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Venezia tra lusso e romanticismo: la città delle gondole scelta da Jeff Bezos per le sue nozze

Carnevale e Festival del Cinema animano la città ma ora nella Serenissima è atteso uno degli eventi dell’anno più glamour: Jeff Bezos si sposa e ha scelto proprio Venezia come location del ricevimento invitando tantissimi VIP che animeranno la città. La location sulla laguna ospiterà tra il 24 e il 26 giugno le nozze dell’anno tra il multimiliardario e Lauren Sanchez.

La laguna di Venezia è la location del matrimonio romantico di Bezos

Luogo principale del matrimonio? La laguna di Venezia: proprio qui sarà ormeggiato lo yacht da 500 milioni di dollari sopra cui si svolgeranno i festeggiamenti che dureranno tre giorni. Nonostante si tratti di una location oggettivamente da sogno, le regole sulle grandi navi hanno costretto gli sposini a trovare delle alternative per non avvicinarsi troppo alla storica piazza San Marco. Insomma, lo yacht di Bezos supera le tonnellate previste per le imbarcazioni e dunque non potrà avvicinarsi al suggestivo Canal Grande. Sono stati quindi prenotati hotel luxury direttamente sul Canal Grande per poter ospitare la coppia innamorata e tutti i suoi invitati, così da poter vivere il centro storico di Venezia al massimo.

Le prenotazioni riguarderebbero anche numerosi taxi d’acqua, in modo da permettere il regolare spostamento dei VIP in laguna. L’amministrazione comunale ha già tranquillizzato cittadini e turisti che la visita della città non sarà preclusa e che saranno disponibili mezzi pubblici per potersi muovere agilmente in laguna. La città non è la prima volta che ospita eventi di questo genere: basti pensare che anche Clooney che circa una decina d’anni fa ha scelto proprio la romanticissima città per le sue nozze con Amal. Le sue calli strette, i ponti che si specchiano nei canali e le gondole che scivolano silenziose creano un’atmosfera magica, perfetta per una dichiarazione d’amore o un matrimonio da favola.

L’isola di San Giorgio Maggiore è la location della cerimonia

Alcune indiscrezioni, attualmente non confermate, hanno svelato che una possibile location per la cerimonia in cui i due innamorati potrebbero giurarsi fedeltà sia l’isola di San Giorgio su cui spicca una chiesa dal fascino unico e con un chiostro romantico. Uno dei motivi per cui è data per papabile? La garanzia di privacy e sicurezza che potrebbe offrire alla coppia. Dista appena quattrocento metri da piazza San Marco e spicca proprio per la chiesetta progettata nel 1565 da Palladio. Una storia romantica riguarda il piccolo territorio oggi dominato dalla basilica al cui interno sono custoditi tesori come quelli dipinti dal Tintoretto.

Il chiostro adiacente, con i suoi portici eleganti e il giardino curato, offre un angolo di pace perfetto per momenti di riflessione o per un romantico scambio di promesse. Se la scelta ricadesse davvero su questa incantevole isola, la cerimonia assumerebbe un carattere esclusivo e raffinato, immerso in una cornice storica e artistica di inestimabile valore, capace di rendere l’evento ancora più memorabile.

Venezia non sarà blindata per l’evento

Nonostante alcuni rumors ne parlassero, Bezos non ha richiesto una chiusura della città e comunque l’amministrazione comunale non l’ha concessa. La bellissima località turistica nel weekend dedicato sarà comunque visitabile dai viaggiatori che desiderano scoprire le bellezze del capoluogo simbolo di romanticismo e amato in tutto il mondo.

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Ponte 25 aprile – 1 maggio 2025 al caldo e al mare, le destinazioni da non perdere

Nel 2025 il 25 aprile cade di venerdì, mentre l’1 maggio di giovedì: quest’anno è davvero possibile approfittare di un lungo ponte, da sfruttare magari per un interessante viaggetto. Se il vostro desiderio è quello di utilizzare questi giorni per andare al mare e al caldo, la buona notizia è che ci sono tante destinazioni da poter raggiungere. Ma quale scegliere, e perché? A rispondere a queste domande ci abbiamo pensato noi di SiViaggia.

Abu Dhabi, fascino moderno, tradizione e spiagge

Abu Dhabi, Capitale degli Emirati Arabi Uniti, tra il 25 aprile e l’1 maggio offre temperature medie che si aggirano intorno ai 26°C, con massime di circa 33°C e minime intorno ai 23°C. In sostanza da queste parti è piena estate, e la buona notizia è che, oltre al caldo, c’è anche il mare: la città si affaccia sul Golfo Persico, che a sua volta vanta splendide spiagge, isole e acque cristalline.

Parliamo perciò di una destinazione perfetta da scoprire durante il ponte in arrivo, anche perché è in grado di unire il fascino moderno con la tradizione araba: la sua architettura futuristica si mescola perfettamente con luoghi pregni di cultura, come la Moschea Sheikh Zayed che è una delle più grandi e splendide al mondo.

Tra le spiagge da non perdere segnaliamo:

  • Corniche Beach: sabbia bianca e mare turchese che catapultano direttamente in un sogno;
  • Saadiyat Beach: naturale e incontaminata, può regalare grandi soddisfazioni perché consente persino di avvistare delfini e tartarughe;
  • Yas Beach: il paradiso per coloro che vogliono dedicarsi al relax o agli sport acquatici.
Abu Dhabi, ponte

Fonte: iStock

Veduta della bellissima Abu Dhabi

Gran Canaria, l’isola più calda dell’arcipelago

Le Isole Canarie sono famose in tutto il mondo non solo per la loro bellezza paesaggistica, ma anche perché offrono un clima mite durante tutto l’anno. Ma qual è l’isola più calda e in cui, durante il ponte del 25 aprile – 1 maggio, è possibile trovare temperature (quasi) estive? La risposta è molto semplice: generalmente è Gran Canaria, e in particolare la parte meridionale dell’isola, come Maspalomas e Playa del Inglés, dove le temperature possono arrivare fino a 25°C (o anche più elevate).

Maspalomas offre una meravigliosa combinazione di spettacoli della natura, spiagge in cui rilassarsi a dovere e persino un’ampia gamma di servizi per i turisti. È proprio da queste parti, per esempio, che prende vita una delle spiagge più famose dell’arcipelago, la Playa de Maspalomas, lunga circa 6 km e con dune che possono arrivare fino a 10 metri di altezza.

Playa del Inglés, dal canto suo, è perfetta per chi è in cerca di svago e divertimento, oltre che per la sua sabbia dorata e il mare cristallino su cui si affacciano tantissimi locali, come bar, discoteche e club ideali anche per i giovani.

Muscat, la “bollente” Capitale dell’Oman

Muscat è una delle città più antiche della penisola araba e anche l’affascinante Capitale del Sultanato dell’Oman. Il viaggiatore che la sceglie come sua destinazione ha l’opportunità di conoscere un luogo che presenta un vero e proprio mix tra tradizione e modernità, ma anche un clima estivo: le temperature medie del periodo si aggirano intorno ai 35°C, con massime che possono raggiungere i 39°C e minime intorno ai 25°C.

In Oman si ha quindi l’occasione di sperimentare “in anticipo” la bella stagione, mentre si visitano meraviglie come:

  • La Grande Moschea del Sultano Qaboos: tra le più grandi e imponenti del mondo e caratterizzata da un’incredibile architettura;
  • Forti di Muscat: con una vista panoramica che incanta chiunque;
  • Sultan’s Palace (Al Alam Palace): residenza ufficiale del sultano;
  • Muttrah Corniche: affascinante passeggiata lungo il mare che offre una vista emozionante sul Golfo di Oman.

Questo vuol dire che Muscat, oltre al caldo, regala anche un mare che accarezza spiagge bellissime come, per esempio, Qurum Beach, con sabbia dorata; Al Bustan Beach, tranquilla e con acque limpide; Al Sifah Beach, un po’ più isolata ma con un’eccezionale panorama sulle montagne.

Un sogno chiamato La Digue, perla delle Seychelles

La Digue è una straordinaria isola delle Seychelles che sorge al largo dell’Africa orientale. È un paradiso in Terra, di quelli che si vedono nelle cartoline e in cui si desidera andare almeno una volta nella vita. E allora perché non approfittare del ponte del 25 aprile – 1 maggio? Del resto, da queste parti, in tali giornate le temperature diurne si aggirano intorno ai 31-32°C, mentre le minime notturne sono generalmente sui 25-26°C.

