Menfi è l’antica Capitale d’Egitto, una città che ancora oggi ci regala un enorme spaccato di storia di questa terra dai mille misteri, tanto che ci permette di comprenderne più a fondo le radici. Visitarla è come passeggiare in un eccezionale museo a cielo aperto, pieno di monumenti funerari, tombe rupestri e rovine di templi che lasciano davvero senza fiato. Scopriamo insieme cosa visitare in questa città che ha certamente una lunghissima storia da raccontare.
Menfi, informazioni utili
Menfi ha ricoperto il ruolo di Capitale di Aneb-Hetch, primo nome del Basso Egitto, e Capitale dell’Antico Regno dalla costituzione, intorno al 2700 a.C., fino alla sua dissoluzione nel 2200 a.C. Durante il Medio Regno diventò, invece, Capitale del I nomo (distretto) del Basso Egitto.
Solo da queste poche informazioni sulla sua storia si capisce che è stato un luogo dall’importanza straordinaria, e che nei fatti non è nemmeno difficile da raggiungere perché si trova a circa 19 chilometri di distanza dalla Capitale attuale dell’Egitto, Il Cairo, sulla sponda occidentale del Nilo.
Chiamata anche ‘la bilancia delle due terre’ per via della sua grande importanza per quanto riguarda il traffico commerciale nel delta del Nilo e per la sua posizione a metà tra l’Alto ed il Basso Egitto, secondo gli studiosi è stata anche la città più popolosa del mondo fino al 2250 a.C.
Cosa vedere a Menfi
Dobbiamo essere onesti: pur essendo ricca di luoghi di interesse, Menfi non è il sito meglio conservato del Paese. Ciò non toglie che proprio qui risiedano alcuni dei monumenti più preziosi d’Egitto, e per questo vale assolutamente la pena farci farci un salto. Ne è un esempio la Sfinge di Menfi, simbolo indiscusso dell’antica Capitale e risalente, molto probabilmente, al periodo che va dal 1700 al il 1400 a.C.
Come molte opere che si trovano in Egitto, anche in questo caso non ci sono informazioni certe sul significato di questa sontuosa opera dell’uomo: non possiede iscrizioni per comprendere a quale faraone sia dedicata. Secondo alcuni studiosi, i tratti del suo volto rimanderebbero al faraone Amenhotep II o Hatshepsut, ma purtroppo non vi è alcuna certezza.
Ad essere privo di misteri è invece il fatto che questa costruzione rappresenta la più grande scultura in alabastro dell’antico Egitto: è lunga oltre 8 metri e alta 4 metri. Tali misure la rendono più piccola della Grande Sfinge che troneggia sulla necropoli di Giza, ma ciò non toglie che sia una delle maggiori sculture in alabastro arrivate fino ai giorni nostri.
Straordinario è anche il Colosso di Ramses II, un’enorme statua realizzata in pietra calcarea: raggiunge un’altezza di circa 10 metri e, pur non avendo più in parte una gamba e il piedistallo originale su cui era poggiata, è ancora in un ottimo stato di conservazione. Attualmente si trova ancora all’interno del museo all’aperto di Mit Rahina (lo stesso in cui riposa anche la Sfinge in alabastro), ma non appena possibile verrà spostato al Nuovo Museo Egizio di Giza.
Il Mit Rahina rappresenta la parte più moderna dell’insediamento dell’antica capitale d’Egitto, ma anche uno dei più grandi musei all’aperto di tutto il Paese. Oltre alla Sfinge e al Colosso di Ramses II, qui il visitatore può immergersi in un ambiente fatto di colossi rupestri che rappresentano il faraone Ramses II, tavolette con geroglifici, colonne decorate e molto altro ancora. Di particolare interesse sono grandi letti di pietra utilizzati per la mummificazione degli Apis, i tori sacri.
Infine le rovine del tempio di Hut-ka-Ptah, dedicato al culto di Ptah. In passato era uno dei templi più importanti di Menfi e di tutto il Regno ed era impreziosito anche dalla presenza di altri santuari dedicati alla moglie di Ptah, Sekhmet, e al figlio Nefertem.
La piramide di Djoser e la necropoli di Saqqara
Un’escursione a Menfi è spesso abbinata alla visita di due altri incredibili luoghi di interesse: la piramide di Djoser e la necropoli di Saqqara.
Saqqara rappresenta il sito archeologico più vasto di tutto il Paese e storicamente uno dei più rilevanti: qui sono rappresentate tutte le principali dinastie faraoniche. Se Menfi fu infatti la capitale del Regno Antico, Saqqara fu la necropoli reale almeno fino alla III dinastia – quindi il luogo deputato al risposo delle spoglie dei sovrani – e continuò ad esserlo per circa 3000 anni dopo l’avvento di Giza e Tebe.
In sostanza, Saqqara è l’antico cimitero di Menfi e arriva a coprire un’area di 7 chilometri nel deserto occidentale al di sopra dell’area coltivata della valle del Nilo. I faraoni dell’antico regno sono stati inseriti all’interno delle 11 piramidi maggiori, mentre i loro sudditi sono stati sepolti nelle centinaia di tombe più piccole che si trovano sempre in questa zona. Particolarmente interessante è il Serapeum, ovvero la camera di sepoltura sotterranea dedicata al toro Apis.
Tra le piramidi più impressionanti c’è senza ombra di dubbio la piramide di Djoser, che è davvero unica nel suo genere perché è fatta a gradoni e perché è la più antica in Egitto: è stata eretta da Imhotep, il primo architetto riconosciuto della storia, per la sepoltura di Djoser, sovrano della III dinastia.
Costruita nel 2630 a.C., è lunga 140 metri, larga 118 metri e alta 60 metri, ed è caratterizzata dalla presenza di piccoli blocchi calcarei e di sei mastabe di dimensioni decrescenti, costruite una sull’altra. È bene sapere, tuttavia, che a differenza delle piramidi a Giza non è permesso visitare l’interno della piramide di Djoser.
Durante un viaggio in Egitto la città di Menfi viene spesso messa in secondo piano, ma la verità è che regala uno spaccato di storia davvero interessante e importante per chiunque voglia capire più a fondo le antiche (e affascinanti) origini di questo Paese.