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“Avevo paura di volare, oggi curo l’aerofobia con la realtà virtuale”

L’uomo sogna di volare, ma spesso ha paura di farlo. E questa, dati alla mano, è una condizione che colpisce tantissime persone, in Italia e nel mondo intero. Nonostante, infatti, l’aereo sia considerato il mezzo di trasporto più sicuro – confermato da statistiche e ricerche – l’aerofobia, conosciuta anche con il termine aviofobia, è un disturbo molto diffuso e anche piuttosto limitante.

In un sondaggio svolto dall’Istituto di Ricerca YouGov, infatti, è emerso che il 20% di coloro che soffrono di aerofobia rinuncia a volare completamente. Non si tratta, però, di un epilogo già scritto perché il processo è reversibile e a parlarcene oggi è Igor Graziato, psicoterapeuta e fondatore di SkyConfidence, che ha trovato nella tecnologia, e più nello specifico nella realtà virtuale, un’alleata nel percorso terapeutico.

“Anche io ho vissuto e affrontato questa paura” – ci ha raccontato l’esperto che ha ideato un percorso terapeutico per aiutare le persone a superare l’aerofobia – “Ma oggi volare è una parte piacevole della mia vita, ed è incredibile vedere i miei pazienti fare lo stesso viaggio, sia metaforicamente che letteralmente”.

L’aereo è considerato il mezzo di trasporto più sicuro, ma la paura è irrazionale. Quali sono le cause scatenanti di questa fobia?
L’aereo si conferma uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo. Una recente ricerca condotta dal prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) evidenzia un trend di miglioramento continuo nella sicurezza aerea negli ultimi cinquant’anni. Nonostante questi dati, la paura di volare è un fenomeno piuttosto comune. Non si tratta di una semplice questione di coraggio o di razionalità, ma di un complesso meccanismo che coinvolge processi cerebrali profondi e che si manifesta con sintomi fisici come la sudorazione, le palpitazioni, un senso di soffocamento e di panico. Infatti l’aerofobia sfugge al controllo cosciente della persona.

Sono diverse le cause che possono scatenare questa fobia, tra cui possiamo individuare dei fattori psicologici come la mancanza di controllo, il sentirsi “in balia” del pilota e dell’equipaggio, senza poter influire sull’andamento del volo e il doversi quindi affidare a degli estranei; oppure la claustrofobia, la permanenza in uno spazio chiuso come un aereo, o ancora l’acrofobia, la paura dell’altezza che può intensificarsi durante il volo, soprattutto nella fase di decollo e di atterraggio dove la percezione visiva può incrementare questa sensazione negativa. Infatti il timore di avere un attacco di panico in volo, e la conseguente paura del giudizio altrui, può alimentare l’ansia. Inoltre, la presenza di altre fobie, disturbi d’ansia, disturbi di personalità o stati depressivi può amplificare la paura di volare. Tra le cause scatenanti in genere è facile rintracciare un’esperienza negativa diretta o indiretta, anche se alle volte può essere sufficiente un racconto di un volo negativo da parte di un conoscente. Da non sottovalutare è l’influenza dei media che tendono a spettacolarizzare gli incidenti aerei o alle volte anche solo delle forti turbolenze questo atteggiamento da parte loro può amplificare la percezione del rischio associato al volo. È importante, infatti, ricordare che la paura di volare è una fobia come le altre e che esistono terapie efficaci per superarla.

Dati alla mano (sondaggio svolto dall’istituto di ricerca YouGov), vediamo che il 20% di coloro che soffrono di aerofobia rinuncia a volare completamente. Quanto è limitante questa fobia?
La paura di volare è un timore molto comune: secondo il National Institute of Mental Health, il 6,5% delle persone prova una vera e propria fobia al solo pensiero di prendere un aereo. Se consideriamo anche coloro che, pur non avendo una fobia conclamata, sperimentano disagio e ansia quando prenotano o si apprestano a volare, la percentuale sale a oltre il 40%. È importante sottolineare che le statistiche possono variare a seconda dei metodi di classificazione e della popolazione considerata. Tuttavia, è indubbio che la paura di volare sia una delle fobie più diffuse a livello globale, con un impatto significativo sulla vita di molte persone.

