Categorie
Arte e cultura luoghi misteriosi Palermo Posti incredibili Viaggi

In queste impressionanti catacombe italiane si nascondono centinaia di mummie

Unico, suggestivo, macabro: sono tanti gli aggettivi che vengono usati per descrivere le Catacombe dei Cappuccini, uno dei luoghi più particolari di Palermo. Una volta scese le scale che conducono nelle stanze sotterranee situate sotto il convento, i visitatori vengono assaliti da emozioni diverse. C’è chi resta sorpreso, chi impressionato e chi, magari perché più suscettibile, prova un orrore che, sicuramente, avrebbe voluto evitare (soprattutto se la tappa precedente è stata uno stand di street food siciliano!).

Ma cos’è che, custodito dentro le stanze, provoca tutti questi sentimenti contrastanti? Quello che vedrete una volta entrati sarà la più grande collezione di mummie al mondo, molte delle quali indossano abiti antichi. Guardatevi attorno e vi ritroverete circondati da un numero impressionante di cadaveri (circa 8000) posizionati lungo le pareti.

I defunti sono divisi per stanze in base all’età, al sesso o al mestiere: bambini, donne, uomini, monaci, sacerdoti, professionisti. Qual è la storia di questo posto? Perché esiste? Vi raccontiamo tutto qui.

La storia delle Catacombe dei Cappuccini

Palermo racconta il suo passato in tanti modi diversi, anche attraverso i corpi dei suoi stessi cittadini. Le Catacombe dei Cappuccini sono uno dei luoghi più particolari della città, esistenti fin dal 1599, quando i frati cappuccini costruirono un cimitero sotterraneo sfruttando l’esistenza di antiche grotte. Ci misero due anni per terminare l’opera e, al momento di traslare le reliquie dei loro confratelli, si sorpresero nel constatare che quarantacinque corpi erano rimasti praticamente intatti, mummificati naturalmente.

Questo fatto venne interpretato come un segno della benevolenza celeste e i frati decisero di non seppellire più i corpi, ma di esporli in piedi dentro delle nicchie poste tutte attorno alle pareti del primo corridoio delle Catacombe. Un avvenimento che fece allo stesso tempo scalpore e successo perché, diffusasi la voce, cominciarono ad accogliere un numero sempre maggiore di salme di “secolari”. Nel 1783, infine, decisero di concedere sepoltura a tutti coloro che fossero in grado di permettersi i costi delle pratica di imbalsamazione.

Le tecniche di mummificazione

Seppur la maggior parte delle salme presenti nelle catacombe abbiano subito un processo di mummificazione naturale, i frati si specializzarono ben presto nella mummificazione artificiale. Secondo il frate Benedetto Sambenedetti, i cappuccini possedevano un lavatoio per i cadaveri e delle celle in cui li collocavano per otto mesi in attesa che seccassero.

Nel dettaglio, i corpi restavano chiusi in queste celle sotterranee caratterizzate da bassa umidità, distesi orizzontalmente su specifiche strutture di drenaggio per far perdere lentamente l’acqua presente nei tessuti. I corpi venivano poi messi all’aria aperta, puliti con un po’ di aceto e infine rivestiti con il loro abito migliore per essere collocati nelle nicchie a loro riservate.

Un caso speciale è quello di Rosalia Lombardo, una bambina di due anni morta nel 1920, nella quale fu iniettato un liquido per l’imbalsamazione. La mummia della piccola è il cadavere più famoso e meglio conservato delle catacombe.

La mummia della bambina è frutto del lavoro di Alfredo Salafia, celebre imbalsamatore palermitano che dedicò la sua vita a ricercare e studiare come contrastare la morte impedendo al tempo di deteriorare la forma e l’aspetto dei defunti.

Di Admin

www.gigigram.com