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Una piscina d’acqua salata, ecco la vasca naturale di Azenhas do Mar

Se esiste un angolo di mondo in cui la natura e l’uomo hanno trovato un’armonia perfetta, quello è Azenhas do Mar, un gioiello incastonato nella costa portoghese, un tempo semplice e quieto villaggio di pescatori e oggi famosa meta turistica del Paese.

Qui, le case bianche si aggrappano con eleganza alle scogliere, mentre le onde dell’Atlantico si infrangono con forza sulla riva, creando un concerto di suoni che accompagna ogni passo chi passeggia sulla sabbia dorata della costa. Il villaggio, con il suo fascino senza tempo, sembra uscito direttamente da una cartolina, una destinazione che non solo promette meraviglie, ma le offre con generosità: tra queste, la spettacolare piscina naturale.

La piscina naturale, il cuore di Azenhas do Mar

Oltre alle viuzze pittoresche del villaggio del Portogallo e alla costa, il vero cuore pulsante di Azenhas do Mar, come già accennato, è senza dubbio la sua piscina naturale, una delle più spettacolari d’Europa. Scavata nella roccia, questa vasca si riempie ogni giorno con l’acqua salata dell’oceano, grazie alle maree.

Qui non si nuota solo in una piscina, si vive un’esperienza unica: mentre le onde si infrangono sugli scogli, si è circondati da una vista spettacolare sulla scogliera e il mare che si estende all’infinito. È un luogo magico dove la forza della natura e la bellezza del paesaggio si fondono in un abbraccio senza pari.

Un villaggio sospeso nel tempo: cosa vedere ad Azenhas do Mar

Ma, per quanto simbolica e peculiare, Azenhas do Mar non è solo la sua piscina naturale: infatti, il villaggio, con la sua architettura incantevole, è un viaggio nel passato, dove il tempo sembra rallentare e il ritmo frenetico del mondo moderno non ha spazio. Le stradine strette e pittoresche, che si snodano tra le case bianche dai tetti rossi, sono un invito a passeggiare senza fretta, esplorando ogni angolo di questo angolo di paradiso portoghese, ben lontano dal tram tram delle più grandi città quali Lisbona o Porto. Le piccole terrazze affacciate sul mare, inoltre, offrono una vista mozzafiato che si estende all’infinito, regalando momenti di pura serenità, un viaggio indimenticabile per chi ama i soggiorni al mare in totale relax.

Azenhas do Mar è dunque una destinazione che ha tanto da offrire, oltre alla piscina naturale: il belvedere panoramico, che si affaccia sull’intero villaggio e sul mare, è un luogo perfetto per scattare fotografie memorabili e per lasciarsi rapire dalla bellezza del paesaggio. Anche gli amanti della gastronomia non resteranno delusi e, d’altronde, si sa che mangiare male in Portogallo è assolutamente impossibile!

In ogni angolo del villaggio, infatti, i ristoranti accolgono i visitatori con piatti freschissimi di pesce, tra cui il celebre bacalhau à brás e le sardine alla griglia – avrete l’impressione che il pesce vi sia saltato nel piatto direttamente dall’Oceano! Accompagnati da un bicchiere di vino verde, questi piatti vi faranno innamorare ancora di più di questo luogo dove troverete il piacere di una vacanza immersi nella natura e nella cultura di un Paese che ha sempre tanto da mostrare per lasciare chi lo visita letteralmente a bocca aperta.

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La Marktplatz di Stoccarda: anima della città, dal Medioevo ai nostri giorni

Sono davvero tanti i luoghi, piccoli o grandi, che hanno una “piazza del mercato” come loro centro o come punto principale di incontro tra le persone e dove trovare tante attività commerciali. Stoccarda, città più importante del Baden-Württemberg, in Germania, non fa eccezione.

La Marktplatz di Stoccarda fa parte, come è facile pensare, dell’area dello Stadtmitte, ovvero del centro. Vale la pena di passarci un po’ di tempo durante un viaggio in Germania? Certamente. Scopri perché.

La storia nella sua versione più contemporanea

C’è un’informazione da dare subito quando si parla di inserire un passaggio sulla Markplatz durante l’esplorazione di Stoccarda. La piazza è antica, dal punto di vista della sua origine, ma si mostra con un aspetto moderno, che trasuda la tipica ricostruzione avvenuta in tante città tedesche dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La Marktplatz di Stoccarda ha assunto il suo ruolo di piazza centro di scambi economici e culturali nel Medioevo, periodo in cui la città faceva già la differenza tra tante altre in quest’area. La sua importanza crebbe con lo sviluppo di Stoccarda come centro politico del Land, sotto il dominio dei duchi e re del Württemberg.

Cosa aspettarsi oggi dalla Marktplatz di Stoccarda

Chi visita la Marktplatz può aspettarsi un’atmosfera vivace, molta gente intenta a fare acquisti e la possibilità di godere di alcuni dei luoghi storico-culturali più importanti di Stoccarda.

La piazza, infatti, è sempre animata da persone, eventi e attività commerciali: tutto questo offre un’esperienza di viaggio autentica per chi si trova in giro per la Germania e visita Stoccarda. La normalità impera in questo luogo ed è proprio il bello di una piazza come questa.

Durante il giorno, è un luogo perfetto per una pausa rilassante tra una visita turistica e l’altra, mentre di sera si illumina con luci suggestive, acquisendo un fascino del tutto particolare.

Cosa vedere sulla Maktplatz a Stoccarda: il Rathaus

Fonte: iStock

Il Rathaus di Stoccarda

Cosa fare sulla Marktplatz di Stoccarda

Cosa fare una volta qui? La Marktplatz potrebbe occupare qualche ora della tua giornata a Stoccarda. Il primo motivo sono le attività di ristorazione che si trovano nelle sue prossimità. Potresti fare un giro da quelle parti proprio per mangiare qualcosa o per fare merenda o una pausa ristoratrice.

In secondo luogo, la Markplatz è il luogo perfetto per un po’ di sano shopping made in Stoccarda. Nelle sue immediate vicinanze, se non affacciati direttamente alla piazza, troverai il meglio dei Department Store della città. Non mancano, inoltre, i negozi di cose un po’ ricercate.

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre di ogni anno, la Markplatz di Stoccarda è il luogo in cui si tiene uno degli eventi più importanti del calendario cittadino: lo Stuttgarter Weindorf. La manifestazione occupa sia la Marktplatz che la Schillerplatz ed è un momento perfetto per chiunque ami degustare dell’ottimo vino.

Il tuo viaggio si svolge nel periodo dell’Avvento? Bene: la Marktplatz è il luogo in cui troverai il mercatino di Natale di Stoccarda.

Ricorda, infine, che la Marktplatz è anche il luogo dove potrai trovare il Rathaus di Stoccarda, un edificio iconico, simbolo proprio della rinascita della città dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Markthalle: le origini della Marktplatz

Può un luogo che si chiama piazza del mercato non celebrare degnamente la sua vocazione? Assolutamente no. Ecco perché la Marktplatz è il posto giusto dove entrare in contatto con la Stuttgarter Markhalle, ovvero il mercato coperto della città.

Apero dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 18.30 e il sabato dalle 7 fino alle 17, questo luogo è qualcosa di speciale e vi si accede abbandonando, di pochissimo, la Marktplatz. Ne vale la pena, soprattutto per mangiare.

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Plaza del Castillo a Pamplona: molto più che il centro della città

Molto più di una semplice piazza, per quanto semplice possa essere in una città poliedrica come Pamplona. Plaza del Castillo è luogo di incontro, è un posto che racconta storia ed è anche un punto importante delle celebrazioni per San Firmino, momento in cui la città si riempie di gente vestita di bianco, con i fazzoletti al collo. Molto amata da Ernest Hemingway, che era solito frequentare più di un posto su di essa affacciato, Plaza del Castillo è oggi uno di quei luoghi che non possono di certo mancare nella lista dei “to do” di ogni viaggiatore che vuole conoscere Pamplona a fondo.

