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I migliori ristoranti in aeroporto, capaci di rendere l’attesa del volo un’esperienza gourmet

Se avete preso un aereo di recente, conoscete bene la routine: niente pasti a bordo e quindi ci si abbuffa prima di partire. Il menù proposto negli aeroporti, tuttavia, non è sempre all’altezza delle aspettative. Panini asciutti e poco farciti, pizza e focacce gommose, insalate confezionate costose e non sempre freschissime: di solito, il cibo in aeroporto ha la reputazione di essere caro e mediocre.

Ma le cose stanno cambiando. Sempre più aeroporti stanno migliorando l’offerta gastronomica, trasformandosi in vere e proprie “destinazioni culinarie”. Alcuni scali ospitano ristoranti di altissimo livello, capaci di rendere l’attesa del volo un’esperienza gourmet.

La redazione di Bloomberg ha passato in rassegna gli aeroporti di tutto il mondo per stilare una classifica dei migliori ristoranti aeroportuali. Ecco quali sono le eccellenze da non perdere.

Duddell’s, Hong Kong International Airport (HKG)

Al primo posto troviamo Duddell’s, ristorante stellato Michelin situato nel Terminal 1 dell’aeroporto internazionale di Hong Kong. Qui i viaggiatori possono gustare autentici piatti della tradizione cantonese, preparati con ingredienti di prima qualità e grande maestria.

Il menù offre dim sum realizzati al momento, carni alla brace succulente e ricette tipiche del sud della Cina. Tra i piatti imperdibili, il maiale alla brace glassato al miele, i noodles in brodo e i panini alla crema d’uovo salati.

Yakiniku Champion, Tokyo Haneda International Airport (HND)

Al secondo posto della classifica ecco Yakiniku Champion, un vero paradiso per gli amanti della carne. Situato nel Terminal 3 dell’aeroporto di Tokyo Haneda, propone una selezione dei migliori tagli di manzo wagyu, preparati con la tecnica tradizionale giapponese dello yakiniku.

I viaggiatori possono scegliere tra menù degustazione o piatti alla carta, con opzioni come l’involtino di wagyu ripieno di carne leggermente carbonizzata e kimchi, avvolto in foglie di lattuga coreana e riso.

Hungry Club, Adolfo Suárez Madrid–Barajas (MAD)

Sul podio, al terzo posto, c’è Hungry Club, l’innovativo locale dello chef Dabiz Muñoz. Definito da Forbes un “mago della cucina”, Muñoz ha già conquistato la scena gastronomica internazionale con il suo ristorante di Madrid, considerato tra i migliori al mondo.

Nel settembre 2024, ha inaugurato Hungry Club nell’aeroporto di Madrid-Barajas, con l’idea di offrire ai viaggiatori un’esperienza gastronomica fuori dal comune. Tra le sue proposte spicca il sandwich di costine di maiale con formaggio fuso, un’esplosione di sapori al costo di circa 20 euro (bevanda inclusa).

Le Café Cyril Lignac at Louis Vuitton, Londra-Heathrow (LHR)

Nascosto nell’elegante ingresso del Terminal 2 di Heathrow, Le Café Cyril Lignac rappresenta la prima collaborazione tra LVMH e il celebre chef francese Cyril Lignac.

Nel menù si fanno notare piatti raffinati come il croque monsieur, disponibile anche nella versione al tartufo, e un’insalata Caesar arricchita con pollo affumicato e crostini senza glutine. Immancabili le celebri pasticcerie di Lignac, perfette per un momento di dolcezza prima del volo.

One Flew South, Hartsfield-Jackson Atlanta International (ATL)

Nel Concourse E dell’aeroporto più trafficato al mondo, One Flew South è una meta da segnare in agenda per i viaggiatori in transito ad Atlanta.

Lo chef Todd Richards propone un menù che fonde sapori del sud degli Stati Uniti con influenze internazionali. Tra i piatti più apprezzati troviamo il ramen con pancetta di maiale pepata e cavolo verde in brodo ricco, e il celebre BLT&E, un sandwich con bacon croccante, pomodori verdi sottaceto e uovo fritto. Per chi viaggia al mattino, non manca il Red-Eye Martini, un cocktail energizzante a base di cold brew.

The Salt Lick BBQ, Austin-Bergstrom International (AUS)

Dal cuore del Texas arriva The Salt Lick BBQ, situato tra i gate 20 e 21 dell’aeroporto di Austin-Bergstrom. Si tratta di un’istituzione per gli amanti del barbecue, con piatti iconici come la punta di petto affumicata, la salsiccia speziata di Hill Country e il maiale caramellato.

Perfetto per chi desidera un’autentica esperienza texana anche in viaggio.

Bun Mee, San Francisco International Airport (SFO)

L’aeroporto di San Francisco è stato inserito tra i migliori degli Stati Uniti per la sua proposta gastronomica e Bun Mee ne è una delle gemme più autentiche. Situato nei terminal 1 e 3, il ristorante vietnamita è celebre per i suoi banh mi, farciti con ingredienti di prima qualità.

Gli avventori possono scegliere tra proposte classiche, come il banh mi con maiale alla griglia, mortadella saporita e pâté de campagne, oppure varianti creative come il rib-eye steak dip, servito con un aromatico brodo di pho per un tocco extra di sapore.

Iwashi Sushi, Benito Juárez International Airport (MEX)

Per gli amanti del sushi, la migliore scelta all’aeroporto di Città del Messico è Iwashi Sushi, il locale di Edo Kobayashi nel Terminal 2. Qui il sushi viene preparato con pesce freschissimo proveniente direttamente dal Giappone.

Il menù include nigiri classici come polpo e sgombro striato, ma anche proposte più ricercate come anguilla con foie gras e shiso vegetariano con prugna. Iwashi accetta solo clienti senza prenotazione e la fila è sempre lunga, segno di grande qualità.

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Visto ed ETA: differenze, Paesi di applicazione e nuove regole

Il Regno Unito, da sempre meta ambita dai turisti europei, sta per introdurre una nuova regolamentazione che renderà più complesso l’accesso al suo territorio. A partire dal 2 aprile 2025, tutti i viaggiatori, compresi coloro che intendono fare solo scalo in un aeroporto britannico, dovranno richiedere un’autorizzazione elettronica preventiva, l’Electronic Travel Authorisation (ETA). Questo sistema ricalca quello già in vigore negli Stati Uniti con l’ESTA.

L’ufficialità della misura è stata confermata dal governo britannico lo scorso 10 settembre, specificando che la richiesta dell’ETA sarà possibile dal 5 marzo 2025. Con questa autorizzazione elettronica si potrà viaggiare per turismo in tutto il Regno Unito per un periodo massimo complessivo di sei mesi, anche frazionati in più viaggi.

Inoltre, anche i cittadini britannici dovranno adeguarsi a un sistema simile per l’ingresso nei Paesi dell’Unione Europea, con controlli biometrici previsti ai confini.

Cos’è l’ETA e verso quali Paesi serve

L’Electronic Travel Authorisation (ETA) non è un visto, bensì un’autorizzazione elettronica che consente ai cittadini stranieri non residenti di entrare in un Paese senza necessità di visto, purché il soggiorno non superi i sei mesi.