Fare una vacanza in zona è come un sogno che si avvera, poiché parliamo di un lembo di terra ricco di spiagge paradisiache, con una natura incontaminata e angoli che lasciano a bocca aperta persino i più scettici. Ne è un esempio la Spiaggia di Anse Source d’Argen, che colpisce per le sue enormi formazioni di granito e le acque cristalline, nelle quali fare anche snorkeling e immersioni: l’isola è impreziosita da barriere coralline ricche di vita marina.

La Digue, Seychelles

Fonte: iStock

Veduta dall’alto de La Digue

Mauritius, isola incantevole

Infine Mauritius, un’isola che definirla incantevole è quasi riduttivo. Se vi state domandando il perché, ecco la risposta: offre spiagge di sabbia bianca accarezzate da acque turchesi, barriere coralline in cui dedicarsi allo snorkeling e alle immersioni, ma anche un varietà di emozionanti foreste tropicali, cascate e montagne vulcaniche.

Non manca una cultura ricca e variegata, che combina influenze africane, indiane, cinesi e francesi, visibili tanto nelle tradizioni, quanto nella cucina e nell’architettura. E in fatto di temperature? Anche qui non avete assolutamente nulla di cui preoccuparvi, perché questo magnifico angolo di mondo, che si trova est del Madagascar, in questo momento dell’anno offre temperature che vanno da massime intorno ai 26-27°C a minime di circa 20-22°C. Il clima è quindi mite e secco, ideale per esplorare tutte i capolavori che annovera, fare indimenticabili esperienze in mezzo alla natura più autentica e godersi spiagge e mare che di certo non lasciano indifferenti.

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Arte e cultura Città d'Arte Luoghi da film New York Viaggi

Taxi Driver, dove è stato girato il film cult di Martin Scorsese con Robert De Niro

Nel 1976 Martin Scorsese ci ha invitato a salire sul taxi di Travis Bickle per esplorare una New York dai contorni sfumati, spesso notturna e bagnata dalla pioggia, affollata di luci e personaggi con esperienze di vita intense e diverse. Alla guida del taxi che si aggira per le strade illuminate al neon della metropoli americana in cerca di emozioni, un magnetico Robert De Niro, protagonista del film Taxi Driver che è diventato negli anni un cult intramontabile. Al centro la storia di un uomo profondamente solo che sprofonda in una spirale di follia.

Travis Bickle è un ex marine e veterano del Vietnam che soffre di insonnia. Vive a New York dove lavora come tassista notturno mentre cresce dentro di lui la convinzione che la città si sta trasformando in una fogna e bisogna fare qualcosa. L’unico punto luminoso nella sua vita sembra essere Betsy, una collaboratrice della campagna di nomina presidenziale del senatore Charles Palantine. Dopo un incidente Travis crede di dover fare tutto il necessario per rendere il mondo un posto migliore e, intrappolato da una percezione sempre più distorta della realtà, si addentra sempre di più in un mondo di ossessione e disgusto.

De Niro Taxi Driver

Fonte: Ufficio stampa

Robert De Niro in Taxi Driver

Dove è stato girato

Taxi Driver è un inestimabile ritratto espressionista di New York a metà degli anni Settanta, prima che la città subisse una profonda trasformazione e molte delle location del film sono scomparse o attualmente irriconoscibili. L’ufficio taxi a cui l’insonne Travis fa domanda per un lavoro notturno, si trovava sul lato nord della 57th Street, all’11th Avenue ed era ancora in piedi qualche anno fa. Alla fine è caduto vittima della riqualificazione e a metà degli anni Novanta, il Pier 97 Terminal Building sull’11th Avenue, che serviva la Swedish American Line, e la Sopraelevata di West Side che si vede sullo sfondo del film, erano già scomparsi. Il Pier 97, che da allora è stato utilizzato come parcheggio, ora è in fase di sviluppo come area ricreativa. Ma vediamo meglio le varie location del film.

C’era una volta New York

La pornografia, il lavoro sessuale e la droga non sono scomparsi del tutto, ma sono stati allontanati da quello che ora è il centro del turismo della Grande Mela. In Taxi Driver Bickle lascia un cliente in un posto che è rimasto pressoché invariato, l’Hotel Olcott, al 27 West 72nd Street nell’Upper West Side. L’Olcott si trova appena a ovest del Dakota Building e, sebbene ora sia un isolato residenziale, Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon, vi soggiornò brevemente quando era ancora un hotel. Bickle trascorre le sue giornate insonni nei cinema porno. La scena in cui arranca senza meta lungo la strada con una bottiglia di Peach Brandy, è stata girata sull’8th Avenue alla West 47th Street, appena a nord-est di Times Square.

La sua destinazione è lo spettacolo dal vivo Show and Tell e i film XXX, che si trovavano un po’ più avanti, al 735 Eighth Avenue. Il cinema, insieme ai suoi vicini, è stato sostituito dal nuovo e alla moda Riu Plaza New York Times Square Hotel. La ragazza di Show and Tell, che dà filo da torcere a Bickle, era più accomodante nella vita reale. È Diahnne Abbott, che poi sposò De Niro. Le goffe ma intriganti avances di Bickle ottengono però una migliore accoglienza da Betsy (Cybill Shepherd), ai suoi occhi l’ideale di femminilità incontaminata, che lavora nel quartier generale della campagna per far eleggere presidente Charles Palantine.ù

Lyric Theatre

Fonte: iStock

Lyric Theatre di New York

L’ufficio della campagna è un altro luogo perduto. È stato sostituito dal Bank of America Financial Center, all’angolo sud-est di Broadway e, da Sesame Street (che in realtà è un tratto di West 63rd Street). Si può ancora riconoscere l’impronta distintiva dell’edificio. Cauta ma affascinata, Betsy incontra Bickle per un caffè e una torta in quello che era il Charles Coffee Shop, ora riqualificato come filiale della farmacia Duane Reade, 4 Columbus Circle all’angolo tra l’8th Avenue e la 58th Street, con quella vista sulla colonna di Cristoforo Colombo. Le riprese notturne offrono uno scorcio del vecchio e notoriamente malfamato Terminal Bar, 8th Avenue all’angolo nord-est di West 41st Street, che prende il nome dalla sua posizione di fronte al Port Authority Bus Terminal.

Il Terminal chiuse nel 1982 e l’isolato è stato riqualificato come New York Times Building. Il bar aperto tutta la notte nella commedia dark di Scorsese del 1985 Fuori Orario avrebbe dovuto essere il Terminal, e così l’Emerald Pub a SoHo (che ora ha chiuso) lo ha sostituito. A nord, sulla Columbus Avenue alla West 89th Street, il taxi di Bickle viene attaccato da una banda di giovani. È un’altra zona dall’aspetto poco raccomandabile che nel frattempo è stata riqualificata. Bickle, ingenuamente, porta Betsy a vedere un film al Lyric Theater, che proietta Sometime Sweet Susan (anche se il film che in realtà guardano è il controverso film svedese Language of Love). Sorprendentemente, l’ornato Lyric Theatre, 214 West 43rd Street, è ancora in attività, anche se ora è un vero e proprio teatro dal vivo.

5th avenue New York

Fonte: iStock

La 5th avenue di New York

L’inorridita Betsy se ne va furibonda e la relazione sbocciata finisce bruscamente. La telefonata disperatamente supplicante di Bickle a Betsy costituisce una delle sequenze emotivamente più dolorose del film, mentre la telecamera di Scorsese si allontana silenziosamente dalla straziante conversazione. Stranamente, quel telefono pubblico si trova all’ingresso dell’ufficio di West 53rd Street dell’Ed Sullivan Theater, 1697 Broadway, sede del The Late Show con Stephen Colbert. La sequenza successiva è inquietante in un modo completamente diverso. Inizia in modo abbastanza diretto quando Bickle prende un cliente fuori dal McAnn’s Bar, che si trovava al 692 Third Avenue sulla East 43rd Street, New York.

