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Per la prima volta apre al pubblico il St James’s Palace, residenza reale britannica

Per la prima volta nella sua storia, il St James’s Palace di Londra aprirà le sue porte al pubblico, offrendo l’opportunità di visitare le stanze in cui Re Carlo III è stato formalmente proclamato sovrano del Regno Unito. Il Royal Collection Trust ha annunciato che i tour guidati si svolgeranno nei mesi di aprile e maggio, con biglietti disponibili online al costo di 85 sterline a persona. Le visite, della durata di un’ora e 45 minuti, si terranno dalle 10,30 alle 18,30 e dovranno essere prenotate in anticipo, con ingressi regolati da un sistema a orario prestabilito.

Costruito tra il 1531 e il 1536 su ordine di Enrico VIII, il St James’s Palace è il più antico palazzo reale di Londra e il centro formale della Corte Reale, nonostante la famiglia reale non vi risieda da tempo. Diversamente da altre residenze reali londinesi come Buckingham Palace e Kensington Palace, questa dimora storica è rimasta chiusa al pubblico fino a oggi.

Il palazzo della proclamazione di Re Carlo III

L’evento più recente che ha riportato il palazzo sotto i riflettori è stato l’Accession Council del 2022, durante il quale Carlo III è stato ufficialmente proclamato re nella Sala del Trono, che ovviamente rappresenta una delle tappe imperdibili del tour. I visitatori potranno esplorare alcune delle più importanti sale del palazzo reale più antico di Londra, tra cui la Corte Colore, lo Scalone d’Onore, l’Armeria, la Sala degli Arazzi, la Sala della Regina Anna, il Salone d’Ingresso, la Sala del Trono e la Pinacoteca, oltre che ammirare la Cappella Reale.

Il tour guiderà gli ospiti attraverso l’imponente architettura Tudor e le magnifiche collezioni di dipinti e arredi reali. Un punto di particolare interesse è la Great Gatehouse, l’Ingresso d’Onore voluto da Enrico VIII, che conserva ancora oggi la sua originale struttura in mattoni rossi.

Accanto alla Great Gatehouse si trova la Cappella Reale, fatta costruire sempre da Enrico VIII, che vanta uno splendido soffitto a cassettoni, considerato uno dei più importanti esempi di decorazione Tudor ancora esistenti. Questo luogo è stato testimone di numerosi eventi storici, tra cui il battesimo di Carlo II nel 1630 e la comunione di Carlo I prima della sua esecuzione nel 1649. Più recentemente, la cappella ha ospitato il battesimo del principe Louis nel 2018.

Corte interna di St. James's Palace

Fonte: istock

La corte interna di St. James’s Palace a Londra

Il percorso di visita, dallo Scalone d’Onore alla Sala del Trono

Il tour prevede anche l’accesso allo Scalone d’Onore, il punto d’ingresso ufficiale agli Appartamenti di Stato, dove si possono ammirare tesori straordinari, tra cui un vaso di malachite donato dallo zar di Russia a Giorgio IV nel 1827. La scalinata ha subito diverse trasformazioni nel corso dei secoli, riflettendo il gusto dei vari sovrani, fino ad assumere l’attuale aspetto sotto Edoardo VII.

Un altro punto saliente della visita è la Pinacoteca, utilizzata ancora oggi per occasioni ufficiali, tra cui l’Accession Council. Il 10 settembre 2022, qui è stato proclamato Re Carlo III prima di spostarsi nella Sala del Trono per presiedere il suo primo Consiglio Privato.

Al centro della Sala del Trono spicca un maestoso trono dorato con il monogramma di Elisabetta II, risalente al regno di Giorgio IV. Questa seduta rappresenta la sede principale della monarchia britannica ed è sormontata dal baldacchino di stato, riccamente decorato con emblemi nazionali, la Stella dell’Ordine della Giarrettiera e lo stemma della Regina Vittoria.

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In costa Blanca, alla scoperta di Alicante con i bambini

Alicante, nel sud della Comunidad valenciana in Spagna, è una meta perfetta per un lungo weekend in famiglia o come base per esplorare la Costa Blanca. È comodo arrivarci, piacevole da visitare con i bambini, con un clima mite tutto l’anno e ottimo cibo. Ecco le principali attrazioni della città e alcune gite nei dintorni per un viaggio in famiglia.

A passeggio per Alicante

Alicante è una città che si presta benissimo a essere esplorata a piedi, con il suo centro storico compatto e generoso di spazi pedonali.

Cosa vedere in centro

La Calle de las Setas è una delle vie più originali di Alicante, un luogo che attira l’attenzione di tutti, specialmente dei più piccoli. La sua peculiarità? Una serie di funghi giganti, realizzati in legno e metallo, spuntano nel centro della via pedonale con sguardi dispettosi e indispettiti. I bambini possono entrare all’interno di queste enormi strutture a forma di fungo, per scattare divertenti foto in un contesto che sembra uscito da una fiaba.

alicante con bambini

Fonte: iStock

Calle de las Setas, Alicante

Ma il centro di Alicante offre anche altri spazi pubblici molto vivibili, che rendono la città ancora più piacevole. Le piazze storiche, come la Plaza del Ayuntamiento e la Plaza de los Luceros, sono luoghi perfetti per una passeggiata o una sosta. Qui, oltre ai palazzi storici, si trovano chioschi che vendono churros con cioccolata, dolci e gelati, all’ombra degli alberi. I viali verdi pedonali, che si snodano lungo la città e arrivano fino al mare, sono comodi per camminare lasciando i bambini liberi di muoversi e scatenarsi in sicurezza.

Il Barrio de Santa Cruz, con le sue strette viuzze e le case colorate, si trova ai piedi del castello. Qui, tra i vicoli e le piazzette, il consiglio è quello di camminare e perdersi buttando lo sguardo sulle facciate delle case, spesso adornate di fiori e tipiche piastrelle.

alicante

Fonte: iStock

Barrio de Santa Cruz, Alicante

Explanada de España, lungomare

Una passeggiata lungo il lungomare di Alicante è un must per le famiglie. L’Explanada de España è un viale iconico costeggiato da palme, con un pavimento di mosaico che simula le onde del mare, composto da oltre sei milioni di tessere colorate. È il luogo perfetto per una passeggiata, per godere dell’ombra e della brezza marina, fare una sosta nei bar all’aperto o assistere agli spettacoli degli artisti di strada che spesso si esibiscono. Lungo il viale, alcune aree allestite per il gioco lo rendono ancora più adatto ai piccoli.

Alicante con bambini

Fonte: Stock

Explanada de España, Alicante

Fino al Castello di Santa Bárbara

Non si può visitare Alicante senza fare un salto al Castello di Santa Bárbara, una delle attrazioni principali della città. Questo imponente castello medievale sorge sulla cima del Monte Benacantil e offre una vista spettacolare su Alicante e sul mare. È un luogo ricco di storia, ma anche di spazi dove i bambini possono correre e esplorare. Una volta arrivati, si possono visitare le antiche mura, le torri di guardia e le mostre che raccontano la storia della città. Non dimenticate di fermarvi sulla terrazza panoramica per ammirare la vista mozzafiato su Alicante e la baia. Per arrivare al castello, ci sono tre opzioni: a piedi, lungo un sentiero che porta fino in cima (pendente ma non troppo e assolutamente fattibile dai 6 anni); in navetta da Puerta del Mar; oppure in ascensore, che parte dalla spiaggia di Postiguet e rende l’accesso ancora più facile per le famiglie con bambini piccoli. Un’idea può essere quella di salire in ascensore o navetta e scendere a piedi, per non stancare troppo i viaggiatori junior.

alicante panoramica

Fonte: iStock

Vista sulla costa di Alicante dal Castello

I musei di Alicante

Alicante ospita diversi musei interessanti per i bambini. Questi musei, come quasi sempre in Spagna, sono pensati per coinvolgere anche i più piccoli con esposizioni interattive, attività didattiche e percorsi tematici (ad un costo davvero accessibile).

