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Les Deux Alpes, le piste da sci del comprensorio

Il comprensorio sciistico di Les 2 Alpes, situato nel cuore del massiccio degli Écrins, è una delle destinazioni sciistiche più rinomate e ambite in Europa. Con un’altitudine che arriva fino a 3600 metri, grazie al ghiacciaio che garantisce un innevamento naturale per tutta la stagione, Les 2 Alpes offre un’esperienza sciistica unica.

La vasta area, che si estende per 410 ettari di piste segnalate, è perfetta per sciatori e snowboarder di tutti i livelli. Ma non è solo la neve a renderla speciale: il comprensorio vanta anche un panorama mozzafiato e una serie di infrastrutture moderne, tra cui la ristrutturazione della funicolare a 3100 metri, che dimostra l’impegno continuo per l’eccellenza e il miglioramento dell’esperienza degli utenti.

Ma il comprensorio sciistico di Les 2 Alpes offre molto di più rispetto alla semplice pratica dello sci. Se gli appassionati di neve possono godere delle straordinarie piste, delle discese mozzafiato e delle aree freestyle, chi cerca una pausa dal ritmo frenetico delle piste troverà una vasta gamma di attività alternative per trascorrere il tempo in montagna in totale relax e benessere.

Oltre agli sport invernali tradizionali, come sci, snowboard e parapendio, la stazione delle 2 Alpes offre una serie di esperienze uniche, pensate per tutti coloro che desiderano immergersi nel paesaggio alpino in modo diverso. Passeggiate sulla neve, degustazioni gastronomiche, voli in elicottero per ammirare le montagne da una prospettiva esclusiva, e sci notturno sono solo alcune delle emozioni che è possibile vivere. La stazione si trasforma così anche in un centro di benessere, dove gli ospiti possono godere di trattamenti di relax e detox a 1650 metri di altitudine. Massaggi, yoga, riflessologia, e fitness sono solo alcune delle proposte per chi desidera rigenerarsi dopo una giornata sulla neve.

Inoltre, per chi ama la montagna anche quando non è in pista, ci sono numerose zone di passeggio, con percorsi ben segnati per escursioni a piedi e con le ciaspole. Le zone condivise permettono di passeggiare tra boschi e panorami mozzafiato, dove pedoni, ciaspolatori e ciclisti possono vivere la montagna in tutta tranquillità, rispettando l’ambiente circostante. E per chi cerca una vista impareggiabile, il Belvedere des Écrins è un’escursione imperdibile: raggiungibile a piedi in 10 minuti dal ghiacciaio, offre una vista spettacolare delle vette circostanti, perfetta per scattare foto indimenticabili.

Ecco le 7 splendide piste di Les Deux Alpes e le loro caratteristiche, per innamorarvi di questa località di montagna e fare subito le valigie! Il prezzo? Lo skipass giornaliero parte da un costo di 63 euro.

Les Deux Alpes, sera

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Les Deux Alpes alla sera

Il Ghiacciaio di Les 2 Alpes (3200-3600 metri)

Il settore del ghiacciaio di Les 2 Alpes è uno dei punti di riferimento per tutti gli appassionati di sport invernali. Con una neve naturale garantita durante tutta la stagione, il ghiacciaio è accessibile anche in estate, rendendo il comprensorio un vero e proprio paradiso per gli sciatori. La stagione sciistica generalmente va da novembre ad aprile, ma la sua altitudine, che arriva fino a 3600 metri, permette di praticare sport sulla neve anche nei mesi più caldi. Il Jandri 3S, una modernissima funivia, consente di raggiungere la cima in soli 17 minuti, permettendo di partire direttamente dalla stazione sciistica e arrivare a un’altitudine che offre panorami spettacolari sulle Alpi.

Questo settore è perfetto per tutti i livelli di difficoltà, con un’ampia varietà di piste che si estendono da 3600 metri a 3200 metri. Qui, sia i principianti che gli sciatori esperti possono trovare il percorso adatto a loro. Le piste blu e rossesono ideali per coloro che vogliono godere di una discesa tranquilla, mentre le piste nere offrono l’opportunità di sfidare la propria tecnica su percorsi più ripidi.

Oltre a sciare, il settore del ghiacciaio offre anche diverse attività extra sciistiche. Un’attrazione particolarmente amata è la grotta di ghiaccio, che offre un’esperienza unica sotto la superficie ghiacciata, e la passerella Belvedere des Écrins, che consente di scattare foto mozzafiato con vista su tutta la valle. Durante la stagione, il ghiacciaio ospita anche eventi di freestyle e snowboard, con gare internazionali che attirano spettatori e atleti da ogni parte del mondo.

La funicolare sotterranea che porta i visitatori a 3400 metri di altitudine è stata recentemente ristrutturata, garantendo un’ulteriore comodità per tutti coloro che desiderano esplorare l’area in modo rapido e sicuro.

Toura / Snowpark (2600 metri)

Il settore Toura è uno dei luoghi d’incontro preferiti da coloro che amano il freestyle. Qui si trova uno degli snowparkpiù apprezzati, dove esperti e principianti possono affinare la loro tecnica. Le strutture del parco, che includono salti, rails e box, sono adatte a tutti i livelli di abilità e sono perfette per chi desidera imparare o migliorare i propri trucchi. Il DVA park, dedicato alla sicurezza, è ideale per chi vuole apprendere le tecniche di ricerca in caso di valanga, aggiungendo un’importante componente educativa all’esperienza di scio.

Questo settore è accessibile sia a sciatori che a pedoni, che possono passeggiare in tutta sicurezza grazie ai percorsi dedicati. Qui si trovano anche punti di ristorazione, come il ristorante La Toura, che offre piatti tipici della cucina locale in un ambiente accogliente, con una vista incredibile sui monti circostanti.

La Fée (2100 metri)

Se si cerca un po’ di tranquillità e serenità, il settore La Fée è il posto ideale. Questo angolo più tranquillo del comprensorio è perfetto per chi desidera sciare lontano dalle folle. La bellezza del paesaggio, circondato da boschi e montagne, crea un’atmosfera unica. Le piste qui sono per lo più verdi e blu, adatte ai principianti e a chi cerca discese più rilassanti. Il ristorante La Fée è un’ottima scelta per chi vuole gustare piatti tipici in un ambiente familiare e accogliente.

La telecabina Pierre Grosse collega questo settore a zone più alte del comprensorio, con un dislivello di 952 metri. Grazie a una capacità di 2400 persone all’ora, questa telecabina è un modo rapido ed efficiente per spostarsi tra i vari settori, mentre il panorama che si gode durante la salita è davvero impagabile.

Le Diable (2400 metri)

Il settore Le Diable è uno dei più apprezzati dagli sciatori più esperti. Con piste più ripide, questo settore è ideale per chi ama le discese veloci, come quelle di “les grandes pentes”, famose per la loro pendenza e difficoltà. La zona è frequentata da sciatori avanzati e esperti, ma offre anche opportunità per i principianti, grazie alla recente introduzione di una pista verde per i neofiti.

Il ristorante Le Diable au Coeur è un luogo accogliente dove rifocillarsi dopo una lunga discesa, mentre il panorama dalla cima offre una vista spettacolare sulla stazione sciistica e sulle montagne circostanti. Questo settore è meno affollato rispetto ad altri, offrendo agli sciatori un’esperienza più tranquilla e rilassante.

Vallée Blanche (2100 metri)

Il settore Vallée Blanche è un vero e proprio gioiello di Les 2 Alpes. Con piste che si snodano tra paesaggi incontaminati e panorami mozzafiato, è il posto ideale per godersi la natura senza rinunciare al piacere della discesa. Questo settore è ideale per tutti i livelli di sciatore, grazie alla presenza di piste verdi, blu e rosse, che permettono a chiunque di esplorare questa zona.