Anche molti VIP soffrono di questa paura e sempre più spesso lo dichiarano pubblicamente. Questo è un fatto positivo perché aiuta a superare lo stigma sociale rispetto alle problematiche psicologiche. Come tutte le fobie anche l’aerofobia può limitare il campo d’azione, portando a rinunciare a viaggi di lavoro o di piacere e influenzando negativamente le scelte personali e professionali. Inoltre l’aerofobia mina anche altri aspetti dell’individuo come l’autostima, il timore di non essere adeguati e con il tempo tende a peggiorare generalizzandosi anche rispetto ad altre situazioni. A volte, la fobia può manifestarsi improvvisamente, anche dopo numerose esperienze di volo positive, magari a seguito di un evento personale stressante o di un volo turbolento.

Quando e come è nata l’idea di creare SkyConfidence?
SkyConfidence è un progetto che è nato con l’obiettivo di fornire alle persone che soffrono di aerofobia una soluzione innovativa, personalizzata ed efficace per affrontare la paura di volare. Ho vissuto in prima persona quanto possa essere limitante questo disturbo e questa mia esperienza personale mi ha motivato. La paura di volare è una questione complessa sul piano psicologico, ogni caso è diverso dall’altro e richiede quindi un approccio specifico che difficilmente un corso tradizionale può fornire. SkyConfidence si fonda su approccio detto evidence based che unisce la ricerca scientifica all’esperienza clinica per fornire un percorso efficace.

Inoltre SkyConfidence integra l’uso della realtà virtuale (detta VRT Virtual Reality Therapy una metodologia molto efficace per il trattamento delle fobie specifiche), l’ipnosi e delle esperienze dal vivo sia su dei simulatori di volo professionali che su aeromobili con piloti professionisti e psicologi. Il metodo è graduale e viene costruito su misura a seconda delle  specifiche esigenze della persona. Questo approccio permette ai pazienti di confrontarsi gradualmente con le proprie paure in un ambiente controllato, aiutandoli a gestirle e a superarle efficacemente​ e fornendo loro degli strumenti da portare con sé per gestire l’ansia e lo stress in ogni situazione. L’obiettivo finale è quello di renderli autonomi nel volo.

Quindi trasformare la paura di volare nel “piacere di volare”, è possibile?
Assolutamente sì! Ho scelto di chiamare questo metodo SkyConfidence “Il Piacere di Volare” perché racchiude perfettamente la trasformazione che le persone possono sperimentare durante il loro percorso. Non si tratta solo di superare la paura di volare, ma di andare oltre, scoprendo il volo come un’esperienza positiva, piacevole e arricchente. Voglio aiutare le persone a modificare la percezione del volo: non solo ad eliminare l’ansia, ma a sostituirla con sensazioni piacevoli quali la serenità, la curiosità e l’entusiasmo. Attraverso delle tecniche innovative come la realtà virtuale e percorsi personalizzati, mostro ai miei pazienti che il volo può essere un’opportunità di crescita e di libertà, non una sfida. “Il Piacere di Volare” è un messaggio di speranza: ciò che oggi sembra un ostacolo, domani può diventare una fonte di gioia. Voglio trasmettere l’idea che il cambiamento è possibile e che può portare l’individuo ad una trasformazione straordinariamente positiva. Questo può riguardare la difficoltà di volare ma più in generale la propria esistenza.

Nello specifico caso della realtà virtuale, in che modo questa interviene sulla fobia?
La realtà virtuale è un metodo innovativo e altamente efficace per intervenire sulla fobia del volo, poiché consente di creare un ambiente estremamente realistico, ma in un contesto totalmente sicuro e controllato. Grazie a questa tecnologia, il paziente può affrontare gradualmente le proprie paure immergendosi in simulazioni che riproducono ogni fase di un volo, dall’arrivo in aeroporto al decollo, fino alla gestione di eventi come la turbolenza e l’atterraggio. Questa esposizione graduale permette di desensibilizzare la mente e di ridurre progressivamente l’impatto emotivo che tali situazioni suscitano. Il metodo si chiama VRT (Virtual Reality Therapy) ed è composto da un visore per la realtà virtuale, da un software specifico per il trattamento delle fobie e dalla presenza di uno psicologo-psicoterapeuta debitamente formato all’uso del metodo.

