C’è un luogo, situato sopra un terrazzo collinoso che precipita nello splendido mare siciliano, in cui sembra di entrare in un regno speciale: il Castello di Sciacca in provincia di Agrigento. In realtà non è un vero e proprio maniero in stretto senso architettonico, è più una fortezza che si rivela uno scrigno di arte, creatività ed estro, a tal punto da essere chiamato anche “Castello Incantato“.
Il Castello Incantato e la sua assurda storia
Il Castello Incantato si trova alle pendici del Monte Kronio ed è un vero gioiello di Sciacca, affascinante borgo siculo lambito da un mare cristallino e caratterizzato da un profilo colorato grazie alle sue case, la ceramica e le celebri acque termali (e per i più festaioli anche il Carnevale).
Un luogo che è un vero e proprio giardino-museo a cielo aperto, che nasce dal desiderio di una personalità artistica unica: Filippo Bentivegna. Basti pensare che la narrazione popolare lo considerava pazzo. Egli, infatti, fu costretto a scontare alcune vicissitudini che misero a repentaglio la sua salute fisica e mentale, tra cui una legnata in testa, ricevuta negli Stati Uniti dove era emigrato in cerca di fortuna, che gli procurò una lesione cranica per la quale fu dichiarato inabile al lavoro.
Costretto a rientrare in patria, decise di comprare un piccolo appezzamento di terreno poco fuori il centro abitato di Sciacca, iniziando un frenetico lavoro di scavo per recuperare la pietra necessaria alla creazione del suo Castello Incantato. Nel corso del tempo il giardino diventò il suo mondo in cui viveva rintanato, lontano da ogni rapporto con la società.
Una condizione che lo portò ad autoproclamarsi “Signore delle Caverne” a causa dei numerosi cunicoli da lui scavati. Ma non solo. Quelle rare volte che si aggirava per le vie del borgo siciliano lo faceva con un piccolo bastone tenuto in mano a mo’ di scettro, simbolo della sua maestà, ma solo fino al 1967, quando all’età di 78 anni, lasciando una stravagante galleria di sculture unica nel suo genere e certamente di non facile interpretazione artistica, Filippo Bentivegna morì.
La sua fu un’opera che, nel corso degli anni, non ricevette mai la giusta attenzione. Il tutto perché Filippo era il “pazzo”. Infatti, dopo la sua morte, il maniero rimase per anni abbandonato e frutto di sciacallaggio.
Fortunatamente, alla fine degli anni ’60, un collaboratore di Jean Dubuffet, artista e teorico dell’Art Brut, riuscì a visitare il podere, riportando in dono a Dubuffet alcune “teste” di Filippo. Queste furono inserite nella sua personale collezione nel 1971, venendo poi esposte a Losanna, nel Museo dell’Art Brut nel 1976.
Proprio per questo, nel 1973, la regione Sicilia decise di acquistare il fondo dagli eredi e l’11 febbraio 2015 il Castello Incantato venne dichiarato bene culturale ai sensi del Codice dei Beni Culturali della Repubblica Italiana. Una storia, quindi, che ci insegna che i veri pazzi siamo noi ad averlo ignorato e deriso per tanti anni, e non Filippo Bentivegna che nella sua tragedia aveva trovato ispirazione.
Il significato del Castello Incantato e delle sue teste di pietra
Dalla pietra nuda, quindi, Bentivegna ha donato una forma alla sua vita e al dolore provato. Da qui affiorano le “anime” che abitano il Castello Incantato tramite affascinanti volti scolpiti nella roccia.
Un popolo rupestre di sudditi con cui l’eclettico artista viveva e parlava. Del resto, per ogni volto scolpito c’era una nome e una storia. Un susseguirsi di teste da osservare in religioso silenzio che si mescolano alla natura e alle grotte scavate dalle mani dello stesso scultore. E passeggiarci fa vivere una grande illusione: si è convinti di ammirare le tante opere, ma in realtà sono proprio quelle teste a guardare i passanti, accennando qualche tiepido sorriso.
Profili definiti, altri solo abbozzati, che conducono al cuore del giardino di pietra in cui si apre la piccola casetta dove Bentivegna viveva e riposava. Al suo interno diverse pitture murarie che raccontano il suo soggiorno negli Stati Uniti, in un’esplosione di speranza e tragedia: grattacieli che si librano verso l’alto, case e chiese, uno specchio di pesci in cui i grandi inglobano i piccoli. Una traccia di malinconia e tristezza, senza trovare una vera e bramata accoglienza.
Del resto, l’obiettivo di Filippo Bentivegna era quello di recuperare la memoria da quando fu ferito gravemente alla testa in quel Paese, l’America, che profumava di speranza e futuro. Un’enorme delusione percepita al massimo soprattutto quando, in seguito all’aggressione, fu lasciato in mezzo a una strada, forse da un rivale in amore. Si narra, infatti, che Filippo avrebbe voluto sposare una giovane donna statunitense, ma che la sua volontà fu interrotta violentemente.
Eppure la sua inquietudine ha trovato espressione, poiché nel modo di vivere di Filippo esistevano dei tratti schizofrenici, ma senza che egli si allontanasse veramente e mai dalla realtà.
Sciacca, cosa vedere assolutamente
A prescindere dal Castello Incantato, che veramente consente di entrare in un’altra dimensione dove tutto è surreale e magico, merita certamente una visita anche il bel borgo di Sciacca.
Tra le attrazioni da visitare menzioniamo il Duomo (o Chiesa Madre), facilmente identificabile in Piazza Don Minzoni, che presenta una struttura tipicamente a croce latina, con tre absidi risalenti all’epoca normanna. Se già dall’esterno si può intuirne la maestosità, sono gli interni a stupire maggiormente, grazie all’affresco sul soffitto della navata centrale raffigurante l’Apocalisse (di Tommaso Rossi) e l’alternarsi di scene che hanno contraddistinto la vita di Maria Maddalena, poste nelle navate laterali.
Affascinante anche il Palazzo Steripinto, una dimora aristocratica realizzata agli inizi del 1500 da Antonio Noceto in stile catalano-gotico, che è forse una delle più incredibili testimonianze dell’arte costruttiva del luogo. La sua peculiarità? La fitta serie di bugne di pietra che rivestono la facciata a punta di diamante, con ornamenti di smerli e bifore che creano un effetto decorativo singolare. Un vero e proprio tripudio di colori e di sfarzosità.
Ma Sciacca è anche sinonimo di mare irresistibile e spiagge da sogno come, per esempio, il lido situato nei pressi di Capo San Marco. Un angolino in cui rifugiarsi per rilassarsi tra sole, mare limpido e fondale basso.
Insomma, Sciacca è un vero e proprio scrigno di tesori adatti a tutte a le esigenze, ma è anche il luogo perfetto per fare un salto nel mondo dei sogni, grazie al suo incredibile Castello Incantato abitato da tantissime e bizzarre teste di pietra.