L’ETA è obbligatoria per tutti gli stranieri non residenti che non necessitano di visto per soggiorni brevi o che non possiedono alcuno status di immigrazione nel Paese di destinazione. Anche i bambini sono soggetti a questo requisito.

Per i cittadini italiani, l’ETA è richiesta per viaggiare nei seguenti Paesi:

  • Samoa Americane
  • Australia
  • Canada
  • Guam (territorio statunitense situato in Micronesia)
  • Israele
  • Kenya
  • Nuova Zelanda
  • Commonwealth delle Isole Marianne Settentrionali
  • Porto Rico
  • Seychelles
  • Sri Lanka
  • Stati Uniti
  • Isole Vergini Americane
  • Regno Unito
  • Irlanda del Nord

Cos’è il visto e verso quali Paesi serve

Il visto d’ingresso è un documento ufficiale rilasciato da uno Stato che autorizza un individuo straniero a entrare nel proprio territorio per un periodo specifico e per motivi definiti (turismo, lavoro, studio, ecc.). Il visto può essere stampato sul passaporto o rilasciato come documento separato da presentare all’arrivo. Alcuni Paesi non richiedono il visto grazie ad accordi di libera circolazione.

I cittadini italiani necessitano di un visto per viaggiare nei seguenti Paesi:

  • Afghanistan
  • Algeria
  • Arabia Saudita
  • Azerbaijan
  • Benin
  • Bhutan
  • Burkina Faso
  • Bahrain
  • Bangladesh
  • Burundi
  • Camerun
  • Cambogia
  • Chad
  • Repubblica Centrafricana
  • Costa d’Avorio
  • Repubblica del Congo
  • Repubblica Democratica del Congo
  • Cuba
  • Egitto
  • Eritrea
  • Etiopia
  • Guinea Equatoriale
  • Kuwait
  • Gabon
  • Gibuti
  • Giordania
  • Ghana
  • Guinea
  • Guinea-Bissau
  • India
  • Indonesia
  • Iran
  • Isole Comore
  • Liberia
  • Libia
  • Laos
  • Libano
  • Mali
  • Maldive
  • Myanmar
  • Mauritania
  • Repubblica di Nauru
  • Nepal
  • Niger
  • Nigeria
  • Corea del Nord
  • Qatar
  • Pakistan
  • Papua Nuova Guinea
  • Russia
  • Rwanda
  • Sud Sudan
  • Somalia
  • St. Helena
  • Sudan
  • Siria
  • Sierra Leone
  • Tanzania
  • Togo
  • Turkmenistan
  • Uganda
  • Zimbabwe
  • Yemen

Differenza tra ETA e visto

L’ETA e il visto sono due procedure di autorizzazione all’ingresso in un Paese, ma presentano differenze sostanziali:

L’ETA:

  • È un’autorizzazione elettronica necessaria per i cittadini di determinati Paesi che vogliono viaggiare senza visto per brevi periodi;
  • È collegata elettronicamente al passaporto;
  • Non richiede documenti cartacei o visite a un’ambasciata;
  • Viene rilasciata rapidamente attraverso una procedura online.

Il Visto:

  • È un documento ufficiale rilasciato da un governo per consentire l’ingresso per un periodo specifico e per motivi definiti (turismo, lavoro, studio, ecc.);
  • Può richiedere una procedura cartacea, colloqui in ambasciata e tempi di attesa più lunghi;
  • È obbligatorio per entrare in alcuni Paesi che non offrono esenzioni per soggiorni brevi.

Dove possono viaggiare gli italiani senza visto e senza ETA

I cittadini italiani possono accedere senza necessità di visto o ETA nei seguenti Paesi:

  • Albania
  • Andorra
  • Angola
  • Anguilla (territorio britannico nei Caraibi)
  • Antigua e Barbuda
  • Argentina
  • Armenia
  • Aruba
  • Austria
  • Bahamas
  • Barbados
  • Bielorussia
  • Belize
  • Belgio
  • Bolivia
  • Sint Eustatius e Saba
  • Bosnia ed Erzegovina
  • Botswana
  • Brasile
  • Isole Vergini Britanniche
  • Brunei
  • Bulgaria
  • Capo Verde
  • Isole Cayman
  • Cile
  • Cina
  • Colombia
  • Isole Cook
  • Costa Rica
  • Croazia
  • Cipro
  • Curaçao
  • Repubblica Ceca
  • Danimarca
  • Dominica
  • Repubblica Dominicana
  • Ecuador
  • El Salvador
  • eSwatini
  • Estonia
  • Isole Falkland
  • Isole Faroe
  • Fiji
  • Finlandia
  • Francia
  • Guyana Francese
  • Polinesia Francese
  • Antille Francesi
  • Georgia
  • Germania
  • Gibilterra
  • Grecia
  • Groenlandia
  • Grenada
  • Guatemala
  • Guyana
  • Haiti
  • Honduras
  • Hong Kong
  • Ungheria
  • Islanda
  • Iraq
  • Irlanda
  • Giamaica
  • Giappone
  • Kazakistan
  • Kiribati
  • Kosovo
  • Kirghizistan
  • Lettonia
  • Regno del Lesotho
  • Liechtenstein
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Macao
  • Madagascar
  • Malawi
  • Malesia
  • Isole Marshall
  • Malta
  • Mauritius
  • Mayotte
  • Messico
  • Micronesia
  • Moldavia
  • Monaco
  • Mongolia
  • Montenegro
  • Montserrat
  • Marocco
  • Mozambico
  • Namibia
  • Paesi Bassi
  • Nuova Caledonia
  • Nicaragua
  • Niue
  • Macedonia del Nord
  • Norvegia
  • Oman
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Le case-torri nelle montagne del Caucaso in Georgia: storia e curiosità

C’è un gioiello nascosto tra le montagne del Caucaso in Georgia. Siamo nello Svaneti (Svanezia), la regione abitata più alta d’Europa, un luogo in cui natura e cultura si fondono armoniosamente e dove si può ammirare uno degli esempi più interessanti di architettura popolare georgiana, che rimanda alla memoria il paesaggio medievale italiano.

Parliamo delle caratteristiche case-torri che impreziosiscono i pendii delle montagne, spiccando tra gole e valli alpine su uno sfondo di montagne innevate. Costruzioni straordinarie, che l’architetto Longinoz Sumbadze definì “monumentali come i templi”. Scopriamo più da vicino la loro storia e qualche curiosità.

La storia delle case-torri

Preservato dal suo lungo isolamento geografico, l’Alto Svaneti è stato inserito dall’UNESCO nel Patrimonio mondiale dell’umanità come esempio eccezionale di paesaggio montano con villaggi e case-torri di tipo medievale. Le loro caratteristiche riflettono l’economia tradizionale del posto e l’organizzazione sociale delle comunità Svan.

Tali costruzioni difensive vengono fatte risalire al Basso Medioevo, nel periodo tra l’XI e il XIII secolo, in una fase storica della Georgia in cui si alternavano invasioni di potenze straniere e periodi di governo stabili. Le condizioni di isolamento della regione esponevano, inoltre, i villaggi delle vallate alle incursioni del brigantaggio proveniente da altri versanti del Caucaso, cui si aggiungevano quelle dei clan rivali della stessa regione. Il fatto che non siano presenti mura di cinta induce a pensare che le torri fossero un sistema difensivo adottato dalle famiglie in lotta all’interno delle loro stesse comunità, motivo per cui, pur essendo distinte dalle abitazioni erano a esse strettamente collegate.

