluogo partenopeo tra i set dove è stata ambientata la serie, ma anche una location a dir poco meravigliosa.

La Napoli di “Mina Settembre”

Ma andiamo per ordine. Mina è un’assistente sociale che presta il proprio servizio nel Rione Sanità cercando di aiutare più persone possibili. Molte delle scene sono ambientate nel Palazzo Sanfelice, un edificio monumentale che, nella fiction, è il consultorio dove lavora Mina.

Ma non mancano scorci della città, dal lungomare alla sede centrale dell’Università Federico II in corso Umberto oppure l’Ospedale Ascalesi nel centro storico, a due passi da Forcella, e i vicoli del quartiere Montecalvario, al confine coi Quartieri spagnoli, e la celebre metropolitana di via Toledo.

Procida, set della seconda stagione

La seconda stagione, però, inizia nel piccolo borgo di Procida, la perla del Golfo di Napoli, con le sue casette dai vivaci colori pastello che si specchiano nel blu del mare, le barche che riposano al sole e il profumo di limoni.

È qui che Mina sta trascorrendo una vacanza quando un fatto gravissimo la obbliga a tornare a Napoli. Nelle scene si intravedono scorci del paese colorato della Marina della Corricella, un borgo affacciato sul mare che si distingue per essere il più antico di Procida. Prima di “Mina Settembre 2”, è stato il set cinematografico del film “Il Postino” con Massimo Troisi.

Impossibile non innamorarsi delle sue case dei pescatori con i tipici “Vefi”, i balconi coperti da archi di origine araba.

Proprio quest’anno, Procida è stata nominata Capitale italiana della cultura. Fino alla fine dell’anno sono previsti tantissimi eventi per scoprire questa perla mediterranea che tutto il mondo ci invidia.

procida

Fonte: iStock

I colori pastello del borgo di Procida

Mina nel sito archeologico di Cuma

Ma in una puntata che non vogliamo spoilerare, Mina sarà anche in un altro meraviglioso luogo del napoletano: il sito archeologico di Cuma, tra Bacoli e Pozzuoli, nell’area dei Campi Flegrei. È la più antica colonia greca dell’Occidente, legata al mito della Sibilla Cumana.

Si dice infatti che il dio Apollo, follemente innamorato di una giovane donna di nome Sibilla, le offrì qualunque cosa pur di averla in cambio come sua sacerdotessa. Ella chiese l’immortalità, non pensando però di chiedere anche la giovinezza eterna. Man mano che invecchiava, il corpo della Sibilla divenne sempre più piccolo finché non fu messa in una gabbietta nel tempio di Apollo dove sparì del tutto e di lei rimase solo la voce.

La leggenda narra che in questo luogo venne anche Enea a interrogare proprio l’oracolo della Sibilla cumana. Motivo per cui Cuma è ancor oggi una meta di grande interesse turistico.

Questo sito regala grandi emozioni a chi visita le sue mura e i resti del Tempio di Giove, la cripta romana, l’edificio termale e l’anfiteatro. Ci sono anche numerosi sepolcri dell’età greca e romana vicini all’Arco Felice, un viadotto fatto costruire da Domiziano per il passaggio della strada che collegava Pozzuoli a Roma.

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La splendida villa della Brianza set del video dei Maneskin

È uno dei luoghi più belli e mano conosciuti della Lombardia. Talmente affascinante da essere stato scelto nientemeno che dai Maneskin per girarvi il videoclip del disco “The Lonliest”.

Stiamo parlando di Villa Cusani Tittoni Traversi che si trova a Desio, in provincia di Monza e Brianza. All’interno la splendida villa di delizia è sorprendente.

È stato necessario organizzare diversi sopralluoghi prima di concedere gli spazi per assicurarci che questo evento non causasse danni e consentisse comunque di mantenere l’integrità del Parco e della Villa”, hanno spiegato dal Comune.

