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La tomba di Nefertari a Luxor (forse) riaprirà al pubblico

La tomba della Regina Nefertari a Luxor, in Egitto, è stata chiusa a marzo per alcuni lavori di restauro, ma di recente il Consiglio Supremo delle Autorità egiziane ha annunciato che è in programma una riapertura al pubblico nonostante la minaccia dell’umidità. Secondo quanto riferito dal sito Egypt Independent, il Ministero del Turismo e delle Antichità avrebbe intenzione di aprire nuove attrazioni per incoraggiare il turismo culturale, ma i visitatori potrebbero danneggiare indirettamente questo importante sito archeologico, causando traspirazioni deleterie per le pitture murarie preziose presenti.

La tomba è stata chiusa negli anni Cinquanta del XX secolo per dei danni gravi causate da infiltrazioni di acqua e dai cristalli di cloruro di sodio filtrati dal calcare poroso che hanno raggiunto i blocchi di pietra e l’intonaco. Il primo intervento è stato fatto poi negli anni ’80, ma il vero restauro è durato dal 1988 al 1992 per poi riaprire il sito al pubblico nel 1995. Ma nel 2003 si decide di chiuderla definitamente per la sua fragilità, e nel 2014 le autorità egiziane fecero una copia esatta della tomba nella Necropoli di Tebe spendendo circa 700.000 euro.

Perché riaprire la tomba di Nefertari

Mohamed Ismail Khaled, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, lo scorso 27 ottobre ha condotto un’ispezione alla tomba per verificare gli ultimi sviluppi del restauro e ha confermato che la tomba di Nefertari è in buono stato. Una commissione di esperti è stata coinvolta per misurare i livelli di umidità all’interno e valutare la possibilità di riaprirla secondo alcune precise condizioni.

Con le dovute accortezze non si correggerebbero rischi nel riaprire al pubblico questo luogo scoperto nel 1904 da una missione italiana guidata da Ernesto Schiaparelli. All’interno della tomba furono trovati alcuni resti del sarcofago in granito rosa e pezzi del corredo funerario tra cui amuleti, cofanetti di legno dipinti, un paio di sandali in fibra di palma intrecciata, frammenti di un bracciale d’oro e altro.

L’Istituto Paul Getty nel 1986, in collaborazione con il Consiglio Supremo delle Antichità, cominciò i lavori di restauro per poi aprirla al pubblico seguendo alcune regole. Nella tomba, infatti, sono presenti alcune pitture murarie prestigiose che l’hanno resa una delle più splendide della Valle delle Regine. Queste rappresentano la regina nel regno dei morti e il suo incontro con alcune divinità, con immagini di colori intensi e dettagli raffinati ammirati da turisti provenienti da tutto il mondo.

Tali pitture che coprono 520 metri quadrati sono belle da vedere, ma custodiscono anche una spiritualità affascinante che fa parte della storia e della cultura dell’antico Egitto che incanta molti appassionati. Il culmine rappresenta la trasformazione di Nefertari nella mummia di Osiride sorretta dalle dee Iside e Neith.

Regina Nefertari

Fonte: Getty Images

La Regina Nefertari, grande sposa reale

Chi era la Regina Nefertari

Nefertari Meritmut è stata una figura femminile molto importante dell’antico Egitto. Vissuta nel XIII secolo a.C. ha sposato il faraone Ramses II, uno dei più potenti della storia, e ha avuto una grande influenza sul popolo che viene paragonata a quella di Cleopatra e Nefertiti. Aveva un’ottima istruzione per l’epoca ed ebbe un ruolo diplomatico importante mantenendo la corrispondenza con altri sovrani del periodo storico.

Oltre alla tomba tra le più grandi e spettacolari della Valle delle Regine, Nefertari ha anche un complesso monumentale di Abu Simbel che Ramses ha fatto costruire in suo onore. Dal loro matrimonio nacquero due figlie femmine e quattro maschi, ma nessuno visse abbastanza da ereditare il trono. Nefertari morì a circa 40 anni, durante il 25° anno di regno di Ramses II.

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I weekend del FAI per sensibilizzare sull’emergenza climatica

Con l’avvicinarsi della 29ª conferenza ONU sul cambiamento climatico (COP29), in programma dall’11 al 22 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian, il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) lancia una nuova serie di iniziative dedicate al tema dell’emergenza climatica. In un momento in cui i leader mondiali di 197 Paesi si preparano a discutere piani per ridurre l’impatto del riscaldamento globale, il FAI rinnova il suo impegno attraverso la campagna #FAIperilclima. Lanciata in occasione della COP26 del 2021, l’iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico e a fornire strumenti di conoscenza per comprendere l’importanza della sostenibilità e delle azioni concrete per proteggere l’ambiente.

Il cambiamento climatico è ormai un fenomeno tangibile, le cui conseguenze si manifestano in tutto il mondo, compreso il nostro Paese. Per il FAI, rendere consapevoli i cittadini di ciò che sta accadendo è un passo fondamentale per incentivare l’adozione di strategie di adattamento e mitigazione. La Fondazione, fedele alla sua missione di diffusione della conoscenza, organizza una serie di eventi nei due primi fine settimana di novembre – il 2-3 e il 9-10 – per coinvolgere il pubblico in attività educative e pratiche in luoghi significativi, dove gli effetti del cambiamento climatico sono chiaramente visibili.

Visite ai Beni FAI con esperti sul campo

Il programma del FAI prevede incontri e visite nei suoi Beni, distribuiti su tutto il territorio italiano, che spaziano dalle Alpi alla Sardegna, dalle zone umide alle colline, fino ai luoghi urbani e storici. Nelle diverse località italiane, climatologi, geologi, botanici, zoologi e altri esperti guideranno i visitatori attraverso percorsi interattivi.

A Villa Necchi Campiglio a Milano, il fisico ambientale Mario Motta illustrerà come il processo di decarbonizzazione urbana possa essere supportato dall’efficienza energetica e dall’utilizzo di fonti rinnovabili, mostrando l’esempio concreto dell’impianto geotermico della Villa. Alla Baia di Ieranto, in Campania, il geologo Salvatore Zarrella analizzerà l’escursionismo nelle aree impervie, considerando i rischi idrogeologici legati all’abbandono delle terre coltivate.