Il villaggio di Chazhashi nella comunità di Ushguli, situato alla confluenza dei fiumi Inguri e Nera e annidato a ridosso del picco più alto della Georgia, ha conservato innumerevoli case-torri medievali – utilizzate sia come abitazioni che come postazioni di difesa – insieme a splendide chiese e castelli da scoprire. L’uso del suolo e la struttura degli insediamenti rivelano la continuità delle tradizioni abitative e costruttive della popolazione locale dello Svaneti, che ha sempre vissuto in armonia con l’ambiente naturale circostante.

Il villaggio di Chazhashi, con le caratteristice case-torri

Fonte: iStock

Il villaggio di Chazhashi, nell’Alto Svaneti, patrimonio dell’umanità

Curiosità sulle case-torri della Georgia

Le case-torri dell’Alto Svaneti erano utilizzate durante il Medioevo sia come abitazioni che come postazioni di difesa contro gli invasori che affliggevano la regione. Le torri hanno solitamente dai 3 ai 5 piani e lo spessore dei muri diminuisce con l’altezza, conferendo a queste strutture un aspetto affusolato. I piani superiori erano utilizzati esclusivamente per la difesa, con parapetti e caditoie.

Le case annesse alle torri hanno solitamente una superficie di 80-130 metri quadrati e si sviluppano su due piani: il piano terra, chiamato machub, e il piano superiore, detti darbazi. Il piano terra è costituito da un’unica sala con un focolare e alloggi per persone e animali, separati da una parete divisoria in legno, spesso riccamente decorata.

Il secondo piano era adibito ad alloggio estivo e magazzino. Da qui si accede alla torre, collegata anche al corridoio che protegge l’ingresso. Oltre alle funzioni sociali, domestiche, economiche e di difesa, i complessi residenziali dello Svaneti rappresentano un prezioso patrimonio cultuale.

Le case-torri, che contribuiscono a rendere le montagne del Caucaso ancora più interessanti, hanno mantenuto l’originale aspetto medievale e la maggior parte di esse ha conservato l’uso e la funzione originari, nonché il rapporto armonico con l’ambiente circostante. Tuttavia, per riuscire a vedere l’interno di una casa-torre bisogna recarsi nel villaggio di Mestia, nel cuore dello Svaneti, presso la Casa-museo Mikheil Khergiani.

Il peculiare villaggio di Mestia nello Svaneti

Fonte: iStock

Il villaggio di Mestia, nel cuore dello Svaneti, dove si può ammirare dall’interno una casa-torre

Delle centinaia di torri esistenti fino a un secolo fa, sono ancora in piedi poco più di centocinquanta, molte delle quali in pericolo di crollo. L’ICOMOS Georgia ha lavorato attivamente sulle diverse problematiche del patrimonio culturale dell’Alto Svaneti e in particolare sul sito del villaggio di Chazhashi. Nel 2001 è stata condotta una ricerca multidisciplinare per studiare le diverse caratteristiche del sito, comprese le questioni sociali e comunitarie. Sulla base di questa ricerca sono stati preparati il Piano di conservazione e una Strategia di sviluppo del sito, ai quali sono seguiti i progetti di recupero e restauro degli edifici storici del villaggio. La speranza è che queste costruzioni uniche possano essere preservate come testimonianza di un passato che resta scolpito nella pietra.

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Il Teatro Massimo di Palermo: il cuore pulsante della lirica in Sicilia

Nel cuore della Sicilia, in una Palermo che tra Ottocento e Novecento sognava di imporsi come capitale della cultura e delle arti, nasceva un colosso dell’architettura teatrale: il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, ormai noto come “Teatro Massimo”.

Conosciamolo meglio.

La storia del Teatro

Inaugurato nel 1897 dopo oltre vent’anni di lavori, il maestoso edificio rappresenta il più grande teatro lirico d’Italia e il terzo in Europa dopo la Staatsoper di Vienna e l’Opéra National di Parigi, ed è simbolo indiscusso di prestigio e grandiosità che ancora oggi affascina chiunque varchi la sua soglia.

Il progetto prese vita nel 1864 grazie all’architetto Giovanni Battista Filippo Basile, che immaginò un teatro in grado di competere con i più importanti del Vecchio Continente. Alla sua morte, fu il figlio Ernesto a portare a termine l’opera, riuscendo a fondere classicismo e innovazione in una struttura senza precedenti. Il 16 maggio 1897 il sipario si alzò per la prima volta sulla rappresentazione del Falstaff di Giuseppe Verdi: era la nascita di un nuovo tempio della lirica.

Nei primi decenni del Novecento, il Teatro Massimo conobbe un periodo di assoluto splendore, sostenuto dalle famiglie aristocratiche e borghesi palermitane, tra cui i Florio e i Whitaker. Fu un’epoca dorata in cui la città si fece palcoscenico di rappresentazioni di altissimo livello. Ma nel 1974, dopo una storica esibizione del Nabucco, il teatro chiuse i battenti per lavori di restauro che si prolungarono per ben ventitré anni. Solo nel 1997, in occasione del centenario della sua inaugurazione, il sipario si riaprì e Palermo ritrovò così uno dei suoi gioielli più preziosi.

Il Teatro Massimo di Palermo: un vero capolavoro architettonico

Cupola del Teatro Massimo

Fonte: iStock

Sontuosa cupola del Teatro Massimo

Varcare la soglia del Teatro Massimo significa ritrovarsi in un universo di raffinata bellezza. La grandiosità della sua struttura si impone già all’esterno, con la scalinata monumentale e il maestoso portico che richiama i templi dell’antichità classica. Ma è all’interno che l’incanto si fa tangibile.

La sala principale, coronata da una cupola affrescata da Ettore De Maria Bergler e Rocco Lentini, è un tripudio di eleganza neoclassica, impreziosita da decorazioni dorate e velluti rossi. Il palco reale, riccamente decorato, domina lo spazio con la sua ampiezza, mentre i cinque ordini di palchi, ognuno lavorato nel dettaglio, creano un effetto scenografico unico.

L’acustica, studiata con una precisione quasi maniacale, garantisce una resa sonora impeccabile e fa del Teatro palermitano la cornice perfetta per l’opera e la musica sinfonica.

A rendere ancora più suggestivo cotanto scrigno della musica contribuiscono gli ambienti di rappresentanza, i saloni e il grandioso foyer, dominato dal busto di Vincenzo Bellini, omaggio a uno dei più grandi compositori italiani.

Dove si trova

Il Teatro Massimo si staglia nel centro di Palermo, in Piazza Verdi, un punto strategico che permette di raggiungere a piedi alcuni dei luoghi più importanti della città.

A pochi minuti di cammino troviamo, infatti, la vivace Piazza Ruggero Settimo e il pittoresco mercato del Capo, mentre in circa dieci minuti si raggiungono i Quattro Canti, uno dei simboli barocchi di Palermo.

La Cattedrale, il porto e la stazione centrale distano appena un quarto d’ora.