Uno dei punti forti di Vallée Blanche è la sua vista panoramica sulla cima di La Muzelle, un’icona del comprensorio. Inoltre, il nuovo Télémix de Vallée Blanche e la telecabina Super Venosc consentono di raggiungere facilmente la zona, mentre il ristorante con terrazza Bergerie Kanata è il posto ideale per pranzare o fare una pausa in un’atmosfera accogliente e panoramica.

Les Crêtes (2100 metri)

Il settore Les Crêtes è perfetto per i principianti. Le piste verdi e blu sono facili da percorrere, ma anche divertenti per i più esperti che desiderano fare delle discese tranquille. La presenza di impianti moderni, tra cui la seggiovia del Village 1800 e il Telemix Belle Etoile, rende l’accesso facile e veloce. Un nuovo magic carpet è stato installato per facilitare ulteriormente gli sciatori principianti, rendendo la risalita ancora più comoda.

I ristoranti di questo settore, come La Patache e Patachon, sono ideali per un pranzo in famiglia o con gli amici. L’atmosfera è accogliente e il panorama dalle terrazze è magnifico, con vista sulle piste e sulle montagne circostanti.

Stazione – 1650 metri

Infine, la zona della stazione, anche conosciuta come Bas des Pistes, è perfetta per i principianti di tutte le età. Con teleski gratuiti e una vasta area dedicata ai parchetti di neve per i più piccoli, questa zona è ideale per chi vuole fare i primi passi sugli sci. Il front de neige è anche un luogo perfetto per passeggiate rilassanti o per fare una pausa in uno dei ristoranti con terrazza che offrono ottimi piatti e un’ottima vista sulle piste.

Questo settore è anche il punto di partenza per le scuole di sci, dove adulti e bambini possono apprendere o perfezionare la loro tecnica con l’aiuto di istruttori qualificati. L’area è completamente accessibile a tutti, compresi i pedoni, che possono approfittare dei sentieri per ciaspole e godersi la montagna in modo diverso.

Come raggiungere Les Deux Alpes

Les 2 Alpes è facilmente raggiungibile grazie alla sua posizione centrale nel cuore delle Alpi francesi, rendendola una destinazione comoda da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici. La località sciistica si trova nel dipartimento dell’Isère, nella regione dell’Oisans, e beneficia di ottimi collegamenti da diverse città europee.

In auto

Se si sceglie di arrivare in auto, la strada più semplice è percorrere l’autostrada A48 fino a Grenoble, che si trova a circa 70 km da Les 2 Alpes. Da Grenoble, basta seguire la D1091, una strada panoramica che porta direttamente al comprensorio sciistico, con un viaggio che dura circa un’ora e mezza. La stazione sciistica è facilmente raggiungibile anche da altre città francesi, come Lyon (circa 150 km) o Parigi (circa 600 km), grazie alla rete autostradale ben sviluppata. Una volta arrivati a Les 2 Alpes, ci sono diversi parcheggi disponibili sia nel centro del paese che vicino agli impianti di risalita.

In treno

Per chi preferisce viaggiare in treno, la stazione ferroviaria di Grenoble è il punto di arrivo più comodo. Grenoble è ben collegata con le principali città francesi, come Parigi, Lyon e Marsiglia, e offre un buon numero di collegamenti anche con altre destinazioni europee. Dalla stazione di Grenoble, si può proseguire con un comodo autobus navetta che raggiunge Les 2 Alpes in circa un’ora e mezza. Durante la stagione invernale, i collegamenti ferroviari e le navette sono frequenti, quindi è facile pianificare il viaggio senza troppi cambi.

In aereo

Per chi arriva dall’estero o preferisce volare, l’aeroporto di Grenoble Alpes-Isère è la scelta ideale. Situato a circa 100 km da Les 2 Alpes, questo aeroporto è ben servito durante la stagione sciistica, con voli diretti da diverse città europee, tra cui Londra, Berlino e Dublino. Dall’aeroporto, è possibile prendere una navetta o un trasferimento privato per raggiungere rapidamente la stazione sciistica. In alternativa, gli aeroporti di Lione e Ginevra sono anche opzioni valide, con un tempo di viaggio di circa 2 ore e 3 ore rispettivamente, e collegamenti diretti con Les 2 Alpes tramite navette.

Insomma, che si decida di arrivare in auto, in treno o in aereo, le opzioni per raggiungere Les 2 Alpes sono molteplici e facilmente accessibili, permettendo di scegliere la modalità di trasporto più adatta alle proprie esigenze e al proprio punto di partenza.

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Qusayr Amra, il castello nel deserto è un gioiello da non perdere

Tra i palazzi costruiti nel deserto della Giordania Orientale, vicino Amman, Qusayr Amra è uno dei più famosi: è un vero e proprio gioiello edificato nell’VIII secolo. Possiamo definirlo un primo esempio di arte e di architettura islamica. Si trova a 80 km da Amman, ed è tra i castelli del deserto tipici del primo periodo islamico: contrariamente ad altri castelli, questo non aveva uno scopo militare, bensì era la residenza privata del Principe Walid. Ve lo raccontiamo.

Qusayr Amra, la storia e lo stile

A una prima occhiata lascia senza fiato, ci porta indietro nel tempo, ci fa correre con l’immaginazione: il paesaggio è pianeggiante e sabbioso, siamo nel deserto, il cielo è terso, di un azzurro intenso. Ed ecco la struttura: l’antico castello di Qusayr Amra si erge di fronte a noi. Questa oasi Reale nel deserto presenta degli affreschi che sono stati molto ben conservati. In arabo, il suo nome si traduce con “piccolo castello”.

A lungo è stata un’oasi di relax e, pur essendo più piccola rispetto ad altre strutture, è enormemente famosa in tutto il mondo, tanto che nel 1985 è stata inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco insieme a Petra. Non è facile descrivere la bellezza di Qusayr Amra: presenta delle piccole cupole e archi tripli, e ovviamente punteggia la via carovaniera da Damasco, ovvero l’antica capitale del califfato omayyade. Non solo: anche la Mecca, la Città Santa dell’Islam. Questo piccolo palazzo è stato commissionato da Walid ibn Yazid prima del regno – piuttosto breve – da califfo.

Qusayr Amra, cosa vedere: gli affreschi

Gli affreschi di Qusayr Amra

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Gli affreschi di Qusayr Amra

Qusayr Amra, con la sua storia millenaria, è diventata un simbolo: il Palazzo è sopravvissuto alla dinastia degli Omayyadi, e ci è stato restituito come testimone del tempo che fu. Architettonicamente, rievoca l’edonismo: una sorta di sontuoso hammam, con bagno tradizionale romano (con il tepidarium, il calidarium e il frigidarium, quindi le stanze calde e fredde).

Si può ancora oggi osservare il pozzo, anche se l’attrazione principale sono proprio gli affreschi dai colori vividi che ricoprono le pareti e i soffitti. Cosa rievocano? Una fantasia di musicisti, cacciatori, scene pagane, con influenze tipicamente bizantine. Il monumento, purtroppo, è soggetto all’erosione: siamo in una zona vicinissima all’Iraq in cui tendono a formarsi delle piccole trombe d’aria. Per fortuna, però, gli elementi più significativi, ovvero gli affreschi della zona termale e della sala da ricevimento, sono rimasti intatti e sono giunti sino a noi per raccontare la storia dell’epoca.

