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India con i bambini, consigli utili per un viaggio senza stress

Un viaggio in India con i bambini spaventa moltissime famiglie, anche tra i viaggiatori più accaniti. Si ha paura dell’igiene; di una cultura così tanto diversa dalla nostra che senza problemi si relaziona con morte, spiritualità e povertà; del cibo sempre speziato a cui i bambini non sempre sono abituati. Eppure, un viaggio in India coi bambini si può fare! Ecco alcuni accorgimenti che possono essere decisivi sulla riuscita della vacanza.

Cosa vedere in India con i bambini e come scegliere la zona giusta

La prima cosa a cui pensare è la zona dell’India da visitare in versione family. L’India è un paese immenso e molto diverso tra Nord e Sud. Il Nord è infinitamente più caotico del Sud, con una quantità di gente che a tratti pare di stare in un videogioco (forse troppo se si viaggia con bambini). Il Sud, invece, volendo generalizzare un po’, è molto più arioso, di spiagge ampie e vegetazioni lussureggianti; sicuramente meno stressante.

Triangolo d’Oro: Delhi, Agra e Jaipur

Il Triangolo d’Oro include Delhi, Agra e Jaipur, ed è senza dubbio uno dei principali itinerari per chi viaggia in India. In realtà non è una zona particolarmente baby friendly perché iper caotica H24, con difficili spazi di tregua e silenzio. Per chi non ci vuole rinunciare, Delhi è una città dalle mille anime, dove induisti e musulmani convivono. Un ottimo punto di partenza per visitare Delhi è Chandni Chowk, uno dei mercati più antichi e affollati, vicino alla moschea Jama Masjid e al Red Fort, ex residenza imperiale moghul. Spostandosi in tuk tuk, si possono visitare il Raj Ghat, memoriale di Gandhi, e il Gurudwara Bangla Sahib, tempio sikh con una grande piscina sacra. L’India Gate è simbolo moderno della capitale, e la Tomba di Humayun un mausoleo moghul Patrimonio UNESCO. Fuori dal centro, meritano una visita il Tempio del Loto e il Qutb Minar. Per lo shopping e il pernottamento, il quartiere di Paharganj offre hotel economici, negozi di artigianato e ristoranti frequentati dai viaggiatori.

India con bambini

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Delhi, il Gurudwara Bangla Sahib, tempio sikh con una grande piscina sacra

Agra è sinonimo di Taj Mahal, un luogo iconico che colpisce anche i più piccoli con la sua storia d’amore (assolutamente da raccontare loro!). Nei dintorni, il Forte di Agra e Fatehpur Sikri sono un viaggio nel viaggio, tra cortili, mura e torri affascinanti.

Jaipur, capitale del Rajasthan, è nota come la “città rosa” per il colore dell’arenaria usata nelle costruzioni del centro storico. Tra i luoghi simbolo spicca l’Hawa Mahal, il Palazzo dei Venti, con la sua facciata a nido d’ape e le 953 finestre che permettevano alle donne di corte di osservare la città senza essere viste. Il City Palace, cuore storico e politico, ospita cortili, padiglioni e musei; mentre fuori città si trova l’Amber Fort, l’antica residenza dei maharaja, circondato da mura imponenti e patrimonio UNESCO. Un altro punto iconico è il Jal Mahal, il Palazzo dell’Acqua, che sembra galleggiare sul lago Man Sagar. Tra i templi più significativi, il Birla Mandir, in marmo bianco, e il Moti Dungri, dedicato a Ganesha. A mezz’ora da Jaipur, il Monkey Temple è immerso nella natura e abitato da numerose scimmie. Le sue vasche sacre, alimentate da una sorgente, vengono utilizzate per rituali di purificazione, regalando un’esperienza unica.

