Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare

Mugello: la bellezza del Cimitero militare germanico della Futa in inverno

Cimiteri e turismo: non una novità. Un abbinamento forse a prima vista strano, ma dal Pere Lachaise e gli altri cimiteri monumentali di Parigi fino al Cimitero acattolico di Roma, sono tanti i luoghi amati e frequentati dai visitatori.

Si tratta di patrimoni di storia e storie, contenitori di beni culturali, di arte e di artigianato. Lo sono i cimiteri monumentali e i piccoli cimiteri di provincia, lo sono i cimiteri di guerra. Il cimitero di guerra americano a Colleville-sur-mer, in Normandia, riceve ogni anno circa un milione di visitatori.

Anche in Italia sono tanti i luoghi del genere, ma riveste un ruolo peculiare e particolare il Cimitero militare germanico della Futa: si tratta del più ampio cimitero militare tedesco in terra italiana, contenente oltre 30mila salme.

Si trova sul Passo della Futa, un valico naturale dell’Appennino tosco-emiliano. Si trova amministrativamente nel comune di Firenzuola, ma è pressoché equidistante dalla cittadina rispetto a Barberino del Mugello, trovandosi a 900 metri sul livello del mare.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Cimitero della Futa con un velo di neve, in inverno

Il passo è stato uno dei luoghi chiave della Linea Gotica, il sistema difensivo eretto dalla Germania nazista durante l’occupazione in Italia per cercare di impedire la risalita della penisola alle truppe alleate. Qui gli scontri bellici furono particolarmente cruenti, lasciando peraltro un segno forte sulla popolazione locale.

Proprio qui si è deciso di costruire un monumento alla memoria dei caduti tedeschi, il più grande in Italia. Una decisione all’apparenza paradossale che oggi, a quasi ottant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, paga i suoi dividendi: il Cimitero militare germanico della Futa è oggi un luogo di memoria e di bellezza, di riflessione e contemplazione, grazie a una architettura unica che si fonde alla perfezione con il particolare contesto naturale nel quale è inserito.

Come arrivare al Cimitero militare germanico della Futa

Il Cimitero militare germanico della Futa si trova nel comune di Firenzuola, in provincia di Firenze, posto a pochi metri dal valico del Passo della Futa, lungo la Strada statale 65 che collega il capoluogo toscano con Bologna.

L’uscita autostradale più vicina è quella di Firenzuola Mugello, che si trova a pochi minuti dal Passo. Basta seguire le indicazioni al primo bivio dopo il casello ed è fatta.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Getty Images

La cripta commemorativa all’interno del corpo monumentale principale

In alternativa si può salire anche da Barberino di Mugello, dove una bella strada prende quota dalle rive del Lago di Bilancino, attraversando una bella campagna con eccellenti scorci panoramici e qualche piccolo abitato prima di inerpicarsi ulteriormente fra boschi di larici per raggiungere il Passo della Futa.

Un cimitero tedesco nel cuore della Linea Gotica

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per la Germania post-nazista è difficile riuscire a curarsi dei corpi dei caduti tedeschi, in particolare nei paesi che hanno subito l’occupazione. Deve passare un decennio perché si arrivi a un passo in avanti: nel 1955 a Bonn, capitale della Germania democratica, viene firmato un accordo con l’Italia che sancisce la possibilità di costruire sacrari dedicati ai caduti germanici, tedeschi e austriaci.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

L’inverno dona al Cimitero

Nascono così una serie di monumenti funebri nei quali vengono raccolte le decine di migliaia di salme, fin lì disperse in sepolture provvisorie in circa 4mila luoghi differenti in tutto lo Stivale. Sul Passo Pordoi, a Merano, a Pomezia, a Cassino, nei pressi di Catania sorgono i primi cimiteri di guerra tedeschi relativi al secondo conflitto mondiale. Nel 1961 iniziano i lavori per quello della Futa, assegnato all’architetto Dieter Oesterlen. Sarà completato nel 1969, con una inaugurazione in tono minore per il timore di tensioni fra la popolazione locale, duramente colpita dalla guerra, e i tanti familiari dei caduti tedeschi e austriaci scesi in Italia per la sepoltura definitiva dei loro cari.

Per qualche anno, il Cimitero è stato vissuto come un corpo estraneo al tessuto sociale locale. Era luogo di un turismo della memoria proveniente dalla Germania e dall’Austria, ma visto con un occhio di sospetto dai locali. Eppure, fin dall’inizio, tutti i visitatori sono stati colpiti dalla sua austera bellezza.

Il cimitero, 12 ettari, è una sorta di spirale che sale lungo la collina su cui poggia fino ad arrivare alla sommità, dove si trova un memoriale con una alta torre dal profilo a bandiera, visibile da qualsiasi altro punto del cimitero. Le tombe sono disposte in insiemi quadrangolari, interrotti da alcune vasche circolari d’acqua che danno un’idea di serenità ed eternità. Qualche albero solitario completa lo scenario, mentre tutto intorno si apre uno splendido panorama sulla valle del Mugello: le colline boscose degradano dolci verso la pianura dove da qualche decennio è sorto l’invaso artificiale del Lago di Bilancino.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

Vista del cimitero innevato da una delle finestre della cripta

Sotto la torre si trova il cosiddetto cortile d’onore e una cripta, all’interno della quale sono commemorati i caduti di guerra dispersi. Dalla cripta, tre finestre si aprono sul cimitero, regalando una vista panoramica emozionante.

Il Cimitero militare germanico della Futa oggi

Ancora oggi sono pochi i turisti italiani che hanno avuto modo di visitare il Cimitero militare germanico della Futa.

Forse la sua condizione di cimitero di quelli che un tempo furono gli occupanti, i nemici, immerso nel cuore di uno dei luoghi che più ha sofferto a causa del conflitto ha portato a una certa diffidenza nei suoi confronti. Per fortuna, poi, questo sacrario è rimasto estraneo, al contrario di altri, a certi pellegrinaggi nostalgici di cui non si sente il bisogno.

Eppure nel corso degli ultimi venti anni attorno ai sepolcri della Futa si respira una atmosfera rinnovata. Il passare del tempo ha forse lenito le ferite e aperto i cuori e le menti. Oggi il Cimitero è un luogo di riflessione e di memoria, ma anche un luogo di monumentale bellezza, architettonica e naturale insieme.

Merito anche di Archivio Zeta, un gruppo di lavoro culturale che a partire dal 2003 ha portato nel Cimitero una serie di spettacoli teatrali che hanno utilizzato le strutture del cimitero come scenografie, per dare vita a spettacoli particolari, toccanti e degni di una riflessione. Non a caso tra i primi spettacoli allestiti al Cimitero ci furono i Sette contro Tebe di Eschilo e l’Antigone di Sofocle. Drammi classici dove al centro c’è il tema della sepoltura dei cari, malgrado le loro azioni: Antigone sfida il potere del re Creonte, che ha deciso di non dare sepoltura al fratello di lei, Polinice, reo di aver mosso guerra verso la propria patria, Tebe.

Cimitero militare germanico della Futa

Fonte: Lorenzo Calamai

Una scenografia perfetta

Insieme al lavoro di Archivio Zeta è arrivata una maggiore attenzione all’opera architettonica assai meritevole di Oesterlen e l’esplosione di turisti in cammino lungo la Via degli Dei, il trekking che unisce Bologna a Firenze, ha portato un nuovo sciame di visitatori sui prati che circondano l’alta torre centrale del Cimitero.

Oggi il Cimitero militare germanico della Futa si può dire nuovamente scoperto. Per di più, camminare tra i gradini, i sepolcri, i prati del Cimitero è un’esperienza che si tinge di un ulteriore tocco di austera bellezza in inverno. Gli alberi colorati di giallo e di bruno, i rami che si spogliano delle loro foglie, le occasionali chiome sempreverdi, le nuvole, la nebbia, l’occasionale neve donano una patina di emotività ulteriore alla collina su cui sorge il sacrario, e il profilo grigio della torre che domina il tutto assume un contorno ulteriormente monumentale.