Come visitare Qusayr Amra

Il deserto di Giordania ospita castelli e palazzi: è una meta che sa conquistare i cuori dei turisti con la sua storia, con itinerari artistici e culturali. Qusayr Amra è stato ri-scoperto solamente nel 1898 da Alois Musil: da allora è una delle mete più visitate nel Paese. Ti consigliamo di prenotare con uno dei tanti tour che prevedono di andare alla scoperta dei castelli nel deserto: un’escursione di mezza giornata, o comunque di un giorno, sarà più che sufficiente. Il Palazzo è a un’ora di auto a est di Amman, la Capitale della Giordania.

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Fabriano, la storia del paese della carta

Le Marche sono uno scrigno di eccellenze italiane che troppo spesso sottovalutiamo, ma che creano il tessuto su cui si fonda l’Italia. È il caso di Fabriano, borgo medievale e Città creativa Unesco che merita senza dubbio una visita, per scoprire il Museo della carta e della filigrana – per cui questo abitato di meno di 30mila anime è divenuto famoso nel mondo -, le cui sale illustrano la storia e i passaggi della tipica lavorazione della carta a mano, prodotta a Fabriano sin dalla seconda metà del Duecento.

È stato il centro più importante della produzione di carta nell’Europa nel XIII secolo. Le innovazioni sperimentate in questo piccolo Comune sull’Appennino marchigiano, come la filigrana, hanno permesso la diffusione su grande scala della carta e il Museo della carta ne ricorda l’evoluzione.

Cosa vedere a Fabriano

Nel suo tracciato medievale perfettamente conservato, il centro storico di Fabriano custodisce anche numerose chiese ed edifici antichi tra i quali meritano una tappa il complesso conventuale di San Domenico, sede del Museo della carta, con la meravigliosa sala capitolare dipinta da Antonio da Fabriano nel 1480 circa.

Il Museo della carta

Nel Museo della carta e della filigrana è stata ricostruita fedelmente una cartiera medievale dove mastri cartai illustrano le antiche tecniche di produzione della carta filigranata a mano. All’interno del museo si può partecipare ad attività didattiche, anche residenziali, relative alla lavorazione di carte a mano filigranate. Per i bambini vengono organizzati laboratori didattici “Siamo tutti Mastri Cartai” durante i quali si può realizzare, e portare a casa, il proprio foglio di carta filigranato seguendo l’antica tecnica di produzione tramandata dai Mastri Cartai fabrianesi. Il museo è aperto da martedì a domenica dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:00. Aperture straordinarie: 23/12/2024, 30/12/2024, 6 gennaio, Pasqua, lunedì di Pasqua, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre. Chiuso il 1° gennaio e il giorno di Natale.

Fabriano

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Il centro storico di Fabriano

Il Palazzo del Podestà

È un po’ il simbolo della cittadina il Palazzo del Podestà (1255), situato nella centrale piazza del Comune, al centro della quale si erge l’imponente fontana Sturinalto, e il suggestivo loggiato di San Francesco e la sua serie di arcate prospettiche che collegano la chiesa di San Francesco al trecentesco palazzo del Comune, ricostruito nel 1690.

Il Palazzo Vescovile

Uno degli edifici storici più significativi della città è il Palazzo Vescovile, che ha una lunga storia legata alle vicende politiche e religiose della città. L’edificio, originariamente sede dei Priori di Fabriano, fu distrutto nel 1542 a causa del crollo della torre civica. La sua ricostruzione avvenne tra il 1546 e il 1549, periodo in cui l’edificio fu interamente rinnovato, assumendo il ruolo di residenza dei Vescovi a partire dal 1729, quando Fabriano fu elevata a sede vescovile. Accanto al palazzo sorge la Torre Civica, un altro simbolo del potere cittadino, che insieme al Palazzo Vescovile, crea una cornice di grande suggestione attorno alla piazza del Comune. Oggi, il palazzo rimane un punto di riferimento per la città, continuando a ospitare eventi culturali e religiosi, nonché le funzioni istituzionali legate alla diocesi di Fabriano.

Città creativa Unesco

Dal 2013, Fabriano è stata inserita nella lista delle Città Creative dell’Unesco, nella categoria “Artigianato, arti e tradizioni popolari”, titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta fatta a mano. Ma Fabriano, in realtà, è una cittadina che, nel suo piccolo, ha dato vita a tante altre grandi aziende italiane, una fra tutte la Merloni. La rete delle Città creative dell’Unesco è stata creata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile. Sono 350 le città, in tutto il mondo, che attualmente fanno parte di questa rete. In Italia ce ne sono 14, tra cui Bolzano, Città creativa della musica.

Specialità gastronomiche di Fabriano

Ma Fabriano non è soltanto la città della carta. Merita un viaggio anche per scoprire la sua eccezionale gastronomia. Assolutamente da assaggiare è il tipico Salame di Fabriano coi lardelli, presidio Slow Food. Come anche il piatto tipico, il Vincisgrassi, un avariante marchigiana della pasta al forno, gli gnocchi di patate con la papera.

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Sogni di espatriare? Ecco le 5 città del mondo con la miglior qualità della vita

Sono molte le persone che desiderano cambiare aria e trasferirsi in un luogo diverso rispetto a quello in cui sono nate o dove vivono. Che si tratti di espatriati, lavoratori da remoto o nomadi digitali, trovare la città perfetta non è sempre impresa facile perché i fattori da tenere in considerazione sono diversi: possono variare da persona a persona, ma tra i più importanti spicca sicuramente il livello della qualità della vita, un aspetto che contribuisce profondamente a garantire una bella esperienza, che sia per brevi o lunghi periodi.

Per fortuna c’è chi si occupa di fare questa ricerca al posto nostro, come la società Mercel, leader globale nella consulenza per il talento, la salute, la previdenza e gli investimenti. Il report di quest’anno ha messo in evidenza le città che si sono distinte per gli eccezionali standard di vita, le solide infrastrutture e le vivaci scene culturali. Nel creare la classifica, la società ha tenuto in considerazione diversi fattori tra cui alloggio, tempo libero, ambiente socio-culturale, abitudini di acquisto, viaggi, traffico, qualità dell’aria e accesso all’istruzione.

Auckland, Nuova Zelanda

Partiamo dalla quinta posizione dove troviamo Auckland, la città più grande della Nuova Zelanda. Con una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti, viene considerata una città sicura, pulita, multiculturale e vivace che offre un’eccellente qualità della vita. Grazie alla sua posizione geografica è possibile godere sia dei comfort della città, dove sono presenti ottimi caffè, ristoranti e bar, teatri, gallerie e musei, che dell’aria aperta grazie alla vicinanza alle spiagge e alla natura, dai laghi alle montagne.

Viene anche costantemente classificata come uno dei migliori posti al mondo in cui vivere e studiare e offre un ottimo sistema di trasporto interno per scoprire le bellezze del Paese quali voli, bus e treni a ottimi prezzi.

Auckland

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Skyline della città di Auckland

Copenhagen, Danimarca

Al quarto posto troviamo la splendida Copenhagen. Non è la prima volta che la capitale danese viene considerata una delle migliori città al mondo per qualità della vita, ma considerati i costi elevati, cosa la mantiene ai vertici di queste classifiche? Tra i motivi troviamo la presenza di eccellenti infrastrutture, sistemi di trasporto affidabili e un alto livello di assistenza sanitaria, tutti fattori che contribuiscono al raggiungimento di un punteggio sempre alto ogni anno.