Villa Tittoni e il suo parco sono l’ambiente ideale dove trovare atmosfere gothic-dark come quelle dell’ultimo video del gruppo rock, perfetto per Halloween. Le riprese erano state tenute top secret, ma non appena il video è stato messo online, le immagini della splendida dimora e del suo parco hanno fatto il giro del mondo, suscitando la curiosità di molti. Non che il video dei Maneskin mostri molto della villa, per scoprire i suoi segreti bisogna andare a visitarla.

La storia di Villa Tittoni

Il primo nucleo edificato nel luogo in cui oggi si trova la villa risale al 1290, quando venne fondato un convento francescano. Nel 1651, il marchese Cusani rilevò i beni e creò le basi per il successivo ampliamento. Fu così che divenne una villa di campagna o villa di delizia, come si usava all’epoca, la “prima” Villa Tittoni. La volontà del marchese fu quella di edificare una villa con giardino che potesse rappresentare la grande importanza politica ed economica del casato in quegli anni.

Per la realizzazione dell’edificio fu chiamato l’architetto più famoso dell’epoca, Giuseppe Piermarini, lo stesso della Villa Reale di Monza e del Teatro alla Scala di Milano. Ospitò anche il Re di Napoli nel 1785.

La progettazione del giardino all’inglese fu curata, invece, da Antonio Villoresi con un ampio sistema idraulico che alimentava un grande lago artificiale, oggi interrato.

Quando, nel 1817, la villa passò nelle mani del maggiore creditore del marchese, l’avvocato Giovanni Battista Traversi, un esponente dell’alta borghesia milanese, la villa divenne oggetto di numerosi interventi in uno stile prevalentemente classicheggiante e nel giardino venne eretta una torre neogotica con funzione museale.

Alla sua morte, la villa passò al nipote Antonio Tittoni, all’epoca ancora minorenne e quindi fu suo padre, Tommaso, a prendersene cura commissionando l’ultimo intervento al noto architetto Luca Beltrami che completò lo scalone lo monumentale che porta ai piani superiori. Furono tante le visite dei reali d’Italia e di altri illustri uomini di governo di Paesi esteri. Dopo la Prima guerra mondiale, la Villa Tittoni ebbe un rapido declino. divenne prima un seminario, poi il parco e la villa vennero acquistati dal Comune di Desio. Divenne così un parco pubblico e nell’edificio fu aperta la biblioteca comunale che ospita una mostra permanente delle opere dello scultore milanese Giuseppe Scalvini.

Quando visitarla

La villa viene aperta al pubblico solo in alcune occasioni. Tra queste, Ville Aperte che si tiene in autunno – dal 17 settembre al 2 ottobre scorsi – e in primavera, nel mese di aprile solitamente, e per la Giornate del FAI che si terranno il weekend del 15-16 ottobre. Si svolgono anche eventi a tema nei weekend, concerti e matrimoni.

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È uno dei soffitti più belli del mondo e si trova a Istanbul

Quando si visita Istanbul conviene sempre guardare in alto, perché lo spettacolo migliore sta nei palazzi e in alcuni casi anche nei loro interni. Il fascino di quella che è considerata la “finestra sul Bosforo” è unico, proprio come quello dei suoi soffitti decorati in modo suggestivo e che non smettono di lasciare a bocca aperta.

Questo è vero come non mai quando si parla del palazzo Topkapi. Per secoli centro nevralgico e punto di riferimento dell’impero ottomano. Oggi è un luogo magico in cui riuscire a non essere sopraffatti dalla bellezza e in particolare da quella dei suoi soffitti è quasi impossibile.

La bellezza senza tempo dei soffitti

Pur avendo subito una serie di interventi nel corso dei secoli, quando si entra all’interno del palazzo di Topkapi, diventato patrimonio dell’Unesco nel 1985, non si riesce a non rimanere con il naso all’insù. Per ogni visitatore è una vera e propria delizia per gli occhi perché attraverso i soffitti può contemplare quella magnificenza tipica di un palazzo imperiale e in particolare della cultura ottomana.