Categorie
Africa Idee di Viaggio itinerari culturali Madagascar spiagge vacanza natura Viaggi

Alla scoperta di Nosy Be: dove incontrare i colori e l’anima del Madagascar

Nosy Be è conosciuta come l’isola profumata, per via dell’intenso aroma di ylang-ylang, vaniglia e spezie che si può percepire fin dai primi minuti di un viaggio in questa parte di mondo situato al largo della costa nord-occidentale del Madagascar che, senza ombra di dubbio, può essere definito un paradiso tropicale. Questo piccolo gioiello dell’Oceano Indiano viene apprezzato non solo per i suoi profumi: i colori della natura e la cultura locale con cui entrare in contatto sono altri due elementi che giocano fortemente a favore di Nosy Be.

Mare e spiagge che fanno sognare

Volendo e potendo fare una classifica delle ragioni che portano molti viaggiatori a fermarsi a Nosy Be, durante il proprio viaggio in Madagascar, mare e spiagge incredibili sono al primo posto. In tutta probabilità, se hai visto sul web una foto del litorale malgascio, questa ritrarrà Nosy Be. Capaci di mettere assieme sabbia chiarissima, acque che hanno lo stesso colore di una gemma preziosa e baie tranquille, le spiagge di Nosy Be sono un perfetto punto di incontro tra quest’isola e chi decide di conoscerla.

Considerando le baie, le spiagge principali e le calette più piccole sparse sull’isola e nelle sue vicinanze, Nosy Be offre circa 20 spiagge principali e numerose altre meno conosciute. Esse sono di varia natura: da quelle pronte ad accogliere i turisti in modo comodo e attrezzato fino a quelle dove l’aggettivo “selvaggio” trova il suo significato più bello e pronto a farsi ricordare.

Andilana Beach è una delle spiagge più famose, ideale per chi cerca un ambiente tranquillo ma vicino ai principali resort di Nosy Be. Le acque che lambiscono questa spiaggia sono calme e tranquille: nuotare sarà bello e anche molto facile.

Ambatoloaka è un luogo che rappresenta l’immagine ideale tipica della spiaggia tropicale, quella in cui le palme si piegano leggermente verso il mare e dove i colori preponderanti sono il bianco della sabbia, il blu del mare e il verde proprio delle palme. Questa spiaggia è considerata anche il cuore turistico di Nosy Be e qui potrai trovare di tutto: dai bar per un aperitivo al tramonto fino ai ristoranti dove provare la migliore cucina del Madagascar. Lungo tutta Ambatoloaka troverai anche i chioschi delle società che offrono la possibilità di fare sport acquatici di ogni tipo: ti basterà semplicemente scegliere l’attività più adatta a te.

Chi, invece, cerca un luogo più appartato e solitario, può considerare di passare una giornata sulla spiaggia di Nosy Sakatia: questo luogo è spesso scelto come casa dalla tartarughe marine e non manca di essere un punto perfetto dove tuffarsi e fare snorkeling.

Le spiagge di Nosy Be

Fonte: iStock

La celebre Nosy Iranja

L’arcipelago di Nosy Be e le isole da esplorare

Nosy Be è circondata da una costellazione di isole minori, ognuna con il suo fascino unico. L’arcipelago è un vero e proprio scrigno dove la bellezza marina del Madagascar si conserva in un modo incredibile. Le spiagge dell’arcipelago non sono di certo da meno di quelle dell’isola principale e possono essere un’ottima scelta per una giornata diversa che possa far scoprire sia il mare che la tanta e variegata fauna tipica del Madagascar. Tra le più spettacolari ci sono:

  • Nosy Komba: l’isola dei lemuri. Qui puoi incontrare da vicino questi animali simbolo del Madagascar, il tutto in un contesto naturale decisamente unico
  • Nosy Tanikely: si tratta di un parco marino protetto, perfetto per chi ama immersioni e snorkeling, Qui si trova una barriera corallina ricca di vita.
  • Nosy Iranja: chiamata anche l’isola delle tartarughe, famosa per la striscia di sabbia bianca che collega le due isole durante la bassa marea. È un luogo magico e davvero molto gettonato per scattare foto incredibili.
Nosy Be: dove avvistare i lemuri

Fonte: iStock

I lemuri del Madagascar

La Natura selvaggia di Nosy Be

Chiunque faccia un viaggio in Madagascar ha in mente il fatto che quell’isola dell’Oceano Indiano sia un vera e propria cattedrale per molte specie di animali. Nosy Be, infatti, non è solo un luogo speciale dove andare al mare. Il suo entroterra è un’esplosione di biodiversità, di natura protetta e di luoghi unici al mondo.

Un buon esempio è la Riserva naturale di Lokobe: una foresta pluviale dove si possono avvistare lemuri, camaleonti e numerose specie di uccelli endemici. La cosa migliore per visitare questa parte dell’entroterra di Nosy Be è acquistare un’escursione guidata: sono in vendita in tutti i resort dell’isola. La guida è necessaria proprio per comprendere bene sia l’ambiente naturale che gli animali che lo abitano.

Nosy Be ha anche una sua montagna: si tratta del Monte Passot. Questa altura raggiunge i 329 metri sul livello del mare ed è il punto più alto di Nosy Be. La sua modesta altezza lo rende facilmente accessibile e regala la possibilità di godere di una vista spettacolare sull’isola e sulle lagune circostanti. Il Monte Passot è un posto perfetto per godere di uno dei migliori tramonti di Nosy Be.

Infine, Nosy Be vanta anche dei laghi vulcanici: circondati da una vegetazione a dir poco magnifica, le sponde di questi laghi costituiscono un luogo ideale per passeggiate e birdwatching.

Cultura e Tradizioni Locali a Nosy Be

Nosy Be, come tutto il Madagascar, è un crocevia culturale, dove convivono influenze africane, arabe ed europee. Il mercato di Hell-Ville, la capitale dell’isola, è luogo giusto dove lasciarsi inondare dall’intensità dei colori e dalla persistenza dei profumi tipici del luogo. Questo è il luogo perfetto per acquistare spezie, artigianato locale e tessuti tradizionali. Quando si visita un mercato come quello di Hell-Ville non si può rinunciare ad assaggiare piatti tipici del Madagascar come il romazava, uno stufato di carne e verdure, oppure il pesce fresco cucinato con latte di cocco.

Cosa fare a Nosy Be: andare al mercato

Fonte: iStock

Un mercato a Nosy Be

Quando Visitare Nosy Be

Di norma, le stagioni del Madagascar sono due: quella secca e quella caratterizzata da maggiori piogge. Il periodo migliore per visitare Nosy Be va da aprile a dicembre, durante la stagione secca. All’interno di questa finestra temporale, i mesi tra luglio e ottobre sono particolarmente indicati per chi è desideroso di avvistare ed entrare in contatto con la fauna marina. Questo è il momento ideale per chi, per esempio, vuole fare Whale Watching e ammirare le balene.

Come Arrivare

Nosy Be è servita dall’aeroporto di Fascene, con voli internazionali e collegamenti da Antananarivo, la capitale del Madagascar. Una volta sull’isola, puoi muoverti facilmente in tuk-tuk, taxi o noleggiando uno scooter.

Categorie
Borghi Friuli Venezia-giulia itinerari culturali Natale Poffabro presepi vacanza natura Viaggi

Cosa vedere a Poffabro, il borgo friulano dei presepi

Un luogo autentico, in cui il passato sembra essersi cristallizzato per arrivare nel presente, come testimonianza di una storia antica, interessante e le cui radici vanno cercate in tempi remoti.