Quando arrivano a destinazione, il cliente vuole solo sedersi e parlare…un flusso infinito di misoginia e odio. Il passeggero turbato avrebbe dovuto essere interpretato da George Memmoli, ma quando si è ritirato per malattia, Scorsese ha assunto lui stesso la parte. Il condominio in cui l’uomo fissa la donna alla finestra è il Tudor City Place in East 41st Street, un complesso residenziale a solo un paio di isolati a est di McAnn’s. Tudor City appare anche in Splash!, Scarface e The Bourne Ultimatum, oltre a diventare la residenza di Norman Osborne/Goblin nei film di Spider-Man di Sam Raimi.

Il ritrovo dei tassisti dove Bickle confida di avere “cattive idee” era la Belmore Cafeteria, che si trovava su Park Avenue South alla 28th Street. Era un vero bar aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che è scomparso da tempo. Lo si può intravedere di nuovo nell’originale del 1974 Il Colpo della Metropolitana – Un ostaggio al minuto. Mentre un piano terribile inizia a prendere forma, Bickle viene prelevato da un taxi, per incontrare Easy Andy, un “commesso viaggiatore”, all’angolo nord-occidentale della Fifth Avenue alla 19th Street. La stanza d’albergo in cui Andy presenta con entusiasmo a Bickle un’allettante serie di armi si trova dall’altra parte dell’East River rispetto a Manhattan. È l’87 Columbia Heights, Brooklyn, con vista sulla Brooklyn Queens Expressway e sul ponte di Brooklyn.

Jodie Foster Taxi Driver

Fonte: Ufficio Stampa

Jodie Foster in una scena di Taxi Driver

Sempre a Brooklyn c’è il raduno di Palantine dove Bickle chiacchiera con l’imperscrutabile agente dei servizi segreti. Questo è Pineapple Walk su Cadman Plaza West, di fronte al Cadman Plaza Park, vicino alla stazione di Clark Street. Armato e frustrato, Bickle ha la sua opportunità di agire quando scopre che il suo supermercato locale è minacciato. Il “supermercato R&M”, dove spara al potenziale rapinatore, è al 546 Columbus Avenue, nell’Upper West Side, a soli tre isolati a sud di dove il suo taxi è stato colpito dalle uova. Iniziando a fissarsi sul senatore Palantine, si è spostato mentre è seduto oziosamente nel suo taxi a guardare un altro raduno, tenutosi sulla Settima Avenue alla 38a Strada.

Un “nuovo capitolo” inizia quando Bickle trova un’altra innocente donna su cui fissarsi. Vede la giovane Iris (Jodie Foster) e la sua amica camminare oltre il Variety Theatre che è scomparso da tempo. Sono chiaramente utilizzate per prostituzione e le segue sulla East 13th Street nell’East Village. Bickle si ingrazia il pappone di Iris, Matthew/Sport (Harvey Keitel) che bazzica sulla porta del 204 East 13th Street. Un po’ più avanti, al 226 East 13th Street, tra la Second e la Third Avenue, c’è il decrepito hotel in cui Iris dovrebbe fornire servizi ai clienti paganti, ma dove Bickle vuole solo parlare con lei. Ovviamente, ora è una casa privata elegante.

Verso il finale Bickle si presenta sfoggiando un mohawk, con l’intenzione di assassinare Palantine al grande raduno tenutosi a Columbus Circle all’angolo sud-occidentale di Central Park. Diversi mesi dopo Travis incontra di nuovo Betsy quando la va a prendere fuori dal St Regis Hotel, 2 East 55th Street sulla Fifth Avenue. Il venerabile hotel, aperto da John Jacob Astor nel 1904, è presente anche in Il Padrino, Radio Days di Woody Allen e Hannah e le sue sorelle, Il diavolo veste Prada e Il club delle prime mogli.

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Cala Azzurra di Favignana, una piscina naturale di immensa bellezza da scoprire

Siamo in un territorio dove il tempo è sospeso nel tempo, dove si lascia spazio all’azzurro nelle sue mille declinazioni: il mare non si limita a lambire la costa, ma la scolpisce, la illumina, la trasforma in una tela cangiante di turchese e smeraldo. Siamo a Favignana in Sicilia, precisamente in una delle sue spiagge più belle, ovvero Cala Azzurra, dove l’acqua così trasparente da sembrare irreale, svela ogni piega del fondale sabbioso; le scogliere, levigate dal vento e dalla salsedine, proteggono questa sorta di piscina naturale. Ecco come arrivare a Cala Azzurra e cosa vedere.

Cala Azzurra di Favignana, come arrivare

Non è solo una delle spiagge più belle della Sicilia, ma dell’Italia, se non del mondo: ogni angolo di questo posto è più unico che raro. A rendere tanto caratteristica quanto riconoscibile il posto troviamo naturalmente l’acqua cristallina, così come il fondale sabbioso, di colore bianco, dove è persino possibile osservare dei riflessi rosa. Contrariamente ad altri scorci della Sicilia, Cala Azzurra ha mantenuto la sua identità nel tempo, rimanendo “meravigliosamente” selvaggia.

Cosa fare a Cala Azzurra di Favignana

Fonte: Getty Images

Uno scorcio di Cala Azzurra di Favignana

Favignana è l’isola più grande dell’Arcipelago delle Egadi, e Cala Azzurra si trova precisamente nella zona est. Possiamo raggiungere Favignana con il traghetto, ma sull’isola non si trova facilmente parcheggio e in generale non è facile muoversi al suo interno durante il periodo dell’alta stagione. Possiamo comunque girarla a piedi o in bicicletta. Per raggiungere Cala Azzurra (che è contrapposta a Cala Rossa essendo nella zona nord-orientale), possiamo seguire le indicazioni per Punta Fanfalo e poi quelle per Punta Marsala. Si trova, dunque, sulla costa sud-orientale di Favignana, a circa 5 km dal centro. La zona è comunque ben segnalata, ci si può accedere facilmente.

Cala Azzurra di Favignana, cosa fare e cosa vedere

In virtù del suo fondale, è una meta gradita da tutti, incluse le famiglie in viaggio con bambini. Inoltre, è a dir poco perfetta sia per chi ama nuotare quanto per gli appassionati di sport acquatici come lo snorkeling. O magari solo per prendere la tintarella in una cornice da favola. Cala Azzurra si compone di due spiagge, entrambe abbastanza piccoline, che sono separate dagli scogli: per il resto, la fitta vegetazione fa da sfondo.

L’acqua è di un azzurro intenso, declinato davvero in mille tonalità: tra l’altro segnaliamo che il mare è spesso calmo, e il fondale rimane basso anche a distanza dalla riva. La Sicilia è famosissima per il vento, ma la posizione di Cala Azzurra è davvero privilegiata, quindi rimane in qualche modo “protetta”: la brezza, tuttavia, solletica la pelle e dona un minimo di rinfresco durante l’estate, che sa essere anche severa con le temperature.

Non è una spiaggia attrezzata, quindi non c’è molto da fare sul posto, o almeno: siamo di fronte a una sorta di piscina naturale. Possiamo fare il bagno, prendere la tintarella, passeggiare e goderci questo magnifico panorama. Nelle vicinanze, tuttavia, è presente un bar vicino al parcheggio, dove poter prendere il pranzo, come i classici panini conditi alla siciliana. Ideali per ricaricare le energie dopo aver nuotato in una distesa di azzurro infinita. Il plus? La possibilità di spalmare l’argilla presente in una vena tra le rocce a destra: una coccola beauty dopo un tuffo nel mare.

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French Quarter a New Orleans, dove tutto è (davvero) possibile: cosa vedere

Conosciuto anche con il nome di Vieux Carré, il French Quarter (o Quartiere Francese) a New Orleans, negli Stati Uniti, è il quartiere più antico della città. Sappiamo che New Orleans è stata fondata nel 1718: la città si è sviluppata proprio intorno a questa zona, che era rinomata con il termine di “Vecchia Piazza”. Il nome rievoca tutt’oggi la storia di questo magnifico luogo in cui si susseguono luci al neon, bar e locali, ma anche attrazioni che meritano di certo una visita. Ecco dunque cosa vedere a New Orleans.

French Quarter a New Orleans, informazioni utili

La tradizionale architettura di New Orlenas

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La tradizionale architettura di New Orlenas

Prima di strutturare insieme l’itinerario di cose da vedere a New Orleans e in particolare, abbiamo pensato di dare qualche informazione utile sul Quartiere Francese, tappa imperdibile e fissa di ogni turista che programma una visita qui. La prima cosa da sapere è che la maggior parte degli edifici storici presenti sono stati costruiti alla fine del XVIII secolo. Tra i quartieri adiacenti troviamo Faubourg Marigny a est e Iberville e Tremé a nord.

