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Le origini del Carnevale, la festa più pazza dell’anno

Carnevale viene associato a maschere, coriandoli, costumi e, ammettiamolo, ai dolci del periodo, che siano chiacchiere, castagnole o pignolata. In realtà, il Carnevale ha un significato molto più profondo, giornate in cui le persone possono essere chi vogliono senza essere giudicate, riassunto perfettamente anche dalla poesia carnevalesca per eccellenza “chi vuol essere lieto, sia; di doman non c’è certezza“. Questa fu scritta da Lorenzo de’ Medici ne Il Trionfo di Bacco e Arianna, indicando il modo spensierato di vivere il Carnevale durante il Rinascimento italiano.

Il Carnevale, però, ha origini molto più antiche che arrivano fino ai tempi pagani, per poi subire una trasformazione durante il periodo del Cristianesimo e arrivando fino a noi in una forma ancora diversa. Ogni regione italiana, poi, ha fatto sua questa festività celebrandola con uno stile proprio, unico, ma sempre contraddistinto da un pizzico di follia.

La storia del Carnevale

Carnevale è il periodo che precede la Quaresima e ha il suo culmine il giorno di Martedì Grasso. Ed è proprio questo che ha dato origine al nome: la parola, infatti, deriva dalla locuzione carne-levare, “togliere la carne”, riferito in origine al giorno precedente la Quaresima, in cui cessava l’uso della carne. Si tratta di una festa che possiamo definire mobile perché le date non sono sempre le stesse e variano in funzione della Pasqua.

Un elemento certo è il momento importante dei festeggiamenti che coincide con la settimana grassa, che va dal Giovedì al Martedì Grasso. L’aggettivo “grasso” deriva dal fatto che in passato venivano consumati tutti i cibi migliori presenti in casa prima dell’arrivo della Quaresima, periodo in cui sarebbero stati vietati.

Ma quali sono le origini del Carnevale? Per scoprirle dobbiamo tornare indietro ai tempi dei greci e dei romani. Durante le loro feste pagane, le Dionisiache nell’antica Atene e i Saturnali a Roma, si rovesciava l’ordine sociale: i ceti più umili, persino gli schiavi, potevano farsi gioco dei cittadini ricchi, fingendo di prenderne il posto e mascherandosi come tali.

Dopo l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa cercò di vietare le celebrazioni pagane che, nel tempo, vennero adeguate alle loro esigenze e inserite nel calendario liturgico, collegando così il Carnevale alla data della Pasqua. Bisognerà aspettare al basso Medioevo, e soprattutto al Rinascimento, per assistere allo scoppio della popolarità del Carnevale in Italia e in Europa. Nella Firenze dei Medici, per esempio, le corti reali organizzavano sfarzosi festeggiamenti utilizzando anche i carri allegorici.

Dove è nato il Carnevale

Seppur le origini del Carnevale siano ricondotte ai greci e ai romani, i festeggiamenti come li conosciamo noi sono di epoca più tarda. Per scoprire dove nasce il Carnevale odierno bisogna fare riferimento ai Carnevali storici d’Italia dove il primato viene conteso soprattutto da due città: Fano e Venezia.

Quello di Venezia risale al XIV secolo, quando il Senato della Serenissima, ovvero l’allora governo in carica della città, dichiarò il Carnevale una festa pubblica. Fu comunque a partire dal XIV secolo che comincia a prendere forma il Carnevale propriamente veneziano, attestato dall’apparizione della festa del Giovedì Grasso dopo la Guerra di Chioggia (1378-1381).

Anche il Carnevale di Fano, come quello di Venezia, è considerato tra i più antichi d’Italia. Il primo documento noto nel quale vengono descritti festeggiamenti tipici del Carnevale risale al 1347. Da quell’epoca il Carnevale di Fano è andato gradualmente caratterizzandosi in modo specifico, tanto che nel 1871 si decise di creare un comitato incaricato dell’organizzazione dell’evento che ancora oggi, dopo secoli, coinvolge e appassiona migliaia di persone.

Carnevale Venezia

Fonte: iStock

Il Carnevale tra i canali di Venezia

Le maschere italiane di Carnevale più famose

Carnevale è sicuramente tempo di maschere, tra le protagoniste più importanti dei festeggiamenti. In passato gli uomini si vestivano da donna e viceversa, mentre i ceti sociali più poveri imitavano quelli più ricchi. A Venezia, per esempio, gli uomini indossavano il costume della Gnaga, popolana beffarda, composto da abiti femminili e da una maschera da gatta. Chi non aveva soldi, invece, creava qualcosa con pezze colorate perché l’importante era camuffarsi e assumere una nuova identità, almeno per un giorno.

