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Le 10 rotte più trafficate del 2024: una è europea

Per motivi di lavoro in primis, di viaggi e personali, gli aerei sono ormai uno dei mezzi di trasporto più diffusi tanto per le tratte brevi quanto per le più lunghe. Il traffico aereo è in aumento ma alcuni trend mostrano la preferenza di determinati spostamenti rispetto ad altri. Quali sono le tratte più trafficate del 2024? A svelarlo è uno studio condotto da OAG che ha confrontato in primis i dati tra il 2019 e il 2023 e poi quelli dell’ultimo anno osservando a livello internazionale quali sono stati i voli più richiesti.

L’unica rotta europea tra le 10 in classifica

L’unica rotta europea che rientra tra le 10 più trafficate del 2024 conquista l’ultimo gradino del podio. Si tratta di quella che collega New York JFK-Londra Heathrow. Mentre a dominare la scena sono soprattutto tratte che riguardano destinazioni asiatiche o il Medio Oriente, la connessione transatlantica che collega gli USA con l’Europa resta piuttosto rilevante.

Un risultato significativo, soprattutto se si considera che Londra Heathrow ha consolidato il suo ruolo come hub di riferimento per i viaggiatori del continente. Il dato gli permette di raggiungere però solo il decimo posto, a dominare le scene continuano ad essere Jeddah-Il Cairo e Dubai-Riyadh che primeggiano e mostrano l’importanza crescente degli spostamenti turistici e business verso il Medio Oriente.

La top 10 delle rotte aeree più trafficate

La curva relativa al settore dal traffico aereo è in crescita: i dati sono incoraggianti per quanto riguarda il 2024 e a dominare la scena è stata soprattutto la zona dell’Asia seguita poi da Africa, Medio Oriente, Nord America ed Europa. In cima alla classifica troviamo il collegamento tra Hong Kong e Taipei: il collegamento è il simbolo della crescita dei viaggi internazionali in Asia, che consolidano il loro predominio nel settore. Secondo posto per la rotta Il Cairo e Gedda con 5,5 milioni di posti.

Un collegamento strategico tra Africa e Medio Oriente che registra un interessante +14% rispetto all’anno precedente. Terzo posto per Seoul Incheon – Tokyo Narita con 5,4 milioni di posti. Un aumento considerevole con un +30% confrontato al 2023 e del 68% rispetto al 2019. Il fenomeno mostra un interesse considerevole per i viaggi tra Corea del Sud e Giappone. Si inserisce poi la rotta Kuala Lumpur -Singapore Changi con un incremento del 10% seguita poi da Bangkok -Hong Kong con 4,2 milioni di posti e un aumento del 29%.

Ecco nei dettagli la top 10 con i numeri relativi:

  1. Hong Kon – Taipei 6.781.577 posti
  2. Il Cairo – Jeddah 5.469.274 posti
  3. Seoul Incheon – Tokyo Narita 5.410.456 posti
  4. Kuala Lumpur – Singapore 5.382.163 posti
  5. Seoul Incheon – Osaka 4.982.769 posti
  6. Dubai – Riyadh 4.306.599 posti
  7. Bangkok – Hong Kong 4.201.802 posti
  8. Jakarta – Singapore 4.069.071 posti
  9. Bangkok – Singapore 4.033.344 posti
  10. New York JFK – Londra Heathrow 4.011.235 posti

Analizzando I dati condivisi da OAG è evidente come sia la popolazione asiatica quella che viaggia di più al mondo mentre Il Cairo è da considerare l’hub africano per eccellenza. Il 2024 è arrivato ai titoli di coda e i bilanci per il campo dei viaggi hanno mostrato una crescita significativa tanto da aver portato a parlare di overtourism e di soluzioni green per contrastare l’aumento dei voli che causano un impatto significativo sull’inquinamento.

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I borghi con la neve, piccoli (ma splendidi) gioielli d’Italia

L’inverno è una stagione particolare: o la si ama o la sia odia. Tuttavia, anche gli amanti del caldo non possono non ammettere che la neve crea un’atmosfera assolutamente magica, al punto da rendere i paesaggi più speciali che mai. L’Italia, costellata di piccoli borghi che sembrano rimasti fermi nel tempo, è in grado di regalare scorci di pura bellezza e che, senza ombra di dubbio, vale la pena ammirare almeno una volta nella vita. Per questo motivo, abbiamo selezionato per voi i borghi con la neve più suggestivi del nostro Paese.

Santa Maddalena, spettacolo dell’Alto Adige

Iniziamo questo viaggio da Santa Maddalena, un vero e proprio gioiello della provincia di Bolzano: sorge a 1339 meri su livello del mare alla fine della Val di Funes, ed è abbracciato dal profilo spettacolare delle Dolomiti.

Con solo 370 abitanti, è anche la culla di uno dei simboli di tutta la valle: la pittoresca Chiesa di Santa Maddalena che, secondo la leggenda, fu costruita proprio da queste parti perché le acque del Rio Fopal vi trascinarono un quadro miracoloso raffigurante la Santa Maddalena.

D’inverno tutto il territorio viene ricoperto di una candida neve bianca, su cui divertirsi grazie a uno skilift (che parte direttamente dal centro del borgo). Molte soddisfazioni le possono avere anche gli appassionati dello sci di fondo per via dell’anello di Zannes e la pista Russis – Halslhütte – Passo delle Erbe.

Coloro che preferiscono le ciaspolate, possono invece dirigersi presso la Malga Zannes ed il Col di Poma. Insomma, un borgo in cui l’inverno si esprime davvero al massimo del suo splendore.

Santa Maddalena

Fonte: iStock

Bellissima veduta di Santa Maddalena con la neve

Gressoney-Saint-Jean, una Valle d’Aosta da fiaba

Chi desidera entrare in un vero e proprio libro di fiabe deve dirigersi a Gressoney-Saint-Jean, in Valle d’Aosta. Si tratta di un’affascinante località alpina che si fa spazio ai piedi del Monte Rosa, creando degli scenari paesaggistici difficili da trovare altrove.

Situato e ben 1385 metri di altitudine, offre un’interessante vista sul ghiacciaio del Lyskamm ma anche la possibilità di fare un vero e proprio viaggio nelle tradizioni, perché la sua è una cultura strettamente legata alla comunità Walser, una popolazione di origine germanica giunta in questa zona più di otto secoli fa.

In inverno, grazie a un morbido manto di neve, da queste parti ci si può divertire praticando lo sci nordico attraverso un tracciato che si snoda per 25 chilometri tra boschi e magnifiche vedute sui ghiacciai; lo sci alpino, grazie a oltre 11 chilometri di piste; la possibilità di sciare anche in notturna sulla mitica pista nera “Leonardo David”.

Ma da non perdere assolutamente è il Castel Savoia, residenza estiva della Regina Margherita, che per la bellezza e la sua fiabesca struttura è persino stato ribattezzato come il Castello di Cenerentola.

Gressoney-Saint-Jean, Castel Savoia

Fonte: iStock@Massimo Parisi

L’incanto di Castel Savoia di Gressoney-Saint-Jean

Bormio, incanto della Lombardia

Bormio, in provincia di Sondrio, sorge nel cuore delle Alpi e, più precisamente, tra le meraviglie del Parco Nazionale dello Stelvio. La sua è una storia millenaria, fatta di centri termali (è il parco termale più grande delle Alpi), numerosissime testimonianze architettoniche, artistiche e culturali, piste da ci baciate dal sole e possibilità di pedalare sui mitici Passi dello Stelvio, Gavia e Mortirolo.

Un vero e proprio paradiso per la vita all’aria aperta, quindi, che con la neve assume un fascino ancor più irresistibile. Del resto, Bormio gode di un clima particolarmente favorevole ed è anche definita la Magnifica Terra per la possibilità di praticare lo sci, il ciclismo e di rilassarsi nelle sue diverse fonti termali.

Bormio, sotto la neve

Fonte: iStock

Veduta di Bormio sotto la neve

Castelluccio di Norcia, l’Umbria più poetica che c’è

Tutti hanno sentito parlare, almeno una volta nella vita, di Castelluccio di Norcia: è dove fioriscono le lenticchie creando uno spettacolo primaverile pieno di colori e che toglie il fiato. Ma la verità è che questo borgo della provincia di Perugia in inverno sfoggia il suo profilo più misterioso e poetico, grazie alla neve, che spesso arriva ad accarezzare le sue case creando un paesaggio sublime.

In sostanza parliamo di un posto da non perdere assolutamente nemmeno durante la stagione fredda, perché è proprio in questo periodo che diventa possibile più che mai sentirsi completamente a contatto con la natura.

L’inverno, a Castelluccio di Norcia, è profondamente intenso poiché crea scenari fiabeschi fatti di neve e ghiaccio che si mescolano con leggiadria all’erba delle colline. In più, si ha la possibilità di esplorare la zona indossando delle ciaspole, un territorio così speciale che venne persino definito “Il luogo più simile al Tibet che esista in Europa” dall’etnografo Fosco Maraini negli anni ’30.

Castelluccio di Norcia con la neve

Fonte: iStock

Il sublime paesaggio di Castelluccio di Norcia con la neve

Sarnano, borgo pieno di soprese delle Marche

Sarnano, in provincia di Macerata, si trova a poco più di 500 metri sul livello del mare, ma quando la neve arriva lo spettacolo è più che assicurato (anche senza, ma con un manto bianco lo è persino di più).

Circondato da boschi, montagne, ruscelli, cascate e prati, vanta una storia lunga sette secoli e un prezioso centro storico arroccato su un’altura, fortificato in pietra cotta e che si snoda in cerchi concentrici.