Questo angolo è il cuore della città: ci troviamo vicino alla foce del fiume Mississippi. Il quartiere è a forma di rettangolo e si sviluppa su due strade maestre, ovvero la famosissima Bourbon Street e Orleans Street, che culmina in Jackson Square, dove è possibile vedere la Cattedrale di St Louis. Un po’ come Roma, tutte le strade di New Orleans portano al Quartiere Francese. Lo possiamo raggiungere facilmente con la fermata principale del tram Toulouse della linea 49. In alternativa, possiamo fermarci al Canal at Bourbon.

Bourbon Street

Bourbon Street è il cuore pulsante di New Orleans, una strada iconica nel Quartiere Francese. La conosciamo per la sua atmosfera vivace, per il jazz dal vivo e i cocktail fino a notte fonda, ma anche per essere un esempio dell’architettura coloniale affascinante. Possiamo davvero scoprirne l’anima: di giorno affascina con il suo charme storico, di notte si trasforma in un’esplosione di luci, energia e pura joie de vivre.

Bourbon Street

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Uno scorcio di Bourbon Street

Oggi questa strada è di certo il fulcro della movida serale, e c’è un motivo: nel Novecento, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50, offriva degli spettacoli di striptease, ma non solo, poiché le persone qui venivano in cerca di intrattenimento musicale, di locali in cui ascoltare musica jazz, di cocktail da bere fino a tardi divertendosi insieme. Oggi questa via ha subito una sorta di trasformazione rispetto al passato ed è dunque un punto di riferimento per chi ha scelto di trascorrere le vacanze a New Orleans per la vivace e mai noiosa vita notturna.

Jackson Square

Non possiamo parlare di New Orleans senza menzionare Jackson Square, che si trova proprio a pochi passi dalla sponda del Mississippi River. Si tratta di un vero e proprio parco che è stato dichiarato monumento storico nazionale. Il motivo è presto spiegato: siamo in un luogo storico per gli Stati Uniti, in quanto qui è stata firmata l’acquisizione della Louisiana. Rispetto ad altri angoli della città, qui è davvero possibile riscoprire il legame tra New Orleans e la Francia, in quanto è stata progettata sul modello di Place des Vosges, ovvero la piazza più antica di Parigi. Jackson Square un tempo si chiamava Place des Armes. Da non perdere, infine, la statua equestre di Andrew Jackson.

St. Louis Cathedral

La cattedrale di Saint Louis, che si trova a New Orleans, è stata realizzata tra il 1789 e il 1794. Ad oggi è tra le cattedrali più antiche esistenti negli Stati Uniti. È stata fatta in seguito una piccola aggiunta, ovvero la torre centrale con l’orologio e la campana: nel 1850 è stato inoltre previsto un ampliamento della chiesa e, purtroppo, il campanile è crollato durante i lavori. In seguito è stato ricostruito. Nel 1964, Paolo VI l’ha elevata a basilica minore.

Louisiana State Museum

Il Louisiana State Museum è stato fondato nel 1906 ed è un vero e proprio sistema statale di monumenti storici nazionali: al suo interno troviamo una vastissima collezione di manufatti e di opere d’arte che possono raccontarci la diversità culturale e l’identità della Louisiana. In ambito culturale, questo museo propone diverse iniziative da non perdere per scoprire la storia del paese.

New Orleans Jazz Museum

Il jazz è nato a New Orleans e con il New Orleans Jazz Museum si cerca dunque di celebrare la storia di questo genere musicale attraverso programmi educativi, spettacoli musicali coinvolgenti e persino mostre interattive e dinamiche. Per chi ama il jazz, è un’occasione da non perdere in alcun modo.

French Market Aperto

Aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00, compresi i giorni festivi, il French Market District è composto da vari negozi. Le attività del mercato francese includono non solo il mercato delle pulci, ma anche quello degli agricoltori con ristoranti e bar all’aperto dove fermarsi ad assaggiare il cibo tipico del posto. Parliamo dunque di un luogo che ha più di 200 anni, in quanto il primo mercato francese è stato aperto nel 1791 ed è fonte di orgoglio per la comunità.

Pontalba Buildings

Parliamo degli edifici che vanno a formare due lati di Jackson Square nel French Quarter di New Orleans: realizzati in mattoni rossi e costruiti alla fine del 1840 dalla Baronessa Micaela Almonester Pontalba. Al piano terra si trovano negozi e ristoranti, mentre ai piani superiori ci sono appartamenti che sono tra i più antichi negli Stati Uniti. Osservare questa struttura è un’occasione unica, considerando che, prima di tutto, siamo di fronte a un monumento storico nazionale, dichiarato nel 1974, ma questi edifici sono stati spesso anche presenti nei romanzi e nei film, in quanto famosissimi, uno dei simboli dell’architettura di New Orleans.

Vicolo dei Pirati

Infine, è impossibile lasciare New Orleans senza aver visitato il Vicolo dei Pirati, o Pirate Alley, che è tutt’oggi circondato da tantissime leggende e tradizioni, molte delle quali, a dire il vero, false. In passato c’era chi diceva fosse un rifugio per pirati: fino alla metà degli anni ’60 è stato conosciuto con il nome di Orléans Alley. Un altro dei suoi tratti caratteristici? La bellezza di Pirate Alley cambia in base alle stagioni (New Orleans è nota per il suo clima e le temperature alte in estate): soleggiata e cordiale, o spettrale e nuvolosa!

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Huangshan, montagna incredibile: le nuvole danzano tra pini millenari

Nel cuore della provincia cinese di Anhui si erge una montagna che sembra nata dai sogni. Il suo nome è Huangshan, e per i cinesi è “la montagna strana numero uno”, un luogo che sfida la logica e conquista il cuore. Le sue vette di granito si innalzano come dita verso il cielo, accarezzate da una nebbia danzante che sembra viva, e le nuvole non si limitano a passare: fluttuano, si avvolgono ai pini millenari, si fondono con le rocce in una coreografia che lascia senza fiato.

Un simile e straordinario paesaggio ha guadagnato a Huangshan l’onore di essere inserita tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Ed è davvero difficile trovare un altro luogo che possa vantare la stessa combinazione di poesia naturale e potenza geologica.
Le montagne si estendono su una superficie di 1200 chilometri quadrati e raggiungono la loro vetta massima al Picco del Loto, che svetta a 1864 metri. Il clima monsonico subtropicale regala atmosfere cangianti, mentre la flora (con oltre 1400 specie) e la fauna, ricca di centinaia di specie selvatiche, rendono questo paradiso terrestre un rifugio di biodiversità e vibrante bellezza.

Huangshan è un’esperienza mistica e chiunque rimane ammaliato dalle sue “cinque meraviglie”: le forme uniche dei suoi pini, le rocce scolpite dal tempo, il Mare di Nuvole, le sorgenti termali e la neve che a volte dipinge i paesaggi come in una fiaba invernale. Ma il viaggio inizia davvero quando ci si addentra tra le cascate, le vette leggendarie e gli alberi che sembrano provenire da un dipinto antico.

Le maestose tre cascate

Il suono dell’acqua che cade rompe il silenzio della montagna e accompagna il cammino del viaggiatore in un concerto naturale che risveglia i sensi. Le cascate di Huangshan non sono semplici corsi d’acqua, ma opere d’arte scolpite nella roccia, ognuna con il proprio ritmo e la propria anima.

La Cascata Jiulong, la più maestosa tra tutte, scende in nove livelli successivi, creando un effetto scenografico che lascia incantati. Ogni salto dà vita a una piscina naturale, in cui la luce si rifrange e danza come se anche l’acqua volesse partecipare al gioco eterno delle nuvole.

Diversa ma altrettanto affascinante è la Cascata Renzi, conosciuta anche come Double Dragon per la sua forma a Y. Qui, l’acqua si biforca come due draghi che scendono dalle montagne, sfidando la gravità e accarezzando le pareti di pietra in una discesa fluida e potente.

Infine, la Cascata Baizhang incarna l’essenza del salto vertiginoso. L’acqua si getta nel vuoto con forza e grazia e ricrea un’atmosfera di energia e stupore. È uno spettacolo che cattura il respiro, una discesa che sembra voler toccare le profondità della terra per poi risalire nei sogni di chi osserva.