Altre motivazioni sono da ricercare nell‘impegno ecologico della città, considerato un vero paradiso per chi ama spostarsi in bicicletta, e le tante opportunità per spendere il proprio tempo all’aria aperta nei tanti parchi urbani. In più, considerato che il danese non è una lingua semplicissima da imparare, gli espatriati non avranno problemi perché l’inglese è ampiamente parlato. D’altronde, cosa potevamo aspettarci dal Paese in cui domina la filosofia ‘hygge’, ossia un sentimento, un’atmosfera sociale, un’azione correlata al senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità?

Ginevra, Svizzera

In terza posizione spicca Ginevra, una delle città più internazionali della Svizzera. Qui convivono quasi 190 nazionalità, un mix che la rende un vero paradiso per gli espatriati di tutto il mondo, seppur si tratti di un ambiente un tantino di lusso. Ginevra è infatti una delle città più costose al mondo, ma il suo stile di vita rilassato senza pari, l’eccellente qualità della vita e il multiculturalismo la rendono irresistibile per chi è alla ricerca di un ambiente stimolante dove fare carriera.

Gli altri vantaggi offerti dalla città sono la presenza di infrastrutture moderne ed efficienti, servizi sanitari di qualità, un ricco patrimonio culturale, sicurezza e pulizia per le strade. Inoltre, considerando i costi elevati della vita, anche gli stipendi saranno maggiori e gli espatriati avranno la possibilità di aumentare il proprio reddito annuo.

Ginevra

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La città di Ginevra vista dall’alto

Vienna, Austria

Anche quest’anno compare sul podio, non più al primo, ma al secondo posto, la meravigliosa capitale austriaca Vienna. La città conquista con la sua ricca storia, l’imponente architettura e la vibrante scena culturale, tutti fattori che garantiscono ai suoi residenti un alto standard di vita. Inoltre, si mette in evidenza la possibilità di trovare un buon equilibrio tra lavoro e vita privata con numerose opportunità di svago e per il tempo libero. In generale, Vienna è considerata una delle migliori città in cui vivere grazie alla possibilità di trovare alloggi a buoni prezzi, all’ottimo accesso al sistema sanitario ed educativo, alle infrastrutture eccezionali, all’efficiente rete di trasporto pubblico, alla sicurezza e alla stabilità sociale.

Zurigo, Svizzera

Al primo posto, infine, troviamo Zurigo. Secondo il report, la città svizzera conquista questa posizione grazie ai suoi eccezionali servizi pubblici, ai bassi tassi di criminalità e a una vivace scena culturale, il tutto supportato da un’infrastruttura efficiente e un impegno per la sostenibilità. Inoltre, per il 2024, Zurigo ha migliorato i collegamenti aeroportuali, aumentando il numero di voli da e verso altri continenti.

Seppur sia una delle città più costose in cui vivere, sono oltre 400.000 le persone con origini non svizzere che hanno deciso di abitare a Zurigo, rendendola la più grande comunità di espatriati di tutta la Svizzera.

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La classifica delle città più stressanti al mondo

I motivi per cui le persone viaggiano possono essere diversi: voglia di conoscere nuove culture, uscire dalla propria comfort zone o, semplicemente, rilassarsi. Se per voi vacanza è sinonimo di relax, forse è meglio evitare queste città considerate le più stressanti al mondo secondo uno studio eseguito da Radical Storage, la piattaforma di deposito bagagli che ha considerato 31 indicatori di ansia e analizzato 97.409 recensioni di attrazioni turistiche nelle 100 città più visitate per creare questa classifica.

Apparentemente, secondo i dati raccolti, alcune destinazioni possono provocare elevati livelli di stress causati dal sovraffollamento, dai trasporti pubblici confusi o dal senso di sovraccarico percepito tra le strade. Delle recensioni analizzate durante lo studio, una su dieci (9,6%) ha evidenziato ansia e stress: le città più stressanti hanno raggiunto il 25,2% del totale delle recensioni, mentre le meno stressanti solo l’1,6%. Sicuramente l’overtourism sta giocando un ruolo non indifferente in questa situazione, trasformando alcune mete in vittime del proprio successo.

Quali sono, quindi, le città più stressanti al mondo? Scopriamole insieme in questa top 5.

Shanghai, Cina

Al quinto posto della classifica troviamo una delle città più grandi e vivaci della Cina: Shanghai. Il suo skyline futuristico composto da alti grattacieli e il dinamismo delle sue strade affascina da una parte, ma dall’altra provoca stress e ansia nei viaggiatori che la visitano.

Secondo il report pubblicato da Radical Storage, una delle attività turistiche più popolari è fare una passeggiata lungo Nanjing Road, una delle strade commerciali più trafficate del mondo: alcune persone che l’hanno recensita hanno consigliato di non viaggiare con parenti anziani o bambini, altrimenti lo “stress sarà fuori di testa”, mentre altri, addirittura, hanno dichiarato che questa è stata la peggior esperienza vissuta in Cina.

Londra, Inghilterra

Da anni Londra rappresenta una delle città più amate dai turisti al mondo: dopo Istanbul, è stata la meta più visitata nel 2023, con oltre 18.800.000 arrivi in un solo anno. Non sorprende, quindi, che sia entrata a far parte della top 5 delle città più stressanti! Tra i recensori analizzati durante lo studio, citiamo il visitatore che ha descritto la sua visita al British Museum, il museo gratuito più visitato della città, come “stressante fin dall’ingresso”. Un altro visitatore, invece, riferendosi a Borough Market, il mercato storico dove provare qualsiasi piatto nazionale e internazionale, ha dichiarato che la location era così affollata da sentirsi “schiacciato”.

British Museum Londra

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Il British Museum di Londra

Kyoto, Giappone

Il podio è occupato sempre dal Giappone dove al terzo posto troviamo Kyoto. La città ospita pittoreschi templi, santuari, palazzi e giardini che, in teoria, dovrebbero renderla un paradiso di pace e tranquillità…ma non per tutti. Anche Kyoto rappresenta una delle famose ‘vittime’ dell’overtourism e la presenza del turismo di massa, soprattutto in alcune zone e attrazioni, si fa sentire parecchio. Un visitatore ha descritto il passeggiare attraverso il tradizionale quartiere delle geishe di Gion come “una tortura”, mentre un altro ha descritto la sua visita ai mercati alimentari del Nishiki Market Shopping District scrivendo “Quale mercato? Tutto quello che ho visto erano folle”.

È ovvio che, come tanti altri Paesi, anche il Giappone sta valutando diverse soluzioni per contrastare il problema del turismo di massa. Nel quartiere delle geishe di Tokyo, per esempio, alcune strade sono state chiuse al pubblico e si stanno cercando nuovi metodi per limitare l’ingresso e rendere l’esperienza più piacevole.

Osaka, Giappone

Al secondo posto della top 5 delle città più stressanti al mondo c’è Osaka, la terza città più popolosa del Giappone. Oltre alla famosa scena gastronomica e al castello, un’altra popolare attrazione turistica è il parco a tema Universal Studios, il primo ad aprire fuori dagli Stati Uniti. È qui che molti dei visitatori hanno lasciato recensioni negative menzionando la folla e il problema del sovraffollamento. Un turista ha dichiarato che il parco era così affollato “che sarebbe stato meglio rimanere a letto”, mentre un altro ha detto di aver addirittura pianto a causa dello stress troppo elevato.

Osaka Giappone

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Via dello shopping di Osaka

Tokyo, Giappone

Infine, la prima in classifica è Tokyo. Un quarto delle recensioni analizzate dallo studio (il 25,2%) ha menzionato parole e frasi legate all’ansia durante la loro visita in città. Tokyo è la città più grande del mondo e ospita 13.515.271 persone: è ovvio, quindi, che il 60% degli indicatori di ansia menzionino la sensazione di sentirsi accalcati.