Info utili per visitarlo

Il Teatro Massimo apre le porte ai visitatori tutti i giorni dalle 9:30 alle 18:00, con l’ultima visita consentita alle 17:20. È possibile acquistare i biglietti direttamente in biglietteria, oppure online tramite TicketOne e Get Your Guide. Per i gruppi di almeno dieci persone è consigliata la prenotazione anticipata, contattando il teatro.

La visita guidata permette di scoprire ogni angolo della struttura, dalla platea al palco reale, fino ai suggestivi ambienti nascosti che raccontano oltre un secolo di storia e spettacolo. Un’occasione speciale per chi ama l’arte e la cultura.

Il Teatro Massimo di Palermo nei libri e in TV

Il Teatro Massimo non è soltanto un luogo di musica e rappresentazioni, ma anche un’icona che ha trovato spazio nella letteratura e nel cinema. Il suo profilo inconfondibile è entrato nell’immaginario collettivo grazie a Il Padrino – Parte III di Francis Ford Coppola, con Al Pacino nei panni di Michael Corleone. La scena finale, girata sull’imponente scalinata, è una delle più drammatiche della storia del cinema: un colpo di pistola spezza la vita di Mary Corleone, figlia del protagonista, mentre il padre assiste impotente, condannato a un’esistenza di dolore e rimorso.

Ancora, il Teatro Massimo è anche parte integrante della storia della famiglia Florio, raccontata nei romanzi di Stefania Auci I leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni. I libri, best seller in tutta Italia, hanno riportato alla luce l’epopea di una dinastia che contribuì a rendere Palermo una città d’arte e cultura.

Dalle pagine al piccolo schermo, la storia dei Florio è anche protagonista della fiction I leoni di Sicilia, con Miriam Leone e Michele Riondino nei ruoli principali.

Prossimi appuntamenti al Teatro Massimo

La stagione 2025 del Teatro Massimo promette emozioni indimenticabili, con un cartellone che spazia dalla grande opera al balletto:

  • Faust di Charles Gounod (19-25 marzo 2025), con la direzione di Daniel Oren e la regia di Fabio Ceresa;
  • L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti (11-18 aprile 2025), con Gabriele Ferro sul podio e la regia di Ruggero Cappuccio;
  • Anna di Paolo Buonvino (6-8 maggio 2025), una produzione originale che fonde musica e danza;
  • Salome di Richard Strauss (20-27 maggio 2025), con la direzione di Omer Meir Wellber e la regia di Bruno Ravella;
  • Giselle di Adolphe-Charles Adam (14-20 giugno 2025), un capolavoro del balletto classico che torna in scena in una nuova produzione.
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Cosa fare a Roccaraso per vivere la montagna in ogni stagione

Il grazioso borgo medievale di Roccaraso è una meta che incanta in ogni periodo dell’anno, grazie alla felice unione di paesaggi naturali, sport all’aria aperta e testimonianze storiche.

Apprezzata per il comprensorio sciistico tra i più importanti dell’Appennino, sa tuttavia offrire molto più di piste innevate e impianti di risalita. Escursioni, avventure in bicicletta, trekking tra i boschi, storia e cultura rendono viva e attrattiva una località abruzzese che non smette mai di sorprendere.

Dove si trova Roccaraso

Nel cuore dell’Appennino abruzzese, Roccaraso sorge a 1.236 metri di altitudine, incastonata tra due aree naturali a dir poco straordinarie: il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

A 100 chilometri da L’Aquila, 200 da Roma e 143 da Napoli, la sua posizione la rende facilmente raggiungibile sia dal centro che dal sud Italia, con una viabilità che consente di accedere in tutta comodità a un simile paradiso montano in ogni stagione dell’anno.

Cosa fare a Roccaraso

Roccaraso, uno dei centri dell’Altopiano delle Cinque Miglia, grazie all’invidiabile patrimonio naturalistico e alle moderne infrastrutture, sa venire incontro a ogni esigenza e preferenza.

Se l’inverno è il regno dello sci e degli sport sulla neve, la primavera, l’estate e l’autunno svelano una natura incontaminata, ideale per il trekking, le escursioni in mountain bike e le esperienze all’aria aperta.

Le attività da non perdere in inverno

L'inverno a Roccaraso

Fonte: iStock

Il borgo di Roccaraso in inverno

Quando la neve ricopre le montagne, il borgo abruzzese si trasforma in un vero e proprio paradiso per gli appassionati degli sport invernali. Il comprensorio sciistico dell’Alto Sangro, di cui fa parte, vanta oltre 110 chilometri di piste, con discese adatte a tutti gli sciatori, dai principianti ai più esperti.
In più, gli impianti di risalita collegano Roccaraso a Rivisondoli-Monte Pratello, per una vacanza sulla neve varia e avvincente.

Anche gli snowboarder trovano il loro spazio lungo le piste attrezzate, mentre chi ama le discipline nordiche può cimentarsi negli anelli dedicati allo sci di fondo, percorrendo tragitti immersi in scenari che tolgono il fiato. Le alternative non mancano neanche per chi desidera “qualcosa di diverso”: le emozioni del snowkite sono ricche di adrenalina, mentre lo sci escursionistico permette di esplorare il lato più selvaggio dell’Appennino.

Uno dei luoghi simbolo della stagione invernale è poi l’area di Pizzalto, che si estende dai 1.500 ai 2.195 metri di altezza e ospita il Rifugio Toppe del Tesoro, il più alto del comprensorio. Qui, tra il candore delle vette e il sole che illumina i pendii, si può gustare un pasto all’aria aperta, ammirando un favoloso panorama che si perde all’orizzonte.

Infine, per una giornata da trascorrere lontano dalle piste non manca il Palaghiaccio “Giuseppe Bolino“, una moderna struttura che ospita eventi internazionali di pattinaggio e hockey, ma che è perfetta anche per semplici momenti di svago sui pattini.

Cosa fare in primavera, estate e autunno

Nel momento in cui la neve lascia spazio ai verdi pascoli e ai fitti boschi, Roccaraso cambia volto e rivela il suo lato più avventuroso. Chi desidera cimentarsi in rigeneranti percorsi da trekking troverà ad attenderlo una vasta rete di sentieri che attraversano paesaggi idilliaci, alcuni facili e adatti alle famiglie, altri più impegnativi e riservati agli escursionisti esperti.

Uno degli itinerari più affascinanti è il sentiero n°102, che porta tra le vestigia di postazioni belliche della Seconda Guerra Mondiale, per una prospettiva inedita su storia e natura. Per chi, invece, cerca un’esperienza più rilassante, la seggiovia dell’Ombrellone è attiva anche nei mesi estivi e conduce al Rifugio Belisario, punto di partenza privilegiato per passeggiate panoramiche e tour in mountain bike.

A questo proposito, per i ciclisti Roccaraso è una destinazione da mettere in lista. Non a caso, il Bikepark propone tracciati per freeride e downhill, regalando entusiasmanti discese tra i boschi, mentre la rete sentieristica è ottima per conoscere da vicino la zona con mountain bike ed e-bike. Itinerari come quello ad anello tra Roccaraso e Rivisondoli sono il top per un’escursione su due ruote immersi nella tranquillità della natura.

Per chi viaggia con bambini, il Parco Avventura di Roccaraso è la prima scelta per trascorrere una giornata tra ponti sospesi, percorsi sugli alberi e giochi all’aria aperta: il divertimento si unisce alla scoperta e dona ai più piccoli la gioia di un’avventura che non potranno dimenticare.

