Basta poco per uscire da Milano, dalle sue strade grigie e dai suoi negozi affollati nel weekend, per trovarsi in un’altra dimensione. Molto più lenta, più verde e decisamente più rilassante. Un nuovo itinerario, che tocca luoghi poco noti dal punto di vista turistico, porta alla scoperta di veri e propri gioielli architettonici che si possono visitare.
L’itinerario è la Strada delle Abbazie ed è un cammino che porta alla scoperta di sette meraviglie della Lombardia, radicate nel territorio e che hanno contribuito allo sviluppo dal punto di vista culturale, ma anche economico e ambientale. La secolare presenza delle comunità monastiche in questo territorio, nel Parco agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino, ha lasciato un’impronta importante intorno a Milano, tutt’oggi ben visibile. E che pochi, neppure i milanesi, conoscono.
Questi sette luoghi sono così vicini da poter essere raggiunti a piedi partendo dal Capoluogo lombardo, ma tanto quanto basta per immergersi in una zona troppo spesso trascurata – spesso definita semplicemente periferia – e che oggi può essere valorizzata con una semplice gita fuori porta.
La Strada delle Abbazie: itinerario
L’itinerario ad anello s’inoltra nella campagna milanese, attraversando un paesaggio contrassegnato da rogge, terreni coltivati, navigli e cascine, un tempo fulcro dello sviluppo agricolo, e, oggi, luoghi di aggregazione a contatto con la natura. Lungo il cammino s’incontrano le abbazie medievali, che danno il nome alla strada, quella di San Lorenzo in Monlué, di Chiaravalle, Mirasole, Morimondo e Viboldone, con le loro affascinanti storie, e due chiese, la Basilica di Santa Maria in Calvenzano e la chiesa di San Pietro in Gessate. Sono luoghi di fede, ma anche di cultura e di accoglienza che meritano di essere conosciute.
Il cammino intero è lungo 130 chilometri ed è diviso in sei tappe. Naturalmente, non è necessario percorrerlo interamente, chi desidera può anche fare una sola tappa e fermarsi, magari, a mangiare in una delle tante trattorie lungo la strada.
Le tappe della Strada delle Abbazie
La strada delle Abbazie parte da Milano per giungere alla prima tappa che è quella di Chiaravalle (16,9 km). La tappa successiva è da Chiaravalle a Melegnano (21,8 km), la terza tappa va da Melegnano a Rozzano (25 km), la quarta da Rozzano a Morimondo (21,6 lm), la quinta arriva a Trezzano sul Naviglio (17,9 km) e l’ultima tappa è quella che torna a Milano (14,1 km).
L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué
L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué fu fondata nel 1267 dai monaci dell’ordine degli umiliati. La costruzione è in stile romanico-lombardo, realizzata in cotto. Tutt’intorno venne costruito il borgo: un’ampia corte agricola con gli edifici monastici e i rustici agricoli, tra cui il mulino, circondati da prati e campi, a formare la grangia. Questo luogo era simbolo di laboriosità, di preghiera, di meditazione e di suoni dolci, oggi prevaricati dall’imponenza della tangenziale.
L’Abbazia di Chiaravalle
L’Abbazia di Chiaravalle fu fondata nel XII secolo da San Bernardo di Chiaravalle e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono impreziosite da cicli pittorici, tra cui gli affreschi realizzati nel 1600 dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere. Al di là della strada, nel parco della Vettabbia, c’è un antico mulino, in uso per l’attività dei monaci fino al 1798. Oggi è un centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.
L’Abbazia di Viboldone
L’Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese fu costruita tra il 1176 e il 1348 ed è una delle più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto, su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico. All’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo. Fondata dagli umiliati, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura dei panni in lana, fu in seguito affidata ai benedettini olivetani e, oggi, è gestita dalle benedettine di Viboldone, dedite alla clausura, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.
La Basilica di Santa Maria in Calvenzano
Prima di entrare a Melegnano si fa una deviazione per ammirare la Basilica di Santa Maria in Calvenzano. L’edificio è il risultato di tre chiese sovrapposte: la più antica di epoca paleocristiana (IV secolo), quindi una chiesetta dell’anno Mille e, infine, una chiesa cluniacense, che è quella a noi visibile oggi. Quest’ultima, costruita sul finire dell’XI secolo da monaci benedettini riformati di Cluny, fu realizzata in stile romanico, in mattoni e utilizzando pietre di reimpiego, provenienti da costruzioni precedenti o da crolli. Fu il primo priorato cluniacense nella diocesi di Milano, a cui ne seguirono oltre 50 in tutta la Lombardia, promotori dell’emancipazione della Chiesa dal potere feudale.
L’Abbazia di Mirasole
Si arriva poi all’Abbazia di Mirasole, un esempio ottimamente conservato di una corte medievale, da cui deriva l’impianto della cascina lombarda. La chiesa, risalente alla fine del Trecento, conserva all’interno affreschi rinascimentali, mentre la torre campanaria è più antica di un secolo. All’esterno ruba la scena a tutto il complesso il piccolo chiostro quattrocentesco. Il giardino interno è suddiviso in quattro parti per simboleggiare i quattro passi della spiritualità claustrale, che accompagnano il monaco nell’esperienza del paradiso terrestre. Gli edifici della corte formano un quadrilatero ed erano circondati da un fossato con una torre munita di ponte levatoio.
L’Abbazia di Morimondo
L’antica Abbazia cistercense e il borgo di Morimondo racchiudono lo spirito di questo itinerario, un luogo magico e fuori dal tempo a due passi dalla metropoli. Fondata nel 1134 da monaci provenienti da Morimond, nella Haute-Marne, in Francia, fu la prima abbazia cistercense costruita in Lombardia. I monaci scelsero questo luogo sia per la sua posizione elevata rispetto alla valle sia per la ricchezza delle acque e la fertilità del territorio. Oggi, conserva ancora la maestosa e solenne architettura originaria in stile gotico. Per la costruzione vennero utilizzati mattoni prodotti in una fornace costruita dai monaci. L’abbazia è costruita su quattro livelli, sfruttando un terrazzamento ricavato dal terreno. La struttura comprende la chiesa, il chiostro, la sala capitolare, le celle dei monaci, il refettorio e lo scriptorium.
La Chiesa di San Pietro in Gessate
Sulla strada del ritorno s’incontra la Chiesa di San Pietro in Gessate. Documentata già dal XIII secolo, probabilmente eretta dagli umiliati, venne ricostruita alla metà del XV secolo dai benedettini, ai quali fu affidata unitamente al monastero, per diventare, alla fine del Settecento, sede dell’orfanotrofio dei Martinitt. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La chiesa offre oggi un angolo di pace e raccoglimento, sia all’interno, dove sono conservati ancora degli affreschi quattrocenteschi, sia all’esterno, con il piccolo sagrato, le aiuole e le panchine nel pieno centro della città.
L’itinerario è raccolto nella guida “La strada delle abbazie” scritta da Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato per Terre di mezzo Editore.