I borghi italiani serbano tutti tesori nascosti, punti di interesse e attrazioni che vale davvero la pena scoprire. Non fa eccezione Mortegliano, in provincia di Udine.
Importante centro agricolo della bassa friulana, è conosciuto come il “paese del granoturco” (blave in friulano) e dà il nome a un’ampia area paludosa estesa al di sotto della Stradalta, percorso che riprende il tracciato di una strada romana, caratterizzato dalla presenza di risorgive.
La sorpresa di Mortegliano: il record
Mortegliano, il cui nome potrebbe derivare da quello di un colone romano, Mortilio, che possedeva terreni in zona, è custode di un record: vanta, infatti, il campanile più alto d’Italia.
Con i suoi 113,2 metri di altezza, è un’opera unica nel suo genere, annoverato anche tra gli edifici più elevati del Paese in assoluto.
A pianta ottagonale, si staglia tra le case del borgo e, di notte, ne illumina il cuore. Venne progettato dall’architetto Pietro Zanini e richiese ben 6850 intensi giorni di lavoro per la sua realizzazione.
È il campanile del Duomo intitolato ai Santi Pietro e Paolo, presenta un’ossatura di travi e pilastri in calcestruzzo armato a vista, e fu inaugurato il 20 settembre 1959.
Chicca del paese friulano, è visitabile gratuitamente tutti i giorni con accesso fino alla prima terrazza: il panorama non lascia certo indifferenti.
Il Duomo, in stile neogotico, conserva dal 1986 una pregevole Pala lignea, commissionata allo scultore Giovanni Battista di Martino Mioni nel 1494: alta 6 metri, in legno dorato, consta di 63 statue ed è uno degli esempi più significativi dell’arte lignea in Friuli Venezia Giulia.
Ancora, di sicuro interesse sono la Croce professionale in argento dorato di Tiziano Aspetti (tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento), il cinquecentesco Battistero in pietra, le ricche vetrate policrome e i quattro confessionali risalenti al Settecento.
Gli altri punti di interesse del borgo friulano
Dopo aver ammirato il Duomo e scoperto il campanile da record, una visita la merita la Chiesa Parrocchiale della S.S. Trinità, risalente al 1652, al cui interno si staglia un autentico capolavoro, l’Organo Dacci, a opera di Francesco Dacci nel 1870, notevole esemplare dell’arte organaria veneziana.
Ma non solo: da vedere la Pala dell’Incoronazione della Vergine, gli affreschi sul soffitto dell’artista di Udine Pietro Venier, e il settecentesco Altare maggiore della Trinità realizzato da Sebastiano Pischiutti da Gemona.
Passeggiando lungo le vie di Mortegliano, lo sguardo ricade poi su una delle ville più importanti della regione, la seicentesca Villa dei Conti di Carmo, acquisita dal Comune nel 1988.
Degni di nota sono i stupendi affreschi del primo piano (dove ha sede la Biblioteca Civica), la collezione di 15 dipinti a olio datati tra il XVII e il XVIII secolo e il parco ottocentesco di oltre 5000 metri quadri che durante l’estate diventa teatro di svariate manifestazioni culturali.
Ancora, è bello raggiungere la Chiesetta di San Nicolò di Arnaces, edificata tra il verde dei campi a protezione dei raccolti, cui si accede seguendo un sentiero chiamato, in passato, “semida” ovvero cammino di San Nicolò.
Il fascino delle frazioni e delle tradizioni, chicche da non perdere
Il borgo comprende anche due frazioni, Lavariano e Chiasiellis: la prima è patria della “Filarmonica Giuseppe Verdi di Lavariano” conosciuta anche a livello internazionale grazie al suo repertorio di musica leggera, classica, brani rock e musiche popolari friulane.
Oltre al patrimonio artistico e storico, Mortegliano è apprezzata anche per i costumi e gli usi tradizionali tra cui ricordare la produzione di farina di alta qualità “Blave di Mortean” e la manifestazione “Palio dei Turchi” per rivivere uno dei momenti più significativi della sua storia.