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I Sette Inferni di Beppu: le terme più famose del Giappone

Sono chiamati gli ‘Inferni di Beppu’, ma l’esperienza che offrono è tutt’altro che infernale, seppur a primo impatto la città che li ospita appaia immersa nelle fiamme. Siamo a Beppu, dove spesse nuvole di fumo avvertono i viaggiatori che stanno per arrivare in uno dei luoghi geotermici più attivi del Giappone.

Situati nelle regioni di Kannawa e Kamegawa di Beppu, i Jigoku, noti anche come i Sette Inferni di Beppu, prendono il nome dalle misteriose sorgenti presenti in questa zona. Qui acqua bollente e gas gorgogliano violentemente dal terreno, tanto che in passato gli abitanti ne detestavano la presenza o ne erano spaventati.

Per darvi un maggiore contesto, dovete sapere che non è un caso se vengono chiamati ‘inferni’ perché la parola Jigoku fa riferimento all’aldilà del buddismo giapponese descritto come un mondo terrificante, avvolto dalle fiamme, in cui abitano demoni malvagi e ai peccatori vengono imposti supplizi terrificanti.

Ma non preoccupatevi, quando arriverete ai Sette Inferni di Beppu non verrete puniti, al contrario vivrete un’esperienza unica perché rappresentano un vero e proprio paradiso del benessere.

Come arrivare ai Sette Inferni di Beppu

La città di Beppu e i suoi onsen, stazioni termali, si trovano a Kyushu, l’isola più meridionale delle quattro maggiori del Giappone, una destinazione amata in tutto il Paese per la sua ricca storia e le infinite meraviglie naturali. Fu qui, per esempio, che il Buddismo raggiunse per la prima volta le coste giapponesi nel sesto secolo, prima di fondersi con la tradizione locale del culto della natura per formare la setta Shinto.

Per arrivare a Beppu potete prendere il treno espresso da Hakata, Oita, Miyazaki e Hitoyoshi, nonché dalle aree limitrofi. Una volta arrivati alla stazione ferroviaria, salite sugli autobus 2, 5, 24 o 41 e, dopo 20 minuti di corsa, scendete alla fermata Kannawa o Umi-Jigoku-mae. Da qui potete raggiungere i Sette Inferni di Beppu tranquillamente a piedi. Se invece state scoprendo il Giappone con un’auto a noleggio, in ogni sito è presente un comodo parcheggio.

Tenete a mente che gli inferni sono suddivisi in due aree: cinque di loro si trovano nel distretto di Kannawa, mentre gli ultimi due sono nel distretto di Shibaseki. Potete spostarvi tra un inferno e l’altro a piedi.

Inferni di beppu Giappone

Fonte: iStock

Uno degli Inferni di Beppu

Giorni di apertura e orari dei Sette Inferni di Beppu

I Sette Inferni di Beppu sono aperti tutti i giorni dalle 8:00 alle 17:00. I periodi migliori per visitarli sono l’autunno e l’inverno, sia perché la temperatura dell’acqua è piacevole in contrasto con le basse temperature all’esterno che per il minor numero di persone presenti. Alcuni onsen sono più piccoli di altri e, durante l’alta stagione, come la primavera quando i turisti arrivano per la fioritura dei ciliegi, potrebbero risultare particolarmente affollati rischiando di rovinare la vostra esperienza.

Prezzi dei Sette Inferni di Beppu

I biglietti d’ingresso per accedere a ciascun inferno costano 450 yen (circa 3 euro) o 200 yen (circa 1,50 euro) per i bambini delle scuole elementari e medie. Se prevedete di visitare più inferni, consigliamo di acquistare direttamente il pass che permette l’accesso a tutti gli inferni e che costa 2200 yen (13 euro) per gli adulti e 1000 yen (6 euro) per i bambini. Entrambe le opzioni possono essere acquistate all’ingresso di uno qualsiasi degli inferni.

I Sette Inferni di Beppu: quali sono

Quella di Beppu è considerata una delle destinazioni termali più famose dell’isola e il tour dei Sette Inferni rappresenta un must per chiunque stia viaggiando in questa zona del Giappone. Seppur possa apparire un po’ troppo turistica, tra stand di souvenir e sculture rappresentanti macabri divinità, rappresenta comunque una bella esperienza per conoscere un aspetto importante della cultura del Paese.