La storia di Plaza del Castillo di Pamplona

Come ben ricorda il suo nome, Plaza del Castillo si chiama così perché, un tempo, lì si trovava la fortezza che difendeva Pamplona. Già nel tardo Medioevo, però, figura sulle mappe della città già come piazza, sintomo che il centro del potere politico e militare si era spostato da un’altra parte.

Quello fu il periodo in cui Plaza del Castillo divenne il luogo di giochi e tornei di ogni genere: divenne, infatti, il terreno ludico della città. Subì, nei secoli, molte trasformazioni e iniziò ad assumere la forma che vediamo ora all’inizio del 1700, arricchendosi di palazzi e monumenti. A inizio del XX Secolo vennero effettuati gli ultimi lavori di riqualificazione davvero impattanti e la piazza assunse l’immagine che possiamo ammirare anche ora. La Fontana dell’abbondanza, che ora è protagonista della piazza, venne aggiunta nel 1910.

Ernest Hemingway e Plaza del Castillo

È quasi automatico parlare di Pamplona e pensare a Ernest Hemingway, al suo periodo di vita in città e a un suo romanzo che vale la pena di portare con te nello zaino per quando andrai in giro a scoprire le bellezze di Pamplona. Di tratta di “Fiesta!”, romanzo del 1926 che racconta molto della Pamplona del tempo.

Hemingway era solito frequentare Plaza del Castillo per via di due locali storici che vi si affacciano ancora oggi: si tratta del Café Iruña e del Bar Txoko, luoghi perfetti ancora oggi per tapas e aperitivi.

Cosa vedere a Plaza del Castillo a Pamplona

Fonte: iStock

Il Café Iruña a Pamplona

Il punto di incontro di tutta Pamplona

Se ti trovassi a Pamplona e dovessi dare appuntamento a qualcuno, il luogo ideale sarebbe proprio Plaza del Castillo. Impossibile non trovarla e, soprattutto, impossibile non trovare qualcosa da fare in questa parte di città.

Uno dei simboli della piazza è il patio che non mancherai di riconoscere al primo sguardo: si tratta di un elemento architettonico molto caro e sempre presente in tutte le città spagnole con tanta storia da raccontare. Benché quello di Plaza del Castillo sia moderno, l’origine di questa struttura risale al XVI Secolo.

Oltre ai luoghi amati da Hemingway, qui avrai l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda caffè e ristoranti dove gustare le specialità della Navarra o dove, in tutta tranquilliità, bere un caffè. Nei periodi festivi, la piazza si trasforma spesso in un palcoscenico per eventi culturali.

In un luogo così, infine, non mancano mai mercatini legati al mondo dell’artigianato, dove comprare souvernir che sappiano farsi voler bene al primo sguardo. Così come tutta questa piazza, così accogliente e piena di fascino e pronta a diventare uno dei ricordi più belli del tuo viaggio in Spagna.

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Aria di primavera, le sagre dell’ultimo weekend di marzo in tutta Italia

L’ultimo weekend di marzo si accende di profumi e tradizioni culinarie in tutta Italia, grazie al tanto atteso arrivo della primavera, che porta con sé temperature più miti, giornate di sole ma anche nuovi sapori di stagione da riscoprire e celebrare.

Da nord a sud del Belpaese, le sagre diventano il palcoscenico perfetto per scoprire i sapori autentici delle diverse regioni, tra specialità gastronomiche, musica e folclore. Se siete alla ricerca di un’esperienza gustosa e immersiva per questo fine settimana, non importa dove vi troviate o dove siate diretti, ecco un itinerario delle migliori sagre del weekend del 29 e 30 marzo.

Le sagre da non perdere nel Nord Italia

Georgica – Guastalla e Gualtieri, Emilia-Romagna

Il 29 e 30 marzo, lungo il Lido Po di Guastalla e Gualtieri, con collegamento fluviale al porto di Pomponesco (Mantova), si svolge Georgica. Festa della terra, delle acque e del lavoro nei campi. Si tratta di un evento dedicato alla celebrazione del mondo rurale, del Grande Fiume, del buon cibo e delle tradizioni. Sarà possibile esplorare la biodiversità attraverso una mostra-mercato con oltre 200 espositori specializzati in enogastronomia, vivaismo, artigianato e vintage, oltre a un ricco calendario di incontri, laboratori e attività esperienziali per adulti e bambini.

Formaggi e Sorrisi – Cremona, Lombardia

Nella splendida cornice del centro storico di Cremona, dal 28 al 30 marzo si tiene Formaggi e Sorrisi, un evento dedicato ai formaggi italiani. Un’occasione imperdibile per degustare formaggi tipici, partecipare a showcooking con chef rinomati e immergersi in percorsi sensoriali che esaltano le eccellenze casearie del Belpaese.

Sagra della Valtellina – Peschiera Borromeo, Lombardia

Per gli amanti dei sapori montani d’Italia, la Sagra della Valtellina è l’evento perfetto. Dal 28 al 30 marzo, Peschiera Borromeo celebra le specialità valtellinesi con stand gastronomici ricchi di pizzoccheri, sciatt e bresaola, il tutto accompagnato da ottimi vini locali e un’atmosfera accogliente e tradizionale.

Sciatt, Valtellina

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I famosi sciatt tipici della Valtellina

Sagra Contadina e Festa della Primavera – Spirano, Lombardia

A Spirano (BG) si festeggia la primavera con la Sagra Contadina e Festa della Primavera, in programma nei weekend del 28-30 marzo (e successivamente anche il 4-6 aprile) al Palaspirà. Un’occasione per celebrare la cucina bergamasca con piatti autentici come polenta e stinco, casoncelli, oselì scapac, costine alla brace e la celebre polenta e osei dolce. L’evento sarà animato da musica dal vivo, mercatini con prodotti tipici e un’area bimbi dedicata.

Rolling Truck Street Food Festival – Novara, Piemonte

Se vi piacciono le proposte culinarie innovative e l’atmosfera dinamica dello street food, il Rolling Truck Street Food Festival a Novara è l’evento giusto. Dal 28 al 30 marzo, la città ospita un festival itinerante con cibo di strada da tutto il mondo, musica live e intrattenimento per grandi e piccoli.

Le sagre del Centro Italia di fine marzo

Sagra della Salsiccia – Monte San Biagio, Lazio

Il 29 e 30 marzo, Monte San Biagio (LT) celebra la sua famosa salsiccia con un evento gastronomico imperdibile. Degustazioni, showcooking, spettacoli musicali e un’atmosfera festosa accolgono i visitatori che vogliono scoprire e assaporare uno dei prodotti più tipici della regione.

Sagra della Falia e Broccoletti – Priverno, Lazio

Se amate i sapori rustici, la Sagra della Falia e Broccoletti è un appuntamento da segnare in agenda. Il 30 marzo, il borgo di Priverno, in provincia di Latina, festeggia questa focaccia tipica accompagnata dai gustosi broccoletti locali. Un evento che celebra la semplicità e la bontà della cucina contadina laziale.

Sagra del Castagnolo – Monte San Vito, Marche

Gli amanti dei dolci non possono perdere senz’altro la Sagra del Castagnolo a Monte San Vito (AN). Il 30 marzo, il paese si riempie del profumo di questo dolce tipico del Carnevale, con stand gastronomici, musica dal vivo e attività per tutta la famiglia.

Sagra della Frittata – Montaquila, Molise

A Montaquila (IS), in Molise, il 30 marzo si tiene invece la celebre Sagra della Frittata, che ogni anno attira visitatori curiosi di vedere all’opera i cuochi nella preparazione della frittata gigante, realizzata con centinaia di uova. L’evento non è solo un’occasione per gustare questo piatto, ma anche per scoprire i sapori della cucina locale grazie agli stand enogastronomici che propongono salumi, formaggi e piatti tipici molisani.

