Nel sud dell’Islanda, nei pressi di un minuscolo ma importante villaggio, è stata scoperta una vasta rete di grotte. Sebbene non sia una novità in questo remoto e affascinante Paese del Nord Atlantico, questo recente rinvenimento conferma la teoria secondo cui i Vichinghi furono i primi occupanti dell’isola, aggiungendo nuovi elementi finora sconosciuti alla storia di questi luoghi altamente suggestivi e misteriosi.
Le grotte vichinghe che svelano una nuova storia islandese
Gli scavi in corso nelle grotte artificiali di epoca vichinga nei pressi di Oddi, un piccolo villaggio nella contea di Rangárvellir, nell’Islanda meridionale – di cui è rimasta solo la chiesa e un paio di edifici annessi – hanno rivelato un esteso sistema di strutture interconnesse che non solo è molto più grande di quanto si pensasse in origine, ma anche molto più antico.
È emerso, infatti, che le grotte furono scavate per la prima volta durante l’epoca vichinga, tra l’800 e il 1060. Stando a quanto dichiarato dagli archeologi, quelle appena venute alla luce sono le strutture artificiali meglio conservate di quel periodo, e di certo più grandi di quelle finora scoperte in Islanda.
Nel 2018 è stata scoperta la prima grotta intatta e artificiale di Oddi, un ritrovamento di per sé notevole. Ma ulteriori indagini sul sito hanno rivelato una grotta molto più grande collegata alla prima. Sede storica di una chiesa, di una fattoria e di una canonica, Oddi era un tempo uno dei centri culturali e politici più importanti dell’Islanda e sede di un potente clan noto come Oddverjar.
Lo studio attuale, in corso da due anni, ha l’obiettivo di far luce sulla tradizione letteraria di questo luogo durante l’XI e il XII secolo, quando gli Oddverjar erano all’apice del loro potere. Sæmundur fróði (Sæmundur il dotto, 1056-1133), il membro più famoso del clan, scrisse una delle prime storie dei re norvegesi, un manoscritto andato perduto su cui si sarebbe probabilmente basata una delle più importanti saghe sulla mitologia norrena.
Una storia lunga e complessa, tutta da scoprire
Stando a quanto spiegano gli archeologi, la grotta attualmente in fase di scavo potrebbe essere ‘Nautahellir’, ossia la ‘Grotta del Toro’, menzionata nel “Jarteinabók Þorláks Biskups’”(Leggende dei Santi del Vescovo Þorlákur), risalente al 1210 – 1250. Il manoscritto racconta che Nautahellir crollò con 12 tori al suo interno. Uno di essi fu poi salvato dalle macerie. Anche se è più antica, è probabile che la cavità sia stata riservata al bestiame.
La storia del suo utilizzo risale, però, a tempi più lontani di quelli che gli archeologi sono riusciti a tracciare. Le grotte di Oddi hanno una storia complessa e affascinante da raccontare, ma in questo caso si tratta di strutture enormi e di un sistema di grotte incredibilmente vasto che gli studiosi stanno appena iniziando a conoscere. Bisognerà intraprendere uno studio molto più ampio, con una squadra molto più numerosa, per arrivare in fondo e tracciare la storia completa dell’uso di queste grotte.
Lo scavo in atto è unico per quanto riguarda le condizioni del sito. Le grotte non solo si trovano a una profondità significativa, il che è pericoloso per gli archeologi impegnati nelle operazioni, ma sono anche costruite nell’arenaria, una roccia così porosa che si sgretola davanti agli occhi. Gli esperti devono, quindi, lavorare in fretta, considerando anche che qualsiasi ritardo potrebbe portare alla perdita di oggetti o informazione preziose. Di certo, questa nuova scoperta non fa che aumentare il fascino già incredibile dell’Islanda.