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A Palazzo Pitti riaprono gli appartamenti reali, 14 sale da sogno

Dal 21 gennaio 2025 il cuore di Palazzo Pitti riapre al pubblico: gli appartamenti reali con 14 sale al primo piano della reggia tornano visitabili dopo un meticoloso lavoro di restauro che ha riportato in auge l’antico splendore. Dal Seicento al Novecento hanno vissuto qui Medici, Lorena e Savoia: visitarli è l’occasione giusta per fare un viaggio nel tempo scoprendo i legami tra lusso e potere. Ad occuparsi del restauro una squadra multidisciplinare di esperti che ha preso in esame ogni dettaglio.

Dopo 5 anni riaprono gli appartamenti reali di Palazzo Pitti

Un’attesa di cinque anni, ma possiamo dire che ne è valsa la pena. Gli appartamenti reali di Palazzo Pitti riaprono ufficialmente al pubblico dal 21 gennaio dopo un restauro che ha riguardato tutte le 14 sale del primo piano: tre secoli mostrati attraverso i dettagli architettonici e gli arredi sono ora visitabili in un progetto che ha coinvolto un team di professionisti provenienti da diversi settori. Dai soffitti decorati ai parquet originali, liberati da tappeti e moquette: tutto rivela la straordinaria conservazione. Una particolare cura è stata impiegata nella pulizia e nel recupero di affreschi, stucchi, intagli, parati di seta, tendaggi, dipinti e mobili, con l’obiettivo di restituire al pubblico l’atmosfera autentica di un tempo.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Simone Verde, ha descritto questa riapertura come un “viaggio fisico nel tempo“, evidenziando come la stratificazione di stili e il rispetto delle origini abbiano preservato la memoria storica di questo luogo unico. Dalle 10 alle 18 del 21 gennaio i visitatori potranno scoprire questi spazi attraverso visite guidate.

Sala del trono a Palazzo Pitti

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

Sala del trono restaurata a palazzo Pitti

Info utili

  • Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17 con visite guidate ogni ora;
  • Costi: non servono biglietti o prenotazioni anticipate;
  • Gruppi di massimo 20 persone alla volta con criterio dell’ordine d’arrivo;
  • Si accede dalla Sala di Bona dove è presente un foglio di iscrizione in cui segnarsi.

Cosa vedere negli appartamenti reali di Palazzo Pitti

Dal 21 gennaio 2025 sarà quindi possibile visitare nuovamente questo spazio di pregio che racconta tre secoli di storia di straordinaria rilevanza, ma cosa c’è da vedere? Attraverso le guide esperte che con cadenza oraria partono dall’ingresso sarà possibile visitare la sala verde, la sala del trono, il salotto celeste, la cappella, la sala dei pappagalli, il salotto e la camera della regina, il gabinetto ovale e quello rotondo, la camera, l’anticamera e il salotto del re e il salotto rosso.

Sala verde

Oggi la conosciamo come sala verde ma negli ultimi decenni del Seicento era la sala della guardia dell’appartamento del Gran Principe Ferdinando de’ Medici. Ad oggi resta solamente l’Allegoria della pace tra Firenze e Fiesole, dipinta da Luca Giordano dell’arredo originario. Il sontuoso stipo di Vittoria della Rovere, risalente allo stesso periodo ma introdotto successivamente, arricchisce l’ambiente con un’eleganza tipicamente medicea, grazie alle sue formelle in pietre dure. Con l’avvento del Regno dei Savoia, a partire dal 1860, vennero aggiunti ritratti del XVIII secolo di origine francese, completando così l’insieme decorativo con un tocco raffinato e internazionale.

La sala del trono

Durante il periodo mediceo la sala era destinata alle udienze ma con gli Asburgo Lorena è stata trasformata nella sala dei ciambellani con una decorazione della volta di Giuseppe Castagnoli. Durante le nozze dell’arciduca Ferdinando IV nel 1856 è stato introdotto il parato in seta accompagnato dal lampadario che ancora oggi lascia tutti a bocca aperta. La trasformazione in sala del trono arriva solo durante il periodo sabaudo con una poltrona granducale adattata allo stemma dei Savoia.

Il salotto celeste

Mentre ad abitare gli appartamenti c’erano i Medici questa stanza era dedicata agli strumenti musicali, ma con i Lorena la trasformazione in sala da pranzo è stata accompagnata dalla decorazione del soffitto con stucchi bianchi e oro. A completare il tutto troviamo il camino delle aquile di Francis Harwood e la tappezzeria color celeste che dà appunto il nome all’ambiente.

Sala celeste a Palazzo Pitti

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

La sala celeste di Palazzo Pitti

La cappella

Da non perdere durante la visita degli appartamenti la cappella, uno spazio originariamente legato al gran principe Ferdinando che presenta decorazioni disegnate da Giovan Battista Foggini. Qui la vera protagonista era una piccola biblioteca nascosta sopra l’alcova. La sala è stata trasformata in cappella nel 1765 per volere di Pietro Leopoldo di Lorena. Nel periodo sabaudo, un tramezzo suddivideva lo spazio, arricchito da arredi e dipinti che testimoniano le sue diverse destinazioni d’uso nel corso dei secoli.

La sala dei Pappagalli

Se nel periodo dei Medici l’ambiente era destinato ad anticamera e camera da letto del gran principe Ferdinando, nella seconda metà del Settecento con i Lorena l’ambiente è mutato: è stata installata prima una grande stufa, poi le pareti sono state rivestite con un tessuto della Manifattura di Lione. Il nome della stanza? La trama sul tessuto, che riportava un motivo ad aquile, è stata in realtà interpretata come pappagalli e da qui ne deriva il nome.

