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Il Richiamo della Foresta, l’avventura di Harrison Ford nel cuore dello Yukon

Se vi piace il Canada e non riuscite a rimanere indifferenti davanti alle meraviglie naturali del territorio dello Yukon, vi consigliamo di vedere Il Richiamo della Foresta del 2020 con Harrison Ford protagonista, disponibile su Disney+. Il famoso romanzo omonimo di Jack London è stato pubblicato per la prima volta nel 1903, ma il cinema lo ha adattato già due volte: nel 1935 con Clark Gable e nel 1972 con Charlton Heston. Gli ampi spazi e la presenza potente e maestosa della natura rispetto all’essere umano impreziosiscono il film diretto da Chris Sanders che racconta l’avventura di John Thornton che intraprende un viaggio insieme a un cane di grossa taglia di nome Buck, attraverso lo Yukon nel Canada nord-occidentale durante la Corsa all’Oro degli anni 1890. Come nuova recluta di una squadra di cani da slitta, di cui in seguito diventerà il leader, Buck vive l’avventura di una vita, trovando il suo vero posto nel mondo e diventando padrone di se stesso. Dalla città John e Buck devono abituarsi ad affrontare la natura, bellissima ma anche piena di minacce più o meno impegnative.

Dove è stato girato

Guardando Il Richiamo della Foresta viene naturale chiedersi dove sono state girate alcune scene immerse in paesaggi naturali suggestivi e unici. Anche se non sembra alcuni luoghi sono stati “aiutati” dalla CGI e creati in post produzione, ma gran parte del film ha sfruttato la bellezza e il fascino del Canada e della California. Vediamo insieme alcune delle location scelte dalla produzione per raccontare questa storia di amicizia e un viaggio coinvolgente ricco di sfide.

Yukon

Lo Yukon è un posto pericoloso. Non sai mai cosa ti aspetta” ha affermato Harrison Ford in un’intervista quando è uscito il film. Il team di produzione ha visitato gli splendidi paesaggi dello Yukon due volte durante l’estate 2018 e febbraio 2019, esplorando le location in tutto il territorio. Hanno lavorato con due persone del posto per ottenere le inquadrature necessarie e le riprese sono durate poco meno di 8 settimane. Non a caso molti definiscono lo Yukon “Il Canada dei grandi spazi” perchè è una regione ancora selvaggia e poco popolata che regala scenari che tolgono il fiato e nel film si notano queste aree molto ampie in cui i personaggi vivono esperienze.

La barca che si vede ne Il Richiamo della Foresta è ispirata alla SS Klondike, dichiarata sito storico nazionale del Canada e situata a Whitehorse (capitale e unica città dello stato). La nave è una replica di una barca costruita tra il 1929 e il 1936; sia l’originale che la replica trasportavano merci lungo il fiume Yukon fino ai primi anni ’50. La corsa all’oro del 1898 per lo Yukon è stato il momento di massima espansione e oggi il fiume è attraversato da spedizioni in canoa incorniciate dalle cinque vette più alte del Canada e i campi glaciali sotto l’Artico. I centri di Dawson City e Whitehorse permettono anche di entrare in contatto con la comunità locale e saperne di più sui loro usi e costumi.

Yukon vicino a Dawson City

Fonte: iStock

Yukon vicino a Dawson City

Whistler

La produzione de Il Richiamo della Foresta ha girato scene all’aperto anche nella zona di Whistler nella British Columbia, in Canada. Whistler è una piccola città, considerata un paradiso per chi pratica gli sport d’avventura. Questa è una fantastica destinazione per il kayak in acque bianche, circondata da diversi fiumi che offrono rapide e cascate selvagge e pulite. Una scena per esempio è stata girata sul posto da uno stuntman in una caduta sul fiume Cheakamus vicino al Function Junction a Whistler. La città vanta anche il più grande resort sciistico del Nord America, il Whistler-Blackcomb. Il Callaghan Lake Provincial Park, il Callaghan Creek o le Nairn Falls offrono splendidi paesaggi cinematografici e costituiscono degli ambienti ideali per escursioni, arrampicate e mountain bike.

Wilson Creek Beach in California

Fonte: iStock

Wilson Creek Beach in California

Smith River and Wilson Creek Beach

Lo Smith River nella regione di Redwood, in California, è stato usato nel film al posto dello Yukon in alcune scene che si svolgono sulle rapide con Harrison Ford e il suo compagno a quattro zampe. Di colore verde smeraldo lo Smith River scorre senza alcuna diga per tutta la sua lunghezza salendo dalle montagne di Klamath e dalla catena della costa. Foreste di sequoie e abeti caratterizzano il paesaggio intorno. Restando lontani dal Canada nel film poi appare anche Wilson Creek Beach che si trova nell’Illinois centro-orientale ed è stata utilizzata in una sequenza con una locomotiva a vapore, sostituendo tramite CGI sezioni del paesaggio per adattarlo all’epoca in cui è ambientato il film.

Santa Clarita

La maggior parte del film, inclusa la canoa di Harrison Ford con uno schermo blu sullo sfondo per le scene del fiume, è stata girata negli studi di Santa Clarita. La cittadina nella contea di Los Angeles, in California, ha dato anche il titolo alla serie tv Netflix Santa Clarita Diet con Drew Barrymore ed è spesso protagonista diretta o indiretta di film e serie tv. In questo caso 3BL Media ha riferito che per dare vita alla storia de Il Richiamo della Foresta in modo accurato, la produzione ha costruito diverse città e set adatti all’epoca, ricreando lo spirito della corsa all’oro di fine secolo nello Yukon. Come si può vedere sul web se si cercano alcune immagini dietro le quinte del film, sono stati necessari molti effetti speciali e tonnellate di neve finta per far dimenticare agli attori che stavano effettivamente filmando la natura selvaggia e gelida del Grande Nord a poche miglia dalla spiaggia di Malibu. Tuttavia con questo articolo abbiamo voluto esplorare i luoghi originali in cui è ambientato il romanzo di London.

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Novità per passaporti e carte d’identità, come cambiano le regole

Se il vostro passaporto sta per scadere e avete un viaggio in programma, meglio che siate aggiornati sulle ultime novità introdotte dalla riforma appena approvata dal Consiglio dei ministri. Queste riguardano sia i passaporti che i documenti di identità validi per l’espatrio e sono state pensate per semplificare il sistema, eliminare le procedure obsolete e modernizzarle.

In generale, le modifiche presenti nel disegno di legge collegato alla manovra 2025 riguardano il rinnovo del passaporto, che non sarà più possibile. Alla scadenza, infatti, bisognerà richiederne uno nuovo. Vengono aggiornate poi anche le regole per chi perde il passaporto all’estero e per l’utilizzo del passaporto collettivo, ufficialmente eliminato. Vediamo, nel dettaglio, tutte le informazioni da conoscere.

Il passaporto può essere rinnovato?

