La Papua Nuova Guinea ha indubbiamente un fascino misterioso: siamo in Oceania, il Continente Nuovissimo, perché è stato scoperto dopo le Americhe. Tanti gli arcipelaghi minori, così come un territorio impossibile da non vedere almeno una volta nella vita: la Papua Nuova Guinea. Ma cosa fare in vacanza? Come strutturare l’itinerario di viaggio e cosa vedere? Da Port Moresby, la Capitale, fino a New Britain, ecco le attrazioni che non potrai mai dimenticare (e i festival da non perdere).
Port Moresby
Non è solo la Capitale, ma è la città più grande della Papua Nuova Guinea: si trova esattamente sulle rive del Golfo di Papua, e ha preso il nome dal Capitano John Moresby, il primo visitatore europeo che ha messo piede in Papua Nuova Guinea. Sicuramente la visita alla città non è noiosa, considerando che è possibile immergersi nella cultura del luogo. Tante le cose da vedere a Port Moresby, come il giardino botanico, il Parlamento Nazionale, il Papua New Guinea National Museum & Art Gallery, o ancora il Santuario Bomana War Cemetery.
Impossibile non fare un salto al Villaggio di Hanuabada: il tradizionale villaggio di palafitte è indubbiamente un’esperienza, un modo per immergersi nella cultura del luogo, per scoprire le tradizioni, per comprenderne lo stile di vita. Una di quelle esperienze autentiche da scoprire in vacanza, soprattutto negli ultimi anni, visto che si sente sempre più spesso parlare di overtourism.
Monte Wilhelm
Visitare le città della Papua Nuova Guinea è sicuramente essenziale per comprendere la sua storia, ma gli appassionati della natura non possono fare a meno di mettersi alla prova con il Monte Wilhelm, alto ben 4.509 metri. Questa è la montagna più alta della Papua Nuova Guinea e fa parte dei monti Bismarck. Negli anni è diventato una delle attrazioni naturalistiche più apprezzate del luogo, ma ovviamente è una di quelle attività che vanno fatte in sicurezza, con tutti gli accorgimenti del caso.
Sono due i percorsi diversi da poter intraprendere, come quello che parte dal villaggio di Keglsugl: in questo caso, puoi salire mediante la foresta pluviale, fino a poter ammirare anche i laghi gemelli. Difficilmente dimenticherai la bellezza di questi panorami. La vetta viene raggiunta all’alba, e lo scenario toglie il fiato, proprio per l’orario, ideale per vedere il sole sorgere e bagnare con i raggi la natura incontaminata. C’è anche un secondo itinerario, che, tuttavia, risulta molto più impegnativo – dura circa quattro giorni – e parte dal villaggio di Ambullua.
Madang
Torniamo in città, in una destinazione turistica abbastanza conosciuta da scoprire: Madang. Il consiglio che diamo è di prenotare un tour, in modo tale da non perdere nulla: puoi visitare le attrazioni naturali e culturali della città, programmare delle immersioni, mangiare le specialità del luogo presso i mercati locali, o persino fare un salto alla fattoria delle farfalle.
Madang, che si trova sulla costa settentrionale della Papua Nuova Guinea, è circondata a dir poco dalle isole: tante le attività di sostentamento del luogo, essendo un importante centro commerciale e anche un porto. Il Madang Town Market è uno dei punti di riferimento, considerando che è possibile provare gli ingredienti freschi locali. Per chi poi vuole movimentare le proprie serate, allora andare allo Yacht Club è un’ottima idea.
Goroka
Lo slogan turistico della Papua Nuova Guinea dovrebbe farci riflettere, perché la verità è che non tutti gli angoli di questo territorio sono conosciuti. Tutt’altro. “Mille viaggi diversi”, e noi turisti, che siamo abituati alle guide di viaggio e agli itinerari approfonditi, possiamo sentirci smarriti all’idea di visitare questa zona. Eppure, Goroka è una delle destinazioni da non perdere: si trova nella provincia di Eastern Highlands ed è collegata con un aeroporto alla Capitale, Port Moresby.
Sono numerose, tuttavia, le soluzioni di alloggio, sia per chi è alla ricerca di opzioni convenienti quanto del lusso estremo. Oltre ai ristoranti degli hotel, ci sono snack bar o fast food locali: non mancano specialità occidentali. Il motivo principale per cui le persone si recano a Goroka, tuttavia, è la possibilità di scoprire la cultura del posto, di vivere un po’ quell’esperienza autentica che abbiamo citato prima: il Festival delle Highlands, l’esibizione delle tribù a Goroka, è un appuntamento che chiama a sé molti turisti. Durante questo evento, tutte le tribù preparano un’esibizione che consiste in danze e canti, indossando gli abiti tradizionali.
Rabaul Mask Festival
Cosa fare in Papua Nuova Guinea? Che domande: fare un salto al Rabaul Mask Festival, alla scoperta della vecchia città di Rabaul, che è stata sepolta sotto la cenere vulcanica nel 1994. L’evento è unico: un festival che ti permette di conoscere davvero a 360° come vive la popolazione, i loro costumi. Le maschere che realizzano, e che naturalmente sono indossate durante le danze rituali, ci rimandano il ritratto di un territorio che è rimasto fedele a se stesso e che, nei secoli, ha forgiato la sua identità.
La cerimonia di apertura è Kinavai, e avviene all’alba, quando gli anziani e i giovani si riuniscono all’arrivo degli spiriti degli antenati, tra canti e tamburi kundu. In New Britain, è prevista invece la Baining Fire Dance dei Tolai: è qui che i giovani si mettono alla prova in una danza che comunica tutta la potenza espressiva e l’umanità del luogo, tra i fuochi ardenti.
Le isole Trobriand
Le isole Trobriand, che prendono il nome dal luogotenente di Entrecasteaux, Denis de Trobriand, ci restituiscono ancora una volta un ritratto intimo di questo angolo di paradiso terrestre. Per la prima volta, un europeo ha scoperto le isole nel 1793: nel corso del tempo, sono state a lungo un punto di sosta per le navi, ma la cultura di questo posto è molto diversa da come la conosciamo tradizionalmente. La società, infatti, è matriarcale: la discendenza e l’eredità avviene per linea materna. I bambini prendono i cognomi delle madri e sono le donne a essere il punto di riferimento sull’isola. Sono anche conosciute come le Isole dell’Amore, e sono composte da quattro isole principali, ovvero Kiriwina, che è la più grande, e Kaileuna, Vakuta e Kitava. A lungo, le isole sono state oggetto di studio da parte degli antropologi.