Alcuni viaggiatori che hanno scelto di trascorrere un weekend o una vacanza di pochi giorni in un appartamento in affitto hanno avuto modo di sperimentare il check-in a distanza. I proprietari a volte non sono presenti sul posto e si affidano alle cosiddette “key box” per permettere agli ospiti di recuperare le chiavi della struttura al loro arrivo. Tuttavia, di recente, il ministero dell’interno ha dichiarato non sicuro questo tipo di check-in e ha adottato un provvedimento che rende ormai inutilizzabili queste cassette di solito poste fuori dall’appartamento in tutta l’area Unesco.
Una circolare del dipartimento della Pubblica sicurezza inviata alle prefetture d’Italia ha stabilito che l’accesso agli alloggi non rispetta alcune regole importanti per riconoscere l’identità dei clienti. Mentre negli alberghi il check-in prevede una registrazione presentando anche un documento di identità che il personale può valutare di persona, con questo sistema può mancare la validazione e si possono verificare problemi più o meno gravi.
Perché si è detto basta ai self check-in con le key box
La circolare del 18 novembre 2024 ha messo fine all’uso delle key box in Italia. Il capo della polizia Vittorio Pisani ha spiegato che questa decisione è per motivi di sicurezza, poichè nel nostro paese sono in programma tanti eventi internazionali nei prossimi mesi, compreso il Giubileo, e c’è bisogno di maggiore attenzione nel settore turistico. Tale norma riguarda gli immobili in affitto per meno di trenta giorni.
Le procedure di identificazione degli ospiti da remoto non soddisfano i requisiti previsti dalla legge; in particolare l’articolo o109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, determina che chi gestisce una struttura ricettiva può accogliere soltanto chi si presenta con un documento valido. Il proprietario della casa in affitto deve valutare “de visu” se l’ospite è chi dice di essere ed entro le 24 ore successive all’arrivo deve comunicare le generalità di quest’ultimo alla questura con il servizio “Servizio Alloggiati” online sul sito della Polizia di Stato.
Cosa cambia per le strutture e i turisti
Queste key box solitamente si trovano sul muro o attaccate a un cancello fuori dal portone di una casa e ormai da qualche anno erano utilizzate dai proprietari per rendere facile e veloce il check-in. Qualcuno le considerava un simbolo di turismo di massa e ha cominciato a segnalarle in modo negativo. Alcune città come Firenze le hanno vietate nel 2025 e oggi il ministero ne sancisce i difetti decretando che le chiavi di un appartamento devono essere consegnate a mano dopo aver effettuato tutti i controlli necessari. In questo modo anche le forze dell’ordine possono essere certi di chi occupa un determinato immobile, salvaguardando la sicurezza collettiva anche durante l’alta stagione che in alcuni posti vuol dire affollamento e caos.
I self check in nel resto del mondo
Secondo i dati dell’Aigab citati dal Corriere, 640mila immobili per 2,5 milioni di posti letto rientrano in questi affitti brevi che utilizzano le cassette per le chiavi da remoto. Al momento in Europa non sembrano essere state diffuse circolari simili e le key box possono continuare a fare il loro lavoro come sempre. I viaggiatori italiani hanno conosciuto questo metodo di check-in innovativo all’estero prima che fosse adottato anche in Italia, ma ora si torna ai metodi tradizionali a quanto pare.