Il Parlamento Europeo definisce l’Economia Circolare come: “Un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile”. Ed è proprio partendo da questo presupposto che in Veneto si è deciso di trasformare una ferrovia costruita in tempo di guerra in pista ciclopedonale della pace: la Treviso Ostiglia.
La storia della Treviso Ostiglia
Treviso Ostiglia è un percorso ciclopedonale che segue in gran parte il sedime della ferrovia Ostiglia-Treviso. Un progetto nato qualche anno fa e che è venuto al mondo come il sogno condiviso con un territorio rispettoso dell’ambiente, ricco di bellezze paesaggistiche e naturalistiche.
Un’ormai ex linea ferroviaria degli anni Trenta che venne utilizzata per ragioni militari e commerciali, da Grisignano di Zocco a Casaleone, attraversando le province di Vicenza e Verona. Al tempo era una linea ferrata di circa 116 km, utilizzata sia per motivi commerciali che militari, che fu però danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, fino a diventare impraticabile.
A settembre 2020 il percorso contava 56 dei 118 km totali previsti, nel tratto compreso tra la città di Treviso e il comune di Montegalda, in provincia di Vicenza, mentre ad agosto di quest’anno sono stati inaugurati tre lotti che hanno allungano di ulteriori 29 chilometri il percorso.
In sostanza, siamo quasi di fronte al completamento di una delle maggiori arterie del cicloturismo in Veneto, interconnettendo altre piste tra aree naturalistiche e di pregio culturale. Ad oggi, infatti, sono stati realizzati circa 89 dei 118 km totali previsti nel tratto compreso tra la città di Treviso, Montegalda in provincia di Vicenza e Cologna Veneta, in provincia di Verona. Un tracciato che, come ha detto detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in occasione dell’inaugurazione del 1°, 2°, 3° lotto e parte del 7°: “Ha tutte le caratteristiche per essere considerato come una delle ciclovie più belle d’Italia”.
“Una ciclabile che completa gli oltre 2mila chilometri di percorsi che abbiamo realizzato in questi anni e contribuisce a rafforzare l’intera offerta turistica veneta green e slow – ha proseguito il Governatore -. Il percorso è interamente dotato di segnaletica, e recupera anche i vecchi caselli come punti di ristoro e officine che agevolano i cicloturisti nella scoperta ‘dolce’ del territorio, attrezzato anche con fontane d’acqua, bicigrill, servizio meccanico, noleggio bici e numerose possibilità di alloggio”.
Per quanto riguarda il prossimo tratto mancante, ovvero quello che va da Cologna Veneta a Casaleone, Veneto Strade conta di concluderlo nel 2025.
Cosa aspettarsi dalla pista ciclopedonale Treviso Ostiglia
Lungo i vari chilometri che attualmente conta la Treviso Ostiglia, è possibile usufruire di strutture ricettive, aree di sosta e ristoro, punti di noleggio biciclette, servizi per il cicloturista e un’alternanza di paesaggi e panorami che entrano dritti nel cuore.
La maggior parte di essa si può percorrere su una lunga linea boscosa pianeggiante prevalentemente asfaltata, che accompagna al cospetto di stazioni ferroviarie, caselli o case cantoniere.
Un tragitto da intraprendere assolutamente tutto d’un fiato, ma anche ideale da scoprire a passo lento proprio grazie ai numerosi accessi e diramazioni che dispone, e da cui è possibile fermarsi per la visita alle ville Venete o altri luoghi di interesse della Regione.