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Le spiagge della Nuova Zelanda custodiscono un tesoro: l’isola del Sud è “piena d’oro”

Un segreto prezioso è stavo rivelato dagli studiosi che hanno analizzato la sabbia presente sulle spiagge dell’Isola del Sud. Il territorio più grande della Nuova Zelanda ha svelato tantissime particelle d’oro disseminate tra i granelli. A portare avanti lo studio ci hanno pensato i ricercatori dell’Università di Otago che si sono occupati dell’attività scoprendo che il materiale pregiato risulta molto più diffuso di quanto si pensasse. Gli scienziati coinvolti hanno progettato dunque un atlante per poter mappare la presenza del metallo in modo più dettagliato.

Le spiagge della Nuova Zelanda sono ricoperte d’oro

L’Università di Otago ha condotto una ricerca legata alla quantità di oro presente sulle spiagge dell’Isola del Sud, in Nuova Zelanda, focalizzandosi su quello conosciuto come oro detritico o alluvionale. I frammenti? Davvero minuscoli, e frutto dell’erosione delle rocce. Nel tempo le particelle sono finite sulle spiagge trasportate dall’acqua. Insomma, lo studio fa emergere la presenza dell’oro, ma non si tratta certo di pepite: la dimensione è così piccola che risulta praticamente impercettibile ad occhio umano.

La particolarità dell’oro studiato sulle spiagge neozelandesi? La dimensione. Nella maggior parte dei casi si parla di misure tra i 50 e i 200 micrometri. Alcuni frammenti sono addirittura più piccoli, circa 10 micrometri… più o meno la dimensione del diametro di un capello. Quindi, anche se i litorali sono ricchi d’oro, è praticamente impossibile raccoglierlo. Una curiosità in più? Il suo comportamento in acqua: l’oro galleggia rendendo molto complicato separarlo da altri sedimenti e, quando si prova a setacciarlo, parte delle particelle si disperde. Attenzione poi ai divieti: è severamente vietato raccogliere sabbia, anche solo in piccole quantità.

Quali sono le spiagge dell’oro in Nuova Zelanda

Lo studio condotto dai geologi Dave Craw e Marshall Palmer ha coinvolto diverse spiagge della costa dell’Isola del Sud; ognuna di esse ha saputo distinguersi per caratteristiche uniche.

Tra i siti esaminati spicca la spiaggia di Hampden, dove un piccolo ruscello modella continuamente i depositi sabbiosi. A Wangaloa, invece, le violente mareggiate contribuiscono a spostare grandi quantità di sabbia nera, facilitando l’accumulo di particelle aurifere. La spiaggia di Waipapa, frequentemente colpita da valanghe, offre un altro esempio di come la natura influenzi la distribuzione dei sedimenti auriferi.

Ultima località, ma non meno importante, è quella di Orepuki dove le onde di alta marea formano accumuli di sabbia nera ideali per la raccolta dei campioni da parte degli studiosi. Nonostante si trovino tutti sulla stessa isola, sono spiagge caratterizzate da ambienti geologici diversi, che hanno dato modo di approfondire la distribuzione dell’oro da parte degli studiosi.

L’importanza della scoperta

L’indagine condotta dai ricercatori ha dato un valore non tanto economico o estrattivo, ma soprattutto scientifico. Gli occhi degli esperti hanno avuto modo di comprendere i processi geologici che modellano il paesaggio neozelandese spaziando dall’erosione delle rocce al trasporto dei sedimenti, fino al deposito lungo le coste. Il lavoro svolto dall’Università di Otago potrebbe persino avere svolte future sulla ricerca mineraria e l’impatto ambientale ad essa collegata. Insomma, le spiagge d’oro della Nuova Zelanda sono un tesoro prezioso che ha ancora tanto da raccontare.

Di Admin

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