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Anche la casa di Babbo Natale soffre per l’overtourism

L’overtourism non risparmia neanche Babbo Natale: infatti, in vista del giorno più magico dell’anno, sono migliaia i turisti che arrivano, da ogni parte del mondo, al Villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi, capitale della Lapponia finlandese.

Sul confine del Circolo Polare Artico, il parco tematico Santa Claus Village è ormai un’istituzione internazionale, che ogni anno attira oltre 600.000 visitatori. Tra neve scintillante e tradizioni invernali, offre l’occasione di vivere esperienze davvero uniche e indimenticabili: dalle slitte trainate da renne ai cocktail nei bar di ghiaccio, fino all’incontro con Santa Claus in persona nella sua “città natale ufficiale”.

Un boom turistico senza precedenti

È ormai chiaro come il turismo a Rovaniemi sia in forte e costante espansione. Nel 2023 la città ha registrato un record di 1,2 milioni di pernottamenti, segnando una crescita del 30% rispetto al 2022.

Un trend a prima vista positivo, che entusiasma operatori turistici, proprietari di hotel e ristoranti, che vedono un significativo aumento delle entrate. “Il nordico è un trend“, queste le parole di Sanna Karkkainen, CEO di Visit Rovaniemi. “Le persone vogliono viaggiare in Paesi freddi per vedere la neve, l’aurora boreale e, ovviamente, Babbo Natale.”

Ma non è tutto. L’aeroporto di Rovaniemi ha inaugurato nel 2024 tredici nuove rotte, che collegano la città con destinazioni quali Ginevra, Berlino e Bordeaux. La maggior parte dei turisti proviene da Francia, Germania e Regno Unito, ma l’attrattiva si estende ben oltre l’Europa.

La crisi dell’iperturismo

Nonostante il successo economico, l’esplosione del turismo sta generando malcontento tra i residenti. Durante le festività natalizie, Rovaniemi arriva ad accogliere un numero di visitatori dieci volte superiore alla sua popolazione. “Il turismo è cresciuto così rapidamente che la situazione non è più sotto controllo“, ha dichiarato Antti Pakkanen, fotografo e membro di una rete di alloggiatori locali.

Come in molte altre mete sovraffollate, da Barcellona a Venezia, anche Rovaniemi sta così affrontando le problematiche dell’overtourism. I residenti lamentano l’aumento dei prezzi degli affitti e la trasformazione del centro città in uno “spazio transitorio per i turisti”. La crescita vertiginosa degli alloggi a breve termine ha ridotto le opzioni abitative per i residenti e contribuito a cambiare il tessuto sociale cittadino.

Il richiamo del Grande Nord

L’inarrestabile interesse per i Paesi nordici sembra legato anche al cambiamento climatico. In un pianeta che si sta surriscaldando, le vacanze al freddo diventano sempre più gettonate, in particolare durante il periodo natalizio. Le attrazioni di Rovaniemi, con la neve immacolata, una vasta gamma di esperienze invernali, e l’opportunità di visitare in prima persona la Casa di Babbo Natale, rispondono alla perfezione a questa domanda.

Quale futuro per Rovaniemi?

Mentre i funzionari locali sottolineano il successo del turismo, la vera sfida sta nel trovare un equilibrio sostenibile.

L’overtourism è una questione globale che richiede soluzioni innovative per tutelare l’autenticità delle destinazioni e il benessere dei residenti. A Rovaniemi, come altrove, il futuro del turismo dipenderà dalla capacità di gestire la crescita in modo responsabile, garantendo che il fascino del Grande Nord continui a incantare senza comprometterne il fragile ecosistema naturale e urbano.

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Le 100 città del mondo dove si mangia meglio: il podio è italiano

Dando uno sguardo alla recente classifica di TasteAtlas sulle città con la miglior offerta gastronomica al mondo, possiamo proprio dire che si tratta di un “inno alla tradizione culinaria d’Italia“.

Infatti, per il 2024/25, il podio è occupato tre da città italiane: Napoli, Milano e Bologna si sono distinte per la tipicità dei loro piatti, veri e proprio simboli di golosa eccellenza. Ma non sono le uniche: altre 16 città italiane spiccano nella prestigiosa top 100, a conferma di come il Belpaese rivesta un ruolo centrale nella cultura gastronomica mondiale.

Napoli: la capitale mondiale del gusto

Napoli conquista il primo posto grazie alla cucina genuina, che vanta profonde radici nella tradizione popolare. La pizza napoletana, riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, è solo l’apice di un patrimonio che abbraccia piatti come la pasta alla genovese, gli spaghetti alle vongole nonché dolci leggendari come la sfogliatella, il babà e le zeppole.

Milano: modernità e tradizione

Milano, al secondo posto, rappresenta l’equilibrio perfetto tra innovazione e rispetto per l’eredità culinaria. La città meneghina è famosa per il risotto alla milanese, impreziosito dallo zafferano, e per piatti storici come l’ossobuco alla milanese, la cotoletta alla milanese, la cassoeula e il panettone.

Accanto alle ricette più iconiche, Milano è anche una vetrina internazionale di cucina contemporanea, con chef stellati che reinterpretano i classici in chiave moderna.

Bologna: la regina della pasta fresca

Bologna, terza classificata, è considerata da molti la capitale gastronomica d’Italia. La sua cucina, ricca e golosa, si mette in mostra grazie a capolavori come le tagliatelle al ragù, i tortellini in brodo, e la lasagna alla bolognese. Immancabile è la mortadella, salume simbolo del capoluogo emiliano, apprezzata in tutto il mondo. Stuzzicano il palato anche la cotoletta alla bolognese e la crescentina.

Le osterie tradizionali e i mercati del centro storico sono la tappa imperdibile per godere appieno dei sapori emiliani.

Le altre città italiane nella Top 100

Oltre al podio, come accennato, l’Italia si distingue con altre 16 città nella classifica della guida di viaggio esperienziale TasteAtlas.

  • Firenze: 4° posto, celebre per la bistecca alla fiorentina, la ribollita, le pappardelle al cinghiale, i crostini toscani e la pappa al pomodoro;
  • Roma: 6° posto, grazie a piatti iconici come la carbonara, cacio e pepe, la pasta alla gricia, la coda alla vaccinara e il maritozzo con la panna;
  • Torino: 9° posto, conosciuta per il gianduiotto, gli agnolotti, il vitello tonnato, la panna cotta e la pizza al padellino;
  • Genova: 13° posto, patria delle trofie al pesto, della farinata di ceci, del cappon magro, delle trenette al pesto e dei ravioli alla genovese;
  • Ferrara: 19° posto, con i suoi cappellacci di zucca ferraresi, il pasticcio di maccheroni, la torta tenerina, la salama da sugo e i pinzini ferraresi;
  • Catania: 21° posto, nota per la pasta alla norma, la granita, la caponata, gli spaghetti al nero di seppia e gli arancini;
  • Venezia: 23° posto, regina dei sapori lagunari con specialità come il baccalà mantecato, i bigoli in salsa, il fegato alla veneziana;
  • Palermo: 31° posto, con l’arancina, le panelle, i cannoli, la pasta chî sàrdi e la pasta alla norma;
  • Bari: 41° posto, grazie alle orecchiette alla barese, i panzerotti, la focaccia barese e la cialledda;
  • Modena: 69° posto, apprezzata per i tortellini in brodo, lo gnocco fritto, la gramigna con salsiccia, la crescentina modenese e la zuppa inglese;
  • Sorrento: 79° posto, amata per gli gnocchi alla sorrentina, le linguine allo scoglio, gli spaghetti alle vongole, l’insalata caprese e gli spaghetti alla nerano;
  • Taormina: 80° posto, con i cannoli, la parmigiana, gli arancini;
  • Lucca: 88° posto, rinomata per il buccellato di Lucca, i necci, le pappardelle alla lepre e i tordelli lucchesi;
  • Siena: 92° posto, famosa per i ricciarelli di Siena, i cavallucci, il panforte di Siena;
  • Parma: 97° posto, con i tortelli d’erbetta, gnocco fritto, anolini in brodo, cappelletti in brodo;
  • Trieste: 100° posto, dove troviamo il frico, la jota triestina, il gulash triestino.
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Centri termali in Calabria da non perdere

La punta dello stivale della nostra penisola è un territorio incredibilmente ricco di tesori culturali, paesaggistici, artistici e gastronomici. Un’area di grande interesse, conosciuta per il calore della sua gente e per la capacità di realizzare i sogni di qualunque tipo di viaggiatore: un tour in Calabria riesce ad accontentare davvero ogni esigenza. Tra panorami mozzafiato, coste tra le più belle in Italia e autenticità, anche gli amanti delle calde acque termali possono vivere emozioni indimenticabili in uno dei molti centri benessere della regione.