Le ricche decorazioni di Palazzo Topkapi

Fonte: iStock

A Palazzo Topkapi i soffitti sono decorati in modo variopinto e prezioso

I soffitti, molti dei quali a cupola, si snodano tra le quattro corti e trovano la loro piena espressione nell’Harem. Le volte sono riccamente decorate con mosaici intricati e variopinti tanto da poter essere definite delle vere e proprie opere d’arte. Il rosso, il blu e il giallo sono i colori che si ritrovano più di frequente, ma anche i soffitti che possono sembrare più “semplici” alla vista, sono impreziositi da elementi architettonici che richiamano di continuo la ricchezza dell’impero ottomano. La bellezza delle volte emerge ancora di più grazie alle altre splendide decorazioni delle stanze, come le armi incastonate di gioielli, i diamanti dalla brillantezza unica e altre pietre preziose di valore inestimabile.

Le origini del Palazzo Topkapi

Il Palazzo Topkapi è un luogo emblematico e magnifico che allo stesso tempo si contraddistingue per la cura dei dettagli e del particolare. Quando si entra dentro ogni ambiente si viene letteralmente travolti dalla sua sontuosità che trasmette a distanza di secoli l’antico sfarzo degli imperatori che ancora oggi intimidisce. Progettato per volontà del sultano Maometto II nel 1459, il luogo scelto a Istanbul per il palazzo non è stato casuale. L’edificio sorge infatti nel punto esatto in cui il Bosforo va a incrociare il cosiddetto Corno d’oro con l’obiettivo di dominare il Mar Marmara e garantire la giusta protezione. L’idea di Maometto II era quella di dar vita a un palazzo monumentale e mai visto prima da associare alla sua figura, tanto che furono necessari dieci anni per ultimare la costruzione. La pazienza del sultano fu ben ripagata: alla fine dei lunghi lavori, il palazzo di Topkapi copriva una superficie di ben 70mila metri quadrati in cui si alternavano cortili, giardini, padiglioni, grandi fontane di marmo, piccoli edifici e quella che forse è l’area più simbolica del palazzo, l’Harem.

È qui che Maometto II aveva fatto costruire le sue stanze private e gli alloggi delle odalische. Il palazzo ha conservato il suo status di residenza del sultano per quattro secoli, fino al 1855, ospitando 26 sultani delle 36 dinastie ottomane che si sono alternate in questo periodo. La magnificenza di Topkapi non è quindi soltanto dovuta a Maometto II, ma anche ai suoi successori che hanno apportatno una miglioria dopo l’altra all’edificio. Questo palazzo, con i suoi soffitti impareggiabili è la tappa imperdibile per scoprire la Istanbul più antica.

Il soffitto dorato di Palazzo Topkapi

Fonte: iStock

Un magnifico soffitto di Palazzo Topkapi sui toni dell’oro
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Guida di Tallinn, viaggio alla scoperta della capitale dell’Estonia

Affacciata sul Mar Baltico, nel golfo di Finlandia, Tallinn capitale dell’Estonia, è uno dei paesi baltici più suggestivi. Con il suo centro medievale, i tetti delle case rossi, le piccole vie, la grande basilica ed il castello, la città è cinta da antiche mura e risulta davvero un piccolo gioiello.

Nel corso degli ultimi 20 anni è in continua evoluzione, combinando storia e modernità, piccola ma ricca di luoghi da visitare, accogliente e alla moda ma mai eccessiva.

Dichiarata Capitale Europea della Cultura nel 2011, dopo che nel 1997 il suo centro medievale è stato incluso tra i patrimoni dell’UNESCO, Tallinn ha tanti contrasti come palazzi in stile barocco affiancati da edifici ipermoderni come il KUMU, la galleria d’arte.

Una storia che ha visto passaggi e dominazioni dovuti ad interessi commerciali e strategici come quella svedese, e poi russa.