Poffabro è un bellissimo borgo, incorniciato dalle montagne, immerso nella natura: sono le prealpi carniche della Val Colvera, e questo paese – con le sue case in pietra e i balconi in legno – accoglie in visitatori con il suo fascino incredibile e con una natura che fa da sfondo invitando a essere scoperta ed esplorata. Siamo in Friuli-Venezia Giulia, nella provincia di Pordenone, tra strade che sembrano sussurrare di un passato lontano e che recano ancora le tracce dell’Italia contadina e rurale. Un luogo autentico, da scoprire e da visitare: tutto quello che devi sapere.

Dove si trova Poffabro

Ci troviamo in Friuli-Venezia Giulia regione del nord est dell’Italia, in provincia di Pordenone, è qui nella Val Colvera che sorge Poffabro, frazione del comune di Frisanco. Posto a 525 metri di altezza, è uno dei Borghi più belli d’Italia, nominato come tale intorno ai primi anni Duemila. A fare da cornice alle sue case, alle strade e ai bellissimi edifici, le montagne e una natura che toglie il fiato al primo sguardo.

Dista circa una trentina di chilometri da Pordenone e si raggiunge facilmente con l’automobile o con l’autobus, poi si lascia l’auto per esplorarlo a piedi e scoprirne le sue tante peculiarità. Del resto, si tratta di un paese che sembra un presepe, come altri ne esistono in Italia, a testimonianza della bellezza dei piccoli borghi, in cui il passato risuona ancora a ogni passo.

I presepi di Poffabro

In un borgo che sembra un presepe la rappresentazione della Natività non può che essere davvero speciale. È in questo suggestivo luogo, infatti, che prendono vita tra ballatoi, strade, cortili e finestre, bellissimi presepi artigianali.

La visita è d’obbligo nel periodo delle festività, per poter assorbire la magia di un luogo sospeso nel tempo e in cui rivivere l’emozione del Natale attraverso gli occhi della creatività di tanti menti diverse.

E Poffabro presepe tra i presepi è un evento ormai tradizionale, basti pensare che nel 2024 ha raggiunto la sua 27esima edizione. Le date da segnare in agenda sono quelle che vanno dal primo dicembre 2024 al 12 gennaio 2025: la magia è assicurata grazie alla presenza di centinaia di presepi tutti da scoprire. In questo periodo sono previsti diversi eventi, oltre alla presenza di uno stand gestito dalla Pro Loco in cui assaporare qualcosa di gustoso.

Poffabro, i presepi

Fonte: iStock

Poffabro, tutto suoi suoi presepi

Cosa vedere a Poffabro

La storia del borgo di Poffabro è antica, basti pensare che la valle in cui sorge è stata un passaggio importante già in epoca romana, quando da qui passava la strada che da Julia Concordia andava verso il nord, attraverso le Alpi.

E se, quindi, la centralità di questo luogo è davvero antica, si deve fare un passo in avanti però per vederlo citato la prima volta. La parrocchia era inserita nei beni del vescovo di Concordia già nell’XI secolo, mentre è nel 1339 che di Prafabrorum si parla in una sentenza. Un’altra data importante nella storia di questo luogo è quella del 1810 quando, per mezzo di un decreto napoleonico, diventa frazione di Frisanco.

C’è anche una storia più inquietante ed è quella della Santa Inquisizione che in questo luogo ha celebrato un processo alle streghe, che si diceva si incontrassero per i loro sabba in un prato dietro al monte Ràut.

Qui vale la pena esplorare le vie, osservare la bellezza degli edifici in pietra che hanno una storia antica: sono strutturati su tre – quattro piani e hanno dei particolari balconi in legno.

Tra le costruzioni religiose da vedere vi sono la chiesa di San Nicola e il Santuario della Beata Vergine della Salute. Ma si deve ammirare e conoscere anche l’artigianato locale, ancora vivo.

Poffabro, cosa vedere

Fonte: iStock

Poffabro, cosa vedere nel borgo
Categorie
Natale Notizie Viaggi

Sicilia Express, in treno dal Piemonte alla Sicilia per le vacanze di Natale

FS Treni Turistici Italiani (Gruppo FS) lancia il nuovo collegamento Sicilia Express, che unisce le città del Nord e Centro Italia con la Sicilia, offrendo un’esperienza di viaggio unica. Questa iniziativa nasce dalla collaborazione con la Regione Siciliana, con l’obiettivo di promuovere il turismo lento e sostenibile e si inserisce nel progetto di valorizzazione del trasporto ferroviario come alternativa di qualità e comoda per raggiungere l’isola.

Il treno, che debutta nelle festività natalizie, avrà due corse speciali nel mese di dicembre 2024, offrendo un’opportunità unica per chi desidera trascorrere le festività in Sicilia. Vediamo nel dettaglio quali sono le date e i costi dell’iniziativa e quali i servizi a bordo del treno Sicilia Express.

Le date di partenza del Sicilia Express

Il Sicilia Express sarà operativo esclusivamente nelle seguenti date: 21 dicembre 2024 e 5 gennaio 2025. Queste due date sono pensate per garantire una maggiore offerta di viaggio in occasione delle festività natalizie, in modo da permettere ai viaggiatori di raggiungere la Sicilia in un modo nuovo, comodo e sostenibile.

I treni partiranno dal Piemonte e percorreranno l’Italia attraversando diverse città prima di arrivare nella splendida isola siciliana.

Il tragitto e le fermate

Il Sicilia Express partirà il 21 dicembre 2024 da Torino Porta Nuova alle 15:05, con arrivo a Messina il giorno successivo alle 9:45. Il treno effettuerà diverse fermate intermedie in alcune delle principali stazioni italiane, tra cui Novara, Milano Porta Garibaldi, Parma, Modena, Bologna, Firenze Santa Maria Novella, Arezzo, Roma Tiburtina e Salerno, prima di giungere a Messina.

Una volta arrivato a Messina, il treno si dividerà in due sezioni: una diretta a Palermo e l’altra a Siracusa.

  • La sezione diretta a Palermo partirà da Messina alle 10:20, fermando a Milazzo, Capo d’Orlando, Santo Stefano di Camastra, Cefalù, Termini Imerese e Bagheria.
  • La sezione diretta a Siracusa partirà alle 10:10, con fermate a Taormina, Giarre Riposto, Acireale, Catania Centrale, Lentini e Augusta.

Il ritorno del Sicilia Express è previsto per il 5 gennaio 2025, con partenza da Messina alle 18:50 e arrivo a Torino Porta Nuova il giorno successivo alle 12:50.

I servizi a bordo

Il Sicilia Express non è solo un treno, ma un’esperienza di viaggio che punta sulla qualità del servizio e sul comfort dei passeggeri. A bordo, i viaggiatori potranno trovare diversi servizi di alta qualità, tra cui carrozze letto e cuccette, ideali per chi desidera un viaggio più rilassante e riposante. Non mancano anche gli scompartimenti con sei posti a sedere, per chi preferisce una soluzione più informale.

Sicilia Express, carrozze

Fonte: Ipa

Le carrozze del treno Sicilia Express

Una delle caratteristiche distintive del Sicilia Express è inoltre la presenza di due carrozze ristorante dove saranno serviti durante il viaggio prodotti tipici della tradizione enogastronomica siciliana. Un’occasione unica per assaporare i gusti autentici dell’isola mentre si attraversano le bellezze del paesaggio italiano.

A bordo, i passeggeri potranno anche incontrare personaggi noti che renderanno l’esperienza ancora più speciale. Tra questi, l’attore Salvo Piparo, Claudio Casisa dei Soldi Spicci, lo stilista siciliano Alessandro Enriquez e diversi influencer, che racconteranno il viaggio verso la Sicilia in modo coinvolgente e originale.

Inoltre, come nei principali treni di FS Treni Turistici Italiani, sarà possibile viaggiare con animali domestici, garantendo così una maggiore inclusività per chi desidera viaggiare in compagnia dei propri amici a quattro zampe.

Come acquistare i biglietti

I biglietti per il Sicilia Express saranno disponibili a partire dal 3 dicembre 2024. I viaggiatori potranno acquistarli comodamente online sul sito http://www.fstrenituristici.it, oppure tramite tutti i canali di vendita di Trenitalia, tra cui l’App Trenitalia, le biglietterie di stazione e i punti vendita autorizzati.