Le terme in Calabria offrono un ampio range di proposte, che vanno dalle spa più esclusive alle sorgenti termali naturali lasciate in uno stato semi-originale e aperte all’uso degli avventori. Ecco alcune delle migliori mete calabresi per soggiorni termali immersi nel più completo relax e nelle atmosfere di una regione tutta da scoprire.

Terme Luigiane, Acquappesa (CS)

Le Terme Luigiane si trovano in provincia di Cosenza, a cavallo tra Acquappesa e Guardia Piemontese. La storia di queste terme è fatta di alti e bassi: anch’esse conosciute fin dai tempi degli antichi Romani, vissero periodi di fasto e momenti di decadenza e abbandono, ma costituiscono oggi uno degli stabilimenti termali più conosciuti dell’intera regione. Le acque delle Terme Luigiane sono sulfuree-salso-bromo-iodiche e sgorgano da quattro diverse sorgenti, tre con una temperatura di circa 45°C e una più fredda, con acque a 22°C.

Il centro benessere offre percorsi relax fra piscine riscaldate con filtri a sale, cascate per massaggio cervicale, idromassaggio e percorsi Kneipp, aromaterapia e cromoterapia, bagno turco con fontana di ghiaccio, docce emozionali e relax con tisane purificanti. La struttura, il cui ingresso alla zona spa costa 30 euro per 60 minuti, può essere raggiunta in auto, percorrendo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, o in treno. In questo caso la stazione più vicina è quella di Guardia Piemontese, a 2 chilometri di distanza. Per gli orari di apertura consigliamo di monitorare i siti ufficiali perché cambiano di stagione in stagione.

Il centro ingloba uno stabilimento termale Thermae Novae, il Grand Hotel delle Terme e il Parco Termale Acquaviva. I dintorni delle terme offrono diverse occasioni di esplorazione, verso luoghi imperdibili quali il Bosco della Mortilla, i meravigliosi colli calabresi e le suggestive e attrezzate spiagge tirreniche. A poca distanza da qui si trovano infatti alcune delle località balneari più belle della Calabria, tutte da scoprire.

Terme di Caronte, Lamezia Terme

A Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, sorgono le Terme di Caronte, alle pendici del monte Reventino, tra le più importanti sorgenti d’Italia per la loro comprovata efficacia sul piano terapeutico. Conosciute fin dai tempi antichi per le loro proprietà uniche, la loro storia risale almeno al II secolo d.C., quando i Romani le utilizzavano a scopi curativi. Per secoli furono apprezzate e visitate, ma il vero sfruttamento intensivo iniziò solo nel XVIII secolo e il moderno stabilimento nacque alla fine degli anni ‘60, diventando in breve tempo uno dei centri termali più rinomati del Sud Italia.

Le acque sulfuree della sorgente Caronte sgorgano alla temperatura ideale di circa 38°C e si prestano alla cura delle più disparate patologie, come quelle respiratorie, ginecologiche, reumatiche e dermatologiche. Oltre alle cure termali, lo stabilimento offre anche trattamenti estetici e una sua linea di cosmetici, e si trova incastonato in una splendida zona boschiva dal clima mite e dalla breve distanza dalla costa tirrenica. Il luogo ideale per godersi un po’ di relax ammirando al contempo un panorama incredibile.

La stagione termale del centro comincia in primavera, raggiungibile facilmente in auto percorrendo l’A3 fino all’uscita omonima.

Terme Acque Sante, Locri (RC)

La piccola città di Antonimina sorge nei pressi di Locri, a poca distanza dalla sua splendida costa ionica, e riveste oggi un ruolo importante per la presenza delle fonti di acque termali che vi sgorgano: sono proprio queste a essere utilizzate presso le Terme Acque Sante. Questo è il luogo ideale per chi vuole regalarsi un soggiorno dedicato al wellness senza tuttavia rinunciare a qualche bella giornata trascorsa al mare, tra le spiagge più belle della Calabria.

Le sorgenti di Antonimina erano ben note nell’antichità e affiorano a una temperatura costante di 36°C: si tratta di acque clorurate-solfato-alcaline con tracce di iodio, isotoniche e lievemente ipotoniche e vengono impiegate per bagni, fanghi, aerosol, nebulizzazioni, docce, cure estetiche e idromassaggi.

Sono impiegate efficacemente nella cura di diverse patologie quali malattie costituzionali o problemi dell’apparato respiratorio e circolatorio, e anche nelle malattie dell’apparato locomotore, nelle forme infiammatorie ginecologiche croniche e nelle dermopatie. Si può accedere alle terme con l’assistenza del SSN o in modalità privata dopo aver eseguito la visita medica. Per raggiungerle in treno potete prendere la linea Taranto-Reggio Calabria e scendere alla stazione di Locri, in auto l’A3 (SA-RC) con uscita Rosarno e seguire le indicazioni per Locri.

Terme Sibarite, Cassano dello Ionio

Particolarmente intrise di storia sono le Terme Sibarite, immerse nel fascino dell’antica Sybaris magnogreca. Le acque del centro vantano una temperatura costante di 25°C e derivano da cinque sorgenti naturali (Appicello, Caldane, Stufe, Clocco e Trabucco) che si sviluppano per circa 500 metri. Gli impianti delle terme sono inseriti in un vasto e funzionale complesso che si sviluppa su un’area di 23 mila metri quadrati circa, comprendendo una struttura alberghiera, lo stabilimento, il parco termale e il centro di riabilitazione neuro-motoria in ambiente termale.

Allo stabilimento termale, aperto da giugno a novembre, da lunedì a sabato dalle 7:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00, si accede pagando i servizi di cui avete bisogno, consultabili nel listino prezzi presenti all’interno del sito ufficiale.

Terme di Cerchiara: la Grotta delle Ninfe

La Grotta delle Ninfe è un sito termale del comune di Cerchiara, in provincia di Cosenza, e rappresenta una delle mete termali più conosciute di tutta la Calabria. Si tratta di una sorgente sulfurea accessibile con una somma simbolica, che attrae per la sua unicità decine di visitatori ogni giorno. Non si tratta di un centro SPA di lusso, ma di un’area tutto sommato spartana e dotata di servizi di base, che però riesce a mantenere intatto il suo fascino negli anni.

La zona è prima di tutto un gioiello naturale di rara bellezza: proprio qui infatti una profonda fenditura taglia in due uno sperone roccioso, creando un canyon all’interno del quale scorre un ruscello di calda acqua termale, il Caldanello. Siamo alle porte del Parco Nazionale del Pollino, e il verde rigoglioso si staglia in contrasto con l’azzurro del cielo, regalando una visione mozzafiato.

La Grotta di Cerchiara era sicuramente conosciuta già dai coloni greci che abitavano l’antica Sibari, ed è avvolta dalla leggenda: si narra infatti che proprio qui si celasse il talamo di Calipso, la Nereide che fece innamorare Ulisse. Le acque sulfuree che sgorgano dalla terra a circa 30°C sono perfette per la cura di problemi dermatologici, quali acne e dermatiti, e il loro effetto è rafforzato dalla presenza di fanghi sul fondo delle vasche, che si possono applicare direttamente sulla cute.