Infine, nuove aree urbane in totale armonia con l’ambiente si trovano intorno alle mura e verso il mare, e lo spettacolo della vista sul mare è sempre di grande impatto, in tutte le stagioni.

Quando andare a Tallinn: clima

Il clima a Tallinn è sempre piuttosto fresco. In particolare, in inverno non è insolito che la temperatura scenda sotto lo zero di qualche grado. Le ore di sole sono molto ridotte rispetto all’estate quando, pur restando sempre una città fresca, il sole tramonta molto tardi e le temperature possono superare i 20°

Cosa vedere a Tallinn

Old Town: la città vecchia, o città medievale è certamente la parte più suggestiva e ospita diversi monumenti da visitare: partendo dalla piazza principale, Piazza del Municipio ci si addentra nelle piccole e antiche vie, in particolare Vene e Pikk Tanav, per poi passare attraverso il Passaggio di Santa Caterina. Da vedere: la chiesa dello Spirito Santo, la chiesa di San Olav e la Cattedrale Ortodossa, di fronte al Palazzo del Parlamento.

Cattedrale di Aleksandr Nevskij: la cattedrale ortodossa, nella città vecchia, merita una visita accurata in quanto è davvero di alto valore architettonico e artistico. Ben visibile dalla collina di Troompea, è la più grande testimonianza di chiesa russa in tutta l’Estonia. Costruita tra il 1895 e il 1897, fu un progetto nato da San Pietroburgo per includere le province baltiche nello spirito e nella cultura russa. Fu a lungo segno del potere zarista.

Palazzo Kadriorg: poco a est rispetto alla città medievale, circondato da magnifici giardini sorge il Palazzo Kadriorg, palazzo di grande pregio, in stile barocco, commissionato da Caterina i° di Russia e oggi sede del Museo d’Arte d’Estonia. Ma solo ammirando i decori e la realizzazione delle sue sale la visita è già molto interessante. Durante l’estate i giardini sono ancora più incantevoli grazie a giochi d’acqua e fontane.

Come arrivare a Tallinn

Per arrivare a Tallinn dall’Italia sono disponibili diversi voli low cost. La durata del volo è di circa 3 ore da Roma e 2 da Milano. L’aeroporto è piuttosto vicino al centro città ed è raggiungibile in taxi o con il servizio diurno del bus.

Come spostarsi a Tallinn

I mezzi pubblici sono costituiti da diverse linee di bus. In orari notturni le attese sono piuttosto lunghe. Dall’aeroporto è previsto servizio bus con partenze ogni 30 minuti circa.

Dove dormire a Tallinn

Come per tutte le capitali europee, il centro storico offre sempre soluzioni per pernottare tra hotel di alto livello, B&B e ostelli. Ma non è solo il centro storico ad offrire opportunità ai turisti. Sono diversi i quartieri dove poter prenotare, come il quartiere di Pirita che in estate è molto amato perché sul mare, con tanto verde e luoghi di incontro, culturali e di divertimento. Gli hotel più eleganti si trovano invece a Kadriog, elegante quartiere con musei e gallerie d’arte, in perfetta posizione, tra il centro storico e Pirita.

Cosa mangiare a Tallinn

  • Kama: dolce con cereali misti tostati con latte e zucchero
  • Mulgikapsad: carne di maiale con crauti e patate bollite
  • Mulgipuder: porridge di orzo, patate e carne
  • Verivorst: sanguinaccio

Documenti per viaggiare a Tallinn

L’Estonia fa parte della comunità europea ed è inclusa nello spazio aereo Schengen. Per l’ingresso è dunque richiesta solo la carta di identità in corso di validità e non è necessario passare al controllo documenti all’arrivo dall’Italia.