Le vette millenarie

Monti Huangshan

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Straordinari Monti Huangshan

Ogni cima di Huangshan ha un nome, un volto e una leggenda. Non sono soltanto rilievi geografici, ma presenze vive che raccontano storie e offrono visioni. Scalare le vette è un atto di contemplazione, un dialogo intimo tra essere umano e natura.

Il Picco Tian Du regala vedute che si aprono come ventagli sulla catena meridionale. Qui si ha la sensazione di dominare il mondo, mentre il vento porta con sé antichi sussurri.

Il Picco del Loto, il più alto, richiede impegno per essere raggiunto, ma una volta in cima la sua forma che richiama i petali di un fiore sacro apre il cuore alla meraviglia. Il percorso è ripido, ma la ricompensa è un paesaggio che resta scolpito nella memoria.

Il Vertice Luminoso, con le sue zone pianeggianti, è il luogo ideale per fermarsi ad ammirare il sorgere o il calare del sole. Le luci dorate accarezzano le rocce e le trasformano in sculture viventi.

Il Picco Aoyu evoca leggende antiche: la sagoma ricorda una tartaruga gigante che porta tesori sul dorso, quasi a voler proteggere la ricchezza spirituale del territorio.

Il Picco del Leone è famoso per la vista dell’alba, ma soprattutto per il Monkey Watching the Sea: una formazione rocciosa che, da un certo punto di vista, mostra una scimmia seduta, assorta a osservare il Mare di Nuvole. È uno degli scorci più fotografati, e non c’è da stupirsi: la pietra si fa creatura, e lo sguardo del primate diventa il nostro.

Suggestiva anche la Roccia Volante, in equilibrio precario su una piattaforma stretta, come se fosse caduta dal cielo e si fosse posata lì, sospesa tra il possibile e l’impossibile.

E se si cerca una sfida, la Scala delle Nuvole dei Cento Gradini è pronta a mettere alla prova. Duecento gradini incisi nella montagna conducono verso l’alto, tra paesaggi di un sogno taoista.

I famosi pini di Huangshan

Non si può parlare di Huangshan, tappa imperdibile di un viaggio in Cina, senza citare i suoi dieci pini. Alberi antichi, solitari, nati in luoghi impensabili, sospesi tra il cielo e l’abisso. Crescono dalla roccia, sfidano il vento e abbracciano le nuvole.

Il più noto è il Pino di Benvenuto per gli Ospiti, dai rami allungati che sembrano accogliere il visitatore in un gesto di saluto. È un’icona di ospitalità, un “albero che sorride” con le braccia aperte. Il Pino d’Addio, al contrario, rappresenta il distacco: anch’esso con rami distesi, ma rivolti altrove, come se accompagnasse l’ospite sulla via del ritorno.

Tra i più poetici c’è poi il Pino di Putuang, che con la forma a cuscino incarna la quiete, la pace che si prova nel lasciarsi andare alla contemplazione.

Il Pino Arpa, con i rami eleganti, evoca melodie silenziose e sembra suonare una sinfonia invisibile che si diffonde nell’aria frizzante del mattino.

Affascinante è anche l’Esplorando Ocean Pine, sospeso su una scogliera e proteso verso l’infinito. È il simbolo di chi cerca, di chi non si accontenta dello sguardo verso il basso.

I due tronchi della Coppia di Pini parlano d’amore: uniti, inseparabili, condividono lo stesso spazio e la stessa luce, amati dai viaggiatori romantici.

Più possente è il Pino Tigre Nero, con i rami forti e piegati come zampe di un felino in attesa. Un’immagine che trasmette forza e protezione.

Il Pino Artiglio del Drago sembra voler afferrare la montagna con le sue radici esposte: simbolo di coraggio e tenacia, ricorda che anche nei luoghi più ostili si può fiorire. Il Pino Guida si piega verso il sentiero, quasi a voler indicare la via. Un compagno di viaggio che non parla, ma sa orientare.

Infine, il Pino Kirin, che somiglia alla leggendaria creatura cinese, racchiude in sé grazia e potenza, la stessa dualità che caratterizza tutta Huangshan.

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Le bellissime location di Costanza, la serie Tv di Rai1

In onda su Rai1 una nuova serie destinata a catturare l’attenzione del pubblico: Costanza. Parliamo di una fiction tratta dai romanzi di Alessia Gazzola, che porterà sullo schermo le vicende di Costanza Macallè, interpretata da Miriam Dalmazio.

Dopo il successo de L’Allieva, la Rai torna a esplorare il mondo della medicina, questa volta attraverso la Paleopatologia, una disciplina affascinante che studia le malattie del passato tramite l’analisi delle ossa umane.

La trama di Costanza

Costanza Macallè è una brillante anatomopatologa siciliana che, spinta dalla voglia di crescere professionalmente, decide di trasferirsi a Verona per un assegno di ricerca annuale in Paleopatologia. Nonostante il suo sogno sia lavorare in Inghilterra, accetta questa opportunità, trasferendosi in Veneto con la figlia Flora. Ad accoglierla c’è la sorella Antonietta, già residente a Verona, che la aiuterà ad ambientarsi in una città nuova e in un contesto lavorativo inedito.

Tutto sembrerebbe scorrere senza intoppi, se non fosse che a Verona Costanza ritrova Marco (Marco Rossetti), un amore del passato che non ha mai del tutto dimenticato. La scintilla tra i due non si è mai spenta, ma Marco ha una figlia e sta per sposarsi.

A complicare ancora di più la situazione, entra in scena Lorenzo Cervasio, un giovane uomo che inizia a corteggiare Costanza, dando vita a un triangolo amoroso che terrà il pubblico con il fiato sospeso.

Le location della serie

Gli interni della serie sono stati girati negli studi Videa di Roma, ma gli esterni hanno trovato casa in alcune delle città più affascinanti del Veneto.

Grazie al supporto della Veneto Film Commission, le riprese si sono svolte tra Verona e Vicenza, e sapranno regalare al pubblico scenari unici e un tour nelle bellezze artistiche e storiche della regione.

Verona

La città di Romeo e Giulietta fa da sfondo principale alla serie, con location che raccontano secoli di storia e bellezza.

Uno dei luoghi più suggestivi utilizzati per le riprese è il Castello di Montorio, una fortezza che affonda le sue radici nel X secolo e che, posto tra le valli della Valpantena e della Valsquaranto, ha avuto un ruolo strategico nella storia cittadina.

Altrettanto affascinante è il Museo degli Affreschi Cavalcaselle, inaugurato nel 1973 e intitolato al celebre storico dell’arte ottocentesco. Tra le sue sale, spiccano affreschi salvati dai danni dell’alluvione dell’Adige del 1882, insieme a sculture di Innocenzo Fraccaroli e Torquato della Torre e altre opere d’arte dal Rinascimento al Settecento. Degni di nota, gli affreschi recuperati nella Grotta dei Santi Nazaro e Celso, tra i più antichi siti della tradizione cristiana veronese.

Location di rilievo è poi la Tomba di Giulietta, all’interno della cripta sotterranea della chiesa di San Francesco al Corso. Sarcofago in pietra, legato al mito dell’eroina shakespeariana, si trova in un complesso oggi sconsacrato e annesso al Museo degli Affreschi.

Non poteva mancare l’Arsenale Franz Josef I, grandioso complesso militare costruito tra il 1840 e il 1861 durante la dominazione austriaca. Costituito da nove edifici distinti, delimitati da cortili e mura, oggi ospita un parco giochi e mostre d’arte.

Infine, scenario davvero eccezionale è il belvedere sull’Adige, un punto panoramico da cui si gode di una vista straordinaria sulla città e sul suo fiume, perfetto per scene di grande impatto visivo.

Vicenza

Anche Vicenza ha offerto i suoi angoli più incantevoli per Costanza.

Le riprese si sono svolte in Piazza Duomo, cuore elegante e tranquillo del centro storico, dove si erge il maestoso Duomo di Vicenza, dedicato a Santa Maria Annunciata, con facciata trecentesca e la cupola progettata da Andrea Palladio.

Nei pressi della piazza ecco il Criptoportico Romano, un’antica struttura sotterranea scoperta negli anni Cinquanta, che si pensa fosse un magazzino o un deposito romano.