Museo Ocean Race

Il Museo Ocean Race è perfetto per i bambini appassionati di avventura e mare e racconta, unico al mondo, la storia della regata più dura che esista. Le esposizioni interattive che raccontano oltre 45 anni di storia della Round the World Race e i suoi progressi nella tecnologia nautica, e le barche in mostra permettono ai bambini di immergersi nel mondo delle competizioni veliche. Il percorso didattico li coinvolge in attività che stimolano la loro curiosità e creatività, con una spiccata attenzione verso la sostenibilità: la mostra vuole ispirare azioni per proteggere l’oceano e aumentare la consapevolezza sulla salute degli oceani. L’ingresso al The Ocean Race Museum è gratuito per tutti i visitatori e sono proposte visite guidate e esperienze immersive.

Museo di Fogueres

Un altro museo particolare è il Museo di Fogueres, dedicato alle celebrazioni delle Hogueras de San Juan, la festa più importante di Alicante, riconosciuta Bene di Interesse Culturale Immateriale nel 2013. Qui i bambini possono scoprire l’arte dei giganteschi ninots (le statue di cartapesta) che vengono bruciate durante i festeggiamenti e ammirare  i Ninots Indultats, donati nel corso degli anni dai rispettivi Hogueras e salvati dall’incendio grazie al voto popolare per la loro valenza artistica. Il museo, a ingresso gratuito, organizza anche laboratori e attività per imparare a creare le proprie opere d’arte.

Museo de Belenes

Il Museo de Belenes è un incantevole museo per i bambini, che raccoglie centinaia di presepi provenienti da tutto il mondo. Le scenografie in miniatura, le luci e i dettagli affascinano i più piccoli, rendendo la visita un’esperienza magica.

Museo dell’Acqua e Pozzo di Garrigós

Le esposizioni del Museo dell’Acqua e Pozzo di Garrigós ripercorrono un viaggio atipico nel passato della città, raccontando la storia del suo approvvigionamento idrico. I bambini possono esplorare le antiche cisterne sotterranee e scoprire come veniva estratta e conservata l’acqua, attraverso installazioni didattiche e attività interattive. L’entrata è gratuita ed è possibile prenotare visite guidate sul sito ufficiale.

Museo Arqueológico de Alicante (MARQ)

Infine, il Museo Archeologico di Alicante (MARQ) è uno dei più importanti della città. Questo museo offre una vasta gamma di reperti archeologici che vanno dalla preistoria all’epoca romana. Le sezioni interattive sono particolarmente adatte ai bambini, con attività didattiche che permettono loro di “scoprire” gli oggetti antichi attraverso il gioco e la sperimentazione.

Relax sulle spiagge di Alicante

Alicante è famosa per il mare pulito e le sue bellissime spiagge, perfette per una giornata di relax in famiglia. La Playa del Postiguet, nel centro della città proprio sotto il castello, è una delle più frequentate e adatte ai bambini, grazie alla sua sabbia fine e all’acqua poco profonda. Sulla spiaggia ci sono diversi bar e aree attrezzate con giochi sulla sabbia. Poco più lontano dal centro, la Playa de San Juan è meno affollata ma altrettanto servita, con ampi spazi e una serie di servizi che la rendono perfetta per una giornata di gioco al mare con i bambini.

Il Parco El Palmeral

A pochi minuti dal centro di Alicante, il Parco El Palmeral è una vera oasi di verde. Con i suoi laghetti, le palme e le ampie aree per picnic, è il luogo ideale per trascorrere qualche ora di tranquillità, lontano dal trambusto cittadino (che ad Alicante tanto trambusto non è!). I bambini possono divertirsi a esplorare il parco, correre tra i viali alberati e giocare nei parchi giochi.

Idee per gite fuori porta

Con un po’ di tempo extra, ci sono diverse gite interessanti nei dintorni di Alicante. Ecco le più adatte con i bambini.

Una delle escursioni possibile è quella all’Isola di Tabarca, un piccolo paradiso a breve distanza dalla costa di Alicante, e l’unica isola abitata della Comunità valenciana. La gita in barca è divertente per i bambini, che in estate potranno anche fare snorkeling lungo la costa dell’isola. Inoltre, per soddisfare il palato, nel piccolo villaggio di pescatori si trovano una serie di ristoranti dove gustare piatti a base di pesce fresco.

A circa 40 minuti da Alicante, il Museo Del Juguete di Ibi è molto curioso per i bambini. Il museo si trova all’interno della vecchia e celebre produzione di giochi della provincia ed espone giocattoli di tutte le epoche, da quelli tradizionali a quelli più “moderni”. Un viaggio nel mondo dell’infanzia attraverso giochi che alcuni genitori riconosceranno, ma vetusti agli occhi dei bambini.

alicante, dintorni

Fonte: AS

Il Museo Del Juguete di Ibi

Una visita al Palmeto di Elche, patrimonio dell’umanità UNESCO, è assolutamente da non perdere. Questo giardino storico è il più grande bosco di palme d’Europa. Pur risalendo all’epoca preistorica, raggiunse il massimo splendore durante il periodo musulmano, quando fu trasformato in un giardino e la coltivazione delle palme fu sviluppata al massimo. Il Palmeto Storico comprende oltre 200.000 palme ed è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità. Sono diversi i punti di interesse da visitare: il Parco Municipale, con edifici di ispirazione neo-araba e fontane; l’Huerto del Cura, un giardino dichiarato Giardino Artistico Nazionale; il Museo del Palmeto, situato nell’Huerto de San Plácido. Il Percorso del Palmeto consente di esplorare giardini di palme tradizionali e il Parco delle palme del Filet de Fora, per un’esperienza immersiva.

Informazioni pratiche

Il clima di Alicante è generalmente mite tutto l’anno, ma i periodi migliori per visitarla con i bambini sono la primavera e l’autunno, quando le temperature sono più piacevoli e c’è meno affollamento.

Alicante è facilmente raggiungibile in aereo dalle principali città italiane, sia con compagnie di bandiera che low cost. L’Aeroporto di Alicante-Elche si trova a soli 9 km dal centro città. Da lì, è possibile prendere un taxi, un autobus o noleggiare un’auto se si prevedono visite nei dintorni. Il tragitto in tutti i casi dura 2 minuti circa.

Alicante è una città molto pedonale e, per gran parte delle attrazioni, è possibile muoversi comodamente a piedi. La rete di mezzi pubblici è capillare; ed esistono abbonamenti di 24, 48 o 72 ore. Per le escursioni fuori dal centro e più lontane, si può noleggiare una bici, usufruire dei mezzi pubblici (tram e autobus), o noleggiare un’auto per esplorare le zone circostanti con maggiore flessibilità.

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Gibilterra: dov’è e a chi appartiene questo territorio?

Una meta probabilmente troppo lontana dai grandi flussi turistici, a volte quasi snobbata nel momento in cui si decide di organizzare un weekend fuori dai confini nazionali o un periodo di ferie prolungato. Stiamo parlando di Gibilterra, fantastico territorio sulle rive del Mediterraneo. Ma dove si trova Gibilterra e a quale Stato appartiene?

Dove si trova Gibilterra?

Gibilterra è una piccola penisola situata all’estremità meridionale della Spagna. Un fantastico territorio che dà il nome all’omonimo Stretto di Gibilterra, ovvero il punto in cui il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico. Si trova a circa 80 chilometri di distanza dalla più conosciuta città di Marbella, in Spagna e viene spesso inserita fra gli itinerari consigliati per scoprire la bellissima Costa del Sol.

È una posizione, quella di Gibilterra, decisamente strategica, in quanto segna il confine naturale che c’è tra il Europa ed Africa, e dal quale è addirittura possibile vedere ad occhio nudo il Marocco, soprattutto nelle giornate più limpide. Questo fa sì che, nonostante le sue dimensioni ridotte, ovvero una superficie di circa 6,8 chilometri quadrati, sia un luogo di grande importanza geopolitica e storica.

A quale Stato appartiene Gibilterra?

Non molti sanno, però, che Gibilterra non è uno stato indipendente. Infatti, nonostante la sua posizione geografica, questo territorio appartiene al Regno Unito e proprio per questo motivo è inserito all’interno della lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi, che racchiude tutti quei territori che sono ancora soggetti al colonialismo.