Un posto il cui il tempo pare non essere passato mai, e dove è presente anche un comprensorio sciistico che si estende tra il Monte Sassotetto, la località di Fonte Lardina e il valico di Santa Maria Maddalena, a circa 15 chilometri dal centro abitato.

Sarnano con la neve

Fonte: iStock

Il bel borgo di Sarnano innevato

Gerfalco, borgo geologico della Toscana

Assolutamente affascinante, e più che emozionante in inverno quando cade la neve, è Gerfalco in provincia di Grosseto. Si tratta di un pittoresco borgo che sorge alle pendici dei rilievi delle Cornate e che, a prima vista, appare come un piccolo presepe. Va da sé che in inverno, quando i fiocchi candidi lo accarezzano, l’atmosfera si fa ancor più suggestiva.

Ma questo delizioso paese vanta anche una storia molto particolare perché in zona abbondano i metalli i quali, nel corso dei secoli, hanno dato ricchezza a questo affascinante luogo di epoca medievale: prima è stato il turno di argento e di rame, poi di pirite.

In più, Gerfalco è inserito all’interno della stupenda riserva Naturale di Cornate e Fosini, il luogo ideale per stare a contatto con la natura e godersi l’atmosfera sospesa che essa regala.

Gerfalco con la neve

Fonte: iStock

Tutto il fascino innevato di Gerfalco

Pacentro, capolavoro d’Abruzzo

Voliamo ora a Pacentro, vero e proprio capolavoro della provincia dell’Aquila, che si fa spazio all’interno della suggestiva (e preziosa) cornice del Parco Nazionale della Majella. Dal centro medievale perfettamente conservato e con un ricco patrimonio naturale, sfoggia il suo vestito migliore quando ricoperto di neve, regalando ai visitatori atmosfere di tempi che ormai non esistono più.

Il suo simbolo è senza ombra di dubbio l’omonimo Castello, da molti ritenuto una delle fortificazioni meglio conservate d’Abruzzo. La verità, tuttavia, è che Pacentro è anche una meta più che consigliata per gli amanti della natura, grazie alla presenza di diversi itinerari e sentieri immersi nel verde e la poca distanza dal Monte Amaro che, con i suoi 2800 metri d’altitudine, è la vetta più alta della Majella.

Sul Monte Amaro, inoltre, è possibile praticare lo sci alpinismo, anche se è bene sapere che i percorsi non sono alla portata di tutti.

Pacentro con la neve

Fonte: iStock

Pacentro, la grande bellezza d’Abruzzo

Pietrapertosa, spettacolo della Basilicata

Non è di certo da meno Pietrapertosa, bellissimo borgo a oltre 1000 metri di altitudine in provincia di Potenza, che ha la fortuna di sorgere tra i profili emozionanti delle Dolomiti Lucane. Si tratta di un paese incantevole, anche grazie al fatto che è costruito interamente sulla roccia nuda.

A colpire è pure la presenza di tante piccole case contadine che sembrano essere incastrate l’una nell’altra e, contemporaneamente, poggiate alla roccia scoscesa. In inverno, poi, lo spettacolo è più che assicurato: quando la neve lo imbianca diventa tutto ancor più affascinante, al punto che si rivela persino difficile credere che questo luogo sia vero.

Pietrapertosa con la neve

Fonte: iStock

Il fascino invernale di Pietrapertosa

Capracotta, per un inverno dia sogno in Molise

Un altro dei borghi con la neve da vedere assolutamente in Italia è Capracotta, in provincia di Isernia. Il paese, infatti, è situato a ben 1460 metri di altitudine ed è incorniciato da maestosi rilievi montuosi, tra cui il Monte Capraro e Monte Campo.

La neve, quindi, oltre a far sembrare ancor più suggestiva l’architettura locale in pietra e i paesaggi mozzafiato, fa sì che questo borgo sia anche un vero e proprio punto di riferimento per lo sci di fondo nel Centro-Italia. A disposizione c’è anche una pista per lo sci alpino, rendendo Capracotta una destinazione ottimale anche in inverno.

Capracotta con la neve

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Capracotta con il suo suggestivo paesaggio innevato

Petralia Sottana, la Sicilia che fa innamorare

Anche in Sicilia nevica, e lo può fare in tantissimi posti, come il borgo di Petralia Sottana in provincia di Palermo. Il paese è straordinario tutto l’anno per via della presenza di pregevoli architetture come la Chiesa Madre, con un cinquecentesco portale tardo-gotico, e la Santissima Trinità alla Badia, dove è custodito un affascinante retablo marmoreo, ma è probabilmente con la neve che mostra il meglio di sé.

Petralia Sottana, infatti, è parte del Parco delle Madonie, così chiamato perché è la culla dell’incantevole massiccio montuoso delle Madonie. Non a caso, proprio qui si estende un comprensorio per lo sci e lo snowboard con ben 4,5 chilometri di piste e 2 impianti di risalita ad un’altitudine che va dai 1570 ai 1845 metri.

Petralia Sottana con la neve

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La bellissima Petralia Sottana sotto la neve
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Sciare in Slovenia: un paradiso invernale da scoprire

Vuoi sciare in piccole località dall’atmosfera familiare, con piste adatte ad ogni tipo di età e livello? La Slovenia potrebbe fare al caso tuo. Nel Paese sono presenti diversi comprensori sciistici in grado di accogliere e soddisfare ogni tipo di esigenza. Potrai inoltre, con un solo abbonamento, usare tutti gli impianti e percorrere tutte le piste slovene. Una meta dunque davvero ideale per gli amanti degli sport invernali, con paesaggi mozzafiato e una varietà di piste per ogni tipo di sciatore, tra le montagne delle Alpi Giulie, le Alpi di Kamnik e la Carinzia. Scopriamo insieme le migliori località sciistiche della Slovenia, dove non solo gli sciatori ma anche chi è in cerca di tanta adrenalina o al contrario, di relax, potrà trovare il proprio angolo di paradiso.

Sciare in Slovenia: i comprensori migliori

La Slovenia non è ancora entrata tra le mete europee più amate dagli sciatori ma non è un demerito, anzi. Questo la mantiene al riparo dal sovraffollamento sulle piste e rende l’esperienza sulla neve, più gradevole e autentica. Il Paese dispone di quattro grandi e famose stazioni sciistiche con oltre 10 impianti, la più grande delle quali è Mariborsko Pohorje con quasi 33 km di piste, più numerose quelle di dimensioni considerate medie e alcune davvero piccole, con appena due impianti, per un totale di circa 230 chilometri di piste. Di queste, 85 sono le blu, 114 le rosse e 27 le nere. La particolarità dei comprensori sciistici sloveni è che spesso si trovano a pochi passi da deliziose cittadine, in cui è davvero gradevole trascorrere le serate dopo una bella giornata sulla neve.

Krvavec

Quello di Krvavec è un comprensorio sciistico tra i più popolari della Slovenia e il più vicino a Lubiana. La ski area arriva a sfiorare i 2000 metri e vanta circa 30 km di piste con una vista panoramica davvero suggestiva sulla bella capitale del Paese. Krvavec ha ricevuto, nel 2019, il premio come migliore località sciistica slovena ed è particolarmente apprezzata anche per l’offerta dedicata al divertimento senza gli sci ai piedi.

  • Stagione 2024/25: fino al 21 aprile 2025
  • Skipass giornaliero: 43 euro (adulti)
Kranjska Gora Slovenia

Fonte: iStock

Una giornata di sci a Kranjska Gora

Kranjska Gora 

Kranjska Gora è probabilmente la ski area più popolare della Slovenia, e si trova in una posizione strategica, facilmente raggiungibile dal vivace centro cittadino dove goderti l’accoglienza offerta dagli ottimi ristoranti, caffè e negozi. Le sue piste sono adatte ad ogni livello permettendo sia a principianti che a veri esperti di divertirsi. A marzo sono in programma due importanti appuntamenti della Coppa del Mondo di Sci: la Coppa Vitranc e il concorso di salto con gli sci (a Planica): una bella occasione per vedere i campioni degli sci da vicino.

  • Stagione 2024/25: fino al 6 aprile 2025
  • Skipass giornaliero: 47 euro (adulti)

Mariborsko Pohorje

Con le sue 43 km di piste, è il comprensorio sciistico più grande della Slovenia, perfetto per sciatori esperti e principianti. La stazione è famosa anche per la sua pista illuminata più lunga d’Europa, ben 10 km, che permette di sciare anche dopo il tramonto. Dopo una giornata di sci, nella vicina città di Maribor troverai cultura, buona cucina e una vivace vita notturna.

  • Stagione 2024/25: fino al 31 marzo 2025
  • Skipass giornaliero: 45 euro (adulti)
Mariborsko Pohorje

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Mariborsko Pohorje è il comprensorio più grande della Slovenia

Rogla

Quello di Rogla è un comprensorio sciistico particolarmente adatto per le famiglie, con piste ben curate adatte sia ai bambini e ai principianti che agli sciatori più esperti. Si trova a circa 1500 metri sopra il livello del mare, tra le foreste di Pohorje, e la sua stagione si protrae solitamente fino alle prime settimane di aprile.

  • Stagione 2024/25: fino al 6 aprile 2025
  • Skipass giornaliero: 45 euro (adulti)

Cerkno 

Premiata in più occasioni come migliore destinazione per le famiglie, la ski area di Cerkno è piccola ma davvero accogliente, ideale per i bimbi e per gli sciatori principianti. Con 18 km di piste ben curate,  un’atmosfera intima e diverse scuole di sci per i più piccoli, è la località perfetta per chi sta muovendo i primi passi sugli sci o per godersi una vacanza tranquilla con i propri bambini. Non mancano comunque anche piste per gli sciatori esperti e strutture per chi vuole praticare lo snowboard.

