Il turismo di massa, l’overtourism, sta creando problemi a molte località “gettonate” in giro per il mondo che si trovano in difficoltà proprio a causa dell’eccessiva presenza di visitatori: non fa eccezione Malaga, apprezzata città balneare del sud della Spagna dalle vivaci spiagge, eleganti edifici antichi e musei prestigiosi.
Così, nelle ultime settimane, ecco apparire gli “adesivi anti turisti” che sottolineano come questi ultimi abbiano peggiorato la qualità di vita degli abitanti.
Malaga: record di turisti nel 2023 e le proteste dei cittadini
Malaga è da sempre una delle destinazioni più amate della Spagna e, in particolare negli ultimi anni, il numero di turisti è aumentato in maniera vertiginosa: basti pensare che nel 2023 ha raggiunto il record con ben 14 milioni.
Tutto ciò ha portato alla “ribellione” da parte dei residenti che puntano il dito su come l’overtourism stia avendo un impatto negativo sulla loro qualità di vita: il centro cittadino è sempre più affollato, la maggior parte delle case viene sottratta al mercato immobiliare per trasformarsi in alloggi turistici, e molte attività fondamentali per il quartiere stanno chiudendo.
In centro hanno allora fatto la loro comparsa gli adesivi “contro i turisti”, attaccati per lo più su alcune targhe (che compaiono con frequenza crescente) accanto ai portoni dei palazzi del centro storico, con la sigla AT ovvero apartamento turístico a indicare la presenza in quello stabile di un appartamento a uso turistico.
Gli adesivi riprendono la grafica dei cartelli e riportano frasi corte che iniziano con le stesse lettere ma con un significato completamente diverso: AnTes una familia vivía aquí (“in passato qui viveva una famiglia”), Apestando a Turista (“puzza di turista”), AnTes to esto era centro (“prima questo era centro”).
L’idea della protesta è arrivata da Dani Drunko, gestore di un bar in voga a Malaga, il “Drunk-O-Rama”: l’uomo ha dichiarato al giornale locale Diario Sur di aver pensato a questa iniziativa quando il proprietario della casa in cui alloggia da dieci anni non ha voluto rinnovargli il contratto (anche con un affitto più alto) oppure vendergliela.
Secondo Drunko, il motivo sarebbe che il padrone di casa ha deciso di riconvertire l’abitazione in un alloggio turistico.
Da quel momento, dall’account Instagram del bar, insieme ai suoi dipendenti Dani Drunko ha chiesto alle persone di proporre slogan divertenti contro il turismo che includessero la sigla AT e ha scelto i migliori per farne adesivi da attaccare in centro.
Molti hanno seguito il suo esempio e sono comparsi innumerevoli adesivi indipendenti dallo staff del Drunk-O-Rama: ad esempio, hanno aderito all’iniziativa i collettivi GuirisGoHome e La Casa Invisible, e diversi politici hanno espresso il loro elogio.
Ma non è tutto.
La protesta dei residenti si estende anche ai “nomadi digitali”, lavoratori stranieri che arrivano da Paesi più ricchi: secondo i dati l’Istituto nazionale di statistica spagnolo (INE), otto persone su dieci che si trasferiscono a Malaga sono straniere.
Ciò ha causato un incremento del costo degli affitti, già aumentati per via della mancanza di alloggi a lungo termine.
Non solo Malaga: le destinazioni contrarie ai turisti
Quello di Malaga e degli “adesivi anti turisti” non è tuttavia un caso isolato.
Alle Canarie non è una novità vedere graffiti che “consigliano” ai turisti di tornare a casa ed emblematico è il caso di Tenerife dove la loro eccessiva presenza ha un impatto anche sull’accesso all’acqua: l’isola ha di recente dichiarato un’emergenza idrica e le zone più turistiche hanno consumato sei volte più acqua rispetto a quelle residenziali.
A Palma di Maiorca, invece, ad agosto 2023 erano apparsi cartelli dinanzi a spiagge popolari con scritto in inglese “Attenzione alle meduse” e “Attenzione alle rocce, cadono”: eppure, riportavano anche spiegazioni in catalano per informare i locali che gli avvisi non erano reali e, in alcuni casi, aggiungevano “spiaggia aperta tranne che per gli stranieri e le meduse” o “il problema non è la caduta di massi, è il turismo di massa“.
Ancora, un po’ ovunque si sperimentano iniziative per porre un freno a questo problema: Kyoto ha vietato da poco ai turisti l’accesso ai piccoli vicoli del quartiere di Gion, l’amministrazione locale di Amsterdam aveva avviato a marzo 2023 una campagna per scoraggiare l’arrivo dei turisti, a Parigi gli appartamenti affittati a breve termine per più di 120 giorni sono tassati come una struttura alberghiera, New York a settembre 2023 ha impedito gli affitti di appartamenti a breve termine mentre Firenze, sempre lo scorso anno, ha vietato l’apertura di nuovi Airbnb e altri alloggi ad affitto breve nel centro storico.