Categorie
Amman Asia Cittadella Giordania Idee di Viaggio itinerari culturali mete storiche siti archeologici Viaggi

La Cittadella di Amman: dove l’archeologia della Giordania diventa magia

Un luogo capace di essere una vera e propria sorpresa da visitare in inverno è la Giordania. Amman, la sua capitale, si rivela di sovente una città attiva e moderna, capace però di ricordare la propria storia e mostrarla come si fa con la migliore delle foto che si tiene in casa. Una  perla da scoprire ad Amman è la Cittadella: uno dei luoghi storici più importanti e significativi della Giordania.

Situata su una delle sette colline originarie di Amman, è conosciuta localmente come Jabal al-Qala’a. Quello che si può ammirare visitandola è un insieme affascinante di storia, archeologia e cultura testimoni di millenni di civiltà giordana. Oltre al suo essere preziosa, la Cittadella di Amman è anche un luogo chiave per ammirare dall’alto la stessa capitale e scattare foto incredibili.

La Storia della Cittadella

La Cittadella di Amman è abitata fin dal periodo neolitico. Questo dato storico la rende uno dei siti continuamente occupati più antichi del mondo. I principali resti visibili oggi risalgono alle epoche romana, bizantina e al periodo definito Omayyade, momento storico che va dal VII al VIII Secolo d.C. Oltre al fatto di trovare dei resti storici di alcuni momenti preponderanti, questo luogo potrebbe da solo raccontare tutta la storia passata della Giordania, grazie anche all’occupazione dell’area da parte di molte altre civiltà, tra cui ammoniti, assiri, babilonesi e persiani.

Durante il dominio romano, Amman (allora conosciuta come Filadelfia) era parte della Decapoli, un gruppo di dieci città-stato che prosperarono in Epoca Imperiale. La Cittadella era un simbolo di vita attiva e di luogo di incontro di genti e culture. Più tardi, sotto il dominio islamico omayyade, la Cittadella assunse anche un importante significato religioso.

La mano di Ercole nella Cittadella di Amman

Fonte: iStock

La celebre Mano di Ercole

Cosa vedere nella parte antica della Cittadella

Visitare la Cittadella durante un viaggio ad Amman è un’attività particolarmente apprezzata da parte di tutti quei viaggiatori che amano l’archeologia. Sono molte le cose sulle quali concentrarsi durante una giornata in quell’area. Se viaggi in inverno, ti sarà molto più facile goderti la vista ai resti storici della Cittadella: in questo momento dell’anno, il clima e la temperatura di Amman renderanno più affrontabile la tua visita, benché il freddo possa non mancare mai. In estate, infatti, risulta molto più difficile date le alte temperature. Su cosa concentrarsi?

  • Tempio di Ercole
    Questo imponente tempio risale al II secolo d.C. e, come è facile comprendere dal nome, è dedicato a Ercole. Di particolare interesse sono le enormi colonne corinzie ancora in piedi e i resti di una mano che, un tempo, apparteneva a una statua colossale di Ercole stesso. Data la misura di quella mano, quello che si pensa è che statua misurasse più di 12 metri d’altezza. Questo monumento è una delle testimonianze più significative del periodo romano della Giordania.
  • Palazzo Omayyade
    Risalente all’VIII secolo, questo palazzo è un esempio della raffinata architettura islamica. Il complesso comprende una sala di ricevimento, residenze e un’imponente cupola ricostruita. Gli archi e i dettagli decorativi mostrano l’influenza delle tradizioni artistiche persiane e bizantine integrate nella cultura islamica.
  • Chiesa Bizantina
    Situata accanto al Tempio di Ercole, questo antico luogo di culto risale al VI o VII secolo. Anche se oggi rimangono solo alcune colonne e basi in marmo, il sito è un esempio dell’importanza del cristianesimo in Giordania durante il periodo bizantino.
  • Museo Archeologico della Giordania
    All’interno della Cittadella, è presente un museo che raccoglie e custodisce molti dei tesori archeologici ritrovati nell’area della Cittadella stessa. Questo museo, infatti, ospita una collezione di reperti che vanno dal neolitico fino all’inizio dell’epoca islamica. Tra i tesori più celebri ci sono le famose statue di Ain Ghazal, risalenti a oltre 9.000 anni fa, che rappresentano alcune delle sculture antropomorfe più antiche del mondo.
  • Mura Fortificate
    Come ogni cittadella che si rispetti, anche quella di Amman è chiamata così perché presenta, ancora al giorno d’oggi, alcuni elementi di difesa militare come, per esempio, delle grandi mura. Esse racchiudono l’intero complesso archeologico e risalgono a diversi periodi storici, mostrando le stratificazioni culturali del sito.
  • Un panorama indimenticabile
    Oltre ai monumenti, la Cittadella è uno dei luoghi che offre la migliore vista su Amman. La città si mostra, guardandola da là, con le sue caratteristiche case bianche che si susseguono fino a occupare le colline circostanti. Questo luogo è particolarmente suggestivo al tramonto, quando la città entra in quella che potremmo definire la Golden Hour e tutto sembra dipinto d’oro.

Come raggiungere la Cittadella di Amman

La Cittadella è facilmente raggiungibile dal centro di Amman, con mezzi di trasporto differenti, a seconda di come preferisci spostarti.

Amman è una città in cui i taxi non mancano e i prezzi vanno concordati col guidatore, a seconda della destinazione. Solitamente il viaggio dura circa un quarto d’ora e si possono usare anche i taxi prenotabili tramite le più diffuse app che coprono questo servizio. Ti potrebbero essere molto utile durante la tua vacanza in Giordania, perché semplificano le comunicazioni con gli autisti.

Non c’è una linea di autobus diretta verso la Cittadella di Amman ma, in città, sono disponibili dei minibus il cui itinerario va sempre concordato. Il viaggio può durare di più di quello di un taxi e potrebbe risultare più scomodo per la presenza di altri viaggiatori e la necessità di altre fermate.

Se ami camminare, sappi che è possibile seguire un itinerario da fare a piedi che, dal Teatro Romano di Amman, porta dritto alla Cittadella. Il percorso si copre in circa una mezz’ora, a seconda del tuo allenamento. Tieni conto che gran parte della strada sarà in salita: indossa scarpe e abbigliamento adeguati.

Organizzare la visita alla Cittadella di Amman

Fonte: iStock

Le rovine della Cittadella

Orari e costi per visitare la Cittadella di Amman

Questo sito archeologico giordano è aperto tutti i giorni e può essere visitato con orari leggermente diversi tra estate e inverno:

  • Inverno (ottobre-marzo): dalle 8 alle 17
  • Estate (aprile-settembre): dalle 8 alle 19

L’ora del tramonto è sempre molto gettonata ma anche il mattino presto ha il suo perché. Informati bene su eventuali chiusure anticipate, nel caso la tua visita si svolgesse di venerdì, ovvero nel giorno preposto per la preghiera dei musulmani. Lo stesso vale per le festività islamiche: controlla bene il calendario.

Per quanto riguarda i costi, infine, l’ingresso alla Cittadella di Amman costa circa 4€ per i viaggiatori che non risiedono in Giordania. Questa attrazione culturale è inclusa nel Jordan Pass, una tessera turistica che include le più importanti attrazioni di tutta la Giordania come, per esempio, il Wadi Rhum.

Categorie
capodanno Europa Francia Idee di Viaggio itinerari culturali Nizza tradizioni turismo enogastronomico Viaggi viaggiare

Capodanno a Nizza: l’eleganza e la vivacità di una città indimenticabile

Affacciata sul mare con la sua passeggiata tanto celebre quanto meravigliosa, dotata di un centro storico ricco di locali, tra stradine che si intrecciano e tante attività, bella al primo sguardo, con i suoi palazzi che si affacciano sulle piazze, sulle grandi strade e sulle viuzze: è Nizza, città francese a poca distanza dal confine italiano, luogo di grande fascino e meta perfetta da raggiungere per celebrare il Capodanno 2025.