Questo status di territorio d’oltremare del governo britannico è sempre stato fonte di tensioni politiche tra Spagna e Regno Unito, in quanto il Paese spagnolo rivendica la sovranità sulla penisola da diversi secoli. Infatti, la presenza del potere britannico su questi territori risale addirittura ai primi anni del Diciottesimo secolo, precisamente al 1704, durante la Guerra di Successione Spagnola, quando il territorio e la Rocca di Gibilterra furono occupati. Il potere del Regno Unito è stato riconosciuto nel 1713 con il Trattato di Utrecht, in cui i due Paesi trovarono l’accordo per la cessione del territorio.

Nonostante le pressioni da parte del governo spagnolo per la sovranità, negli anni sono stati indetti due referendum, il primo nel 1967 ed il secondo nel 2002, in cui la popolazione di Gibilterra ha votato a favore del controllo del Regno Unito. Basti pensare, infatti, che la lingua ufficiale è l’inglese, la valuta è la sterlina britannica e ci sono influenze molto evidenti sulla cultura locale.

Qual è la capitale di Gibilterra?

La città di Gibilterra è la capitale di questo territorio e si tratta dell’unico centro urbano dell’intero territorio. È una vivace città, che si sviluppa ai piedi della Rocca, con una popolazione di circa 34.000 abitanti.

Il centro storico cittadino è caratterizzato da suggestivi edifici in stile coloniale, dove è possibile notare un mix unico tra l’influenza britannica e gli elementi del mediterraneo. Per gli amanti dello shopping, nella Main Street, ovvero la strada principale, sono presenti numerosi negozi duty-free, con prezzi convenienti, ma anche ristoranti e caffè. I visitatori di Gibilterra possono esplorare anche famosi luoghi turistici come la Grotta di San Michele oppure osservare le numerose scimmie berbere che popolano la Rocca di Gibilterra o semplicemente godersi una passeggiata sul lungomare, con vista sullo stretto.

Scimmie berbere che si trovano a Gibilterra, territorio che si trova nel sud della Spagna

Fonte: iStock

Scimmie berbere nella Rocca di Gibilterra

Quali sono stati i risvolti della Brexit su Gibilterra?

Dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sono state sollevate nuove questioni su Gibilterra, soprattutto in relazione alla libertà di movimento delle persone tra questo territorio ed il vicino paese spagnolo. Nonostante ciò, il governo di Gibilterra ha mantenuto relazioni positive con l’Unione Europea, garantendo dunque la stabilità economica e sociale del territorio.

Infatti, grazie a questi accordi, per tutti i cittadini italiani che hanno intenzione di visitare Gibilterra, non è necessario essere muniti di passaporto. Documento che invece risulta obbligatorio per chiunque abbia intenzione di visitare il Regno Unito, proprio a causa della Brexit.

Decidere di visitare Gibilterra vuol dire andare alla scoperta di un territorio, che seppur molto limitato dal punto di vista geografico ed il controllo del Regno Unito, è stato in grado di mantenere una forte identità propria, tutta da scoprire. La sua capitale affacciata sul mare e il fascino della Rocca, sapranno regalare piacevoli ricordi.

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Sempre più persone scelgono l’aereo per viaggiare da Roma a Milano (e viceversa)

Seppur optare per il treno sia la soluzione più sostenibile, l’aereo resta il mezzo di trasporto prediletto per diversi motivi, uno su tutti il prezzo del biglietto. Questo è evidente soprattutto nella tratta Milano-Roma che, per la prima volta dal 2018, supera il milione di viaggiatori in un anno.

Dai dati emersi dall’analisi del Corriere della Sera sui numeri forniti dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) per il 2024 risulta che, dopo i due anni critici della pandemia, i voli tra Roma Fiumicino e Milano Linate operati da ITA Airways hanno visto un aumento del 21% rispetto ai dodici mesi del 2023, il 74% in più del 2022 e il 37% in più del 2019.

Tratta aerea Roma-Milano: dalla crisi del 2008 ai dati positivi del 2024

La tratta aerea Roma-Milano, operata oggi anche da Aeroitalia, ha subito un assestamento nel 2008, l’anno in cui partì in Italia l’alta velocità ferroviaria con i Frecciarossa di Trenitalia e i collegamenti di Italo. A mettere in crisi il collegamento aereo furono soprattutto le tariffe ferroviarie più basse, una maggiore affidabilità del servizio e i problemi dell’allora Alitalia. Tutto ciò portò al 2009, l’ultimo anno in cui Linate-Fiumicino è risultata la rotta aerea più trafficata del Paese.

Tuttavia, l’anno peggiore fu il 2021. Complice anche la pandemia, solo il 9% delle persone presero l’aereo tra Roma e Milano, mentre l’altro 91% ha preferito spostarsi in treno. Questa situazione, però, sta iniziando a cambiare: sempre secondo le analisi del Corriere della Sera, seppur al 2024 i binari continuano a dominare sul mercato, la quota è scesa all’82% perché il restante 18% è in mano dei voli ITA.

Inversione di rotta: i motivi del successo degli aerei sui treni

Se dal 2008 al 2024, i treni hanno dimostrato di poter sostituire con successo gli aerei, soprattutto nelle tratte nazionali come quella che collega Roma e Milano, quest’anno la tendenza si è invertita. Negli ultimi mesi, infatti, i passeggeri ferroviari hanno dovuto districarsi con tutta una serie di problematiche quali scioperi, blocchi, problemi tecnici e durata di viaggio di oltre 3 ore che hanno portato sempre più persone a scegliere gli aerei.

Le motivazioni principali, infatti, sono per esempio legate al tempo: un volo dura 50 minuti, rischia meno ritardi e vede una delle due destinazioni (Linate) collegata con la metropolitana. In questo modo è più facile e veloce passare dal terminal al centro città e viceversa.

Un’altra motivazione, ovviamente, è da ricercare nel prezzo. La tariffa media è uguale o addirittura inferiore rispetto ai biglietti dei treni. Per esempio, un volo andata e ritorno nel mese di marzo costa 98 euro con ITA, 99 euro con Trenitalia e 100 euro con Italo. La differenza di prezzo non è tanta, ma se pensiamo anche ai tempi di percorrenza, possiamo capire il perché sempre più persone stiano privilegiando lo spostamento in aereo piuttosto che quello in treno.

Infine, come ultima motivazione, si evidenziano l’aumento delle tratte aeree e la poca efficienza dell’intermodalità treno-aereo. ITA Airways, infatti, ha aumentato i collegamenti aerei tra le due città, a questo si collega l’incremento dei passeggeri in connessione con ITA Airways, ossia quei viaggiatori che prendono un volo da Linate a Fiumicino perché devono prendere un aereo a doppio corridoio per un collegamento intercontinentale (lo stesso ragionamento si applica al contrario).

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Isole segrete del Mediterraneo, per fare vacanze lontane dalla folla

Il Mar Mediterraneo, situato tra Europa, Nordafrica e Asia occidentale, è puntellato di bellissime isole, alcune molto famose tra i viaggiatori e altre che, per fortuna, sono ancora “segrete”: in totale sono più di 10.000. Certo, non tutte sono abitate e facili da raggiungere, ma la buona notizia è che molte di queste consentono ancora di fare vacanze lontane dalla folla, immersi in un contesto naturale e storico che non ha nulla da invidiare a destinazioni ben più frequentate dai visitatori di tutto il mondo. Per questo motivo, noi di SiViaggia abbiamo selezionato per voi le più belle isole del Mar Mediterraneo ancora poco note ai turisti.

Agistri, Grecia

La prima bellissima isola non troppo conosciuta del Mediterraneo di cui vi vogliamo parlare è Agistri (o Angistri), parte dell’arcipelago Saronico, in Grecia. Va fatta però una doverosa premessa: pur non essendo presa d’assalto come altre mete del Paese, durante i fine settimana estivi sembra riempirsi di turismo, soprattutto locale, poiché la sua superficie è di soli 13 chilometri quadrati e perché si trova a poca distanza da Atene. Nonostante abbia dimensioni contenute, rappresenta tutto quello che si può desiderare quando si arriva in questo magnifico Stato del nostro continente: è piena di casette bianche, ristoranti che servono pesce appena pescato, chiese dalle cupole blu-azzurro e spiagge incantevoli.