Se per alcune persone è proprio la sua intensità a renderla affascinante, basti pensare al famoso Shibuya Crossing, per altre, probabilmente non proprio consapevoli del luogo che stanno visitando, a Tokyo c’erano “troppe persone”.

Le città meno stressanti da visitare

È chiaro che, quando si viaggia, bisogna anche sapersi adattare alle situazioni anche perché, ammettiamolo, visitare un museo famoso da soli, senza folla, o una città abitata da un numero esorbitante di cittadini, ai quali si aggiungono i milioni di turisti, è ormai praticamente impossibile. Tuttavia, se siete sensibili all’ansia e allo stress, Radical Storage ha evidenziato anche le città meno stressanti usando gli stessi criteri d’analisi.

Al primo posto troviamo Tallinn, la capitale dell’Estonia, risultata la più rilassante dello studio: le recensioni descrivono l’atmosfera della città come “serena, ma vibrante”, “rilassante” e “una città tranquilla lontana dalle trappole turistiche d’Europa“. Al secondo, al terzo e al quarto posto ci sono tre mete della Cina: Zhuhai, la città del romanticismo, Guilin, famosa per le sue montagne in stile Avatar e Guangzhou, la città dei fiori.

Infine, al quinto posto c’è Vilnius, dove i visitatori possono aspettarsi “posti accoglienti dove mangiare” nella “sognante” Città Vecchia e un “ambiente calmo e rilassato”.

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Dove sciare in Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti

La Val Badia è un paradiso naturale che si trova nel cuore delle Dolomiti e nel periodo invernale si trasforma in una delle destinazioni sciistiche più prestigiose ed amate dell’Alto Adige. In particolare, nella regione dell’Alta Badia si trovano oltre 130 km di piste da sci collegate in modo ottimale con altri comprensori del circuito Dolomiti Superski, circuiti che riescono a regalare esperienze uniche sulla neve agli sciatori di ogni livello, grandi e bambini.

Inoltre, la regione montuosa della Val Badia è famosa per la sua tradizione ladina, che si fonde con ospitalità e gastronomia d’eccellenza, per un mix unico che rende questa destinazione un luogo imperdibile per gli appassionati di sport invernali.

Come arrivare alle piste da sci della Val Badia?

Raggiungere questo comprensorio sciistico è molto semplice, anche grazie ai collegamenti ben organizzati verso la località e la sua posizione strategica fra le Dolomiti. È possibile giungere qui in auto percorrendo l’autostrada del Brennero A22: da nord si prosegue verso Bressanone e Val Pusteria, per poi proseguire verso la Val Badia, e da sud si consiglia di seguire le indicazioni per Bolzano Sud e poi Val Gardena e quindi Corvara o San Cassiano.

È possibile raggiungere l’Alta Badia anche in treno grazie alla presenza delle stazioni ferroviarie di Brunico, distante circa 35 km o Bressanone, più lontana, entrambe servite da autobus di linea che offrono servizi di transfer verso, appunto, l’Alta Badia e le sue piste da sci.

Una volta arrivati a destinazione, è possibile usufruire di un servizio skibus gratuito o, comunque, a basso costo, messo a disposizione per tutti gli sciatori che non vogliono perdere queste discese fantastiche e vogliono raggiungere i diversi impianti di risalita.

Quanto costa lo Skipass per sciare in Val Badia?

Il comprensorio sciistico dell’Alta Badia fa parte del più grande Dolomiti Superski, con la possibilità di acquistare un solo Skipass per tutto il territorio. È possibile allo stesso tempo acquistare anche il solo Skipass per l’area Alta Badia, con prezzi che variano a seconda della stagione e del numero di giornate, oltre, ovviamente, l’età dello sportivo.

Lo skipass giornaliero per l’Alta Badia ha un costo che varia da 64€ a 74€, a seconda della stagione, con sconti di circa il 30% per tutti i ragazzi fra gli 8 ed i 16 anni d’età ed uno sconto del 10% per tutti coloro che hanno più di 65 anni. È possibile, come accennato, acquistare pacchetti plurigiornalieri. Ad esempio, in alta stagione e per sei giorni, lo Skipass per l’Alta Badia può costare circa 400€ per adulto.

C’è poi l’opzione Skipass Dolomiti Superski, che consente l’accesso a tutti i 12 comprensori sciistici delle dolomiti. In questo caso il prezzo giornaliero è di circa 80€ per adulti, con la stessa percentuale di sconti per i più giovani e gli over 65, mentre per un pacchetto plurigiornaliero di 6 giorni è di 475€.

Tutti gli impianti del comprensorio sciistico della Val Badia sono aperti, generalmente e a seconda delle condizioni meteorologiche,  dalle 8:30 alle 16:30, con possibili variazioni.

Si passa ora alla scoperta delle piste da sci più belle dell’Alta Badia con le rispettive caratteristiche principali, che possono trasformare una giornata sulla neve in Val Badia in qualcosa di veramente unico ed indimenticabile.

Tratto della pista da sci Sellaronda, in Val Badia, con sciatori in discesa

Fonte: iStock

Percorso da sci Sellaronda, in Alta Badia

Pista Sellaronda

Sciare in questo comprensorio vuol dire immergersi in un paesaggio naturale unico nel suo genere. Ci sono piste che permettono di godere di un panorama unico sulle vette innevate e sul panorama circostante. Questo è il caso del Sellaronda, una delle piste panoramiche più famosa delle Dolomiti, in grado di collegare la Val Gardena, l’Alta Badia, Arabba e Val di Fassa, grazie ad una rete di piste da sci di circa 40 chilometri.

È una pista circolare, che può essere percorsa sia in senso orario, che antiorario. Per quanto riguarda il senso antiorario, il percorso parte dall’Alta Badia e va verso la Val Gardena, con ritorno ad Arabba, e si procede seguendo le frecce verdi. Il percorso orario, invece, parte sempre dall’Alta Badia e prosegue verso Arabba, con ritorno dal Passo Gardena. È una lunga pista adatta e consigliata a sciatori di livello intermedio, in quanto consente di percorrere facili discese, ma anche tratti più difficili e tecnici, che richiedono una maggiore dimestichezza sugli sci.

Attività extra su Pista Sellaronda

Oltre alla sciata, il Sellaronda è un luogo che permette di vivere un’esperienza culturale unica, passando attraverso diverse località unica delle Dolomiti, tra panorami naturali così suggestivi e mozzafiato e rifugi dove poter gustare i piatti tipici della tradizione locale, unendo, quindi, un’esperienza sportiva unica ad un’esperienza enogastronomica altrettanto unica. Inoltre, per i più avventurosi, è possibile fare anche escursioni con le ciaspole lungo questo percorso.

Giro della Grande Guerra

Un altro percorso importante dell’Alta Badia è il Giro della Grande Guerra. Questo tracciato prende il nome dai luoghi storici che attraversa e che furono interessati dalla Prima Guerra Mondiale. Sciare qui permette di passare attraverso luoghi unici, che uniscono il fascino unico delle Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, all’importanza storica che queste hanno avuto durante il conflitto. Il Giro della Grande Guerra nella Val Badia permette di sciare ai piedi delle famose cime del Civetta, Monte Pelmo, Tofane, Lagazuoi, Conturines, Settsass, Sassongher, Sella e Marmolada.

Anche il Giro della Grande Guerra, come il Sellaronda, è percorribile in due modi, sia in senso orario, seguendo le frecce viola, sia in senso antiorario, seguendo le frecce rosse. Si tratta di un percorso che in totale supera gli 80 chilometri di lunghezza, ma che allo stesso tempo è composto da tanti tratti adatti ad un pubblico di sciatori principalmente intermedio, con la presenza di alcune sezioni più difficili, per sciatori avanzati.

