La Basilica di Santa Maria del Popolo, nel cuore dell’omonima piazza a Roma, rappresenta un capolavoro senza eguali nel panorama della storia dell’arte e dell’architettura. Al suo interno, si intrecciano infatti le opere di alcuni dei più grandi maestri della pittura e della scultura, che hanno lasciato un segno indelebile nelle differenti epoche artistiche.
Dalla Cappella della Rovere, decorata nel Quattrocento da Pinturicchio, passando per la Cappella Cerasi, dove convivono le opere di Annibale Carracci e Caravaggio, fino alle testimonianze barocche del genio di Gian Lorenzo Bernini, ogni angolo del sontuoso edificio racconta una storia di eccellenza e creatività. E oggi più che mai.
Il restauro: due anni di lavoro per riportare la basilica al suo splendore
Dopo due anni di intensi lavori di restauro, avviati nel 2022 e conclusi a novembre 2024, la Basilica di Santa Maria del Popolo ha infine ritrovato la sua bellezza originaria.
Gli interventi, realizzati sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Speciale e con un investimento di circa 2 milioni di euro, hanno restituito nuova vita agli stucchi, ai marmi, alle volte e alle lunette, e hanno riportato alla luce la loro policromia originaria.
L’arcone trionfale e le decorazioni della navata centrale
Uno dei primi interventi ha riguardato il magnifico arcone trionfale, in oro e stucco, risalente alla ricostruzione della basilica voluta da papa Sisto IV intorno al 1472.
Subito dopo, si è proceduto al restauro degli apparati decorativi in stucco della navata centrale, dove spiccano raffigurazioni di sante agostiniane. Tali elementi, attribuiti a scultori vicini al Bernini, hanno riscoperto la loro cromia originale, così da valorizzare l’armonia dell’intero spazio.
La cantoria, l’organo e la Cappella Chigi
L’intervento sulla cantoria e sull’organo ha messo in risalto l’opera di Bernini, che decorò lo strumento con un intreccio di rami di rovere, simbolo araldico di papa Alessandro VII Chigi.
Particolare attenzione è stata dedicata alla corona sospesa al soffitto della Cappella Chigi, progettata da Raffaello e completata da Bernini: si tratta di un prezioso elemento, in bronzo dorato, sorretto da tre putti in bronzo scuro. Restaurata, la corona torna ora a dialogare con gli angeli bronzei che, dall’ingresso della cappella, sembrano posarla idealmente sul capo della Madonna raffigurata nell’altare retrostante.
Interventi nella Cappella Cerasi e nei transetti
All’interno della Cappella Cerasi, progettata da Carlo Maderno, i lavori si sono concentrati sulla bicromia del pavimento in cotto del XVII secolo e sul recupero di preziosi elementi marmorei. Anche le opere pittoriche qui custodite, come l’Assunta di Annibale Carracci e i due capolavori di Caravaggio, la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo, sono state oggetto di pulitura, in modo da restituire intensità e profondità ai colori di un tempo.
Nel transetto destro e sinistro, hanno visto il restauro i due altari marmorei progettati da Bernini. Sugli altari si trovano due coppie di angeli reggi cornice, scolpiti da artisti della scuola berniniana, che accompagnano con grazia le pale d’altare: la Sacra Famiglia di Bernardino Mei e la Visitazione di Giovanni Maria Morandi.
La pulitura dei dipinti ha altresì portato a una scoperta significativa: la firma del Mei accompagnata dalla data 1659. Inoltre, quattro pannelli scuriti dal tempo, ora visibili, si sono rivelati una vera porta e tre finte porte dipinte con un raffinato effetto trompe-l’oeil.