Consigliamo di arrivare con la propria auto perché non ci sono mezzi pubblici, mentre il costo d’ingresso allo stabilimento termale è di 8 euro per l’intera giornata.

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Sarà la splendida Subiaco la Capitale del Libro 2025

Subiaco è stata proclamata Capitale Italiana del Libro 2025, un riconoscimento prestigioso che premia l’impegno della cittadina laziale nel promuovere la lettura e valorizzare il proprio ricco patrimonio culturale. L’annuncio è stato dato dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha sottolineato l’originalità e la profondità del progetto presentato, che “offre un ventaglio accurato di proposte per valorizzare e diffondere la cultura del libro. Unendo passato e presente, mira a creare un ponte tra le generazioni, utilizzando tecnologie moderne per rendere il patrimonio librario accessibile e stimolante.”

Il progetto vincitore Subiaco – Soglia del Paradiso

Cuore del progetto vincitore è il rilancio del patrimonio bibliotecario di Subiaco, che custodisce una storia unica legata al mondo del libro. Fu proprio qui, infatti, che nel 1465 venne stampato il primo libro in Italia, un primato che la città intende celebrare con la ricostruzione della prima tipografia italiana a caratteri mobili, andata perduta nel tempo. Le iniziative previste nel corso dell’anno sono molteplici e ambiziose. A cominciare dal restauro e valorizzazione del patrimonio bibliotecario, con particolare attenzione ai manoscritti antichi custoditi nei monasteri benedettini.

Sarà potenziato l’utilizzo delle nuove tecnologie per rendere la lettura e la cultura del libro più accessibili e coinvolgenti, attraverso audioguide interattive e spettacoli teatrali ispirati a testi letterari. In programma ci sono poi visite guidate e mostre, organizzate nei musei e nei siti storici della città, arricchite da strumenti audiovisivi innovativi come l’app WhatsArt. E non mancheranno eventi in piazza, tra cui libri “parlati” e workshop per scuole e famiglie, allo scopo di avvicinare le nuove generazioni alla cultura del libro.

L’obiettivo finale è ripensare il patrimonio culturale come un insieme unico, anche al fine di un migliore posizionamento in termini turistici, facendo convergere i visitatori verso i siti religiosi e culturali del territorio, da fruire attraverso prodotti editoriali rivolti alle nuove generazioni.

Per dare vita a queste iniziative, che coniugano tradizione e innovazione, la città ha ricevuto un finanziamento di 500.000 euro dalla Direzione Generale Biblioteche e Diritto d’Autore. “Subiaco si farà trovare all’altezza di questo prestigioso riconoscimento”, ha dichiarato con orgoglio il sindaco Domenico Petrini. “Questo risultato è il frutto di un lavoro di squadra svolto in questi anni in onore di una storia non solo passata, ma presente.”

Il premio Capitale Italiana del Libro

Quest’anno il riconoscimento del titolo di Capitale Italiana del Libro coincide con il cinquantesimo anniversario del Ministero della Cultura, un traguardo simbolico che sottolinea l’importanza della promozione della lettura come strumento di crescita sociale e culturale. Il concorso, che ha visto la partecipazione di 20 città italiane, si conferma un appuntamento di grande rilievo per il panorama culturale nazionale. Le sei finaliste, ovvero Subiaco, Grottaferrata, Ischia, Macchiagodena, Mistretta, Sorrento, hanno tutte presentato progetti ambiziosi e di alto livello, rendendo il lavoro della giuria particolarmente complesso.

“La promozione del libro è ormai una parte fondamentale nella valorizzazione della cultura e del territorio”, ha dichiarato Angela Passarelli, direttrice generale della Direzione Biblioteche e Diritto d’Autore. Il Ministro Giuli ha evidenziato come il premio rifletta la diversità geografica e culturale del Paese, celebrando il patrimonio librario in tutte le sue forme. Subiaco, con il suo programma di eventi e iniziative, si prepara ora a interpretare al meglio questo spirito, esaltando il valore sociale della lettura e il suo rapporto con il territorio.

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Le 10 migliori località dove sciare in Europa

Per gli amanti degli sport invernali, e non solo, l’Europa è sempre stata una meta privilegiata e ricercata da molti ambita, grazie alla bellezza unica delle sue montagne e alla vasta scelta di stazioni sciistiche, che si estendono dalle Alpi alle Dolomiti o dai Pirenei ai Monti Scandinavi. Quella che segue è una lista redatta dal sito ViaMichelin, che ha individuato queste dieci piste da sci migliori d’Europa, alle quali sicuramente si possono aggiungere altri numerose località incredibili.

Zermatt, Svizzera

Il viaggio alla scoperta delle migliori piste da sci d’Europa parte dalla Svizzera, precisamente da Zermatt, un vero e proprio sogno per tutti gli sciatori ed amanti della montagna. Le piste di questo comprensorio si estendono per ben 360 chilometri e, grazie alla presenza del ghiacciaio, è possibile sciare durante tutto l’anno. È una delle località più versatili sotto questo punto di vista e ciò la rende decisamente ricercata.

Il villaggio di Zermatt è privo di auto ed il fatto di non avere, appunto, traffico automobilistico, regala a questa cittadina un’atmosfera unica. È possibile arrivare a destinazione sia in auto, parcheggiando alla vicina città di Täsch e proseguire o in treno o in navetta, oppure arrivare in treno grazie alla Glacier Express Line, il cui viaggio permette di percorrere un tratto panoramico davvero indimenticabile.

Oltre agli sport invernali, a Zermatt è possibile partecipare ad escursioni guidate nella zona, ad attività adrenaliniche come il parapendio oppure visitare il museo dedicato alla storia della regione e alle prime scalate sul Cervino.

Verbier, Svizzera

Sempre in Svizzera, si trova Verbier, che grazie ai suoi panorami unici e le piste di oltre 400 chilometri di lunghezza è considerata una delle località sciistiche migliori d’Europa. Questi percorsi fanno parte del comprensorio sciistico Les quatre vallees, con piste adatte sia a principianti che ad esperti e freerider.

Arrivando a Le Cháble, in treno, è possibile raggiungere la cittadina svizzera grazie ad un comodo servizio di cabinovia. Altrimenti, per chi preferisce l’auto, Verbier è ben collegata all’autostrada del Paese.

Val d’Isère, Francia 

Una delle località più iconiche della Francia è sicuramente Val d’Isère, che fa parte del comprensorio Espace Killy, di cui fa anche parte Tignes. Ci sono oltre 300 chilometri di piste ottimamente curate, che si diramano tra alcune delle vette più imponenti del territorio ed offrono condizioni ideali per gli sciatori di tutti i livelli.

Per raggiungere le piste di Val d’Isère è possibile scegliere fra trasporti pubblici, arrivando in treno alla stazione di Bourg-Saint-Maurice, e poi procedere in autobus verso gli impianti di risalita, o la propria auto, molto comoda grazie anche alla presenza di numerosi parcheggi nei pressi delle discese. Nella zona è possibile anche partecipare ad escursioni in motoslitta e riposarsi, degustando le specialità del luogo, presso i numerosi rifugi.

Val d’Isère è famosa anche per la presenza di numerose strutture ricettive e resort di lusso, che la rendono molto attraente per soggiorni di relax, fra lusso ed eleganza.

Città di Val d'Isère innevata al tramonto, Francia, una delle località sciistiche migliore d'Europa

Fonte: iStock

Città di Val d’Isère in Francia

Cortina d’Ampezzo, Italia

Il viaggio prosegue in Italia, questa volta nel cuore delle Dolomiti. Si tratta della località sciistica di Cortina d’Ampezzo, una perla non solo del panorama sciistico italiano, ma anche internazionale. Fa parte, con le sue piste che si snodano per oltre 120 chilometri, del comprensorio Dolomiti Superski: una località in grado di offrire agli amanti degli sport invernali condizioni davvero eccellenti.

