Sono già state numerosissime le scoperte archeologiche avvenute in Italia nel corso degli ultimi anni ma le sorprese non si fermano mai: durante gli scavi per la costruzione di nuovi edifici o nuove aree di complessi esistenti, spesso vengono alla luce reperti e rovine che arricchiscono il patrimonio storico e culturale del Paese.
È stato così anche per la recente scoperta di una piccola necropoli nel cuore di una grande città italiana.
A Napoli riemerge una necropoli romana
Celata da secoli nelle cavità dell’ospedale Asclalesi di Napoli, una piccola necropoli di epoca romana con tre o quattro sepolture (una delle quali forse di un bambino) è stata rinvenuta circa due settimane fa nel corso degli scavi per la realizzazione della nuova area di radioterapia.
Nel cortile del presidio di Forcella, a circa due metri di profondità, al di sotto di quella che era una cisterna d’acqua, gli operai hanno ritrovato un primo scheletro ma, con tutta probabilità, vi sono anche altre tombe tra cui una di dimensioni più piccole, il che fa pensare alla presenza di un bambino.
Siccome l’area è di interesse storico, i lavori erano eseguiti dagli archeologi della Soprintendenza che, non appena si sono trovati di fronte all’inaspettato ritrovamento, hanno dato il via agli studi previo controllo da parte dei Carabinieri per escludere che lo scheletro fosse riconducibile a circostanze differenti.
In seguito alle prime verifiche, i corpi sembrano risalire al periodo romano tardo-imperiale, in un lasso di tempo che va dal V al VI secolo d.C ma, per il momento, siamo nel campo delle ipotesi: prima di poter determinare la datazione corretta della necropoli dovranno essere esaminati anche i materiali presenti nelle tombe scavate nel terreno, prive di corredi o altro.
Quel che comunque è certo è che le sepolture sembrano molto più antiche rispetto alla costruzione del convento di Santa Maria Egiziaca all’Olmo: il convento fu edificato nel Trecento mentre l’ospedale Ascalesi risale al Seicento.
Nel periodo romano, l’area dove oggi sorge Forcella, zona del centro storico di Napoli tra i quartieri Pendino e San Lorenzo e tra Spaccanapoli e Corso Umberto I, aveva destinazione funeraria in quanto subito al di fuori della cinta urbana dell’antica Neapolis: qui trovavano posto anche sepolture monumentali.
Il primo scheletro della necropoli è stato rinvenuto a pochi metri di profondità ma ciò non stupisce gli archeologi poiché anche le Mura Greche sono vicine ai basoli (lastre di roccia) della pavimentazione stradale.
La parola all’esperta circa l’eccezionale ritrovamento
La dottoressa Giuliana Boenzi, funzionaria archeologa alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, ha sottolineato come la scoperta della necropoli sia di notevole importanza in quanto aggiunge ulteriori tasselli per approfondire la conoscenza dei luoghi e, in particolare, della zona su cui sorge l’ospedale Ascalesi dove, finora, non erano mai state messe in atto indagini archeologiche con il supporto della moderna tecnologia.
Infatti, oltre alle tombe, sarà di sicuro interesse l’analisi dei materiali dei livelli superiori poiché potranno raccontare qualcosa in più delle fasi più antiche del convento di Santa Maria Egiziaca all’Olmo di cui ancora oggi non si sa poi molto.