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Il forte di Jaipur

India Spirituale: il fascino di Varanasi, Allahabad e Vrindavan

Per un’esperienza nella spiritualità indiana, ci sono tre luoghi da cui non si può prescindere, ma assolutamente da evitare con bambini durante feste e pellegrinaggi, perché così tanto intasate da risultare quasi pericolose. Varanasi non ha bisogno di presentazioni, tra le città più affascinanti e essenziali dell’India. Da non perdere, il giro in barca sul Gange all’alba e le spettacolari cerimonie del Ganga Aarti sui ghat al tramonto. Ma Varanasi è da vivere perdendosi tra i vicoli, passeggiando lungo i ghat più remoti, per provare a vivere momenti ordinari, senza essere troppo invasivi. Le cremazioni sono esplicite, non ci sono dubbi, e nulla è lasciato all’immaginazione; ma gli indiani vivono il momento della morte e del saluto in modo così tanto naturale che anche i bambini possono assistere. Certamente, nel caso si decidesse di portarli, vanno accompagnati nella comprensione del rito, con la stessa serenità con cui la vivono loro. I bambini hanno molte meno infrastrutture mentali di noi adulti e riescono a vedere oltre, senza giudizio e traumi.

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Bagni nel Gange a Varanasi

Ad Allahabad (Prayagraj), il Triveni Sangam è uno dei punti più sacri del paese, simbolico e potente, dove si incontrano Gange, Yamuna e Saraswati. È da evitare durante le feste e i pellegrinaggi perché viene letteralmente preso d’assalto.

Vrindavan, nello stato di Uttar Pradesh lungo le rive del fiume Yamuna, è una delle città più antiche e sacre dell’India, meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli, poiché qui Lord Krishna visse la sua infanzia. Oggi, l’antico villaggio è diventato una città grande e caotica, che ospita circa seimila templi e numerosi ashram per i pellegrini. Il lungo fiume è un luogo dalle sfumature incredibili, specialmente al tramonto durante la cerimonia dell’Aarti. Per chi desidera una pausa dal trambusto cittadino, è possibile prendere un tuk-tuk e attraversare il fiume per raggiungere i tranquilli villaggi di Belvan e Bhandirvan, con casette basse, templi silenziosi e tanti bambini che giocano per le strade sterrate.

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Tempio induista a Vrindavan

India Centrale: natura, templi e tigri

Gwalior, Orchha e Khajuraho sono tre tappe nel Madhya Pradesh per un’esperienza di viaggio più tranquilla ma altrettanto autentica.

Gwalior è una città ricca di storia, famosa per il suo imponente forte, uno dei più grandi dell’India. Situato su una collina, il forte offre una vista spettacolare sulla città e ospita il Palazzo Man Singh, decorato con piastrelle smaltate blu e gialle. Ogni sera, lo spettacolo di luci e suoni racconta la storia di Gwalior. Scendendo dal forte, si incontrano le giganti statue monolitiche dei santi Jainisti nella Valle di Urwahi. Queste imponenti sculture, scolpite nella roccia, sono di una bellezza straordinaria, a testimonianza dell’importanza della religione jainista nella zona.

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Le giganti statue monolitiche dei santi Jainisti a Gwailor

Orchha, una città fondata nel XVI secolo, è famosa per la sua architettura medievale ben conservata. Il complesso fortificato comprende il Jahangir Mahal, un palazzo magnifico che simboleggia l’architettura islamica dell’epoca, e il Raja Mahal, con torri e dipinti murali. Tra i templi meritano una visita il Ram Raja Temple che un tempo era un palazzo; e il Chaturbhuj Temple, con una vista panoramica dalla sua cima. Lungo il fiume Betwa, si trovano i chhatris, cenotafi dei maharaja, che al tramonto si riflettono sull’acqua, creando un’atmosfera magica. Coi bambini c’è una tappa che vale più di altre: Orchha ospita uno dei tre baobab dell’India, un albero sacro dove i locali pregano. A qualunque ora del giorno c’è qualcuno che vende il filo rosso di cotone (Mouli o Kalawa) da legare intorno a tronco, in offerta per la divinità secondo l’usanza induista.

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Il baobab di Orchha

Infine, Khajuraho è un piccolo villaggio famoso per i suoi templi UNESCO, conosciuti anche come templi del Kamasutra, per le sculture erotiche che li decorano. Costruiti tra il X e l’XI secolo, i templi sono suddivisi in diversi gruppi (il più importante è il gruppo occidentale) e all’interno de parchi c’è molto spazio per passeggiare e correre. Oltre alla visita dei templi, vale la pena esplorare le cascate di Raneh.