Infine, u’esperienza dal forte valore storico e simbolico è la salita al Monte Zurrone, dove si trova il Sacrario ai Caduti Senza Croce, memoriale dedicato a coloro che persero la vita durante il conflitto senza ricevere una degna sepoltura. La vista dalla cima è impareggiabile, un panorama a 360 gradi che abbraccia le vette dell’Appennino e racconta la storia di un territorio segnato dal passato, ma proiettato verso il futuro.

Cosa vedere a Roccaraso

Oltre alla vocazione sportiva e naturalistica, Roccaraso custodisce un patrimonio storico e culturale che merita di essere scoperto.

La Chiesa di San Rocco

Chiesa di San Rocco, Roccaraso

Fonte: Ph @lucamato – iStock

Interno della Chiesa di San Rocco

L’unico edificio storico sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale è la Chiesa di San Rocco, costruita nel 1656 come ex voto per la fine della peste. La facciata in pietra, sormontata da un timpano spezzato, conserva lo stemma del paese e un’iscrizione del 1743 che testimonia la devozione della comunità.

All’interno, un’abside semicircolare e un coro ligneo fanno da sfondo alla statua di San Rocco, protettore del borgo.

La Chiesa di San Bernardino

Secondo la tradizione, San Bernardino da Siena avrebbe fatto tappa a Roccaraso durante i suoi viaggi apostolici. La chiesa a lui dedicata è un luogo di pace e raccoglimento, dove l’arte sacra e la spiritualità si incontrano in un ambiente semplice ma suggestivo.

La Chiesa di Santa Maria Assunta

Ricostruita negli Anni Cinquanta dopo i danni subiti in guerra, la Chiesa di Santa Maria Assunta conserva ancora oggi il fascino della sua struttura originale del XVI secolo.

I pregevoli affreschi e le decorazioni architettoniche raccontano una storia di fede e rinascita e la rendono una delle soste obbligate per chi visita Roccaraso.

Il Museo del Parco

Per chi vuole scoprire le tradizioni locali, il Museo del Parco è una tappa fondamentale, dove vedere con i propri occhi le antiche arti e mestieri, la vita dei pastori e il legame indissolubile tra l’uomo e queste terre meravigliose.

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Viaggio a bordo dei treni storici, la Campania come non l’hai mai vista

La Campania, con il suo straordinario patrimonio storico e paesaggistico, offre da marzo un’opportunità unica per gli amanti del turismo ferroviario: viaggiare a bordo di autentici treni d’epoca attraverso alcune delle località più affascinanti della regione.

Grazie all’iniziativa promossa dalla Regione Campania in collaborazione con Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane e FS Treni Turistici Italiani, il programma 2025 prevede ben 65 corse, con oltre 12mila posti disponibili per un’esperienza immersiva tra storia, cultura e tradizione.

Cosa sono i treni storici

I treni storici offrono un’esperienza unica per viaggiare attraverso il tempo, permettendo di scoprire la Campania a bordo di convogli d’epoca perfettamente restaurati. Grazie a un’iniziativa promossa dalla Regione Campania, in collaborazione con la Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane e FS Treni Turistici Italiani, questi treni offrono infatti un’opportunità esclusiva per coniugare la passione per il viaggio con la riscoperta del patrimonio ferroviario e paesaggistico della regione.

Ogni itinerario è stato studiato per valorizzare le bellezze storiche, culturali e naturalistiche del territorio, garantendo un viaggio immersivo tra borghi caratteristici, siti archeologici e paesaggi mozzafiato.

Sebino Express

Fonte: Fondazione FS

Il Sebino Express, che parte da Milano e arriva a Paratico Sarnico

L’Archeotreno

L’Archeotreno collega la città di Napoli con alcune delle aree archeologiche più affascinanti della Campania, come Pompei e Paestum, entrambe riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il convoglio è composto da carrozze d’epoca che permettono di rivivere l’atmosfera dei viaggi del passato mentre si esplorano alcune delle più importanti testimonianze della civiltà romana.

La prima corsa dell’Archeotreno sarà domenica 16 marzo.

Il Reggia Express

Un viaggio che sembra uscito da un’altra epoca: il Reggia Express parte da Napoli Centrale e conduce direttamente all’ingresso della maestosa Reggia di Caserta, una delle residenze reali più imponenti al mondo. A bordo di vagoni storici, i passeggeri possono immergersi nell’eleganza e nel fascino del XVIII secolo prima ancora di arrivare a destinazione.

La prima corsa del Reggia Express sarà domenica 6 aprile.

Il Pietrarsa Express

Il Pietrarsa Express è un treno storico che collega il cuore di Napoli con il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, un luogo simbolo della storia ferroviaria italiana. Questo itinerario consente di scoprire l’antica officina borbonica dove ebbe inizio la grande avventura ferroviaria italiana, con una collezione straordinaria di locomotive e carrozze d’epoca.

La prima corsa del Pietrarsa Express sarà domenica 14 settembre.

L’Irpinia Express

L’Irpinia Express è un treno turistico che percorre la storica linea ferroviaria tra Avellino e Rocchetta Sant’Antonio, attraversando i suggestivi paesaggi della verde Irpinia. Lungo il tragitto, i viaggiatori possono ammirare colline, vigneti e borghi antichi, vivendo un’esperienza autentica a contatto con la tradizione e la natura incontaminata.

La prima corsa del Pietrarsa Express sarà domenica 11 maggio.

Il Sannio Express

Il Sannio Express è dedicato a chi desidera riscoprire i luoghi simbolo della memoria di San Pio da Pietrelcina. Questo treno storico percorre la suggestiva Ferrovia del Sannio, conducendo i passeggeri alla scoperta della spiritualità e delle bellezze paesaggistiche di questa terra ricca di storia e devozione.

Il treno per Contursi Terme

In occasione del convegno “Piccoli Borghi Termali d’Italia”, è stato attivato un treno speciale che collega Napoli Centrale con Contursi Terme, una delle località termali più rinomate della Campania. A bordo di carrozze storiche degli anni ‘30 e ‘50, i passeggeri possono godere di un viaggio rilassante alla scoperta del benessere termale e delle eccellenze del territorio.

Come prenotare il viaggio sui treni storici

I biglietti per viaggiare sui treni storici della Campania possono essere acquistati attraverso i principali canali di vendita di Trenitalia, incluse le biglietterie fisiche e le piattaforme digitali.

L’acquisto anticipato è consigliato, data la forte richiesta per queste esperienze uniche. Per maggiori informazioni sugli orari e sulle date disponibili, è possibile consultare i canali ufficiali della Fondazione FS e FS Treni Turistici Italiani.

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Cosa fare e vedere a Victoria, città britannica del Canada

La città di Victoria è la capitale della Columbia Britannica, caratterizzata da un fascino unico che combina storia e modernità, offrendo ai suoi visitatori un’esperienza unica nel cuore della costa occidentale canadese. Ma cosa fare a Victoria, vivace città britannica del Canada?