Sull’isola è possibile anche soggiornare, soprattutto a Limenaria dove a disposizione ci sono alcuni appartamenti, e presso Skala a Megalochori, situati sulla costa Nord, due villaggi in cui si può trovare anche un po’ di intrattenimento serale (che quando si è in vacanza non fa mai male).

Gökçeada, Turchia

Gökçeada, chiamata anche Imbro o Imbros, è un’isola della Turchia che offre panorami bucolici, pittoreschi villaggi e spiagge di sabbia magnifiche. Più frequentata d’estate che in altri mesi dell’anno, regala una costa lunga 45 chilometri e la possibilità di fare tantissime attività mentre si è completamente circondati dalla natura.

Gökçeada, Turchia

Fonte: iStock

I bellissimi colori di Gökçeada, in Turchia

Tante le cose da vedere, ma tra le più importanti segnaliamo:

  • Kaleköy: antico villaggio che sorge su una collina che digrada sul mare;
  • Kefalos Beach: dove si pratica il windsurf e dal paesaggio davvero particolare perché caratterizzato da una duna che separa il mare da un lago salato molto basso e fangoso.

Iž, Croazia

Il suo nome si compone di due sole lettere, , eppure questa isola della Croazia ha davvero molto da regalare a tutti i suoi visitatori. Parte del pittoresco arcipelago zaratino, è conosciuta da noi italiani anche come isola di Eso e affonda le sue radici nell’epoca preistorica. Si tratta del posto ideale per chi è alla ricerca di una vacanza autentica, al ritmo della tranquillità, ma anche per gli appassionati delle immersioni grazie ai tanti isolotti e scogli che si sviluppano nei suoi dintorni.

L’isola è anche uno spot ottimale per le persone che desiderano godere dei piaceri marini, per via delle presenza di cale e spiagge bagnate da un mare che invita a fare quanti più bagni possibili.

Isole Kerkennah, Tunisia

Altre isole del Mediterraneo da prendere in considerazione per le proprie vacanze, e spesso messe in secondo piano rispetto ad altre ben più famose, sono le Kerkennah, in Tunisia. Le isole principali sono sei, tra cui Gharbi e Chergui, dove potersi rilassare in bellissime spiagge tranquille, conoscere le curiose tradizioni locali e approfondire una ricca storia millenaria.

Fare un viaggio qui è come dedicarsi a una fuga dalla modernità, vivendo una quotidianità scandita dalla pesca e dall’agricoltura. Non mancano feste tradizionali alle quali vale la pena assistere.

Tabarca, Spagna

Meno nota di tante altre isole del Paese ma certamente ricca di cose da fare e vedere è Tabarca, in Spagna, piccolo paradiso terrestre al largo di Alicante. Abitata in inverno da circa una decina di persone, si anima molto in estate grazie ai turisti che la raggiungono per scoprire spiagge e calette bagnate da un mare azzurrissimo e il suo particolare passato piratesco. Tuttavia, spesso si tratta di viaggiatori toccata e fuga.

Tabarca, Spagna

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Veduta della particolare Isola di Tabarca

Quando si viene da queste parti vale certamente la pena fare una passeggiata fino al faro che si innalza fiero sulla punta dell’isola, per poi dirigersi al cospetto della chiesa barocca di San Pietro e Paolo e del Museo Cittadino. Calato il tramonto, tutto diventa ancora più magico perché sull’isola stessa rimangono a soggiornare poche persone, che si godono gli ottimi ristoranti con un’indimenticabile vista sul Mar Mediterraneo.

Île du Levant, Francia

Voliamo ora in Francia e più precisamente all’Île du Levant, talvolta anche chiamata Le Levant, che si fa spazio al largo della Costa Azzurra. Parte dell’arcipelago delle Isole di Hyères, è il regno della calma e della serenità al punto da essere la prima zona naturista d’Europa.

A disposizione, inoltre, ci sono numerosi sentieri che aiutano a scoprire flora e fauna, ma anche un’acqua limpida e azzurrissima alla quale è impossibile resistere. Ma non è finita qui: a Le Levant sembra di tornare indietro nel tempo perché sull’isola non ci sono auto e nemmeno lampioni.

Marettimo, Italia

Anche l’Italia conserva isole meno note di altre e che possono essere considerate un segreto ottimamente custodito. Ne è un esempio la splendida Marettimo, la più occidentale delle Egadi, in Sicilia, che incanta tutti per il fatto di essere particolarmente selvaggia e incontaminata. L’impatto dell’uomo, infatti, è quasi al minimo e per questo sfoggia un patrimonio vegetativo e faunistico molto prezioso.

Tra le altre cose, è ricca di sentieri che consentono di poterla esplorare quasi da cima a fondo e di grotte, sia emerse che sommerse, che sono una più bella dell’altra. Impossibile non nominare, per esempio, la Grotta del Tuono o del Presepe, celebre per le sue stalattiti e stalagmiti. Non mancano deliziose baie e calette raggiungibili in barca e spiagge da sogno su cui rilassarsi.

Leros, Grecia

Torniamo di nuovo in Grecia ma questa volta per andare alla volta di Leros, isola del Dodecaneso. Pur essendo dotata di un aeroporto, è meno presa d’assalto di altre isole del Paese, ma nonostante questo sa farsi molto amare per le sue tante valli fertili, colline verdi, scogliere che si specchiano su un mare cristallino, profonde baie, spiagge incontaminate e villaggi pittoreschi.

Da vedere assolutamente:

  • Castello medievale di Pandel: con una splendida vista che rimane impressa nel cuore;
  • Agia Marina: villaggio puntellato di graziose casette tradizionali;
  • Spiaggia di Kokkina: con un mare da cartolina e quasi sempre priva di turisti.

Curzola, Croazia

Curzola, in Croazia, è l’isola in cui sembrerebbe essere venuto al mondo Marco Polo (non vi sono però prove certe), ma anche un vero e proprio tesoro ben conservato del Mediterraneo. Piena di spiagge, baie, insenature e calette che permettono di rilassarsi al massimo e godere di un mare splendido, è anche un angolo del Paese ricco di storia e folklore. Vi basti pensare che da secoli qui si tramanda una curiosa danza delle spade.

Curzola, Croazia

Fonte: iStock

Affascinante veduta aerea di Curzola

Ottima è anche l’enogastronomia, perché in zona si producono interessanti vini bianchi da assaporare mentre si gusta del pesce locale (assolutamente fresco). Tra le tappe da fare per forza mentre si è in vacanza da queste parti segnaliamo:

  • Korcula Città: piena di storia e con un impressionante sistema difensivo che si regge ancora in piedi nonostante il passare del tempo;
  • Baia di Pupnataska Luka: tra le più belle dell’isola e con un mare straordinario, è circondata da una foltissima pineta;
  • Baia di Bačva: non facilissima da raggiungere ma dove poter fare dei bagni davvero indimenticabili.

Embiez, Francia

Infine Embiez, in Francia, l’isola più grande dell’omonimo arcipelago, che è praticamente incontaminata: qui dimora il 90% delle specie naturali del Mediterraneo. Offre anche calette segrete, scogliere, pinete, fiori, viti e regala panorami davvero emozionanti da scoprire a piedi o in bicicletta (soprattutto al tramonto).

Tra le spiagge più suggestive ci sono:

  • Spiaggia dei Tedeschi: tra le più accessibili e accarezzata da acque trasparenti che si rivelano ideali anche per le famiglie con i bambini;
  • Spiaggia di Rix: nascosta tra due scogliere, è particolarmente amata dai canoisti perché complessa da raggiungere a piedi;
  • Spiaggia di Salins: con acque poco profonde ma di un impressionante colore turchese.
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L’Albania potrebbe diventare la nuova meta del lusso, arriva il resort dei Trump

Se in passato questo tratto di costa adriatica è stata soggetta a violenze, dittature e povertà, oggi l’Albania si trova al centro di un fenomeno inverso che la vede come probabile futura nuova meta del lusso. In particolare, l’attenzione di questi giorni è tutta rivolta all’isolotto di Saseno, situato al largo delle coste albanesi, quindici chilometri da Valona e una novantina da Otranto. Cosa succederà?