Le sagre del Sud Italia per il 29-30 marzo 2025

Sagra della Zipola – Narbolia, Sardegna

Il 30 marzo, il borgo di Narbolia (OR), in Sardegna, ospita la Sagra della Zipola, un appuntamento imperdibile per chi ama i dolci della tradizione. La zipola, una soffice frittella dalla forma allungata, viene preparata seguendo antiche ricette e servita calda, spesso accompagnata da un bicchiere di vernaccia locale. Oltre alle degustazioni, la sagra offre spettacoli folkloristici, musica dal vivo e momenti di condivisione della cultura sarda, tra balli tradizionali e rievocazioni storiche.

Ciocco Fest – Castelvetrano, Sicilia

Dal 29 al 31 marzo, a Castelvetrano (TP), in Sicilia, torna il Ciocco Fest, un evento interamente dedicato al cioccolato artigianale e alle dolci eccellenze siciliane. Per tre giorni, il centro storico si trasforma in un paradiso per i golosi, con stand di maestri cioccolatieri, degustazioni, laboratori e showcooking. Tra le specialità protagoniste, spiccano il celebre cioccolato di Modica IGP, i cannoli farciti al momento e tante creazioni uniche che uniscono tradizione e innovazione.

Cioccolato di Modica, Sicilia

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Il caratteristico Cioccolato di Modica siciliano

Sorsi diVino – Cava de’ Tirreni, Campania

Questo weekend, dal 27 al 29 marzo 2025, il Complesso Monumentale del Monastero di San Giovanni a Cava de’ Tirreni ospiterà “Sorsi diVino”, un evento dedicato alle eccellenze vinicole della Campania. Promosso dalla Camera di Commercio di Salerno e da Confesercenti Cava de’ Tirreni, con il patrocinio del Comune, la manifestazione prevede un ricco programma di attività. Sabato 29 marzo, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 18:00 alle 20:00, sono in programma masterclass e incontri B2B rivolti a professionisti del settore. Dalle 18:00 alle 21:00, invece, le cantine apriranno le porte ai visitatori per degustazioni, con un ticket di 10€ che consente sette assaggi e contribuisce a sostenere l’Associazione “Il Grillo e la Coccinella A.GE.C. APS” nella sensibilizzazione sull’autismo. 

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I giardini labirinti dove perdersi in Italia, regione per regione

L’Italia vanta alcuni dei giardini labirinto più affascinanti d’Europa, veri capolavori di arte e paesaggio. Scopriamo le principali regioni con i più grandi e spettacolari labirinti, con dettagli su caratteristiche, biglietti, orari e come raggiungerli.

Labirinti in Piemonte

Parco del Castello di Masino

Immerso nelle colline del Canavese, il Parco del Castello di Masino ospita un suggestivo labirinto vegetale che si estende per circa 2.000 mq. Restaurato dal FAI, è uno dei più grandi labirinti storici d’Italia. Le prime testimonianze scritte su questo labirinto risalgono al 1753 e, grazie a un attento restauro, oggi è stato riportato al suo antico splendore settecentesco. La ricostruzione ha seguito fedelmente un disegno d’epoca ritrovato negli archivi, utilizzando oltre duemila piante di carpino tagliate con precisione.

Il labirinto, elemento ricorrente nella mitologia greca, richiama la leggenda di Minosse e del Minotauro, imprigionato nel dedalo costruito da Dedalo e Icaro. L’origine stessa della parola “labirinto” è legata all’isola di Creta, dove il palazzo del re Minosse aveva una planimetria intricata che potrebbe aver ispirato il mito.

Il Castello e Parco di Masino è aperto al pubblico dal mercoledì alla domenica, con orari che variano a seconda del periodo: da febbraio a novembre dalle 10 alle 18, mentre nei mesi di novembre e dicembre la chiusura è anticipata alle 17. L’ingresso prevede un biglietto di 15 euro per gli adulti e 8 euro per ragazzi dai 6 ai 18 anni e studenti fino ai 25 anni. I bambini fino a 5 anni, gli iscritti FAI e alcune categorie di visitatori hanno accesso gratuito. Per le famiglie composte da due adulti e almeno due bambini è disponibile un biglietto cumulativo a 38 euro, che include il percorso FairPlayFamily.

Il castello si trova a Caravino, facilmente raggiungibile in auto. Da Torino si impiegano circa 45 minuti prendendo l’autostrada A5 con uscita a Scarmagno o Albiano. Da Milano, il viaggio dura circa un’ora percorrendo l’A4 e poi la A5 con uscita a Albiano. È possibile arrivare anche da Biella e dal Lago di Viverone in circa mezz’ora, seguendo la SS228 e la SP56. Il castello dista solo pochi minuti dal casello autostradale più vicino, rendendolo una meta facilmente accessibile per una giornata immersa nella storia e nella natura.

Castello di Gabiano

Nel Monferrato, il Castello di Gabiano è circondato da un parco secolare con un affascinante labirinto di siepi. Il castello, di origini medievali, offre un’esperienza unica tra storia e natura, con viste spettacolari sulla campagna piemontese.

Il labirinto del Castello di Gabiano è un raro esempio documentato di labirinto all’interno di un giardino storico piemontese. Fu progettato negli anni Trenta del Novecento dall’architetto Lamberto Cusani, in un periodo in cui i giardini formali venivano integrati con elementi paesaggistici. Il labirinto, con la sua struttura intricata, racchiude molteplici significati simbolici legati alla mitologia, alla religione, alla filosofia e alla matematica.

Nel cuore del parco, il labirinto crea un affascinante contrasto tra l’ordine geometrico delle sue siepi e la naturalezza del paesaggio circostante. Questo richiama il concetto medievale della selva come luogo di smarrimento e conoscenza, contrapponendo la natura spontanea alla rigida manipolazione umana. Il restauro del castello e del suo labirinto, completato nel 1935 dalla Marchesa Matilde Durazzo Pallavicini, ha restituito al sito il suo splendore originale, permettendo ai visitatori di immergersi in un’atmosfera senza tempo.

Il castello è visitabile su prenotazione, con possibilità di visite guidate. Si trova in provincia di Alessandria, ed è raggiungibile in auto da Torino in circa un’ora, percorrendo l’autostrada A4 fino a Chivasso Est e proseguendo sulla SP107. Da Milano il viaggio dura circa un’ora e mezza, prendendo l’A7 fino ad Alessandria e poi la SP31 in direzione Casale Monferrato.

I labirinti del Veneto

Labirinto Borges a San Giorgio Maggiore, Venezia

Situato sull’isola di San Giorgio Maggiore, il Labirinto Borges è un omaggio allo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Progettato dall’architetto Randoll Coate, il labirinto si ispira al celebre racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, un’opera che esplora il concetto di tempo, scelte e realtà parallele. Il design del labirinto riproduce il nome dello scrittore e alcuni simboli ricorrenti nella sua opera, come l’infinito e l’idea di labirinto stesso, entrambi elementi centrali nei suoi scritti. Le 3250 piante di bosso che compongono il labirinto sono disposte in modo da riprodurre il nome di Borges, creando una vera e propria dedica verde al genio della letteratura novecentesca. Il percorso, lungo circa un chilometro, è pensato per indurre alla riflessione e alla contemplazione. All’interno del giardino, si trovano elementi amati dallo scrittore: clessidre, specchi, sabbia, una tigre, un bastone e un enorme punto interrogativo.

Il labirinto è organizzato e accessibile anche per le persone cieche, con un percorso sicuro e facilmente percorribile, e offre l’opportunità di vivere un’esperienza multisensoriale. La visita è resa ancora più suggestiva dalla colonna sonora originale, composta da Antonio Fresa e eseguita dall’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, che può essere ascoltata in audioguida.

Per raggiungere l’isola di San Giorgio Maggiore, è necessario prendere il vaporetto dalla fermata di Piazza San Marco. L’accesso al labirinto è disponibile solo tramite visite guidate, che devono essere prenotate in anticipo. Il costo della visita è di 10 euro per adulti, con tariffe ridotte per bambini e gruppi. Gli orari di apertura variano in base alla stagione, ma in genere il labirinto è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18, con l’ultima visita guidata alle 17:30.