Ogni sito, dalle Saline Conti Vecchi in Sardegna a Villa Della Porta Bozzolo in Lombardia, offre un’opportunità per osservare e capire i cambiamenti climatici in contesti reali. Al Monastero di Torba, ad esempio, Donatella Reggiori discuterà delle variazioni climatiche nelle ere geologiche, portando fino ai rapidi cambiamenti dell’Antropocene.

Grazie alla straordinaria diversità dei suoi Beni, il FAI offre uno spaccato completo delle numerose sfaccettature dell’impatto climatico. Dai giardini storici come il Giardino della Kolymbethra, nella Valle dei Templi di Agrigento, fino ai boschi e alle aree montane, ogni bene rappresenta un laboratorio a cielo aperto dove studiare gli effetti della crisi ambientale. Le attività spaziano da escursioni a eco-trekking, fino a incontri formativi, con l’obiettivo di mostrare come paesaggi naturali, monumenti storici, biodiversità e salute ambientale siano interconnessi e vulnerabili di fronte alla crisi climatica.

Una rete nazionale di eventi

Non solo i Beni FAI saranno protagonisti della campagna #FAIperilclima. Anche le Delegazioni locali, presenti in tutto il Paese, organizzeranno incontri, visite guidate e attività di sensibilizzazione. A Venezia, ad esempio, il Negozio Olivetti sarà il punto di partenza per un approfondimento sul fenomeno dell’acqua alta, con una prospettiva unica grazie ai restauratori che lavorano per proteggere gli edifici storici dai danni causati dalla salinità dell’acqua.

Tra i temi trattati, troveranno spazio anche argomenti come l’importanza dei parchi urbani e della permeabilità dei suoli, essenziali per combattere i fenomeni di allagamento, e l’impatto climatico sulle coltivazioni tradizionali di olivo e vite, che saranno esplorati nei beni di Villa dei Vescovi a Padova e al Castello di Avio in Trentino.

L’iniziativa #FAIperilclima si inserisce in un contesto globale di crescente allarme per la crisi climatica. Attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico e la condivisione di conoscenze da parte di esperti, il FAI vuole fare la propria parte per affrontare una sfida cruciale, incentivando ciascuno a fare altrettanto per proteggere il Pianeta.

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Palermo, Agrigento e Porto Empedocle a bordo del treno turistico di Fs

Esattamente 150 anni fa, il 1° novembre 1874, veniva inaugurato un tratto ferroviario che avrebbe giocato un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale della Sicilia: la linea Comitini-Girgenti (oggi Agrigento)-Porto Empedocle, parte della tratta Palermo-Roccapalumba-Porto Empedocle. Lunga complessivamente 144 chilometri, questa ferrovia nasceva con l’obiettivo di favorire il trasporto dei minerali di zolfo dall’entroterra siciliano fino al porto di Porto Empedocle, epicentro di un’industria mineraria allora fiorente.

Con il crollo del mercato dello zolfo e la chiusura delle miniere locali, la tratta perse gradualmente la sua funzione primaria, ma continuò a operare per decenni come un’importante via di trasporto merci. Tuttavia, negli anni ’90 del secolo scorso, con la chiusura della linea a scartamento ridotto per Sciacca e Castelvetrano, anche il traffico ferroviario della stazione di Porto Empedocle subì un drastico calo, segnando un lungo periodo di decadenza.

Negli anni 2000, la tratta è stata rilanciata grazie a un’intuizione strategica per il turismo locale con la creazione della fermata “Tempio di Vulcano”, situata all’interno del Parco Archeologico di Agrigento, che offre ai visitatori la possibilità di raggiungere il cuore della Valle dei Templi su un treno d’epoca. La Fondazione FS Italiane ha quindi investito nel recupero e nella valorizzazione di questa linea, inserendola nel progetto “Binari senza Tempo” e lanciando un’ampia opera di riqualificazione dell’ottocentesca stazione di Porto Empedocle per trasformarla in un parco ferroviario.

Le iniziative della Fondazione FS per il 150° anniversario

In occasione del 150° anniversario dell’attivazione del tronco Comitini-Agrigento-Porto Empedocle, la Fondazione FS Italiane organizzerà il 20 e 21 novembre una serie di eventi per festeggiare questo traguardo storico e per inaugurare il nuovo assetto dell’area ferroviaria di Porto Empedocle, riconvertita in un polo culturale e turistico, segnando un nuovo capitolo nella storia della Ferrovia dei Templi.

La celebrazione prevede per la prima volta il viaggio di un “Espresso” storico, operato da FS Treni Turistici Italiani, che collegherà Palermo a Porto Empedocle lungo l’intero tragitto originario. Questo convoglio turistico, parte dell’offerta di punta di FSTTI, simboleggia il rinnovato interesse per il turismo ferroviario in Sicilia, con l’obiettivo di promuovere un’esperienza che unisce il fascino della storia alla bellezza paesaggistica e archeologica della regione.

Il restauro dell’area ferroviaria di Porto Empedocle

Nel corso delle celebrazioni, la Fondazione FS presenterà il completamento dei restauri della stazione di Porto Empedocle, che includono la riqualificazione dell’ex Magazzino Merci, oggi trasformato in una sala conferenze multimediale e all’avanguardia, e il restauro del Fabbricato Viaggiatori della stazione di Porto Empedocle Succursale, capolinea della tratta. Questi spazi, accessibili al pubblico nei giorni delle celebrazioni, saranno teatro di eventi culturali, esibizioni e incontri.

Nel pomeriggio del 20 novembre e per tutta la giornata del 21, i treni storici della Fondazione FS effettueranno vari collegamenti tra le stazioni di Agrigento Centrale, Agrigento Bassa, Tempio di Vulcano, Porto Empedocle Centrale e Porto Empedocle Succursale, consentendo ai passeggeri di ammirare i suggestivi paesaggi della Valle dei Templi, viaggiando su carrozze d’epoca che evocano il fascino delle ferrovie d’altri tempi. L’area ferroviaria di Porto Empedocle sarà accessibile al pubblico grazie alla collaborazione dei tecnici della Fondazione FS e dell’Associazione Ferrovie Kaos. Saranno inoltre esposti modellini ferroviari in scala, foto d’epoca e cimeli storici, dando ai visitatori l’opportunità di immergersi nel passato ferroviario siciliano e scoprire come la ferrovia abbia influenzato lo sviluppo della regione.

