Ci sono molti, moltissimi modi di esprimere fede e religiosità: la spiritualità, si sa, è qualcosa di personale. Eppure, in queste chiese scavate nella roccia, le chiese rupestri di Ivanovo, si può riscontrare qualcosa di davvero forte, autentico e magnetico.
Nella loro unicità, nel loro essere state ricavate all’interno di un materiale così nudo e grezzo, si può ritrovare il senso più alto del misticismo. Ed è per questo che sono speciali, è per questo che sono tutte da scoprire: perché il loro fascino è trascendentale.
La storia delle chiese rupestri di Ivanovo
C’erano una volta delle grotte in Bulgaria, incastonate in zone montuose apparentemente nude e aspre ma circondate da fitti angoli boscosi. Correva l’anno 1200 e proprio quelle grotte divennero dapprima meta di riflessione e preghiera e poi abitazioni per alcuni monaci, che iniziarono a sostenere che la vita all’interno di quelle sistemazioni così spartane li avvicinasse a Dio. Fu per questa ragione che nel 1320 il Patriarca di Bulgaria Joachim creò un vero e proprio “complesso spirituale”.
Adibì, sostanzialmente, la zona più ricca di grotte e cave alla spiritualità, cercando di renderle più confortevoli per i monaci. Non passò molto tempo, però, prima che agli stessi monaci e al Patriarca venisse in mente che queste grotte così suggestive potevano diventare delle vere e proprie chiese. Anzi, alcune erano abbastanza ampie per creare dei monasteri con piccoli edifici annessi dove i monaci potevano alloggiare.
Le chiese rupestri, da complesso spirituale a Patrimonio Unesco
Intorno al 1300, dunque, l’area delle grotte era ricca di chiese, chiesette e cappelle, dove si potevano incontrare i religiosi e dove i fedeli potevano restare per pregare. In totale, l’intera area comprendeva ben 40 chiese e 300 piccoli edifici. Purtroppo, con il passare del tempo, molti vennero abbandonati o furono soggetti a erosione e danni naturali, cosa che ha reso impossibile la loro conservazione.
In totale, oggi, le chiese rupestri di Ivanovo conservate in buono stato sono cinque e compongono un sito Unesco, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Le cinque chiese di distinguono per periodo e per stile, ma restano un grande esempio di quanto ai tempi fosse incoraggiata la pratica ascetica per entrare in comunione con Dio e di come la Bulgaria venne fortemente influenzata dall’arte bizantina.
L’arte delle chiese rupestri di Ivanovo
Come abbiamo già detto, le bellezze di questi luoghi sacri bulgari sono diverse tra loro. Questo perché tre chiese sono risalenti alla prima metà del 1200, quando a regnare era lo zar Ivan Asen II, che riabbracciò il cristianesimo ortodosso. Questa scelta religiosa si riflette nelle decorazioni delle tre chiese rupestri che svettano sugli alti argini rocciosi del fiume Rusenski Lom, caratterizzate da affreschi vivaci, visi ovali, labbra carnose, di forme quasi grezze e mancanza quasi totale di sfondi.
Le altre due chiese che hanno resistito al tempo, invece, sono nate sotto lo zar Ivan Alessandro, che ebbe relazioni molto più intense con l’impero bizantino. Dunque, gli interni di queste chiese, che si trovano più in basso rispetto al fiume, sono maggiormente dettagliate: anche se i colori sono più tenui, le figure sono molto più accurate, meno abbozzate, sono eleganti e armoniose e si stagliano su sfondi curatissimi. Ogni chiesa è, comunque, un mondo a sé, da scoprire: un viaggio da fare se si vuole respirare la spiritualità più viva e vera.