Sospeso tra il bianco abbagliante delle spiagge e l’azzurro infinito del mare dei Caraibi, Tulum è un luogo dove la storia antica incontra la bellezza naturale in una scena che sembra appartenere a un sogno.
Cinquecento anni fa, proprio su queste rive, i Maya si trovarono faccia a faccia con i conquistadores e, per la prima volta, agli occhi degli europei Tulum si svelò in tutta la sua grandiosità. Ma la meraviglia durò poco: possiamo infatti dire che, mentre gli occhi si posavano sull’imponenza della città arroccata sulla rupe, le mani già stringevano armi pronte a conquistare.
E così, in una manciata di decenni, quello che era il fulcro commerciale dell’impero Maya venne spazzato via, inghiottito dalla storia di una colonizzazione feroce.
Tulum, un fascino che rimane nel cuore
Oggi, tra la vegetazione selvaggia e il profumo del mare, restano le rovine di quel passato glorioso, adagiate sulla scogliera come antichi custodi della Storia. Lassù, sospesi sopra un mare che sfuma dal turchese al blu profondo, i resti di Tulum si stagliano contro il cielo come un eco di eternità.
E che mare: qui le acque sono talmente limpide che, mentre si nuota tra tartarughe curiose e pesci dai colori sgargianti, si ha la sensazione di librarsi in “un altro mondo”. Sulla riva, la sabbia corallina è così chiara e brillante che abbaglia i sensi e rende ogni passo un gesto di meraviglia.
Anche se non è il sito più vasto né quello meglio conservato dello Yucatán, Tulum possiede un tratto unico e inconfondibile: a differenza della maggior parte delle antiche città Maya, si erge a pochi passi dal mare, come un avamposto costruito tra il vento e le onde. È proprio questa caratteristica a rendere imperdibile una visita, soprattutto se si percorre la magnifica Riviera Maya.
Le rovine che guardano il mare

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Passeggiando tra le rovine, si avverte come un battito antico che si confonde con il fruscio delle palme e il richiamo degli uccelli. Pur essendo più contenuto rispetto ad altri colossi archeologici, il sito di Tulum incanta con la sua unicità: nessun altro luogo può vantare un simile affaccio sull’oceano, uno scenario dove la pietra incontra l’infinito.
Tra le testimonianze che ancora sfidano il tempo, il Castello si staglia come il guardiano silenzioso di un’epoca perduta, quando aveva una funzione ben precisa: come un faro, guidava le imbarcazioni Maya lungo la costa, aiutandole a evitare gli scogli nascosti sotto il velo delle onde.
E il confine tra il passato e il presente si fa ancora più sottile quando, dopo aver ammirato le rovine, ci si ritrova in pochi passi a piedi nudi sulla sabbia. Nel prezzo del biglietto per il sito archeologico è incluso l’accesso alle spiagge vicine, e il tuffo in quell’acqua che bagna da secoli la base della scogliera sembra quasi un rito di purificazione.
Tra le spiagge, Playa Pescadores vanta il punto panoramico più spettacolare: da qui le rovine si stagliano contro il cielo con una fierezza che toglie il fiato. Eppure, non è mai troppo affollata: chi cerca la movida o i servizi preferisce spesso la più lontana Playa Paraiso, famosa, chiassosa e attrezzata.
Eppure, sia che scegliate il silenzio ovattato di Pescadores oppure il ritmo vibrante di Paraiso, il dono che riceverete sarà lo stesso: un mare che sembra dipinto, sabbia soffice come zucchero e palme che si piegano pigre sotto la brezza tropicale.
E capirete che Tulum non smetterà mai di vivere nel cuore di chi lo ha incontrato.