Una delle novità più importanti introdotte dalla manovra riguarda il rinnovo del passaporto. Da oggi, infatti, non sarà più possibile prolungarne la validità, ma dovrete richiederne uno nuovo alla scadenza. In realtà, questa non è una novità vera e propria perché, già nel 2009, una legge ne aveva eliminato il rinnovo, ma il tutto era rimasto nei testi normativi senza venir mai applicato completamente.

Da oggi, quindi, il vostro passaporto sarà valido per dieci anni e, una volta scaduto, dovrete provvedere a fare domanda per riceverne uno nuovo. Inoltre, ogni nuovo passaporto avrà al suo interno un microprocessore con dati biometrici riguardanti il suo proprietario, ossia impronte digitali e fotografia identificativa. L’obiettivo di queste modifiche sarebbe quello di rendere più difficile la falsificazione dei documenti ed eventuali furti di identità.

Come denunciare il furto del passaporto?

Nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri viene fatta anche una nuova distinzione tra le modalità di denuncia di furto o smarrimento del passaporto in Italia e quelle da seguire all’estero.

Se perdete il passaporto o vi viene rubato in un altro Paese, dovrete prima rivolgervi alle autorità di polizia locali per sporgere denuncia e, successivamente, trasmettere la documentazione alle autorità italiane competenti, ovvero i questori o, in casi eccezionali, gli ispettori di frontiera. In alternativa, potete rivolgervi direttamente a un consolato o a un’ambasciata italiana.

Se lo perdete o subite un furto su suolo italiano, invece, la prassi continua a essere la stessa: la denuncia deve essere presentata alle forze dell’ordine.

Cosa succede al passaporto collettivo?

Nuovi cambiamenti anche per quanto riguarda il passaporto collettivo. In passato, questa tipologia di documento permetteva a gruppi di persone di viaggiare insieme con un unico passaporto. Oggi, ormai inutilizzato, viene definitivamente eliminato anche per rispettare i nuovi standard di sicurezza, i quali prevedono che ogni viaggiatore possieda il proprio passaporto personale.

Ci sono cambiamenti per le carte d’identità?

In base alle nuove regole, sarà possibile viaggiare nei Paesi al di fuori dell’Unione Europea anche con la carta d’identità previa stipula di accordi bilaterali specifici. Questa modifica rappresenta un passo importante verso una maggiore semplificazione nei viaggi internazionali, aumentando le possibilità di utilizzo del documento d’identità per i cittadini europei.

Quali sono le nuove regole sui minori che viaggiano?

Infine, il disegno di legge introduce anche una modifica per i minori di 14 anni che viaggiano con un solo genitore. Se finora alcuni Paesi non accettavano la semplice dichiarazione firmata dal genitore e chiedevano un’attestazione ufficiale da parte delle autorità italiane, da oggi l’Italia può rilasciare questo tipo di certificazione, così da evitare problemi alle famiglie durante i viaggi.

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Alla scoperta dei Tepui, gli affascinanti monti degli dei in Venezuela

La mano dell’uomo ha inciso sulla natura più di quanto avrebbe dovuto nel corso dei secoli. Ci sono dei luoghi però, così inaccessibili da rimanere incontaminati e inviolati. Come i Tepui, le cosiddette “montagne degli dei” che si trovano soprattutto in Venezuela, e più precisamente nella Gran Sabana: così alte e così impervie da essere state per secoli fonte di leggende e racconti mitologici. Luoghi straordinari, che vale la pena conoscere e raccontare.

Cosa sono i Tepui?

I Tepui sono degli enormi altopiani situati in Venezuela, che si estendono per centinaia di chilometri. La loro formazione risale a circa il periodo Paleozico, più precisamente tra 300 e 400 milioni di anni fa, ma la realtà dei fatti è che la forma che hanno oggi è il risultato di un lungo processo di erosione che prosegue anche oggi.

Ce ne sono circa 100 tra il Venezuela, il Brasile e la Guyana e la loro altezza va dai mille ai 3mila metri sopra il livello del mare. I più famosi sono Neblina, Roraima, Autana, e Auyantepui. Quest’ultimo è il luogo dove sorge la famosa Angel Falls, ossia la cascata più alta del mondo.

Angel Falls, Tepui

Fonte: iStock

L’incredibile Angel Falls, la più alta del mondo

Dove si trovano

I Tepui si trovano tra la Guyana occidentale, il Brasile e il Venezuela. La maggior parte sono nel Parque Nacional Canaima, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. In Brasile, invece, è stato istituito il Parco nazionale del Monte Roraima. Scalarli non è semplice, ed è molto difficile che l’uomo possa avventurarsi sulla vetta.

Flora e fauna dei Tepui

Tra un Tepui e l’altro c’è una distanza enorme. Questo, unito alla loro inaccessibilità, ha fatto sì che ognuno sviluppasse un ecosistema a sé. Nessun Tepui è uguale all’altro, nessuno di essi ha una flora o una fauna anche lontanamente simile a quelli vicini. Inoltre, il fatto che l’uomo non abbia potuto mettere mano alla natura di questi altopiani, ha fatto sì che ci siano specie animali e vegetali assolutamente uniche. Per anni si è creduto addirittura che, grazie all’ecosistema inalterato, qui fossero sopravvissuti i dinosauri.

Heliamphora pulchella, Tepui

Fonte: iStock

Heliamphora pulchella, pianta carnivora carnivora dei Tepui del Venezuela

Come si sono formati i Tepui

I Tepui si sono formati dai grandi altopiani di arenaria situati tra la foresta amazzonica e il fiume Orinoco. Con il passare dei secoli questi furono erosi, e dai monti rimasti si svilupparono Tepui. Secondo una teoria presentata nel 2013, questi meravigliosi altopiani sarebbero quello che rimane della parte non erosa dello Scudo della Guyana.

Le grotte sotterranee

Le meraviglie svelate dai Tepui però, non finiscono qui. Nel 2014 è stata scoperto nella regione il più lungo sistema di grotte quarzitiche esistente. L’interno è composto da sinistre formazioni geologiche di un colore rosatro e c’è la presenza di un rarissimo minereale, la rossiantonite. Venti chilometri di tunnel e gallerie, con caratteristiche geologiche che non hanno eguali al mondo.