Il labirinto Borges a Venezia

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Labirinto Borges dall’alto

Villa Barbarigo di Valsanzibio

Il labirinto di Villa Barbarigo a Valsanzibio, uno dei più antichi e affascinanti d’Italia, si estende su un’area di 12 ettari ed è composto da circa 6.000 arbusti di bosso. Realizzato tra il 1665 e il 1690, il labirinto non è solo una meraviglia botanica, ma anche un simbolo di rinascita e spiritualità. Concepito come un voto a Dio per la fine della terribile pestilenza del 1630, il giardino rappresenta un cammino di purificazione e salvezza. Ogni elemento del giardino, dalle fontane alle sculture, è pensato per simboleggiare la bellezza della vita, nonostante le sue difficoltà, che si riflettono nel tortuoso percorso del labirinto.

Il percorso inizia dal Padiglione di Diana, l’ingresso monumentale che, fino all’Ottocento, era raggiungibile in barca da Venezia, e si snoda tra i sentieri alberati, offrendo momenti di riflessione e stupore.

Il Giardino Monumentale di Valsanzibio è aperto tutto l’anno e può essere visitato autonomamente. L’ingresso comprende la visita al giardino simbolico, al giardino botanico, alle antiche scuderie e alla torretta centrale del labirinto, da cui è possibile ammirare il capolavoro arboreo dall’alto. I biglietti sono acquistabili in loco o online. Gli orari di apertura variano in base alla stagione: dalle 10 al tramonto, con una chiusura anticipata a dicembre (alle 16:30) e una chiusura posticipata a fine marzo fino ai primi di ottobre (alle 19).

Ai piedi dei Colli Euganei, il giardino è raggiungibile in auto da Padova, che dista circa 30 minuti, e da Venezia, a soli 45 minuti di distanza. Si trova anche a pochi minuti dal casello autostradale A13 (uscita Terme Euganee).

Villa Barbarigo_giardini autunno

Fonte: 123rf

Villa Barbarigo a Valsanzibio

Lombardia, il Parco della Preistoria  a Rivolta d’Adda

In un’area naturale di oltre 100 ettari, il Parco della Preistoria è un viaggio nel tempo tra riproduzioni di dinosauri e mammiferi preistorici. Il percorso include anche un labirinto di siepi di circa 1.000 mq, che appassiona grandi e piccoli.

Il parco si trova a breve distanza da Milano e Cremona ed è aperto da marzo a novembre. Il biglietto d’ingresso (17 euro per gli adulti, 13 euro per i bambini 3-12 anni e gratuito fino a 2 anni) include tutte le attrazioni del parco.

Villa Garzoni a Collodi, Toscana

Villa Garzoni si trova all’interno del Parco di Pinocchio a Collodi, in Toscana, e rappresenta uno dei più affascinanti esempi di giardino barocco della regione. Il Giardino Garzoni ospita un labirinto, un luogo simbolo di tradizione, che originariamente era arricchito da giochi d’acqua a sorpresa, fontane e getti d’acqua nascosti tra le sue siepi. La leggenda locale narra che percorrere il labirinto con la propria dolce metà garantirà un amore duraturo.

Una curiosità: pare che Carlo Lorenzini, l’autore di Pinocchio conosciuto come Collodi, abbia lavorato come giardiniere proprio a Villa Garzoni. Non è difficile immaginare che il labirinto e la sua atmosfera misteriosa possano averlo ispirato nel creare il mondo fantastico del suo celebre racconto.

Villa Garzoni è aperta tutto l’anno, con orari che vanno dalle 10 alle 18, con variazioni stagionali. Il biglietto d’ingresso include anche la visita alla Casa delle Farfalle, un’altra delle attrazioni del parco (il biglietto intero costa 26 euro, quello ridotto con percorso avventura è di 23 euro. L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 2 anni).

Per raggiungere il parco, è possibile arrivare in auto percorrendo l’autostrada A1 da Firenze Nord, per prendere l’A11 verso Pisa Nord, con uscita a Chiesina Uzzanese e proseguire per Pescia e Collodi. In alternativa c’è il treno (linea Firenze-Pescia) o gli autobus da Pescia o Lucca.

Collodi

Emilia-Romagna: il labirinto della Masone

Il Labirinto della Masone, a Fontanellato, a pochi chilometri da Parma, è il più grande labirinto di bambù del mondo, che si estende su ben 8 ettari. Ideato dall’editore e collezionista Franco Maria Ricci, il parco è stato inaugurato nel maggio 2015 e si presenta come un luogo unico che fonde natura, arte e cultura. Concepite come un vero e proprio laboratorio culturale, le strutture del parco, insieme alla cappella a forma di piramide, ospitano una collezione di opere d’arte che spaziano dal Rinascimento al Novecento e una serie di mostre temporanee ed eventi, offrendo una continua varietà di esperienze. Il labirinto di bambù è sicuramente l’elemento più affascinante e rappresenta un omaggio alla passione di Ricci per il simbolismo del labirinto, un tema che gli era caro anche grazie alla sua amicizia con lo scrittore Jorge Luis Borges, che ispirò l’idea di realizzare il più grande labirinto del mondo.

La visita al Labirinto della Masone non ha limiti di tempo, ma si consiglia di prevedere almeno un’ora e mezza per godere appieno dell’intera esperienza, che include il labirinto, le gallerie, le mostre temporanee. Il parco è aperto tutto l’anno, con un orario invernale che va dalle 9:30 alle 18 (ultimo ingresso alle 16:30) e un orario estivo dalle 10:30 alle 19 (ultimo ingresso alle 17:30). Il biglietto d’ingresso ordinario è di 20 euro, con tariffe ridotte per studenti, famiglie e gruppi.

Il Labirinto della Masone è facilmente raggiungibile in auto da Parma e dalle principali città limitrofe, con ampio parcheggio disponibile sia per le auto che per le biciclette.

Labirinto della Masone

Fonte: Getty Images

Labirinto della Masone

Il giardino inglese della Reggia di Caserta in Campania

Tra i più bei giardini d’Italia, il giardino inglese della Reggia di Caserta ospita un labirinto, all’interno del parco monumentale che si estende per oltre 120 ettari. Progettato alla fine del XVIII secolo per volere della regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, il giardino rappresenta un capolavoro del paesaggismo romantico e si integra perfettamente nel contesto del più grande palazzo reale d’Italia. Il labirinto, realizzato con muretti in pietra, è un percorso misterioso che invita i visitatori a esplorare il parco in un viaggio che unisce natura e storia. Accanto al labirinto, il parco offre ampi viali alberati, cascate, fontane e boschi, ideali per passeggiate all’aria aperta.

La visita alla Reggia di Caserta permette di scoprire un patrimonio UNESCO unico, facilmente raggiungibile da Napoli in circa 30 minuti di treno. Il biglietto per il Parco Reale e il Giardino Inglese ha un costo di 9 euro, con tariffe separate per l’ingresso agli interni del palazzo e ad altri giardini. È disponibile anche un biglietto combinato. La Reggia è aperta tutto l’anno con orari che variano a seconda delle stagioni, e l’ingresso è gratuito per i residenti di Caserta. Il parco è accessibile anche a persone con mobilità ridotta, che possono usufruire di percorsi dedicati.

reggia caserta

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I giardini della Reggia di Caserta

Sicilia:  Castello di Donnafugata a Ragusa

Il Castello di Donnafugata, nei pressi di Ragusa, è un luogo ricco di storia e fascino. Il suo labirinto unico, realizzato con muri a secco in pietra bianca, è un esempio straordinario di come l’arte del giardinaggio e dell’architettura possano unirsi per creare un’esperienza unica. La struttura del labirinto si distingue da altri più comuni, che spesso sono realizzati con siepi di bosso facili da modellare. Qui, invece, i muretti di pietra formano un percorso trapezoidale che sembra richiamare il celebre labirinto di Hampton Court, in Inghilterra, progettato nel 1690.