Per chi cerca avventura e natura, i Parchi Nazionali di Kanha e Bandhavgarh sono tra i migliori luoghi per avvistare tigri e altri animali selvatici. I safari in jeep sono emozionanti e sicuri anche per le famiglie.

Sud dell’India: spiagge, templi e natura tropicale

Il Sud dell’India è una delle regioni più rilassanti e adatte a un viaggio con bambini. Il Kerala è in assoluto una meta ideale per le famiglie: le backwaters di Alleppey, una rete di canali, laghi e fiumi circondati da una lussureggiante vegetazione tropicale, sono esplorabili a bordo di una houseboat, le tradizionali imbarcazioni. Il Parco Nazionale di Periyar, nella zona montuosa del Kerala, è perfetto per avvistare elefanti, scimmie e una varietà di fauna selvatica; mentre le spiagge di Varkala e Kovalam sono ampie distese di sabbia dorata dove giocare.

A Nord del Kerala, il Karnataka ospita due destinazioni da vedere. Hampi, patrimonio dell’umanità UNESCO, è famosa per le sue rovine antiche, come il Tempio di Virupaksha e il Vittala Temple, che includono templi e palazzi immersi in un paesaggio roccioso surreale. Gokarna è una cittadina costiera meno affollata rispetto a Goa, con spiagge grandi e selvagge come Om Beach e Kudle Beach. La città è anche famosa per il tempio di Mahabaleshwar, uno dei luoghi sacri più importanti per gli induisti.

Goa, purtroppo ormai troppo turistica, continua a essere una meta amata dalle famiglie. Le spiagge di Palolem e Agonda, più tranquille rispetto ad altre, sono piacevoli per i bambini. Oltre a locali e scuole di yoga, ci sono molti mercati, negozi e le storiche chiese coloniali.

Infine, le isole Laccadive e Andamane si trovano rispettivamente al largo della costa del Kerala e del Bengala, e sono veri e propri paradisi tropicali. Le acque cristalline, i fondali ricchi di pesci colorati e le spiagge incontaminate rendono queste isole l’ideale per una fuga rilassante alla fine di un viaggio intenso, lontano dal caos delle città. Prima di prenotare è bene verificare le condizioni di accesso all’isola.

Tra le montagne dell’Himalaya Indiano

Chi cerca un’India più verde può dirigersi verso le montagne dell’Himalaya. Manali, una delle destinazioni più popolari, è la base perfetta per esplorare la regione. Immersa in un paesaggio montano mozzafiato, la cittadina è circondata da fiumi impetuosi e fitte foreste di conifere, ideali per passeggiate e piccole escursioni, per rafting, trekking e ciclismo, da adattare all’età. A Dharamshala, immerso in paesaggi montani spettacolari, si trova il monastero del Dalai Lama, un luogo sacro che offre l’opportunità di esplorare la spiritualità tibetana e la vita dei monaci

Più a est, sulla riva del fiume Gange, Rishikesh è famosa per il suo ambiente mistico e spirituale, con i ponti sospesi che attraversano il Gange, centri di yoga e meditazione per tutte le età. Infine, Nainital è una deliziosa cittadina collinare e il suo lago è navigabile con pedalò o barche a remi e circondato da panorami sbalorditivi.

Il periodo migliore per andare in India

Il periodo migliore per visitare l’India dipende molto dalla regione che si desidera esplorare. In generale, il clima del paese è caratterizzato da tre stagioni principali: l’estate, la stagione dei monsoni e la stagione invernale.

L’inverno (novembre – febbraio) è senza dubbio il momento ideale per viaggiare in gran parte dell’India. Le temperature sono più miti e piacevoli, soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali. Anche il Rajasthan, Delhi, Agra, e le città lungo il Gange sono più godibili durante questo periodo, che però è di alta stagione turistica, quindi è consigliato prenotare con anticipo.

