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Nuova scoperta in Italia: trovato l’Antro di Polifemo

Un antico villaggio di palafitte risalente a ben 3.500 anni fa, ma anche una serie di preziose ceramiche, di utensili vari e di depositi contenenti resti vegetali: è questa l’interessante scoperta fatta presso le Grotte di Pertosa-Auletta, un importante sito archeologico sotterraneo che ha grande rilevanza turistica. E forse potremmo essere davanti al mitologico Antro di Polifemo, narrato da Omero nel suo capolavoro letterario.

Le Grotte di Pertusa-Auletta

Siamo in provincia di Salerno, dove si trova un complesso di cavità carsiche conosciuto con il nome di Grotte di Pertosa-Auletta. Queste caverne si dipanano nel sottosuolo, scavando nella parte settentrionale della parete rocciosa dei monti Alburni, lungo la riva sinistra del fiume Tanagro. Qui è l’acqua a fare da padrone: a scavare le grotte è infatti un affluente sotterraneo che, addentrandosi tra le rocce per oltre 3 km, ha dato vita ad un preziosissimo sito ampiamente sfruttato in antichità. Lo dimostra il recente rinvenimento di un villaggio palafitticolo che ci riporta immediatamente alle gesta dell’eroico Ulisse.

La nuova scoperta: l’Antro di Polifemo

Un team di ricercatori italiani, francesi e inglesi, in collaborazione con la Fondazione Mida e il centro regionale di speleologia Enzo dei Medici, ha condotto una nuova indagine sulle Grotte di Pertosa-Auletta, sfruttando uno dei pochi momenti in cui le profondità rocciose sono più facilmente accessibili. Una volta all’anno, infatti, il corso del fiume viene sbarrato da una diga e il flusso dell’acqua viene interrotto, consentendo una visione più chiara di ciò che si trova al livello della pavimentazione delle grotte.

I risultati dell’indagine, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, sono stati sorprendenti: dall’acqua sono riemersi centinaia di pali verticali conficcati nel terreno, i quali un tempo fungevano da fondamenta per le palafitte. Segno, dunque, dell’esistenza di un antichissimo villaggio risalente all’età del Bronzo medio (1.450-1.200 a.C.). In passato, gli scienziati ritenevano che le palafitte fossero poco numerose e situate solamente all’ingresso dell’antro, nella porzione più esterna delle grotte, ma le nuove ricerche raccontano una storia decisamente diversa.

“Abbiamo potuto documentare ora una notevole espansione della struttura palafitticola oltre l’area di antegrotta, in particolare in ambienti completamente oscuri, illuminati solo con fuori o lampade ad olio d’epoca” – ha affermato Raffaella Bonaudo, della Soprintendenza Statale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino – “Siamo nell’età del Bronzo medio, un’epoca che rinvia ai Re raccontati da Omero, ad un sistema di navigazione e di rotte lungo il Mediterraneo, di tappe di navigatori e luoghi evocati da Ulisse in tutto il suo viaggio. Quando ci siamo trovati di fronte al patrimonio spettacolare della grotta, ci siamo detti: abbiamo trovato l’Antro di Polifemo…”.

Oltre al villaggio palafitticolo, i ricercatori hanno trovato antiche ceramiche e utensili in bronzo di splendida fattura. Sono inoltre emersi dei depositi di resti vegetali, conservatisi perfettamente negli ultimi 3.500 anni: in particolare, vi si possono notare cereali e frutti spontanei. Sono proprio i semi dell’uva, appartenenti ad un vitigno proveniente dall’area egeo-balcanica, a sorprendere gli scienziati: “Hanno fornito nuove informazioni sulle origini della viticoltura nel sud Italia, dimostrando un uso precoce della vite in questo sito, introdotta dal Mediterraneo orientale e ibridata con vite selvatica locale” – ha dichiarato l’archeologa Simona Di Gregorio.

Di Admin

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