  • Stagione 2024/25: fino al 10 marzo 2025
  • Skipass giornaliero: 42 euro (adulti)

Kope

L’alter ego di Cerkno è Kope. Se sei alla ricerca di divertimento sulla neve e après-ski, Kope è il posto giusto. Situato nella regione della Carinzia, a pochi chilometri da Slovenj Gradec, il comprensorio sciistico di Kope è famoso per le sue piste ben curate e per le numerose attività extra sulla neve. Qui potrai sbizzarrirti tra sci alpino, snowboard, sci di fondo o scegliere di indossare le ciaspole per esplorare con calma tutta l’area. Sarà probabilmente l’unico momento tranquillo della tua vacanza a Kope perchè, a dire il vero, la vera attrazione di questa ski area è l’atmosfera festosa che caratterizza le sue serate di après-ski, con musica e divertimento fino a tarda notte. Un mix perfetto per chi cerca una vacanza attiva e vivace.

  • Stagione 2024/25: fino al 30 marzo 2025
  • Skipass giornaliero: 39 euro (adulti)

Vogel

Vogel è una delle località sciistiche più affascinanti della Slovenia, dove il paesaggio e lo sci si combinano perfettamente. Situato nel Parco Nazionale del Triglav, questo centro offre 22 km di piste da sci, di varia difficoltà, immerse in un contesto naturale spettacolare. L’emozione di sciare circondati dalla vista panoramica delle Alpi Giulie e del lago di Bohinj è unica. Gli amanti dell’adrenalina troveranno anche un divertente snowpark, mentre gli scialpinisti potranno esplorare le cime circostanti. La bellezza naturale e la tranquillità di Vogel lo rendono una meta ideale per chi cerca un’esperienza di sci in un ambiente incontaminato. La stagione di Vogel può essere particolarmente lunga ed arrivare anche a fine aprile.

  • Stagione 2024/25: fino al 20 aprile 2025
  • Skipass giornaliero: 44 euro (adulti)
Vogel

Fonte: iStock

Sciare a Vogel con un panorama unico

Golte 

Come per Vogel, la fama di Golte, sopra la valle della Savinja, è dovuta alla vista spettacolare di cui potrai godere mentre scii. Il comprensorio è abbastanza piccolo, con 12 km di piste, ma vale il viaggio proprio per i panorami incredibili sulle Alpi di Kamnik e sulla valle circostante, da gustarsi curva dopo curva, con gli sci ai piedi, o da assaporare lentamente indossando le ciaspole. Per chi desidera una vacanza tranquilla, Golte è la località ideale, fino a primavera.

  • Stagione 2024/25: fino al 23 marzo 2025
  • Skipass giornaliero: 39 euro (adulti)

Soriška planina

Questo è veramente un piccolo ma interessante comprensorio sciistico, situato tra le valli di Bohinj e di Selca, tra i 1287 e i 1550 metri sul livello del mare, con piste adatte agli sciatori di ogni età e livello. La stagione solitamente parte a dicembre per chiudersi alla fine di marzo.

  • Stagione 2024/25: fino al 30 marzo 2025
  • Skipass giornaliero: 28 euro (adulti)

Kanin

Il più ad alta quota tra i comprensori sciistici slovebni, Kanin si trova a 2.292 metri sopra il livello del mare ed è collegato alla ski area Selle Nevea, stazione italiana. I 30 chilometri di piste da sci del comprensorio facente capo alle due aree è percorribile con un unico skipass e solitamente gode di una stagione molto lunga, che può arrivare fino a maggio. Anche a Konin non ti mancherà il panorama grazie all’affaccio sulle Alpi Giulie e sulla Valle dell’Isonzo.

  • Stagione 2024/25: fino al 13 aprile 2025
  • Skipass giornaliero: 44 euro (adulti)

Adrenalina sulla neve: gli Snowpark sloveni

Moltre delle località sciistiche slovene offrono la possibilità di divertirsi anche a chi è in cerca di emozioni davvero forti sulla tavola ed esperienze più adrenaliniche grazie a trampolini, poligoni e halfpipe.

  • Krvavec: a soli 20 km da Lubiana, Krvavec ospita un parco neve di 800 metri, dove trampolini, rail e halfpipe sono il palcoscenico perfetto per acrobazie mozzafiato.
  • Vogel: Con il suo panorama da sogno sulle Alpi Giulie, il parco neve di Vogel è l’ideale per gli amanti del freestyle. Qui troverai trampolini, rail e box per eseguire acrobazie in totale libertà.
  • Kope: Se ami l’adrenalina, non perderti il pista da ski cross a Kope, con 600 metri di percorso pieno di ostacoli per mettere alla prova le tue capacità.
snowboard

Fonte: iStock

Gli snowpark sloveni sono perfetti per chi cerca l’adrenalina sulla tavola

Lo sci di fondo: un’esperienza tranquilla e affascinante

Lo sci di fondo è una delle attività più popolari e amate del Paese. Se stai cercando un’esperienza più tranquilla rispetto allo sci alpino o allo snowboard, vuoi goderti il silenzio dei tuoi passi sulla neve e avere tempo di ammirare il paesaggio con calma, la Slovenia è quello che fa per te. Potrai percorrere oltre  200 km di piste da fondo distribuite in tutto il paese, probabilmente il modo migliore per esplorare la bellezza invernale delle Alpi slovene. I migliori comprensori in cui dedicarti allo sci di fondo sono:

  • Kranjska Gora e Planica: 40 km di piste
  • Pokljuka: 30 km di piste immerse nei boschi di abeti
  • Bohinj: 70 km di piste con scenari da fiaba
  • Jezersko: 30 km di piste nel cuore delle Alpi di Kamnik.
sci fondo slovenia

Fonte: iStock

Lo sci di fondo è particolarmente amato in Slovenia

La Slovenia, un paradiso sulla neve

La Slovenia offre un’ampia varietà di esperienze sciistiche, dalle località più tranquille, perfette per una settimana bianca in famiglia e per le prime esperienze sugli sci, a quelle più movimentate e adrenaliniche, ideali per chi cerca emozioni con gli sci (o la tavola) ai piedi, e dopo il tramonto. Le piste sono ben curate, la bellezza naturale non è in discussione e le diverse opportunità di divertimento sulla neve fanno di questo paese una meta ideale per gli appassionati di sport invernali.

Inoltre, l’opportunità di acquistare un unico skipass valido per tutta la stagione e per ogni impianto di risalita del Paese è sicuramente una carta in più. Le distanze tra le stazioni sciistiche rendono possibile spostarsi tra l’uno e l’altro con facilità e scoprire comprensori diversi durante la propria vacanza. La grande novità della stagione sciistica 20024/25 è lo Ski Pass Julian Alps, lo skipass unico per le Alpi Giulie, che ti permetterà di sciare con un unico biglietto in quattro stazioni sciistice slovene, sette stazioni sciistiche italiane e quattro austriache. Che tu stia cercando un’avventura dinamica o una fuga tranquilla nella natura, la Slovenia ti aspetta con tante opportunità di relax e divertimento.

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Giubileo 2025, come cambia la viabilità a Roma a dicembre

La viabilità a Roma a dicembre è più complessa che nei restanti mesi dell’anno: quest’anno si aggiunge alla consueta frenesia festiva, legata allo shopping ma anche al turismo che aumenta durante le vacanze natalizie, la macchina organizzativa del Giubileo 2025, che è già all’opera da diversi mesi.

Andiamo a vedere nel dettaglio cosa cambia e come. Va segnalato l’impegno delle istituzioni, in questo caso del Comune, per sostenere la viabilità a Roma a dicembre con una serie di rinforzi e facilitazioni per chi usa i mezzi pubblici.

Dal 7 dicembre al 6 gennaio per raggiungere le vie dello shopping in Centro e i più importanti attrattori commerciali e turistici sono state aggiunte corse alla metro A e C. Sono stati inseriti tre bus navette gratuiti, che si muovono nella zona del centro in modo circolare. Inoltre, chi utilizza i parcheggi di scambio serviti dalle navette gratuite ha diritto ad uno sconto sulla tariffa e ci sono una serie di promozioni per chi usa il car sharing.

Viabilità a Roma a dicembre: i mezzi pubblici

Queste le tre linee bus gratuite circolari che dal 7 dicembre al 6 gennaio si muovono circolarmente nel centro storico di Roma:

  • nuova linea Free 1 (via XX Settembre/Staz. Termini – L.go Chigi – via XX Settembre/Staz. Termini);
  • nuova linea Free 2 (P.le dei Partigiani/ FS Ostiense – L.go Chigi – P.le dei Partigiani/ FS Ostiense);
  • linea elettrica 100 (P.ta Pinciana – L.go Chigi – P.ta Pinciana), che estende il servizio ai giorni festivi.

Ognuna delle tre linee è collegata a tre parcheggi a tariffa agevolata:

  • parcheggio Piastra Termini per la linea Free 1;
  • parcheggio Partigiani/FS Ostiense per la linea Free 2;
  • parcheggio Villa Borghese per la linea 100.

Le corse iniziano alle 9 e terminano alle 21, anche nei giorni festivi.

Per quanto riguarda metro e bus tradizionali, sono state aggiunte alla Metro A 32 corse nella giornata di sabato e 48 domenica e festivi, alla Metro C sono state aggiunte 16 corse sabato, domenica e festivi. Anche il servizio di superficie è stata potenziato, aumentando le corse delle principali linee che attraversano il centro nella fascia oraria 10:30 – 20:30.

Le ZTL a dicembre, come cambiano

Per favorire lo shopping e facilitare anche le passeggiate nel centro storico di turisti e residenti, a dicembre viene esteso l’orario delle ZTL Centro Storico e Tridente (A1) dalle 6:30 alle 20:00, anche il sabato e nei festivi, con esclusione del solo 25 dicembre 2024. Tutte le altre ZTL, notturne e diurne, restano invariate.

