Vincent Van Gogh è una delle figure più significative della storia dell’arte. L’artista, famoso per la sua vita tormentata e per le sue opere intense di emozioni, ha sicuramente lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico. Il suo percorso esistenziale e creativo è stato profondamente influenzato dai luoghi in cui ha vissuto e lavorato nel corso della sua vita. Queste città e location, non solo hanno ospitato momenti fondamentali della sua biografia, ma hanno anche ispirato alcune delle sue opere più famose.
Dopo lo speciale dedicato alla Sicilia del commissario Montalbano, Alberto Angela riparte il 7 aprile su Rai1 con il nuovo viaggio “Ulisse-Il piacere della scoperta” e il racconto della vita di Vincent Van Gogh aprirà questo nuovo ciclo di appuntamenti. Durante il programma, grazie alla realtà virtuale, si entrerà dentro ai suoi quadri dove rifletteva la sua anima tormentata.
I luoghi di Van Gogh sono molto più che semplici sfondi: sono infatti specchi intimi, scrigni di emozioni, angoli del mondo visti attraverso una sensibilità speciale.
Zundert: le radici olandesi di Van Gogh
Vincent Van Gogh nacque il 30 marzo 1853 a Zundert, un piccolo villaggio nei Paesi Bassi. Cresciuto in una famiglia protestante dove il padre era un pastore, Vincent incrementò fin da piccolo un profondo legame con la natura e il paesaggio rurale che lo circondavano. Questi primi anni nella campagna olandese influenzarono sicuramente la sua sensibilità artistica. Osservando le sue opere si nota come spesso vengano appunto rappresentate scene di vita contadina.
Londra e l’incontro con la cultura britannica
Nel 1873, a vent’anni, Van Gogh si trasferì a Londra per lavorare come mercante d’arte. Durante il suo soggiorno nella città britannica, visse al numero 87 di Hackford Road, nel quartiere di Stockwell. Londra offrì a Vincent Van Gogh l’opportunità di immergersi e conoscere più da vicino una vibrante scena culturale. Qui frequentò musei, gallerie e si appassionò alla letteratura inglese. Questa esperienza di vita allargò le sue vedute e ampliò i suoi orizzonti culturali influenzando la sua visione artistica.

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Borinage: la missione tra i minatori
Dopo esperienze lavorative poco appaganti, Van Gogh decise di dedicarsi alla religione e nel 1878 scelse di formarsi come evangelista a Bruxelles. Nel 1879, si trasferì nel distretto minerario del Borinage, in Belgio, come missionario laico. Lì visse tra i minatori e le loro famiglie, condividendo le loro difficili condizioni di vita e la povertà. Questa immersione nella realtà operaia crebbe la sua empatia nei confronti delle classi lavoratrici e si rifletté nelle sue prime opere, caratterizzate da tonalità scure e soggetti umili.
Nuenen: i primi passi di Van Gogh nell’arte
Prima della svolta francese, nel 1883, Van Gogh tornò nei Paesi Bassi e si stabilì a Nuenen. In questo periodo si dedicò intensamente alla pittura realizzando opere come “I mangiatori di patate” (1885), che raffigura una famiglia di contadini durante un pasto frugale. In questi due anni a Nuenen, sviluppò uno stile scuro e cupo con dettagli realistici, influenzato dalla pittura dei maestri olandesi del Seicento, e si concentrò sulla vita dei contadini e della gente umile.