Tra le piste più famose e degne di nota si trova la pista Tofana, famosa a livello internazionale per ospitare gare di coppa del mondo. Fuori dalle piste è possibile fare escursioni con le ciaspole, ma anche arrampicare sul ghiaccio o scoprire l’offerta culturale grazie ai numerosi musei, oppure dedicarsi a giornate di shopping per la presenza di boutique e negozi di alta moda.

Cortina è facilmente raggiungibile viaggiando sia in auto che in autobus, essendo collegata molto bene con la rete autostradale e stradale d’Italia.

Vialattea, Italia

Ancora in Italia, si trova uno dei comprensori sciistici più estesi del Paese e d’Europa. Vialattea propone un insieme di pista per oltre 400 chilometri, che si estendono tra Italia e Francia. Fra le città più rinomate, al suo interno si trovano località come Sestriere, Sauze d’Oulx, Claviere, Cesana, Sansicario e la cittadina francese di Montgenèvre.

Raggiungere queste località è decisamente comodo in auto, grazie alla rete autostradale, ma anche in treno, arrivando ad Oulx, città servita anche dai treni ad alta velocità. Per una giornata non sugli sci, è possibile dedicarsi a ciaspolate nei bellissimi paesaggi locali, oppure pattinare sul ghiaccio o, ancora, rilassarsi in spa e strutture di benessere. Una località che vale proprio la pena visitare.

Impianto di risalita della stazione sciistica Vialattea, in Italia, una delle località sciistiche migliore d'Europa

Fonte: iStock

Stazione sciistica Vialattea in Italia

La Plagne, Francia

Il viaggio alla scoperta delle località sciistiche francesi parte dal famoso comprensorio sciistico francese Paradiski, all’interno del quale si trova La Plagne, un insieme di piste, collegate con Les Arcs, famosa stazione sciistica della Savoia, che si snoda per oltre ben 425 chilometri di lunghezza. Questa località è molto apprezzata dal popolo francese, e non solo, soprattutto perché presenti numerosi servizi per i più piccoli. Qui le famiglie, grazie alle piste ben curate, possono recarsi facilmente con i bambini. Non mancano, chiaramente, le discese dedicate agli sciatori più esperti, come il ghiacciaio della Bellecôte.

A La Plagne è possibile fare escursioni con le ciaspole, ma anche partecipare a serate dedicate al divertimento nei rifugi tradizionali della zona. Inoltre, è presente anche una pista olimpica di Bob.

Grand Tourmalet, Francia

La Francia ospita alcuni dei comprensori sciistici più belli e frequentati d’Europa. Grand Tourmalet è il più grande comprensorio sciistico dei Pirenei, con oltre 100 chilometri di piste, ideali sia per principianti che sciatori esperti. Oltre allo sci alpino, è possibile anche dedicarsi al freeride e allo sci alpinismo.

È possibile raggiungere il Grand Tourmalet, facilmente, dalle città di Tarbes o Lourdes. Inoltre, questa località francese è famosa per la presenza di numerosi bagni termali naturali ed una ricca e gustosa offerta gastronomica locale.

Per gli amanti del ciclismo, una foto sul Col du Tourmalet è d’obbligo, essendo questo un tratto famoso del Tour de France.

Sportivo durante una sessione di freeride sullo snowboard a Grand Torumalet, in Francia, una delle località sciistiche migliore d'Europa

Fonte: iStock

Freeride a Grand Tourmalet, Francia

Vars, Francia

Vars si trova nelle Alpi meridionali della Francia e fa parte del comprensorio sciistico La Forêt Blanche, dove le piste sono circondate in una cornice naturale emozionante, grazie a paesaggi soleggiati e spettacolari. Vars è famosa per la presenza di piste veloci e dedicate agli snowboarder e gli appassionati di freestyle.

Grazie alle sue caratteristiche, in questa località, raggiungibile sia in auto che in treno, è possibile partecipare ad escursioni in motoslitta, sleddog, ovvero gare su slitte guidate da cani, ed arrampicata sul ghiaccio.

Saalbach-Hinterglemm, Austria

Si passa ora in Austria, precisamente nella località sciistica di Saalbach-Hinterglemm, che fa parte dello Ski Circus, un grande e famoso comprensorio sciistico austriaco che collega anche le piste sciistiche di Leogang e Fieberbrunn, per circa trecento chilometri di discese. Qui a Saalbach-Hinterglemm è possibile scegliere fra una grande varietà di piste, oltre che strutture moderne che garantiscono esperienze uniche per gli sciatori di tutti i livelli.

Grazie alla sua posizione, questa località è facilmente raggiungibile da sciatori internazionali che atterrano al vicino aeroporto di Salisburgo, dal quale viaggiare in autobus o treno verso la destinazione finale. Saalbach-Hinterglemm offre anche una serie di attività sportive diverse dallo sci: piste di slittino illuminate ed escursioni con le ciaspole. Oltre a queste attività, la località è famosa anche per la sua vivace vita notturna oltre che per le specialità della cucina austriaca tradizionale, come il kaiserschmarren, una frittata dolce tipica del territorio, ricca e perfetta dopo una sciata, ed il wiener schnitzel, conosciuta anche come la cotoletta alla viennese.

Ischgl, Austria

Infine, sempre in Austria, precisamente nella regione del Tirolo Austriaco, si trova Ischgl. Questa è una delle località sciistiche assolutamente più mondane d’Europa. Le piste di Ischgl fanno parte del comprensorio sciistico di Silvretta Arena, con oltre 239 chilometri di percorsi che giungono fino a Samnaum, in Svizzera. Oltre alle sue piste, considerate da molti fra le migliori ed impeccabili d’Europa, la località è famosa per i concerti Top of the Mountain, che ogni anno attira numerosi turisti da tutto il continente e star di fama internazionale, festeggiando sia l’apertura della stagione sciistica, che la chiusura.

Per chi, invece, è alla ricerca di un’esperienza all’insegna del relax, avvolti in paesaggio montano unico, oppure è appassionato di shopping, la vicina Samnaun, in Svizzera, è la scelta ideale, grazie alla possibilità di fare acquisti in un’area duty-free, simile all’italiana Livigno.

La località sciistica di Ischgl, così amata dagli amanti degli sport invernali austriaci, è facilmente raggiungibile dai principali aeroporti e località del Paese, grazie anche all’efficiente rete stradale austriaca.

Sciatori nella stazione sciistica di Ischgl, in Austria, una delle località sciistiche migliore d'Europa

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Sciatori ad Ischgl, in Austria

Queste stazioni sciistiche sono solo alcune delle più belle ed incredibili d’Europa, dove tutti gli amanti degli sci, ma anche di altri sport invernali, possono vivere un’esperienza unica. Si tratta di luoghi adatti a famiglie e sciatori di ogni livello, in cornici naturali affascinanti e decisamente suggestive. Non resta altro che decidere la prima tappa di questo fantastico viaggio alla scoperta di un Europa tutta da sciare!

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Miracolo di San Gennaro. Il tesoro di Napoli tra storia, folclore e leggenda

Nel cuore di Napoli, tra le stradine e le viuzze puntellate da case sgarrupate che nascondono leggende e superstizioni, è custodito il grande tesoro della città. Un bene prezioso che poco ha a che fare con gioielli e denaro, ma che è tanto caro ai napoletani come lo è, ormai, anche a viaggiatori e turisti che osservano con fascino e curiosità tutto ciò che appartiene al capoluogo campano. Stiamo parlando del miracolo di San Gennaro.

Un evento celebrativo e solenne che non è solo una festa, ma una promessa rinnovata anno dopo anno tra il Santo patrono della città e Napoli, appunto. Quello che succede, tre volte l’anno, è mistico e al contempo folcloristico: lo scioglimento del sangue di San Gennaro custodito in un’ampolla all’interno dell’omonima cappella.