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Natale al caldo a Sharm el-Sheik tra spiagge e tradizioni festive

Trascorrere il Natale a Sharm el-Sheikh è un’esperienza che fonde l’incanto del deserto, la dolcezza del mare e l’allegria delle feste. Immersa nella splendida cornice del Mar Rosso, durante il periodo natalizio Sharm el-Sheikh si accende di luci scintillanti. Una meta sempre più apprezzata da chi desidera trascorrere le vacanze di fine anno lontano dal freddo, offre una miscela unica di atmosfere esotiche e tradizioni festose, regalando ai visitatori un’esperienza balneare in pieno inverno decisamente diversa dal solito.

Niente paesaggi innevati sulla costa egiziana, ma palme con le luminarie che ondeggiano alla brezza marina, temperature miti, giornate soleggiate, e la città che offre un contrasto straordinario: relax sulla spiaggia e immersioni in un mare ricco di vita marina, accompagnati dallo spirito festoso del periodo natalizio. Le spiagge e i resort si animano di eventi e celebrazioni, trasformando ogni soggiorno in un’occasione speciale per celebrare un Natale diverso, all’insegna del relax e del divertimento.

Soho Square, cuore del Natale a Sharm el-Sheikh

Cuore pulsante della vita notturna di Sharm el-Sheikh, Soho Square si veste a festa e diventa il punto di riferimento imperdibile dei festeggiamenti. Durante il periodo delle feste, questo elegante centro si trasforma in un villaggio natalizio incantato, che accoglie i visitatori con installazioni luminose, alberi decorati, musica e un’atmosfera festosa, perfetta per passeggiare immersi nel clima natalizio e vivere momenti indimenticabili in compagnia dei propri cari. Le stupefacenti luminarie colorate fanno da sfondo a spettacoli di intrattenimento, concerti e giochi di luce che attirano famiglie e gruppi di amici, trasformando Soho Square in un centro di allegria e socialità.

Mercatini e tradizioni religiose

Sharm el-Sheikh durante il periodo natalizio è un mix di tradizioni locali e spirito internazionale. Tra le numerose attività da fare, una visita ai vari mercatini, tra cui il celebre Old Market, è un’esperienza da non perdere. Tra bancarelle e negozi addobbati a festa è possibile acquistare oggetti d’artigianato locale, ceramiche e bigiotteria, che rappresentano splendidi regali e souvenir da portare a casa, ma anche decorazioni festive, spezie e dolci tipici egiziani, il tutto in un’atmosfera calorosa e festosa.

Per chi desidera un’immersione nella tradizione cristiana, è possibile partecipare alle funzioni religiose della chiesa cattolica Madonna della Pace o di quella copta ortodossa, che però celebra il Natale il 7 gennaio secondo il calendario giuliano. La cattedrale copta The Heavenly Cathedral accoglie i visitatori con le sue torri eleganti e magnifici affreschi biblici, per un momento di raccoglimento e spiritualità in un contesto unico.

Festeggiamenti nei resort di Sharm el-Sheikh

La magia del Natale a Sharm el-Sheikh viene esaltata nelle celebrazioni sulla spiaggia dei resort di lusso, che organizzano feste a tema, cene di gala e anche spettacoli di fuochi d’artificio sul Mar Rosso. Hotel e villaggi di alto livello, come il Four Seasons e il Rixos, offrono pacchetti natalizi esclusivi che includono cene gourmet con piatti della cucina internazionale ed egiziana, eventi a tema e serate di intrattenimento, che fanno di Sharm el-Sheikh il luogo ideale dove trascorrere una vacanza natalizia all’insegna del comfort e dell’eleganza.

Delizie gastronomiche natalizie

Anche la cucina riveste un ruolo importante durante le festività a Sharm el-Sheikh. Dai sapori tipici della gastronomia egiziana ai piatti natalizi internazionali, l’offerta gastronomica è variegata e pensata per soddisfare ogni gusto. Nei ristoranti e nei buffet di hotel e resort, si possono assaporare prelibatezze tradizionali come il fatta, una zuppa di carne e riso, l’hamam mahshi, piccioni al forno farciti con riso e spezie, dolci tipici come il baklava, il basbousa, una torta di semolino dolce, e i kahk, biscotti a forma di anello, e piatti più ricercati per un Natale all’insegna del gusto. Molte strutture propongono menu festivi che permettono di gustare le specialità locali in una cornice natalizia unica.

Ciò che rende davvero speciale il Natale a Sharm el-Sheikh è l’incontro di culture che caratterizza la città. Durante le festività, locali e turisti si uniscono nelle celebrazioni che abbracciano la diversità di costumi e tradizioni. La città diventa così un luogo di scambio culturale, dove tutti possono partecipare al clima di gioia e condivisione, che si tratti di una cena festiva o di una passeggiata tra le decorazioni natalizie.

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Cosa vedere a Osaka, città giapponese altamente sorprendente

Una delle metropoli più esuberanti del Giappone, Osaka è una città con un’energia contagiosa, una frizzante vita notturna, una scena gastronomica senza pari e una storia millenaria alle spalle. La meta ideale per vivere un’esperienza di autentica scoperta nel paese del Sol Levante, tanto da essere stata inserita nella prestigiosa guida Best in Travel 2025 di Lonely Planet tra le 30 destinazioni che meritano di essere visitate l’anno prossimo. Un tempo cuore pulsante dell’economia e della cultura giapponese, conserva ancora oggi i segni del suo glorioso passato negli antichi templi e nei castelli incastonati tra grattacieli e quartieri futuristici che ospiteranno l’Expo 2025.

Osaka si prepara infatti a brillare ancora di più ospitando l’Esposizione Universale, che porterà ancora più energia e vivacità in questa città già nota per il suo spirito gioioso e la sua passione per la buona tavola. Quale occasione migliore per programmare una visita? Ecco allora una guida ai luoghi da non perdere per immergersi nel ritmo frenetico e farsi conquistare dalle innumerevoli attrazioni di questa straordinaria città nipponica.

Il Castello di Osaka, un simbolo storico e architettonico

Con la sua imponente struttura bianca, il Castello è una delle icone più riconoscibili di Osaka. Sebbene il maestoso complesso che vediamo oggi sia una ricostruzione del 1931, la sua storia risale al XVI secolo. Era il 1583 quando Toyotomi Hideyoshi, un ambizioso signore della guerra, ne iniziò la costruzione per farne il centro del Giappone unificato. Fu il castello più grande del suo tempo, ma la sua gloria fu di breve durata.