L’estate (marzo – giugno) è la stagione più calda in India, con temperature che possono superare i 40°C in molte zone, come nel Rajasthan, Gujarat e nelle pianure del nord. Questo è un buon momento per visitare le regioni montane come l’Himalaya e le spiagge del sud, dove la temperatura è più sopportabile e le acque sono tranquille.

Il periodo di monsoni (giugno – settembre) porta piogge abbondanti in gran parte del paese. Sebbene il paesaggio diventi lussureggiante e verde, i forti temporali possono portare ad importanti allagamenti e rendere difficili le escursioni e le visite ai siti turistici. Durante il periodo dei monsoni il livello del Gange si alza molto, fino a coprire la maggior parte dei ghat di Varanasi, impedendone la navigazione. Anche i trasporti sono più complicati durante questa stagione, proprio a causa degli allagamenti.

Coinvolgere i più piccoli

Il viaggio in India può essere più complicato di altre mete, ma il segreto è quello di coinvolgere i bambini e renderli esploratori attivi e protagonisti, senza timore. Questo significa che prima di partire si possono leggere libri illustrati sulla religione induista e sulle divinità, o guardare documentari adatti sulla vita in India. Durante le visite ai templi, i bambini possono copiare gli adulti nei loro riti, dalla posizione delle mani alle offerte, provando a partecipare in modo immersivo. Ai bambini va spiegato che si tolgono le scarpe prima di entrare nei templi, ma anche nei negozi e nelle case, per non portare dentro lo sporco e le impurità di fuori. Vedere mucche ovunque, persino davanti casa o in autostrada, può essere divertente; ma capire il motivo di tanto rispetto è importante.

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Fonte: AS

Il segreto per un viaggio in India con i bambini è coinvolgerli

Se le catene di hotel internazionali sono una garanzia rispetto a igiene e cibo, l’esperienza del dormire in una casa non ha valore: qui ci saranno quasi sicuramente altri bambini pronti a giocare e condividere. A Orchha, il progetto Homes of India ha aiutato alcune famiglie a sistemare una stanza della casa per metterla a disposizione dei turisti. Magari alternare le notti in casa e in hotel può essere una buona soluzione. Altro suggerimento è quello di cercare progetti sociali e di cooperazione per visitare realtà meno turistiche. A Vrindavan l’associazione Food For Life mette a disposizione alcune camere vicino alle due scuole finanziate dal progetto che ospitano oltre 1400 bambine e ragazze felici di presentarsi a chi arriva.

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La scuola del progetto Food for life a Vrindavan

Consigli utili per un viaggio in India con i bambini

Nell’organizzazione del viaggio in India con bambini ci sono alcune cose da tenere in considerazione per facilitare la vacanza.

Concedersi un driver

A volte i viaggiatori rifiutano a priori l’idea del driver privato per girare, ma in India questo può svoltare l’itinerario, specialmente con i più piccoli e soprattutto in estate, quando bus e treni possono subire ritardi o cancellazioni a causa degli allagamenti. Avere un’auto con driver a disposizione consente di personalizzare l’itinerario o fare modifiche e tappe a seconda delle esigenze. Vuol dire togliersi dal caos delle stazioni e degli autobus, e godersi momenti di silenzio. Una sola raccomandazione: definire l’itinerario, contrattare il prezzo prima, e chiarire da subito di evitare negozi e ristoranti di amici e conoscenti.

Gli spostamenti interni

Un viaggio in treno in India è da fare! Meglio evitare le tratte brevi su treni regionali, che possono subire ritardi e de quali con difficoltà si riesce a capire la reale durata del viaggio. Per i tragitti lunghi, i treni notturni sono una valida alternativa. È consigliabile scegliere almeno la seconda classe con aria condizionata (2AC o 3AC), che garantisce posti letto con lenzuola pulite fornite alla partenza, maggiore sicurezza e un viaggio più tranquillo rispetto alle classi inferiori.

Un’opzione più comoda per coprire lunghe distanze è con voli interni: numerose compagnie low cost collegano le principali città indiane e prenotando in anticipo si possono trovare tariffe vantaggiose, spesso competitive rispetto ai treni.

