Con poco più di 7mila abitanti, Pieve di Cento è un piccolo centro che richiama e celebra tutto il fascino di Bologna. Sì perché questo borgo dell’Emilia Romagna, viene considerato come una “Bologna in miniatura”.
È venuto alla ribalta negli ultimi tempi per via di Alessandro Gassman, che a Pieve di Cento ci è arrivato per prendere parte all’opera prima di Stefano Cipani “Mio fratello rincorre i dinosauri”, adattamento per il cinema dell’omonimo romanzo di Giacomo Mazzariol. Andiamo alla scoperta di questo gioiello che tanto ricorda il capoluogo emiliano.
Pieve di Cento è una “Piccola Bologna”: cosa vedere
È un luogo ricco di storia e tutto da scoprire, Pieve di Cento, sito all’interno dell’ormai noto Quadrilatero Unesco, creato per rilanciare il turismo nelle città di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Bologna, Mantova, Rovigo e il Delta del Po, così come nei loro dintorni. Dedicarsi alla scoperta di tali territori vuol dire necessariamente soffermarsi in questo borgo, scoprendone i suoi tanti tesori. Ciò che il tempo e l’opera dell’uomo hanno levigato è la sintesi di antichi insediamenti, sconvolti nei secoli da inondazioni, guerre e ripetute scorribande.
I portici, le Porte antiche e la Rocca
Camminare per le sue strade conferisce particolari sensazioni. Sembra davvero di ritrovarsi in una piccola Bologna, a partire dagli splendidi portici, che si estendono per chilometri e conducono fin nel centro storico, proprio come nella città capoluogo. In ogni dove è possibile respirare un’atmosfera medievale, dalla Rocca al Borgo degli Ebrei, tanto ricolmo di vicoletti da correre il rischio di perdercisi.
Se i portici conducono nel centro storico, quattro porte lo delimitano con precisione. Realizzate a metà del XIV secolo, indicano i quattro punti cardinali: Porta Asìa, Porta Ferrara, Porta Cento e Porta Bologna.
Quella ad est, Porta Asìa, è sede di un piccolo museo sulla canapa che racconta la storia che ha caratterizzato gli anni compresi tra l’Ottocento agli anni sessanta del Novecento: moltissimi uomini e donne di Pieve di Cento erano impegnati nelle varie fasi di lavorazione della canapa, dalla coltivazione delle sementi al prodotto finito.
La porta che volge lo sguardo a nord, invece, conduce verso un antico bosco ricco di vegetazione e fauna locali. Le due costruzioni a ovest e sud hanno invece avuto bisogno di decisi interventi. La prima presenta oggi gli effetti dei lavori eseguiti nel 1856, mentre porta Bologna, che guarda a Sud, è tornata al suo antico splendore in epoca moderna.
Proprio accanto a quest’ultima sorge la Rocca, una struttura fortificata risalente al 1387 che un tempo difendeva il borgo dalle incursioni esterne, sebbene fosse indipendente dal resto dell’agglomerato urbano. Dopo una importante ristrutturazione condotta negli anni ’80 del Novecento, oggi ospita il Museo delle Storie di Pieve.
Le chiese e le altre strutture del centro storico
Un territorio splendido avvolge Pieve di Cento, spesso al centro di eventi naturali dagli effetti disastrosi. Le scosse degli ultimi anni hanno causato danni architettonici e conseguenze in ambito culturale. Basti pensare alle opere del Guercino esposte presso la chiesa della Colleggiata di Santa Maria Maggiore di Pieve, oggi in mostra presso il Museo Magi 900 per questioni di sicurezza. Le altre chiese del borgo sono quella della Santissima Trinità, di Santa Chiara e l’Opera Pia Galuppi: sono piccoli e grandi scrigni contenenti affreschi, altari e dettagli di grande valore.
Sono tanti i luoghi da scoprire e ammirare in questa antica cittadina, da Palazzo Govoni a Palazzo Mastellari, da Palazzo Baluardo al fortificato Zambeccari. Per approfondire la storia di questi luoghi è però necessario recarsi presso l’Archivio Notarile, che custodisce documenti dal XIV al XVII secolo, presso il Palazzo Comunale. Si tratta di una saletta di origine seicentesca molto suggestiva, con soffitto a volta e pareti ricoperte interamente da mobili finemente decorati che raccolsero i documenti redatti dai notai nel corso di quei secoli.
Cosa vedere nei dintorni
Visitare Pieve di Cento vuol dire di fatto fare un salto nel passato, lasciandosi ammaliare da storie, leggende e scorci senza tempo. Ma anche il paesaggio in cui è immersa ha un fascino unico. A poco più di 10 chilometri dal centro storico del borgo si può raggiungere il rigoglioso Bosco della Panfilia, una splendida riserva naturale che sorge su una golena del fiume Reno (chiamata Bisana) e che conta una ricca varietà di flora e fauna locali. E così, tra frassini, olmi, pioppi e noccioli si possono scorgere molti esemplari di picchio rosso e verde, camminando lungo un percorso che si snoda nella vegetazione per circa 6 km.