“San Gennaro, aiutaci tu!”, le voci dei napoletani si sincronizzano all’unisono durante le date del miracolo, e non solo. Perché il Santo non è solo il patrono dei credenti della città, ma un vero e proprio simbolo del folclore e della tradizione che si rafforza ogni anno a prodigio avvenuto. E se non si scioglie? È la storia a fare da monito: terremoti, epidemie ed eventi nefasti si abbatteranno sulla città.

Il miracolo di San Gennaro: quando e dove

Il sangue di San Gennaro che si scioglie, o non si scioglie, fa notizia. È così da sempre per i napoletani, che omaggiano e celebrano il Santo da quando hanno memoria, ed è così anche per i viaggiatori e i turisti che giungono nel capoluogo campano con scetticismo e suggestione per osservare con i loro occhi il miracolo.

Quello che succede è ormai alla mercé di tutti grazie ai racconti di chi ha assistito: l’arcivescovo di Napoli scuote l’ampolla che contiene il sangue del Santo attraverso precisi movimenti, accompagnato dai canti e dalle incitazioni della platea dei fedeli, in attesa che questo si sciolga. La liquefazione dà la conferma che il miracolo è avvenuto.

L’evento si svolge tre volte l’anno, a maggio, a settembre e a dicembre, all’interno della reale cappella del Tesoro di San Gennaro, una cappella barocca e opulenta, nonché meta imprescindibile per chi visita il capoluogo campano, situata all’interno del Duomo di Napoli e fatta edificare dagli stessi cittadini come simbolo del legame indissolubile ed eterno tra la città e il santo.

La celebrazione del miracolo di San Gennaro a Napoli

Fonte: IPA

Napoli, il miracolo di San Gennaro avvenuto il 19 settembre del 2023

Le date

All’interno della cappella, emblema della beltà del barocco napoletano, cittadini, fedeli e turisti si riuniscono in attesa di rinnovare la promessa in tre date solenni:

  • Il primo sabato di maggio la teca contenente le ampolle, insieme al busto di San Gennaro e degli altri compatroni della città, viene portata in processione dal Duomo alla Basilica di S. Chiara. Dopodiché comincia il rito che auspica il primo miracolo dell’anno.
  • Il 19 settembre avviene il secondo miracolo, quello conosciuto ai più perché celebra anche la ricorrenza della decapitazione del Santo. All’interno del Duomo, e alla presenza del cardinale e dei fedeli, avviene il rito della liquefazione del sangue.
  • Il 16 dicembre il miracolo si ripete in una data importantissima per la città e per i Napoletani. È la festa di San Gennaro, ma è anche il giorno in cui, nel 1631, l’eruzione del Vesuvio si fermò proprio grazie all’invocazione  del Santo.

San Gennaro: la storia del miracolo tra leggenda e folclore

In principio fu un vescovo romano, martire e cristiano, a dare vita alla promessa che ancora oggi viene tenuta in vita dai napoletani. Il suo nome era Gennaro. Venerato come Santo dalla Chiesa cattolica, che lo celebra il 19 settembre, e da quella ortodossa, è diventato il patrono di Napoli. È qui, nella città del sole e del mare, che vengono conservate le sue reliquie: due ampolle che secondo la tradizione popolare conservano il suo sangue raccolto da una pia donna subito dopo la decapitazione.

A differenza di molte altre figure venerate dalla chiesa, però, San Gennaro è diventato anche simbolo del folclore di Napoli perché prima di appartenere alle tradizioni religiose, la sua figura appartiene alla città. Emblematica, in questo senso, è la data del 16 dicembre del 1631 che coincide con l’eruzione del Vesuvio. La credenza popolare vuole che la lava cessò di scendere proprio grazie all’invocazione del Santo da parte dei fedeli.

Da quel momento il culto del Santo divenne estremamente radicato tra i cittadini diventando il simbolo della protezione della città, nonché il suo patrono in sostituzione di Sant’Agrippino.

Oggi tutti invocano San Gennaro, non solo i fedeli. La sua storia e tutte le convinzioni legate a questa, infatti, sono diventate parte integrante della cultura, del folclore e delle superstizioni del capoluogo campano. Perché Gennaro è il Santo del popolo. È quello che viene evocato, pregato e associato ai miracoli, è quello presente nei film, invocato da Massimo Troisi o da Nino Manfredi, nei libri e in ogni guida della città. È un padre, è un fratello. È famiglia per i napoletani.

La liquefazione del sangue

A contribuire alla popolarità del Santo è, sicuramente, il suo miracolo. Le prime notizie documentate della liquefazione del sangue, conservato all’interno delle ampolle, risalgono al 1389. Le cronache dei tempi parlano di una grande affluenza, da parte dei fedeli, per assistere al prodigio. Un evento, questo, che ovviamente ha attirato anche l’attenzione dei più scettici e della scienza.

Nel corso dei secoli diversi scienziati e teologi hanno studiato le ampolle e la liquefazione del sangue per tentare di risolvere il mistero. Le più recenti risalgono agli anni ’90 quando i ricercatori del CICAP hanno ipotizzato che alla base del miracolo ci sarebbe il fenomeno della tissotropia che permette appunto al sangue di sciogliersi attraverso determinati movimenti.

Tentate spiegazioni scientifiche, così come lo scetticismo di alcuni, non hanno comunque intaccato la fama del Santo né quella del miracolo che ancora oggi viene guardato con incanto e meraviglia anche da chi non è credente. La stessa Chiesa cattolica, pur non avendo mai riconosciuto il fenomeno come miracoloso, lo definisce un evento prodigioso e di venerazione popolare.

Miracolo di San gennaro, Napoli

Fonte: IPA

Miracolo di San Gennaro: lo scioglimento del sangue davanti ai fedeli a Napoli

E se non si scioglie? I napoletani non hanno dubbi: qualcosa di terribile si abbatterà sulla città e sulle loro vite. E superstizione o meno, la storia sembra proprio confermare. A partire dal 1939, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, passando per il 1973, data che ha segnato la città con l’epidemia di colera. E poi, ancora, il 1980 con il terremoto in Irpinia e il 2016 con gli incendi sul Vesuvio e il terremoto di Ischia. Eventi nefasti e terribile che, ça va sans dire, corrispondevano alla mancata liquefazione del sangue.

Il più recente porta la data del 16 dicembre 2020 quando, davanti a una chiesa gremita di persone che indossavano le mascherine, l’Italia era in piena emergenza sanitaria.

I luoghi di San Gennaro in città

Ogni angolo, ogni strada e ogni anfratto di Napoli parla della sua storia e delle sue credenze. Parla anche del culto di San Gennaro che non rivive solo nelle date del suo miracolo, ma convive con i napoletani ogni giorno. Il patrono della città, lo abbiamo già detto, non è solo il Santo che protegge, ma è anche un emblema familiare che unisce la popolazione e che dà speranza nei modi più differenti e folcloristici. E cosa c’è di meglio, se non attraversare i luoghi che lo venerano, per scoprire l’anima più vera e autentica del capoluogo campano?

Il Duomo di Napoli

La Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta, meglio conosciuta come duomo di Napoli, è l’essenza dell’intera città. Simbolo culturale e artistico del capoluogo campano, custodisce il battistero più antico d’Occidente, quello di San Giovanni in Fonte, e la cappella del Tesoro di San Gennaro, quella che conserva le reliquie del Santo e la stessa che ospita tre volte l’anno il rito dello scioglimento del sangue.

Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro

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Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, Napoli

Il Museo del Tesoro di San Gennaro

Tappa imprescindibile di chi vuole addentrarsi in questa storia, nonché meta imperdibile di ogni tour in città, è il Museo del Tesoro di San Gennaro situato accanto al Duomo. Questo polo museale, premiato anche con il Traveller’s Choice Best of the Best 2024, conserva uno dei tesori più preziosi al mondo secondo solo a quello della Corona inglese. Qui, infatti, sono conservati gioielli e gemme preziose, opere d’arte e oggetti donati come ex voto da fedeli, nobili e regnanti nel corso dei secoli.