L’attuale labirinto di Donnafugata, seppur ispirato a quello inglese, ha subito modifiche nel corso dei secoli. Originariamente, i muretti erano rivestiti con siepi di rose, che non solo mascheravano il percorso, ma aggiungevano anche un tocco di bellezza. Tuttavia, con il tempo e l’incuria, queste siepi vennero abbandonate, e il restauro del castello, avvenuto dopo l’acquisizione del Comune di Ragusa, ha portato alla decisione di lasciare i sentieri liberi da vegetazione. Oggi, il labirinto si presenta come un elegante dedalo di pietra, dove la geometria e la storia si fondono in modo perfetto.

Il Castello di Donnafugata è visitabile tutto l’anno, con il biglietto d’ingresso che comprende la visita sia agli interni che al parco, che conserva ancora l’atmosfera di un tempo. Gli orari di apertura variano a seconda della stagione ma indicativamente apre alle 9 e chiude alle 16 in inverno e alle 19 in estate. Il biglietto intero per l’ingresso al Castello e al Parco costa 6 euro, mentre il biglietto ridotto è disponibile a 3 euro per bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni, studenti tra i 18 e i 26 anni e adulti over 65.

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Il Lago Retba in Senegal si colora di magia, dopo tre anni le sue acque tornano rosa

C’è qualcosa di magico nel Senegal, uno dei Paesi più famosi del Continente Nero. L’aria vibra di energia, tra i suoni ipnotici dei tamburi, il profumo del thieboudienne che si mescola alla brezza dell’Atlantico e il calore avvolgente di Dakar, città dal ritmo pulsante, capitale amata da tutta la nazione, dal volto più moderno rispetto al resto del territorio.

Ma oltre a simboli come Dakar stessa e il bissap – la bevanda di ibisco rosso, tipica del posto – c’è un luogo, a un’ora dalla capitale, che incanta da decenni chiunque vi metta piede: il Lago Retba, meglio conosciuto come Lago Rosa.

Dopo tre anni di “silenzio cromatico”, la sua famosa sfumatura rosata è finalmente tornata, scatenando un’ondata di entusiasmo tra turisti, commercianti e ambientalisti. Ma quanto durerà questa rinascita e perché il Lago Rosa del Senegal aveva (quasi) perso il suo colore?

Il Lago Rosa in Senegal torna al suo colore e incanta il mondo

Non appena la notizia si è diffusa sui social, il Lago Rosa è stato preso d’assalto da visitatori provenienti da tutto il mondo, desiderosi di ammirare lo spettacolo della sua acqua che, con le giuste condizioni ambientali, si tinge di un rosa brillante e surreale.

L’ecosistema del lago, situato nel nord della Penisola del Senegal, era stato infatti gravemente compromesso dalle inondazioni del 2022, che ne avevano alterato la salinità e l’equilibrio biologico.

Il livello dell’acqua era aumentato di ben quattro metri, impedendo la proliferazione dei cianobatteri responsabili della caratteristica colorazione. Per questo, commercianti e albergatori hanno investito migliaia di euro in operazioni di drenaggio prima che lo Stato intervenisse, permettendo così al lago di ritrovare la sua magia.

Un effetto virale: i social riportano i turisti in Senegal

La rinascita del Lago Rosa ha avuto un effetto dirompente sui flussi turistici. Video e foto virali hanno attirato viaggiatori da tutta Europa e dagli Stati Uniti, impazienti di scoprire se il rosa tipico del Lago Retba fosse davvero tornato.

Ma se il ritorno del rosa ha ridato vita alla microeconomia locale che già dal 2023 era entrata in un’allarmante fase di crisi, le preoccupazioni per il futuro del luogo e di questo delicato ecosistema restano alte. L’espansione urbanistica, infatti, minaccia la salinità del lago, mentre progetti edilizi nei dintorni potrebbero alterare il delicato equilibrio dell’ecosistema.

Le autorità ambientali lanciano l’allarme: il fragile equilibrio che permette al Lago Retba di tingersi di rosa dipende dall’assenza di inquinamento e da una gestione sostenibile delle risorse idriche, un punto fragile per i Paesi africani.

Il Lago Rosa non è solo un’attrazione turistica, ma un simbolo della bellezza selvaggia e della fragilità dell’ambiente africano. La sua rinascita è una vittoria per chi vive di turismo e commercio nella zona, ma è anche un monito sull’impatto che il cambiamento climatico e le attività umane possono avere sugli ecosistemi unici.

Per ora, il Lago Retba splende di nuovo, specchiandosi nel sole del Senegal. Ma il suo futuro dipenderà dalla capacità di proteggerlo e preservarlo. E chissà, forse il suo rosa continuerà ad affascinare generazioni di viaggiatori ancora per molti anni.

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Roghudi Vecchio, in Calabria, è un borgo abbandonato dove il silenzio racconta segreti antichi

Nel nostro Paese ci sono decine di borghi fantasma, luoghi che un tempo erano pieni di vita ma che, piano piano, sono stati abbandonati. I motivi dietro questi avvenimenti sono tanti, come terremoti, frane, emigrazione o la chiusura di attività economiche. Un po’ com’è successo a un suggestivo paesino calabrese adagiato su un crinale, ma che, nonostante tutto, è ancora in grado di sprigionare l’essenza degli antichi borghi aspromontani. Parliamo di Roghudi Vecchio, luogo che unisce la bellezza della natura selvaggia con la decadenza del borgo in rovina.

Perché Roghudi Vecchio è stato abbandonato?

La storia dell’abbandono di Roghudi Vecchio è piuttosto recente: risale al febbraio del 1971. Fino a quella data, infatti, questa affascinante località contava circa 1.650 anime, ma che purtroppo furono costrette a evacuare a causa di un catastrofico evento naturale. Roghudi Vecchio, infatti, venne costruito in una delle zone più piovose della Calabria, così tanto da essere spesso colpito da eventi alluvionali estremi. E fu proprio la scrosciante pioggia di febbraio del ’71 (l’equivalente di quella che normalmente cadeva in un anno) che portò il paese prima a essere isolato per diverso tempo, e poi completamente sgomberato in quella che è l’odierna Roghudi.

Tuttavia, alcuni anziani profondamente legati al loro territorio decisero di ignorare l’ordinanza che invitava ad abbandonare il paese, continuando a vivere in quelle antiche case di pietra che tanto amavano. Ma, come tutti sappiamo, la natura quando decide di mostrare la sua forza è invincibile. E per questo, in una notte del dicembre del ’73, iniziò a cadere così tanta pioggia che quei signori furono obbligati a cedere e scappare. Da allora Roghudi Vecchio è nota con il titolo di Città Fantasma.

Cosa vedere a Roghudi Vecchio

Roghudi Vecchio, in provincia di Reggio Calabria, ha un fascino magnetico. Il suo aspetto è misterioso, quasi spettrale, e la cornice fatta di montagne e boschi crea un’atmosfera surreale. Sì, la sua storia è inevitabilmente legata a un senso di abbandono e desolazione, ma allo stesso tempo anche alla forza della natura, che lentamente si sta riprendendo il suo posto.

Roghudi Vecchio, borgo

Fonte: Getty Images

Il paesaggio di Roghudi Vecchio

Case in pietra

Passeggiando tra i vicoli del borgo è possibile notare tantissime (e incredibili) casette in pietra. Certamente alcune di esse sono in rovina, ma se non lo fossero non staremmo di certo qui a parlare di un borgo fantasma. In sostanza sono uno degli elementi più affascinanti di Roghudi Vecchio, anche perché catapultano il visitatore in una sorta di viaggio indietro nel tempo, dove le case raccontano storie di un passato che oggi si mescola con la natura del territorio.

Panorama dell’Aspromonte

A far da sfondo alle rovine di Roghudi Vecchio c’è costantemente l’emozionante panorama dell’Aspromonte, con le sue imponenti montagne e la rigogliosa vegetazione.

Chiesa di San Nicola

Fino a qualche decennio fa la Chiesa di San Nicola era un punto di riferimento importante per la comunità locale. Oggi, dopo alcuni lavori di restauro, questo edificio sembra voler testimoniare la devozione religiosa dei suoi vecchi abitanti, rendendo l’atmosfera ancor più incredibile.