Attività extra sul Giro della Grande Guerra

Come già accennato, questo è un luogo di una rilevanza storica estremamente importante per l’Italia e per i Paesi vicini, essendo stato interessato durante gli scontri della Prima Guerra Mondiale. Proprio per questo, tutti gli appassionati di storia hanno la possibilità di visitare diversi siti storici e rifugi, dentro ai quali sono state allestiti dei memoriali di guerra, oppure possono partecipare a escursioni guidate durante le quali viene spiegata la storia di queste montagne.

Cima Lagazuoi vista dal Giro della Grande Guerra, un itinerario panoramico del comprensorio sciistico della Val Badia

Fonte: iStock

Cima Lagazuoi, vista dal percorso sciistico Giro della Grande Guerra in Alta Badia

Pista La Gran Risa

Inoltre, sono presenti anche altre piste. La più iconica, probabilmente, delle Dolomiti è Pista La Gran Risa, che si trova a La Villa e che è celebre per tutti gli amanti dello sci, in quanto ospita alcune gare di Coppa del Mondo di sci alpino: un sogno per tutti gli appassionati di sport invernali, che qui possono trovare un percorso davvero molto tecnico e stimolante.

Come tutto il comprensorio sciistico della Val Badia, anche questa pista apre generalmente dalle 8:30 alle 16:30, a seconda delle condizioni meteorologiche interessano l’area. A differenza delle altre piste, qui anche chi non è esperto può vivere una giornata sulla neve davvero rilassante, godendo di un panorama unico, grazie alla presenza di numerosi rifugi e lounge, ideale per una pausa rigenerante.

Questi luoghi rendono l’Alta Badia un luogo estremamente ricercato dagli appassionati della neve e delle montagne, ideale sia per il periodo invernale, che estivo. Decidere di passare una giornata sugli sci in questi luoghi permetterà sicuramente di passare un’esperienza incredibile, sia per grandi, che per bambini, da non dimenticare.

 

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Viaggio nella bellezza: le stazioni ferroviarie più incredibili del mondo

Lo scrittore e viaggiatore Tiziano Terzani scrisse: “Quale altro posto, meglio di una stazione, riflette lo spirito di un paese, lo stato d’animo della gente, i suoi problemi?”. Se ci pensate, è proprio così. La stazione ferroviaria, crocevia di viaggi, un luogo grazie al quale il mondo, a partire dal XIX secolo, è diventato improvvisamente più vicino, rappresenta molto più di una struttura funzionale che ci permette di spostarci da un punto all’altro. Lo sa bene la giuria di Prix Versailles che, proprio negli ultimi giorni, ha annunciato i vincitori del prestigioso premio mondiale di architettura e design dedicato alle stazioni ferroviarie più incredibili del mondo.

Questo è solo uno di tutta una serie di premi architettonici assegnati ogni anno ad aeroporti, musei, campus, ristoranti e non solo. Quello dedicato alle stazioni vuole sottolineare l’importanza di questi luoghi che, quando progettati con cura, creando un dialogo tra arte e architettura, hanno il potere di reinventare il modo in cui viviamo insieme all’interno di una comunità. Sono diversi i requisiti tenuti in considerazione dalla giuria, dall’innovazione tecnologica dell’opera alla sua efficienza ecologica, fino all’impatto culturale che ha sulla comunità che la circonda.

Qui vi raccontiamo le 6 stazioni ferroviarie premiate, di cui una si trova in Italia.

Schafbergbahn, Austria

La Schafbergbahn Station è una delle attrazioni turistiche più famose in Austria perché, in funzione dal 1893, rappresenta una delle ferrovie a cremagliera più ripide d’Europa offrendo un’indimenticabile escursione da St. Wolfgang fino alla cima del monte Schafberg. Essendo molto antica, si è visto necessario ristrutturare la stazione a valle nel 2023, la parte che ha vinto l’ambito premio Prix Versailles.

La struttura è stata pensata per dialogare con il paesaggio all’esterno attraverso un’ampia hall dotata di vetrate sia nelle facciate che nel tetto: chi acquista i biglietti, fa compere o siede nel ristorante può così avere lo sguardo rivolto sul lago e le montagne. Infine, i materiali utilizzati rispecchiano appieno lo stile architettonico austriaco moderno con l’unione tra legno e acciaio, funzionalità e accoglienza.

La stazione di Beijing, Cina

Costruita nel 1959 sotto la supervisione del Premier Zhou Enlai, la stazione ferroviaria Beijing a Pechino rappresenta una gemma architettonica riconosciuta come edificio storico dalla National Key Cultural Relics Protection Unit. La sua grandiosità e i suoi dettagli catturano l’immaginazione sia dei locali che dei visitatori che, qualche anno fa, sono stati conquistati da una ristrutturazione che ha interessato alcune aree interne rendendo la stazione ferroviaria ancora più spettacolare.

Tra i dettagli più amati ci sono i sedili in pelle di un verde vibrante che ricorda gli anni ’50, evocando nostalgia e un senso di tradizione, e gli interni dell’entrata principale, pensati per rafforzare l’efficienza dei viaggi, i servizi offerti e l’esperienza culturale dei visitatori combinando la ricca storia della stazione con la funzionalità contemporanea.

Stazione treni Beijing Cina

Fonte: iStock

Esterno della storica stazione dei treni a Beijing

La stazione Bell, Australia

La Bell Station si trova a Preston, un sobborgo di Melbourne. Il design della stazione rende omaggio al ricco patrimonio di quest’area, intrecciando elementi ispirati ai tetti del dopoguerra con riferimenti all’arte e alla cultura locale. Questo è un dettaglio che può essere ammirato nella facciata della stazione, dove i tetti locali sono stati trasformati in un motivo tridimensionale con incredibili vetrate rosa e viola.

Oltre all’estetica, la stazione di Bell è stata progettata tenendo fermamente conto delle esigenze dei pendolari moderni: dispone di un’ampia sala d’attesa, di piattaforme rialzate con sedute protette dalle intemperie, oltre ad ascensori e scale accessibili.

La stazione di Matabiau, Francia

L’estetica della stazione di Matabiau a Tolosa risale al 1905, quando l’architetto Marius Toudoire annunciò di voler trasformare la stazione di Toulouse Matabiau, da lui progettata, in un vero e proprio palazzo. Da allora sono stati molti gli interventi eseguiti, seppur il lavoro più grande sia stato fatto negli ultimi 3 anni e i cui risultati hanno portato la stazione a ottenere l’ambito riconoscimento di Prix Versailles.

Il team di architetti di SNCF Gares & Connexions e di AREP hanno scrupolosamente studiato gli archivi per ricostruire la storia delle varie fasi costruttive della stazione e riportarla al suo antico splendore combinando conservazione e modernità.

Stazione ferroviaria Tolosa

Fonte: iStock

Facciata esterna della stazione ferroviaria di Tolosa

La stazione della metro Chiaia, Italia

Anche Napoli sotto i riflettori del design mondiale grazie alla nuova stazione della metro Chiaia, progettata dall’architetto napoletano Uberto Siola in collaborazione con l’arista e regista britannico Peter Greenaway. La stazione è stata premiata per il suo design innovativo e per l’uso creativo della luce: il progetto, infatti, è stato concepito come uno spazio onirico dove i viaggiatori, accolti da una statua di Giove in metallo dipinta di azzurro, scenderanno lungo una scalinata bianca che li condurrà a diverse aree decorate con la riproduzione di statue classiche fino alla banchina, dipinta con trecento occhi.