Gli inferni, in totale, sono sette e ognuno vanta caratteristiche uniche e particolari. Scopriamoli insieme!

Umi Jigoku (Inferno Marino)

Questo è uno degli inferni più famosi di Beppu, oltre che uno dei più affascinanti. Non fatevi ingannare dal suo colore blu cobalto, dovuto alla presenza di vari minerali: le sue acque sono tutt’altro che rinfrescanti e possono raggiungere i 98 gradi! Circondata da giardini ben curati e stagni di ninfee, la sorgente si è formata all’incirca 1200 anni fa in seguito a un’eruzione vulcanica ed è talmente bollente da essere non balneabile.

Umi Jigoku a Beppu

Fonte: iStock

L’inferno Umi Jigoku

Kamado Jigoku (Inferno della cucina)

La sorgente termale, caratterizzata da una temperatura di 90 gradi e da una vigorosa fumarola, deve il suo nome all’antica usanza di cucinare il riso utilizzando il vapore di Jigoku durante le celebrazioni del Santuario di Kamado Hachimangu. A rendere ancora più chiaro il concetto, qui troverete un demone in ceramica intento a cucinare cibo utilizzando il calore geotermico.

L’acqua è utilizzata anche per preparare una specialità che potete assaggiare in loco, il tradizionale “Tamago Onsen”, ossia uno snack a base di uova (tamago), cotte con il calore che fuoriesce dalla sorgente. Qui potete bagnare i piedi e inalare i vapori benefici.

Tatsumaki Jikoku (Inferno del tornado)

Uno degli inferni più spettacolari di Beppu grazie al suo imponente geyser che erutta acqua calda e fumarole a intervalli regolari. Il nome deriva proprio da questa caratteristica in quanto la forma della spirale del geyser ricorda quella di un mini tornado. L’acqua del geyser raggiunge una temperatura di circa 105 gradi.

Chinoike Jigoku (Inferno del lago di sangue)

Il nome di questo inferno deriva dal colore rosso dell’argilla bollente, compresa quella emessa dalla fumarola. Si tratta del più antico Jigoku naturale del Giappone, descritto come Akayusen (letteralmente “sorgente termale rossa”) nel “Bungo no Kuni Fudoki”. L’argilla rossa prodotta viene utilizzata per creare il Chinoike Nanko, un rimedio efficace contro le malattie della pelle.

La temperatura della sorgente termale raggiunge i 78 gradi.

Inferno Chinoike-Jigoku

Fonte: iStock

L’inferno Chinoike-Jigoku dal particolare colore rosso

Oniishi Bozu Jigoku (Inferno della testa del monaco)

Nell’inferno di Oniishi, invece, è possibile osservare un fenomeno geotermico unico: il fango grigio ribolle formando sfere grandi e piccole che ricordano teste rasate. Da qui il nome “inferno della testa del monaco”, dove la temperatura della sorgente termale raggiunge i 99 gradi. Le bolle sono provocate dalle emissioni di gas sotterranee che interagiscono con il fango e l’acqua calda, creando uno spettacolo unico: l’area circostante, infatti, è spesso avvolta da una nebbia di vapore.

Oniyama Jigoku (Inferno della montagna del demone)

Il nome Oniyama Jigoku deriva dal luogo in cui si trova, Oniyama, conosciuto anche come Wani Jigoku (letteralmente “inferno dei coccodrilli”). Nel 1923, l’area divenne la prima in Giappone a ospitare coccodrilli, sfruttando il calore della sorgente termale per creare un habitat adatto. Oggi, vi abitano circa 80 coccodrilli: le acque calde della sorgente sembrano avere un effetto benefico sulla crescita e la salute generale di questi rettili.

L'inferno di Oniyama Jigoku

Fonte: iStock

I coccodrilli di Oniyama Jigoku

Shiraike Jigoku (Inferno dello stagno bianco)

Arriviamo all’ultimo dei Sette Inferni, dove l’acqua di questa sorgente termale, inizialmente incolore e trasparente, assume una caratteristica colorazione bianco-bluastra quando cade nella vasca. Questo fenomeno è dovuto alla naturale diminuzione di temperatura e pressione. Il calore della sorgente viene utilizzato per l’allevamento di diverse specie di pesci tropicali di grandi dimensioni all’interno del parco e la temperatura dell’acqua raggiunge i 95 gradi.

Di Admin

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