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Nel cuore segreto del Molise: viaggio incantato a Rocchetta a Volturno

Abbracciata dalle silenziose montagne delle Mainarde, al confine tra il Lazio e il Molise, Rocchetta a Volturno custodisce il fascino discreto dei luoghi dimenticati e la bellezza autentica delle realtà rimaste intatte nel tempo. Un paese piccolo, sì, ma capace di sorprendere con una ricchezza di storie, paesaggi e tradizioni che lasciano il segno. Qui, dove il fiume Volturno ha origine e la natura si fonde con la memoria, sembra davvero che ogni pietra abbia qualcosa da raccontare.

Le sue origini risalgono probabilmente alla fine dell’Impero romano, anche se fu nel Medioevo che il territorio conobbe un periodo di grande espansione, diventando parte dei possedimenti dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno e, in seguito, di Montecassino. Oggi, immerso in un paesaggio che alterna boschi, sorgenti e rovine ricche di fascino, rappresenta un perfetto punto di incontro tra spiritualità, passato e bellezza selvaggia.

Cosa vedere a Rocchetta a Volturno

Sulla cima di un piccolo colle che sovrasta le sorgenti del Volturno, si stagliano i ruderi struggenti di Rocchetta Alta, il nucleo medievale del paese, abbandonato nel corso del Novecento a causa di frane e cedimenti. Quel che resta ai nostri giorni è un borgo fantasma dall’atmosfera sospesa, dove il tempo pare essersi arreso.

Passeggiando tra le case in pietra, il vecchio Municipio, la scuola e le botteghe del barbiere e del sarto, ci si ritrova in un’altra epoca. I resti del castello baronale vegliano ancora dall’alto, mentre sul versante si possono distinguere le tracce delle abitazioni colpite dalla frana. È un luogo che commuove e affascina, dove il silenzio vale più di mille parole e la vista sulla vallata regala uno spettacolo che toglie il fiato.

Gli abitanti, dopo l’abbandono di Rocchetta Alta, si sono distribuiti in piccoli nuclei abitativi lungo la piana, in tre aree distinte: la storica Rocchetta Alta, la più recente Rocchetta Nuova e la frazione di Castelnuovo al Volturno, poco distante.

Il Santuario rupestre di Santa Maria delle Grotte

Suggestivo Santuario di Santa Maria delle Grotte

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Santuario di Santa Maria delle Grotte

Appena fuori dal centro abitato, nella quiete della campagna molisana, si nasconde una gemma del patrimonio benedettino: la chiesetta rupestre di Santa Maria delle Grotte che conquista fin dal primo sguardo, grazie al portale trecentesco in marmo, con colonne poligonali e un’elegante cornice di archi, su cui ancora si possono ammirare bassorilievi e una delicata lunetta affrescata con la figura della Vergine col Bambino.

Ma è entrando che si coglie la vera meraviglia. Le pareti interne custodiscono tre straordinari cicli di affreschi, considerati tra i più antichi e preziosi del Molise. Il primo, più recente, decora la cappella laterale e il presbiterio con immagini della Madonna.

L’aula principale ospita invece un ciclo più antico dedicato ai Santi, mentre in una stanza più piccola emergono gli affreschi più antichi, che raffigurano la vita di Gesù. A rendere il tutto ancora più prezioso, la statua lignea della “Madonna Magna“, un simbolo di profonda devozione e valore artistico.

Il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali

Chi ama la storia contemporanea trova a Rocchetta Nuova un luogo che lascia il segno: il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali. Inaugurato nel 2010, si estende per oltre 900 metri quadrati e vanta una delle collezioni più complete e affascinanti del panorama nazionale.

Le sale tematiche permettono di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo al cospetto di uniformi, armi, equipaggiamenti, aerei d’epoca e documenti originali delle due guerre mondiali. L’esperienza culmina in una sezione unica in Italia dedicata agli armamenti, che ospita pezzi provenienti da eserciti di tutto il mondo, databili dall’Ottocento a oggi.

Accanto all’esposizione permanente, il museo ospita una biblioteca specializzata, con volumi e materiali d’archivio preziosi per studiosi e appassionati. Non mancano eventi culturali, presentazioni e convegni scientifici.

L’Abbazia di San Vincenzo al Volturno

Tra i luoghi simbolo non solo di Rocchetta ma di tutta la regione, l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno è un faro spirituale e culturale che ha attraversato i secoli. Fondata nel 703 d.C., ai piedi delle Mainarde, lungo le acque pure del Volturno, l’abbazia benedettina ha conosciuto epoche di splendore durante l’impero carolingio, saccheggi e distruzioni (come l’attacco saraceno del 881) e lunghi periodi di oblio.

Eppure, la sua luce non si è mai spenta. I resti archeologici della prima abbazia, affiancati al complesso restaurato, testimoniano un passato importante, colmo di fede, arte e cultura.

Oggi, una nuova comunità benedettina mantiene viva la tradizione, raccogliendo l’eredità spirituale del fondatore, San Paldone, e continua a rendere questo luogo un rifugio per l’anima.

Cosa fare: vivere la natura dell’Appennino

Lago di Castel San Vincenzo

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Spettacolare Lago di Castel San Vincenzo

Il paesaggio tutt’intorno a Rocchetta a Volturno è una sinfonia di colori, suoni e profumi che invitano all’esplorazione e alla meraviglia.

Inserito nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il territorio è punteggiato da sentieri escursionistici che si snodano tra boschi di faggi e cerri, popolati da una fauna ricchissima: cervi, caprioli, volpi, orsi bruni marsicani, lupi e numerose specie di uccelli.

Una delle mete imperdibili sono le sorgenti del Volturno, dove l’acqua sgorga limpida e trasparente dalle pendici di Monte Rocchetta e crea uno spettacolo naturale di rara bellezza: tra sfumature di azzurro e verde, si può sostare per un pic-nic o una passeggiata rigenerante.

L’area è anche habitat di specie botaniche rare, come il ranuncolo a foglie capillari e il salice dell’Appennino. E con un pizzico di fortuna, ci si può imbattere nei piccoli abitanti del bosco: scoiattoli, ghiri e persino qualche cervo curioso.

Dalle sorgenti è possibile partire per un’escursione verso la Cascata del Volturno, nei pressi di Castel San Vincenzo. Più che una caduta d’acqua, è una danza di colonne liquide che si insinuano tra le rocce rivestite di muschio e si riversano in un laghetto turchese, incastonato nella vegetazione. Un luogo che sembra appartenere a una fiaba, capace di far innamorare chiunque lo raggiunga.

Di Admin

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