Qualche settimana fa, il governo albanese ha approvato il progetto di Jared Kushner, marito di Ivanka Trump e genero del presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Questo investimento cambierà le sorti dell’isola che, negli anni Novanta, ha svolto un ruolo importante per l’Italia nella lotta al traffico di immigrati clandestini. Questo, però, non è l’unico investimento che potrebbe far diventare l’Albania una meta turistica orientata al lusso.

L’Albania potrebbe diventare la nuova meta del lusso: i progetti passati e futuri

Già da qualche anno, l’Albania ha aperto la strada ai resort nelle sue destinazioni più turistiche, una su tutte Saranda. Questa è considerata la porta d’accesso meridionale alla riviera albanese, molto amata soprattutto perché vicina alle spiagge migliori del Paese, come la località di Ksamil. Qui, nella baia di Manastir, è stato costruito un resort anche a discapito delle aree protette della zona. La struttura, infatti, è stata costruita in un’area facente parte del Parco Nazionale di Butrinto.

Seppur la costruzione di località turistiche e i massicci sviluppi edilizi nelle aree costiere sono protagonisti delle segnalazioni e delle lotte di varie organizzazioni ambientaliste, il governo continua ad approvare nuovi progetti, da Scutari a Saranda, come quello che vede come finanziatore il genero di Donald Trump.

Il progetto in Albania finanziato dalla famiglia Trump

Anche l’isola di Saseno, chiamata Sazan in albanese, è sempre stata una località protetta per ragioni naturalistiche. Questo fino a oggi, in quanto il governo ha deciso di allentare i vincoli esistenti per favorire lo sviluppo di nuovi progetti, attirare investimenti stranieri e trasformare il Paese in un vero e proprio polo del lusso nel cuore del Mediterraneo.

L’investimento della famiglia Trump è pari a 1,4 miliardi di euro e prevede la costruzione di una struttura di lusso con ville affacciate sul mare. Il target, ovviamente, sono clienti milionari, disposti a spendere cifre considerevoli per potersi rilassare in uno scenario mozzafiato ed esclusivo che, per ora, vede solo edifici abbandonati e bunker risalenti al periodo comunista.

Tuttavia, i turisti cominciano a interessarsi a questo isolotto di quasi sei chilometri quadrati, raggiungendolo con diversi tour giornalieri. Questo, comunque, non è l’unico progetto proposto dalla famiglia Trump: il secondo investimento, non ancora approvato, riguarderebbe un resort di lusso da costruire sulla costa attorno a Zvërnec, in un’area protetta non lontano dalla città di Valona, sempre sul canale di Otranto.

Se l’Albania diventerà la prossima meta del lusso lo vedremo nel prossimo periodo, sperando che questo non comporti la distruzione delle sue splendide bellezze naturali che, anno dopo anno, hanno portato sempre più viaggiatori a sceglierla come meta delle proprie vacanze.

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Viaggio alla scoperta dei più bei giardini d’Italia

L’Italia vanta una ricca tradizione di giardini storici e contemporanei, sparsi su tutto il territorio nazionale. Questi spazi verdi offrono ai visitatori esperienze uniche, che spesso combinano arte, storia e botanica. Ecco alcuni dei giardini più affascinanti da nord a sud, con alcune informazioni pratiche per la visita.

Giardini di Villa Taranto

Situati a Verbania, sulle sponde del Lago Maggiore, i Giardini di Villa Taranto sono celebri per la loro varietà botanica e considerati tra i giardini più belli al mondo. Creati dal capitano scozzese Neil McEacharn nel 1931, ospitano oltre 20.000 specie di piante provenienti da tutto il mondo. Oltre all’erbario e alla serra, dall’estate all’autunno il Labirinto delle Dahlie affascina ed incanta i visitatori con lo spettacolo di oltre 1700 piante in fioritura.

Il periodo migliore per visitarli è la primavera, quando fioriscono le azalee, i rododendri e le bulbose, a cui è dedicato anche un evento. I giardini sono aperti da marzo a novembre, con apertura alle 9 e chiusura che varia a seconda della stagione. Il biglietto d’ingresso ha un costo di circa 13 euro (15 euro se si abbina la visita al museo del paesaggio) per gli adulti, con riduzioni per gruppi, studenti e bambini. L’ingresso è gratuito fino ai 10 anni.

verbania

Fonte: iStock

La magia di Villa Taranto a Verbania

Parco Giardino Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, vicino a Verona, il Parco Giardino Sigurtà si estende su 60 ettari di colline e prati. Famoso per la “Tulipanomania” primaverile, durante la quale sbocciano milioni di tulipani, il parco giardino ospita anche un labirinto di 2500 mq con al centro una torre ispirata a quella del parco di Bois de Boulogne di Parigi; un giardino delle rose dove sbocciano ogni primavera migliaia selezionatissime rose in due varietà; il giardino delle piante officinali con circa 40 diverse tipologie di piante dalle preziose proprietà terapeutiche e numerosi laghetti e installazioni.

Il parco è aperto da marzo a novembre, con orario continuato dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18). Nei mesi di marzo, ottobre e novembre l’orario è ridotto fino alle 18. Il costo del biglietto è di circa 18 euro per gli adulti, con riduzioni per bambini, studenti e gruppi. Sono disponibili anche abbonamenti stagionali e pacchetti famiglia.

Parco Giardino Sigurtà

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Parco Giardino Sigurtà

Giardino di Boboli

Nel cuore di Firenze, per oltre 30 ettari alle spalle di Palazzo Pitti, si trova il Giardino di Boboli, esempio emblematico di giardino all’italiana. Realizzato dai Medici nel XVI secolo, offre terrazze panoramiche, statue antiche e fontane monumentali che lo rendono un vero e proprio museo all’aperto.

Il giardino è aperto tutto l’anno, con orari che variano stagionalmente. L’accesso al Giardino di Boboli (e la possibile uscita) sono possibili da Palazzo Pitti (portone centrale), dall’ingresso di Annalena in via Romana e dai varchi di Forte di Belvedere e di Porta Romana. Il biglietto d’ingresso costa circa 10 euro (22 euro in abbinamento con la visita al palazzo), con riduzioni per bambini e studenti. Durante l’anno sono organizzati diversi eventi calendarizzati sul sito ufficiale.

Giardini La Mortella

Sull’isola d’Ischia, in Campania, i Giardini La Mortella furono creati nel 1956 da Susana Walton, moglie del compositore inglese William Walton. Questo giardino tropicale ospita piante esotiche, fontane e corsi d’acqua, con una vista panoramica sul mare. Il giardino si sviluppa su una parte a valle e una  parte in collina, dove si trova il giardino delle aloe, le piante acquatiche, il tempio del sole, il teatro greco, la cascata del coccodrillo e la sala thai, un padiglione thailandese con uno stagno con piante di loto.

La primavera e l’autunno sono i momenti migliori per apprezzarne la bellezza. I giardini sono aperti da aprile a novembre, nei giorni di martedì, giovedì, sabato e domenica. Il biglietto d’ingresso costa 12 euro, con riduzioni per bambini e gruppi. Sono disponibili visite guidate per approfondire la storia e la botanica del sito.

Giardino di Ninfa

Nel Lazio, in provincia di Latina, il Giardino di Ninfa è spesso definito “il giardino più romantico del mondo”. Costruito sulle rovine di una città medievale, offre una combinazione unica di storia e natura, con piante provenienti da ogni continente. 8 ettari di parco, più di 1300 piante e oltre 100 uccelli censiti: nel Giardino di Ninfa si trovano ciliegi e meli ornamentali che in primavera fioriscono in maniera spettacolare, oltre ad una incredibile varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi.