Viabilità a Roma e cantieri per il Giubileo 2025

In vista dell’apertura dell’Anno Santo, che nel 2025 aprirà le porte della città di Roma a migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo, in città sono stati aperti diversi cantieri, che hanno portato ad alcune modifiche di viabilità.

Tra le più impattanti, sicuramente il cantiere per la stazione della Metro C a Piazza Venezia, che sta già comportando importanti modifiche alla viabilità pubblica e privata ma che regalerà poi alla città una stazione multipiano che permetterà di accedere alle aree museali di Palazzo Venezia,  ai resti dell’Ateneo di Adriano, al Parco Archeologico dei Fori Imperiali e al Vittoriano.

Anche a Piazza dei Cinquecento, raccordo cruciale per la mobilità pubblica, i lavori di riqualificazione hanno portato a nuove discipline di traffico che interessano maggiormente il transito delle macchine.

Importante intervento giubilare che sta interessando il centro di Roma è il riassetto di Piazza Risorgimento, che porterà alla realizzazione di un percorso pedonale di collegamento tra la stazione Metro A Ottaviano e piazza San Pietro, per agevolare e mettere in sicurezza il flusso dei pellegrini.

Come cambiano i trasporti a Roma per il Giubileo

Un ruolo di fondamentale importanza nella gestione della mobilità durante il Giubileo 2025 sarà ricoperto dal trasporto pubblico locale. Sono stati pianificati 23 interventi strategici finalizzati a migliorare sia la capacità sia l’efficienza del sistema, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e rendere gli spostamenti più veloci e agevoli per tutti. Tra le principali misure previste vi sono:

  • L’acquisto di nuovi treni destinati alle linee metropolitane A e C
  • L’introduzione di autobus ibridi, più ecologici e performanti
  • La creazione di un collegamento ciclabile tra Monte Ciocci e San Pietro
  • L’attivazione di navette gratuite che faciliteranno il collegamento tra nodi strategici

Tutti questi interventi, che nascono per facilitare l’afflusso dei pellegrini e dei turisti durante l’Anno Santo, resteranno poi nel patrimonio cittadino e a disposizione dei residenti della città di Roma.

Parcheggi e viabilità a Roma a dicembre

C’è grande impegno dal punto di vista della mobilità pubblica in vista del Giubileo del 2025 e il Comune di Roma – in collaborazione con Roma Mobilità –  ha predisposto un piano dettagliato e articolato per gestire al meglio l’arrivo dei pellegrini e dei visitatori nella Capitale, affrontando con attenzione le questioni legate al traffico e alla mobilità urbana. Uno dei pilastri di questa iniziativa è rappresentato dalla regolamentazione dei bus turistici, considerati tra i principali mezzi utilizzati dai gruppi organizzati per raggiungere Roma.

A tal proposito, sono stati selezionati otto parcheggi strategici situati nelle zone periferiche della città, individuati con l’obiettivo di alleggerire la pressione sul centro storico. I parcheggi designati si trovano in aree strategiche come Anagnina, Laurentina, Olimpico-Farnesina, Olimpico-Tor di Quinto, San Paolo, Ponte Mammolo, Cilicia e Largo Micara. Queste aree di sosta, già dotate di collegamenti con il sistema di trasporto pubblico, sono state ulteriormente rinnovate e potenziate per favorire l’interscambio tra mezzi privati e trasporto pubblico locale. L’obiettivo principale è quello di incentivare i turisti a lasciare i propri mezzi nelle aree periferiche, evitando di raggiungere direttamente le zone più centrali della città, come sappiamo spesso già congestionate dal traffico.

Parallelamente, il nuovo piano prevede anche una revisione delle tariffe relative ai permessi per la circolazione dei bus turistici: l’accesso alle zone centrali della città sarà regolato da costi più elevati, mentre le aree periferiche beneficeranno di tariffe ridotte. Questo sistema tariffario rinnovato punta a ridurre l’afflusso eccessivo di mezzi di grandi dimensioni nel cuore della Capitale, incentivando l’utilizzo del trasporto pubblico e contribuendo a limitare l’inquinamento e il traffico nelle zone più frequentate.

Giubileo e mobilità a Roma: facilitazioni per i pellegrini

Anche i visitatori e i pellegrini che raggiungeranno Roma con veicoli privati troveranno soluzioni organizzate e comode per parcheggiare senza difficoltà. Il piano mobilità prevede l’uso di parcheggi collocati in prossimità delle stazioni della metropolitana, con particolare attenzione alla linea A, la quale rappresenta uno dei collegamenti più diretti verso il centro città e le principali basiliche meta dei pellegrinaggi.

Per rendere il flusso più ordinato e migliorare la gestione del traffico, si consiglia di prenotare anticipatamente i posti auto presso autorimesse custodite e coperte, riducendo così il rischio di congestione stradale e permettendo a ogni visitatore di muoversi con maggiore fluidità. Per facilitare ulteriormente l’orientamento dei pellegrini e dei turisti, verrà realizzata una segnaletica turistica migliorata, con indicazioni chiare, facilmente comprensibili e disponibili in più lingue. Inoltre, le piazze e le aree pedonali principali saranno oggetto di interventi di riqualificazione urbana, mentre l’accesso al trasporto pubblico sarà semplificato grazie all’introduzione di sistemi digitali per l’acquisto e l’emissione dei biglietti.

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Visitare il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico: cosa sapere

Se dovessimo eleggere uno dei monumenti must have da visitare durante un viaggio in Messico sarebbe Palacio de Bellas Artes: tra i più iconici di Città del Messico incarna un mix tra arte, cultura e architettura. A due passi dal centro, dovresti visitarlo se stai pianificando la tua prossima vacanza proprio qui.

Perché visitare il Palacio de Bellas Artes?

Se ti stai chiedendo se mettere o no Palacio de Bellas Artes nel tuo itinerario la risposta è sì. Non solo avrai l’opportunità di vedere tutte le opere d’arte al suo interno ma potrai persino rivivere la storia: affreschi e non solo raccontano pagine del passato del Paese. Sei un amante della fotografia? Devi sapere che l’edificio è una vera chicca: la facciata, con le linee pulite e i dettagli ornamentali, è perfetta per scatti da condividere sui social. All’interno, invece, a dominare la scena sono i i giochi di luce e ombra che creano un’atmosfera unica.

Informazioni utili per la visita

Per raggiungerlo non è complicato: l’edificio si trova in pieno centro, a pochi passi dal parco Alameda Central. Proprio per questo i turisti possono raggiungerlo agevolmente con i mezzi pubblici, bus e metro comprese. Normalmente l’accesso al museo è consentito dalle 11 alle 17 ma è sempre meglio verificare sul sito ufficiale le eventuali chiusure o i cambi di programma.

Per vivere al meglio l’esperienza al Palacio de Bellas Artes, consigliamo di dedicare almeno due ore alla visita. Iniziate esplorando la parte esterna, magari al mattino, quando la luce naturale valorizza i dettagli architettonici, Poi proseguite con il museo e lasciatevi affascinare dai murales e dalle opere esposte. Se programmerete la visita in concomitanza con uno spettacolo teatrale o un concerto, la magia di assistere a un evento culturale in un contesto così prestigioso arricchirà ulteriormente il vostro viaggio.

Cosa sapere per visitare Palacio de Bellas Artes

Fonte: iStock

Palacio de Bellas Artes, una delle tappe più iconiche in un itinerario di Città del Messico

È un capolavoro di architettura

Il Palacio de Bellas Artes viene considerato tra gli esempi di architettura eclettica che hanno dominato il XX secolo. A progettarlo è stato l’architetto Adamo Boari che si è divertito sperimentando e mixando stile neoclassico, Art Nouveau e Art Déco. A dominare la scena ci pensa la cupola: decorata con toni di arancione e oro non solo spicca nello skyline ma lascia tutti a bocca aperta, soprattutto all’ora del tramonto.

Un museo e teatro di fama mondiale

Il Palacio de Bellas Artes è molto più di un edificio solo bello da vedere. All’interno ospita spazi dedicati sia alle arti visive che a quelle di performance. Rinomato per le sue collezioni permanenti e per le mostre temporanee che spaziano dall’arte messicana al modernismo internazionale, conta tra i tesori più preziosi i murales di celebri artisti come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco, che raccontano la storia e le lotte sociali del Messico. Sul fronte delle arti performative, il palazzo è celebre per il suo teatro, che ospita spettacoli di opera, danza e musica classica. L’acustica perfetta e il sipario di vetro Tiffany, decorato con un paesaggio vulcanico, rendono ogni evento un’esperienza indimenticabile. Insomma, se stai pianificando una vacanza alla scoperta di Città del Messico inserisci questa tappa nel tuo itinerario delle cose da vedere assolutamente.

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Come muoversi a Bangkok: tutte le soluzioni

Bangkok è un diamante pieno di sfaccettature spesso in contrasto tra loro: i grattacieli scintillanti che si riflettono nel Chao Phraya s’infrangono con il gusto antico dei mercati galleggianti. Un luogo dove il profumo di basilico thai, lemongrass e spezie aleggia nell’aria accompagnandoti verso quei maestosi templi dorati che si stagliano sullo skyline come miraggi in un deserto, visioni eterne in una città in costante fermento. La notte di Bangkok illuminata da luci al neon e da grandi promesse è una festa fatta di musica che rimbomba dai locali e tuk-tuk che sfrecciano imperterriti tra le strade. Se questo è ciò che ti attende nel prossimo viaggio che hai organizzato, allora potrebbe esserti utile una guida su come affrontare il tessuto urbano della splendida capitale della Thailandia. In questo articolo abbiamo riassunto tutte le alternative per muoversi a Bangkok.

