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I 6 borghi più belli dell’Alta Valle del Volturno, angolo incantato d’Italia

L’Alta Valle del Volturno è un angolo incantato al confine tra Lazio e Abruzzo, dove la natura incontaminata si intreccia con una storia millenaria e borghi antichi raccontano, passo dopo passo, il passato di un territorio autentico.

In questa zona del Molise, ci si ritrova avvolti da un’atmosfera differente: le strade di ciottoli, le torri medievali, le chiese affrescate e i paesaggi vegliati dai monti regalano un’esperienza di viaggio intima, lontana dai circuiti turistici di massa. È qui che si celano alcuni dei borghi più belli, tesori da scoprire con lentezza, ascoltando il silenzio e respirando il profumo della terra.

Fornelli, il borgo delle sette torri

Quando si arriva a Fornelli, si ha subito la sensazione di entrare in un luogo sospeso nel tempo. Parte del circuito ufficiale de I Borghi più Belli d’Italia, si erge fiero nell’Alta Valle del Volturno con l’impianto medievale ancora intatto e una cinta muraria tra le meglio conservate dell’intera regione. Le sue torri, ben sette, svettano a protezione di un centro storico dove ogni pietra racconta storie di nobili, abati e antiche dominazioni.

Fornelli nasce nel X secolo, come insediamento fondato dagli abati di San Vincenzo al Volturno, che contribuirono alla rinascita di queste terre dopo un periodo di decadenza. Passeggiando tra le stradine strette che si arrampicano lungo il colle, si incontrano architetture nobiliari, palazzi storici e scorci che appartenere un manoscritto antico.

Colpisce la maestosità del castello, trasformato nel Settecento in un palazzo fortificato, dove nel 1744 soggiornò persino Carlo III di Borbone. E poi c’è la splendida chiesa madre di San Michele Arcangelo, custode di un’arte sacra che vibra ancora tra le navate.

Colli a Volturno, la piccola Parigi del Molise

Chi si avventura fino a Colli a Volturno scopre una fiaba. Le tre colline boscose, sempreverdi e avvolte da una vegetazione rigogliosa, gli hanno valso l’affettuoso soprannome di “piccola Parigi” del Molise. Ma non è solo un paragone poetico: custodisce davvero tesori unici, che narrano secoli di storia e una connessione profonda con la natura.

Il borgo affonda le sue radici nel VII secolo a.C., ai tempi dei Sanniti, ma fu nel Medioevo che i monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno ne favorirono lo sviluppo. E ancora oggi, camminando per il paese, si possono ammirare resti di un acquedotto romano e soprattutto la cinta muraria sannitica, lunga sei chilometri, che affascina archeologi e studiosi da ogni parte del mondo.

A poco più di 400 metri d’altitudine, domina una valle incantevole, in un susseguirsi di scorci naturali che lasciano senza fiato: da una parte le vette delle Mainarde, dall’altra i profili del Matese. Qui, il contatto con la natura è totale, ma sempre intrecciato con la memoria storica di un popolo che ha saputo custodire le proprie radici.

Cerro al Volturno, il borgo del castello

Panorama di Cerro al Volturno

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Cerro al Volturno

Arrivando a Cerro al Volturno non si può fare a meno di alzare lo sguardo verso il castello che troneggia sull’intero abitato. Sospeso su uno sperone di roccia che emerge dalla pianura, il borgo appare protetto da una cornice di mura antiche e silenziose. È il racconto della difficoltà della costruzione in un luogo impervio, ma anche la sicurezza che la posizione strategica ha garantito per secoli.

Cerro prende il nome da un albero secolare, il quercus cerri, e custodisce un centro storico compatto, che si scopre facilmente a piedi. Tra le case, alcuni murales geometrici animano le facciate e accompagnano fino al cuore del paese: il Castello Pandone. Edificato per la prima volta nel X secolo e ricostruito nel Quattrocento, ha saputo adattarsi alle forme della roccia, dando vita a un edificio irregolare ma affascinante, simbolo della forza e della tenacia del borgo molisano.