Sala dei pappagalli a Palazzo Pitti

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

La sala dei Pappagalli restaurata a palazzo Pitti

Salotto e camera della regina

Oggi le guide li raccontano come il salotto e la camera della regina, ma in origine erano in realtà la camera da letto e il trucco, un gioco simile al biliardo. Con l’arrivo degli Asburgo-Lorena il cambiamento è stato notevole: Emilio Santarelli decorò la volta con stucchi eleganti nel primo ambiente, il secondo invece è stato trasformato da ambiente ludico a camera da letto mantenendo lo stesso scopo fino ai Savoia ospitando la regina Margherita che ne apprezzava il tessuto broccatello di seta blu a fondo giallo montato nel 1844.

Salotto della regina

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

Visitare il salotto della regina a palazzo Pitti

Il gabinetto ovale

Tra il 1763 e il 1765 è stato realizzato il gabinetto ovale su desiderio di Maria Teresa d’Austria per creare uno spazio dedicato al figlio Pietro Leopoldo nella città di Firenze. L’ambiente in stile rococò è stato curato dall’architetto Ignazio Pellegrini che scelse in primis una pianta ovale e poi l’arricchì con stucchi dorati e un caminetto in broccatello di Spagna. Tra gli elementi imperdibili e originali il parato di raso di seta bianco.

Il gabinetto rotondo

Nell’area meridionale del Palazzo si raggiunge invece il gabinetto rotondo che piaceva agli abitanti dell’epoca per l’incredibile vista sul terrazzo e sulla città di Firenze. Realizzato nello stesso periodo di trasferimento di Pietro Leopoldo a Firenze con la moglie Maria Luisa di Borbone-Spagna, è stato trasformato in biblioteca durante l’occupazione napoleonica per poi diventare un ambiente femminile con l’avvento dei Savoia.

Cosa vedere a Palazzo Pitti: gabinetto rotondo

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

gabinetto rotondo dopo il restauro

Lo studio del re

Entrando nello studio del re è la tappezzeria in seta ad attirare l’attenzione, unita poi alle manifatture fiorentine installate durante il regno di Umberto I di Savoia. Dal 1765, con l’arrivo a Firenze di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, l’ambiente viene inglobato all’interno dell’appartamento privato. Il dominio dei Savoia ha invece trasformato la stanza nello studio del re dove non poteva mancare un elegante scrittoio francese.

Camera del re

La stanza che oggi presenta un parato di seta gialla per volere di Ferdinando III durante l’esilio napoleonico fu montata nel 1820 per diventare sotto i Savoia la camera da letto del re Umberto I, arredata poi con preziosi mobili d’epoca ed elementi del guardaroba mediceo-lorenese.

Camera del re a Palazzo Pitti

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

La camera del re dopo il lavoro di restauro

Il salotto rosso

Il nome della sala richiama alcuni elementi in tonalità presenti al suo interno. Qui il soffitto è decorato da stucchi bianchi e oro per poi rinnovarsi con un damasco fiorentino di ispirazione francese durante il periodo dal 1814 al 1859. Simboli imperiali, come stelle e api, richiamano il periodo napoleonico, ma la stanza ha mantenuto la sua funzione come Sala delle Udienze, prima sotto Ferdinando III di Lorena e poi con i Savoia.

Salotto rosso a palazzo Pitti

Fonte: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi@Cristian Ceccanti

Visitare palazzo Pitti: il salotto rosso

L’anticamera del re

L’ambiente dell’anticamera del re è nato con l’obiettivo di fare da ingresso agli appartamenti privati prima del granduca e poi del re. All’epoca era chiamata anticamera degli aiutanti. Oggi le decorazioni del soffitto in stucchi bianchi e oro sono state perfettamente restaurate così come il raro parato di manifattura fiorentina installato solo nel 1900, nonostante risalisse a due secoli prima.

Storia degli appartamenti di Palazzo Pitti: chi ci ha vissuto

Gli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti sono a tutti gli effetti un testimone prezioso della storia italiana, essendo stati abitati dai membri delle dinastie dei Medici, dei Lorena e dei Savoia. La loro storia inizia nel XVII secolo con il Gran Principe Ferdinando de’ Medici, figlio di Cosimo III, che ne fece una residenza di lusso e prestigio. Poi, i Lorena ampliarono e arricchirono gli spazi, lasciando un’impronta significativa nella decorazione e nell’arredo. Ultimi, i Savoia, con l’annessione al Regno d’Italia; portarono qui arredi provenienti dalle regge di tutta la penisola, completando l’allestimento con pezzi di straordinaria bellezza.

A commentare il riallestimento è Alessandra Griffo, curatrice degli appartamenti, che ha sottolineato come il riallestimento sia stato collegato all’inventario del 1911 rispettando la disposizione storica dei Savoia ma introducendo alcuni elementi che valorizzano la fase medicea. Tra i cambiamenti, l’esposizione di dipinti provenienti dai depositi e una nuova attenzione alla figura del Gran Principe Ferdinando, che abitò questi spazi in un’epoca di grande splendore artistico. Questi appartamenti, con il loro stile decorativo “misto”, testimoniano l’evoluzione del gusto e del potere, offrendo un’immersione totale nella storia e nell’arte di tre secoli.

Di Admin

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