Tallinn informazioni turistiche

  • Valuta: EUR – Euro
  • Lingua: estone, inglese
  • Fuso orario: +1h rispetto all’Italia
  • Corrente elettrica: 220V/50Hz
  • Numeri utili: Ambasciata italiana, Vene 2 – Tel: 00372 6276160 // Numero Unico europeo per emergenza – Tel: 112

 

Cosa vedere nei dintorni di Tallinn

 

 

I luoghi insoliti da vedere a Tallinn

 

 

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100 cani e gatti ti aiutano a superare la paura di volare in questo aeroporto

Viaggiare permette di scoprire nuovi posti, di entrare in contatto con culture totalmente differenti e di ampliare la propria visione. Per molti prendere un aereo e affrontare una nuova avventura è un gioco da ragazzi, per altri, invece, salire su questo mezzo di trasporto diventa una vera e propria fonte di stress e ansia.

Se per anni la paura di volare ha precluso un’esperienza meravigliosa a molti viaggiatori, adesso non ci sono più limiti grazie alla presenza di animali per il supporto emotivo, utili anche per chi soffre di depressione, per le persone autistiche, con sindrome di Asperger o per i militari e i veterani di guerra.

In particolare l’aeroporto internazionale di Denver è diventato una vera e propria eccellenza in questo campo.

Un programma da Guinness dei primati

Il benessere del viaggiatore è al centro degli interessi di molti hub disseminati negli Stati Uniti. Ma cosa ha di diverso l’aeroporto internazionale di Denver? Quello di essere destinato a entrare nel Guinness Word Record nel 2023 per avere il più grande programma di terapia animale nel mondo. La Canine Airport Therapy Squad (CATS), iniziata nel 2015, ha fatto passi da gigante nel giro di pochi anni. Mentre all’inizio dell’esperienza a sostegno dei viaggiatori c’erano solo 28 cani, appartenenti a 14 razze differenti, oggi la scelta si è ampliata notevolmente tanto da farlo diventare l’aeroporto dei record.

Il supporto emotivo dei pet a Denver

Fonte: Getty Images

Una piccola passeggera con un pet di supporto emotivo a Denver

Le persone che temono di viaggiare possono scegliere di farsi supportare da quasi 100 cani appartenenti a 40 razze differenti e dal simpatico Xeli, un gatto domestico a pelo corto.

I quattro zampe sono presenti all’interno dell’aeroporto e riconoscerli è davvero semplice perché indossano un gilet a quadri viola con su scritto “Pet Me”, pronti a farsi coccolare e dare il loro sostegno prima di salire sull’aereo.

Gli aeroporti mondiali con un programma di supporto emotivo

L’aeroporto di Denver rappresenta un’eccezione per l’ampia scelta di animali, ma nel mondo ci sono altri scali che hanno deciso di fornire ai loro viaggiatori lo stesso servizio utilizzando soprattutto cani. Sul suolo americano i pet antistress sono apparsi per la prima volta dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001 a New York, e ora sono diffusi in ben 58 aeroporti come il Minneapolis Saint Paul International, il Los Angeles International e il Fort Lauderdale-Hollywood International.

A San Francisco, nell’aeroporto internazionale oltre ai cani c’è anche Lilou, un simpatico maiale addestrato per il sostegno emotivo. È il primo della sua specie a rendere più allegra e divertente l’atmosfera dell’hub con i suoi grugniti e la capacità di suonare un pianoforte giocattolo.

Avere accanto un animale che possa allontanare ansia e stress è molto importante e lo sanno bene anche alcuni hub italiani che hanno deciso di inserire il supporto emotivo. Il primo a farlo è stato quello di Genova che ha messo a disposizione dei passeggeri 16 cani in grado di socializzare e adattarsi al contesto perché avevano avuto in precedenza un’esperienza di pet therapy. L’esempio del capoluogo ligure, poi, è stato seguito anche da Milano Linate e Milano Malpensa.

Simpatici, divertenti e pronti a farsi coccolare, i pet sono i “compagni” giusti che tranquillizzano e fanno affrontare il viaggio in maniera più serena.