Il murale di Jorit Agoch a Forcella

Uscendo dal museo, e passeggiando tra i vicoli e le strade del cuore della città, è impossibile non notare il gigantesco murale che campeggia sulla facciata di un edificio a Forcella. Si tratta dell’opera che porta la firma di Jorit Agoch e che raffigura, appunto, San Gennaro.

Il murale, che si estende per oltre 15 metri di altezza, è uno dei luoghi simboli di Napoli. Fotografato, condiviso e acclamato: è l’emblema dell’inclusività e della solidarietà, nonché un ponte tra passato e presente, tra fede e folclore, tra tradizione e innovazione.

Le catacombe di San Gennaro

Nel Rione Sanità, invece, troviamo le Catacombe di San Gennaro risalenti al II secolo d.C. Questa grande area cimiteriale, considerata uno dei monumenti più importanti del Cristianesimo a Napoli, è diventata una meta importante di pellegrinaggio, nonché attrazione imperdibile per tutti coloro che vogliono conoscere la storia del Santo patrono e della città.

I simboli portafortuna

Se è vero che San Gennaro appartiene al popolo napoletano, è altrettanto vero che i cittadini lo condividono con estrema generosità con i viaggiatori e i turisti. Le figure del Santo, così come le sue invocazioni, sono praticamente ovunque: edicole votive adornate con candele e fiori, amuleti, gioielli e persino souvenir, a volte anche umoristici e originali.

Non manca, ovviamente, un riferimento anche nella tradizione culinaria locale. Mai sentito parlare degli spaghetti alla Gennaro? Erano i preferiti di Totò.

Alcuni souvenir di San Gennaro a Napoli

Fonte: IPA

Tradizioni sacre e profane a Napoli: i souvenir di San Gennaro
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A bordo del Polar Express con Babbo Natale

Quest’anno, per la prima volta, il celebre treno Polar Express fa tappa a Londra, per regalare fino al 23 dicembre un’esperienza suggestiva di immersione nell’autentico spirito natalizio ai suoi passeggeri.

Il Polar Express è infatti un simbolo del Natale, grazie all’omonimo libro per bambini scritto e illustrato dall’americano Chris Van Allsburg, e al film d’animazione del 2004 diretto da Robert Zemeckis, che ne ha amplificato il successo. Nel racconto, un bambino che non crede più all’esistenza di Babbo Natale sale a bordo di un misterioso treno a vapore, chiamato Polar Express, che appare magicamente davanti alla sua casa proprio alla vigilia di Natale. Inizia così un viaggio straordinario insieme a tanti altri bambini verso il Polo Nord, dove incontra effettivamente il Grande Vecchio, da cui riceve come regalo speciale una campanella della slitta, di cui solo chi crede nella magia può sentire il suono, e pertanto diventa il simbolo della fede nel Natale.

Il fascino dei treni a vapore è legato al Natale da molto prima dell’uscita di questo libro nel 1985, riporta il sito della BBC. Negli Stati Uniti, già a fine Ottocento i modellini ferroviari decoravano le vetrine natalizie di Macy’s, mentre nel Regno Unito, i trenini Hornby Clockwork degli anni ’20 fecero la loro comparsa negli allestimenti festivi dei grandi magazzini londinesi Whiteley’s. Oggi, questa tradizione si rinnova con l’arrivo del Polar Express a Londra, un evento teatrale immersivo che promette di incantare grandi e piccini.

L’esperienza a bordo del treno

Salire a bordo del Polar Express a Londra è come entrare in una fiaba. La stazione di partenza è Euston, dove i passeggeri vengono accolti dal celebre grido del controllore: “Tutti a bordo!”. Per vivere appieno l’esperienza, gli organizzatori invitano tutti, dai più piccoli ai nonni che spesso accompagnano i nipotini tornando anche loro un po’ bambini, a indossare pigiami e vestaglie, proprio come i protagonisti della storia.

Una volta preso posto sul treno, lo spettacolo ha inizio. I personaggi del film prendono vita: il controllore, i cuochi e persino il fantasma del treno animano la corsa, coinvolgendo i passeggeri con canzoni e narrazioni che rievocano le scene più iconiche della pellicola. Durante il viaggio, a ogni ospite viene servita una cioccolata calda fumante accompagnata da un delizioso biscotto, un momento che contribuisce a creare un’atmosfera magica e conviviale.

Il percorso del treno è imprevedibile: si parla di possibili soste o movimenti particolari dovuti a “laghi ghiacciati” o “caribù sulle rotaie”, elementi che aggiungono un tocco di avventura al viaggio. Anche se, per ragioni tecniche, il treno a vapore potrebbe essere sostituito da una locomotiva diesel, l’esperienza resta comunque indimenticabile grazie alla cura nei dettagli e all’atmosfera magica creata a bordo.

L’incontro con Babbo Natale

Il momento clou dell’esperienza arriva verso la fine del viaggio, quando un suono familiare si diffonde nella carrozza: è il tintinnio di una campanella. Poco dopo, ecco comparire Babbo Natale in persona, accolto da occhi sognanti e sorrisi entusiasti dei più piccoli.

Babbo Natale non si limita a salutare i passeggeri, ma dona a ciascun bambino il “Primo Regalo di Natale”: ovviamente una campanella argentata, simbolo di fede e magia. Anche gli adulti ricevono la loro campanella, per ricordare che il Natale è un momento speciale per tutti, indipendentemente dall’età.

Lungo il percorso, il controllore verifica i “Biglietti d’Oro” di ogni ospite, un ulteriore richiamo alla storia originale. Intanto, i passeggeri hanno la possibilità di scattare foto e girare video per immortalare questa esperienza unica. La combinazione di scenografie curate, personaggi autentici e momenti emozionanti rende il viaggio sul Polar Express un’esperienza che cattura l’essenza del Natale.

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I cinque meravigliosi fenomeni naturali da vedere almeno una volta nella vita

La magia che sa regalare il nostro mondo è qualcosa di unico e magnifico: i fenomeni naturali sono capaci di stupire, emozionare, togliere il fiato.

Sono incredibili e vale la pena viaggiare per poterli ammirare almeno una volta nella vita. Ci sono quelli che tengono con lo sguardo puntato verso il cielo, alla scoperta delle infinite sfumature che può regalare, oppure quelli che ci fanno osservare con meraviglia la terra, che può diventare selvaggia e al tempo stesso spaventosa. E, ancora, la neve e il ghiaccio che con le loro sculture trasformano ogni luogo in un regno d’inverno. E infine le tavolozze di colori e luci che scaturiscono dall’acqua.

Esperienze incredibili e straordinarie, quel tipo di evento che fa venire voglia di fare la valigia, mettersi in viaggio e di esplorare il mondo per rimanere incantati da tanta meraviglia. I cinque fenomeni naturali da vedere nel mondo, per partire subito alla scoperta della magia che c’è sulla Terra.

L’aurora boreale, il cielo si tinge di colore fluorescente in Alaska

Il cielo che si tinge di colori, luci fluorescenti che sembrano danzare nella notte, andando a creare quadri astratti meravigliosi nella volta celeste. L’aurora boreale è uno spettacolo ammaliante, che si può ammirare in diverse parti del mondo. Se le mete europee da raggiungere sono – ad esempio – Islanda e Scandinavia (ma non mancano anche la Scozia e le Dolomiti, località dove è un fenomeno molto più raro), nel resto del mondo per assistere a questo spettacolo di luci si deve raggiungere il Canada o l’Alaska. Nella parte più settentrionale degli Stati Uniti, questo posto regala spettacoli meravigliosi, in particolare nel Denali National Park quando l’aurora boreale è già visibile a partire da agosto ed è favolosa a settembre.