Muoversi a Bangkok: tutte le opzioni

Come ogni grande città, anche Bangkok mette a disposizione di cittadini e visitatori un’ampia offerta di modalità per muoversi sia all’interno della capitale sia fuori dai suoi confini. Dai mezzi pubblici ai celebrissimi tuk-tuk, ecco tutte le alternative di mobilità per godere appieno delle bellezze della capitale thailandese e di questa magnifica terra in generale.

Mezzi pubblici

Prima di raccontarti i mezzi più iconici o originali per esplorare la capitale, ecco una carrellata di mezzi pubblici messi a disposizione dalla città di Bangkok per cittadini e turisti. Una premessa: la capitale della Thailandia è famosa per l’importante volume di traffico che ingorga le strade e che arriva quasi ai limiti del leggendario, pertanto è consigliabile utilizzare tutti quei mezzi di trasporto che viaggiano su una linea dedicata.

  • BTS Skytrain: a mani basse, il mezzo più veloce e conveniente per evitare di restare bloccati per un tempo indefinito nel traffico della capitale. La rete sopraelevata lo rende non solo un’opzione ottimale per i motivi che ti abbiamo appena descritto, ma anche un trasporto panoramico che ti permette di ammirare le meraviglie dei quartieri di Bangkok. Ad oggi esistono due linee: la Sukhumvit Line e la Silom Line; la prima attraversa la città da nord a est, la seconda da ovest a sud. Entrambe fermano nei punti più strategici della città. La BTS Skytrain è attiva tutti i giorni dalle 6:30 a mezzanotte e il costo di una corsa singola varia da €0,40 a €1,50.
  • MRT Metropolitana: un altro mezzo comodo per muoversi a Bangkok è il servizio della metropolitana. Anch’essa suddivisa in due linee – la blu e la viola – è una soluzione comoda, veloce e sicura; permettendoti di raggiungere tutti i punti d’interesse della città come Chinatown o la stazione ferroviaria di Hua Lamphong. In ogni stazione della metro potrai trovare le macchinette per i ticket e come prezzi si va dai €0,45 ai €1,20 a seconda della tratta.
  • Autobus: Bangkok è servita anche da diverse linee di autobus, tuttavia sono meno indicati per i turisti poiché il sistema è complesso e i tempi non sono sempre rispettati, pertanto è possibile che ci siano ritardi o corse mancate. Inoltre, sono molto affollati e il rischio di restare congestionati nel traffico è praticamente certo.

Tuk-tuk

Iconici, suggestivi e molto graditi dai viaggiatori. Sì, stiamo parlando dei celebri tuk-tuk, simbolo folcloristico della Thailandia. Si tratta di una specie di Apecar a tre ruote e aperta sui lati che ti permette di immergerti nella cultura (e nel traffico!) della capitale thailandese. Ti sei mai chiesto come mai questi piccoli mezzi di trasporto portino questo nome così buffo? Il nome “tuk-tuk” possiede una veste del tutto onomatopeica: deriva, infatti, dal rumore prodotto dal motore a due tempi che li ha contraddistinti per molti anni e che emette un suono che, appunto, può essere verbalizzato con “tuk-tuk-tuk”. Oggi vengono impiegati motori più moderni ma il nome è rimasto invariato. Nonostante sia più un divertimento che una comodità, una corsa in tuk-tuk almeno una volta è da provare assolutamente. I tuk-tuk sono attivi 24 ore su 24 e il prezzo della corsa va contrattato con il guidatore. In genere il range di prezzo varia dai 2,30 ai 2,80 €).

Battello

Battello sul fiume Chao Phraya a Bangkok

Fonte: iStock

Uno dei tradizionali battelli che solcano il fiume Chao Phraya a Bangkok

Proseguendo con i mezzi trasporto caratteristici, dopo i tuk-tuk, ci sono sicuramente i battelli che solcano il fiume Chao Phraya. Bangkok è infatti denominata la Venezia d’Oriente proprio per la sua ampia rete di canali, pertanto muoversi con taxi-boat e barche è più che normale. Spostarsi in questo modo è anche un’opzione estremamente suggestiva per ammirare le bellezze della capitale thailandese senza spendere troppo; il costo di una corsa singola, infatti, varia dai 0,30 ai 0,60 € a tratta. Le compagnie che offrono questo servizio sono diverse; quella che suggeriamo noi è la Chao Praya Express Boat la quale, tra le sue cinque linee di battelli, ne ha studiata una – la blu – appositamente per i viaggiatori e che copre alcuni dei punti d’interesse principali della città tra cui Chinatown e Khao San Road.

Taxi

Un’alternativa a tutti i mezzi che ti abbiamo raccontato – e che vale la pena utilizzare per i costi accessibili – è sicuramente il taxi. Come a New York, i taxi si chiamano direttamente in strada e, se sono liberi, si fermano per portarvi alla meta desiderata. Questa soluzione ha l’aspetto positivo di essere economica: la tariffa base è di circa 1 euro per i primi 2 chilometri, poi circa 0,15-0,25 euro a chilometro. Se il taxi è fermo, viene applicata una tariffa oraria di circa 0,05 euro al minuto. Il rovescio della medaglia è che anche i taxi possono rimanere bloccati nel traffico di Bangkok facendoti perdere tempo e alzando la tariffa della corsa. Una raccomandazione: se scegli come mezzo di trasporto il taxi, assicurati che l’auto abbia il tassametro e che il guidatore lo faccia partire. A Bangkok è attivo anche Grab, una sorta di Uber molto popolare in Thailandia e, in generale, nel Sud-Est Asiatico.

Auto privata

Come ultima opzione abbiamo inserito l’auto a noleggio. La sua posizione in questa lista non è causale: per via del traffico intenso e sregolato e per via delle differenze di guida – in Thailandia la guida è a sinistra – è un’opzione che sconsigliamo a meno che tu non sia un viaggiatore esperto o comunque una persona abituata a guidare anche in condizioni difficili.

Ora che hai tutte le informazioni necessarie su quali sono e come funzionano i mezzi di trasporto nella capitale thailandese hai tutte le carte per fare la tua mossa e scegliere come muoverti a Bangkok secondo le tue preferenze.

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Epifania 2025: idee di viaggio per chiudere le feste

Il 6 gennaio in Italia e in tante parti del mondo è un giorno di festa, quello che chiude le festività natalizie con un tocco di magia, tra antiche tradizioni e celebrazioni per tutte le età. La figura della Befana, con la sua scopa e il sacco colmo di dolci, è protagonista di eventi da Nord a Sud, che animano borghi e città, tra mercatini, spettacoli e cortei storici.

Roma, tutti in piazza Navona

La Befana a Roma è un’istituzione, e ha il suo cuore pulsante nel Mercatino di Piazza Navona. Qui, le bancarelle colme di dolci, giocattoli e oggetti d’artigianato riempiono la piazza di colori e profumi, creando un’atmosfera unica, ormai appuntamento fisso per i romani e per i turisti.

Anche quest’anno, Piazza Navona si veste di festa con un ricco programma di eventi dedicati alle famiglie e ai bambini. Oltre al mercatino di bancarelle con idee regalo originali e specialità gastronomiche, la piazza ospita attività ludico-culturali promosse da Roma Capitale, che mette a disposizione un punto informativo per scoprire tutte le iniziative e i servizi. Le Biblioteche di Roma hanno un ruolo di primo piano, organizzando laboratori e attività ricreative per i più piccoli; mentre la Banda della Polizia Locale di Roma contribuisce alla festa con esibizioni musicali di brani natalizi e tradizionali. Immancabile il tradizionale teatrino dei burattini; e ancora spettacoli di animazione e momenti di musica fino al 6 gennaio, culmine delle celebrazioni, quando Piazza Navona diventa il centro della festa.

Quanto può costare il weekend dal 4 al 6 gennaio a Roma? I voli da Milano costano dai 130 ai 190 euro a/r; e 100 euro circa in treno. Per dormire invece un 3 stelle in centro può costare dai 100 ai 150 euro a notte; per un 4 stelle dai 170 ai 340 euro a notte.

roma, befana piazza navona

Fonte: iStock

Le bancarelle del mercato di piazza Navona a Roma

Urbania: nelle Marche la casa italiana della Befana

Non ci sono dubbi: la Befana ha trovato la sua dimora ideale a Urbania, piccolo borgo nelle Marche, in provincia di Pesaro e Urbino. Qui, dal 3 al 6 gennaio 2025, la Festa della Befana si trasforma in un evento nazionale, che coinvolge l’intera cittadina in un tripudio di mercati, mostre, spettacoli e tradizioni. Già, da decenni questa festa è diventata uno degli eventi più amati del Paese, e la notorietà nazionale è arrivata nel 1997, quando giornali e televisioni hanno iniziato a raccontare la magia di Urbania. Oggi il borgo si trasforma in un vero e proprio “paese dei balocchi”, con oltre 4.000 calze appese per le vie, porticati addobbati, luminarie scintillanti, mercatini e animazioni.  Ma dal 2016, la Befana ha trovato anche una dimora permanente: una casetta nel cuore del centro storico dove accoglie bambini e famiglie di tutta Italia. Qui si possono scoprire i segreti della produzione del carbone, osservare la tessitura al telaio e ascoltare le sue storie incantate. L’interno della casa, curato nei dettagli dallo scenografo Egidio Spugnini, in arte Egidio da Casteldurante, è stato realizzato in collaborazione con artisti e studenti del Liceo Artistico di Urbino.

