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Giardini Hanbury, il sogno di un viaggiatore trasformato in un paradiso botanico

C’è un luogo in Liguria che sfugge all’inverno. Un angolo di costa sospeso tra cielo e mare, dove l’aria è dolce anche a gennaio e le piante sembrano ignorare il passare delle stagioni. Il mare davanti, calmo e brillante, riflette ogni sfumatura del cielo; alle spalle, le Alpi vegliano imponenti, ma una collina generosa tiene lontano i venti di tramontana. Qui il gelo è un ospite che non arriva mai, e il sole sembra essersi innamorato di questa terra straordinaria.

Siamo a Ventimiglia, splendida Riviera dei Fiori dove, per un’intuizione o forse per un incanto, nel 1867 un viaggiatore inglese trasformò un sogno in un paradiso botanico: i Giardini Hanbury.

Chiunque abbia mai sognato un giardino senza confini, in cui convivono piante provenienti da ogni continente, dovrebbe venire fin qui: su diciotto ettari di terra affacciati sul Mediterraneo, fa bella mostra di sé un luogo in cui la natura è coltivata con sapienza e rispetto, e l’armonia si fa paesaggio.

Ancora oggi, tra agrumi, bambù, rose antiche e piante succulente, si respira la visione di un uomo che fece dell’incontro tra culture botaniche un messaggio di bellezza e dialogo.

Dove l’inverno non arriva: il giardino incantato di Capo Mortola

Il complesso dei Giardini Botanici Hanbury si sviluppa lungo il promontorio di Capo Mortola, un balcone naturale che sembra tuffarsi nel mare.

Dei diciotto ettari, la metà è coltivata a giardino: un dedalo di vialetti e terrazzamenti in cui crescono piante delle specie più svariate ma tutte accomunate dalla capacità di vivere in climi mediterranei. California, Sud Africa, Cile, Australia: un mosaico verde che qui trova condizioni ideali, grazie a un microclima davvero mite, con inverni che di rado vedono le temperature scendere sotto lo zero.

Quando Thomas Hanbury acquistò la proprietà, il suo intento non era solo estetico: desiderava creare un giardino di acclimatazione per specie esotiche, scegliendo e disponendo le piante secondo criteri scientifici ma anche paesaggistici. Il risultato è un’oasi dove la botanica si fonde con l’arte e la scienza dialoga con l’estetica.

Nel tempo, i Giardini sono stati riconosciuti come patrimonio da tutelare: nel 1939 furono vincolati come bene ambientale storico-artistico e, nel 1960, divennero proprietà dello Stato Italiano. Dal 1987 sono gestiti dall’Università degli Studi di Genova, che ha creato anche un Centro Universitario di Servizi per valorizzarne la ricerca, la conservazione e la fruizione. E non è tutto: dal 2000 fanno parte delle Aree Protette Regionali.

E anche il mare qui è speciale. La costa di Capo Mortola è caratterizzata da una delle più interessanti praterie di Posidonia oceanica della Liguria, un ecosistema marino di grande valore, che rappresenta un habitat prioritario per l’Unione Europea. Un’altra prova del fatto che, ai Giardini Hanbury, la bellezza è biodiversità, sopra e sotto il livello del mare.

Giardini Hanbury, Liguria

Fonte: Getty Images

Uno degli angoli del giardino

Un viaggio tra profumi, colori e meraviglie botaniche

Passeggiare tra i vialetti dei Giardini Hanbury è molto più di una semplice visita: è un viaggio. Un’esperienza che coinvolge corpo e spirito, e che si snoda lungo un sentiero che dall’ingresso conduce fino al mare, con un dislivello di quasi duecento metri. Si scende tra profumi, suoni, colori, come in una discesa verso una versione tutta terrena del paradiso. Il ritorno, certo, è in salita: ma ogni passo regala scorci e suggestioni che ripagano ogni sforzo.

Il giardino è suddiviso in aree tematiche, ognuna con la sua identità precisa. Si attraversa l’area delle agavi, monumentali e silenziose, poi quella delle aloe, che brillano sotto il sole come sculture viventi. Il Giardino dei Profumi avvolge i sensi con la sua sinfonia olfattiva, mentre il Roseto evoca storie antiche grazie alle varietà dimenticate. Si entra poi nella Foresta Australiana, dove eucalipti e acacie creano un’atmosfera lontana, quasi da sogno, e ci si immerge nel Frutteto Esotico, in cui crescono specie rare e affascinanti. E ancora gli agrumeti, con le loro varietà antiche e quasi scomparse, e tanti angoli nascosti che sorprendono a ogni svolta del sentiero.

La ricchezza delle collezioni botaniche impressiona anche i visitatori più esperti. Nei Giardini Hanbury convivono, tra le altre, piante appartenenti ai generi Acacia, Agave, Aloe, Brugmansia, Cistus, Citrus, Eucalyptus, Passiflora, Rosa e Salvia. Famiglie botaniche come le Myrtaceae e le Bignoniaceae trovano uno spazio privilegiato per crescere e incantare. Ma ciò che più colpisce è il modo in cui le piante sono inserite nel paesaggio: non come semplici oggetti da esposizione, ma come protagoniste di un racconto che parla di cura, conoscenza, passione.

È facile perdersi, ma è ancora più facile lasciarsi trovare. Dai profumi, dai colori, dai suoni del vento tra le fronde. I Giardini Hanbury sono un luogo da sentire e da attraversare con calma, ascoltando il silenzio e osservando i dettagli. Perché ogni angolo cela una storia e ogni pianta custodisce un viaggio.

E quando, alla fine del percorso, si arriva alla terrazza affacciata sul mare, si ha come l’impressione che il giardino sia una sorta di miracolo. Un sogno che continua a fiorire, stagione dopo stagione.

Giardini botanici Hanbury

Fonte: iStock

Scorcio dei bellissimi giardini di Ventimiglia

Di Admin

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