La fioritura primaverile, tra aprile e maggio, è particolarmente suggestiva. Le visite sono consentite in date specifiche disponibili sul sito ufficiale e su prenotazione, per preservare l’ecosistema delicato. Il biglietto costa 15 euro, con ingresso gratuito fino ai 12 anni, e include la visita guidata.

Castello di Pralormo

In Piemonte, a pochi chilometri da Torino, il Castello di Pralormo è noto per l’evento annuale “Messer Tulipano“. Ogni primavera, il parco del castello, progettato nel XIX secolo dall’architetto di corte Xavier Kurten, artefice dei più importanti giardini delle residenze sabaude, si trasforma con la fioritura di oltre 100.000 tulipani e narcisi: uno spettacolo di colori imperdibile.

L’evento si svolge generalmente tra aprile e maggio. Durante questo periodo, il parco è aperto tutti i giorni e sono previste speciali visite alla dimora. Il biglietto d’ingresso costa circa 10 euro, 8 euro per i gruppi e 5 euro per i bambini e include la visita alla mostra floreale e ad alcune sale del castello.

Pralormo

Radicepura Garden Festival

In Sicilia, a Giarre, tra Catania e Taormina, si trova il parco botanico Radicepura, un giardino incredibile che unisce botanica e arte, sulla terra nera del vulcano alle sue spalle. Questo spazio ospita il “Radicepura Garden Festival“, una biennale dedicata al paesaggio mediterraneo e al garden design. Il festival porta nel parco installazioni di architetti paesaggisti internazionali sul tema dell’edizione e presenta un calendario di sei mesi di eventi e appuntamenti in una location da urlo.

Le date variano a seconda dell’edizione, ma solitamente il festival si svolge da aprile a ottobre. Il biglietto d’ingresso ha un costo variabile a seconda degli eventi in programma, ed è consigliabile consultare il sito ufficiale per le informazioni più aggiornate.

giardini italia

Fonte: Radicepura

“Radicepura Garden Festival”, una biennale dedicata al paesaggio mediterraneo e al garden design @Alfio Garozzo

Giardini di Villa d’Este

A Tivoli, nei pressi di Roma, i Giardini di Villa d’Este sono un capolavoro del Rinascimento italiano e paiono essere i giardini più copiati d’Europa. Capolavoro del giardino italiano con l’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche, i giardini sono patrimonio dell’umanità Unesco dal 2001.

La primavera e l’estate sono i periodi migliori per visitare, quando tutte le fontane sono in funzione. La villa e i giardini sono aperti tutto l’anno, con orari che variano stagionalmente. Il biglietto costa circa 15 euro, con riduzioni per giovani, anziani e gruppi.

Giardini Botanici Hanbury

Situati a Ventimiglia, in Liguria, i Giardini Botanici Hanbury si estendono su 18 ettari e ospitano una vasta collezione di piante esotiche e mediterranee. Fondati nel 1867 dal viaggiatore e filantropo inglese Thomas Hanbury, questi giardini sono visitabili attraverso un affascinante percorso tra terrazze panoramiche, vialetti ombreggiati e scorci suggestivi sul mare.

Il periodo ideale per visitarli è la primavera, quando la fioritura è al massimo splendore, ma anche in autunno il giardino mantiene il suo fascino. I Giardini Hanbury sono aperti tutto l’anno, con orari variabili in base alla stagione. L’ingresso costa circa 10 euro per gli adulti, con tariffe ridotte per studenti, famiglie e gruppi. Sono disponibili tour guidati per approfondire la storia e le caratteristiche delle piante presenti.

Giardini della Reggia di Caserta

La Reggia di Caserta, in Campania, è uno dei più grandiosi esempi di architettura barocca, circondata da giardini spettacolari che ne esaltano la maestosità. Il parco si estende su 120 ettari e ospita i raffinati giardini all’italiana, le imponenti fontane e cascate, fino a boschetti e piccoli laghi. Tra le attrazioni più scenografiche spiccano la Grande Cascata del Torrione e la Fontana di Diana e Atteone, veri capolavori dell’ingegneria idraulica settecentesca. Il Giardino Inglese, con i suoi percorsi panoramici, laghetti e rovine artificiali, è uno degli angoli più suggestivi e romantici del parco.

Il periodo migliore per visitarlo è durante la primavera, quando il parco fiorisce. Il biglietto d’ingresso al parco e ai giardini è di 9 euro; 18 euro in abbinamento agli appartamenti reali.

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Fonte: 123rf

I giardini della Reggia di Caserta

Giardino dei Tarocchi

In Toscana, a Capalbio, il Giardino dei Tarocchi è una creazione artistica unica nel suo genere, progettata dall’artista Niki de Saint Phalle. Questo giardino contemporaneo è ispirato ai tarocchi e ospita sculture monumentali in ceramica e mosaico che rappresentano le carte degli arcani maggiori. Ogni angolo del giardino è un’opera d’arte che fonde l’arte moderna con la natura.

Il giardino è aperto da aprile a ottobre e la visita dura un paio d’ore circa. Il biglietto d’ingresso costa 15 euro, 10 il ridotto.

giardino tarocchi

Fonte: 123RF

Sculture colorate e magnifiche e per il Giardino dei Tarocchi a Capalbio

Giardino Botanico di Brera

Situato nel cuore di Milano, il Giardino Botanico di Brera è un’oasi verde risalente al 1774, nascosta tra gli edifici storici del quartiere, ufficialmente riconosciuto come Museo. Si estende su circa 5 ettari e nel 1935 l’Orto è stato annesso all’Università degli Studi di Milano, che lo gestisce ancora oggi. Accanto all’omonima Pinacoteca, ospita una ricca collezione di piante, tra cui specie medicinali, alberi secolari e rare varietà botaniche. Particolarmente suggestivo in primavera e in estate, il giardino si distingue per le aiuole geometriche, le serre storiche e una vasca d’acqua con ninfee.

L’ingresso è gratuito, ma è possibile partecipare a visite guidate a pagamento per approfondire la storia e le peculiarità delle piante coltivate.

Parco del Castello di Miramare

A Trieste, il Castello di Miramare è circondato da un incantevole parco che si affaccia sul mare Adriatico, offrendo scorci panoramici di straordinaria bellezza. Progettato nell’Ottocento per volere dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, il parco si estende per circa 22 ettari e ospita una ricca varietà di piante mediterranee ed esotiche, introdotte grazie ai viaggi dell’arciduca. Tra i sentieri ombreggiati e le terrazze panoramiche, si trovano anche laghetti, sculture e un piccolo giardino all’italiana.

Il parco è aperto tutto l’anno (dalle 8 di mattina) e l’ingresso è gratuito, mentre per visitare il Museo storico, il castelletto, le cucine e le mostre in corso esistono biglietti cumulativi.

Labirinto di Cervia

A pochi chilometri dal centro e dalle saline di  Cervia, il Labirinto Dedalo è uno dei più grandi labirinti di mais d’Italia, un’esperienza divertente e immersiva per adulti e bambini. Il percorso si estende su circa 3 ettari e cambia ogni anno, offrendo sempre nuove sfide ai visitatori che devono orientarsi tra sentieri intrecciati e vicoli ciechi. Oltre al labirinto principale, sono presenti giochi a tema e attività educative, ideali per famiglie e gruppi.

Il labirinto è aperto nei mesi estivi, generalmente da giugno a settembre, e l’ingresso costa circa 8 euro, con riduzioni per bambini e gruppi.

Orto Botanico di Palermo

Situato nel cuore della città, l’Orto Botanico di Palermo è un vero gioiello naturalistico e scientifico, nonché uno dei più importanti d’Europa. Fondato nel 1789 come istituzione accademica per lo studio della botanica, il giardino si estende su circa 10 ettari e ospita oltre 12.000 specie vegetali provenienti da tutto il mondo, con una straordinaria varietà di piante tropicali, subtropicali e mediterranee. Grazie alla sua posizione privilegiata e al clima mite di Palermo, è infatti uno dei pochi orti botanici europei in cui piante tropicali e subtropicali crescono rigogliose all’aperto.