Durante la festa, oltre alla Casa della Befana, i bambini possono visitare il Befana Postal Office, un ufficio postale dove lasciare le loro letterine con desideri e buoni propositi per il nuovo anno. Alla Reception della Befana, la vecchina racconta favole davanti al camino, offrendo dolci sorprese e momenti di magia. Le letterine verranno poi lette attentamente dalla Befana, che, nella notte del 5 gennaio, volerà sui tetti per portare doni, dolci e, per i più birichini, un pizzico di carbone.

Urbania è raggiungibile in auto dall’A14 (uscite Pesaro-Urbino o Fano), seguendo le strade provinciali verso Urbino e poi Urbania. La stazione ferroviaria più vicina è Pesaro, da cui partono autobus diretti a Urbania. L’aeroporto di riferimento invece è quello di Ancona-Falconara è il più vicino, a circa 90 km. Per dormire, la fascia di prezzo per la camera va dagli 80 ai 150 euro a notte.

Urbania: la Festa Nazionale della Befana ha inizio

Fonte: Ufficio Stampa/ La Casa della Befana Urbania

Urbania: la Festa Nazionale della Befana ha inizio

Basilicata: la magia dei Cucibocca a Montescaglioso

Tra le tradizioni più suggestive della Basilicata spicca quella dei Cucibocca, una rievocazione folcloristica che affonda le sue radici in antiche usanze popolari. Questa celebrazione quasi mistica si svolge ogni anno nelle notti del 3, 4 e 5 gennaio a Montescaglioso, in provincia di Matera, durante le quali il borgo si trasforma in un teatro di enigmi e antiche leggende.

Secondo la leggenda, infatti, i Cucibocca erano strani personaggi che, trascinando catene legate al piede, si aggiravano per il paese elemosinando cibo di porta in porta. In realtà, questa figura misteriosa era un’invenzione degli adulti per spaventare i bambini e mandarli a dormire presto, lasciando spazio alla Befana per riempire le calze di dolci o, per i meno obbedienti, di carbone.

Ogni 5 gennaio, l’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo e i vicoli del centro storico di Montescaglioso si animano in occasione della Notte dei Cucibocca I misteriosi personaggi, resi irriconoscibili dai loro travestimenti, indossano cappotti o mantelli scuri e un cappello di paglia, spesso realizzato con dischi di canapa, un tempo utilizzati nei frantoi. Occhiali ricavati da bucce d’arancia e una folta barba bianca completano il loro aspetto inquietante. Trascinano sul selciato catene spezzate e portano con sé un canestro, una lucerna e un lungo ago con cui “minacciano” i bambini, dicendo di voler cucire loro la bocca se non si comportano bene. Da qui, il nome di Cucibocca. Questo evento, tanto affascinante quanto originale, è entrato anche nell’immaginario popolare grazie a una storia a fumetti pubblicata su Topolino (numero 3503 del 4 gennaio 2023).

Montescaglioso è raggiungibile in auto dalla SS7 Appia o dalla SS175 da Matera. Le stazioni ferroviarie più vicine sono Ferrandina e Matera, entrambe collegate da autobus locali. L’aeroporto più vicino è Bari-Palese, a circa 80 km. Da Milano a Bari il volo per la Befana può costare dai 120 euro con low cost a 230 circa con compagnia di bandiera; per dormire si può trovare nella fascia di prezzo 70-150 euro a seconda delle esigenze.

Cucibocca, una rievocazione folcloristica

Fonte: APT

Cucibocca, una rievocazione folcloristica lucana

Pergine, Trento: la Corsa delle Befane

A Pergine, in provincia di Trento, l’Epifania si celebra la tradizionale Corsa delle Befane. L’evento, giunto alla sua quarta edizione, torna il 6 gennaio con un programma ludico-sportivo dedicato a grandi e piccoli. Organizzata per raccogliere fondi a favore di Medici con l’Africa CUAMM, l’iniziativa sposa il motto #RunForHumanity, e si articola in due percorsi: una “family run” di 2,5 km, ideale per famiglie e partecipanti meno allenati, e un tracciato di 7 km pensato per i runner più esperti. Entrambi attraversano le vie storiche di Pergine, con partenza da Piazza Municipio e arrivo alla fontana della Contrada Taliana. Durante la mattinata non mancano momenti di animazione, come la sfilata delle befane che distribuiscono piccoli doni ai bambini presenti. L’iscrizione, con un contributo simbolico di 5 euro, può essere effettuata direttamente in piazza a partire dalle 9:30. Il dress code dell’evento è a tema: cappelli, grembiuli, nasi finti e, naturalmente, scope per ricreare l’atmosfera dell’Epifania.

Pergine Valsugana si raggiunge in auto percorrendo la SS47 Valsugana, a circa 13 km da Trento. La stazione ferroviaria di Pergine è servita dalla linea Trento-Venezia; mentre l’aeroporto più vicino è Verona Villafranca, a circa 110 km. Il volo da Roma a Verona costa indicativamente tra i 300 e i 400 euro a/r; mentre per dormire ci sono soluzioni dai 100 ai 340 euro a notte.

A Faenza (Ravenna), la Notte de’ Bisò

Ogni 5 gennaio, Faenza celebra la Notte de’ Bisò, un evento che simboleggia la fine dell’anno passato e l’inizio di quello nuovo. Al centro della festa c’è il rogo del Niballo, un grande fantoccio alto circa tre metri che raffigura Annibale, rappresentato come un guerriero saraceno simbolo delle avversità. Il Niballo, vestito con i colori del rione vincitore del Palio di giugno, viene trasportato su un carro trainato da buoi fino a Piazza del Popolo, dove sarà bruciato allo scoccare della mezzanotte. Il rogo del Niballo è il momento culminante della celebrazione. Il diritto di bruciarlo spetta al rione vincente del Palio estivo, il cui rappresentante, indossando un tradizionale costume cinquecentesco, accende il falò sotto gli occhi del pubblico. Il gesto, ricco di significato, rappresenta la liberazione dalle sventure dell’anno passato e l’accoglienza di un futuro migliore, illuminato dalle fiamme.

In attesa del grande rogo, la festa inizia già dalla tarda mattinata con l’apertura degli stand gastronomici rionali, dove è possibile gustare specialità romagnole e altre prelibatezze, musica e balli.  Protagonista della festa è anche il “Bisò”, il caratteristico vin brulé della tradizione faentina., servito negli eleganti gotti, ciotole in ceramica realizzate ogni anno con decorati i simboli dei cinque rioni e della città. Poco prima del rogo, un momento suggestivo anticipa il gran finale: il lancio di palloncini con i colori dei cinque rioni, contenenti biglietti omaggio per le giostre del Palio del Niballo.

In auto, si arriva a Faenza percorrendo l’autostrada A14, uscita Faenza, oppure lungo la SS9 Via Emilia. La città è servita dalla linea ferroviaria Bologna-Rimini; mentre gli aeroporti più vicini sono Bologna (a 50 km) e Rimini (a 60 km). Per dormire, le strutture vanno dai 70 ai  200 euro a notte, a seconda di tipologia e posizione.

Rimini e il Corteo dei Re Magi

Ma il 6 gennaio è anche il giorno della venuta dei Re Magi e a Rimini, dalle 17 alle 19, il centro storico si anima con la seconda edizione di In viaggio con i Re Magi. Con oltre 400 figuranti in abiti storici, 200 musicisti e la partecipazione di comunità provenienti da paesi come Perù, Senegal, Albania, Filippine, Argentina e Cina, il corteo parte dal Ponte di Tiberio e attraversa le vie principali della città per concludersi al Tempio Malatestiano, simbolo storico e spirituale di Rimini. Organizzato da Made Officina Creativa, in collaborazione con il Comune, la Diocesi e diverse associazioni locali, quest’anno il corteo rende omaggio a Giorgio Vasari, nel 450° anniversario della sua morte. In piazza Cavour sarà esposta una riproduzione dell’Adorazione dei Magi, opera custodita nell’Abbazia di Scolca a San Fortunato, accompagnata da altre rappresentazioni artistiche ispirate alla medesima tematica.

Rimini è servita dalla linea ferroviaria Bologna-Ancona, con una stazione centrale ben collegata. L’aeroporto Federico Fellini, a pochi chilometri dal centro, ospita voli nazionali e internazionali. Tantissime le opzioni per dormire, dai 50 ai 400 euro a notte.

La Befana di Napoli

A Napoli, il giorno della Befana rappresenta un momento di condivisione e festa. Per il 2025, la città propone diverse location per vivere la magia della Befana. Dal 3 al 6 gennaio, Piazza Mercato ospita il mercatino della Befana con bancarelle di dolci, carbone dolce e giocattoli tradizionali. La Notte Bianca del 5 gennaio è uno degli eventi più attesi, con musica dal vivo e l’arrivo della Befana, che distribuisce dolci ai bambini, creando un’atmosfera festosa e accogliente. San Gregorio Armeno, la via dei presepi, è un altro punto di riferimento per le celebrazioni, con le sue botteghe che vendono statuette per il presepe e calze piene di dolci e regali. Durante l’Epifania, gli artigiani svelano i segreti della loro arte, mentre le luci natalizie e l’aroma dei dolci tipici rendono la strada ancora più magica.

Napoli è molto comoda da raggiungere, sia in treno che in aereo. Dal 4 al 6 gennaio un volo da Milano può costare dai 100 ai 200 euro; 150 euro da Torino; dai 150 ai 300 euro da Venezia. Per dormire, una stanza per due persone può costare dai 70 ai 300 euro a seconda della categoria e posizione.

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Umbria: i borghi più belli della Valnerina

Dice la leggenda latina che la ninfa Nera si innamorò del pastore Velino. La dea Giunone, invidiosa del sentimento tra una creatura divina e un essere umano, punì la ninfa, trasformandola in un fiume. Velino, disperato per il destino della sua amata, decise di gettarsi da una rupe nelle acque del neonato corso d’acqua, per riunirsi così a Nera. Commosso da tale gesto, Giove lo trasformò a sua volta in un torrente, dando origine alla Cascata delle Marmore, che ancora oggi è il luogo d’incontro tra Nera e Velino, due corsi d’acqua che scorrono nella parte sud-orientale dell’Umbria, al confine con le Marche.