Misteri e leggende

Oltre a essere formazioni geologiche straordinarie, i Tepui sono anche ricchi di leggende e miti che da secoli affascinano chiunque. Il merito è certamente delle loro cime piatte e delle pareti a strapiombo, che nel corso del tempo si sono rivelati lo scenario ideale per storie fantastiche, tramandate poi di generazione in generazione. Tra le più famose segnaliamo:

  • La Leggenda di Roraima: per gli indigeni Pemon del Venezuela, il Tepui di Roraima sarebbe la casa degli spiriti degli antenati. Si narra, infatti, che in un tempo assai lontano era una montagna come tutte le altre, mentre oggi è così perché un Dio potente la sollevò dai cieli per separarla dal resto del mondo;
  • Il Mondo Perduto (Arthur Conan Doyle): il romanzo racconta del professor Challenger che guida una spedizione sui Tepui per trovare dinosauri ancora vivi. Una storia che, volente o nolente, ha contribuito a creare l’immagine romantica e misteriosa di questi capolavori della natura;
  • La leggenda di Auyan Tepui e il Salto Ángel: pare che la cascata più alta del mondo sia stata creata dagli spiriti. Più precisamente, la leggenda racconta di un guerriero innamorato di una bellissima donna, il quale si gettò nel fiume per guadagnarsi il suo cuore. E fu proprio per questo che gli spiriti decisero di trasformarlo in cascata;
  • La Leggenda della Creazione del Mondo: secondo le popolazioni indigene dei Tepui, il mondo fu creato proprio a partire proprio da queste favolose montagne;
  • I Mostri e gli Spiriti del Tepui: per alcuni racconti popolari, i Tepui sono il rifugio di spiriti maligni e mostri che proteggono le montagne da chi tenta di raggiungerne la cima. Parrebbe, infatti, che serva il permesso degli spiriti stessi per scalarle, altrimenti si rischia di essere puniti da creature misteriose o da forze invisibili con il fallimento dell’impresa.
Tepui Autana, Venezuela

Fonte: iStock

Il Tepui Autana in Venezuela
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Villa Palagonia, la strana storia della villa dei mostri di Bagheria

A Bagheria, in provincia di Palermo, si erge nei cieli Villa Palagonia, un edificio cintato settecentesco che, oltre a essere maestoso e bellissimo, nasconde anche tantissimi segreti e misteri. A popolarla, infatti, sono numerose statue bizzarre, opere che raffigurano mostri che vanno a impreziosire quello che è ritenuto un capolavoro del barocco siciliano, e anche un’attrazione imperdibile per chi visita questa zona affascinante del nostro Paese.

Dove si trova Villa Palagonia

Come accennato, la straordinaria Villa Palagonia sorge a Bagheria, suggestiva realtà della Sicilia. Più precisamente si trova in Piazza Garibaldi ed è lì dall’ormai lontanissimo 1715 ad ammaliare chiunque vi passa davanti. Edificata per volere di Francesco Ferdinando Gravina Alliata, principe di Palagonia, è divenuta quello che è oggi per mano di Ferdinando Francesco II, che scelse di aggiungervi stravaganti decorazioni che le valsero persino il soprannome di “Villa dei Mostri“.

Parliamo quindi di un luogo sorprendente, che si caratterizza per una peculiare aura misteriosa e decadente che l’ha resa oggetto di leggende e racconti (che ora scopriremo insieme nelle prossime righe).

Le cose strane al suo interno

Chiunque decida di visitare la misteriosa Villa Palagonia non può che rimanere incantato dalle sue stranezze e dal distintivo carattere eccentrico, caratteristiche che la rendono unica nel panorama del barocco siciliano. Si presenta quindi come un vero e proprio enigma architettonico e artistico al quale, per alcuni aspetti, è quasi impossibile trovare risposte.

Le statue “mostruose”

Le statue “mostruose” della villa sono tantissime, opere grottesche che popolano il giardino e il muro di cinta. Sono principalmente creature deformi, animali fantastici, uomini con teste sproporzionate, gobbi, nani ed esseri ibridi. Molte di loro sembrano, apparentemente, non avere alcuna logica, ma non mancano di certo studi che sostengono che, in fondo in fondo, siano lì a simboleggiare una vera e propria critica sociale: si ipotizza che Ferdinando Francesco II di Palagonia volesse prendere in giro l’aristocrazia siciliana, trasformandola in una sorta di corte di deformità.

Ci sono anche altri esperti che ritengono che queste sculture abbiano invece un significato esoterico, richiamando antichi simboli alchemici.

Salone degli Specchi

Dal fascino irresistibile è il Salone degli Specchi, ovvero una stanza piena di specchi deformanti che creano giochi di riflessi e illusioni ottiche. Si sostiene che alla base di questa scelta ci sia stata la volontà di distorcere le proporzioni di chi vi si riflette, proprio per disorientare e dare, contemporaneamente, un senso di confusione e inquietudine.

È molto facile, infatti, ritrovarsi all’interno di tale salone e percepire un effetto di labirinto visivo, vivendo la sensazione che la stanza sia più grande e confusa. Un’idea, quella degli specchi ingannevoli, che è stata poi ripresa in film e romanzi gotici e surrealisti.

Salone degli Specchi, Villa Palagonia

Fonte: iStock@Rimbalzino

Il Salone degli Specchi di Villa Palagonia

Affreschi misteriosi

Non mancano di certo gli affreschi dal significato enigmatico, molti dei quali raffigurano scene non facili da immaginare in quella che, in passato, era una dimora nobiliare. Anche in questo caso ci sono creature fantastiche e ibride, volti enigmatici dalle espressioni ambigue (pare quasi che osservino il visitatore), simboli misteriosi e molto altro ancora.

Gli arredi

Persino gli arredi di Villa Palagonia hanno le loro stranezze perché, pur trattandosi di una dimora dalle atmosfere grottesche, si distinguono per la loro qualità, in quanto sono incredibilmente lussuosi. La villa è infatti piena di marmi policromi, soffitti decorati in oro con dettagli finemente scolpiti e mobili con intarsi pregiati.

Stanze con angoli insoliti

Sì, avete letto bene: Villa Palagonia si compone di angoli insoliti, tra cui soffitti inclinati o asimmetrici, porte di altezze diverse e corridoi che sembrano finire nel nulla ma che invece conducono ad altre stanze nascoste. La sensazione che si pùò percepire, quindi, è proprio che l’obiettivo di chi ha costruito questa residenza fosse renderla una sorta di labirinto mentale.

Leggende e curiosità

Ad aleggiare intorno alla bellezza mistica di Villa Palagonia ci sono numerose leggende e curiosità. Innanzitutto, si narra che Ferdinando Francesco II di Palagonia, creatore delle stranezze della villa, fosse convinto che circondandosi di mostri e di deformità sarebbe stato protetto dagli spiriti maligni e dal malocchio.

Nel folklore siciliano, inoltre, Villa Palagonia è spesso chiamata “Il Palazzo del Diavolo“. Il motivo? In passato erano tutti convinti che solo una mente diabolica potesse concepire un luogo così bizzarro e unico nel suo genere. A tal proposito c’è anche una leggenda locale, che narra che il principe avrebbe stretto un patto proprio con Lucifero “in persona” per costruire la villa più strana del mondo, il quale in cambio gli chiese di sacrificare la sua sanità mentale.

Statue "mostruose", Bagheria

Fonte: iStock@Rimbalzino

Le statue “mostruose” di Villa Palagonia

A parlare di questo posto pazzesco fu anche Wolfgang von Goethe nel 1787, che lo descrisse con le seguenti parole: “Mai vidi riunita tanta assurdità in un solo luogo. È l’opera di un pazzo.” Una descrizione che, inevitabilmente, contribuì a rendere Villa Palagonia celebre in tutta Europa come un posto di follia e fitto mistero.