Nuova metro 6 Napoli

Fonte: Regione Campania

Nuova Stazione dell’Arte nella Metro 6 a Napoli

Grand Central Madison, Stati Uniti d’America

Infine, l’ultima stazione premiata da Prix Versailles è quella di New York grazie alla sua innovatività, creatività, riflessione del patrimonio locale ed efficienza ecologica. Situata sotto la Grand Central Station, serve la Long Island Railroad ed è stata aperta ufficialmente nel 2023 dopo anni e anni di lavori. Con i suoi 700.000 metri quadrati, rappresenta il più grande terminal ferroviario passeggeri costruito negli Stati Uniti negli ultimi 60 anni. Al suo interno sono presenti anche diverse opere d’arte pubbliche e tunnel futuristici ben illuminati ed eleganti.

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Egitto, scoperta in un’antica tomba la statua del vero volto di Cleopatra

Cleopatra è una di quelle figure che, con il suo fascino e mistero, è entrata a far parte del nostro immaginario collettivo e della cultura popolare. L’abbiamo vista interpretata dalle migliori attrici, come Elizabeth Taylor, ed è stata raccontata negli anni da artisti e stilisti di ogni livello, basti pensare alla sfilata di Chanel nel 2018 al Metropolitan Museum di New York. Ma qual è il suo vero volto? Forse, grazie al recente lavoro di un’archeologa, l’abbiamo finalmente scoperto.

Sono quasi 20 anni che Kathleen Martinez lavora senza sosta per cercare la tomba della regina d’Egitto che, si presume, si trovi alla fine di un tunnel segreto situato sotto le rovine del tempio egizio di Taposiris Magna. Seppur l’ultima scoperta non riguardi la tomba, rappresenta un avvenimento sensazionale che potrebbe avvicinarci alla sua posizione: durante gli scavi, infatti, è stata rinvenuta la statua di una donna con una corona reale, insieme ad altri preziosi reperti.

Una scoperta sensazionale: la statua e gli altri reperti

La missione archeologica è stata portata avanti dal team dell’Universidad Nacional Pedro Henríquez Ureña, capitanato da Kathleen Martinez, in un antico tempio a ovest della capitale tolemaica, in Egitto. Quello che hanno trovato è una statua di marmo bianco, di cui rimane solo la testa, raffigurante una donna con labbra carnose e capelli intrecciati intorno alla testa. Secondo Martinez, la statua mostrerebbe il vero volto di Cleopatra VII, la sovrana che regnò dal 51 al 30 a.C.

Un’ipotesi, però, non totalmente condivisa da altri esperti, i quali sottolineano le differenze tra i tratti del viso mostrati sulla statua di marmo e le rappresentazioni ampiamente conosciute dell’ex regina. Alcuni di loro, quindi, credono che la statua raffiguri invece un’altra principessa della dinastia tolemaica. Tuttavia, ad alimentare la teoria dell’archeologa ci sono gli altri reperti trovati.

Tra questi ci sono lampade a olio, contenitori di calcare, statue di bronzo e ceramiche rituali, ma soprattutto 337 monete, molte delle quali riportano l’effige della famosa regina, oltre che una statua a mezza figura di un re che indossa il copricapo Nemes dei faraoni e un amuleto a forma di scarabeo con l’iscrizione “La giustizia di Ra è sorta”.

Dov’è stata fatta la scoperta

La statua di quello che potrebbe essere il vero volto di Cleopatra è stata trovata, insieme ad altri reperti, sotto il Tempio di Taposiris Magna, vicino ad Alessandria d’Egitto, sotto il muro sud del suo perimetro esterno. Gli archeologi pensano che questo sia il luogo in cui riposa Cleopatra che, secondo gli esperti, è stata probabilmente sepolta insieme all’amante Marco Antonio. Il Tempio di Taposiris Magna, il cui nome significa “grande tomba di Osiride”, rappresenta un luogo importantissimo nelle ricerche legate alla regina d’Egitto.

Qui, infatti, sempre grazie agli scavi portati avanti dall’archeologa Kathleen Martinez dell’Università di Santo Domingo, è stata trovata una galleria lunga 1.300 metri, situata a 13 metri di profondità. Il tunnel, considerato “un prodigio della tecnica ingegneristica antica”, potrebbe essere il luogo in cui si trova la tomba di Cleopatra, una teoria oggi avvalorata dall’ultima scoperta relativa alla statua.

Cleopatra, l’ultima della dinastia tolemaica a governare l’Egitto, fu incoronata a soli 18 anni e la sua fama è arrivata intatta fino a noi grazie alla sua bellezza e intelligenza, oltre che per la struggente storia d’amore con Marco Antonio. Che si tratti o no del viso della sovrana, non vediamo l’ora di saperne di più per approfondire la sua enigmatica figura storica.

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Vacanze sostenibili in montagna, le mete più green

Ogni anno, l’11 dicembre, si celebra la Giornata Internazionale delle Montagne, un’occasione per riflettere sull’importanza delle montagne, che coprono circa il 25% della superficie terrestre e ospitano oltre il 10% della popolazione mondiale. Le montagne non sono solo luoghi di straordinaria bellezza naturale, ma sono anche ecosistemi delicati che svolgono un ruolo cruciale per la biodiversità e il benessere dell’intero pianeta.

Il turismo sostenibile nelle località montane è un approccio che pone al centro la tutela dell’ambiente, la conservazione delle risorse naturali e il rispetto delle tradizioni locali. Alcune destinazioni di montagna, come quelle delle Dolomiti, stanno diventando esempi virtuosi di come sia possibile conciliare l’attività turistica con la salvaguardia del territorio. Scopriamo insieme alcune di queste località che promuovono un turismo rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali.

Castelrotto e l’Alpe di Siusi

Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Tires al Catinaccio e l’Alpe di Siusi formano insieme la regione dolomitica Alpe di Siusi, una delle zone più affascinanti delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Queste località non solo offrono panorami mozzafiato e un’ampia scelta di attività all’aria aperta, ma sono anche impegnate a preservare l’ambiente attraverso una serie di iniziative sostenibili.

Alpe di Siusi

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Paesaggio innevato dell’Alpe di Siusi

Il concetto di “vacanza sostenibile” qui è ben radicato: l’obiettivo è garantire che le risorse naturali vengano utilizzate in modo oculato, evitando il sovrasfruttamento del territorio. La gestione sostenibile delle risorse locali, la promozione di infrastrutture ecocompatibili e la protezione della biodiversità sono principi che guidano ogni decisione, dalla costruzione degli impianti di risalita fino alla scelta dei materiali per l’edilizia turistica.

L’Alpe di Siusi, in particolare, ha ricevuto la certificazione GSTC (Global Sustainable Tourism Council), un riconoscimento internazionale che attesta l’impegno della regione verso un turismo ecologico, socio-economicamente equo e culturalmente rispettoso. Una delle caratteristiche distintive della zona è l’uso dei mezzi pubblici e la promozione della mobilità elettrica per ridurre l’impatto ambientale del turismo.

La Val d’Ega

La Val d’Ega, situata ai piedi delle maestose vette dolomitiche, è un altro esempio di destinazione montana che ha abbracciato il concetto di sostenibilità. La regione ha sviluppato un programma di turismo sostenibile che segue i criteri del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), ottenendo anch’essa la certificazione che garantisce un approccio responsabile al turismo.

La Val d’Ega si distingue per il suo impegno nel promuovere una mobilità ecologica: i visitatori sono incoraggiati a lasciare l’auto parcheggiata e a esplorare la valle utilizzando mezzi pubblici, biciclette o percorrendo sentieri a piedi. I trasporti pubblici sono ben sviluppati e collegano le località in modo efficiente, mentre gli impianti di risalita sono alimentati da energia rinnovabile. Inoltre, la gastronomia locale offre piatti tipici preparati con ingredienti provenienti da agricoltura biologica e a km zero.