Un aspetto cruciale della realtà virtuale è che il paziente ha la consapevolezza di trovarsi in un luogo sicuro, sotto la guida e con il supporto del terapeuta, che può monitorare le sue reazioni fisiologiche in tempo reale e regolare così l’intensità dell’esperienza in base alle sue esigenze. Questo controllo rende possibile affrontare la paura senza che si scateni un senso di sopraffazione. Inoltre, l’immersione ripetuta in queste situazioni virtuali consente al cervello di rielaborare la percezione del pericolo, sostituendo la risposta di paura con una maggiore sensazione di calma e di controllo. Durante le sessioni, il terapeuta può insegnare strategie di rilassamento e gestione dell’ansia, che il paziente può applicare direttamente nelle situazioni simulate. In questo modo, la mente impara a reagire in modo più razionale e meno emotivo a stimoli che prima provocavano panico. Questo processo aiuta a ristrutturare i pensieri catastrofici e a sviluppare una nuova percezione del volo, basata su dati reali e non sulle paure irrazionali. La realtà virtuale, quindi, non solo desensibilizza il paziente, ma lo prepara concretamente ad affrontare un volo reale con una maggiore serenità e fiducia.

Igor Graziato, psicoterapeuta

Fonte: Igor Graziato

Lo psicoterapeuta Igor Graziato ci spiega come superare la paura di volare

Ci sono dei consigli che può dare ai nostri viaggiatori che hanno paura di volare e che possono mettere in pratica già dal prossimo viaggio?
Certamente! Iniziamo subito con un cambio di prospettiva: se si ha paura di volare, significa che il nostro cervello sta svolgendo fin troppo bene il suo compito, ovvero quello di proteggerci e garantirci la sopravvivenza! La paura di volare, quindi, non è sintomo di mancanza di coraggio, quanto piuttosto una reazione di protezione eccessiva di fronte a un pericolo percepito come molto grande (quando in realtà è molto più facile farsi male in casa appendendo un quadro o essere vittime di un incidente stradale). Quindi per prima cosa è fondamentale imparare a rilassarsi, ad esempio, attraverso la respirazione per ridurre, in modo del tutto naturale, l’ansia.

Un’altra cosa che può aiutare è quella di ricordarsi che l’aereo non è sospeso nel nulla dato che l’aria diventa una specie di solida autostrada sopra la quale il velivolo è appoggiato. Può anche essere utile visualizzare il fatto di trovarsi su un treno o su un bus e rendersi conto che i movimenti che si percepiscono sono in fondo gli stessi che si provano su questi mezzi. Inoltre è fondamentale ricordarsi che le turbolenze non sono pericolose per l’aereo e che i vuoti d’aria non esistono. Un altro aspetto importante è comunicare con il personale di bordo che è formato apposta per affrontare anche le situazioni di panico o di ansia. Se poi la questione è invalidante e volare diventa uno stress insopportabile al punto da farvi rinunciare a viaggi o ad occasioni di lavoro è importante cercare un supporto professionale.

Anche lei ha avuto paura di volare? E come l’ha superata?
In psicoterapia, utilizziamo il concetto di self-disclosure, ovvero il condividere parti della nostra esperienza personale con i pazienti, quando questo può essere utile per farli sentire meno soli. Raccontare che anche io ho vissuto e affrontato questa paura, permette di normalizzare il problema. La paura di volare non è una debolezza, ma una reazione naturale della mente che si attiva per proteggerci, anche se in modo disfunzionale. Capire che non c’è nulla di “sbagliato” nel provare queste emozioni è il primo passo per riprendere un giusto contatto con se stessi e iniziare a lavorare su di esse. Superare la paura è stato un percorso, proprio come lo è per i miei pazienti.

Ho imparato a confrontarmi con le emozioni legate al volo, a osservarle senza giudizio e a ridurre il potere che avevano su di me. Anche grazie a tecniche che oggi insegno, come l’ipnosi, la respirazione e, nel mio caso, una conoscenza del funzionamento del volo, sono riuscito a trasformare quella paura nel piacere di volare. Racconto questa parte di me perché credo fermamente che non si debba vivere una fobia come una battaglia solitaria o come un qualcosa di cui vergognarsi. È solo un momento del proprio percorso, e con il giusto supporto, è possibile andare oltre e scoprire una versione di sé più libera e sicura. Oggi volare è una parte piacevole della mia vita, ed è incredibile vedere i miei pazienti fare lo stesso viaggio, sia metaforicamente che letteralmente.

Di Admin

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