Un luogo in cui i sapori e le tradizioni francesi si intrecciano con quelle dalla vicinissima Italia, per dare vita a piatti gustosi e a una vivacità multiculturale che affascina. Nizza è una città dipartimento delle Alpi Marittime, molto accogliente ed esuberante, elegante e magnifica, che promette non solo di regalare un veglione all’insegna del divertimento, ma anche di fare iniziare l’anno nuovo nel migliore dei modi. Quinta città per grandezza in Francia (secondo i dati del 2019), si trova incastonata come un gioiello splendente tra mare e montagne e qui si possono trovare musei, ma anche sale da concerto, locali per tutti i gusti e lunghe spiagge.

Uno dei sui simboli è – senza dubbio – la zona a mare con la famosa Promenade des Anglais e le sue simboliche sedie blu su cui fermarsi per contemplare il mare, leggere o chiacchierare. Ma in realtà ogni angolo regala qualcosa da vedere e conoscere.

Dalle attività organizzate per la serata del 31 dicembre, ai locali da prendere in considerazione per chi ama la movida, fino alle informazioni utili per celebrare il Capodanno 2025 a Nizza: tutto quello che c’è da sapere per trascorrere l’ultima notte e il primo giorno dell’anno qui.

Cosa fare a Capodanno a Nizza, tutti gli eventi

Nizza accoglie i visitatori con la sua anima vivace, con un centro storico tutto da scoprire, in cui perdersi tra locali e negozi, in cui sperimentare le tante specialità del posto e ammirare scorci deliziosi. Ma anche con le sue tante anime che regalano una destinazione unica e tutta da scoprire. Perché questa è sì una grande città, ma è decisamente a misura d’uomo, con una favolosa Promenade che si snoda lungo la costa. Un simbolo di questa zona della Francia, proprio come lo è la Croisette di Cannes.

Ed è la destinazione favolosa da raggiungere per Capodanno 2025 perché comoda e bellissima: vicina all’Italia (il confine si trova a solo una trentina di chilometri), si raggiunge in pochissimo tempo. Anche per una “toccata e fuga”, ma vale la pena fermarsi più a lungo per poterla scoprire in tutte le sue sfaccettature.

Durante il periodo delle festività natalizie e per la fine dell’anno, la città è illuminata a festa e ci sono tantissimi eventi in programma per grandi e piccini. Ad esempio, presso il Villaggio di Natale che si trova nel Jardin Albert 1er e che è aperto fino al primo gennaio 2025. Qui, non solo si può fare una passeggiata alla scoperta dei prodotti di artigiani, commercianti e artisti, ma anche scoprire uno spazio per i più piccoli con i giochi, tante decorazioni luminose e la casa di Babbo Natale. Il 31 dicembre villaggio e ruota panoramica sono aperti fino alle 19 (a partire dalle 12), mentre il primo gennaio dalle 14 alle 21: l’occasione giusta per immergersi nello spirito delle feste, provare qualche specialità locale e, perché no, ammirare la città dall’alto.

Nizza un mercatino di Natale in Place Massena

Fonte: iStock

Nizza un precedente mercatino di Natale in Place Massena

In Place Masséna fino alle 19 il 31 dicembre suggestive illuminazioni a led che brillano a partire dal tramonto.

Un’altra tappa all’insegna del divertimento è quella al Luna Park che, in occasione dell’ultimo giorno dell’anno, resta accessibile fino alle 21, mentre gli altri giorni chiude più tardi: dalla domenica al giovedì fino alle 21, il venerdì a mezzanotte e il sabato all’una. Si trova al Palais des Expositions e vi sono attrazioni per grandi e piccini: 130 tra stand e giostre al coperto e all’aperto.

Per il resto del tempo vale la pena scoprire Nizza e vivere il suo bellissimo centro e la passeggiata, anche se non mancano locali e location che propongono serate all’insegna del divertimento: le possibilità sono tante, con programmazioni che possono accontentare ogni tipologia di pubblico.

Non si deve perdere l’occasione di provarele ricette tipiche di questa zona come la ratatouille, un piatto composto da verdure molto gustose, oppure la socca che somiglia moltissimo alla farinata ligure: si prepara con i ceci ed è davvero favolosa, così come la pissaladière una sorta di focaccia con cipolle, olive e crema salata di sardine e acciughe.

Il primo gennaio 2025 è all’insegna della musica

E se la notte ci si può divertire a girare, per il primo gennaio l’appuntamento più speciale di tutti è quello in programma con la musica. Bisogna segnare in agenda la data del 1 gennaio 2025 e l’orario delle 11. È quando, infatti, andrà in scena uno spettacolo gratuito di un’ora e un quarto all’interno dell’Opera di Nizza che si trova in rue Saint-François-de-Paule, vicino alla passeggiata a mare cittadina.

Il programma, che è stato studiato dal direttore Lionel Bringuier insieme all’ Orchestra Filarmonica di Nizza, è “un viaggio incantevole attraverso le terre musicali dell’Oriente”, come viene spiegato sul sito. Nel dettaglio si tratta di un percorso musicale che passa da La Notte sul Monte Calvo di Mussorgskij allo Schiaccianoci di Čajkovskij, senza dimenticare il Bel Danubio Blu di Strauss. Pur essendo uno spettacolo gratuito, è comunque soggetto a disponibilità, quindi, è necessario muoversi per tempo se si desidera assistere a questo concerto che si preannuncia indimenticabile.

Vita notturna e discoteche a Nizza

Una città vivace, viva, piena di possibilità: Nizza è una meta da sogno per tutti coloro che amano il divertimento, posta vicino al confine con l’Italia, offre tantissime possibilità di svago per tutti coloro che sono alla ricerca di movida e locali di qualità.

Tra le location da non perdere c’è senza ombra di dubbio l’High Club, la più grande discoteca della città ma anche la più celebre, che ha ospitato artisti di altissimo livello. Si trova sulla Promenade des Anglais e ha in programma di essere aperta anche per la notte di Capodanno, a partire dalle 23: per iniziare il 2025 in uno dei club più celebri della zona, all’insegna di ottima musica e divertimento.

Il Glam Club, invece, si trova Rue Eugene Emanuel ed è un locale LGBT friendly in cui si mescolano serate musicali, con spettacoli. Sul sito segnalano che il locale è aperto venerdì, sabato, domenica e prefestivi dalle 23,30 alle 4,30. Per gli amanti della musica house e techno l’indirizzo da segnare in agenda è quello del Kwartz club in Rue Bréa.

Per una serata in discoteca la sera di Capodanno è bene sapere che il Casino Barrière di Nizza programma due tipologie di offerte differenti. Una si tiene nel ristorante Golden e prevede cena con intrattenimento musicale e, successivamente, serata di danze. L’altro appuntamento si svolge presso Al Cabaret e prevede una cena spettacolo con champagne, spettacolo Glitter e poi serata in discoteca.

Invece c’è un evento che si chiama Riviera Bar Crawl e prevede un giro per il centro storico di Nizza con ingresso gratuito in quattro bar o club, con sconti e bevande offerte: per fare un’esperienza diversa dal solito e conoscere nuove persone. Questa iniziativa ha una durata di 5 ore.

I bar con musica a Nizza

Wayne’s Bar è un ristorante, un bar, ma anche un locale in cui ascoltare musica dal vivo, sul sito elencano alcuni generi come rock, dance e pop-rock. Si trova in Rue de la Préfecture. Da non perdere anche il Bull Dog Pompei, locale aperto dal martedì al sabato dalle 23 alle 5: si tratta di un bar discoteca che organizza tantissime serate come il martedì shotday, oppure il beer pong party. Si trova in Rue de l’Abbaye ed è un locale storico di Nizza, basti sapere che ha aperto i battenti nel 1984.