Le mura storiche che racchiudono il paese risalgono al XIV secolo e conservano ancora le tracce delle torri e delle abitazioni che vi si appoggiavano. Un piccolo mondo arroccato che resiste al tempo, fedele alla sua identità.

Rocchetta a Volturno, tra storia e spiritualità

Rocchetta a Volturno è un borgo doppio, diviso tra l’antico nucleo di Rocchetta Alta e la parte più recente costruita più a valle, Rocchetta Nuova. Una duplice anima che racconta la storia di un paese resiliente, che ha saputo reinventarsi senza perdere le proprie radici.

Arroccata sulla montagna, Rocchetta Alta custodisce i resti della Rocca medievale e regala panorami da sogno, mentre a valle, Rocchetta Nuova si sviluppa con ordine ottocentesco, frutto del trasferimento della popolazione in seguito a problemi di stabilità del terreno. Ma la vera perla del territorio è l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, uno dei più antichi monasteri d’Italia. Fondata nell’VIII secolo, l’abbazia ha attraversato secoli di distruzioni, rifacimenti e restauri, fino a ritrovare nel Novecento, grazie a un intervento attento, le forme gotiche del XIII secolo. Al suo interno si conservano rari affreschi di epoca longobarda, testimoni di un’arte perduta che riesce sempre a commuovere.

Non meno importante è la memoria storica legata alla Seconda Guerra Mondiale: nelle vicinanze si combatté duramente, e il Museo delle Guerre Mondiali ne custodisce le tracce e le storie.

Montenero Val Cocchiara, tra storia e spiritualità

Montenero Val Cocchiara è un piccolo scrigno di storia che si apre tra le colline molisane, abitato da poco più di 500 anime ma carico di un fascino antico. Le sue origini risalgono al lontano XI secolo, quando era un feudo dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Ma è già nel Chronicon Volturnense del 975 che si trova traccia del borgo, allora chiamato Mons Niger.

Nel XII secolo sorgeva già una chiesa dedicata a Santa Maria, oggi nota come Santa Maria di Loreto, che con la sua facciata austera, il portale settecentesco e il campanile svettante invita al raccoglimento e all’ammirazione. All’interno, spicca un altare del 1754 decorato con raffinati intarsi floreali, testimonianza di una sensibilità artistica raffinata.

Il centro storico, racchiuso da mura in pietra grigia e dominato dal maestoso Palazzo Ducale del 1891, è una vera perla da esplorare. Le numerose chiese, cappelle e luoghi sacri punteggiano il paese, rendendolo uno dei centri spiritualmente più ricchi della zona.

E tutto intorno, il paesaggio si apre sulla vallata del Pantano della Zittola, con le sue atmosfere quasi carsiche e una bellezza aspra, che conquista al primo sguardo.

Pizzone, il cuore selvaggio della Valle

Centro storico di Pizzone

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Scorcio del centro di Pizzone

Nascosto tra i boschi di faggio e acero, Pizzone è un piccolo paradiso verde che domina la valle Ura dal monte Mattone. Qui la natura detta ancora le sue leggi, e il borgo vive in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Nei dintorni, si possono incontrare specie rare come l’orso bruno marsicano, l’aquila reale e i cervi, mentre il silenzio dei boschi accompagna i passi di chi esplora simili luoghi senza tempo.

Pizzone vanta ancora intatte le tre antiche porte di accesso, che delimitavano i vari nuclei abitativi poi fusi nel borgo attuale. Porta Lecina, Porta dei Santi e Porta Borea sono come varchi in un passato che continua a vivere tra le pietre.

Nel centro storico, la chiesa di San Nicola rivela l’anima antica, emersa dopo il terremoto del 1984, mentre numerose cappelle devozionali punteggiano il territorio e raccontano una fede semplice e radicata, plasmata di riti e silenzi.

Di Admin

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