Sentiero per Roghudi Nuovo

Dal borgo, ormai fantasma, si dirama un sentiero che conduce a Roghudi Nuovo. Percorrendolo si ha l’opportunità di avere una panoramica più approfondita sulla transizione tra il vecchio paese e il nuovo insediamento, facendo anche comprendere meglio il modo in cui la comunità si sia adattata ed evoluta nel tempo.

Rocca tu Dracu

Rocca tu Dracu (o Roccia del Drago) si trova nei pressi del borgo e, come dice il nome, è una bizzarra formazione rocciosa. Il nome deriva da una particolare leggenda locale, secondo cui in passato un drago abitasse in zona. La creatura era enorme, terrificante e dotata di poteri magici, come quello di riuscire a influenzare la natura intorno a lui.

Un giorno un cavaliere decise di affrontarlo con lo scopo di liberare la sua gente dalla paura. Si narra che ci fu un lungo e difficile combattimento, dal quale però il ragazzo uscì vincitore, tanto da riuscire a imprigionare il drago in quella stessa roccia.

Caldaie del Latte

Da vedere assolutamente sono anche le Caldaie del Latte, formazioni rocciose simili a grandi recipienti. Si sono formate tantissimi anni fa come risultato dell’erosione naturale e oggigiorno impreziosiscono i corsi d’acqua che attraversano il territorio. Anche in questo caso non mancano fascino e leggende, che narrano di magia, battaglie mitologiche e di tradizioni antiche.

Misteri e leggende

Misteri e leggende di Roghudi Vecchio non sono di certo finiti qui. Tutto il borgo, infatti, è avvolto da un alone di misticismo grazie anche alle rovine che raccontano la storia di un passato (apparentemente) scomparso.

Roghudi Vecchio, case

Fonte: iStock

Le case diroccate del villaggio di Roghudi Vecchio

Oltre al drago, infatti, secondo alcune tradizioni il borgo sarebbe stato vittima di una maledizione. Si racconta che gli abitanti avessero attirato l’ira degli dei o degli spiriti della montagna, e che per questo la Terra sarebbe stata condannata a frane e inondazioni, le stesse che hanno reso il borgo inabitabile.

C’è anche un altro racconto popolare che narra che le anime dei defunti, sepolti nel vecchio cimitero, non riposerebbero in pace: c’è chi è pronto a giurare che la notte, tra le rovine, si possano ancora udire voci sussurranti o vedere ombre.

Un’altra leggenda parla di una vecchia casa situata nella parte più remota di Roghudi Vecchio dove, moltissimo tempo fa, abitava un uomo misterioso che mai nessuno aveva visto in pubblico. Stando alla tradizione, questo signore aveva dei poteri sovrannaturali. Per questo motivo ancora oggi, tra i resti della sua casa, parrebbe si possano percepire strani rumori.

Poi ancora la leggenda del tesoro nascosto nelle profondità del borgo, posto da quelle parti dai soldati durante la Seconda Guerra Mondiale. Pieno di oro e gioielli, non è mai stato trovato, anche perché pare che chiunque tenti di farlo si ritrovi a vivere strane disavventure.

Roghudi Vecchio è anche circondato da una fitta foresta, che si racconta sia abitata da spiriti e entità sovrannaturali. Infine il mistero della Chiesa di San Nicola, per alcune persone infestata dai fantasmi che nelle notti più oscure sembrerebbero suonare le campane.

Dove si trova e come arrivare

Il borgo di Roghudi Vecchio sorge nel cuore della regione dell’Aspromonte, una delle aree più selvagge e montuose della Calabria (più precisamente a circa 40 km a nord di Reggio Calabria).

Arrivarci non è facilissimo per via della sua posizione in una zona montuosa e isolata, ma senza ombra di dubbio il mezzo più conveniente è l’automobile. È importante però sapere che occorre guidare con molta attenzione, perché alcune delle strade che portano al borgo sono strette e accidentate.

In alternativa il paese fantasma può essere raggiunto a piedi partendo dai paesi limitrofi, tramite vari sentieri escursionistici che attraversano il massiccio dell’Aspromonte. In questo caso ultimo caso, però, è necessario dotarsi di una buona guida, mappa ed equipaggiamento.

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Carcassonne, cosa vedere nella città da fiaba nel sud della Francia

Nel cuore dell’Occitania, nel sud della Francia, si erge la magnifica città di Carcassonne, un autentico gioiello medievale che sembra uscito da un libro di fiabe. Si tratta infatti di una delle città medievali meglio conservate e più affascinanti d’Europa. Adagiata sulla collina che domina la valle dell’Aude, la sua cittadella fortificata è un concentrato di storia, cultura e architettura straordinaria, che racconta oltre 2000 anni di conquiste politiche e militari, influenze catari e crociate. Il suo profilo inconfondibile, con torri e imponenti bastioni, è il frutto di numerose modifiche architettoniche avvenute nel corso dei secoli, culminate nella restaurazione ottocentesca dell’architetto Viollet-le-Duc. Iscritta nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, Carcassonne è una destinazione imperdibile per gli amanti della storia e della cultura, ma anche per chi desidera semplicemente immergersi in un’atmosfera fuori dal tempo.

La Città Medievale Patrimonio Unesco

La Città Medievale di Carcassonne è un capolavoro dell’architettura difensiva, protetta da due possenti cinte murarie che si estendono per circa 3 chilometri, rafforzate da ben 52 torri che raccontano storie di guerre, assedi e conquiste. Un tempo teatro delle crociate albigesi contro i catari, la città ha saputo conservare intatta la sua atmosfera antica. Passeggiando in questo labirinto di stradine acciottolate, tra botteghe artigianali e affascinanti piazzette, ci si immerge in un’atmosfera fuori dal tempo, in cui riecheggiano leggende e tradizioni del passato. L’accesso avviene attraverso due ingressi maestosi: la Porta Narbonese, caratterizzata da due torri gemelle e il ponte levatoio, e la Porta dell’Aude, che si apre verso la valle dell’omonimo fiume.

Il Castello dei Conti

Nel cuore della cittadella si erge il Castello dei Conti, costruito nel XII secolo dai visconti di Carcassonne, i Trencavel. Questo imponente maniero, concepito come una cittadella dentro la cittadella, fu progettato per resistere agli assedi più feroci. Con le sue nove torri, tra cui spicca la Torre Pinte, era la prima linea di difesa in caso di attacco, mentre la doppia cinta muraria offriva un’ulteriore linea di difesa, circondata da un fossato e protetta da un barbacane. Le mura interne del castello rivelano tracce dell’originaria struttura gallo-romana, mentre gli affreschi ben conservati all’interno testimoniano il passaggio dei secoli.

Oltre alla sua imponente architettura, il castello ospita una vasta collezione di manufatti medievali, tra cui armi, armature e sculture gotiche e romaniche. Aggirandosi tra le sue mura, i visitatori possono immaginare la vita quotidiana dei cavalieri e delle famiglie nobili che qui trovarono rifugio durante i secoli turbolenti del Medioevo. Non bisogna poi perdere la vista mozzafiato dai bastioni, da cui si possono ammirare le possenti mura della città e la distesa della valle dell’Aude.

Carcassonne

Fonte: iStock

La città medievale di Carcassonne, Francia

La Basilica di Saint-Nazaire

Accanto alle fortificazioni, la Basilica di Saint-Nazaire è una delle più belle chiese della regione, testimone dell’evoluzione architettonica dal romanico al gotico. Costruita nell’XI secolo e consacrata da Papa Urbano II nel 1096, fu successivamente ampliata nel XIII secolo, quando la nuova architettura gotica venne adottata per il coro e le cappelle laterali.
Uno degli elementi più straordinari della basilica è la combinazione di questi due stili: la navata romanica si distingue per la sua sobrietà e solidità, mentre il transetto gotico svetta con le sue arcate a sesto acuto e le magnifiche vetrate colorate, considerate tra le più belle della Francia meridionale, con dettagli finissimi che raffigurano scene bibliche e santi. Durante la visita, si rimane incantati dalla luce soffusa che filtra attraverso i vetri, creando un’atmosfera di sacralità e mistero.