Un altro indirizzo da non perdere è quello del Boston Bar, questo locale si trova nel porto cittadino in place île de Beauté e qui si possono bere ottimi drink ma anche ascoltare musica immersi in una bellissima atmosfera. È aperto dal martedì alla domenica dalle 20 alle 2 e mezza del mattino.

Nizza Place Massena

Fonte: iStock

Nizza, una bellissima location della città: Place Massena

Come muoversi a Nizza a Capodanno

Fermo restando che la notte di Capodanno vale la pena muoversi a piedi per il centro della città, è bene sapere che Nizza è ben servita dal punto di vista della mobilità pubblica: c’è una fitta rete di autobus e linee di tram che attraversano la città. Alcune percorsi sono attivi anche di notte, ma fino a un certo orario. Per il Capodanno 2025 non sono state date ancora informazioni in merito al funzionamento del servizio di trasporto pubblico, importante è monitorare il sito ufficiale per conoscere orari e fermate.

Divertimento assicurato e un’attenzione all’ambiente grazie al noleggio di biciclette: un modo sempre divertente di conoscere ed esplorare le località che si visitano: disponibili dai 16 anni di età sono elettriche o a pedalata assisitita.

In alternativa si può utilizzare il taxi, il numero telefonico è +33(0)4 93 13 78 78, mentre se si vuole la possibilità di prenotare il giorno prima il numero da digitare è + 33 (0) 899 70 08 78.

Il clima di Nizza a Capodanno

Per chi teme il freddo Nizza è la destinazione ideale da raggiungere a Capodanno; infatti, il suo clima è davvero mite e piacevole, molto gradevole in ogni momento dell’anno. Ad esempio, riporta il sito della città, il sole splende su questa location tra Montecarlo e Cannes per ben 2694 ore all’anno.

A dicembre la temperatura media si attesta intorno ai 10 gradi, con punte che possono arrivare fino ai 14 gradi. Quando fa freddo ci sono circa 6 gradi. Insomma, il consiglio è di non avere nessun timore, ma di inserire in valigia vestiti pesanti con possibilità di ridurre i capi in caso di maggiore caldo. E poi di dedicarsi all’esplorazione della città e di ogni suo tesoro.

Nizza vista dall'alto

Fonte: iStock

Nizza vista dall’alto: da raggiungere a Capodanno 2025
Categorie
location serie tv Luoghi da film Tivoli Viaggi

Dostoevskij, i luoghi dove hanno girato la serie Tv SKY

La serie Dostoevskij, creata dai fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, non è solo un thriller noir avvincente, ma anche un’opera profondamente legata al territorio in cui è stata girata. Le location scelte per la serie, tra cui Tivoli, Guidonia Montecelio, Tivoli Terme e Ardea, sono diventate protagoniste a pieno titolo, non solo come sfondo ma come veri e propri elementi narrativi.

Questi luoghi, con le loro caratteristiche uniche, contribuiscono a creare l’atmosfera di degrado e solitudine che permea la trama, esprimendo visivamente il tema della fragilità umana. Ecco quali sono le principali location, della periferia romana, in cui è stata girata la serie tv SKY Dostoevskij, in onda dal 27 novembre sulla piattaforma on demand.

I luoghi della periferia romana

Tivoli e i paesaggi desolati

Il comune di Tivoli, a pochi chilometri da Roma, è uno dei luoghi principali in cui è stata girata Dostoevskij. La città è famosa per le sue ville storiche, come Villa d’Este e Villa Adriana, ma il Tivoli periferico scelto dai registi per il set è ben lontano dall’immagine classica di eleganza e bellezza. Qui, tra case abbandonate, strade desolate e vegetazione incolta, i D’Innocenzo trovano il contesto perfetto per raccontare una storia di solitudine e disgregazione.

Le zone periferiche di Tivoli, meno conosciute e più trascurate, sono state selezionate per il loro aspetto decadente e desolato. Le abitazioni in rovina, i cieli grigi e minacciosi e i paesaggi periferici sono ricorrenti in tutta la serie, contribuendo a dare un forte senso di non-luogo. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove la vita quotidiana è ridotta a una lotta per la sopravvivenza, e dove la miseria esistenziale dei protagonisti viene messa in evidenza.

Il contrasto tra questi luoghi esterni e gli spazi chiusi, soprattutto le abitazioni in cui i personaggi si rifugiano, diventa un punto fondamentale per la narrazione. La casa di Enzo Vitello (interpretato da Filippo Timi), per esempio, è un luogo di decadenza e abbandono, che riflette la sua fragilità interiore. La casa di Vitello è descritta come sporca, trascurata e opprimente, simbolo della sua solitudine e della sua sofferenza psicologica. Questo ambiente diventa un elemento narrativo che esplora la debolezza maschile e il conflitto interiore del protagonista.

Tivoli

Fonte: iStock

Uno sguardo sulla città di Tivoli

Guidonia Montecelio e Ardea: luoghi di confine

Un altro punto cruciale delle riprese è stato Guidonia Montecelio, un comune della periferia est di Roma, che con i suoi quartieri di edilizia popolare e la presenza di grandi spazi industriali, offre un paesaggio desolato e spoglio, perfetto per accentuare il senso di abbandono e solitudine che caratterizza la serie. I registi hanno scelto questi luoghi per la loro inquietante bellezza, luoghi in cui la vita sembra essere spezzata e dove ogni angolo racconta una storia di degrado e marginalità.

Anche Ardea, un comune che si affaccia sul mare, è stato scelto per le sue caratteristiche uniche: ampie distese di terra coltivata, spiagge desolate e case isolate che sembrano essere state abbandonate dalla civiltà. L’atmosfera che si respira ad Ardea è quella di un luogo fuori dal tempo, che sembra appartenere più a un altro continente che alla realtà italiana. Le case isolate e l’ambiente naturale di Ardea contribuiscono a creare una sensazione di isolamento e opacità che rispecchia lo stato d’animo dei personaggi.

Guidonia Montecelio

Fonte: iStock

Veduta aerea del comune di Guidonia Montecelio

La potenza evocativa dei non-luoghi

Un tema centrale della serie è proprio quello dei non-luoghi, un concetto che si riferisce a spazi che non appartengono veramente a nessuno, che non hanno un’identità e che sono, in un certo senso, invisibili. La scelta di ambientazioni come strade desolate, case fatiscenti e paesaggi vuoti ha proprio lo scopo di enfatizzare la natura di questi non-luoghi. Ogni scena, che si svolga all’interno di una casa abbandonata o in un campo desolato, sembra parlare direttamente al pubblico del vuoto esistenziale che caratterizza la vita dei personaggi.

In questa atmosfera di degrado urbano e naturale, il personaggio di Enzo Vitello si muove come un uomo intrappolato in un mondo che non ha più un senso. La sua ricerca del serial killer, il cui nome (Dostoevskij) evoca la riflessione sul male e sulla sofferenza, diventa quindi una sorta di viaggio alla ricerca della verità interiore, che si riflette nei luoghi che lo circondano.

Dostoevskij non sarebbe la stessa serie senza la forza evocativa dei luoghi scelti per girarla. Tivoli, Guidonia, Ardea e le altre località del Lazio non sono solo sfondi per la storia, ma contribuiscono in modo determinante a creare l’atmosfera cupa, inquietante e dolorosa che pervade la serie. I luoghi reali diventano così luoghi simbolici, specchio dei tormenti interiori dei protagonisti e delle sfumature oscure di una storia che indaga il lato più oscuro della psiche umana.

Categorie
Asia Cina Notizie Viaggi viaggiare

Sogni un viaggi in Cina? Per un anno non hai bisogno del visto di ingresso

A partire dal 30 novembre 2024, i cittadini di 38 paesi, tra cui l’Italia, avranno la possibilità di visitare la Cina senza la necessità di richiedere un visto d’ingresso, una misura che apre nuove opportunità di viaggio e affari. La notizia, che arriva direttamente dall’Ufficio Nazionale del Turismo Cinese, è stata confermata dal portavoce del Ministero degli Esteri Cinese, Lin Jian, durante una conferenza stampa tenutasi il 22 novembre 2024.