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Anversa: l’esperienza accademica
In seguito Van Gogh si trasferì ad Anversa per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Sebbene l’ambiente accademico non fosse il posto ideale per una mente indipendente e alternativa come lui, questo periodo gli servì per entrare in contatto con l’arte giapponese e con le opere di Rubens. Queste influenzarono l’utilizzo del colore e della composizione nelle sue opere successive.
Parigi: l’incontro con gli Impressionisti
Nel 1886, Vincent si trasferì a Parigi, ospite del fratello Theo, che lavorava come mercante d’arte. Nella capitale francese, entrò in contatto con gli Impressionisti e Post-Impressionisti – Monet, Renoir, Degas e Toulouse-Lautrec. Gli incontri con questi artisti lo spinsero a sperimentare una tavolozza di colori più vivaci e tecniche pittoriche innovative. Qui Van Gogh cambiò radicalmente il suo stile. Durante il soggiorno a Parigi, realizzò diverse opere e i suoi quadri si illuminarono di una nuova luce.
I luoghi e i soggetti dei capolavori dell’epoca furono:
- boulevard parigini e caffè,
- ponti,
- ambiente urbano,
- ritratti di persone,
- nature morte con fiori – le prime composizioni floreali che anticiparono i suoi famosi Girasoli.
Arles: la luce del Sud dai colori intensi
Desideroso di trovare una luce più intensa e nuovi paesaggi ispiratori, nel febbraio 1888 Van Gogh si trasferì ad Arles, nel sud della Francia.
Qui, affittò la famosa “Casa Gialla” con lo scopo di creare una comunità di artisti. Venne letteralmente folgorato dai colori caldi e vibranti del paesaggio della Provenza che furono per lui fonte di grande ispirazione per dipingere alcune delle sue opere iconiche e sviluppare uno stile personale ricco di emozioni.
Le opere ispirate ad Arles furono:
- “La casa gialla“: rappresentazione della sua abitazione e studio, simbolo del sogno di una comunità artistica,
- “La camera di Vincent ad Arles“: l’interno della sua stanza, simbolo di solitudine e intimità personale,
- “Campo di grano con cipressi“: uno dei tanti paesaggi rurali dai colori caldi che ritrae la natura che vibra a ritmi lenti nel sud della Francia in Provenza,
- “Caffè di notte” e “Terrazza del caffè la sera“: ambienti urbani trasformati in spazi ricchi e carichi di emozioni.
La città di Arles e i suoi dintorni divennero una fonte inesauribile di creatività artistica per Van Gogh tanto che in poco più di un anno realizzò oltre 300 dipinti.
Saint-Rémy-de-Provence: il rifugio nell’ospedale psichiatrico
Dopo una crisi psicotica nel dicembre 1888, durante la quale si mutilò l’orecchio sinistro, Van Gogh decise di ricoverarsi volontariamente nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. Nonostante le difficoltà, continuò a dipingere osservando il mondo dalla finestra della sua stanza. Trovò ispirazione nei giardini dell’ospedale e nei paesaggi circostanti che in quel momento si fusero con la sua parte più intima.

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Anche in questo periodo nacquero alcuni dei suoi capolavori come:
- “Notte stellata“: forse la sua opera più famosa, una visione notturna immaginata dalla finestra della sua stanza d’ospedale,
- “Gli Iris“: nati nel giardino dell’ospedale, che esprimono una bellezza tanto fragile quanto potente,
- “Ulivi” e “Cipressi“: vegetazione tipica provenzale e metafora della vita e della morte.
Auvers-sur-Oise: gli ultimi giorni di Van Gogh
Negli ultimi mesi di vita Van Gogh si trasferì ad Auvers-sur-Oise, villaggio a nord di Parigi. In poco più di due mesi partorì circa 80 opere. Queste furono segnate da una tavolozza intensa di colori ma anche da un grande senso di inquietudine.
Ecco le opere ispirate ad Auvers-sur-Oise:
- “La chiesa di Auvers“: geometria deformata, con linee curve e cielo tetro, che diventa simbolo del suo tormento interiore,
- “Ritratto del dottor Gachet“: uomo fragile ma carico di umanità, suo medico e confidente negli ultimi periodi,
- “Campo di grano con volo di corvi“: che fu considerata la sua ultima opera, simbolo della disperazione e del presagio della morte.
Seguendo il suo “viaggio di Ulisse“, possiamo ripercorrere le varie tappe della sua vita riscoprendo, opera dopo opera, la grandezza di un grandissimo artista che ha lasciato un’impronta indimenticabile nella storia dell’arte.