Aeroporto di Denver, i pet per superare la paura di volare

Fonte: Getty Images

Uno dei tanti cani utilizzati all’aeroporto di Denver per il supporto emotivo
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Nasce la “Napoleone Experience”, un viaggio nel cuore dell’Elba

Splendida destinazione estiva, l’isola d’Elba è un luogo davvero magico: spiagge da sogno attirano ogni anno migliaia di turisti alla ricerca di un po’ di relax, ma anche tantissimi esploratori pronti ad andare alla scoperta del selvaggio entroterra dell’isola o del mondo sottomarino che la circonda. Ora, questa fantastica località si appresta a diventare ancora più ricca grazie alla “Napoleone Experience”, una vera e propria avventura che ci riporta indietro nel tempo.

Isola d’Elba, nasce la “Napoleone Experience”

Quasi 200 anni fa, l’isola d’Elba visse un periodo tanto breve quanto intenso e ricco di sorprese: pochi giorni dopo aver firmato la sua abdicazione, a seguito della durissima sconfitta di Lipsia, l’imperatore Napoleone Bonaparte venne costretto all’esilio proprio in questa sperduta località italiana, che gli venne affidata come principato (una piccola ricompensa a confronto delle enormi perdite subite). Era il 4 maggio 1814 quando egli sbarcò a Portoferraio, dando inizio ad una frenetica “vacanza” di appena dieci mesi che modificò profondamente l’isola e la vita dei suoi cittadini.

Proprio per omaggiare il grande Napoleone Bonaparte e l’influenza che ebbe sull’Elba, nasce oggi la “Napoleone Experience”: si tratta di un vero e proprio tuffo indietro nel tempo, un viaggio sulle tracce dell’imperatore nel suo esilio sull’isola, alla scoperta delle testimonianze di quel passato che ancora oggi vivono e splendono più che mai. Nel 2023 prenderà il via questa interessante iniziativa che ci porterà ad esplorare l’isola d’Elba con occhi diversi, alla ricerca di emozioni, paesaggi e sapori di una volta.

La “Napoleone Experience” si svolgerà in sette settimane – ciascuna dedicata ad una precisa località – a cavallo tra maggio e settembre, per vivere appieno quelli che sono stati i primi mesi di esilio dell’imperatore corso. Sarà possibile prenotare pacchetti di viaggio già pronti, ognuno dei quali conterrà diverse esperienze tra cui scegliere, così da poter creare su misura la propria “vacanza napoleonica”. Dai luoghi in cui si tennero feste incredibili in suo onore ai banchetti deliziosi che ebbe l’occasione di degustare assieme a vini buonissimi, dalla natura incontaminata in cui immergersi ai negozietti d’artigianato locale: tutto parla di un tempo che non c’è più, ma che ancora risuona tra le stradine dell’Elba.

Le tracce di Napoleone sull’isola d’Elba

Nonostante il suo primo esilio sia durato pochi mesi, Napoleone Bonaparte lasciò molte tracce del suo passaggio all’isola d’Elba. A partire dalla bandiera bianca con una fascia diagonale rossa impreziosita da tre api d’oro, voluta proprio dall’imperatore nel 1814, che è ancora oggi simbolo di questa splendida località turistica. A Portoferraio, luogo in cui sbarcò, è possibile vedere l’esatto punto in cui Napoleone posò i piedi per la prima volta, presso il Molo Elba. E fu proprio questa piccola cittadina ad aver visto i principali cambiamenti, sotto la sua egida.

L’imperatore ristrutturò infatti due palazzine che scelse come residenze dove trascorrere il tempo del suo esilio. La prima è Villa dei Mulini, che utilizzò soprattutto per la sua vita pubblica: oggi trasformata in museo, accoglie sale molto lussuose che conservano ancora gli arredi originali e molte altre testimonianze lasciate da Napoleone, come la sua ricca biblioteca. All’esterno, i giardini vedono la presenza di statue marmoree e di un panorama mozzafiato sulla scogliera sottostante, lambita dal mare. L’altra è invece Villa di San Martino, destinata alla vita privata di Bonaparte: anch’essa è diventata un museo e ospita preziosissime opere d’arte.