Dopo la morte di Hideyoshi, nel 1615, il maniero fu attaccato e distrutto dalle truppe Tokugawa, che in seguito ne avviarono la ricostruzione, ma non fu mai completata durante l’era feudale. Solo nel 1931, con un audace progetto di recupero del patrimonio culturale, la torre principale fu ricostruita con una struttura in ferro-cemento, che resistette miracolosamente ai devastanti bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, il Castello di Osaka è molto più di una semplice attrazione turistica. La torre principale, dotata di un ascensore per facilitare l’accesso, ospita un affascinante museo sulla storia del complesso e di Toyotomi Hideyoshi. Tutt’intorno, oltre a mura di pietra, fossati e torrette che ricreano l’atmosfera medievale, si estende il Nishinomaru Garden, un vasto giardino all’inglese con centinaia di ciliegi. Uno dei luoghi più popolari di Osaka per ammirare l’hanami, la spettacolare fioritura che di solito avviene tra fine marzo e inizio aprile.

Dotonbori, cuore pulsante di Osaka

Uno dei quartieri più vibranti, Dotonbori, è il fulcro della vita notturna e della cultura popolare, e incarna appieno lo spirito della città. Si sviluppa lungo il canale omonimo, frequentato a tutte le ore del giorno e della notte, famoso per le scintillanti insegne luminose giganti, le bancarelle e i ristoranti che offrono specialità locali come il takoyaki (palline di polpo fritte) e l’okonomiyaki (una sorta di pizza salata giapponese), i negozi di souvenir e gli artisti di strada che contribuiscono a creare un’atmosfera festosa. Dotonbori è un luogo ideale per immergersi nella cultura di Osaka, assaggiare le prelibatezze locali e fare shopping, tra negozi tradizionali e moderni. Un’attrazione imperdibile è il famoso Glico Man, la gigantesca figura di un corridore che sovrasta il ponte Ebisubashi, diventato un simbolo di Osaka.

Sumiyoshi Taisha, un’immersione nella spiritualità shintoista

Lontano dal frenetico ritmo cittadino, il Sumiyoshi Taisha offre un’oasi di tranquillità meditativa in uno dei più antichi santuari shintoisti del Giappone. Questo antico santuario, dedicato ai Sumiyoshi Sanjin, divinità protettrici delle navi e del mare, è una meta popolare per i locali che cercano la benedizione degli dei per buona fortuna e viaggi sicuri.

Fondato nel 211, il Sumiyoshi Taisha è il principale di circa 2.300 santuari Sumiyoshi disseminati in tutto il Giappone. Riconoscibile per le sue sale principali in stile Sumiyoshi, con i caratteristici colori rosso e nero, e per l’elegante ponte vermiglio che si inarca su un incantevole stagno, è uno dei luoghi simbolo di Osaka. Passeggiando nei suoi giardini ci si può immergere nelle profonde tradizioni spirituali shintoiste e nelle pratiche devozionali che hanno plasmato questo luogo e il Giappone nel corso dei secoli.

Shitenno-ji, il primo tempio buddista del Giappone

In quanto tempio buddista più antico del Giappone, il Shitenno-ji è un vero e proprio punto di riferimento della storia e della cultura giapponese di Osaka, assolutamente da visitare. Fondato nel 593 dal Principe Shotoku e ricostruito nel corso dei secoli, ha svolto un ruolo fondamentale nell’introduzione del buddismo nel Paese.

All’interno del complesso si possono ammirare una splendida pagoda a cinque piani di colore rosso, nero e bianco, una sala principale con statue buddiste, oltre a un sereno giardino e uno stagno, perfetti per una tranquilla passeggiata. Durante tutto l’anno, nel tempio si svolgono vari eventi e rituali, tra cui il celebre Festival delle Stelle di Tanabata in estate.

Amerika-mura, il quartiere giovane di Osaka

Considerato l’equivalente del quartiere Harajuku di Tokyo, da oltre 40 anni Amerika-mura, letteralmente “Villaggio dell’America”, è il polo della cultura giovanile a Osaka. Tutto ruota attorno al Sankaku Koen Park, luogo di ritrovo popolare dove i giovani si riuniscono per sfoggiare i loro stili unici e scoprire le ultime tendenze negli oltre 2.000 negozi della zona, che vendono moda locale e importata, caffè, ristoranti, bar e club.

Negli anni ’60, l’area era chiamata Sumiyamachi, letteralmente “Città dei negozi di carbone”, ed era principalmente occupata da magazzini e cantieri del legname, fino all’apertura nel 1969 di Loop, un locale che iniziò rapidamente ad attirare giovani artisti, designer e creativi di vario genere. In poco tempo, altri magazzini furono convertiti in negozi di prodotti americani importati, vestiti vintage, jeans, e dischi, trasformando completamente il volto del quartiere.

Dotonbori, Osaka

Fonte: iStock

Le mille luci di Dotonbori, Osaka

Museo di Storia di Osaka, alle origini della città

Situato vicino al lussureggiante Parco del Castello di Osaka e al Parco del Sito del Palazzo di Naniwa, il Museo di Storia di Osaka è stato inaugurato nel 2001 in un moderno edificio progettato da César Pelli e Nihon Sekkei. Distribuita su quattro piani, l’esposizione racconta la storia millenaria della città di Osaka, dall’antichità all’età moderna, fino ai giorni nostri, attraverso una ricca collezione di oltre 100mila oggetti, ricostruzioni a grandezza naturale e in miniatura, video e numerosi documenti originali. La visita inizia dal piano più alto, dedicato all’epoca dell’antico Palazzo di Naniwa, situato nell’area ora occupata dal museo, e si scende verso il basso. Ogni piano è riservato a un diverso periodo della storia di Osaka, coprendo in totale 1.350 anni.

Universal Studios Japan, divertimento per tutte le età

Universal Studios Japan (USJ) è stato il primo parco a tema del celebre marchio americano a essere aperto in Asia. Inaugurato nel 2001 nell’area della baia di Osaka, è stato ampliato nel corso degli anni ed è oggi uno dei parchi di divertimento più visitati del Giappone. Attualmente comprende dieci aree tematiche: Hollywood, New York, San Francisco, Jurassic Park, Waterworld, Amity Village, Universal Wonderland, Minion Park, Il Mondo della Magia di Harry Potter e Super Nintendo World.

