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Pordenone è pronta a stupire, sarà Capitale Italiana della Cultura 2027

Pordenone, la “città dipinta” in riferimento alle facciate affrescate delle sue dimore medievali e di gusto veneziano, è stata ufficialmente dichiarata la nuova Capitale Italiana della Cultura 2027. La proclamazione è avvenuta oggi, 12 marzo 2025, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma, alla presenza della giuria presieduta da Davide Maria Desario e dei rappresentanti di tutte e 10 le città finaliste.

Il sindaco ha commentato la nomina dichiarando che non è stata solo una città a vincere, ma un territorio intero. “Pordenone solitamente è fuori dall’immaginario collettivo italiano oppure, se è presente, lo è per la presenza delle caserme dove tanti hanno svolto il servizio militare quando era obbligatorio o le sue fabbriche, oppure per la vicinanza a Venezia. Io oggi credo che la Commissione ci abbia ricollocato in questa mappa dell’immaginario collettivo in modo corretto. Avete acceso un faro su un pezzo d’Italia, quello del profondo nord-est, consentendoci di uscire da un cono d’ombra e di svelare tutta la nostra identità”.

Perché Pordenone si è aggiudicata la vittoria

Essere nominata Capitale Italiana della Cultura permette a una città di riqualificare il territorio e di promuovere in modo attivo non solo il suo patrimonio culturale e turistico, ma anche quello delle aree circostanti. Se nel 2025 a vincere è stata Agrigento e per il 2026 sarà L’Aquila, nel 2027 a ricoprire questo importante ruolo sarà Pordenone, in Friuli-Venezia Giulia. Per il 2028, invece, per ora si candideranno Forlì, Fiesole, Colle di Val d’Elsa e Moncalieri.

Per vincere è necessario candidarsi presentando un dossier con il programma che si intende promuovere durante l’anno e con altre iniziative di valore che puntino a diversi fattori, come la sostenibilità. Tra i dossier presentanti quest’anno, a convincere la giuria è stato quello di Pordenone per la sua capacità di proporre un modello di valorizzazione culturale innovativo e inclusivo, capace di unire non solo tradizione e contemporaneità, ma intrecciando anche patrimonio storico, arti visive, cinema e la partecipazione attiva della comunità.

In particolare, come ha letto il ministro Giuli durante la proclamazione, il fattore che ha permesso a Pordenone di vincere è stata la capacità di attivare un processo di coinvolgimento diffuso che reinterpreta il legame tra memoria, territorio e creatività, utilizzando la cultura come motore di sviluppo sostenibile. Inoltre, è stata molto apprezzata l’integrazione tra istituzioni culturali, sistema museale, universitario e realtà associative, che garantisce una rete solida e partecipativa.

A Pordenone è stato assegnato un contributo di un milione di euro per attuare il programma culturale presentato nel dossier di candidatura.

Tra le finaliste in corsa c’erano altre 9 città italiane: Alberobello (Puglia), Aliano (Basilicata), Brindisi (Puglia), Gallipoli (Puglia), La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania) e Savona (Liguria).

Di Admin

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