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Colliano, il borgo che è il fulcro del turismo delle radici

Perduto tra le prime propaggini montane dell’Appennino Lucano, c’è un piccolo borgo che ha rischiato di scomparire: il fenomeno dello spopolamento lo ha colpito, così come ha fatto con tante altre minuscole realtà – soprattutto nell’entroterra del Sud Italia. Ma Colliano ha saputo reinventarsi, diventando non solo un grazioso paesino riccamente abitato, ma anche il fulcro del turismo esperienziale e di quello delle radici, due dei nuovi trend del 2024. Scopriamolo insieme.

Cos’è il turismo delle radici

Tra i nuovi trend in fatto di viaggi, spiccano il turismo esperienziale e quello delle radici, nei quali Colliano sembra aver trovato terreno fertile per la sua rinascita: ma di cosa si tratta? Il turismo esperienziale consiste nel prendere parte a numerose attività nel corso della vacanza, per immergersi ancor meglio nel territorio e nelle sue tradizioni. Può dunque significare fare trekking nella natura, organizzare un tour enogastronomico per scoprire le bontà di una regione, andare a caccia di funghi e tartufi o vivere un pomeriggio di vendemmia.

Il turismo delle radici è invece qualcosa di più intimo e profondo, che molti viaggiatori stanno riscoprendo in questi ultimi anni. Si tratta di tornare nei luoghi delle proprie origini, spesso in paesini quasi dimenticati dal resto del mondo, dove affondano i propri natali. In molti casi, i turisti viaggiano alla (ri)scoperta dei posti in cui sono cresciuti o che hanno visitato da piccoli, alla ricerca di ricordi bellissimi. Spesso, invece, ci si reca nei borghi in cui vivevano i propri avi, esplorando così non solo le proprie radici, ma anche antiche culture e tradizioni troppo frequentemente abbandonate nel nulla.

Alla scoperta del borgo di Colliano

In tutto questo, Colliano funge da faro nel mondo del turismo: grazie ad un lavoro lungimirante di rinnovamento, il borgo è tornato a popolarsi e ad accogliere visitatori provenienti da ogni dove. Scopriamo allora questo delizioso paesino immerso nei paesaggi incantevoli del Cilento. Siamo nell’alta Valle del Sele, dove le verdi colline si fanno strada verso l’Appennino Lucano. Antiche testimonianze forniscono la prova che in questo luogo ci furono insediamenti già nei primissimi secoli d.C., e che si svilupparono principalmente in epoca romana.

Il borgo è oggi un vero gioiellino da visitare, con molte attrazioni e splendidi edifici storici che conquistano i turisti. Nel centro storico spicca la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, eretta nel ‘200 e poi ricostruita diversi secoli più avanti, stravolgendone completamente l’impianto originario. A seguito del terremoto dell’Irpinia, è stata rimodernata nel 2000 e attualmente si presenta con una facciata barocca e diversi affreschi pregiati al suo interno. Molto affascinante è anche Palazzo Borriello, risalente ai XVI secolo e ora finemente restaurato per ospitare, tra gli altri, anche un centro di alta gastronomia.

È invece nella vicina frazione di Collianello che sorgono i resti dell’antico Castello Normanno, costruito attorno all’XI secolo sull’alto di una collina da cui dominava il centro abitato. Ciò che ne rimane sono solamente le basi di due bastioni laterali e nord e le imponenti mura perimetrali. Al loro interno è possibile visitare anche la Cappella della Madonna del Soccorso, risalente probabilmente al XV secolo: custodisce uno splendido altare maggiore realizzato in pietra locale e un affresco della Madonna cui la chiesa è dedicata.

Di Admin

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