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In questa città italiana le stazione metro sono opere d’arte

Esiste una città italiana fatta di bellezza e contraddizioni, di monumenti architettonici maestosi e di case vecchie e scarupate, proprio lì dove sono conservate le storie, le tradizioni e le leggende di un territorio straordinario.

Stiamo parlando di Napoli, la città che che ha ispirato musicisti e cantanti, artisti e poeti, pittori e scrittori. Quella che quando la vedi muori, come ha scritto Goethe per celebrare quel posto che aveva conquistato e rapito il suo cuore. Perché è questo il destino condiviso di tutti i viaggiatori che arrivano a Napoli, quello di innamorarsi della città e di lasciare qui un pezzo di cuore.

Ed è proprio nel capoluogo della regione Campania che oggi vogliamo portarvi, tra il lungomare che brilla sotto il sole, il Vesuvio che domina l’intero paesaggio e il centro storico brulicante di storie, leggende e mistero, per scoprire le stazioni metro, proprio quelle che a Napoli sono state trasformate in opere d’arte.

La stazione metro più bella del mondo

Siamo abituati a considerare le stazioni della metropolitana come dei luoghi di transito, quelli da raggiungere velocemente per spostarsi da una parte all’altra delle città. Ma a Napoli è diverso, e lo è perché qui è stata realizzata quella che il Daily Telegraph e la CNN hanno definito la stazione della metropolitana più bella d’Europa e del mondo.

Chiunque ci sia stato non può che confermare quanto è straordinaria quella visione onirica che si apre davanti alle persone e che le catapulta in un visionario mondo fatto di colori e di meraviglia, una discesa ideale verso il mare con il quale la città ha una storia d’amore indissolubile.

La stazione metro di Toledo è una meraviglia. Situata nel cuore della città, nel quartiere di San Giuseppe, quello snodo che permette di raggiungere il rione Carità e la zona dei Quartieri Spagnoli, si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica, un capolavoro artistico e visivo che incanta. Ma quella di Toledo, non è l’unica stazione destinata a lasciare senza fiato.

Stazione metro Toledo

Fonte: Getty Images

Stazione metro Toledo

Le metro d’arte a Napoli

Si chiamano Stazioni dell’Arte di Napoli, e fanno parte di un progetto che ha visto la realizzazione di un complesso artistico e funzionale che riguarda le fermate della Linea 1 della metropolitana della città.

Le progettazioni, non a caso, sono state affidate a designer e ad architetti di fama internazionale come Gae Aulenti, Fuksas, Alessandro Mendini e Oscar Tusquets, giusto per citarne alcuni. L’obiettivo, raggiunto a pieno, era proprio quella di trasformare gli spazi funzionali delle stazioni in luoghi devoti all’arte pubblica, e accessibili a tutti. E così è stato.

Sotto il coordinamento di Achille Bonito Oliva, a partire dal 2001, sono state posizionate oltre 250 installazioni di arte contemporanea, sia negli spazi esterni delle stazioni che in quelli interni, che hanno trasformato la città in un inedito museo diffuso.

Tutte le nuove stazioni costruite lungo i binari della Linea 1 rendono Napoli l’unica città al mondo con un museo distribuito tra gli spazi interni ed esterni della metropolitana. Il consiglio è quello di organizzare un itinerario per scoprirle tutte e perdersi e immergersi tra le bellezze artistiche che creano un dialogo costante e unico con il resto della città.

A partire da Toledo, che è una vera e propria esperienza immersiva negli abissi marini grazie al mosaico di Kentridge, passando per Garibaldi, una stazione imponente e grandiosa, caratterizzata dalla copertura progettata da Dominique Perrault e da scale mobili sospese. C’è poi la fermata di Vanvitelli, quella che ospita una delle ultime opere firmate da Merz prima della sua scomparsa: una rappresentazione geometrica, tubolare e a neon, della serie di Fibonacci.