Le numerose attrazioni spaziano dalle giostre per bambini ai roller coaster e simulatori basati su film popolari come i Minions, Shrek e Jurassic Park, inoltre ogni giorno vengono organizzati vari spettacoli, tra cui una sfilata notturna con carri illuminati. Proprio fuori dai cancelli del parco si trova Universal Citywalk Osaka, un centro commerciale con numerosi hotel, ristoranti e negozi di merchandise di Universal Studios e di souvenir di Osaka.

Abeno Harukas, il grattacielo che domina la skyline

Con i suoi 300 metri e 62 piani, l’Abeno Harukas è stato, dal suo completamento nel 2014 fino al 2023, il grattacielo più alto del Giappone. L’edificio sorge sopra la stazione Kintetsu Osaka Abenobashi e al suo interno ospita un grande magazzino, un museo d’arte e un hotel. I piani dal 58° al 60° sono occupati dall’Osservatorio Harukas 300.

Circondato da pannelli di vetro a tutta altezza, il 60° piano è una piattaforma di osservazione che offre una vista spettacolare a 360 gradi su Osaka, mentre il 58° piano presenta un atrio con una terrazza in legno, caffetteria, negozio di souvenir e servizi igienici con vista panoramica. Al 16° piano si possono visitare le mostre temporanee del Museo d’arte urbana Abeno Harukas oppure rilassarsi tra le piane del giardino pensile.

I primi 14 piani dell’edificio sono occupati dall’Abeno Harukas Kintetsu Department Store il più vasto grande magazzino del Giappone. Articolato in due edifici, la torre e l’ala, collegati da passaggi interni, si estende su 100mila metri quadrati di spazio commerciale, ospita molti marchi internazionali, oltre a numerosi negozi rivolti a una clientela giovane.

Osaka Aquarium Kaiyukan

Uno degli acquari più grandi al mondo, l’Osaka Aquarium Kaiyukan, ospita 15 grandi vasche che ricreano diversi ambienti marini, dal Mar del Giappone alle coste dell’Antartide, dalla Baia di Monterey al Mar di Tasmania. Una delle principali attrazioni è la vasca dell’Oceano Pacifico, al cui interno si possono vedere gli enormi squali balena, la specie acquatica più grande esistente, insieme ad altre specie interessanti, come lo squalo martello e lo sgombro giapponese. Molto popolare è anche la vasca della Grande Barriera Corallina, habitat di pesci esotici, coralli e delfini bianchi del Pacifico, mentre gli appassionati di meduse possono ammirare la magica bellezza di una delle collezioni più rinomate al mondo di questi affascinanti organismi marini.

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Auroville, la città sperimentale dell’India nata negli anni ’60

Nata come esperimento universale di unità, trasformazione della coscienza e sostenibilità nel sud dell’India, a pochi chilometri da Pondicherry, la città di Auroville è un progetto unico al mondo. Immaginata fin dagli anni ’30 del secolo scorso dalla “Madre” Mirra Alfassa, discepola di Sri Aurobindo, è stata fondata ufficialmente il 28 febbraio 1968 come un’iniziativa per promuovere la pace e l’armonia oltre confini, culture e religioni.

Circa 5.000 persone, rappresentanti 124 nazioni, hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione presso il grande albero di banyan al centro di quella che sarebbe divenuta Auroville. In quell’occasione, la Madre ha presentato la Carta di Auroville, che stabilisce i principi guida della città, che prevedono tra l’altro l’assenza di proprietà privata e la dedizione al miglioramento personale e collettivo. Anche l’Unesco ha riconosciuto l’importanza del progetto per il futuro dell’umanità, approvandolo come un esperimento che potrebbe rappresentare un modello per nuove comunità globali basate sull’unità e la sostenibilità.

Il Matrimandir, cuore spirituale di Auroville

Il Matrimandir, o “Tempio della Madre”, è il cuore spirituale e geografico di Auroville. Questa struttura sferica, dorata all’esterno e austera all’interno, ospita una grande sala meditativa di marmo bianco con un cristallo al centro, dove i visitatori sono invitati a trovare la propria coscienza. Costruito per essere un luogo di introspezione e di calma, il Matrimandir è alimentato da energia solare, simbolo dell’impegno di Auroville verso la sostenibilità. Le visite sono consentite solo con un permesso speciale e spesso richiedono alcuni giorni di attesa.

L’organizzazione della comunità

Auroville è divisa in quattro “zone” principali che si irradiano dal Matrimandir: la Zona Residenziale, dove risiedono gli abitanti; la Zona Industriale, dedicata a progetti sostenibili e piccole industrie; la Zona Culturale, dove si svolgono attività educative e artistiche; e la Zona Internazionale, che ospita progetti dedicati alla diversità culturale e al dialogo globale. L’area urbana è circondata da una “Cintura Verde”, una zona di ricerca ambientale e di risorse che comprende foreste, giardini botanici, fattorie biologiche, e raccolte di piante medicinali.

Auroville promuove anche attività agricole ed ecologiche, con oltre 14 fattorie biologiche che producono prodotti locali. Molte di queste fattorie accolgono volontari che possono sperimentare la vita della comunità, lavorando nei campi o prendendo parte a progetti di rigenerazione ambientale. Un esempio è la Kottakarai Organic Food Processing Unit, che produce biscotti e pasta da ingredienti locali e biologici, mentre Ganesh Bakery rappresenta un popolare punto di ritrovo per visitatori e residenti.

Oggi Auroville ospita circa 2.500 residenti da oltre 49 nazioni, con una popolazione in costante crescita, sebbene sia ancora ben lontano l’obiettivo di 50mila abitanti che si erano posti i fondatori. Circa un terzo dei residenti è indiano, mentre il resto proviene principalmente da Francia, Germania e Italia, appartenenti a ogni fascia d’età e background.

Ma sono migliaia i visitatori che ogni anno giungono ad Auroville, molti dei quali rimangono coinvolti nelle attività della comunità. Durante la stagione turistica, da dicembre a marzo, il calendario delle attività è particolarmente ricco, con corsi di yoga, tai-chi, guarigione alternativa e altre discipline olistiche. Auroville è diventata anche un polo per progetti sociali, economici, ambientali e culturali, spesso aperti alla partecipazione dei visitatori.

Un modello per il futuro

Oltre all’obiettivo della trasformazione interiore, Auroville ha abbracciato una missione di sostenibilità ambientale e autosufficienza. Ogni progetto è pensato per ridurre l’impatto ambientale e promuovere uno stile di vita equilibrato, sia attraverso l’agricoltura biologica che mediante l’uso di energia rinnovabile. Il modello di Auroville, in cui uomini e donne di tutto il mondo vivono in armonia, può ispirare altre comunità a ripensare il proprio approccio alla vita collettiva e alla protezione dell’ambiente.