Infine, non poteva mancare il Museo Diocesano, ospitato nel Palazzo Vescovile, che custodisce opere d’arte dal periodo tardo antico a quello contemporaneo e offre così una panoramica sulla storia dell’arte sacra vicentina. Il palazzo stesso, grazie alla posizione strategica, dona una vista unica sulla piazza e sul Duomo.

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Sognando la Patagonia: la magia del Distretto dei Laghi

La Patagonia è il confine del mondo, la linea prima del nulla; è l’eco del passato che corre tra maestose montagne, sopra i laghi di un blu disarmante e che viene spinto dal vento che soffia su terre sconfinate. È l’incipit di una storia primordiale fatta di ghiacciai millenari che riposano come giganti dormienti, steppe infinitamente silenziose e colline plasmate come plastilina dalle mani del tempo. Qui, ogni cosa, ogni elemento racconta una storia molto più antica di noi. Dicono che un viaggio in Patagonia ti cambia per sempre e noi non possiamo che essere d’accordo. Per descrivere tutte le meraviglie di questo luogo servirebbe un libro intero, oggi ti portiamo con noi in un viaggio alla scoperta di una delle tantissime gemme preziose che questa zone dell’Argentina ha da offrire: il Distretto dei Laghi.

Cos’è il distretto dei laghi in Patagonia

Uno dei meravigliosi laghi in Argentina

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Giochi di riflessi nel Distretto dei Laghi in Argentina

Di luoghi “da cartolina” o “instagrammabili”, se vogliamo usare un gergo più vicino alle nuove generazioni, ne è pieno il mondo. Ma i luoghi che sembrano appena usciti da un libro di fiabe illustrate sono molto più rari. Il Distretto dei Laghi in Patagonia è esattamente uno di questi: un angolo di mondo dove la natura è maestra di vita e dove il tempo lascia spazio allo stupore. Il distretto è situato al confine tra Cile e Argentina, nella parte meridionale del Sud America e, più precisamente, si estende dalle regioni cilene di Los Rios e Los Lagos, alla provincia di Neuquen in Argentina. Si tratta di una zona di bellezza sconfinata, dove la natura si riflette sulle superfici dei laghi come in antichi specchi d’argento, i boschi secolari sono custodi di storie millenarie e le cime delle montagne si stagliano come schegge su cieli infiniti. Ma i veri protagonisti, come avrai intuito dal nome, sono i laghi; se ne contano tantissimi in tutta la regione ma alcuni sono più celebri di altri e oggi te li vogliamo raccontare.

Lago Nahuel Huapi

Il cuore pulsante della Patagonia del Sud. Oltre 500 chilometri quadrati di acqua cristallina che varia dal blu profondo al turchese brillante. Ad abbracciare il lago ci sono le Ande con le cime innevate che si riflettono sull’acqua dal cui centro emergono isole iconiche e intrise di storie come Isla Victoria e la Foresta di Arrayanes – proprio qui leggenda narra che Walt Disney trovò ispirazione per la storia di Bambi. Ma questa non è l’unica leggenda di questo lago, anzi. Il Nahuel Huapi è ricco di misteri, come quel del Nahuelito, una creatura mitologica che popola le sue acque e che potrebbe essere considerata cugina del mostro di Lochness.

Lago Correntoso

Piccolo ma di una bellezza incredibile, con acque cristalline sulle quali si riflettono i boschi circostanti creando dei giochi di luce e colore degni un quadro impressionista. Questo lago è un vero e proprio paradiso per i pescatori poiché le sue acque sono popolate da moltissime trote. Fun Fact: il Rio Correntoso che collega questo lago con il Nahuel Huapi è considerato uno dei fiumi più corti al mondo, con una lunghezza di appena 200 metri.

Lago Lácar

Se questo lago potesse parlare, scopriresti un’anima malinconica e poetica. Acque placide e un silenzio sorprendente interrotto solo da qualche suono della natura circostante. Se stai cercando il relax più totale, questo lago fa per te, perfetto per godere appieno della natura incontaminata che lenisce qualsiasi tipo di dolore, stanchezza o malumore. Il luogo ideale per lasciarsi cullare dalla Patagonia più autentica. Inoltre, se sei un amante del kayak qui troverai pane per i tuoi denti.

Lago Espejo

Il nome è già abbastanza esplicativo, questo lago è, a tutti gli effetti, un enorme specchio adagiato sulla terra pronto a riflettere i cieli della Patagonia. Soprattutto nelle giornate senza vento, le montagne e i boschi circostanti si sporgono su di esso cercando il proprio riflesso. Possiamo dire che il Lago Espejo sia uno dei più suggestivi di tutto il distretto. Inoltre, è una sosta obbligata per chiunque voglia intraprendere la Ruta de los siete lagos!

Lago Traful

Se ti piacciono i misteri, le leggende e le storie intriganti, il Lago Traful è ciò che fa per te, esattamente come il Nahuel Huapi di cui ti abbiamo parlato poco fa. La sua anima enigmatica e l’allure che lo circonda sono dovute sia alla sua posizione sia ad alcuni fenomeni che lo caratterizzano. Innanzitutto, per raggiungerlo dovrai avventurarti in strade sterrate e superare foreste fitte e silenziose. Una volta superate, lo scenario che si aprirà ai tuoi occhi ti toglierà il fiato. Ma il vero tratto affascinante è il Bosque Sumergido, una foresta di boschi pietrificati che riposa nelle profondità del lago e che dona a questo luogo un’atmosfera incredibilmente surreale. Se sei una persona che ama uscire dai sentieri battuti e cerca sempre quell’alternativa più di nicchia, questo è il posto giusto per scoprire una Patagonia autentica e perfettamente intatta.

Lago Villarino e Lago Falkner

Questi due laghi vengono spesso citati insieme proprio perché è come se fossero due fratelli separati soltanto da istmo di terra. Il Villarino è il più timido tra i due, con una vegetazione fitta che lo circonda trasformandolo nel rifugio perfetto per gli animali selvatici che popolano l’area. Il Falkner, invece, è il più scenico tra i due, aprendosi con una lunga spiaggia di sabbia chiara, baciata dal sole caldo che invita tutti a godersi una sosta rilassante. Due laghi che, oltre alla loro bellezza con pochi eguali al mondo, sono capaci di ispirare, raccontare storie e aiutare chi li visita a ritrovare il proprio benessere psicofisico.

Cose da sapere sul Distretto dei Laghi in Patagonia

Dopo averti raccontato i protagonisti indiscussi del Distretto dei Laghi in Patagonia, è il momento di fornirti una serie di informazioni utili alla programmazione del tuo viaggio. Dalle esperienze da provare assolutamente a come raggiungere il distretto, qui troverai tutto ciò che ti serve per pianificare l’esperienza nei minimi dettagli

Esperienze da provare

Ragazza con kayak nel Distretto dei Laghi in Argentina

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L’esperienza unica di pagaiare in Kayak nel Distretto dei Laghi in Patagonia

Il Lake District argentino ha davvero tanto da offrire a chiunque voglia immergersi nella sua bellezza ed è capace di soddisfare desideri e attitudini di qualsiasi tipo di viaggiatore passando da un estremo all’altro: da chi cerca una vacanza all’insegna del relax totale a chi invece vuole tenere sempre alto il livello di adrenalina. Questo meraviglioso angolo di mondo riesce davvero a mettere d’accordo tutti. Ecco alcune esperienze che puoi fare nel distretto dei laghi in Patagonia:

  • Affrontare la Rute de los siete lagos: ci sono percorsi che si affrontano con l’obiettivo di raggiungere la meta finale e percorsi che si percorrono per lasciarsi stupire passo dopo passo. La Ruta de los siete lagos fa parte di questa seconda categoria. Un percorso che si snoda per 110 chilometri tra San Martín de los Andes e Villa La Angostura, nel cuore della Patagonia e che attraversa boschi, valli e montagne toccando sette dei laghi più belli del distretto.
  • Fare attività outdoor: questo scenario naturale si presta ovviamente a moltissime attività sportive outdoor come trekking tra foreste e laghi. Sono tanti i sentieri che puoi calcare se sei un amante delle camminate in mezzo alla natura come, ad esempio, il Circuito Cerro Catedral – nella provincia di Bariloche – che ti regala panorami spettacolari e viste mozzafiato sullo spettacolare Nahuel Huapi; il Sendero Bosque de Arrayanes, per un’escursione incredibile tra gli alberi di questa bellissima foresta che ispirò Walt Disney; Cascada Ñivinco, un sentiero facile e breve che porta a una cascata nascosta in mezzo a un bosco; Ascensione al Volcán Lanín, per i più temerari e avventurosi che non vogliono perdere l’occasione di arrivare alla vetta innevata di un vulcano. Se alle camminate preferisci gli sport acquatici, puoi provare l’esperienza del Kayak! Tra le esperienze più suggestive in questo senso ci sono pagaiare sul Lago Espejo all’alba, oppure esplorare le baie nascoste del Lago Nahuel Huapi.
  • Provare la pesca sportiva: i laghi del distretto sono ricchi di trote fario e pesci lacustri, pertanto diventano un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della pesca. Tra i luoghi da non perdere troviamo il Río Correntoso,  che nonostante la sua breve lunghezza è pieno di pesci; il Lago Traful, perfetto per la pesca nelle sue acque trasparenti; il Río Limay, per chi vuole provare il brivido di catturare una trota gigante.
  • Esplorare le cittadine della Patagonia: in quest’area non ci sono solo laghi ma anche piccoli villaggi e cittadine da esplorare per entrare nel vivo della cultura di questo luogo. Da non perdere assolutamente San Martín de los Andes, un piccolo villaggio di montagna che si affaccia sul Lago Lácar, e Villa La Angostura: una piccola cittadina elegante che si distingue per i suoi chalet in legno e le vista mozzafiato sul Nahuel Huapi.

Come raggiungere il Distretto dei Laghi

Decidere di intraprendere un viaggio nel Distretto dei Laghi in Argentina significa regalarsi un’esperienza difficile da dimenticare e che saprà darti tantissime emozioni. Come hai visto, questa regione si trova a metà tra due stati: il Cile e l’Argentina, pertanto sono molti i punti di accesso per raggiungerla. Per chi arriva dall’Europa o dal Nord America, le porte d’ingresso sono Buenos Aires in Argentina o Santiago del Cile. Una volta arrivati in una di queste due località si può proseguire con un volo interno della durata di due o tre ore verso gli aeroporti locali:

  • Aeropuerto de Bariloche (BRC), il punto di arrivo migliore per chi vuole esplorare la Patagonia o intraprendere la Ruta de los siete lagos.
  • Aeropuerto Aviador Carlos Campos (CPC), perfetto per chi vuole iniziare il viaggio partendo da San Martín de los Andes.
  • Aeropuerto El Tepual (PMC), il punto ideale per chi invece vuole visitare l’area cilena del distretto.

Una volta raggiunti gli aeroporti locali, dovrai proseguire il tuo viaggio su strada. Consigliamo di noleggiare un’auto in modo da goderti appieno la regione esplorandola in lungo e in largo e dettando tu i tempi. Volendo ci sono anche bus che collegano le città principali.

Quando andare nel Distretto dei Laghi

Inverno nel Distretto dei Laghi in Argentina

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La magia dell’inverno abbraccia il Distretto dei Laghi in Patagonia

Puoi visitare il Distretto dei Laghi quando vuoi, proprio perché ogni stagione regala qualcosa di diverso e offre esperienze variegate, il paesaggio cambia continuamente proprio come un dipinto cambia colore nel tempo. In generale, l’estate australe (che va da dicembre a febbraio) è il periodo migliore per chi vuole provare esperienze all’aperto come trekking tra foreste e vulcani, kayak sulle acque dei laghi o affrontare la Ruta de los Siete Lagos. In questo periodo, le giornate sono lunghe e soleggiate, il clima è piacevole e la natura è al massimo del suo splendore, verde e rigogliosa. In autunno (che va da marzo a maggio) la regione esplode di colore, i cieli si incendiano di rosso e oro e l’atmosfera è davvero magica. Inoltre è un periodo di bassa stagione, quindi puoi godere di luoghi meno affollati e potrai entrare in contatto con una natura realmente incontaminata. Se ami gli scenari da fiaba, allora la tua stagione ideale per visitare il Distretto dei Laghi argentino è l’inverno (che va da giugno ad agosto) quando tutto si tinge di bianco, Bariloche diventa capitale dello sci sudamericano, e i laghi e le montagne restituiscono uno scenario d’incanto. Infine, la primavera. Il periodo che va da settembre a novembre è il momento ideale per vedere la natura che si risveglia, i fiori che sbocciano e il verde rigoglioso riempire le fronde degli alberi. Anche in questo caso sei in bassa stagione quindi puoi godere di quiete e pace, lontano dai periodi più affollati come l’estate o l’inverno.

In sintesi, il Distretto dei Laghi non è una semplice destinazione. È un’esperienza da vivere e che coinvolge tutti i sensi. La vista viene appagata da scenari incredibili, l’olfatto viene solleticato dall’aria frizzante e dal profumo di legno e resina dei boschi, il tatto è coinvolto dalle texture naturali che potrai toccare con mano, l’udito è coccolato dai suoni della natura, come il vento che muove gli alberi e increspa le superfici dei suoi laghi, e il gusto viene avvolto dai sapori forti e decisi della cucina tradizionale. Tutto questo è la Patagonia che si specchia nei suoi laghi e si racconta a coloro che decidono di mettersi comodi e ascoltarla.

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Apre a Courmayeur una nuova pista da sci, dedicata a Federica Brignone

Courmayeur Mont Blanc e Courmayeur Mont Blanc Funivie hanno deciso di rendere omaggio alla straordinaria carriera della sciatrice italiana Federica Brignone dedicandole un tracciato nel prestigioso comprensorio sciistico della località valdostana.

Domenica 30 marzo alle ore 12 si terrà l’inaugurazione ufficiale della pista che porterà per sempre il suo nome. La pista numero 14, scelta per celebrare il talento della prima e unica sciatrice italiana ad aver conquistato la Coppa del Mondo Generale, diventerà un simbolo della sua eredità sportiva e della sua profonda connessione con la montagna e lo sci.

Chi è Federica Brignone

Federica Brignone, nata a Milano il 14 luglio 1990, è una delle atlete più vincenti della storia dello sci italiano. Cresciuta in una famiglia di sciatori, ha ereditato la passione per questo sport dalla madre, Maria Rosa Quario, ex campionessa di sci alpino, e dal padre, Daniele, maestro di sci. Nonostante le origini milanesi, la sua vera casa sportiva è sempre stata la Valle d’Aosta, dove si è trasferita da bambina e ha iniziato a gareggiare con lo sci club Courmayeur.

La sua carriera è iniziata presto: nel 2005 ha fatto il suo debutto nel circuito internazionale del Circo Bianco e nel 2009 ha conquistato il titolo di campionessa mondiale juniores di combinata. La prima vittoria in Coppa del Mondo è arrivata nel 2015 a Sölden, seguita da una lunga serie di successi che l’hanno consacrata tra le più grandi sciatrici di sempre.

L’ultimo trionfo, nel SuperG femminile di Kvitfjell il 2 marzo 2025, ha arricchito ancora di più il suo straordinario palmarès: cinque medaglie mondiali (due d’oro), tre medaglie olimpiche e un totale di 82 podi, di cui 36 vittorie in Coppa del Mondo. Numeri che la rendono l’azzurra più vincente della storia dello sci alpino.

E l’orizzonte è già rivolto alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, l’ultimo grande appuntamento che potrebbe coronare la sua carriera.

La pista a lei intitolata

La pista numero 14 del comprensorio di Courmayeur Mont Blanc si snoda sul versante Checrouit, un’area molto amata dagli appassionati di sci per la bellezza del tracciato e la vista spettacolare sul massiccio del Monte Bianco. Il percorso inizia a quota 2.260 metri dal Col Checrouit e si sviluppa per circa 1.500 metri, con un dislivello complessivo di 370 metri e una pendenza massima del 45%.

Oltre a essere un tracciato di grande valore paesaggistico, la pista vanta un’omologazione a livello nazionale e internazionale per tre discipline, il che la rende uno spazio ideale sia per le competizioni che per gli sciatori più esperti che desiderano mettersi alla prova su un terreno tecnico e impegnativo.