E poi, ancora, la più recente stazione Duomo, quella che porta la firma indelebile di Massimiliano e Doriana Fuksas che ha visto la trasformazione degli interni e degli esterni della fermata in piazza Nicola Amore.

Fermata Duomo, Metro Art Napoli

Fonte: IPA

Fermata Duomo, Metro Art Napoli
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C’era una volta un’antica abbazia, ora è un hotel

Chiudete gli occhi e immaginate un luogo che si apre davanti a voi con una distesa sterminata e verdeggiante che si perde all’orizzonte, proprio lì nel territorio che conserva le importanti testimonianze della civiltà etrusca. Sempre lì dove esiste una grande e antica abbazia completamente immersa nel verde e circondata da un paesaggio solenne e silenzioso.

Ora apriteli perché quel luogo esiste davvero. E non è un solo un posto da ammirare e contemplare, ma è la destinazione delle vostre prossime vacanze all’insegna della grande bellezza, della pace e del benessere mentale e fisico.

Perché lì, proprio sotto la rupe di Orvieto, e completamente immersa nell’antica terra degli Etruschi, quell’abbazia di origine medievale dedicata ai Santi Severo e Martirio è stata trasformata in una struttura ricettiva. Ed è spettacolare.

Bentornati a Orvieto

Meravigliosa è Orvieto, con la sua storia e la cultura, con le bellezze architettoniche e paesaggistiche, con quegli scorci incantati che lasciano senza fiato.

Arroccato su una rupe di tufo, nella splendida regione Umbria, il borgo di Orvieto è uno dei più affascinanti del nostro stivale, nonché una delle mete più popolari dell’intero territorio umbro.

Un viaggio a Orvieto è destinato a incantare, perché tante sono le meraviglie storiche, architettoniche e paesaggistiche che appartengono a questo luogo, come il Duomo con la sua facciata a mosaico e il Pozzo di San Patrizio, uno dei posti più affascinanti e misteriosi del BelPaese.

Ma c’è qualcosa, all’ombra delle attrazioni turistiche più celebri e popolari che vi permetterà di trasformare il vostro viaggio in un’esperienza magica e unica, ed è quella imponente struttura che sorge proprio sotto la rupe di Orvieto. Si tratta dell’Abbazia dei Santi Severo e Martirio, un complesso religioso fondato nell’Alto Medioevo che è stato trasformato in un hotel.

Dormire in un’Abbazia nel cuore di Orvieto

Immersa nella campagna verdeggiante e mozzafiato che circonda il borgo di Orvieto, quest’abbazia è un vero e proprio sogno a occhi aperti. Non solo per la sua imponenza e il suo passato, ma anche e sopratutto per la posizione strategica in cui è sorta.

La sua storia inizia tanti secoli fa. Alcune fonti storiche, infatti, danno per cerca la sua presenza già nell’anno 1055. Con gli anni il complesso è stato ampliato e modificato, fino ad arrivare all’aspetto attuale.

L’abbazia, costruita intorno alla già esistente chiesa di San Silvestro, nel Medioevo è stata trasformata in un monastero benedettino. In epoca più recente, invece, dopo l’acquisizione da parte di un privato è diventata un hotel.

La struttura ricettiva, oggi, è conosciuta come La Badia di Orvieto, ed è un hotel a quattro stelle che offre servizi di lusso, anche se il vero lusso è quello di poter alloggiare in un edificio immerso in uno scenario incontaminato, circondato da ulivi e filari d’uva, e situato proprio sotto la rupe di Orvieto.

Se l’abbazia è stata trasformata in hotel, l’antica Casa abbaziale di stile cistercense è stata adibita a ristorante. È ancora possibile visitare la chiesa, che è rimasta intatta, e l’antico refettorio che ospita gli affreschi risalenti al 1200.

Con 22 camere, e 5 suite, quell’antico complesso medievale è il luogo perfetto dove trascorrere una vacanza all’insegna della grande bellezza, caratterizzata da un paesaggio naturale, solenne e incontaminato a pochi passi da Orvieto.