Infine, pare proprio che anche Villa Palagonia abbia il suo fantasma. Secondo alcuni è lo spirito dello stesso principe Ferdinando, ancora legato alla sua villa, mentre per altri è quello di un servo che fu condannato a vagare tra queste stanze fuori dal comune.

Orari e prezzi

Questa affascinante villa della Sicilia è aperta al pubblico tutti i giorni (compresi i festivi) dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 17.30. Il biglietto intero costa 6 euro, ma è anche disponibile un ridotto a soli 3 euro (per i bambini dai 5 ai 10 anni). Nei weekend è anche possibile scoprirla con l’ausilio di visite guidate (costo 9 euro, ridotto 6), ma va specificato, tuttavia, che gli orari di apertura possono subire variazioni in base alla stagione.

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In queste impressionanti catacombe italiane si nascondono centinaia di mummie

Unico, suggestivo, macabro: sono tanti gli aggettivi che vengono usati per descrivere le Catacombe dei Cappuccini, uno dei luoghi più particolari di Palermo. Una volta scese le scale che conducono nelle stanze sotterranee situate sotto il convento, i visitatori vengono assaliti da emozioni diverse. C’è chi resta sorpreso, chi impressionato e chi, magari perché più suscettibile, prova un orrore che, sicuramente, avrebbe voluto evitare (soprattutto se la tappa precedente è stata uno stand di street food siciliano!).

Ma cos’è che, custodito dentro le stanze, provoca tutti questi sentimenti contrastanti? Quello che vedrete una volta entrati sarà la più grande collezione di mummie al mondo, molte delle quali indossano abiti antichi. Guardatevi attorno e vi ritroverete circondati da un numero impressionante di cadaveri (circa 8000) posizionati lungo le pareti.

I defunti sono divisi per stanze in base all’età, al sesso o al mestiere: bambini, donne, uomini, monaci, sacerdoti, professionisti. Qual è la storia di questo posto? Perché esiste? Vi raccontiamo tutto qui.

La storia delle Catacombe dei Cappuccini

Palermo racconta il suo passato in tanti modi diversi, anche attraverso i corpi dei suoi stessi cittadini. Le Catacombe dei Cappuccini sono uno dei luoghi più particolari della città, esistenti fin dal 1599, quando i frati cappuccini costruirono un cimitero sotterraneo sfruttando l’esistenza di antiche grotte. Ci misero due anni per terminare l’opera e, al momento di traslare le reliquie dei loro confratelli, si sorpresero nel constatare che quarantacinque corpi erano rimasti praticamente intatti, mummificati naturalmente.

Questo fatto venne interpretato come un segno della benevolenza celeste e i frati decisero di non seppellire più i corpi, ma di esporli in piedi dentro delle nicchie poste tutte attorno alle pareti del primo corridoio delle Catacombe. Un avvenimento che fece allo stesso tempo scalpore e successo perché, diffusasi la voce, cominciarono ad accogliere un numero sempre maggiore di salme di “secolari”. Nel 1783, infine, decisero di concedere sepoltura a tutti coloro che fossero in grado di permettersi i costi delle pratica di imbalsamazione.

Le tecniche di mummificazione

Seppur la maggior parte delle salme presenti nelle catacombe abbiano subito un processo di mummificazione naturale, i frati si specializzarono ben presto nella mummificazione artificiale. Secondo il frate Benedetto Sambenedetti, i cappuccini possedevano un lavatoio per i cadaveri e delle celle in cui li collocavano per otto mesi in attesa che seccassero.

Nel dettaglio, i corpi restavano chiusi in queste celle sotterranee caratterizzate da bassa umidità, distesi orizzontalmente su specifiche strutture di drenaggio per far perdere lentamente l’acqua presente nei tessuti. I corpi venivano poi messi all’aria aperta, puliti con un po’ di aceto e infine rivestiti con il loro abito migliore per essere collocati nelle nicchie a loro riservate.

Un caso speciale è quello di Rosalia Lombardo, una bambina di due anni morta nel 1920, nella quale fu iniettato un liquido per l’imbalsamazione. La mummia della piccola è il cadavere più famoso e meglio conservato delle catacombe.

La mummia della bambina è frutto del lavoro di Alfredo Salafia, celebre imbalsamatore palermitano che dedicò la sua vita a ricercare e studiare come contrastare la morte impedendo al tempo di deteriorare la forma e l’aspetto dei defunti.

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Ponte 25 aprile – 1 maggio 2025 tra capitali e fughe nella natura: le mete più belle e vicine da raggiungere

Le occasioni per viaggiare in questa primavera 2025 sono tantissime grazie ai numerosi giorni di vacanza a vostra disposizione, soprattutto se avete ferie da sfruttare. Se la Pasqua la volete festeggiare in famiglia, avete sempre il ponte del 25 aprile-1 maggio da utilizzare per raggiungere alcune mete vicine che, proprio in questo periodo, danno il meglio di sé. I mesi primaverili, infatti, sono ideali per visitare determinate destinazioni che, in estate, potrebbero essere molto più affollate.

Qui vi suggeriamo alcune mete in Italia e all’estero a corto raggio dove partire durante il lungo ponte, dalle grandi capitali alle fughe nella natura.

La magia della Provenza

Facilmente raggiungibile dall’Italia, la regione della Provenza, nel sud della Francia, offre un’esperienza di viaggio unica a qualsiasi tipologia di viaggiatore: da chi ama passeggiare tra le strade di antichi borghi a chi, invece, vuole indossare scarpe da trekking e partire alla scoperta di paesaggi naturali mozzafiato. Una volta arrivati, a prescindere dall’esperienza che state cercando, capirete subito perché ha conquistato e ispirato nel tempo artisti e poeti provenienti da tutto il mondo.

Durante il ponte del 25 aprile-1 maggio potrete immergervi nei suoi paesaggi variegati creando un itinerario a base di città e borghi, come Marsiglia, Nizza, Arles, MartiguesAix-en-Provence, e di campi di lavanda percorrendo le Routes de la Lavande. Gli amanti dei trekking e della montagna potranno fare tappa sul Mont Ventoux (la vetta più alta della Provenza) o nel Parc National du Mercantour, che comprende sette valli alpine e numerose possibilità di escursioni. E, se non potete rinunciare al mare anche quando state facendo trekking, il posto da segnare sulla mappa è sicuramente il Parc National des Calanques.

Maiorca, la regina delle Isole Baleari

Le Isole Baleari si stanno ritrovando a dover affrontare il problema dell’overtourism durante i mesi di alta stagione. Ecco perché la primavera potrebbe essere il periodo ideale per visitarle, in particolare per scoprire l’isola di Maiorca, approfondendone ogni aspetto e non solo quello più conosciuto del mare. La bellezza di Maiorca, infatti, risiede anche nell’entroterra, in particolare nella catena montuosa della Serra de Tramuntana, riconosciuta Patrimonio dall’UNESCO.

