Da quando sono usciti i libri di Stefania Auci, “L’inverno dei leoni” e “I leoni di Sicilia”, che raccontano la saga della Famiglia Florio e che hanno ottenuto un enorme successo, a Palermo, dove i principali membri della famiglia hanno vissuto per generazioni, sono nati dei veri e propri tour sui luoghi dei Florio.
I Florio furono, tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento, tra le famiglie più ricche non soltanto della Sicilia, ma d’Italia. Protagonisti del periodo della Belle époque, le ville e i luoghi dove hanno vissuto e lavorato sono ancora oggi edifici di grande interesse storico-artistico. I loro affari spaziavano dalla vendita di spezie alle tonnare, dalla navigazione alla produzione di vino, ma furono anche grandi mecenati del tempo, contribuendo alla realizzazione di alcuni dei luoghi che ancora oggi fanno grande questa città.
Se avete letto i romanzi della Auci saprete di cosa stiamo parlando. Sono comunque fatti storici che chiunque può guardare online senza aver letto i libri, tanto più che a breve su Disney + uscirà la fiction Tv che vedrà protagonista Miriam Leone nel ruolo di Giulia Portalupi, moglie di Vincenzo Florio, interpretato da Michele Riondino. Se vi siete appassionati alla saga dei Florio, vi portiamo in un tour virtuale tra i luoghi che ancora oggi sono visitabili a Palermo e dintorni, alcuni ormai inglobati nel tessuto urbano, altri ancora lì dov’erano un tempo.
Via dei Materassai
Qui è dove tutto è cominciato. Vincenzo Florio arrivò a Palermo da Bagnara Calabra a inizio Ottocento insieme alla moglie Giulia Portalupi e al fratello Paolo con il quale aprì una drogheria che presto ebbe grande successo, tanto da riuscire a fondare anche le Cantine Florio per la produzione del Marsala, le tonnare a Favignana per la pesca e l’inscatolamento del tonno e le Fonderie Oretea grazie alle quali costruirono le prime navi della nuova compagnia di navigazione. L’Officina Florio si trova ancora oggi in via dei Materassai, a due passi dal centro storico di Palermo. Non vende più spezie e aromi, ma è un negozio di motociclette. A tre minuti a piedi da qui si trova la Chiesa di San Domenico, considerata il pantheon dei siciliani illustri. Non manca una lapide dedicata a Vincenzo Florio, capostipite della dinastia.
L’Olivuzza
Bisogna camminare per una mezz’oretta per giungere al Villino Florio all’Olivuzza che si trova in viale Regina Margherita, nei pressi della Zisa – che prende il nome dal castello -, un edificio che non passa di certo inosservato. Un tempo tutt’intorno c’era solo vegetazione e l’Olivuzza era l’abitazione principale dei Florio dove venivano organizzate le più fastose feste palermitane dell’epoca. Oggi è immerso tra i caseggiati.
Commissionato dai Florio all’architetto Ernesto Basile fu realizzato tra il 1899 e il 1902. Voluto da Ignazio Florio, figlio di Vincenzo, è l’esempio concreto di ciò che il celebre architetto intendeva per “progettazione integrale” ovvero un insieme di elementi medievali, barocchi, moderni e nordici, con motivi floreali, torrette che ricordano i castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali. È uno dei capolavori dell’Art Nouveau. Oggi è di proprietà della Regione Sicilia.
La Palazzina dei Quattro Pizzi
Più avanti negli anni la famiglia fece costruire all’architetto Carlo Giachery un altro edificio, la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, vicino al mare e alla Tonnara Florio. In stile neogotico, è ancora oggi ben riconoscibile pere le quattro torrette che ricordano una chiesa più che una casa. Divenne la dimora privata di Vincenzo Florio e della famiglia.
All’epoca ospitò persino i sovrani Borbone e lo zar Nicola I di Russia. La zarina, in particolare, si appassionò della costruzione tanto da acquistare i progetti originali dall’architetto e farsi costruire un edificio simile a Peterhof, la residenza estiva in Russia. Apparteneva ai discendenti della famiglia Florio fino a pochi anni fa.
Villa Igiea
A un quarto d’ora a piedi dall’Arenella, ma sempre sul lungomare nella borgata dell’Acquasanta, sorge la meravigliosa Villa Igiea, voluta da Ignazio Florio per aprire un sanatorio di lusso per malati di tubercolosi. Il palazzo era di proprietà dell’ammiraglio inglese Sir William Domville dal quale Ignazio la acquistò. Era così bello che Franca Florio, la moglie, decise di farne un resort termale e di andarci a vivere affidando i lavori ancora una volta al Basile.
La scelta del nome della villa, Igiea, viene dalla ninfa greca Hygìeia, dea dell’igiene e protettrice della salute. Dall’esterno sembra un castello, con tanto di torri merlate, ma tutto sommato piuttosto sobrio. Immerso in una enorme parco, doveva servire come luogo di degenza per i malati ma anche per le lunghe passeggiate degli ospiti. È una volta entrati che stupisce per i ricchi decori. Il Salone degli specchi in stile Liberty è un tripudio di figure e di colori, i cosiddetti “floralia”.
Qui si tenevano feste meravigliose e memorabili a cui partecipava tutto il bel mondo e l’aristocrazia dell’epoca. Oggi che Villa Igiea è un hotel di lusso del gruppo Rocco Forte ha mantenuto intatti la maggior parte degli affreschi ed è forse il più bell’albergo della città se non addirittura della Sicilia. Ospita star di Hollywood e molte celebrity. Di recente ci ha trascorso una vacanza con gli amici anche la influencer numero uno al mondo, Chiara Ferragni.