In Val d’Ega, le attività all’aria aperta sono pensate per minimizzare l’impatto ambientale, come il trekking, il ciclismo e lo sci invernale, dove si promuovono pratiche ecocompatibili. Durante i Green Events, gli ospiti possono partecipare a iniziative che sensibilizzano sulla protezione dell’ambiente, come escursioni guidate o workshop sulla sostenibilità.

Zermatt, in Svizzera

Zermatt, una delle destinazioni più iconiche delle Alpi svizzere, si distingue per il suo impegno verso la sostenibilità, applicata a tutti e tre i suoi aspetti fondamentali: economico, ecologico e sociale. Una delle iniziative di punta di Zermatt è la rinaturalizzazione dei terreni alpini. Nel 2013, Zermatt ha ricevuto il premio Greening per il suo impegno nella rinaturalizzazione delle superfici montane, un lavoro che rispetta e promuove la delicatezza dell’ecosistema alpino. Il gruppo di lavoro per l’inverdimento delle superfici in quota, attivo dal 1996, è dedicato a implementare interventi ecologici che preservano l’integrità naturale della regione, riducendo al minimo l’impatto delle attività turistiche.

In termini di innovazione tecnologica, Zermatt è all’avanguardia con le sue strutture e impianti. Il Matterhorn Glacier Paradise, il ristorante più alto d’Europa, è certificato MINERGIE-P®, un sigillo di qualità per edifici a basso consumo energetico. Grazie a soluzioni edilizie eco-compatibili, come l’uso di legno prefabbricato, isolatione termica avanzata e impianti fotovoltaici, Zermatt ha dimostrato un notevole impegno nel ridurre l’impatto ambientale. La tecnologia solare integrata nella facciata sud del ristorante ha infatti ottenuto il Premio Solare Svizzero ed Europeo nel 2010, sottolineando l’importanza di un approccio sostenibile nelle costruzioni anche in condizioni estreme.

Lago Stellisee, Zermatt

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Il Lago Stellisee a Zermatt

Anche nel trattamento delle risorse idriche, Zermatt ha adottato soluzioni innovative per la gestione dell’acqua. Il complesso processo di trasporto dell’acqua potabile a quasi 4.000 metri di altitudine prevede il recupero e il riutilizzo delle acque reflue attraverso un impianto di trattamento microbiologico, riducendo così al minimo l’impatto sull’ambiente.

Per quanto riguarda la mobilità, il comprensorio di Zermatt Bergbahnen ha sviluppato impianti di risalita all’avanguardia, come la cabinovia di Kumme, la prima in Svizzera a utilizzare il sistema AURO (Autonomous Ropeway Operation), che consente l’operazione automatica e senza operatore, monitorata da un sistema avanzato di sensori e telecamere. Questa tecnologia non solo migliora l’efficienza, ma riduce anche l’impatto umano e aumenta la sicurezza.

Zermatt non si limita a migliorare l’infrastruttura, ma è anche attenta alla salvaguardia della fauna selvatica e alla protezione degli habitat naturali. Con pendii incontaminati che ospitano una fauna ricca e diversificata, Zermatt si impegna a minimizzare i conflitti tra le attività turistiche e la natura.

Bansko, nei Balcani

Bansko, una delle principali località sciistiche della Bulgaria, è diventata un esempio di come il turismo in montagna possa coesistere con la tutela dell’ambiente e il rispetto del patrimonio naturale. Situata ai margini del Pirin National Park, un sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Bansko ha investito in iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale delle sue infrastrutture sciistiche.

Secondo un rapporto di monitoraggio condotto da Unesco lo scorso anno, le strutture sciistiche di Bansko non hanno alcun impatto negativo sull’ecosistema del parco. La sostituzione e modernizzazione degli impianti di risalita, infatti, sono state realizzate in modo adeguato, senza compromettere il valore del sito naturale protetto. Il rapporto conferma che le nuove strutture sono state progettate e implementate in armonia con l’ambiente circostante, contribuendo a preservare la bellezza del Pirin National Park.

Bansko, Bulgaria

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Il paese montano di Bansko

Grazie a queste iniziative, Bansko offre ai visitatori un’esperienza sciistica che non solo consente di godere delle splendide montagne, ma lo fa nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale. I turisti che scelgono Bansko possono essere certi di trascorrere una vacanza all’insegna della natura e del rispetto per l’ambiente, in completa armonia con la Unesco e altre autorità di conservazione internazionale.

Inoltre, l’approccio eco-friendly di Bansko si estende anche ad altre aree, come la gestione delle risorse naturali, la promozione del trasporto sostenibile e la sensibilizzazione dei visitatori verso l’importanza di preservare il fragile equilibrio ecologico delle montagne bulgare.

Tignes, la montagna francese

Tignes, situata nel cuore delle Alpi francesi, è una delle località montane più avanzate nella promozione di un turismo sostenibile. Conosciuta per la sua bellezza naturale e per l’incredibile offerta di attività all’aperto, Tignes non è solo una meta per gli amanti dello sport e della montagna, ma anche un modello di impegno per la salvaguardia dell’ambiente. Questo impegno si riflette nella sua certificazione Green Globe, ottenuta nel 2015, che premia le destinazioni turistiche che contribuiscono attivamente al benessere della società e del pianeta.

Tignes

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La zona di montagna di Tignes

La certificazione Green Globe è un programma internazionale che riconosce le aziende e le destinazioni turistiche impegnate nel migliorare l’impatto ambientale e sociale delle loro attività. Per ottenere questa certificazione, le destinazioni devono soddisfare oltre 300 requisiti suddivisi in 40 aree tematiche, che vanno dalla protezione dell’ambiente alla gestione sostenibile del turismo e al supporto delle economie locali. L’obiettivo di Tignes è di garantire che le sue operazioni siano sostenibili in tutti i sensi, rispettando i tre principali pilastri dello sviluppo sostenibile: economico, sociale e ambientale.

Tra il 2016 e il 2017, la Société des Téléphériques de la Grande Motte (STGM), che gestisce gli impianti di risalita a Tignes, ha implementato diverse iniziative per rendere il resort più sostenibile. Tra queste, il riciclo dei biglietti per ridurre i rifiuti e un sistema di raccolta differenziata per materiali come ferro, carta e batterie. Inoltre, Tignes ha distribuito posacenere tascabili per evitare l’abbandono di mozziconi di sigaretta, e ha privilegiato l’uso di prodotti ecologici nelle strutture. Il personale è stato sensibilizzato sui temi ambientali, mentre gli impianti sono stati progressivamente aggiornati con tecnologie più ecologiche per ridurre l’uso di combustibili fossili e migliorare l’efficienza energetica.

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SiViaggia regala il magazine GATE numero 45

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda, costume e attualità. Alle pagine 40-43 del numero 45, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato alle ultime novità di New York City, una città vista e rivista più e più volte. Ciascuno dei cinque distretti – perché non c’è solo Manhattan, eh – ha delle nuove attrazioni. Bronx, Brooklyn, Queens, Staten Island, sono tutti assolutamente da vedere, ciascuno con il suo perché.

Inoltre, sfogliando le pagine del magazine trovate anche qualche utile consiglio per organizzare i prossimi weekend alla scoperta di alcuni luoghi insoliti d’Italia, dai borghi meno noti agli itinerari famosissimi, ma da fare fuori stagione. È sufficiente registrarsi gratuitamente per poter effettuare il download.

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