Nel tempo, in Italia sono andate a crearsi maschere ben specifiche che raccontavano anche l’identità del territorio in cui sono nate. Tra queste, le maschere italiane di Carnevale più famose sono:

  • Arlecchino, la maschera di Bergamo: nasce nella Commedia dell’Arte come servitore scaltro e irriverente che, con il suo fare disinvolto, incarna l’astuzia e l’allegria ed è protagonista di burle e giochi di parole.
  • Pulcinella, la maschera di Napoli: dalle origini antiche, incarna l’anima popolare della città ed è famosa per la sua astuzia, la sua ironia e la sua capacità di ribaltare ogni situazione.
  • Pantalone, la maschera di Venezia: incarna il ricco mercante avaro e brontolone.
  • Balanzone, la maschera di Bologna: rappresenta il tipico dottore saccente, amante dei discorsi lunghi e pomposi.
  • Gianduja, la maschera di Torino: maschera piemontese per eccellenza, simbolo dell’onestà e dell’allegria contadina.

Come si festeggia il Carnevale in Italia

Le origini del Carnevale, come abbiamo visto, sono antichissime. In Italia, nel corso del tempo, ogni regione ha fatto propria questa festività e l’ha interpretata a modo suo, chi con feste particolari, chi con maschere divenute famose in tutto il mondo e altri con originali carri allegorici. Vediamo insieme come si festeggia e quali sono gli eventi più belli da non perdere!

Il Carnevale di Acireale

Tra le strade di questa cittadina in provincia di Catania, ricche di architetture barocche, sfila uno dei Carnevali più belli di tutta la Sicilia. Stiamo parlando di Acireale, la cui festa risale al 1594. Il Carnevale di Acireale vanta ben undici giorni di puro divertimento ricchi di eventi e attività. Dall‘esposizione delle maschere isolate, opere più piccole e meno complesse dei carri allegorici, ma con tanti riferimenti satirici all’attualità, ai fatti di cronaca e ai personaggi mitici e politici, all’attesissima sfilata dei carri allegorico-grotteschi.

Queste sono opere gigantesche costruite in cartapesta da esperti artigiani che sfilano per le vie del centro raccontando storie di satira e leggerezza. Oltre a questa sfilata ci sarà anche quella dei carri in miniatura per promuovere lo sviluppo dei nuovi talenti nella lavorazione della cartapesta.

Carnevale di Acireale

Fonte: ANSA

Uno dei carri del Carnevale di Acireale

Il Carnevale di Ronciglione

In provincia di Viterbo, nel cuore della Tuscia, il Carnevale si festeggia con sfilate di carri allegorici, tradizioni folcloristiche, musica, maschere e delizie locali. Il Carnevale di Ronciglione ha radici lontane che risalgono agli anni a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento. Oggi viene festeggiato con la sfilata dei carri chiamata “Corso di Gala”, che prevede elaborati carri allegorici, gruppi in maschera, bande folcloristiche e performance artistiche.

Oltre a questa, c’è anche la Parata storica degli Ussari, durante la quale un gruppo di persone vestite con costumi da cavaliere del XIX secolo mette in scena una cavalcata per le vie del paese, rievocando il periodo del dominio francese. Ronciglione festeggia davvero in grande e organizza anche il “Sabato Ghiotto” (o “Carnevale Jotto”). In questa giornata si può assistere al Carnival Soap Box Race, una parata di vetture senza motore guidate da persone rigorosamente in maschera, e al Carnevale Jotto, la giornata dedicata alla gastronomia con polentari e fagiolari impegnati nel preparare tante specialità tipiche.

Il Carnevale di Mamoiada

Uno dei Carnevali più famosi della Sardegna è sicuramente quello di Mamoiada. Il Carnevale di Mamoiada è diverso dagli eventi organizzati in altre parti d’Italia. Considerata una delle manifestazioni tradizionali più antiche dell’isola, qui i protagonisti non sono i carri, ma due maschere: Mamuthones e Issohadores, un simbolo conosciuto in tutto il mondo. L’evento possiede un forte richiamo storico e identitario mettendo in scena un rito antichissimo e molto sentito da tutta la popolazione che partecipa attivamente alla festa. Sin dai tempi antichi, l’apparizione dei Mamuthones è segno di festosità, di allegria e di tempi propizi.

I festeggiamenti cominciano il 16 gennaio con la festa di Sant’Antonio Abate: si tiene una celebrazione presso la chiesa della Beata Vergine Assunta, durante la quale il sacerdote benedice il fuoco sacro, girandogli intorno con i fedeli per tre volte. Quindi vengono accesi i famosi roghi il giorno successivo.