Sull’isola non mancano anche attrazioni culturali e architettoniche, da scovare nel centro storico di Palma, come l’imponente Cattedrale di Santa Maria costruita interamente con blocchi di arenaria, o nel Museu Fundación Juan March e l’Es Baluard, che espongono sia opere d’arte storica che contemporanea. Il tutto, ovviamente, arricchito da un’immersione nella sua cucina.

Uno dei modi migliori per scoprirla è facendo un giro nei mercati dell’isola, dove troverete anche diverse bancarelle che propongono tapas e specialità pronte da provare, come il Mercat de l’Olivar e il Mercat de Santa Catalina di Palma.

Serra de Tramuntana a Maiorca

Fonte: iStock

Il mare incontra la montagna nella Serra de Tramuntana

Egitto, il fascino dell’antica civiltà

Dall’Italia ci sono diversi voli che permettono di raggiungere facilmente l’Egitto e immergersi totalmente nelle sue bellezze storiche. Si tratta di un viaggio all’insegna dell’esperienza tra templi, necropoli e piramidi. Durante il ponte del 25 aprile-1 maggio potreste regalarvi una crociera sul Nilo e fare tappa a Luxor e al tempio di Karnak. Questo grande museo a cielo aperto rappresenta una delle eredità più preziose dell’antica civiltà egizia perché custodisce i templi, le tombe e i monumenti più famosi del Paese. Ovviamente, una visita al Museo Archeologico di Luxor è un must perché ospita circa un terzo dei manufatti egizi del mondo!

Durante la vostra crociera sul Nilo farete tappa anche alla Valle dei Re, uno dei luoghi di sepoltura più imponenti del mondo, e ai Colossi di Memnone, due grandi statue in pietra che proteggono il Tempio Mortuario di Amenhotep III, nonno del più famoso Tutankhamon.

Vienna e i suoi giardini in fiore

La capitale austriaca è sicuramente una delle città più verdi del mondo e visitarla in primavera significa poter ammirare i suoi parchi nel massimo del loro splendore, ma non solo. In questo periodo, le temperature cominciano a salire ed è un piacere stare all’aperto e scoprire gli angoli più belli di Vienna, a partire dai suoi mercati. Cominciate la vostra giornata al Karmelitermarkt di Leopoldstadt, passeggiate tra le colorate bancarelle del mercato e assaggiate qua e là le diverse specialità proposte.

Il 2025 è l’anno perfetto per visitare Vienna anche perché la città celebra il 200° anniversario della nascita del re del Valzer, Johann Strauss. Per l’occasione è stato inaugurato anche un nuovo museo, chiamato appunto il Museo di Johann Strauss – Nuove Dimensioni, che presenta la sua vita in una mostra immersiva.

Oltre ai tanti parchi pubblici, se volete vivere al meglio la primavera a Vienna dovete andare al giardino della reggia di Schönbrunn, patrimonio UNESCO dal 1996 insieme al palazzo. Aperto al pubblico dai tempi dell’imperatrice Maria Teresa, ricopre un grande interesse dal punto di vista storico-artistico, oltre a essere una meravigliosa oasi verde che si riveste di colori proprio grazie alle fioriture.

Palermo, tra arte, cultura e street food

Se non volete lasciare l’Italia, potreste fare un salto a Palermo per godervela con le temperature primaverili ideali. Partite dal centro e dalla famosa Piazza dei Quattro Canti, dove convergono i quattro quartieri storici, procedete verso Piazza Pretoria e ammirate le figure mitologiche impresse sulla Fontana della Vergogna, per poi proseguire verso la Cattedrale. Durante il vostro tour fate tappa al mercato di Ballarò, dove le abbanniate, le cantilene con cui i proprietari degli stand promuovono le loro merci, riempiono l’aria, e affidatevi all’olfatto assaggiare le migliori specialità di street food, dalle panelle alle stigghiole.

Se noleggiate un’auto per scoprire i dintorni, raggiungete la splendida Riserva dello Zingaro. Indossate scarpe comode e intraprendete il sentiero escursionistico che, caletta dopo caletta, vi farà scoprire un’oasi naturale tra le più belle della Sicilia. Non dimenticate di indossare o di portare con voi il costume da bagno perché, se la giornata è bella e il sole riscalda, non potrete resistere a fare un tuffo veloce nelle acque cristalline delle sue piccole spiagge!

Riserva zingaro Sicilia

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Una caletta della Riserva dello Zingaro

Trentino per una vacanza all’aria aperta

Se ai luoghi di mare preferite la montagna, potreste trascorrere il ponte del 25 aprile-1 maggio tra le bellezze naturali del Trentino. Le esperienze da vivere all’aperto sono tantissime, dalle pedalate tra vigneti e castelli alle passeggiate nei boschi. Il tutto arricchito anche da qualche fuga culturale in alcune delle più belle città della regione, come Trento e Rovereto.

Per chi vuole sfruttare le giornate di primavera per fare delle escursioni, consigliamo due percorsi: il giro del lago di Molveno, una passeggiata semplice ad anello, e il Percorso del Respiro degli Alberi. Quest’ultimo è un invito a scoprire, in maniera nuova e originale, il tratto dell’altopiano lavaronese che si affaccia sulla profonda valle del Centa e l’Alta Valsugana percorrendo un itinerario facile, in cui le suggestioni dell’ambiente si sposano con la suggestione dell’arte.

Se preferite salire in sella alla vostra bicicletta, vi aspettano diverse piste ciclabili come quella della Valsugana, della Valle dell’Adige o la ciclopedonale Torbole – Sarche, uno dei percorsi più amati del Garda Trentino.

Istanbul e la festa dei tulipani

Istanbul può essere visitata tutto l’anno, ma in primavera offre davvero il meglio di sé ai viaggiatori. Oltre alle temperature miti, perfette per scoprire la città e per fare la crociera sul Bosforo, e alle giornate più lunghe, il mese di aprile è perfetto anche grazie all’attesissimo Festival dei Tulipani. Per tutta la durata del mese, la città fiorisce con milioni di tulipani, soprattutto a Emirgan Park e Gulhane Park, due dei luoghi migliori dove ammirare le esposizioni di oltre 100 varietà di tulipani. Durante il festival ci saranno anche tanti eventi di musica dal vivo e laboratori.

Inoltre, se volete scappare per un attimo dal trambusto cittadino, raggiungete le Isole dei Principi dove i veicoli non sono ammessi e i visitatori possono esplorare stradine strette costeggiate da foreste di pini incontaminate e cottage vittoriani in legno.

Slovenia, un Paese piccolo ricco di bellezze

Anche la Slovenia è facilmente raggiungibile dall’Italia e quindi perfetta come meta a corto raggio da raggiungere per il ponte del 25 aprile-1 maggio. Inoltre, considerando che non è un Paese grandissimo, avrete l’opportunità di vivere facilmente una vacanza ricca e variegata tra paesaggi montani, vivaci località costiere e laghi fiabeschi.

