Probabilmente il nome Kobarid non vi dice niente perché noi italiani la chiamiamo in un altro modo: Caporetto. Situata a poca distanza dal confine, è una destinazione della Slovenia particolarmente sottovalutata in quanto tutti, volente o nolente, la legano alla Grande Guerra. Sì, le atmosfere che rimandano a quel drammatico periodo storico si possono davvero toccare con mano, ma Kobarid è anche una piacevole scoperta, soprattutto per coloro che amano il contatto con la natura.
Cosa aspettarsi
Kobarid ha la fortuna di essere un villaggio attraversato dal fiume Isonzo che regala dei colori che entrano dritti nel cuore: le sue acque contano mille tonalità smeraldine. Per noi italiani Caporetto è un po’ un simbolo di disfatta, la più grande mai subita dal nostro esercito, ma nella realtà dei fatti è una località accogliente e dove la storia lascia spazio ad una raggiante natura.
Bisogna buttarsi dietro le spalle qualsiasi tipo di pregiudizio quando si visita Kobarid, perché questo piccolo borgo è tutto tranne che un luogo cupo, pieno di segni e di riferimenti alla Prima Guerra Mondiale, o almeno non così tanto come in molti si aspettano.
Cosa vedere a Caporetto
La graziosa cittadina di Kobarid è la meta ideale se alla storia e alla cultura si vuole unire la natura più autentica.
Tra gli edifici da non perdere c’è la Chiesa dell’Assunzione che domina la piazza principale della città. Una struttura dotata di un campanile che il grandissimo Ernest Hemingway, nel suo romanzo intitolato Addio alle Armi, citò descrivendo Caporetto come “un villaggio bianco con un campanile giù nella valle”.
Molto interessante è anche il Sacrario Militare di Caporetto che è stato edificato a un’altitudine di 309 metri. Si tratta di un luogo particolarmente importante per noi italiani perché proprio qui sono custodite le spoglie di 7014 connazionali caduti durante la Prima Guerra Mondiale, di cui 1748 sono salme ignote.
L’architettura è davvero sorprendete perché è una costruzione a tre gradoni concentrici che si restringono. Sulla cima svetta invece la Chiesa di S. Antonio che è stata costruita nel XVII secolo, quindi prima dell’ossario. C’è poi un piccolissimo museo in cui sono esposte le armi e i reperti bellici, carteggi e reminiscenze di quell’epoca sanguinosa.
Come è possibile immaginare, quella all’ossario è una visita estremamente toccante, in cui regna il silenzio e caratterizzata da un panorama commovente: è uno di quei posti da visitare almeno una volta nella vita per comprendere più a fondo la grande tragedia della guerra.
Da visitare assolutamente è anche il Museo cittadino che è quasi interamente dedicato alla Prima Guerra Mondiale e al Fronte Isontino: ci sono oggetti personali, fotografie, video, ricostruzioni, documenti e molto altro ancora.
Itinerario Storico di Caporetto
Come via abbiamo accennato, Kobarid è molto interessante anche dal punto di vista naturalistico e anzi, qui uomo e natura convivono in un equilibrio quasi perfetto.
Il modo migliore per comprendere la doppia anima di questa località è seguire l’Itinerario Storico di Caporetto, un vero e proprio percorso di riflessione che, passo dopo passo, conduce a di fronte ai più importanti monumenti storici e culturali della cittadina.
Il tutto solcando un sentiero di circa 7 km immerso in una natura struggente e in un tragitto che richiede circa 4 ore di cammino.
Tra le meraviglie che si incontrano vale certamente la pena menzionare le cascate generate dal torrente Kozjak. In totale sono sei, ma quella che prende il nome dell’affluente dell’Isonzo è la più spettacolare, tanto da essere considerata una delle più belle della Slovenia.
Alta approssimativamente 15 metri, si getta con tutta la forza che possiede in un laghetto color verde smeraldo incastonato tra alte e buie pareti ricoperte da strati calcarei.
Per raggiungerla, tra le altre cose, bisogna attraversare un ponte costruito sulle sponde di quello che è ritenuto uno dei fiumi più eccezionali d’Europa per via dei suoi colori brillanti.
Si tratta della ricostruzione di una passerella, lunga ancora oggi circa 52 metri, che sorgeva in quell’esatto punto durante la Prima Guerra Mondiale.
Un angolo dell’itinerario dai profili assolutamente fiabeschi perché l’Isonzo raggiunge Caporetto percorrendo una gola di bianca roccia calcarea che, a sua volta, è lambita da queste acque pure e limpide dal colore smeraldo.
Questo tratto è anche ricco di profonde cavità che arrivano persino ai 200 metri di lunghezza: un vero spettacolo per l’anima e per il cuore.
L’itinerario continua e si arriva dinnanzi alla linea di difesa costruita durante la Prima Guerra Mondiale dove è ancora visibile l’oramai antico sistema di trincee.
Assolutamente affascinate è il Ponte di Napoleone che fu eretto nel 1750. Un collegamento tra una sponda e l’altra del fiume dalla storia complessa: durante la Prima Guerra Mondiale saltò in aria per mano degli austriaci, per poi essere ricostruito da noi italiani inizialmente in legno e in seguito in ferro. Un posto da non sottovalutare perché offre un incredibile punto di vista sulle acque coloratissime dell’Isonzo, che in lingua locale è chiamato Soča.
Nei dintorni di Kobarid
L’Itinerario Storico di Caporetto non finisce qui, o meglio, il sentiero continua e porta a conoscere dei siti bellissimi e importantissimi che si trovano nelle vicinanze di Kobarid.
Uno di questi è Drežnica, ovvero un grazioso villaggio che sorge alle falde del monte Krn. Un luogo che si fa amare perché circondato da sinuose colline, prati, ruscelli e cascate.
In più, qui svetta una chiesa bianca come la neve dedicata al Sacro Cuore di Gesù accompagnata da un campanile alto ben 52 metri. Con soli 10 minuti di cammino, inoltre, ci si ritrova alla scoperta di due interessanti cascate, Sopota e Krampez.
Molto bella è anche la Chiesa di S. Giusto che si erge nella frazione di Koseč: è considerata la più antica della Valle dell’Isonzo. Si tratta di una struttura di stile tardoromanico e costruita in tufo, le cui pareti interne sono decorate con affreschi risalenti al 1470.
Infine, vale la pena raggiungere anche Tonovcov Grad, un sito archeologico di epoca romana che dista circa un’ora di camminata tranquilla da Kobarid. Ciò di cui può godere il visitatore sono i resti di un villaggio fortificato, con tanto di abitazioni ad uso civile e religioso, e uno di quei panorami sulla Valle dell’Isonzo e sui monti circostanti che difficilmente si dimentica.