L’aurora boreale in Alaska: fenomeni naturali da vedere

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L’aurora boreale in Alaska, uno dei fenomeni naturali da vedere

I penitentes: il freddo crea la magia di uomini di neve

Si innalzano come piccole lame e vengono chiamati penitentes: sono sculture di neve indurita che sembrano ricordare tante piccole persone, incappucciate e le une vicine alle altre. Le loro dimensioni variano molto e c’è chi dice che siano state viste alte fino a cinque metri: si possono trovare nelle Ande, ma anche in Asia e Africa e si conoscono da tempo, basti pensare che a parlarne per primo è stato Charles Darwin. Si dice, inoltre, che siano presenti anche sulla superficie di Plutone. Affascinanti, vero?

Fenomeni naturali da vedere: i penitentes in Cile

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Fenomeni naturali da vedere nel mondo: i penitentes

Geyser Strokkur, pinnacoli di acqua si inalzano verso il cielo in Islanda

E se dalla terra scaturissero pinnacoli di acqua che si elevano verso il cielo anche per decine di metri? Succede in diversi luoghi, ma uno dei più spettacoli da raggiungere è l’Islanda. Qui vi sono diversi geyser come lo Strokkur, collocato nella valle di Haukadalur, area geotermale celebre in cui si incrocia anche Geysir, quello che ha dato il nome a tutti gli altri. Le colonne a cui da vita Strokkur possono raggiungere i 30 metri e lasciano senza fiato. Inoltre, questa tappa fa parte di quel percorso turistico affascinante e ricco di posti pazzeschi, noto con il nome di Cerchio d’Oro, che porta alla scoperta di alcune tappe imperdibili e memorabili dell’Islanda, una terra selvaggia e ricca di meraviglie straordinarie.

Geyser Strokkur: fenomeni naturali da vedere

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Geyser Strokkur in Islanda: i fenomeni naturali da vedere

Grand Prismatic Spring, la sorgente calda che esplode di colori e meraviglia

Ci spostiamo negli Stati Uniti e, più precisamente, all’interno del Parco Nazionale di Yellowstone uno dei più belli e affascinanti. Qui si trova qualcosa di davvero speciale, ovvero la terza più grande sorgente calda al mondo. Fin qui tutto bene, ma la sua straordinarietà è anche un’altra. Infatti, la peculiarità della Grand Prismatic Spring è data dai colori che la rendono una vista incantata e straordinaria in cui le tante sfumature di azzurro e verde, si mescolano con l’arancio e il rosso, oppure con il verde scuro. Ha un diametro di 110 metri, circa, e la sua acqua ha una temperatura di circa 70 gradi.

Difficile pensare che uno spettacolo simile possa essere vero, ma è naturale anche se sembra nato dalla mano di un pittore che ha giocato con la tavolozza e ha dato via a contrasti incredibili ed emozionanti. A fare quel “lavoro”, infatti, non è stato un artista ma i suoi colori sono dati dal la presenza di batteri. E la magia conquista al primo sguardo.

Grand Prismatic Spring: fenomeni naturali da vedere

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Grand Prismatic Spring, con i suoi colori è uno dei fenomeni naturali da vedere

Il mare che brilla nella notte, un fenomeno naturale simile alla magia: la bioluminescenza

Immaginatevi il fascino notturno del mare, con la sua immensa bellezza. E ora immaginatevelo punteggiato di luci scintillanti: si tratta del fenomeno della bioluminescenza dovuto alla presenza nell’acqua di alghe o piccoli organismi che si illuminano al buio.

L’effetto è davvero magico e non c’è un solo luogo in cui è possibile ammirarlo, ma diverse destinazioni – se si è fortunati – possono permetterci di assistere a uno spettacolo naturale così incredibile. Ad esempio, si possono ricordare le seguenti località: Cortez nella Florida del Sud, Reethi Beach alle Maldive, Mosquito Bay a Porto Rico e la Laguna Luminous in Giamaica, solo per citarne qualcuna.

Una cosa è certa: assistere a questo spettacolo lascia senza fiato e ci ricorda che la magia esiste, è nel mondo e intorno a noi e va ricercata nella bellezza della natura che la crea ogni giorno in forme e disegni sempre nuovi.

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7 isole sconosciute e paradisiache dei Caraibi

I Caraibi sono un mosaico di isole, ciascuna con una bellezza unica e un fascino particolare. Con oltre 7.000 isole, isolotti e barriere coralline che si estendono tra l’America Centrale, il Golfo del Messico e l’Oceano Atlantico, sono di fatto una delle destinazioni più amate al mondo per chi cerca relax e paesaggi da cartolina. Ma dove andare? Accanto alle mete più conosciute come le Bahamas o la Giamaica, esistono isole nascoste e meno conosciute, dai paesaggi incontaminati, culture autentiche e una tranquillità senza pari.

1. Kuna Yala (San Blas, Panama)

Situato lungo la costa nord-orientale di Panama, l’arcipelago di Kuna Yala è un angolo di paradiso composto da oltre 300 isole. Questo territorio è unico nel suo genere, essendo interamente abitato e gestito dalla comunità indigena Guna. Qui non si trovano grandi alberghi o resort di lusso: la bellezza di Kuna Yala risiede nella semplicità dei suoi paesaggi e nell’autenticità della sua cultura.

Esplorare Kuna Yala significa infatti immergersi in un mondo lontano dalla modernità. Prenotando escursioni in barca si possono visitare villaggi tradizionali più remoti, dove la vita segue ancora ritmi ancestrali. Le spiagge di sabbia bianca, bordate da palme rigogliose, sono perfette per rilassarsi; mentre i fondali marini, popolati da coralli e pesci colorati, sono ideali per snorkeling e immersioni.

Per raggiungere Kuna Yala, l’opzione più comoda è il volo interno da Panama City. La stagione migliore per visitare è quella secca, da dicembre ad aprile, quando il clima è più stabile e soleggiato.

caraibi meno conosciuti

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L’arcipelago di Kuna Yala è un angolo di paradiso composto da oltre 300 isole

2. Corn Islands (Nicaragua)

A circa 70 chilometri dalla costa del Nicaragua, le Corn Islands rappresentano il perfetto equilibrio tra natura e relax. L’arcipelago è composto da Big Corn e Little Corn: due isole diverse ma complementari. Big Corn, la più grande, vanta più servizi e maggiori infrastrutture; mentre Little Corn è una piccola oasi senza automobili e lontana dal caos, ideale per chi cerca tranquillità e contatto con la natura.

Le Corn Islands sono un paradiso per gli amanti del mare. Qui, lo snorkeling e le immersioni regalano emozioni uniche, tra relitti sommersi e barriere coralline ricche di vita marina. Le spiagge di sabbia dorata e acque cristalline invitano al relax più totale, magari degustando qualche piatto della cucina locale a base di pesce fresco e cocco.

Per raggiungere queste isole, si può volare da Managua a Big Corn e poi prendere una barca per Little Corn. La stagione secca, da dicembre ad aprile, è il periodo ideale per visitarle.

Caraibi meno conosciuti

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Costa caraibica del Nicaragua

3. Isla Bastimentos (Panama)

Nell’arcipelago di Bocas del Toro, Isla Bastimentos si distingue per la sua biodiversità e il suo spirito considerato selvaggio. Questa isola è un vero paradiso naturale, con spiagge isolate, foreste tropicali e un ricco ecosistema marino. È la meta ideale per chi desidera immergersi nella natura, lontano dalle folle, per una vera e propria sospensione spazio temporale.

Tra le attrazioni principali, Red Frog Beach è una spiaggia spettacolare che deve il suo nome alle rane rosse che popolano la zona. Gli amanti dell’escursionismo possono esplorare i sentieri del Parco Nazionale Marino di Bastimentos; invece chi preferisce le attività acquatiche può fare kayak tra le mangrovie o immergersi nei fondali marini.