Tra gli alberi più iconici spiccano i maestosi ficus magnolioides, le imponenti palme e un vasto assortimento di piante succulente e medicinali. Degni di nota sono anche il grande bambù gigante, il maestoso Drago delle Canarie e le storiche vasche delle piante acquatiche.

Il giardino è aperto tutto l’anno, con un biglietto d’ingresso di 7 euro, ridotto a 4 per anziani e giovani. Sono previsti pacchetti per famiglie e gruppi. È possibile partecipare a visite guidate, che permettono di approfondire la storia e le curiosità botaniche di questo straordinario angolo di natura nel cuore della città.

Orto Botanico di Palermo

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Orto Botanico di Palermo
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Pompei non smette di stupire: trovata una sala con un affresco rarissimo

Negli scorsi anni, gli scavi eseguiti nell’antica città romana di Pompei hanno portato alla luce nuovi tesori e continuano a sorprenderci anche in questi primi mesi del 2025. Pompei, infatti, ha ancora molti segreti da svelare, soprattutto se consideriamo che la parte della città non ancora stata rinvenuta è compresa tra il 15% e il 25%. Tra le ultime incredibili novità c’è una sala affrescata, una rarissima “megalografia” (dal greco “dipinto grande” – ciclo di pitture a grandi figure) del I secolo a.C. rappresentante il corteo di Dioniso.

La sala riporta questo fregio a dimensioni quasi reali, una “megalografia” appunto, proprio come nella Villa dei Misteri trovata più di 100 anni fa. Si tratta di una scoperta entusiasmante perché, come hanno dichiarato gli archeologi che hanno presieduto ai lavori, il grande affresco getta nuova luce sui misteri di Dioniso nel mondo classico.

La scoperta della sala affrescata trovata a Pompei

Nel corso degli scavi nell’insula 10 della Regio IX, situata nell’area centrale di Pompei, gli archeologi sono rimasti sorpresi dalla scoperta di un fregio a dimensioni quasi reali, trovato in una grande sala per banchetti, che gira intorno a tre lati dell’ambiente, mentre il quarto era aperto sul giardino. Ad attirare i ricercatori sono i soggetti di questo ciclo di pitture: il fregio mostra il corteo di Dioniso, dio del vino.

Insieme a lui ci sono le baccanti, rappresentate sia come danzatrici che come cacciatrici feroci, con un capretto sgozzato sulle spalle o con una spada e le interiora di un animale nelle mani. Non mancano giovani satiri con le orecchie appuntite che suonano il doppio flauto, mentre un altro compie un sacrificio di vino (libagione) in stile acrobatico, versando dietro le proprie spalle un getto di vino da un corno potorio (usato per bere) in una patera (coppa bassa).

Al centro della composizione, invece, c’è una donna con un vecchio sileno che impugna una torcia: si tratta di una inizianda, vale a dire una donna mortale che, tramite un rituale notturno, sta per essere iniziata nei misteri di Dioniso, il dio che muore e rinasce, promettendo altrettanto ai suoi seguaci.

Corteo Dioniso Pompei

Fonte: Ufficio Stampa Parco archeologico di Pompei

Il corteo di Dioniso raffigurato negli affreschi trovati a Pompei

Il ritrovamento getta una nuova luce sui misteri di Dioniso

Dopo aver trovato uno dei più grandi complessi termali di sempre, gli archeologi hanno fatto un’altra incredibile scoperta che offrirà l’opportunità di comprendere meglio i misteri del dio del vino. Nell’antichità, infatti, esistevano una serie di culti, tra cui quello di Dioniso, accessibili solo a chi compiva un rituale di iniziazione, come suggerito nel fregio trovato a Pompei. Questi culti si chiamavano “misterici”, perché solo gli iniziati potevano conoscerne i segreti.

Ribattezzato dai ricercatori “casa del Tiaso”, il fregio è attribuibile al II stile della pittura pompeiana e, al momento dell’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei nel 79 d.C., il fregio dionisiaco era già vecchio di circa un secolo. La scoperta aggiunge un altro tema all’immaginario dei rituali iniziatici di Dioniso, in particolare quello della caccia, che viene evocata non solo dalle baccanti cacciatrici, ma anche da un secondo, più piccolo fregio che corre al di sopra di quello con baccanti e satiri e dove sono raffigurati animali vivi e morti.

Affreschi scoperta Pompei

Fonte: Ufficio Stampa Parco archeologico di Pompei

Dettaglio degli affreschi trovati a Pompei

Come visitare il luogo degli scavi

Se visitate Pompei nel prossimo periodo, sappiate che l’ambiente del Tiaso dionisiaco è visibile per il pubblico, il quale potrà accederci, previa prenotazione telefonica, tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle ore 11:00 e in due gruppi da 15 persone, accompagnati dal personale di cantiere. Potete accedere al luogo degli scavi acquistando il regolare biglietto di ingresso al parco archeologico.

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Tutti i misteri dell’incredibile Castello di Pandino, in Lombardia

Se pensiamo a un castello infestato ci vengono in mente tuoni scoppiettanti sopra torri oscure, ululati in lontananza e cancelli di ferro appuntiti. Oltre una prigione sotterranea, che assolutamente non può mancare. Eppure, a vederli, questi castelli non fanno sempre così paura, anzi, sono veri e propri gioielli architettonici affrescati dove è un piacere camminare tra i corridoi e scoprire i loro ambienti…ma non di notte.

Se all’apparenza sembrano fortezze normali e tranquille, tra le loro stanze potrebbe succedere qualcosa di sovrannaturale. In Italia, uno dei castelli più famosi per i suoi misteri e le leggende è il Castello di Pandino, uno dei manieri viscontei meglio conservati della Lombardia, costruito per volere di Bernabò Visconti e di Regina della Scala a partire dal 1355 circa.

Da qualche anno, il castello è soggetto molto amato da chi si occupa di fenomeni paranormali che, armati di telecamere e rilevatori a infrarossi, si avventurano al suo interno per verificare la presenza di spiriti e fantasmi. È anche un monumento da visitare per chi è appassionato di storia e castelli: qui vi raccontiamo cosa vedere e tante curiosità.

Dove si trova il Castello di Pandino

Il Castello Visconteo di Pandino è una roccaforte risalente al XIV secolo, situata nel comune di Pandino, in provincia di Cremona, nella regione Lombardia. Più precisamente, il castello si trova in Via Castello, nel centro abitato della città, quindi facilmente raggiungibile anche a piedi.

Cosa vedere nel castello

Il Castello di Pandino fu costruito per volontà dei signori di Milano che scelsero questa località soprattutto in relazione alla passione per la caccia di Bernabò Visconti. Il villaggio, infatti, era circondato da boschi, quindi ideale per dedicarsi alle sue battute di caccia. Tuttavia risultò molto utile anche per un altro motivo perché Bernabò, terrorizzato dalla peste che in quegli anni incombeva su Milano, ritrovò in Pandino il luogo perfetto dove sfuggire dai rischi di contagio dei grandi centri abitati dell’epoca.

Il castello è oggi considerato uno degli esempi più importanti dell’architettura fortificata viscontea trecentesca, oltre che una delle residenze meglio conservate di tutta la Lombardia. L’edificio, infatti, presenta ancora in gran parte le strutture architettoniche originarie e le decorazioni pittoriche del XIV secolo.

All’interno del castello si trovano gli uffici comunali, una biblioteca e la mensa della scuola casearia, mentre il piano di sopra, dove ci sono la Sala del Drago, la Sala dei Tarocchi e la Sala della Caccia, è usato per visite didattiche e per laboratori tematici. Quando passeggiate all’interno dei suoi ambienti, non dimenticate di ammirare gli affreschi, realizzati per decorare ogni singolo spazio della fortezza, comprese le stalle.