Nell’arco di pochi giorni, infatti, potete passeggiare sulle Alpi, fare kayak in un corso d’acqua glaciale, visitare alcune regioni vinicole di livello mondiale e fare un tuffo in mare. Nel vostro itinerario potreste inserire la capitale, Lubiana, con le sue architetture particolari e il centro attraversato dal fiume, contraddistinto da una particolare atmosfera parigina, e il lago di Bled, un luogo che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe, da visitare a piedi o noleggiando una barca a remi.

Se sono le avventure all’aria aperta quello che state cercando per le vostre vacanze, dirigetevi verso il fiume Bovec, situato ai margini del Parco Nazionale del Triglav, incastonato tra le Alpi Giulie e il fiume Soča. Il modo migliore per vivere il fiume è partecipare a un tour di rafting o kayak!

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Ritorna il treno che fa viaggiare indietro nel tempo tra il Lago Maggiore e il Lago di Como

Domenica 6 aprile, un insolito viaggio in treno partirà da Milano Cadorna e arriverà a Lago di Como per offrire ai passeggeri un’esperienza diversa. Una volta saliti si ritroveranno trasportati direttamente negli anni ’20 dove a creare l’atmosfera non sono solo i sedili di velluto rosso cardinale delle carrozze di prima classe, contraddistinte da eleganti interni in legno, ma anche personaggi che, indossando costumi d’epoca, si esibiranno in diverse performance artistiche, teatrali e musicali.

Stiamo parlando del treno storico di Trenord che, dopo i sold out nel 2024 in occasione dei suoi cent’anni, torna con due nuove mete: oltre i laghi Maggiore e di Como, quest’anno il convoglio raggiungerà anche Novara e Asso.

Le date 2025 del treno storico Trenord

Sempre più persone vogliono rallentare e fare esperienze diverse e, in questo senso, il treno storico di Trenord risponde esattamente a questo desiderio. Il treno è composto da tre carrozze di prima classe AZ 130-136 137, costruite negli anni 1924-25, dal locomotore E 600-3, realizzato da OM-CGE nel 1928, e dal locomotore E 610-04, prodotto dalla Breda-CGE nel 1949, tutti completamente restaurati.

Il convoglio, attivo da aprile a novembre, effettuerà undici corse di andata e ritorno da Milano Cadorna: sei saranno dirette a Como Lago, tre a Laveno Mombello Lago, una a Novara e una ad Asso.

Le date del 2025 sono le seguenti:

  • domenica 6 aprile: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 27 aprile: Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago;
  • domenica 11 maggio: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 18 maggio: Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago;
  • domenica 25 maggio: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 8 giugno: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 14 settembre: Milano Cadorna-Novara Nord;
  • domenica 21 settembre: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 5 ottobre: Milano Cadorna-Asso;
  • domenica 19 ottobre: Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago;
  • domenica 9 novembre: Milano Cadorna-Como Lago.

Le esperienze in stile anni ’20 offerte sul treno

In base alla tratta, potrete vivere esperienze uniche diverse. Sui viaggi in treno con destinazione Lago di Como, Novara e Asso assisterete alle performance artistiche, teatrali e musicali, basate sulla ricostruzione storica di luoghi e personaggi del tempo, eseguite da diversi artisti in costume d’epoca.

Su quelli con destinazione Laveno Mombello Lago, invece, i passeggeri saranno intrattenuti da musicisti jazz, scelti tra i migliori della scena italiana, che renderanno omaggio alla musica degli anni Venti e Trenta, attraverso un repertorio jazz-blues, brani classici e canzoni popolari.

I viaggiatori possono partecipare in modo attivo all’esperienza indossando abiti tipici degli anni ’20-’30. In omaggio, tutti riceveranno il libretto sul Treno Storico e un esclusivo biglietto vintage.

Biglietti e informazioni utili

I biglietti, acquistabili fin da subito, vanno a ruba quindi vi consigliamo di acquistarli in anticipo direttamente dal sito ufficiale: la vendita online per ogni treno storico sarà attivata dal lunedì precedente la data di ogni corsa. Tuttavia, se non riuscite a trovare disponibilità, sappiate che durante la sosta del treno a Como Lago, dalle ore 15:00 alle 16:00, prima del ritorno a Milano Cadorna, la carrozza viaggiatori AZ 130 resterà aperta e sarà visitabile gratuitamente, senza obbligo di prenotazione.

Per quanto riguarda i costi, il prezzo del biglietto per gli adulti è di 15,60 euro, mentre per i ragazzi tra i 4 e i 13 anni è previsto un biglietto gratuito scaricabile secondo le normali procedure di acquisto online presenti sul sito di Trenord e che gli garantisce un posto a sedere. I ragazzi non potranno viaggiare da soli, ma dovranno essere accompagnati durante il viaggio da almeno un maggiorenne.

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Arriva in Italia il primo servizio integrato treno, bus e crociera

Se uno dei motivi principali per prenotare una crociera risiede nell’affrontare il minimo delle preoccupazioni durante l’organizzazione di un viaggio (il più delle volte basta un semplice clic e, con un solo pacchetto, si acquistano volo, cabina, pasti ed escursioni), ora lo è ancora di più. MSC Crociere e Italo hanno unito le forze per creare il primo servizio multimodale di treno, bus e nave in Europa per facilitare l’accesso ai porti di imbarco per le crociere in partenza da Civitavecchia, Napoli e Venezia.

In sostanza, grazie a questo trasporto multimodale, chi partirà in crociera avrà meno preoccupazioni perché potrà godere dei comfort del viaggio ancor prima di mettere piede sulla nave, raggiungendo in modo più agevole e senza stress il porto di imbarco.

Il nuovo servizio integrato treno, bus e nave

L’obiettivo di MSC Crociere e Italo è quello di offrire un servizio completo ai viaggiatori. Come ha dichiarato Leonardo Massa, vice presidente Southern Europe di MSC Crociere: “La prima parte di una vacanza inizia quando si lascia la propria abitazione ed è fondamentale che l’esperienza per raggiungere la nave sia comoda, confortevole e mantenga gli standard dei servizi che offriamo a bordo delle nostre navi”.

È con quest’idea che, da oggi, le navi da crociera saranno ancora più “vicine” alle case dei passeggeri in partenza dai tre porti di Civitavecchia, Napoli e Venezia che potranno scegliere di utilizzare il viaggio combinato Italo/Itabus per raggiungere direttamente la nave dalla propria città.

Si tratta di un servizio multimodale molto importante per iniziare nel modo giusto la propria vacanza attraverso l’utilizzo dei diversi mezzi di trasporto, per raggiungere in modo comodo e agevole la nave presso il
porto di imbarco e per tornare poi a casa al termine della crociera.