Per muoversi tra le città e nei dintorni, ci sono anche gli autobus, sia quelli governativi più spartani che quelli privati con sedili reclinabili e aria condizionata. All’interno delle città, assolutamente i tuk-tuk (rickshaw a tre ruote) sono il mezzo più pratico e diffuso. È fondamentale contrattare il prezzo prima di salire. Nelle grandi città come Delhi e Mumbai (qui i rickshaw sono principalmente elettrici) lo spostamento in tuk-tuk tra mucche, biciclette e pedoni può sembrare adrenalinico come un videogioco!

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Spostamento in tuk-tuk

Prevedere qualche pausa

Viaggiare in India con i bambini significa adattare il ritmo alle loro esigenze. Meglio rinunciare a qualche tappa e prendersi il tempo per godersi ogni esperienza con calma, evitando stress e stanchezza. Le grandi città, in particolare, possono essere caotiche e affollate, quindi è utile pianificare pause regolari per riposarsi. Rientrare in hotel nel primo pomeriggio per una pausa, magari in una struttura con piscina, può essere un ottimo modo per ricaricarsi. Anche fermarsi in un ristorante tranquillo permette di spezzare la giornata senza sovraccaricare i più piccoli. In visita alle città più grandi può essere necessaria una pausa nei parchi pubblici o giardini; anche nei templi e nei palazzi, spesso ci sono cortili ombreggiati dove fermarsi un momento prima di riprendere la visita.

Cosa mangiare in India con i bambini

Il cibo indiano è ricco di spezie e sapori piuttosto intensi. Nel Nord prevalgono piatti a base di pane e curry più densi, mentre a Sud si trovano preparazioni a base di riso, come il dosa (una sorta di crêpe croccante) con verdure o il riso con latte di cocco. Il thali è il pasto più tipico: un vassoio con porzioni di riso, verdure, lenticchie e pane locale, come chapati o naan. Per i bambini può essere una buona soluzione, scegliendo le versioni meno speziate. È sempre utile specificare “no spicy, no pepper” quando si ordina, anche se un po’ di piccante sarà inevitabile. Nelle città sacre la cucina è prevalentemente vegetariana, mentre a Delhi e nelle aree musulmane si trovano piatti di carne. In ogni caso, è consigliabile fare scorta di pane locale (chapati), che è neutro e piace ai bambini. La frutta fresca e secca sono ottime per le merende. Per una pausa dalle spezie, i ristoranti di hotel internazionali propongono opzioni più semplici come pasta, uova o omelette.

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Dormire in famiglia è un modo per conoscere altri bambini

Medicine, assicurazione e documenti

Non ci sono vaccinazioni obbligatorie per viaggiare in India, ma alcune sono raccomandate, specialmente per le aree rurali. Secondo le indicazioni di Viaggiare Sicuri, è consigliabile essere in regola con le vaccinazioni di routine (tetano, epatite A e B, febbre tifoide) e valutare la profilassi antimalarica per alcune zone. È sempre opportuno consultare un medico prima della partenza. Un’assicurazione sanitaria è altamente consigliata, poiché le strutture mediche pubbliche possono essere inadeguate e quelle private, di buon livello nelle grandi città, hanno costi elevati. In generale, conviene portare qualcosa per la diarrea, fermenti lattici e medicinali per il primo soccorso, oltre a detergenti per le mani (visto che non si usano posate). Per la frutta, scegliere solo quella con la buccia, come banane e mango, per evitare problemi intestinali. È fondamentale bere solo acqua in bottiglia e evitare ghiaccio e verdure crude. Occhio alle scimmie, perché sono davvero agguerrite e farebbero qualsiasi cosa per rubare del cibo.

Per entrare in India è necessario un visto turistico, che va richiesto online. L’e-Visa può essere richiesto non prima di 20 giorni dalla partenza: si riceve l’ETA (Electronic Travel Authorization), che permette, entro 30 giorni, di attivare il visto all’arrivo in aeroporto.

Di Admin

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