Dove si trova Victoria

Questa magnifica città si trova nell’estremità meridionale di Vancouver Island, lungo la costa ovest del Paese, dalla quale è possibile raggiungere la più famosa Vancouver in circa 4 ore 30 minuti. Si trova in una posizione decisamente strategica, che la rende facilmente accessibile via mare, con traghetti che la collegano, appunto, alla città di Vancouver e alle principali città portuali di Canada e Stati Uniti, come, ad esempio, Seattle. Allo stesso tempo, grazie alla presenza dell’aeroporto internazionale di Victoria, anche via aerea, con la presenza di numerosi collegamenti con diverse destinazioni nordamericane ed europee.

Cosa vedere a Victoria

Victoria è una cittadina accogliente e ospitale, che conserva da sempre un’atmosfera signorile e raffinata tipica della vecchia Inghilterra. Passeggiando per la città, è possibile osservare splendide costruzioni storiche e strade fiancheggiate da innumerevoli case in stile vittoriano, giardini lussureggianti, gallerie d’arte e affascinanti sale da tè. Qui sono presenti diversi punti di interesse turistico, che per chi visita Victoria sono da non perdere.

Il Parlamento della Columbia Britannica

Si tratta di un maestoso edificio in stile neoclassico, che domina l’Inner Harbour di Victoria, il porto cittadino che vanta una lunga storia, che durante i mesi estivi diventa il centro vivace di festival, spettacoli e musica.

Il Parlamento della Columbia Britannica, oltre a essere la sede del governo provinciale, è un edificio ricco di storia, visitabile attraverso tour guidati gratuiti, che permettono ai visitatori di scoprire la storia politica della regione. Di sera, l’edificio si illumina con migliaia di luci, creando un’atmosfera davvero suggestiva.

Il Royal BC Museum

Per gli appassionati di storia naturale e cultura, visitare il Royal BC Museum di Victoria vuol dire fare un viaggio nel tempo. Al suo interno, infatti, è possibile approfondire la storia locale e, soprattutto, riuscire ad avere uno sguardo approfondito sulle tradizione delle Prime Nazioni, ovvero i popoli indigeni o autoctoni dell’odierno Canada, che non sono né Inuit né Meticci, o Métis, che abitarono per primi questi territori.

I giardini botanici di Butchart Gardens

Per immergersi completamente nella natura, si consiglia di visitare i Butchart Gardens, un paradiso botanico che si trova a circa 30 chilometri dal centro di Victoria e che si estende su un territorio di 55 ettari. Ogni stagione è in grado di offrire una nuova esplosione di colori e profumi, che rendono le visite al parco davvero uniche. Inoltre, durante il periodo estivo, all’interno dei Butchart Gardens vengono ospitati spettacoli pirotecnici e concerti all’aperto.

Giardini dei Butchart Gardens, una delle attrazioni da vedere a Victoria, città britannica della Columbia Occidentale, Canada

Fonte: iStock

Giardini all’interno dei Butchart Gardens, Victoria

Lo storico Castello di Craigdarroch

Non può mancare una visita allo storico castello di Craigdarroch, di epoca vittoriana, del Diciannovesimo Secolo. Per gli appassionati di storia, passeggiare e scoprire le sale di questo castello consente di scoprire lati nascosti della vita dell’élite canadese dell’epoca, grazie anche alla presenza di interni sontuosamente arredati, con vetrate colorate, che testimoniano l’opulenza di quel periodo storico.

Infatti, il barone Dunsmuir richiese la creazione di questo edificio con un totale di 39 camere. In totale, il progetto, ha richiesto un esborso circa 500.000 dollari, con l’utilizzo di granito della British Columbia, piastrelle di San Francisco e una scala in quercia prefabbricata a Chicago.

Il villaggo di Fisherman’s Wharf

Infine, un’ultima attrazione turistica che si consiglia di visitare è il pittoresco villaggio galleggiante di Fisherman’s Wharf, ideale per chi vuole passare una giornata o, semplicemente, una serata all’insegna del relax. Qui sono presenti diverse case galleggianti colorate e ristoranti di pesce fresco. Inoltre, i più fortunati saranno in grado di avvistare le foche, motivo per cui questo villaggio è anche una delle attrazioni più amate di Victoria.

Cosa fare a Victoria

Victoria è una città ricca di storia, che regala la possibilità di vivere esperienze indimenticabili e tradizionali del posto. Ecco allora cosa fare a Victoria!

Partecipare al tè pomeridiano al Fairmont Empress

Un must per chi si reca in vacanza in questa città è la degustazione del tè pomeridiano presente nel famoso e affascinante albergo Fairmont Empress. Questa struttura in passato ha accolto ospiti illustri e sovrani provenienti da tutte le diverse parti del mondo.

Partecipare al tè pomeridiano è una tradizione antica che nasce con proprio con l’inizio dell’attività, ovvero il 20 Gennaio del 1908. Si affaccia sul porto interno di Victoria ed è un edificio decisamente suggestivo, caratterizzato da mattoni e pietre, progettato per rappresentare l’essenza e la maestosità dell’architettura britannica.

Foto del Fairmont Empress di Victoria, uno degli hotel dove partecipare al té pomeridiano

Fonte: iStock

Fairmont Empress, Victoria, dove partecipare al té pomeridiano

Avvistamento delle balene

Le acque al largo di Victoria sono molto famose per la presenza di orche e balene grigie. Proprio per questo, qui sono presenti numerose compagnie che offrono tour guidati, permettendo ai visitatori delle città di osservare da vicino i maestosi cetacei nel loro habitat naturale, soprattutto nel periodo compreso tra Marzo ed Ottobre.

Passeggiata nel Beacon Hill Park

Il vasto parco urbano di Beacon Hill Park è molto popolare sia tra i turisti, che tra la popolazione locale. Infatti qui è possibile passeggiare fra i suoi sentieri che passano tra i boschi e si snodano lungo la costa, sullo Stretto di Juan de Fuca. Inoltre, al suo interno si trovano due parchi giochi, un parco acquatico, diversi campi da gioco, come tennis e pickleball, uno zoo con animali da compagnia e diversi stagni e giardini molto curati. È il luogo ideale dove rilassarsi e fare picnic

Esplorare il quartiere di Chinatown

Famoso è anche il quartiere di Chinatown, che è anche il più antico del Canada. Si tratta di un luogo dalla ricca storia culturale, caratterizzato da viuzze strette e suggestive, tra cui la famosa Fan Tan Alley, nota per essere la strada commerciale più stretta del Nord America, essendo larga meno di 90 centimetri nel punto più stretto. Il quartiere è ricco di negozi, ristoranti e templi, che raccontano la storia della comunità cinese nella città di Victoria.

Victoria è una città che offre una combinazione perfetta di storia, cultura e bellezze naturali. Meta ideale per chi è appassionato di architettura storica, ma anche della natura, ed è in cerca di un’esperienza unica ed indimenticabile. Una località che va inserita sicuramente in un itinerario alla scoperta del Canada.

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Riapre uno dei giardini più belli che esista in Italia

Rose, tulipani, fiori di loto e ninfee, boschi di alberi antichissimi, come la Grande Quercia con oltre quattro secoli d’età, e giurassici risalenti all’era dei dinosauri, come il ginkgo biloba e la metasequoia, prati e giardini, come il Giardino delle piante officinali ma anche un labirinto in cui perdersi, un tempio, un castelletto, una grotta, un eremo, viali fioriti come il Viale delle rose e il Viale dei tronchi smeraldo e tanti scorci romantici tra giardini acquatici e laghetti fioriti e passeggiate panoramiche: è questo uno degli angoli verdi tra i più affascinanti d’Europa.