Il fiume Nera, anzi, nasce nel territorio marchigiano e percorre centosedici chilometri, la maggior parte dei quali in Umbria, prima di sfociare nel Tevere a Orte, nel Lazio. Tra il confine con le Marche e la città di Terni dà vita a quella che è conosciuta come Valnerina, una ripida conca che corrisponde al tratto alto e medio del corso del fiume.

Si tratta di una vallata caratterizzata da una morfologia impervia, da una natura rigogliosa e ruvida e da piccoli borghi affascinanti, densi di storia e avvolti nel magico fascino di una architettura pittoresca, antica, rurale. Una destinazione valida per tutte le stagioni, perché in ogni momento dell’anno sa essere accogliente con le tante iniziative locali, con una cucina e dei prodotti tipici che cambiano a seconda del periodo, con una bellezza impermeabile al trascorrere dei giorni sul calendario.

Arrone

Panorama della Valnerina con il borgo di Arrone

Fonte: iStock

Panoramica sulla Valnerina ternana, con il borgo di Arrone

Non lontano dalla Cascate delle Marmore, sulla riva sinistra del fiume Nera, sorge il borgo di Arrone. Fa parte del club de I Borghi più belli d’Italia per via del suo splendido aspetto medievale coniugato a una collocazione naturale particolare, il centro storico arroccato su uno sperone roccioso sopraelevato rispetto alla valle.

La storia della fondazione del paese è piuttosto affascinante: nel IX secolo un nobile reatino di nome Arrone vi stabilì la dimora della propria famiglia, costruendo un castello con fortificazioni prima in legno e poi in muratura che fu il primo nucleo dell’abitato.

Il borgo odierno è sostanzialmente diviso in tre parti: la parte contemporanea, adagiata lungo le rive del Nera; la parte alta, ancora oggi costituita attorno al corpo centrale dell’antico castello, chiamata La Terra; prospiciente, Santa Maria, ovvero gli edifici, i vicoli e le strade attorno alla chiesa di Santa Maria Assunta.

Non solo il castello caratterizza quella che si configura come una sorta di acropoli, difesa da quello che rimane di una affascinante cinta muraria. A San Giovanni Battista è intitolata una chiesa gotica con affreschi quattrocenteschi che contribuiscono alla magia del luogo, come la splendida porta delle mura con un arco a sesto acuto che fa bella mostra di sé nei pressi dell’edificio religioso.

La già citata chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel Cinquecento, ha una facciata imponente, scarna e austera, bilanciata da un interno rustico ma dove permangono frammenti di splendidi, brillanti affreschi.

Oltre ad essere uno dei Borghi più Belli d’Italia, Arrone è anche una città dell’olio, visto che nelle colline circostanti si produce un pregiato extravergine d’oliva destinato a impreziosire le prelibatezze tipiche del luogo, improntate alla norcineria, al tartufo, ma anche ai prodotti che regala il fiume, come la trota.

A Arrone l’estate è contrassegnata da un serie di attività acquatiche connesse alla presenza del Nera, un fiume impetuoso ideale per il kayak e il rafting. Anche l’inverno però vuole la sua parte: per l’Epifania Arrone solitamente festeggia l’arrivo della Befana con una fiaccolata in canoa.

Scheggino

Scheggino, borgo medioevale della Valnerina

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Nera fa da cornice a Scheggino, aggrappato alla collina

Entrato di recente all’interno del club de I Borghi più Belli d’Italia, Scheggino è un minuscolo borgo di stampo medievale che si inerpica dalle rive del Nera fino alla cima di una collina, dove le rovine di un castello dominano l’agglomerato di case. Scheggino nacque nel XII secolo come avamposto militare del Ducato di Spoleto, una delle principali potenze regionali che si contendeva la zona della Valnerina. Per la sua posizione nel cuore della valle, Scheggino fu territorio oggetto di contese militari per diversi secoli e ogni 23 luglio vi si celebra la Festa delle Donne, rievocazione della battaglia del 1522 con cui le donne e i giovani di Scheggino riuscirono a difendere la cittadina dall’assalto dei castelli vicini che, contrariati dalla lealtà degli schegginesi ai Duchi di Spoleto, avevano deciso di conquistare il borgo mentre gli uomini si trovavano nei campi.

La Chiesa di San Nicola e la Chiesa di Santa Felicità sono i due monumenti di maggior interesse, ma la vera magia di Scheggino sta nel perdersi nei suoi vicoli tortuosi, tra gli edifici in pietra che si rincorrono in altezza, e nello spettacolare colpo d’occhio che offre dall’altra sponda del fiume Nera, con il borgo raccolto come una cittadella.

Cerreto di Spoleto

Vi siete mai chiesti da dove viene la parola ciarlatano? La risposta è semplice: da Cerreto di Spoleto, borgo arroccato sulla cima di un colle a dominare la parte alta della Valnerina. Si legge infatti in un vocabolario dell’Accademia della Crusca del 1612: “Coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti o fanno giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatani […] da Cerreto, paese dell’Umbria da cui soleva in antico venir siffatta gente, la quale con varie finzioni andava facendo denaro.”

Nel periodo di massimo splendore del paese, infatti, nel Cinquecento, i cerretani erano soliti gestire questue per opere pie e ospedali, non raramente ricorrendo ad un certo numero di inganni e truffe per racimolare qualche soldo in più.

Cerreto di Spoleto

Fonte: iStock

Cerreto di Spoleto siede su un colle panoramico sui boschi della Valnerina

Ancora oggi a Cerreto si festeggia alla fine di agosto il Festival del Ciarlatano, la sagra di paese che alla classica possibilità di assaporare nella piazza principale i prodotti tipici come la fojata, un involtino di verdure e pasta sfoglia, abbina anche spettacoli, iniziative culturali ed esplorazione del territorio.

Il borgo è in una posizione geografica spettacolare, sulla cima di una collina che si erge in maniera piuttosto verticale rispetto alle sponde del Nera. Il centro storico conserva tratti delle sua mura medievali, è ornato da una svettante torre civica alta 20 metri e dalla Chiesa di Santa Maria Assunta, elegante edificio religioso in stile romanico dalla pianta non comune e con una facciata ornata da uno splendido rosone. Passeggiando per le vie del centro si aprono splendidi scorci panoramici sulle circostanti colline, verdi e boscose.

Sellano

Sono pochissimi gli abitanti rimasti a vivere in questo piccolo borgo arroccato sulla vetta di un colle che domina la valle del fiume Vigi, un affluente del Nera. Già vittima di un progressivo spopolamento in atto dagli Anni Sessanta in poi, il terremoto del 2016 ha dato un ulteriore colpo a questo territorio dove risiedono ormai meno di mille persone, sparpagliate per le tante, piccole frazioni del comune.

Il centro storico di Sellano, borgo di una valle laterale della Valnerina

Fonte: Lorenzo Calamai

Sellano è stata colpita più volte da eventi sismici, ma si è sempre rialzata con fierezza

Eppure a Sellano si trova la tipica bellezza delle valli umbre: un borgo le cui origini si perdono nella notte dei tempi, con il suo raffinato centro storico, la pieve cinquecentesca e le antiche mura, suggestivi scorci dell’opera dell’uomo affiancati a una posizione geografica che consente di far vagare l’occhio sugli splendidi colli ricoperti di fitti boschi.

Pazzesco e adrenalinico il ponte tibetano che collega un estremo del paese alla frazione di Montesanto: si tratta del ponte tibetano (gradini alternati, fra l’uno e l’altro il vuoto) più alto d’Europa, è lungo più di 500 metri e passa a oltre 175 metri di altezza dal suolo sopra il lago formato dal fiume Vigi, con le sue acque cristalline.

Vallo di Nera

Vicoli, archetti, mensole, finestrelle, loggette rampanti: Vallo di Nera è un vero e proprio scrigno architettonico, un tesoro, un monumento. Un paese completamente in pietra, che conserva la sua natura medioevale, aprendosi all’improvviso tra prati e boschi, sulla vetta di una collina. Nato nel Duecento come avamposto militare, Vallo ha la struttura di una fortezza: circondato da mura, ha una pianta ellittica che ha conservato immutata.

Il borgo è completamente pedonale e ci si accede solo a piedi dalle due antiche porte delle mura, Portella e Portaranne. Una volta entrati, si respira un’atmosfera di un tempo immobile, come parallelo allo svolgersi della realtà: contribuiscono a quest’aria gli edifici in pietra, le feritoie, le antiche torri difensive del paese trasformate oggi in abitazioni.

Il borgo di Vallo di Nera, uno dei più belli della Valnerina

Fonte: iStock

Tra i vicoli dal sapore senza tempo di Vallo di Nera

Tre chiese caratterizzano le vie e le piazzette di Vallo di Nera. Tutte di stile romanico, eppure ognuna con il proprio carattere: San Giovanni Battista ha una facciata ambiziosa e grandi affreschi cinquecenteschi all’interno; le decorazioni affrescate sono il pregio di Santa Maria, chiesa francescana del Duecento con una torre campanaria ancora oggi suonata a mano; Santa Caterina, annessa a un convento, ospita resti di affreschi trecenteschi.

Malgrado gli appena 300 abitanti e il continuo spopolamento degli ultimi decenni, Vallo di Nera continua a resistere al passare del tempo, ostinatamente ancorata alla propria bellezza immutabile.

