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Un capolavoro dell’antichità riaffiora a Lefkada: il teatro perduto

Nel cuore dell’isola di Lefkada, sotto il silenzioso intreccio di ulivi secolari e l’ombra di costruzioni moderne, è tornato alla luce un tesoro dell’antichità: il teatro perduto dell’antica Lefkada.

Un ritrovamento che va ben oltre il valore archeologico, poiché restituisce alla storia una testimonianza preziosa del ruolo culturale e politico della città in epoca classica.

Il teatro, il primo conosciuto nelle Isole Ionie, era rimasto sepolto per secoli, fino a quando una serie di indagini e scavi condotti con perseveranza ne ha permesso l’identificazione e il recupero.

Riemerge un passato glorioso

L’antica Lefkada, fondata dai Corinzi verso la fine del VII secolo a.C., occupava una posizione strategica sul crocevia delle rotte marittime tra il Peloponneso, l’Epiro e l’Italia meridionale.

La città si affermò con rapidità come un importante centro per il commercio e la cultura, dotata di un porto naturale che favoriva gli scambi e consolidava la sua influenza nella regione.

Il teatro, incastonato in una collina con vista sull’antica città, rappresentava non soltanto un luogo di intrattenimento, ma anche uno spazio comunitario, dove si esprimeva l’identità collettiva tramite le rappresentazioni drammatiche e le assemblee pubbliche.

Una lunga ricerca tra silenzi e intuizioni

La riscoperta del teatro non è stata immediata né semplice.

Sebbene agli inizi del Novecento gli archeologi Wilhelm Dörpfeld ed Ernst Kruger avessero individuato indizi della sua esistenza, le informazioni raccolte in quegli anni rimasero isolate e, col tempo, dimenticate.

Solo nel 1997, grazie a un’approfondita analisi del paesaggio e a una nuova attenzione ai reperti visibili in superficie, è stato possibile ricollocare con maggiore precisione il sito. Un passaggio fondamentale che ha aperto la strada a indagini sistematiche, iniziate concretamente nel 2015 sotto la guida dell’archeologa Olympia Vikatou.

Le operazioni di scavo, promosse dalla Soprintendenza per le Antichità di Etoloakarnania e Lefkada e sostenute dalla Regione delle Isole Ionie, si sono protratte per diversi anni.

I lavori hanno dovuto affrontare non poche difficoltà: oltre alla necessità di rimuovere coltivazioni secolari e costruzioni abusive, il terreno irregolare ha richiesto interventi complessi. Tuttavia, gli sforzi hanno dato i loro frutti. Sono emersi i resti di una cavea maestosa, strutturata in dodici settori con tredici gradini ciascuno, insieme a un’ampia orchestra  e a numerosi elementi architettonici di grande interesse, tra cui i corridoi laterali, un muro di contenimento e parte del palcoscenico.

La capienza del teatro, inizialmente stimata intorno ai 3.500 posti, potrebbe in realtà essere molto più alta: i calcoli attuali suggeriscono che, includendo l’epiteatro, l’intera struttura avrebbe potuto accogliere fino a 11.000 spettatori. Un numero sorprendente che testimonia l’importanza e la vitalità della comunità che lo frequentava.

Un gioiello architettonico

Il teatro, orientato lungo l’asse nord-est/sud-ovest, presenta una cavea articolata su ventiquattro file di sedute. La parte inferiore si è conservata meglio, e ha permesso agli archeologi di ricostruire con precisione la disposizione originaria delle panche in pietra. L’orchestra, scavata parzialmente nella roccia e di forma circolare, misura circa 16 metri e mezzo di diametro ed è delimitata da un anello di pietra scolpito con motivi ondulati, un dettaglio raffinato che riflette il gusto estetico dell’epoca.

Uno degli aspetti più suggestivi del ritrovamento è costituito da tre troni in pietra, ornati con rilievi di leoni, delfini, uccelli e figure mitologiche come le sirene: si tratta di elementi che indicano non solo il prestigio del teatro, ma anche il ruolo di rilievo che i suoi frequentatori dovevano rivestire all’interno della società locale.

Eppure, nonostante l’entusiasmo per la scoperta, il teatro non è immune ai segni del tempo. Le attività agricole, soprattutto la coltivazione intensiva degli ulivi, hanno danneggiato alcune delle sezioni superiori della cavea, e in più punti la struttura risente dell’erosione e dell’incuria. Per questo motivo è stato avviato uno studio di conservazione accurato, finalizzato al restauro dell’intero complesso.

Nel 2020, la visita ufficiale del Ministro della Cultura greco, Lina Mendoni, ha segnato un momento chiave per l’avvio dei progetti di recupero. Il sito è ora candidato a entrare in un programma di cofinanziamento europeo che potrebbe garantire le risorse necessarie per il restauro e l’apertura al pubblico.

Un nuovo polo culturale per Lefkada

Il valore del teatro va ben oltre il suo significato archeologico. Inserito in uno scenario naturale di indiscussa bellezza, affacciato sulle dolci colline che degradano verso il mare, ha tutte le potenzialità per diventare un fulcro di rilancio culturale e turistico per Lefkada.

Il recupero del sito archeologico, infatti, rappresenta un’occasione unica per restituire identità e memoria storica a un’isola che ha avuto un ruolo fondamentale nella Grecia antica, ma che finora era rimasta in secondo piano nel panorama archeologico del Paese.

Di Admin

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