Per chi desidera saperne di più su Auroville, è disponibile una guida ufficiale, l’Auroville Handbook, che contiene informazioni dettagliate sui principali luoghi di interesse, come il Centro Tibetano, la Sala del Municipio, la spiaggia privata di Auroville.

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Alle Terme Euganee scatta la tariffa unica per fanghi e inalazioni

Nelle splendide Terme Euganee, culla della fangoterapia in provincia di Padova, nasce un’iniziativa all’insegna del benessere accessibile. Si tratta di una tariffa unica per i cicli di cure con i fanghi terapeutici o di inalazioni in regime privato, valida per ben 25 strutture del territorio, dai lussuosi hotel a cinque stelle agli accoglienti due stelle, che per la prima volta hanno deciso di adottare una politica comune sui prezzi dei trattamenti termali.

Grazie a questa offerta, promossa dal Centro Studi Termali Veneto Pietro d’Abano in collaborazione con Federalberghi Terme Abano Montegrotto, chiunque prenoti e completi il primo trattamento entro il 31 dicembre potrà beneficiare di una tariffa fissa e uniforme, valida a partire da novembre in tutti tutti i centri aderenti. Walter Poli, Presidente di entrambi gli enti promotori, spiega che questa risposta collettiva è un passo avanti importante per le strutture della zona, dimostrando un impegno verso un benessere accessibile e un segnale di unità tra gli albergatori del territorio.

Risposta a una domanda crescente

L’iniziativa giunge in un momento cruciale: negli ultimi mesi, infatti, i complessi termali del territorio hanno esaurito i budget assegnati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per i trattamenti convenzionati del 2024. Con il tutto esaurito, i pazienti con impegnativa si trovano costretti ad attendere il 2025 per poter accedere alle cure termali. “Questa tariffa unica in regime privato è stata studiata per rispondere a una domanda crescente di cure termali che, a causa dei fondi SSN esauriti, non possono essere erogate prima del prossimo anno,” chiarisce Fabrizio Caldara, Direttore del Centro Studi Termali Veneto Pietro d’Abano. Caldara sottolinea come già lo scorso anno la richiesta di trattamenti convenzionati fosse in aumento, con una crescita del 15% rispetto al 2022 e del 4,6% rispetto al 2019, confermando una ripresa vigorosa del settore termale.

I benefici della fangoterapia

Le Terme Euganee rappresentano il più grande complesso termale d’Europa, un polo di eccellenza riconosciuto anche a livello internazionale per la qualità dei suoi trattamenti naturali. Tra le cure più richieste spiccano i cicli di fangobalneoterapia, una terapia naturale che non solo allevia i sintomi di molte patologie infiammatorie croniche ma contribuisce anche alla riduzione dell’uso di farmaci come antinfiammatori e antidolorifici, specialmente nei pazienti che seguono i trattamenti con costanza. Le proprietà terapeutiche dei fanghi e delle acque termali della zona vengono infatti sfruttate da secoli per il trattamento di diverse patologie, in linea con l’antica tradizione della “Salus Per Aquam”, da cui deriva l’acronimo SPA.

Immersa nel Parco Naturale dei Colli Euganei, la zona delle Terme Euganee – che comprende località come Abano, Montegrotto, Galzignano, Battaglia e Teolo – è una delle riserve della biosfera MAB Unesco, con oltre 100 strutture che offrono ai visitatori percorsi benessere personalizzati e trattamenti per la salute preventiva. Gli hotel della zona sono dotati di propri centri termali interni, accessibili direttamente dai clienti in un ambiente rilassato e di privacy assoluta. Piscine termali interne ed esterne, SPA, palestre e solarium fanno da contorno a un’esperienza di benessere rigenerante e completa, ideale per ritrovare equilibrio e vitalità.

Questa nuova tariffa unica rappresenta quindi non solo una soluzione alle difficoltà del momento, ma un’opportunità per chiunque desideri riscoprire i benefici delle cure termali. Attraverso un prezzo accessibile e uniformato, anche chi non ha potuto accedere ai trattamenti convenzionati ha ora la possibilità di beneficiare dei vantaggi della fangoterapia e delle inalazioni termali presso alcune delle migliori strutture termali del Veneto.

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La più grande opera di Land art in Italia si trova in Sicilia. Ed è spettacolare

Quando arte e natura si incontrano e si fondono tra passato e presente, non può che nascere qualcosa di unico e spettacolare. Lo dimostra la più grande opera di Land art in Italia che porta la firma di Alberto Burri, artista e genio indiscusso del XX secolo. 80 mila metri quadri di cemento bianco e stradine che si intersecano per raccontare, attraverso una cartina geografica artistica, la storia di una città scomparsa.

Il Grande Cretto, questo il nome dell’opera di Burri, si trova nel cuore della Sicilia, esattamente nel luogo dove un tempo sorgeva la città di Gibellina, distrutta da un terribile terremoto. Andiamo alla scoperta dell’anima antica e moderna di Gibellina, proclamata Capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026.

Gibellina Vecchia e Gibellina Nuova: la storia

Quella che appartiene a questo borgo siciliano è un’incredibile storia di resilienza. C’è stata una Gibellina Vecchia appartenente ad un passato non troppo lontano, ora scomparsa, ed una Gibellina Nuova che è ritornata a vivere.

Risale all’Alto Medioevo, quello che fu il borgo antico di Gibellina. Ma la sua storia fatta di tradizioni, lavori agricoli umili e campagne è stata interrotta bruscamente dal terremoto del Belìce del 1968, un evento sismico che nella fredda notte tra il 14 e il 15 gennaio colpì duramente la Valle del Belìce, la vasta area della Sicilia occidentale tra le provincie di Trapani, Agrigento e Palermo.

L’antico borgo, raso al suolo dalla furia del sisma, venne abbandonato per costruire, a circa 11 chilometri di distanza, il centro abitato di Gibellina Nuova, che conta poco più di 3.600 abitanti.