Ci troviamo nel Giardino di Sigurtà, un’oasi di 600.000 metri quadrati alle porte di Verona in uno dei borghi più belli d’Italia: Valeggio sul Mincio. Un parco storico da visitare nel modo che più aggrada: a piedi, in bicicletta, a bordo di un golf-cart con audio-guida GPS, di uno shuttle o di un trenino panoramico.

Aperto al pubblico da più di 40 anni, riapre i cancelli sabato 8 marzo 2025 per una nuova stagione che si prospetta più bella che mai. Il Parco Sigurtà ha una doppia anima: una progettazione all’italiana caratterizzata da disegni geometrici che circoscrivono lo spazio e una all’inglese, che si basa sull’accostamento di elementi naturali e artificiali come grotte, alberi secolari, tempietti dove, chi passeggia, percepisce una natura ordinata anche quando assume un carattere più spontaneo.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

Il Viale delle rose a Sigurtà

Tulipani a Sigurtà

Nel 2024, il parco è stato premiato per l’innovazione della fioritura dei tulipani con il World Tulip Innovation Award. La fioritura stagionale dei tulipani del parco è la più importante del Sud Europa. Ogni primavera fioriscono oltre un milione di tulipani che, con muscari, giacinti e narcisi, colorano nei mesi di marzo e aprile i manti erbosi e i boschi del parco con spettacoli floreali sempre nuovi. L’evento si chiama Festival Tulipanomania 2025 ed è il fiore all’occhiello della primavera del Parco Giardino Sigurtà. Inizia fin dall’8 marzo (primo giorno di apertura della stagione 2025) fino indicativamente al 30 aprile, quando i 600.000 metri quadrati di uno dei parchi più ammirati al mondo fanno da sfondo a oltre un milione di tulipani con profumati giacinti e narcisi. Tra le tante le iniziative e i progetti collaterali di questa straordinaria fioritura ci sono la decorazione con aiuole firmate Sigurtà in alcuni Comuni del Lago di Garda e due appuntamenti con il Sabato d’Artista, il 29 marzo e il 12 aprile, che coinvolge gli appassionati di disegno e pittura che potranno immortalare questa favolosa fioritura. Ma la grande novità dell’edizione 2025 è uno show garden ovvero un’esposizione di circa 2000 metri quadrati a pochi passi dall’entrata di oltre cento varietà di tulipani accompagnati da etichette descrittive.

Fonte: Ufficio Stampa

Tulipanomania a Sigurtà

Non solo piante e fiori

Passeggiando tra i viali e percorrendo i boschi del Parco giardino Sigurtà, ci si può imbattere in diverse specie animali, dagli aironi cenerini che hanno un’apertura alare di quasi 2 metri agli scoiattoli, dalle tartarughe alle carpe koi giapponesi. E, nella fattoria, ci sono gli animali da cortile come le galline, le anatre, i tacchini, le pecore della Lessinia e gli asini, ma anche le caprette tibetane e i daini.

All’interno del parco, nascosti tra la fitta vegetazione, ci sono anche dei deliziosi edifici. Uno di questi è il Castelletto, uno dei luoghi storici più importanti. Originariamente chiamato Castelletto di Nina, è stato realizzato alla fine del 1700 e utilizzato in passato come Sala d’Armi. Oggi vi sono custodite le memorie letterarie, come la raccolta della rivista “Lo Smeraldo” per cui ha collaborato anche Eugenio Montale, e scientifiche. Un altro edificio è l’Eremo, in passato chiamato Eremo di Laura. Nascosto in un angolo di pace, questo edificio fu realizzato nel 1792. Ha una facciata ornata da una bifora e all’interno ospita una statua della Madonna. da qui si gode di una meravigliosa vista sul Grande Tappeto Erboso.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

I daini del Parco giardino di Sigurtà

Nascosta agli occhi del visitatore è la Grotta di Gianna, circondata da querce e fitti boschi, è stata realizata con pietre e fossili incastonati. Dal 1942 è chiamata Grotta Votiva e Giuseppe Carlo Sigurtà, findatore del parco, dedicò questo angolo di pace alla Madonna di Lourdes.

Infine, nel bel mezzo del Grande Tappeto Erboso si erge il monumento di bronzo dedicato a Sigurtà, alto quasi 4 metri e visibile da differenti punti del parco.

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Fonte: 123RF

Il Parco giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio

Pasqua a Sigurtà

Per sabato 19 aprile è in programma la Caccia alle Uova Pasqua, un evento imperdibile per tutta la famiglia, tra favolose fioriture di tulipani, narcisi, giacinti e allium. L’appuntamento èalla Fattoria interna al parco, raggiungibile a piedi dopo una piacevole passeggiata di circa 20 minuti tra le verdeggianti colline. Questo spazio ludico e didattico che accoglie animali da cortile sorge nell’area agricola del parco-giardino ed è dedicato ai bambini di età indicativa compresa fra i 3 e i 10 anni. Una volta giunti in Fattoria, i bambini sono accolti in gruppi da 15. Prima di iniziare l’avventura della ricerca, i bimbi possono realizzare un cestino porta-uova, aiutati dalle animatrici, che servirà per la raccolta delle uova durante la caccia. L’evento è gratuito, previo pagamento del biglietto di ingresso.

La storia del parco

La storia del Parco risale al 1407, quando era un brolo cinto de mura ovvero terre coltivate con foraggi racchiuse all’interno di una muraglia. Nel corso dei secoli ha avuto diverse evoluzioni, come l’ampliamento della superficie e la possibilità di attingere l’acqua dal Mincio, per arrivare al 19 marzo 1978, quando Giuseppe Carlo Sigurtà aprì il Giardino al pubblico. Oggi, gli eredi continuano con dedizione a preservare e a far conoscere questo parco naturalistico, proseguendo il lavoro svolto dai loro antenati. Dal 2007 è entrato a far parte dei Grandi Giardini Italiani, una rete che racchiude i più bei giardini visitabili d’Italia, mentre dal 2020 è stato inserito nel progetto della Garden Route Italia, volto a valorizzare i giardini italiani, promosso da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

Il labirinto del Parco giardino di Sigurtà

Info utili per visitare il parco

A partire dall’8 marzo e fino al 1 9 novembre 2025 il Parco giardino Sigurtà è aperto tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Nei mesi di marzo, ottobre e novembre l’ultimo ingresso è alle 17 con chiusura alle 18. Entrata contingentata e biglietto di ingresso acquistabile solo online per le seguenti festività: 21 aprile (lunedì di Pasquetta), 25 aprile, 1° maggio 2025.

Il biglietto d’ingresso per gli adulti costa 18 euro, per i ragazzi tra i 5 e i 14 anni costa 10 euro, per gli over 65 costa 14 euro, mentre è gratuito fino ai 4 anni di età e per i disabili con certificazione Legge 104/1992 (art. 3, comma 3) o Disability Card (l’accompagnatore della persona disabile paga 14 euro).