Questa nuova politica si applicherà a chiunque possieda un passaporto ordinario e desideri visitare la Cina per motivi di turismo, affari, o per visite a parenti e amici. L’unica condizione è che il soggiorno non superi i 30 giorni. Questa misura rappresenta un passo significativo verso una maggiore apertura della Cina nei confronti dei visitatori internazionali, offrendo così nuove opportunità per esplorare uno dei Paesi più affascinanti e dinamici del mondo.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i Paesi inclusi nella misura dal Governo della Cina e quali le regole per l’ingresso nel Paese per i cittadini italiani.

I Paesi esentati dal visto per entrare in Cina

Già a partire dallo scorso 1° dicembre 2023, la Cina ha avviato una politica di ingresso senza visto per i cittadini di 38 Paesi, al fine di stimolare i flussi turistici e commerciali dopo la riapertura delle sue frontiere. La misura consente ai visitatori di soggiornare in Cina per un massimo di 15 giorni senza la necessità di richiedere un visto, e si applica a diversi paesi suddivisi in gruppi. Tra i paesi iniziali, rientrano Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, e Malesia. Successivamente, la Cina ha esteso questa esenzione a Svizzera, Irlanda, Ungheria, Austria, Belgio e Lussemburgo (dal 14 marzo 2024), e ha ulteriormente ampliato la lista includendo paesi come Nuova Zelanda, Australia e Polonia (dal 31 luglio 2024).

Con una successiva revisione, invece, il 1° novembre 2024, sono stati aggiunti anche paesi come Slovacchia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Islanda, Andorra, Monaco, Liechtenstein e Corea del Sud. L’ultima espansione, entrata in vigore dal 30 novembre 2024, ha incluso Bulgaria, Romania, Croazia, Montenegro, Macedonia del Nord, Malta, Estonia, Lettonia e anche il Giappone.

In particolare, l’apertura dell’ingresso senza visto per i cittadini giapponesi in Cina rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento dei legami tra i due Paesi, dopo anni di tensioni storiche e politiche. Negli ultimi decenni, le relazioni tra Giappone e Cina sono state segnate da divergenze su temi delicati, come le questioni legate alla Seconda Guerra Mondiale, le dispute territoriali nel Mar Cinese Orientale e il trattamento delle minoranze etniche. Tuttavia, questa nuova politica di liberalizzazione dei visti riflette un rinnovato impegno per la cooperazione e l’interscambio culturale e commerciale. In un contesto ormai post-pandemico, questa iniziativa potrebbe contribuire significativamente a superare le vecchie fratture, promuovendo una diplomazia più aperta e reciproca.

Inoltre, a partire da questa data, la durata del soggiorno senza visto è stata estesa a 30 giorni e le motivazioni ammesse per l’ingresso sono state ampliate, includendo affari, turismo, visite a familiari e amici, scambi culturali e transito. Con queste nuove modifiche, la Cina si propone di favorire un maggiore scambio internazionale e di consolidare i legami con paesi strategici a livello mondiale.

Cina, Nanchino

Fonte: iStock

Una delle strade dello shopping di Nanchino in Cina

Un’opportunità per il turismo e il business

La decisione di semplificare le procedure di ingresso per i turisti e i viaggiatori d’affari arriva in un momento cruciale, con la Cina che sta cercando di rilanciare il proprio settore turistico e attrarre più visitatori internazionali. Grazie a questa iniziativa, i cittadini italiani e degli altri paesi coinvolti potranno visitare la Cina per affari o per piacere senza le tradizionali complicazioni burocratiche legate al visto, rendendo il viaggio più facile e conveniente.

Gli italiani, che da sempre sono attratti dalla cultura millenaria cinese e dalle moderne città come Pechino, Shanghai e Hong Kong, ora potranno approfittare di questa opportunità senza il peso della burocrazia, riducendo notevolmente i tempi di attesa per l’emissione del visto. Inoltre, il turismo d’affari, che rappresenta una parte significativa dei viaggi internazionali, avrà un ulteriore impulso, con professionisti e imprenditori che potranno esplorare nuove opportunità commerciali in Cina con maggiore facilità.

La Cina è uno dei mercati più dinamici al mondo, e per molti imprenditori, visitare il paese è fondamentale per stabilire collaborazioni internazionali, sviluppare reti di business o espandere le proprie attività. Con l’eliminazione del visto per soggiorni brevi, questo processo sarà decisamente più semplice, contribuendo al rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali tra la Cina e gli altri paesi.

Anche se la misura è temporanea, estendendosi dal 30 novembre 2024 al 31 dicembre 2025, potrebbe avere ripercussioni durature nel lungo periodo. La facilitazione dell’accesso potrebbe incentivare ulteriori modifiche alle politiche di visto per il futuro, portando a una maggior apertura della Cina a livello globale. Questo potrebbe, ad esempio, tradursi in un incremento delle opportunità di scambio culturale, nell’accelerazione di relazioni commerciali e nel rafforzamento della cooperazione internazionale.

Le regole di ingresso per entrare in Cina

A partire dal 30 novembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025, i cittadini italiani in possesso di passaporto ordinario potranno viaggiare in Cina per motivi di affari, turismo, visite a familiari e amici o transito, senza la necessità di richiedere un visto di ingresso, per soggiorni che non superino i 30 giorni. È importante ricordare che, se ospitati presso abitazioni private (e non in strutture alberghiere), i visitatori dovranno registrarsi presso i commissariati di polizia locali entro 24 ore dall’arrivo, fornendo la documentazione richiesta.

Inoltre, i viaggiatori dovranno disporre di un passaporto con almeno 6 mesi di validità residua. Per aggiornamenti sulle normative e le regole di ingresso, si consiglia di consultare le Rappresentanze cinesi in Italia. La vaccinazione contro la febbre gialla è obbligatoria per i viaggiatori provenienti da paesi a rischio, come Kenya ed Etiopia, anche in caso di transito. Per ulteriori dettagli su vaccinazioni e salute, è consigliabile consultare il sito del CDC e il proprio medico.

Categorie
America Centrale Belize itinerari culturali maya mete storiche Notizie siti archeologici Viaggi

Scoperta in Belize, canali per la pesca utilizzati dai predecessori dei Maya

Una sorprendente scoperta archeologica ha fatto luce su una rete di canali di terra risalenti a 4.000 anni fa, trovata nella regione del Belize, che testimonia l’ingegno dei predecessori dei Maya. Grazie all’utilizzo di tecnologie moderne come i droni e le immagini di Google Earth, gli archeologi sono riusciti a rilevare una struttura che rivela un aspetto fondamentale della vita quotidiana di queste antiche popolazioni: la pesca.

I canali, utilizzati per la cattura di pesci d’acqua dolce, offrono uno spunto interessante non solo per comprendere le abitudini alimentari di quei popoli, ma anche per tracciare una continuità culturale che si estende fino ai Maya. Vediamo nel dettaglio quali nuovi legami fa emergere la scoperta tra la civiltà Maya e i popoli predecessori.

Una rete di canali antichi in Belize

La scoperta è avvenuta nella zona umida del Belize, all’interno del santuario naturale di Crooked Tree, dove gli archeologi hanno identificato una rete di canali di terra antichi, progettati per raccogliere e canalizzare l’acqua dolce. I canali, che si estendono per chilometri attraverso le zone umide, sono stati costruiti dai popoli semi-nomadi che abitavano la pianura costiera dello Yucatán circa 4.000 anni fa, un’epoca ben precedente all’ascesa della civiltà Maya.

L’importanza della scoperta risiede nel fatto che questi canali sono stati utilizzati per raccogliere e trattenere pesci, in particolare specie come il pesce gatto, grazie a una serie di vasche di contenimento. La rete idrica non solo serviva per la pesca, ma rappresentava anche una soluzione ingegnosa per diversificare la dieta e supportare una popolazione in crescita.