La Porta Narbonese e il cammino di ronda

Tra le quattro porte che danno accesso alla cittadella, la Porta Narbonese è senza dubbio la più imponente. Notevole esempio dell’ingegneria medievale, risale al 1280 ed è fiancheggiata da due torri gemelle e collegata a un piccolo ponte in pietra che sovrasta un antico fossato. Oltre alla sua funzione difensiva, la porta offre una visuale straordinaria sulla città bassa e, nelle giornate limpide, da qui si arriva a scorgere la città di Narbonne in lontananza.
Percorrere il cammino di ronda, che si snoda tra le maestose mura difensive, alte fino a 17 metri, è un’esperienza da non perdere. Un tempo questo stretto passaggio serviva ai soldati per sorvegliare il perimetro della cittadella, mentre oggi offre un punto di vista privilegiato su Carcassonne e i suoi dintorni. Ogni angolo racconta una storia e ogni scorcio regala una vista spettacolare, perfetta per gli amanti della fotografia.

I musei della Città Medievale

Oltre alle fortificazioni e agli edifici religiosi, Carcassonne ospita una serie di piccoli musei che raccontano la vita e la cultura della città nel corso dei secoli, consentendo di approfondire la sua storia e le sue tradizioni. Il Museo della Scuola offre un salto indietro nel tempo con ricostruzioni di antiche aule, complete di banchi di legno, calamai e quaderni d’epoca. Il Museo dell’Inquisizione, invece, documenta il periodo oscuro della caccia agli eretici e presenta una collezione di strumenti di tortura utilizzati tra il XII secolo e la Rivoluzione Francese. Un’esperienza tanto inquietante quanto istruttiva.

Il Ponte Vecchio

Il Ponte Vecchio (Pont Vieux) collega la cittadella fortificata alla Bastide Saint-Louis, la parte bassa della città, e rappresenta uno dei punti panoramici più iconici di Carcassonne. Costruito nel XIV secolo, è lungo 210 metri e fa parte del Cammino di Santiago di Compostela verso la Spagna. Luogo carico di storia e suggestioni, offre un panorama eccezionale sulla città, soprattutto al tramonto quando le luci dorate accendono le mura medievali, creando uno spettacolo indimenticabile. Durante la festa nazionale del 14 luglio, da qui si possono ammirare i suggestivi fuochi d’artificio che illuminano la città.

La Bastide Saint-Louis

Al di là delle mura, la Bastide Saint-Louis rappresenta la parte più moderna di Carcassonne. Costruita a partire dal XIII secolo per volere di re Luigi IX per ospitare la popolazione che cresceva oltre i confini della cittadella, oggi questo quartiere è un vivace centro di vita cittadina, con eleganti palazzi, ristoranti, boutique e chiese storiche, testimoni dello sviluppo economico della città nel corso dei secoli. Cuore della Bastide è Place Carnot, la piazza principale animata da mercati, caffè e dalla splendida fontana di Nettuno in marmo. Passeggiare tra le sue strade significa scoprire un’altra faccia di Carcassonne, fatta di tradizioni, commercio e un’atmosfera conviviale.

La cattedrale di Saint-Michel

Costruita nel XIII secolo in stile gotico languedociano, la cattedrale di Saint-Michel è un altro luogo di grande interesse. Dichiarata cattedrale nel 1803 e restaurata da Viollet-le-Duc dopo un incendio nel 1849, colpisce per la sua imponenza e per i magnifici rosoni che decorano la facciata.

La Maison de la Laine et du Drap

Per comprendere l’importanza dell’industria tessile a Carcassonne, una visita alla Maison de la Laine et du Drap (Casa della Lana e del Tessuto) è d’obbligo. Situato in rue Trivalle, questo centro racconta la storia della lavorazione della lana, dal filatoio ai telai, fino alla tintura con i celebri blu di Carcassonne. Un viaggio affascinante nella tradizione artigianale della città.

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Fuga al caldo, ecco le città più soleggiate d’Europa: la Spagna è regina

Se il lungo inverno vi ha lasciato con una voglia irrefrenabile di sole, siete nel posto giusto: il Belpaese non manca di città sempre baciate dal sole – bellissime, dunque! – ma nemmeno il resto d’Europa.

Anche quest’anno, la classifica frutto dei dati di World Weather Online, ci mostra quali sono le città più soleggiate in Europa, che godono quindi non solo di maggiori ore di luce, bensì anche di giornate più miti e “belle”. Pronti a preparare le valigie?

Le 10 città più soleggiate d’Europa, la Spagna è regina

Al primo posto in questa classifica 2025 delle città più luminose in Europa, troviamo Cartagena (non la colombiana, attenzione!), in Spagna, con una media di 283 ore di sole al mese. Questa città portuale della regione di Murcia è un tesoro nascosto, una meta ben lontana dal turismo di massa di Barcellona e Valencia. Qui, storia e fascino si intrecciano tra il maestoso teatro romano del I secolo a.C., il castello di Concepción con vista panoramica e un centro storico tutto da esplorare facilmente anche a piedi.

Poco distante, Alicante conquista invece la seconda posizione con 279,6 ore di sole mensili. Situata sulla Costa Blanca, la cittadina di Alicante è un paradiso per gli amanti delle spiagge bianchissime e della vivace vita notturna, grazie anche al suo pittoresco centro storico e al suggestivo castello di Santa Bárbara, nonché una destinazione da non sottovalutare anche per una vacanza in famiglia.

Alicante, Spagna

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Vista sul mare nella città di Alicante

Terzo gradino del podio per Malaga, che si aggiudica 279,3 ore di sole al mese. Questa città andalusa è un mix perfetto di storia, cultura e mare: culla di Pablo Picasso e tra le più antiche città d’Europa, come testimonia il suo centro storico, vanta meraviglie come l’Alcazaba moresca dell’XI secolo e il Museo Picasso, senza dimenticare le vicine Granada e Cordoba, ideali per una gita fuori porta.

Proseguendo con la classifica, Murcia si distingue con 277 ore di sole al mese e un fascino barocco che impreziosisce il suo centro storico, dal carattere elegante. A seguire, Granada (274,4 ore), celebre per l’incantevole Alhambra e il pittoresco quartiere Albaicín, dove perdersi tra vicoli acciottolati e scorci mozzafiato.

A far brillare l’Italia in questa top 10 ci pensa la sicula Catania, con 273,7 ore di sole al mese. Non è difficile capire il perché: affacciata sul mar Ionio, questa vibrante città siciliana è una fusione perfetta di storia, mare e buon cibo, con il maestoso Etna a fare da sfondo e il mercato della Pescheria che regala un assaggio dell’anima più autentica del Sud, un vero e proprio tripudio di colori e sapori, dalla pasta alla Norma ai cannoli appena sfornati.

Catania, Sicilia

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L’Etna che veglia sulla città di Catania baciata dal sole

Siviglia, con le sue 273,4 ore di sole, è un tripudio di flamenco, tapas e architetture maestose come l’Alcázar, un assaggio autentico di Spagna al 100%, mentre Cordoba (268,2 ore) incanta con la sua iconica Mezquita e i caratteristici patios fioriti chiunque si trovi nel suo intricato dedalo di strade.

Tra le mete non spagnole – ebbene sì, qualche città fuori da Spagna e Italia è riuscita ad entrare in top ten! – spicca Marsiglia, la città portuale più famosa di Francia, che con 266,1 ore di sole al mese offre un mix irresistibile di tradizione e modernità, tra il quartiere Le Panier e il Vieux Port.

Dulcis in fundo? Ci tocca fare retromarcia e tornare in Spagna, dove Madrid, che oltre a essere un polo culturale e gastronomico d’eccellenza, è anche una delle città più soleggiate d’Europa, con 265,4 ore di sole mensili, perfette per godersi una passeggiata nei suoi parchi e tra i suoi mercati.