Fu in occasione della sua ricostruzione che, negli anni ‘80, l’ex sindaco Ludovico Corrao decise di chiamare nel borgo diversi architetti e artisti di fama mondiale, per avvicinare all’uomo questo territorio splendido e allo stesso tempo sfortunato. Tra coloro che parteciparono al progetto, si sono viste personalità come Pietro Consagra, Leonardo Sciascia, Renato Guttuso, Mimmo Paladino ed Alberto Burri. Ed è proprio quest’ultimo che ha dato vita a quella che oggi è considerata la più grande opera di land art d’Italia: il Cretto di Burri.

Cretto di Burri, opera di land art a Gibellina

Fonte: iStock

Grande Cretto, o Cretto di Burri, Gibellina Vecchia

Il Cretto di Burri: l’opera d’arte contemporanea

Il territorio che apparteneva alla città scomparsa di Gibellina Vecchia è stato ricreato sensibilmente attraverso un distesa di cemento bianco: il Cretto di Burri, o Grande Cretto. Attraversando Trapani con la macchina, è impossibile non notare quella collina completamente invasa da un labirinto squadrato di cemento bianco con viuzze spoglie che lo attraversano, in contrasto con i colori vividi della natura circostante. Si tratta in realtà di una delle più importanti e celebri manifestazioni di land art italiana, la corrente artistica contemporanea che vede l’intervento diretto dell’uomo, o meglio di un artista, su un territorio naturale.

Tra gli artisti che risposero alla chiamata per la ricostruzione del borgo ci fu anche Alberto Burri, che però, dopo essersi accorto che ormai il nuovo insediamento era quasi ultimato, decise di fare qualcosa per la memoria del paese distrutto. Scelse quindi di partire dalle macerie del luogo che non esisteva più per realizzare un maestoso e grandissimo cretto bianco, così da preservare per sempre, grazie al cemento, la memoria di Gibellina.

Cretto di Burri, splendida opera di land art in Italia

Fonte: iStock

Stradine del Cretto di Burri, a Gibellina

Burri, già noto per i suoi incredibili Cretti (termine che significa proprio “crepa, spaccatura”) realizzati per i musei di Capodimonte e Los Angeles, scelse di realizzarne uno anche qui, ma questa volta su scala ambientale. Prese così forma un rettangolo di circa 270 per 310 metri, che ricopre un’area di 80 mla metri quadri, composto da 122 blocchi di cemento (realizzato con le macerie del borgo distrutto) alti 1,60 metri.

I vicoli bianchi che oggi caratterizzano il cretto siciliano, e che si possono percorrere, ricalcano le strade del centro storico del paese prima del terremoto, come se fossero delle profonde ferite del terreno che nessuno può più dimenticare. L’obiettivo era quello di restituire, proprio attraverso l’arte, la memoria di un’identità dal grandissimo valore culturale e sociale.

I lavori di realizzazione dell’opera di Land art furono interrotti nel 1989 per poi essere ripresi nel maggio del 2015, terminando l’opera voluta dall’artista che scomparve nel 1995.

Cretto di Burri

Fonte: ANSA

I blocchi di cemento del Cretto, nati dalle macerie della vecchia Gibellina

Cosa vedere a Gibellina Nuova

Non c’è soltanto il Cretto di Burri da ammirare in questo territorio. Anche la cittadina di Gibellina Nuova è un museo d’arte contemporanea a cielo aperto. I numerosi artisti che hanno contribuito alla costruzione del nuovo centro hanno installato diverse opere d’arte e di architettura sperimentale, che ne fanno una meta culturale di rilevanza nazionale e internazionale, tanto che il 31 ottobre 2024 Gibellina è stata proclamata Capitale dell’Arte contemporanea 2026.

Camminare per il centro abitato nuovo è quindi un’esperienza immersiva nella storia e nella cultura di questo territorio, passando dal museo alla nuova chiesa, dalle piazze alle installazioni artistiche.

Il Museo d’arte contemporanea

Sono circa 2 mila le opere d’arte custodite dal Museo d’arte contemporanea Ludovico Corrao di Gibellina Nuova. Nato nel 1980 grazie al contributo di numerosi artisti, offre un percorso museale suggestivo, un viaggio nella storia drammatica della cittadina e nella sua rinascita, ma anche un tuffo nell’arte contemporanea italiana e internazionale dal primo Novecento ad oggi.

É possibile visitarlo dal Martedì alla Domenica, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:00. L’ingresso ha un costo di 8 euro (ridotto a 4 o 2 euro per determinate categorie di utenti).

La chiesa madre

Un dei gioielli dell’architettura da ammirare a Gibellina è la Chiesa Madre. Posta in cima ad una collina, osserva il paese dall’alto dal 1972 con la sua geometria insolita e suggestiva. Progettato da Ludovico Quaroni e Luisa Anversa, l’edificio è composto da moduli e sottomoduli che lasciano spazio, al centro, ad una enorme sfera liscia di cemento.

Chiesa Madre di Gibellina

Fonte: iStock

Chiesa Madre di Gibellina

La piazza del comune e la torre civica

Il municipio è affacciato a piazza XV gennaio 1968, anch’essa un museo a cielo aperto. Il portico che la circonda ospita ceramiche decorate da Carla Accardi, mentre ai bordi spiccano le sculture di metallo bianco chiamate “La città di Tebe” di Pietro Consagra, la scultura in travertino “Città del sole” di Mimmo Rotella e “La torre” di Alessandro Mendini. Un’opera, quest’ultima, dalle forme insolite e quando è in funzione emette quattro volte al giorno un mix di suoni che rievocano le voci e i rumori caratteristici della vita quotidiana della vecchia Gibellina.

Il sistema delle piazze

Sono anche le piazze a fare da protagoniste nel centro abitato di Gibellina. Viene chiamato “sistema delle piazze”, un insieme di aree recintate da strutture laterali progettate da Franco Purini e Laura Thermes. Del sistema delle piazze fanno parte:

  • Piazza Rivolta del 26 giugno 1937;
  • Piazza Fasci dei Lavoratori;
  • Piazza Monti di Gibellina;
  • Piazza Autonomia Siciliana;
  • Piazza Passo Portella delle Ginestre.
Piazza Rivolta del 26 giugno 1937, Gibellina

Fonte: iStock

Piazza Rivolta del 26 giugno 1937, Gibellina

Le Orestiadi di Gibellina

Non è un caso che Gibellina sia stata proclamata capitale dell’Arte contemporanea per il 2026: dal 1981 qui prendono vita ogni anno, in estate, le Orestiadi. si tratta di un festival internazionale con manifestazioni che vanno dalle rappresentazioni teatrali a quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema, e che richiama moltissimi artisti, appassionati e viaggiatori curiosi.