Castello Pandino

Fonte: iStock

Esterni del Castello di Pandino

I misteri del Castello di Pandino

Sono diversi i misteri che avvolgono il Castello di Pandino, tra questi si parla di figure che si aggirerebbero fra le torri del maniero. Alcuni abitanti, invece, avrebbero udito anche il suono di flauti provenire, durante la notte, dalle mura dell’antico edificio. Uno dei fantasmi più famosi, a detta di chi si occupa di paranormale, è quello di Ardita, una figura slanciata ed elegante che è stata “catturata” dalle strumentazioni nell’atto di salire le scale.

Secondo i racconti, Ardita visse nel castello quando il maniero, negli anni della Prima Guerra Mondiale, veniva impiegato come una specie di condominio, in cui vivevano diverse famiglie. Solo negli anni ‘50 venne rilevato dal Comune e trasformato nel municipio. Chi si è occupato delle indagini paranormali, ha eseguito anche una sessione di ricerca con domande e risposte registrate, installando il campo base nell’area che un tempo era l’appartamento dove viveva l’Ardita.

Nulla è certo, ma gli esperti di paranormale continuano a interessarsi a questo castello: ogni anno, infatti, diversi gruppi arrivano in questa città della provincia di Cremona per portare avanti i loro studi. Verità o meno, come ogni castello che si rispetti non potevano certo mancare i fantasmi o altre leggende, come quella che vede protagonista la battaglia con un drago.

Questa leggenda, infatti, è legata allo stemma e a un dipinto che celebra Bernabò Visconti, e che rappresenta la vipera viscontea che divora un uomo. Si narra che verso l’anno 1100 d.C. ci fosse un lago abitato da una creatura mostruosa, il drago Tarantasio. Il drago, che si nutriva principalmente di bambini e ragazze, venne ucciso e indovinate da chi? Tra i possibili eroi si cita il capostipite dei Visconti, da qui la scelta dello stemma.

Come visitare il castello: info, orari e biglietti

Il Castello di Pandino è aperto solo nei weekend:

  • sabato: su prenotazione;
  • domenica e festivi: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 17:00.

Per accedere ai suoi interni è necessario pagare un biglietto: 7,50 euro intero, 5 euro ridotto, gratis per i bambini sotto i 6 anni e per persone con disabilità.

Può essere visitato sia in autonomia che in compagnia di una guida. Le visite guidate, della durata di un’ora e un quarto, vengono fatte nei seguenti orari:

  • sabato: dalle 14:00 alle 17:00 su prenotazione;
  • domenica: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 17:00.
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Camaldoli, il borgo più spirituale d’Italia dove rallentare e ritrovare il piacere del tempo

L’ospitalità vera ha origini antiche ed è una qualità che va coltivata attraverso il tempo. Visitando il borgo di Camaldoli e incontrando i monaci che l’abitano, l’ospitalità si respira nell’aria, insieme a un senso di pace e spiritualità.

È nell’anno Mille, infatti, che il monaco benedettino San Romualdo, originario di Ravenna, fondò il primo nucleo dell’Eremo di Camaldoli, cinque celle e un piccolo oratorio dedicato a San Salvatore Trasfigurato. Sempre in quel periodo vennero gettate le fondamenta dell’attuale Monastero e di un ospizio nato per accogliere i pellegrini e viandanti.

Oggi, questa piccola oasi di pace e silenzio circondata da una foresta, è ancora abitata da un gruppo di monaci che si dedica alla preghiera, al lavoro, ma anche all’accoglienza. Negli spazi del Monastero e in quelli della Foresteria, infatti, è possibile soggiornare in autonomia, per ritrovare il tempo da dedicare a se stessi, o condividendo la vita monastica partecipando alle iniziative organizzate dai monaci.

Dove si trova il borgo di Camaldoli

Il borgo di Camaldoli, immerso nello splendido contesto naturale offerto dalle foreste casentinesi, fa parte del comune di Poppi, in provincia di Arezzo. Essendo in una posizione isolata, per raggiungerlo dovete possedere un’auto e guidare per un’ora se partite dal capoluogo, Arezzo, un’ora e mezzo da Firenze e oltre due ore da Pisa e Livorno.

Cosa vedere nel borgo di Camaldoli

Camaldoli è sicuramente uno dei borghi da vedere nel casentino toscano. Seppur di piccole dimensioni, le cose da visitare sono molto interessanti e si sposano alla perfezione con questo luogo, intriso di spiritualità.

Eremo di Camaldoli

Il Sacro Eremo di Camaldoli è sicuramente il luogo più suggestivo da scoprire durante la vostra visita. La scelta di chiamarlo ‘Eremo’ non è casuale: in greco significa deserto e rimanda alla spiritualità dei padri del deserto, monaci che si ritirarono fin dai primi secoli del cristianesimo nei deserti della Siria, della Palestina e dell’Egitto per vivere una quotidianità intessuta di preghiera, silenzio, solitudine e lavoro.

Situato a oltre mille metri di altezza, è abitato dai monaci ed è costituito da una serie di edifici che si affacciano su un cortile interno. Qui si trova la piccola chiesa dedicata a San Salvatore Trasfigurato e la cella di San Romualdo, dove il santo trascorreva le sue giornate, l’unica visitabile perché le altre sono adibite ad abitazioni private dei monaci.

Monastero Camaldoli

Fonte: Getty Images

Il cortile interno nel Monastero di Camaldoli

Il Monastero

A circa tre chilometri dall’Eremo si trova il Monastero di origine medievale, ingrandito e ristrutturato nel corso dei secoli. Il Monastero, chiamato anche Cenobio, è il luogo dove i monaci, pur vivendo anche la solitudine, fanno esperienza di vita fraterna e di comunione. L’accoglienza, qui, si respira negli spazi del Monastero e in quelli della Foresteria, dove possono soggiornare i pellegrini.

Il monastero si sviluppa attorno al chiostro centrale, decorato con archi e colonne. Qui si trova un refettorio con soffitto a cassettoni arredato con stalli in noce e, su una parete, è possibile ammirare una tela del Pomarancio, rappresentante Cristo servito dagli angeli.

L’Antica Farmacia

Un altro luogo particolarmente affascinante è l’Antica Farmacia o Spezieria di Camaldoli. Risalente al 1046, rappresenta il laboratorio galenico dove i monaci lavoravano le erbe per preparare i medicinali. Qui ci sono ancora i mobili del ‘600, sovrastati da un soffitto in legno a cassettoni, dove potrete ammirare numerosi libri e ricettari originali risalenti al XV secolo e molti strumenti antichi come alambicchi, mortai, distillatori di rame, torchi in legno, orci oleari e una macina a caldo.

L’ingresso all’Antica Farmacia di Camaldoli è gratuito ed è presente un negozio dove acquistare i prodotti farmaceutici naturali realizzati dai monaci.

La Foresteria

Infine c’è la Foresteria, il luogo dedicato all’ospitalità che, nella seconda metà del Quattrocento, accolse anche Lorenzo il Magnifico con la sua corte di uomini di cultura, come Marsilio Ficino e Leon Battista Alberti. Qui, nel rispetto dei monaci e della loro vita quotidiana, possono dormire fino a 150 persone. Al suo interno dispone anche di spazi per incontri, sale per conferenze e luoghi per il silenzio e la preghiera.

Celle monaci Camaldoli

Fonte: Getty Images

Le celle dei monaci a Camaldoli

Cosa fare a Camaldoli

Dopo aver visitato gli ambienti dei monaci e se avete a disposizione scarpe comode, consigliamo di fare qualche trekking nei dintorni. Inoltre, potete arrivare all’Eremo e al Monastero direttamente a piedi perché Camaldoli si trova proprio sulla via di diversi cammini spirituali, uno su tutti il Cammino di San Romualdo. Il percorso, conosciuto anche come ‘Viae Sancti Romualdi’ comincia da Ravenna, dove il Santo nacque e fu ordinato abate, e in 30 tappe giunge a Fabriano, luogo che conserva le sue spoglie, attraversando Romagna, Toscana, Umbria e Marche.

Essendo un cammino particolarmente lungo e suddiviso in più tappe, potreste decidere di farne solo una parte nei dintorni di Camaldoli per completare quest’esperienza di viaggio in armonia con lo stile di vita di chi ha gettato le basi di questo borgo unico.