La soddisfazione di Federica e del sindaco di Courmayeur

L’intitolazione della pista è un riconoscimento che riempie di orgoglio Federica Brignone, che ha espresso la sua emozione con parole cariche di gratitudine: “Sono orgogliosa ed emozionata di questo splendido riconoscimento“.

Anche il sindaco di Courmayeur, Roberto Rota, ha sottolineato il valore di tale omaggio: “Intitolare uno di questi tracciati a lei è ovviamente un tributo più che dovuto e anche una grande fierezza per noi e per la località. Inoltre, sappiamo quanto Federica sia legata a queste montagne e questo ci riempie di orgoglio: è la miglior ambasciatrice che Courmayeur possa desiderare“.

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I 6 borghi più belli dell’Alta Valle del Volturno, angolo incantato d’Italia

L’Alta Valle del Volturno è un angolo incantato al confine tra Lazio e Abruzzo, dove la natura incontaminata si intreccia con una storia millenaria e borghi antichi raccontano, passo dopo passo, il passato di un territorio autentico.

In questa zona del Molise, ci si ritrova avvolti da un’atmosfera differente: le strade di ciottoli, le torri medievali, le chiese affrescate e i paesaggi vegliati dai monti regalano un’esperienza di viaggio intima, lontana dai circuiti turistici di massa. È qui che si celano alcuni dei borghi più belli, tesori da scoprire con lentezza, ascoltando il silenzio e respirando il profumo della terra.

Fornelli, il borgo delle sette torri

Quando si arriva a Fornelli, si ha subito la sensazione di entrare in un luogo sospeso nel tempo. Parte del circuito ufficiale de I Borghi più Belli d’Italia, si erge fiero nell’Alta Valle del Volturno con l’impianto medievale ancora intatto e una cinta muraria tra le meglio conservate dell’intera regione. Le sue torri, ben sette, svettano a protezione di un centro storico dove ogni pietra racconta storie di nobili, abati e antiche dominazioni.

Fornelli nasce nel X secolo, come insediamento fondato dagli abati di San Vincenzo al Volturno, che contribuirono alla rinascita di queste terre dopo un periodo di decadenza. Passeggiando tra le stradine strette che si arrampicano lungo il colle, si incontrano architetture nobiliari, palazzi storici e scorci che appartenere un manoscritto antico.

Colpisce la maestosità del castello, trasformato nel Settecento in un palazzo fortificato, dove nel 1744 soggiornò persino Carlo III di Borbone. E poi c’è la splendida chiesa madre di San Michele Arcangelo, custode di un’arte sacra che vibra ancora tra le navate.

Colli a Volturno, la piccola Parigi del Molise

Chi si avventura fino a Colli a Volturno scopre una fiaba. Le tre colline boscose, sempreverdi e avvolte da una vegetazione rigogliosa, gli hanno valso l’affettuoso soprannome di “piccola Parigi” del Molise. Ma non è solo un paragone poetico: custodisce davvero tesori unici, che narrano secoli di storia e una connessione profonda con la natura.

Il borgo affonda le sue radici nel VII secolo a.C., ai tempi dei Sanniti, ma fu nel Medioevo che i monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno ne favorirono lo sviluppo. E ancora oggi, camminando per il paese, si possono ammirare resti di un acquedotto romano e soprattutto la cinta muraria sannitica, lunga sei chilometri, che affascina archeologi e studiosi da ogni parte del mondo.

A poco più di 400 metri d’altitudine, domina una valle incantevole, in un susseguirsi di scorci naturali che lasciano senza fiato: da una parte le vette delle Mainarde, dall’altra i profili del Matese. Qui, il contatto con la natura è totale, ma sempre intrecciato con la memoria storica di un popolo che ha saputo custodire le proprie radici.

Cerro al Volturno, il borgo del castello

Panorama di Cerro al Volturno

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Veduta panoramica di Cerro al Volturno

Arrivando a Cerro al Volturno non si può fare a meno di alzare lo sguardo verso il castello che troneggia sull’intero abitato. Sospeso su uno sperone di roccia che emerge dalla pianura, il borgo appare protetto da una cornice di mura antiche e silenziose. È il racconto della difficoltà della costruzione in un luogo impervio, ma anche la sicurezza che la posizione strategica ha garantito per secoli.

Cerro prende il nome da un albero secolare, il quercus cerri, e custodisce un centro storico compatto, che si scopre facilmente a piedi. Tra le case, alcuni murales geometrici animano le facciate e accompagnano fino al cuore del paese: il Castello Pandone. Edificato per la prima volta nel X secolo e ricostruito nel Quattrocento, ha saputo adattarsi alle forme della roccia, dando vita a un edificio irregolare ma affascinante, simbolo della forza e della tenacia del borgo molisano.

Le mura storiche che racchiudono il paese risalgono al XIV secolo e conservano ancora le tracce delle torri e delle abitazioni che vi si appoggiavano. Un piccolo mondo arroccato che resiste al tempo, fedele alla sua identità.

Rocchetta a Volturno, tra storia e spiritualità

Rocchetta a Volturno è un borgo doppio, diviso tra l’antico nucleo di Rocchetta Alta e la parte più recente costruita più a valle, Rocchetta Nuova. Una duplice anima che racconta la storia di un paese resiliente, che ha saputo reinventarsi senza perdere le proprie radici.

Arroccata sulla montagna, Rocchetta Alta custodisce i resti della Rocca medievale e regala panorami da sogno, mentre a valle, Rocchetta Nuova si sviluppa con ordine ottocentesco, frutto del trasferimento della popolazione in seguito a problemi di stabilità del terreno. Ma la vera perla del territorio è l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, uno dei più antichi monasteri d’Italia. Fondata nell’VIII secolo, l’abbazia ha attraversato secoli di distruzioni, rifacimenti e restauri, fino a ritrovare nel Novecento, grazie a un intervento attento, le forme gotiche del XIII secolo. Al suo interno si conservano rari affreschi di epoca longobarda, testimoni di un’arte perduta che riesce sempre a commuovere.

Non meno importante è la memoria storica legata alla Seconda Guerra Mondiale: nelle vicinanze si combatté duramente, e il Museo delle Guerre Mondiali ne custodisce le tracce e le storie.

Montenero Val Cocchiara, tra storia e spiritualità

Montenero Val Cocchiara è un piccolo scrigno di storia che si apre tra le colline molisane, abitato da poco più di 500 anime ma carico di un fascino antico. Le sue origini risalgono al lontano XI secolo, quando era un feudo dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Ma è già nel Chronicon Volturnense del 975 che si trova traccia del borgo, allora chiamato Mons Niger.

Nel XII secolo sorgeva già una chiesa dedicata a Santa Maria, oggi nota come Santa Maria di Loreto, che con la sua facciata austera, il portale settecentesco e il campanile svettante invita al raccoglimento e all’ammirazione. All’interno, spicca un altare del 1754 decorato con raffinati intarsi floreali, testimonianza di una sensibilità artistica raffinata.

Il centro storico, racchiuso da mura in pietra grigia e dominato dal maestoso Palazzo Ducale del 1891, è una vera perla da esplorare. Le numerose chiese, cappelle e luoghi sacri punteggiano il paese, rendendolo uno dei centri spiritualmente più ricchi della zona.

E tutto intorno, il paesaggio si apre sulla vallata del Pantano della Zittola, con le sue atmosfere quasi carsiche e una bellezza aspra, che conquista al primo sguardo.

Pizzone, il cuore selvaggio della Valle

Centro storico di Pizzone

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Scorcio del centro di Pizzone

Nascosto tra i boschi di faggio e acero, Pizzone è un piccolo paradiso verde che domina la valle Ura dal monte Mattone. Qui la natura detta ancora le sue leggi, e il borgo vive in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Nei dintorni, si possono incontrare specie rare come l’orso bruno marsicano, l’aquila reale e i cervi, mentre il silenzio dei boschi accompagna i passi di chi esplora simili luoghi senza tempo.

Pizzone vanta ancora intatte le tre antiche porte di accesso, che delimitavano i vari nuclei abitativi poi fusi nel borgo attuale. Porta Lecina, Porta dei Santi e Porta Borea sono come varchi in un passato che continua a vivere tra le pietre.

Nel centro storico, la chiesa di San Nicola rivela l’anima antica, emersa dopo il terremoto del 1984, mentre numerose cappelle devozionali punteggiano il territorio e raccontano una fede semplice e radicata, plasmata di riti e silenzi.