Come funziona il nuovo servizio integrato

Come funziona il nuovo servizio multimodale proposto da MSC Crociere e Italo? Con un unico biglietto, acquistabile durante la prenotazione della vostra crociera, potrete partire in treno dalla vostra città e, una volta arrivati in stazione, salire sui mezzi di trasporto Itabus messi a disposizione per raggiungere i porti di Venezia (5 servizi giornalieri), Civitavecchia (4 viaggi quotidiani) e Napoli (15 collegamenti al giorno), nei giorni in cui ci sarà la nave di MSC Crociere pronta a salpare.

In modo più concreto, potrete arrivare a Venezia Mestre con Italo e da lì prendere Itabus per raggiungere il terminal crociere e viceversa, sbarcare dalla nave, prendere il bus in porto per andare in stazione e prendere il treno. Stessa cosa vale per Roma: si scende da Italo alla stazione Tiburtina e si prende Itabus diretto a Civitavecchia dove ci sarà la nave MSC Crociere in coincidenza. Per il porto di Napoli, invece, il servizio sarà ancora più esteso perché non attivo solo per le connessioni con le crociere. Itabus, infatti, servirà indipendentemente lo scalo portuale per collegare anche i servizi marittimi verso le altre destinazioni del golfo.

Si tratta di una soluzione moderna che, non solo migliorerà il vostro comfort e diminuirà le vostre preoccupazioni se il porto di partenza non si trova nella vostra città, ma che offre anche un’opzione sostenibile per cominciare in modo più green il vostro viaggio riducendo l’uso delle auto.

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Souvenir da Barcellona (e cosa vale davvero la pena acquistare prima di tornare a casa)

Barcellona è una città coinvolgente, dinamica, creativa al punto da essere d’ispirazone estetica e culturale. Gli occhi si riempiono di bellezza a tutti i livelli e, al momento di tornare a casa, si cerca in qualunque modo di portarsela dietro un po’ di tutta quella meraviglia. Ecco alcuni dei migliori souvenir da comprare per ricordo o per un regalo.

Sapori della Catalogna

La gastronomia catalana propone prodotti locali, autentici e gustosi, perfetti anche come souvenir. Tra i più apprezzati e celebri c’è il jamón ibérico, un prosciutto pregiato dal sapore intenso, spesso venduto sottovuoto per un trasporto più pratico. Non meno famoso è il fuet, un insaccato sottile e speziato tipico della regione.

Chi ama i formaggi o come alternativa veg può optare per il Mató, leggero e fresco, spesso accompagnato dal miele, oppure per il più stagionato Manchego, dal sapore deciso. Tra i condimenti, l’olio d’oliva catalano è tra i più rinomati; o la salsa allioli, cremosa a base di aglio e olio d’oliva, è un’icona della cucina locale, perfetta per accompagnare le tradizionali tapas a base di papas bravas o calamari fritti.

Per chi desidera brindare alla catalana, il Cava, lo spumante della regione, è una scelta eccellente. Attenzione però ai regolamenti su liquidi e  nellici: nel bagaglio a mano in aereo non si possono trasportare bottiglie oltre i 100 ml; e per i voli all’interno dell’Unione Europea è possibile trasportare nel bagaglio da stiva fino a 90 litri di vino e spumanti, mentre per i superalcolici il limite scende a 10 litri.

cosa comprare a Barcellona

Fonte: iStock

Jamón ibérico

Gaudì e il modernismo catalano nei souvenir

Il legame di Barcellona con Gaudí e il modernismo si riflette anche nei suoi souvenir. Le ceramiche ispirate ai mosaici del Parc Güell, con colori accesi e forme irregolari, sono tra i ricordi più caratteristici. Anche i libri illustrati sulla Sagrada Familia e le opere dell’architetto permettono sono un ricordo della sua genialità, per gli amanti di architettura e storia dell’arte. Per chi cerca qualcosa di più piccolo e meno impegnativo, le calamite e le stampe artistiche che riproducono le celebri architetture della città sono un’ottima scelta, rivisitate anche da desiner e artisti contemporanei.

Il Caganer: un portafortuna catalano

Tra i souvenir più particolari e legati alla tradizione catalana c’è il Caganer, una piccola statuetta raffigurante un personaggio accovacciato in una posa insolita. Questo simbolo della cultura popolare si trova nei presepi catalani e rappresenta prosperità e buona fortuna. Oggi esistono versioni moderne con volti di personaggi famosi, rendendolo un regalo divertente e originale.

Abbigliamento artigianale

Lo stile dell’abbigliamento artigianale catalano si distingue per la sua originalità e per un gusto decisamente più stravagante rispetto alla moda italiana. Nei quartieri di El Born e del Raval si trovano boutique indipendenti e laboratori che propongono capi dai colori accesi, tagli asimmetrici e tessuti particolari. Camicie dai motivi geometrici, gonne con giochi di volume e giacche decorate con stampe artistiche, ma anche accessori come zainetti e marsupi sono pezzi unici e stilosissimi.

Le scarpe spagnole

Tra i souvenir da non perdere ci sono anche le espadrillas, le tipiche scarpe in tela con suola di corda, che nascono proprio in Spagna. Comode e versatili, si trovano in vari colori e modelli, dalle più classiche a quelle decorate con ricami e dettagli moderni. Un altro must sono le scarpe in pelle artigianale, realizzate con lavorazioni tradizionali e materiali di alta qualità.

shopping a Barcellona

Fonte: iStock

Le tradizionali scarpe spagnole, le espadrillas

Dove andare per lo shopping a Barcellona

Fare shopping a Barcellona significa immergersi nella sua anima cosmopolita, tra moda, tradizione e modernità. Il Paseo de Gràcia è il viale del lusso, con boutique di alta moda incorniciate da capolavori modernisti come Casa Batlló e La Pedrera. La Diagonal ospita grandi centri commerciali, perfetti per chi cerca varietà e comodità. Plaza Catalunya è il cuore dello shopping accessibile, con catene internazionali e negozi storici, mentre La Rambla è il regno dei souvenir e delle specialità gastronomiche, con l’iconico Mercato de La Boquería. Per un’atmosfera alternativa, il Raval propone negozi vintage e indipendenti, tra librerie e locali multiculturali. Sant Antoni, più autentico e locale, è noto per il suo mercato storico e le librerie antiquarie. Il Quartiere Gotico e il Born offrono botteghe artigianali e negozi di design immersi in un’atmosfera medievale.

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Entro il 2030 volerà un aereo a idrogeno: ecco come sarà

L’aeronautica sta attraversando una rivoluzione tecnologica molto importante e significativa. Con la crescente necessità di ridurre le emissioni di carbonio nel rispetto dell’ambiente, l’idrogeno sembra una delle soluzioni più promettenti per il futuro. Airbus, rappresentante nel settore dell’innovazione, ha presentato le tecnologie degli aeromobili a idrogeno durante l’Airbus Summit del 2025.

Come funziona un aereo a idrogeno

Gli aerei a idrogeno potranno funzionare principalmente in due modalità:

  • attraverso celle a combustibile;
  • con motori a combustione diretta di idrogeno.