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Il monumento di bronzo dedicato a Giuseppe Carlo Sigurtà

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“Daredevil: Born Again”: ecco dove è stata girata la nuova serie Marvel

L’attesa per “Daredevil: Born Again” è finalmente terminata, per la grande gioia dei fan che aspettavamo già da qualche anno di rivedere l’eroe mascherato sul piccolo schermo, in streaming.

La nuova serie Marvel, in arrivo su Disney+, vede il ritorno di Charlie Cox nei panni di Matt Murdock, l’avvocato cieco che di notte diventa il giustiziere di Hell’s Kitchen. Accanto a lui, Vincent D’Onofrio riprende il ruolo di Wilson Fisk, meglio noto come Kingpin, ora impegnato in una carriera politica. La trama ruota attorno allo scontro tra questi due giganti, con l’aggiunta di un nuovo pericoloso avversario: Muse, un serial killer che trasforma il sangue delle sue vittime in macabre opere d’arte.

Ma dove è stata girata questa nuova serie su Daredevil? Come già avvenuto per la precedente trilogia Netflix, “Daredevil: Born Again” ha sfruttato diverse location di New York per ricreare la versione più cupa e realistica di Hell’s Kitchen. Scopriamo insieme quali sono i luoghi principali delle riprese.

Silvercup Studios, Queens

Storico studio di produzione statunitense, Silvercup Studios ha ospitato numerose scene chiave della serie, inclusa la dimora di Wilson Fisk e il suo ufficio da sindaco. Gli interni sono stati progettati ispirandosi a Gracie Mansion, la vera residenza del sindaco di New York, riproducendone persino i dettagli della carta da parati. Inoltre, lo studio ha fornito gli spazi per la tana del serial killer Muse, un luogo oscuro e inquietante.

Yonkers City Hall

Questo maestoso edificio nella contea di Westchester è stato utilizzato per rappresentare vari uffici governativi nella serie. Le riprese esterne sono avvenute nel marzo 2023 e la sua presenza evidenzia l’importanza degli intrighi politici che caratterizzano la nuova stagione di Daredevil.

Harlem

Le strade di Harlem sono state una delle location principali per il realismo urbano della serie. Già utilizzato in numerosi film e serie ambientati a New York, questo quartiere è stato scelto per la sua atmosfera autentica e la sua storia legata al cinema di strada.

Harlem, New York

Fonte: iStock

Il quartiere di Harlem visto dall’alto

Harlem è da sempre un simbolo della cultura afroamericana e ha mantenuto nel tempo un’identità forte, caratterizzata da strade animate, edifici storici e un’energia vibrante che ben si adatta all’ambientazione grintosa di Daredevil: Born Again. Da Malcolm X Boulevard ai caratteristici brownstone buildings, ogni angolo di Harlem trasmette un senso di comunità e resistenza che si riflette nelle storie di vigilanti e giustizia di strada della serie.

Nel corso delle riprese, la produzione ha scelto di girare scene chiave tra i vicoli e le arterie principali del quartiere, sfruttando la sua estetica unica e la luce naturale che conferisce un tono crudo e realistico alla narrazione.

Williamsburg, Brooklyn

Il quartiere di Williamsburg a Brooklyn ha ospitato diverse scene, mantenendo la tradizione della serie Netflix. Il bar The Turkey’s Nest è stato nuovamente trasformato in Josie’s Bar, il rifugio preferito di Matt Murdock, Foggy Nelson e Karen Page.

Williamsburg, con i suoi sottopassaggi cupi, magazzini abbandonati e locali storici, ha anche fornito l’ambientazione perfetta per le scene notturne di Daredevil: Born Again. Le riprese hanno sfruttato le sue strade acciottolate e la sua estetica urbana per conferire autenticità agli scontri tra Matt Murdock e i criminali di New York.

Manhattan Municipal Building

Uno degli edifici più noti di New York, il Manhattan Municipal Building, compare nella serie con un ruolo di primo piano. Questo grattacielo di 40 piani era già apparso nei fumetti di Daredevil, in particolare nell’albo #597, dove un’opera d’arte di Muse campeggiava sulle sue pareti. Sarà così anche nella serie?

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Caravaggio 2025: una mostra evento per il Giubileo di Roma

Nell’anno del Giubileo, la città di Roma omaggia il genio di Michelangelo Merisi con una ambiziosa mostra dedicata al Maestro della luce: Caravaggio 2025 propone 24 capolavori (più una sorpresa), concessi in prestito in via straordinaria da collezioni private e dai più prestigiosi musei nazionali e internazionali, fra cui spiccano il “Ritratto di Maffeo Barberini”, recentemente svelato al pubblico, e l’”Ecce Homo”, riscoperto a Madrid nel 2021 e che di ritorno in Italia dopo quattro secoli.

La mostra si apre il 7 marzo presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, con la curatela di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon, e sarà visitabile fino al 6 luglio: si tratta di un progetto di ampio respiro, che non solo mette in mostra alcune delle opere più iconiche di Caravaggio nella città che lui stesso aveva scelto come patria di elezione, ma con il suo percorso vuole enfatizzare la profonda forza innovatrice che caratterizzò l’opera dell’artista.

Caravaggio, artista e personaggio che aveva in sé le stesse luci e ombre che tanto magistralmente riusciva a riportare su tela, ha condotto tutta la sua vita come mosso da una forza interiore quasi involontaria, che lo portava ad approfondire sempre di più la sua ricerca artistica pur fra le fortune altalenanti che lo investivano a livello personale.

Caravaggio 2025, il percorso espositivo

Così la mostra Caravaggio 2025 parte dal DEBUTTO ROMANO, prima sezione espositiva, dove le opere di Caravaggio sono quelle degli esordi nella Capitale ma anche quelle delle prime importanti commesse per mecenati come Francesco Maria del Monte; prosegue poi con INGAGLIARDIRE GLI OSCURI, sezione che introduce la rara produzione ritrattistica di Caravaggio e che offre l’incredibile opportunità di vedere insieme le due versioni del ritratto di Maffeo Barberini, la più nota versione “Corsini” esposta accanto a quella recentemente presentata al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta e attribuzione di Roberto Longhi (1963); e con IL DRAMMA SACRO TRA ROMA E NAPOLI, sezione dove si trovano, tra gli altri capolavori, anche l’”Ecce Homo”, recentemente rinvenuto in Spagna, e “La Flagellazione”, realizzata per la cappella di San Domenico Maggiore. La mostra si chiude con la sezione FINALE DI PARTITA, dove vengono esposte le ultime opere di Caravaggio, realizzate prima della misteriosa morte che lo colse sulla via di Porto Ercole mentre cercava disperatamente di tornare a Roma.

Venticinquesima opera della mostra, eccezionalmente visitabile solo in questa occasione, è il “Giove, Nettuno e Plutone”, l’unico dipinto murale eseguito da Caravaggio nel 1597 (ca) all’interno del Casino dell’Aurora, a Villa Ludovisi (Porta Pinciana). L’opera era stata eseguita su commissione del Cardinale del Monte per il soffitto del camerino dove si dilettava nell’alchimia e raffigura un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del sale e della terra.

Caravaggio 2025 non è solo quindi un doveroso omaggio all’artista, ma anche una inedita occasione di confronto ed analisi della sua produzione artistica e della profonda influenza che ancora oggi esercita sul mondo dell’arte.