Il biglietto per partecipare al Festival Orestiadi ha un costo di 15 euro (ridotto a 10 per determinate categorie).

Museo delle Trame Mediterranee e la Montagna di Sale

In contrada Salinella, a due passi dal centro cittadino, sorge il Museo delle Trame Mediterranee ospitato nel Baglio Di Stefano. Custodisce e reinterpreta la storia culturale del Mediterraneo con pitture, sculture, scritture, arazzi, gioielli e originali capi di abbigliamento del passato.

Ad aggiungere valore al museo è la “Montagna di Sale”, opera di Mimmo Paladino del 1990 in occasione delle Orestiadi: una grande collina in cemento, pietre e vetroresina, ospita trenta cavalli in legno che sembrano affondare, o riemergere, da questo colle bianco. Un richiamo simbolico alla tragedia che gli abitanti dell’antica Gibellina hanno vissuto.

L’ingresso al Museo delle Trame mediterranee costa 6 euro intero, oppure 4 o 2 euro se si rientra nelle categorie che hanno diritto alla riduzione, come studenti, residenti, bambini.

L'opera "Montagna di Sale", di Mimmo Paladino, Gibellina Nuova

Fonte: Getty Images

“Montagna di Sale”, di Mimmo Paladino, Gibellina Nuova

Porta del Belice

Ad accogliere i visitatori di questa cittadina artistica è la Porta del Belice o Stella d’ingresso al Belice, un’istallazione in acciaio inox realizzata da Pietro Consagra. É alta 26 metri ed è posizionata proprio sulla strada che conduce a Gibellina Nuova, ed è davvero suggestiva.

Dove si trova e come arrivare al Cretto di Burri

La cittadina che ospita il Cretto di Burri si trova nel cuore della Sicilia occidentale, in provincia di Trapani. Per raggiungerla è necessario spostarsi in auto. Dista circa 72 chilometri da Palermo e 82 da Trapani, le due grandi città più vicine. In entrambi i casi, una volta giunti al Comune di Santa Ninfa, si prosegue lungo la SS119 fino a raggiungere il Cretto.

Informazioni utili

Per visitare l’opera di land art di Burri, nella vecchia Gibellina, si può lasciare l’auto al Parcheggio Cretto di Burri segnalato.

Passeggiare tra le le “crepe” dell’opera richiede circa un’ora di tempo, ammirando il paesaggio circostante fatto di campi coltivati, prati e alcune rovine dell’antico borgo ancora esistenti su un’altura a poca distanza. Si può poi raggiungere Gibellina Nuova, in cui perdersi tra le vie alla ricerca di opere d’arte, piazze e monumenti.

Nei dintorni, non può mancare una tappa alle città fantasma di Salaparuta e di Poggioreale, anch’esse segnate dallo stesso destino a causa del terremoto del ‘68.

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Ponte di Ognissanti a Roma o in Europa alla scoperta dei musei immersivi

Se siete sempre alla ricerca di esperienze uniche che vi permettano di giocare con la vostra creatività e di uscire dalle vostre zone di comfort, per il Ponte di Ognissanti vi basterà raggiungere Roma. Tra una visita alle attrazioni principali e un piatto di carbonara, entrate da IKONO, la suggestiva galleria esperienziale con più di dodici installazioni immersive e altamente interattive pensate per stimolare i vostri sensi e per offrirvi un divertimento unico e diverso dal solito.

Situato a pochi passi dal Pantheon, IKONO vi permetterà di evadere dalla quotidianità intraprendendo un percorso della durata media di circa 1 ora, tra incredibili ambientazioni che replicano l’emozione del viaggio in mondi, culture ed epoche diverse. Scopriamo insieme quali sono le esperienze esclusive da provare al suo interno e in quali altre città d’Europa potete regalarvi quest’attimi di magia e relax.

Le esperienze esclusive e immersive di IKONO

L’esperienza immersiva proposta da IKONO a Roma è pensata per offrire scenari diversi e coinvolgenti che stimolino la fantasia e facciano sentire bene e a proprio agio le persone che la provano. A realizzare le sale che proverete sono stati artisti nazionali e internazionali che hanno messo a disposizione di questi spazi la loro storia eclettica, il loro stile e la loro personalità, infondendo unicità a ogni angolo di IKONO.

Questo, infatti, non è un semplice posto da visitare, ma un luogo da vivere in prima persona. Tra le esperienze proposte citiamo le Terme Romane, un’immensa piscina di bolle immersa in un’atmosfera di colori e suoni, la
Stanza dalle Infinite Lanterne, la quale vi condurrà in un surreale viaggio tra luci e ombre, Donna tra le Foglie, un’opera astratta di ispirazione rinascimentale dove vi ritroverete immersi in un gioco di specchi e luci. O, ancora, Light Painting, la sala ispirata agli esperimenti di pittura con la luce di Pablo Picasso dove, utilizzando pennelli luminosi, potete dare libero sfogo alla fantasia creando disegni, forme e frasi nell’aria. L’opera finale? Sarà inviata direttamente sul vostro dispositivo mobile!

Le location di IKONO in Europa

IKONO è un viaggio immersivo attraverso mondi eclettici, che combinano l’arte, il gioco e l’inaspettato. Creato nel 2020 da David Troya e Fernando Pastor, ogni sala di IKONO è un invito alla scoperta di sé e a un’esperienza condivisa. Il progetto ha scelto diverse sedi e non solo quella italiana di Roma.

Se avete programmato un weekend lungo in un’altra città europea e volete inserire nel vostro itinerario un’esperienza unica e particolare, sarete felici di sapere che IKONO è presente anche a Madrid, Barcellona, Budapest, Vienna, Copenaghen e Berlino. Essendo un weekend festivo, non sarete gli unici che viaggeranno e che vorranno provare quest’esperienza: ecco perché vi consigliamo di acquistare i biglietti online, che vi permetteranno di entrare senza rischiare di arrivare alla sede e di non riuscirci perché le disponibilità sono terminate.

Il biglietto d’ingresso per gli adulti costa 18 euro, mentre per i bambini sotto i 14 anni costa 12,50 euro. Gli orari di apertura della sede di Roma sono tutti i giorni dalle 10:00 alle 21:00, mentre per le altre sedi in Europa vi consigliamo di visionare il sito ufficiale.