Le celle a combustibile trasformano l’idrogeno in elettricità, alimentando i motori elettrici. In alternativa, l’idrogeno può essere bruciato direttamente nei motori modificati per questa tecnologia, simili a quelli degli aerei attuali, ma senza emissioni di CO2.

L’uso dell’idrogeno come combustibile, nonostante comporti sfide tecniche, offre significativi vantaggi:

  • riduce le emissioni inquinanti per l’ambiente;
  • potrebbe rendere il trasporto aereo più sostenibile nel lungo termine.

Al Summit, Airbus, nella persona di Bruno Fichefeux, responsabile dei programmi futuri di Airbus, ha sottolineato il suo impegno per introdurre sul mercato un aeromobile a idrogeno commercialmente sostenibile.

Inoltre sono anche stati presentati alcuni degli elementi tecnologici chiave che consentiranno l’introduzione di un aeromobile commerciale completamente elettrico alimentato con celle a combustibile. Negli ultimi cinque anni Airbus ha infatti esplorato diversi concetti di propulsione a idrogeno, prima di selezionare questo concetto completamente elettrico. Questo percorso si distingue come il più attraente, dopo anni di ricerca sull’aviazione a idrogeno.

Gli aeromobili completamente elettrici, alimentati da celle a combustibile a idrogeno, hanno un importantissimo potenziale a lungo termine per rivoluzionare il trasporto aereo aggiungendo l’iter del carburante per l’aviazione sostenibile.

Queste tecnologie sono state in particolare presentate come parte di un nuovo concetto nozionale di un aeromobile a idrogeno alimentato da quattro motori di propulsione elettrica da 2 megawatt , ciascuno azionato da un sistema di celle a combustibile che converte idrogeno e ossigeno in energia elettrica. I quattro sistemi di celle a combustibile sarebbero alimentati tramite due serbatoi di idrogeno liquido. Sicuramente ulteriori test aiuteranno a maturare le future tecnologie combinate con lo stoccaggio e con la distribuzione dell’idrogeno, nonché ai sistemi di propulsione.

Il design innovativo degli aerei a idrogeno

Gli aerei a idrogeno avranno un design innovativo e diverso rispetto a quello al quale si è abituati al momento attuale. Per ospitare i serbatoi di idrogeno liquido si dovranno infatti fare agli aerei delle modifiche importanti. I serbatoi di questo tipo devono essere mantenuti a temperature estremamente basse (-253°C). Alcuni prototipi mostrano fusoliere più larghe per permettere l’integrazione di questi serbatoi senza comprometterne l’aerodinamica.

Un esempio di questa evoluzione è il progetto ZEROe di Airbus, di cui Glenn Llewellyn ne è il responsabile, che propone tre configurazioni diverse:

  • un aereo con motori turboventola modificati;
  • un modello con eliche;
  • una versione con fusoliera “blended wing”, cioè con ali e corpo integrati per massimizzare l’efficienza del carburante.

Airbus, con la volontà di essere capofila nel futuro dell’aviazione commerciale, ha delineato i piani per preparare un aeromobile a corridoio singolo di prossima generazione che potrebbe entrare in funzione nella seconda metà degli anni ’30.

Vantaggi ambientali ed economici con gli aerei a idrogeno

Uno dei principali vantaggi degli aerei a idrogeno è l’azzeramento delle emissioni di CO2 durante il volo. A differenza dei combustibili fossili, l’idrogeno non produce anidride carbonica quando viene utilizzato nelle celle a combustibile o nei motori a combustione diretta. Potrebbero esserci però emissioni di vapore acqueo e ossidi di azoto in caso di combustione diretta. Airbus ha sottolineato infatti come l’idrogeno sia al centro del loro impegno per la decarbonizzazione dell’aviazione.

Dal punto di vista economico, invece, il costo dell’idrogeno è attualmente abbastanza elevato, ma con l’evoluzione delle tecnologie di produzione e stoccaggio, se ne prevede una riduzione significativa entro il 2030. Inoltre, è anche possibile che le compagnie aeree potrebbero beneficiare di incentivi governativi per il passaggio verso energie pulite, rendendo questa soluzione sicuramente più competitiva rispetto ai carburanti standard.

Le sfide da superare per attuare il cambiamento

Il cambiamento, e quindi l’adozione su larga scala dell’idrogeno nel mondo dell’aeronautica, presenta alcune sfide da non sottovalutare.

aereo a idrogeno completamente elettrico fermo in aeroporto

Fonte: © Airbus SAS 2025

Aereo ZEROe completamente elettrico a quattro pod alimentato a idrogeno in aeroporto.

Ecco i primi ambiti su cui bisognerà lavorare per rendere possibile questo passaggio su larga scala:

  • necessità di infrastrutture adeguate negli aeroporti per il rifornimento di idrogeno;
  • l’accrescimento della capacità di produzione di idrogeno verde – prodotto da fonti rinnovabili -;
  • la sicurezza legata al trasporto e allo stoccaggio di un gas altamente infiammabile;
  • le tempistiche circa lo sviluppo e la certificazione degli aerei a idrogeno.

Le aziende aerospaziali stanno già collaborando con enti regolatori per assicurarsi che questi velivoli rispettino tutti gli standard di sicurezza e le prestazioni richieste per l’aviazione commerciale.

Nel 2023, Airbus ha dimostrato con enorme successo un sistema di propulsione a idrogeno da 1,2 MW mentre nel 2024 è stato portato a termine il test end-to-end di una pila di celle a combustibile integrata, motori elettrici, riduttori, inverter e scambiatori di calore.
Per affrontare le sfide di gestione e distribuzione dell’idrogeno liquido in volo, Airbus, in collaborazione con Air Liquide Advanced Technologies, ha sviluppato il Liquid Hydrogen BreadBoard (LH2BB) a Grenoble, in Francia. Sono previsti test a terra integrati per il 2027 presso l’Electric Aircraft System Test House di Monaco. In quella data si combinerà il banco propulsivo e il sistema di distribuzione dell’idrogeno per una convalida completa di questo sistema.

Il futuro dell’aviazione: in attesa del 2030

L’aereo a idrogeno rappresenta quindi una delle soluzioni più promettenti per il futuro dell’aviazione sostenibile. Se le sfide tecnologiche ed economiche saranno affrontate con esito positivo, entro il 2030 si potrà assistere al primo volo commerciale di un aereo alimentato a idrogeno. Questo potrebbe segnare una svolta storica nel settore puntando così ad un futuro più pulito e sostenibile.

Durante l’Airbus Summit del 2025, Airbus afferma che oltre alle tecnologie aeronautiche, continuerà a promuovere il sorgere di un’economia aeronautica basata sull’idrogeno e il relativo quadro normativo – anch’essi fattori essenziali per l’introduzione del volo alimentato a idrogeno su larga scala.

In futuro sicuramente bisognerà infatti concentrarsi anche su altro:

  • progresso nei sistemi di stoccaggio;
  • distribuzione;
  • propulsione;
  • contribuire al quadro normativo affinché si abbia la garanzia che questi aerei possano prendere il volo.