Bastimentos è raggiungibile con un volo da Panama City a Bocas del Toro, da dove si prosegue con un breve tragitto in traghetto. Il periodo migliore per visitarla va da dicembre a marzo.

Caraibi meno conosciuti

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Isla Bastimentos è un vero paradiso naturale

4. Bequia (Saint Vincent e Grenadine)

Bequia, la più grande delle Grenadine, conserva intatto il fascino autentico dei Caraibi. Questa piccola isola, a sud di Saint Vincent, è conosciuta per l’ospitalità dei suoi abitanti, le tradizioni velistiche e l’atmosfera rilassata.

Port Elizabeth, il cuore pulsante di Bequia, è un porto vivace e animato, da cui partono escursioni in barca verso isole vicine. Le spiagge tranquille, come Princess Margaret Beach, sono la meta perfetta per godersi il mare e il dolce oziare. Per i più sportivi, sull’isola ci sono diversi sentieri panoramici per lunghe e piacevoli passeggiate.

Per raggiungere Bequia, si può prendere un volo per Saint Vincent e poi proseguire in barca. La stagione migliore va da dicembre a maggio, quando il clima è più secco.

caraibi meno conosciuti

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Bequia è la più grande delle Grenadine

5. Salt Cay (Turks e Caicos)

Piccola e tranquilla, Salt Cay è una delle isole più affascinanti di Turks e Caicos. Situata a sud-est dell’arcipelago, questa isola è il luogo perfetto per chi cerca isolamento, bellezza naturale e ritmi lenti. Da dove arriva il suo nome? Salt Cay prende il nome dalle saline naturali che un tempo erano il fulcro dell’economia dell’isola.

L’isola è famosa per le sue immersioni spettacolari: qui è possibile esplorare relitti sommersi e osservare la migrazione delle balene da gennaio a marzo. Le spiagge, deserte e immacolate, sono il luogo ideale per rilassarsi, lontano dal trambusto delle mete più frequentate.

L’isola si raggiunge con voli interni da Providenciales o collegamenti in barca. I mesi secchi, da gennaio a marzo, sono i migliori per visitarla, soprattutto per chi desidera avvistare le balene.

Caraibi meno conosciuti

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? Salt Cay prende il nome dalle saline naturali che un tempo erano il fulcro dell’economia dell’isola

6. Montserrat

Conosciuta come “l’isola di smeraldo dei Caraibi“, Montserrat è una destinazione unica per il suo carattere vulcanico. Situata nelle Piccole Antille, a sud-ovest di Antigua, l’isola è famosa per il vulcano Soufrière Hills e i paesaggi drammatici che ha creato.

Visitare Montserrat significa scoprire una natura potente e affascinante. Le rovine di Plymouth, la vecchia capitale sepolta dalla lava, raccontano una storia di resilienza e trasformazione. Gli amanti del trekking possono esplorare i sentieri del Montserrat Volcano Observatory e godere di viste mozzafiato sull’isola.

Montserrat è raggiungibile in traghetto o con voli da Antigua. Il periodo ideale per visitarla è tra dicembre e aprile.

isole dei caraibi

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Vista sul vulcano di Montserrat

7. Marie-Galante (Guadalupa)

Marie-Galante è un’isola che incanta per la sua autenticità. Situata nelle Piccole Antille, a breve distanza dall’isola principale di Guadalupa, è conosciuta per le sue piantagioni di canna da zucchero e le distillerie di rum artigianale, assolutamente da non assaggiare! In un mix perfetto di natura e tradizioni locali, un viaggio a Marie-Galante può essere davvero indimenticabile. Se le spiagge poco affollate e tranquille sono ideali per il relax; le visite alle distillerie, come la celebre Distillerie Bielle, permettono di scoprire il processo tradizionale di produzione del rum e di degustarne le varietà.

L’isola è raggiungibile in traghetto da Pointe-à-Pitre, e il periodo migliore per visitarla è durante la stagione secca, da dicembre ad aprile.

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Una delle spiagge poco affollate di Marie-Galante
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Monowi: alla scoperta del paesino che ha un solo abitante

Benvenuti a Monowi, popolazione un solo abitante, località Nebraska – Stati Uniti. No, non è uno scherzo: questa cittadina, che si trova a poca distanza dal Dakota del Sud, è abitata da una sola persona, secondo i dati più recenti.

Si trova in un territorio che apparentemente sembra disperso nel nulla ed composta da un pugno di case, abbandonate. Con qualche eccezione. E per questo estremamente affascinante e, come tutti i luoghi del mondo unici nel loro genere, vale la pena visitarla perché nonostante sia disabitata, la sua unicità la rende una tappa curiosa per tutti coloro che desiderano esplorare gli Stati Uniti.

Tutto quello che c’è da sapere su Monowi, luogo con un solo abitante in Nebraska e villaggio incorporato nella contea di Boyd..

Monowi, la storia della città con un solo abitante

C’è stato un tempo in cui Monowi era una cittadina degli Stati Uniti abitata, con una sua economia e una popolazione che superava il centinaio di persone. A spiegarlo il sito Nebraska’s Natural Resources Districts su cui si legge che l’ufficio postale è stato aperto nel 1902 ed è rimasto in funzione fino al 1967, mentre il periodo d’oro di questa cittadina si può far risalire agli anni Trenta quando qui abitavano circa 150 persone. Addirittura, secondo Travel and Leisure, in quel periodo di massimo splendore le attività commerciali erano circa 120 e comprendevano negozi di alimentari, ristoranti e anche una prigione.

Piano piano la popolazione di questo luogo degli Stati Uniti si è ridotta, anche a causa dell’abbandono delle campagne. Fino a quando nel 2004 gli abitanti di Monowi da due si sono ridotti a uno: infatti è in quell’anno che è morto Rudy, il marito di Elsie Eiler, al momento circa 90 anni e unica cittadina.

Oggi è lei che si occupa tutto e, a quanto pare, è sindaco ed esattore delle tasse, ma anche colei che gestisce l’unico bar cittadino che è aperto dal 1971, secondo quanto riportato da un articolo del New York Times. Ed è sempre lo stesso articolo che spiega che, se Monowi continua a esistere, il merito è suo in quanto “archivia ogni anno i documenti richiesti dalla contea e dalla stato”.

Cosa fare a Monowi

Pur essendo abitata da una sola persona Monowi è una città viva: il bar è aperto tutti i giorni –  tranne il lunedì – e nella taverna la signora Elsie serve da bere e da mangiare non solo ai visitatori, ma anche a residenti della zona: hot dog, hamburger, birre, sono tra le specialità e ha anche una licenza per la vendita di alcolici. Si tratta di un luogo davvero tradizione, tutto in legno e con qualche tavolo. Quando ha celebrato i 50 anni di attività, nel 2021, ha raccontato a Nebraska Public Media che può contare circa una cinquantina di avventori al giorno. Non deve stupire, dunque, che l’orario di chiusura si aggiri intorno alle 21,30 di sera.

Le tasse che raccoglie servono a pagare l’accensione dei tre lampioni e l’acqua corrente, ma ha anche un piano stradale comunale da mantenere aggiornato. Aveva raccontato alla BBC: “Quando faccio domanda allo Stato per le mie licenze per alcolici e tabacco ogni anno, le inviano alla segretaria del villaggio, che sono io. Quindi, le ottengo come segretaria, le firmo come impiegata e le consegno a me stessa come proprietaria del bar”. Insomma: fa tutto lei.

Tra le altre cose da vedere c’è una biblioteca, che ha dedicato al marito Rudy, e che contiene circa 5mila volumi tra libri e riviste.

Quali sono i posti più vicini? Senza ombra di dubbio Lynch, che si trova a poco più di dieci chilometri di distanza, ma i suoi clienti arrivano dai post più disparati: come racconta il servizio della BBC anche da località più distanti come Lincoln e Omaha. E Monowi poi, richiama i viaggiatori che vogliono scoprire questo luogo così speciale degli Stati Uniti.