Tra le dolci colline della Transilvania, si cela un piccolo gioiello che sta rinascendo grazie al turismo: Cincsor, un borgo dal fascino antico, sta scrivendo un nuovo capitolo della sua storia. Grazie a un progetto di recupero e valorizzazione, questo villaggio sassone dimenticato è oggi una destinazione unica, dove tradizione, cultura e ospitalità si fondono in un albergo diffuso che attira visitatori da tutto il mondo. Qui, ogni casa restaurata racconta una storia e ogni angolo del borgo invita a scoprire un’atmosfera autentica e senza tempo.
Quarant’anni fa, Carmen Schuster lasciò il villaggio transilvano di Cincsor per trasferirsi in Germania Ovest alla ricerca di una vita migliore. Tuttavia, anni dopo, tornando in Romania per motivi di lavoro, fu sopraffatta da un desiderio irresistibile: rimanere e salvare la comunità sassone secolare che un tempo aveva chiamato casa.
Schuster appartiene a una minoranza etnica tedesca in Romania in via di estinzione, discendente dai Sassoni reclutati dai re ungheresi per colonizzare la Transilvania a partire dal XII secolo. “Dovevamo salvare la scuola, che era in rovina,” ha raccontato Schuster, oggi sessantenne, all’agenzia di stampa francese AFP. Con il marito Michael Lisske, ha dedicato oltre un decennio al meticoloso restauro del cuore storico di Cincsor, trasformando alcuni edifici in accoglienti guesthouse con l’obiettivo di ridare vita al villaggio.
La rinascita del villaggio dimenticato
Grazie agli sforzi della coppia, anche altri edifici del borgo sono stati restaurati, e il villaggio ha ritrovato il suo centro nevralgico attorno alla chiesa protestante, che ancora oggi ospita le funzioni religiose per i sette parrocchiani rimasti.
La storia di Cincsor si intreccia con quella della Transilvania, una regione caratterizzata da un’eredità unica. Prima della Seconda Guerra Mondiale, la Romania contava una comunità sassone di circa 300.000 persone. Oggi ne rimangono solo circa 10.000, molti dei quali emigrati negli anni ‘70 e ‘80 per sfuggire alla persecuzione sotto il regime comunista di Nicolae Ceaușescu. I villaggi sassoni abbandonati sono stati gradualmente ripopolati da romeni privi di legami con la storia secolare della regione.
Eppure, l’atmosfera unica di questi borghi storici ai piedi dei Carpazi non è mai svanita del tutto, tanto che molte delle loro chiese fortificate sono oggi riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. “Nel XV secolo, fortificarono le loro chiese per servire da rifugio in caso di attacchi,” ha spiegato Michael Lisske, ex insegnante. “I Sassoni non godevano di protezione regale, nonostante le promesse di libertà fatte dagli ungheresi che li avevano portati qui.”
Per Schuster, preservare l’eredità sassone rappresenta una “vittoria tardiva” contro il trattamento disumano e sprezzante subito sotto il regime comunista, che aveva fatto di tutto per cancellarla.
Il successo delle guesthouse
Le guesthouse gestite da Schuster sono diventate la principale fonte di occupazione per il villaggio, attirando turisti in una regione tradizionalmente legata all’agricoltura. Tra i 15 dipendenti, Ramona Amariei lavora come cameriera e sarta stagionale. Di origini rom, Amariei si sente orgogliosa di far parte di questa “famiglia” inclusiva. “Non c’è discriminazione,” afferma. Anche Adrian Boscu, chef del villaggio, contribuisce a questa rinascita reinterpretando antiche ricette sassoni con un tocco moderno e utilizzando prodotti locali. “Stiamo cercando di riportare in vita tradizioni che altrimenti andrebbero perse,” spiega.
Il successo delle guesthouse ha ispirato altri villaggi vicini a seguire l’esempio di Cincsor, restaurando il loro patrimonio secolare per rilanciare le economie locali. “Credo che l’idea si stia diffondendo,” ha dichiarato Schuster. “Ci sono molte persone con progetti interessanti.” Un esempio è la casa accanto, ristrutturata dal proprietario romeno Nicolas Mioque, tornato dalla Francia dopo 57 anni. “Schuster e suo marito hanno ridato vita al villaggio,” afferma Mioque, aggiungendo che senza le guesthouse Cincsor sarebbe un luogo “triste”.
Anche il Re Carlo III di Gran Bretagna, che vanta una discendenza dal famigerato principe Vlad l’Impalatore, possiede diverse proprietà nei dintorni, alcune delle quali vengono affittate ai turisti. La presenza reale conferisce ulteriore fascino alla regione, che continua a conquistare visitatori da tutto il mondo.