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Eisriesenwelt, si trovano in Austria le grotte più spettacolari d’Europa

Raggiungerle è tanto affascinante quanto visitarle: una di quelle esperienze che rimarranno per sempre tra i ricordi più belli, perché mescola la bellezza e la maestosità della natura, con l’avventura e il senso di scoperta che deriva dal potere vedere con i propri occhi la sua magnificenza.

E il viaggio che va fatto almeno una volta nella vita ci porta in Austria, non così distante da Salisburgo. È qui, infatti, che tra le alte vette si possono ammirare le Eisriesenwelt, ovvero le più grandi grotti carsiche con formazioni di ghiaccio al mondo.

Avventurarsi al loro interno significa poter ammirare un mondo di ghiaccio custodito nel cuore della mpntagna, dove il freddo ha plasmato quelle che possono – a tutti gli effetti – essere considerate opere d’arte.

Un mondo segreto e bellissimo, che incanta e stupisce a ogni passo: tutto quello che bisogna conoscere per programmare una visita alle Eisriesenwelt.

Alla scoperta delle Eisriesenwelt, le spettacolari grotte carsiche

Un sistema di grotte che si dipana per tantissimi chilometri, unico nel suo genere, modellato dai corsi d’acqua che scorrevano tra le rocce milioni di anni fa e che poi hanno lasciato spazio al freddo e affascinante ghiaccio. Siamo vicini a Wefren, piccolo paese austriaco che custodisce bellezze. Infatti, oltre alle Eisriesenwelt (che si può tradurre con mondo dei giganti di ghiaccio) vi è la fortezza di Hohenwerfen, che domina il paesaggio circostante e che è stata realizzata tra il 1075 e il 1078, e il Castel Blühnbach databile intorno al XV secolo.

È qui che si trova questo tesoro segreto custodito dalla montagna, un mondo dei giganti di ghiaccio che si estende per circa 42 chilometri, di cui solo il primo può essere visitato da chi si reca fino a lì.

Ci si arriva prima con una funivia, poi per un tratto a piedi, per poi immergersi all’interno di uno scrigno di bellezza con tantissimi tesori da scoprire. Un viaggio che vale la pena, perché si ottengono in cambio un paesaggio da favola e un mondo cesellato dalla mano della natura.

Eisriesenwelt, tutto su queste grotte magiche

Era il 1879 ed è stato allora che il naturalista salisburghese Anton von Posselt-Czorich è entrato per circa 200 metri in una grotta e ha scoperto in maniera ufficiale le Eisriesenwelt. Un tesoro meraviglioso che, con il passare del tempo, le esplorazioni hanno svelato e se, per un certo periodo di tempo si arrivava qui solamente a piedi, successivamente è stata realizzata la funivia.

Il labirinto di grotte si sviluppa per circa 40 chilometri e la sua formazione è avvenuta nel tempo, basti pensare che le prime fessure possono essere datate intorno ai 100 milioni di anni fa. Per questa ragione questo sito è affascinante non solo per la sua bellezza ma anche per la sua storia.

Ed entrare qui significa poter ammirare le magnifiche formazioni di ghiaccio che vanno a comporre una vera e propria galleria d’arte celata dalla montagna e visibile solo a chi si avventura fino a qui.

Il percorso e l'ingresso alle grotte Eisriesenwelt

Fonte: iStock

Il percorso a piedi e l’ingresso alle grotte Eisriesenwelt

Come arrivare e come organizzare una visita

Questo luogo meraviglioso in Austria si trova a circa 50 chilometri da Salisburgo, meta di grande bellezza e fascino per le sue architetture straordinarie e barocche, per la musica e per il paesaggio in cui è incastonata.

A poca distanza si trova il sistema di grotte Eisriesenwelt, in cui i visitatori esplorano sale, stretti passaggi e formazioni di ghiaccio straordinarie e di diverse dimensioni. Per arrivare si deve salire su una funivia, che in tre minuti porta all’inizio di un percorso a piedi di circa 20 minuti, grazie al quale si raggiunge l’ingresso della grotta posto a 1641 metri d’altitudine. La visita ha una durata di circa un’ora (70 minuti per l’esattezza) e le aperture sono stagionali. Ad esempio, per il 2025, è bene sapere che sarà accessibile dal primo maggio e fino al 31 ottobre. La funivia è aperta dalle 8,45 alle 15,20, mentre la grotta lo è dalle 9,30 alle 14,45 con visita guidata.

Ci sono alcune cose importanti da sapere per prepararsi alla visita, la prima è che la temperatura (anche in estate) è al di sotto dello zero, quindi, è bene raggiungere le Eisriesenwelt con un abbigliamento consono: scarpe robuste e vestiti pesanti. Sul sito ufficiale viene segnalato che si tratta di un’escursione piuttosto faticosa dal momento che si superano 134 metri di dislivello, ma che ogni possibile difficoltà verrà ripagata dalla bellezza dell’ambiente che si andrà a esplorare.

Eisriesenwelt, un tratto del percorso per arrivare

Fonte: iStock

Eisriesenwelt: un tratto del percorso per arrivare

Se poi si ha la fortuna di raggiungere le grotte durante una giornata di bel tempo il panorama è ancora più stupefacente.

Arrivare alla partenza della funivia partendo da Wefren è piuttosto semplice, la distanza è di soli cinque chilometri e vi è un parcheggio accanto al centro visitatori, per chi desidera è disponibile anche un servizio navetta.

Dal centro visitatori, poi, si procede con la salita in funivia, che ha una durata di tre minuti circa, e poi si percorre un sentiero in ghiaia per circa venti minuti fino a quando non ci si immerge nel cuore della montagna alla scoperta delle Eisriesenwelt.

Come detto, anche qui ci sarà da camminare (basti sapere che si arriva al punto più alto della grotta percorrendo 700 gradini), ma ogni passo sarà ripagato con scorci indimenticabili. In totale, ci vogliono circa tre ore di tempo per vivere pienamente questa esperienza, tra partenza e ritorno, ed è consigliato l’acquisto online del biglietto, selezionando una fascia oraria, quella in cui sarà necessario accedere al centro visitatori e partire alla volta delle grotte. Non è possibile fare foto o filmati.

Un mondo scintillante, fatto di sculture di ghiaccio, ci aspetta e si trova dentro una montagna in Austria. Benvenuti a Eisriesenwelt.

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Il Fort Boyard diventa un’attrazione turistica: deve essere salvato

Molti sentendo il nome di Fort Boyard ricorderanno il celebre show televisivo ma oggi la fortezza sognata dal Re Sole è in pericolo: per poterla preservare sono necessari 37 milioni di euro per intervenire con un’opera di restauro. La struttura, immaginata da Luigi XIV ma portata a compimento solo due secoli più tardi da Napoleone, è l’icona di un’impresa umana che ha voluto sfidare la potenza dell’Atlantico. A renderla famosa ai più è stato un programma televisivo che ha raggiunto ben 40 Paesi.

Alla scoperta di Fort Boyard

Fort Boyard viene nominato in prima battuta dal Re Sole che lo desiderava tanto. Un sogno incompiuto però, che ha visto i suoi natali solo alcuni anni più tardi grazie a Napoleone Bonaparte che lo ha costruito per proteggere la costa. L’imponente costruzione nata come fortezza militare è stata poi utilizzata come icona di un programma TV ma oggi ha bisogno di interventi di restauro importanti. Si trova proprio tra le due isolette di Oléron e Aix e sembra quasi spuntare dalle acque con una struttura austera e pareti stondate arricchite da pochissime aperture: dopotutto si trattava di un’opera militare e doveva essere inespugnabile.

Fort Boyard protagonista in TV

È stato dichiarato ufficialmente monumento nazionale negli anni Cinquanta, ma oggi Fort Boyard si può ammirare solamente dal mare con il suo inconfondibile profilo, oppure dall’alto attraverso alcune escursioni in elicottero. Nessuno ha modo di visitarlo, o almeno per il momento, poiché i piani prevedono anche la possibilità di riaprire al pubblico in piccoli gruppi. La fama dell’opera architettonica si deve all’omonimo programma TV lanciato in Francia nel 1990 e che ha contato nel tempo oltre 1500 episodi. Trasmesso poi tra Regno Unito, Canada e altri 40 Paesi ha persino avuto un tentativo di adattamento in Italia sotto la conduzione di Paolo Bonolis ma senza successo. Il gioco prevedeva la sfida tra squadre: i concorrenti affrontavano enigmi, giochi di strategie e prove fisiche racimolando punti per poi conquistare il tesoro custodito proprio all’interno del forte.

Il piano per salvarlo e trasformarlo in un’attrazione turistica

Cosa è stato pensato per salvarlo? È partita ufficialmente una raccolta fondi per intervenire a tutela di Fort Boyard. L’opera che ha sfidato l’Oceano Atlantico con coraggio in un tratto selvaggio che si estende dal confine con la Spagna fino alle punte del Pointe du Van e del Pointe du Raz in Bretagna a largo delle coste tra Bordeaux e Brest.

A parlare in una nota ufficiale è Ghislaine Guillen, codirettrice del progetto “Save Fort Boyard” e rappresentante del consiglio dipartimentale. La sua voce ha evidenziato la necessità di 36,6 milioni di euro per portare a termine i lavori di restauro di cui tre quarti hanno già una copertura garantita dal finanziamento da parte della Charente Marittima. Mancano all’appello 9 milioni di euro che si spera di raggiungere attraverso donazioni pubbliche e private.

I lavori includono la messa in sicurezza della struttura e hanno come obiettivo accogliere piccoli gruppi di visitatori. Il tempo della ristrutturazione potrebbe comprendere diversi anni, portando a termine il tutto entro il 2028. Se si dovesse superare il tetto minimo tramite raccolta fondi, i soldi verranno investiti per consolidare le pietre e riparare le crepe.