Oltre la top 10: altre splendide mete baciate dal sole

Se queste destinazioni non fanno al caso vostro, ci sono molte altre città in Europa che vantano un numero impressionante di ore di sole, anche durante i mesi più bui e freddi dell’anno. Se ad esempio volete davvero fuggire verso una meta di mare, la prima su tutte, è Palma di Maiorca, l’isola spagnola perfetta per chi ama il connubio tra mare cristallino, calette nascoste e movida.

Atene e le isole greche sono un’alternativa altrettanto affascinante, dove la luce del sole si posa quotidianamente su rovine millenarie e spiagge incantevoli. Anche la Costa Azzurra, da non dimenticare, può regalare scorci mozzafiato con un clima perfetto per gran parte dell’anno.

Al di fuori della top 10, ma comunque molto luminose, troviamo anche la nostra Italia con città del Sud come Palermo e Napoli, dove il sole e l’energia mediterranea non mancano davvero mai (e dove puoi fare il bagno già a maggio, ad aprile se sei fortunato… E coraggioso!).

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Höhenpark Killesberg: il polmone verde dove rilassarsi a Stoccarda

Spesso, in viaggio, si ha proprio bisogno di luoghi che ci aiutino a tirare un po’ il fiato. Visitare una città nuova è sempre una sfida: si vogliono vedere mille cose e poco si pensa, per esempio, a godersi dei momenti in totale relax, magari in un bel parco. Aiuta a riposare e anche a entrare maggiormente in contatto con il luogo che stiamo conoscendo.

Se sei in viaggio a Stoccarda, regalati un momento da trascorrere a Höhenpark Killesberg, uno dei polmoni verdi di questa città tedesca e dove si svolgono anche molti eventi interessanti. Se, invece, vuoi vivere Stoccarda proprio come un local, raggiungi Höhenpark Killesberg per fare un po’ di sport.

Dove si trova Höhenpark Killesberg

L’area verde occupata da Höhenpark Killesberg è circa 50 ettari e le entrate di questo parco da vedere a Stoccarda sono varie. L’ingresso principale si trova ad Am Kochenhof 16. Questa parte di città è raggiungibile tranquillamente anche a piedi da varie aree del centro, ma occorre camminare un po’. La cosa migliore è considerare di usare diverse opzioni di trasporto pubblico, come le linee della metropolitana U5, U6, U7 e U15. La fermata è “Killesberg“. Il viaggio, dalla Markplatz, dura circa una ventina di minuti.

Il parco è aperto 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Salvo diversamente specificato per gli eventi, l’accesso è completamente gratuito.

Il parco fa parte della la Grüne U di Stoccarda: si tratta di un corridoio verde a forma di U lungo circa otto chilometri. Questo corridoio unisce sei parchi cittadini.

La storia particolare di Höhenpark Killesberg

Höhenpark Killesberg è uno dei parchi che potrai incontrare durante un viaggio in Germania, di quelli che raccontano una storia particolare e non sempre facile esternare.

Fu creato, da zero, nel 1939 per ospitare una mostra florale chiamata “Reichsgartenschau”, un evento che mirava a esaltare l’arte del giardinaggio e a promuovere le conoscenze botaniche. Dal nome si comprende benissimo chi ebbe la volontà di creare tale evento. Prima di diventare un parco, l’area ospitava una cava di pietra. Venne scelta proprio per la sua misura e la possibilità di plasmarla senza troppi intoppi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la zona subì gravi danni a causa dei bombardamenti e, nel secondo dopoguerra, fu utilizzata temporaneamente per scopi industriali. Tuttavia, grazie all’impegno delle autorità cittadine, venne ripristinata come spazio verde e riqualificata per ospitare eventi importanti come la Bundesgartenschau del 1950 e del 1961, evento che divenne una delle più prestigiose esposizioni floreali nazionali.

Successivamente, il parco ha continuato a evolversi, arricchendosi di nuove attrazioni e infrastrutture, diventando un perfetto esempio di rigenerazione urbana, capace di unire storia, natura e innovazione in un unico spazio.

Panorama di Höhenpark Killesberg

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Panorama di Höhenpark Killesberg

Killesbergturm: la superstar di Höhenpark Killesberg

C’è una vera superstar all’interno di questo parco di Stoccarda ed è il motivo per cui molti viaggiatori decidono di trascorrere del tempo qui. Si tratta della Killesbergturm, una torre formata da una struttura in acciaio e alta circa quaranta metri.

A livello di design, sembra una spirale che sale verso l’alto: l’effetto è dato proprio dalla particolare struttura delle scale. Dall’alto di questa torre, il panorama di Stoccarda e dei suoi dintorni è a dir poco spettacolare.

La torre di Höhenpark Killesberg è la versione contemporanea di altre torri che, nel passato, vennero costruite sullo stesso luogo. L’intento della costruzione attuale è proprio quello di dare un ottimo punto panoramico per ammirare sia il parco e la città.

Normalmente, la Killesbergturm è aperta dalle 7 del mattino fino a che non cala il buio. Non è previsto un biglietto ma viene chiesto, a chi vuole, di lasciare un’offerta libera come contributo per la manutenzione della torre stessa.

In treno nel parco: a bordo della Killesbergbahn

Un treno a vapore è sempre qualcosa che attira viaggiatori di tutte le età. All’interno di Höhenpark Killesberg c’è una vera e propria piccola ferrovia, grazie alla quale si percorre un circuito di circa due chilometri.

L’intento è quello di offrire un punto di vista diverso sul parco, sulle sue piante e sul panorama che, col tempo, si è creato a Höhenpark Killesberg. Questo treno funziona sia a motore che a diesel e, come è facile pensare, è molto amato soprattutto dai viaggiatori più piccoli.

A livello di orari, questo trenino opera principalmente da aprile a ottobre, con corse nei fine settimana e nei giorni festivi. Tra giugno e fine agosto è attivo tutti i giorni.

Per salire a bordo è necessario pagare un biglietto: il costo è di circa 5€, per gli adulti. Per i bambini, il costo è ridotto. Sono disponibili anche biglietti famiglia e abbonamenti stagionali.

la fioritura a Panorama di Höhenpark Killesberg

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La fioritura a Panorama di Höhenpark Killesberg

La natura a Höhenpark Killesberg

Questo parco di Stoccarda è, ovviamente, il luogo in cui la natura trionfa: piante e fiori sono i veri protagonisti indiscussi di quest’area. La collezione, sia di piante permanenti che quelle stagionali, è enorme. Le piante stagionali sono, solitamente, organizzate in base ai temi delle esposizioni floreali, organizzate di anno in anno secondo un fitto calendario.

Durante la primavera e l’estate, gli ingressi in questo parco aumentano anche in base ai giorni di maggiore fioritura. Quando avviene quella dei tulipani, per esempio c’è sempre un grande pienone ma anche i girasoli, nel loro periodo migliore, non disdegnano di farsi ammirare da tutti.

Oltre ai fiori ornamentali, il parco ospita anche numerose specie di piante esotiche e alberi di ogni tipo: ogni passeggiata diventa un’esperienza capace di far viaggiare, almeno con lo sguardo, verso mondi lontani.

Durante le mostre floreali e gli eventi tematici, gli appassionati di botanica possono approfondire la conoscenza delle diverse specie vegetali grazie a pannelli informativi aggiuntivi, che vengono installati proprio in occasione degli eventi stessi.

Sono spesso sono disponibili anche visite guidate che aiutano a comprendere meglio la complessità botanica di Höhenpark Killesberg.

Mangiare e bere a Höhenpark Killesberg

Un parco come Höhenpark Killesberg non può essere sprovvisto di luoghi in cui mangiare e bere. Stoccarda è una città in cui la gastronomia è un argomento forte e sa farsi apprezzare anche dai viaggiatori più esigenti.

Un luogo speciale dove mangiare all’interno del parco è Höhencafé Killesberg, un luogo molto adatto a una merenda con Kaffee und Torte nel pomeriggio ma anche dove gustare un’ottima birra locale, magari accompagnata da un piatto tipico del Baden-Württemberg.

Il ristorante è aperto tutti i giorni dalle 11.30 alle 18 ma, sappilo, i piatti “da cucina” sono disponibili solo dalle 12 alle 17.30.