Le immagini aeree, ottenute tramite l’uso di droni e tecnologie avanzate, sono state determinanti per la localizzazione e lo studio di questi canali. Come sottolineato dalla coautrice dello studio, Eleanor Harrison-Buck, dell’Università del New Hampshire, le immagini aeree hanno permesso di identificare un “pattern distintivo” di canali a zig-zag che si estendevano attraverso la vegetazione, testimoniando un intervento umano sofisticato nel paesaggio naturale.

Scavi, Belize, Maya

Fonte: Eleanor Harrison-Buck et al.

Mappa che mostra i canali lineari, le vasche e i siti archeologici della scoperta

Questa rete di canali è significativa non solo per la sua funzione pratica, ma anche per il suo impatto sulla storia culturale dei Maya. Secondo gli studiosi, questi canali potrebbero aver avuto un ruolo fondamentale nel preparare il terreno per la nascita della civiltà Maya, che emerse nella stessa regione secoli dopo. Durante il periodo formativo, quando i Maya cominciarono a stabilirsi in villaggi agricoli e a sviluppare una cultura distintiva, la gestione delle risorse naturali, come l’acqua e la pesca, divenne cruciale. La scoperta dei canali, quindi, suggerisce una continuità culturale che si estende dal periodo pre-Maya fino alla costruzione delle piramidi e degli altri monumenti imponenti che caratterizzano la civiltà Maya.

L’archeologo Claire Ebert dell’Università di Pittsburgh, che non ha partecipato direttamente allo studio, ha dichiarato che la scoperta di modifiche su larga scala del paesaggio in un periodo così antico “mostra che le persone stavano già costruendo cose” e modificando l’ambiente per soddisfare i propri bisogni. Sebbene i Maya siano più noti per le loro imponenti piramidi, templi e per il loro sistema avanzato di scrittura, questa nuova ricerca offre uno spunto per riconsiderare le origini della civiltà Maya, suggerendo che la loro capacità di costruire grandi strutture potrebbe avere radici nelle tecniche e nelle pratiche quotidiane adottate dalle popolazioni precedenti.

In un contesto più pratico, i canali per la pesca hanno avuto un ruolo chiave nel sostenere una popolazione in crescita. La possibilità di accumulare risorse naturali come il pesce ha permesso ai gruppi semi-nomadi di sopravvivere e prosperare, ponendo le basi per la successiva espansione delle popolazioni e per la formazione di villaggi stabili. Gli archeologi suggeriscono che questi canali siano stati utilizzati per un periodo di circa 1.000 anni, rendendo questi antichi sistemi una parte essenziale della vita quotidiana nel periodo pre-Maya.

Inoltre, un altro importante aspetto della scoperta riguarda i sistemi di pesca utilizzati. Tra gli artefatti trovati nelle vicinanze dei canali, sono state identificate punte di lancia con bordi seghettati, che probabilmente venivano legate a bastoni per catturare i pesci. Questi strumenti suggeriscono che la pesca era un’attività non solo importante, ma anche altamente specializzata, che richiedeva tecniche e attrezzi adeguati.

Un capitolo in più nella storia dei Maya

Questa scoperta contribuisce a una comprensione più completa delle civiltà che hanno preceduto i Maya e ne getta nuova luce sulle pratiche quotidiane che hanno formato le basi della cultura Maya. Sebbene i canali per la pesca siano solo una parte di una più ampia narrazione sulla civiltà pre-Maya, offrono un importante legame con la successiva evoluzione culturale e sociale. Questa rete di canali, che segna un’incredibile capacità di ingegneria e di adattamento al territorio, ha permesso a queste antiche popolazioni di prosperare in un ambiente che altrimenti sarebbe stato difficile da sfruttare.

Il legame tra queste antiche pratiche e la grandiosa civiltà Maya ci invita a riflettere su quanto siano state fondamentali le innovazioni quotidiane per lo sviluppo di una delle culture più avanzate dell’antichità. In definitiva, questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione della storia precolombiana, ma ci ricorda anche che, a volte, i grandi progressi della storia hanno radici nei gesti più semplici e quotidiani.

Categorie
Curiosità Napoli Notizie Viaggi viaggiare

Ticket d’ingresso a 5 euro per San Gregorio Armeno: la proposta di Napoli

L’overtourism sta diventando un rischio per molte città italiane, compresa Napoli. Soprattutto in determinati periodi, come l’estate, la città si trasforma in un mare infinito di persone che arrivano con ogni mezzo possibile, dall’aereo al treno, fino alle navi da crociera. Queste, ogni giorno, almeno durante l’alta stagione, portano in città ben 7 milioni di persone. Per avere un’idea della situazione basta camminare tra i vicoli stretti e lastricati del centro storico: essendo non abbastanza larghi per gestire il flusso di pedoni, questi ultimi si vedono costretti a fare slalom nel traffico napoletano che, come ben sappiamo, non è tranquillissimo.

Non stupisce, quindi, che anche Napoli stia iniziando a prendere spunto da altre città, in primis Venezia, per provare a trovare una soluzione che permetta sia di migliorare le condizioni di vita dei residenti, sia la fruibilità delle bellezze della città da parte dei turisti.

Ticket d’ingresso a San Gregorio Armeno: la proposta

Anche Napoli, come Venezia, si vede sempre più costretta a introdurre il ticket d’ingresso per accedere al centro storico, dai Decumani a San Gregorio Armeno, la famosa via dei presepi. Ad avanzare la proposta è stato il consigliere comunale Gennaro Esposito che, non a caso, è anche il presidente del Comitato Vivibilità Cittadina di Napoli. Si tratta di una soluzione che chiunque abbia visitato la città negli ultimi anni poteva immaginare, una proposta che potrebbe ridurre l’overtourism e permettere ai residenti di vivere le loro strade senza dover combattere con la folla.

Nel dettaglio, la proposta è quella di introdurre un ticket di ingresso soprattutto nei periodi in cui è previsto un flusso maggiore di persone, come Natale e il Giubileo 2025, per poi investire i ricavati nel miglioramento dei servizi pubblici, della sicurezza, dell’igiene urbana e del patrimonio artistico e monumentale. Sempre secondo la proposta, il ticket potrebbe essere acquistato tramite un’apposita piattaforma digitale creata per gestire in modo efficace le prenotazioni e i pagamenti e che, allo stesso tempo, permetta di applicare eventuali esclusioni ed esenzioni per residenti, studenti, lavoratori e altre categorie vulnerabili.

I vantaggi per la città e il contrasto all’overtourism

È lo stesso Gennaro Esposito a raccontare che, per attraversare una via del centro storico, ha impiegato 30 minuti in quanto era impossibile muoversi a causa dell’occupazione del suolo pubblico da parte di persone che mangiavano sedute su tavoli improvvisati. Questo è solo un esempio delle diverse situazioni quotidiane che avvengono a Napoli, soprattutto in vie famose come Spaccanapoli e la zona di San Gregorio Armeno. Queste risultano talmente affollate che passeggiare è praticamente impossibile, in particolare per persone con disabilità o in altre situazioni fragili.

L’introduzione del ticket ha, quindi, diversi obiettivi: tra i più importanti citiamo la gestione dei flussi turistici nei periodi di maggiore confluenza, garantire una qualità della vita migliore ai residenti, riducendo lo stress derivante dal sovraffollamento, dall’inquinamento e dall’usura degli spazi pubblici, e incentivare un turismo più sostenibile e responsabile riducendo quello tipico giornaliero e “mordi e fuggi”.

Dell’overtourism, soprattutto quest’estate, ne abbiamo sentito parlare parecchio ed è un tema che probabilmente, noi che amiamo viaggiare, continueremo ad ascoltare per capire come muoverci e visitare i luoghi in modo diverso, per esempio in bassa stagione e attraverso esperienze autentiche a contatto con le realtà locali.