L’evento più atteso è la sfilata delle maschere, che ogni anno richiama turisti provenienti da tutto il mondo: qui potrete ammirare i Mamuthones, che sfilano con il volto coperto da una maschera lignea nera (“sa visera”) e il corpo avvolto con una pelliccia di pecora nera o bianca (“sa mastruca”), trasportando sulle spalle una gran quantità di campanacci. Insieme a loro sfilano gli Issohadores, che invece indossano una maschera chiara, la “berritta” sarda nera, pantaloni e camicia bianchi, corpetto rosso e sopraccalze di lana nera.

Il Carnevale di Putignano

Molto particolare è il Carnevale di Putignano, considerato il più lungo e il più sovversivo di tutta Italia. Da fine dicembre agli inizi di marzo, questa città pugliese ospiterà tantissimi eventi tra sfilate di giganti in cartapesta e gruppi mascherati, eventi, concerti, spettacoli unici e originali, workshop e aree food con musica popolare e DJ set. Questa festa nasce con il trasferimento delle sacre reliquie di Santo Stefano da Monopoli a Putignano, evento che venne festeggiato con canti e danze dal popolo locale. Da allora, questa festa è cresciuta diventando un simbolo di allegria e tradizione.

Quest’anno festeggia la sua 631° edizione e rende omaggio alla locale “farinella”, un prodotto gastronomico tradizionale locale.

Il Carnevale di Venezia

Impossibile raccontare i festeggiamenti carnevaleschi italiani e non citare il Carnevale di Venezia. Tra i più antichi, con origini risalenti al 1094, rappresenta il desiderio umano di trascorrere una notte di follia dove tutto è possibile. Le maschere servivano a nascondere la propria identità, così da consentire alle persone di ogni ceto sociale di socializzare. La stessa letteratura è ricca di aneddoti, a partire dalla figura di Casanova che sarà il protagonista dell’edizione 2025.

Il Carnevale veneziano divenne così un polo di attrazione per tutti i nobili europei del Settecento: gli aristocratici più libertini si incontravano a San Marco per partecipare a sontuosi banchetti e feste scatenate. Oggi, il Carnevale prevede serate ricche di varietà e animazione, con performance di balli storici, concerti di Opera pop, musica e danza flamenca, boogie woogie e danza moderna e l’atteso corteo acqueo di imbarcazioni tipiche.

In questa occasione centinaia di imbarcazioni a remi, addobbate e coloratissime, attraversano Venezia guidate da vogatori mascherati che si radunano a Punta della Dogana, attraversano il Canal Grande e arrivano al Ponte di Rialto, dove si può assistere ad una colorata coreografia prima della grande festa in Erbaria.

Il Carnevale a Madonna di Campiglio

Ormai avrete capito che ogni regione italiana festeggia il Carnevale in modo unico, racchiudendo all’interno degli eventi le proprie tradizioni, compreso il Trentino. A Madonna di Campiglio, infatti, viene organizzato il particolare Carnevale Asburgico, pensato per far rivivere ai partecipanti l’atmosfera dei fasti della corte asburgica con la principessa Sissi e l’Imperatore Franz Joseph.

Questo Carnevale nasce da un preciso riferimento storico: Elisabetta d’Austria, conosciuta e amata in tutto il mondo con il nome di “Sissi”, soggiornò a fine Ottocento tra le Dolomiti di Brenta e Madonna di Campiglio descrivendo il periodo con queste parole: “Sulle cime più alte e solitarie io riesco a respirare più liberamente, mentre altri si sentirebbero perduti“.

Da qui nasce l’idea di creare un Carnevale a tema asburgico, organizzato nel prestigioso Salone Hofer, salone delle feste della famiglia degli Asburgo. Non mancano anche tanti altri eventi collaterali come la “Sciata Asburgica”, ossia la sciata in costume d’epoca insieme alla coppia reale e alla corte, con l’accompagnamento dei maestri di sci.

Carnevale di Sauris

Infine, festeggiamenti particolari si svolgono anche a Sauris, un borgo del Friuli-Venezia Giulia. Qui, ogni anno, il Carnevale è l’occasione per mettere in scena danze popolari, personaggi curiosi e grandi falò, oltre che passeggiate notturne dove i partecipanti sono accompagnati da vecchie lanterne.

Protagoniste di questa tradizione sono due maschere: il Rolar, con il volto ricoperto di fuliggine, abiti scuri e la vita circondata di sonagli, e il Kheirar che, con la sua grottesca maschera in legno e la scopa in mano, spazza via le energie negative. Non mancano altre maschere, vestite a festa, e le maschere brutte, contraddistinte invece dai vestiti poveri, che ballano tutte insieme.

Il momento più atteso del Carnevale di Sauris, però, è la notte delle lanterne in cui il corteo in maschera con la sua marcia illumina il borgo. La meta sono i boschi delle Alpi dove ad attenderli c’è un grande falò propiziatorio.

Di Admin

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