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Israele: torna alla luce un insediamento di 5000 anni fa

Un insediamento di 5.000 anni fa, che fornisce una visione dell’inizio del processo di urbanizzazione nella Terra d’Israele, è stato scoperto durante gli scavi dell’Israel Antiquities Authority vicino a Beit Shemesh, nel sito di Hurvat Husham.

Gli scavi hanno avuto luogo in preparazione dell’espansione della zona industriale occidentale della città, chiamata “Brosh”, su iniziativa del Shamir Engineering Group e della Bet Shemesh Economic Development Company, e la scoperta è stata presentata nel corso della 17esima conferenza “Discoveries in the Archaeology of Jerusalem and its Surroundings Conference“, che ha avuto luogo presso il Jay and Jeanie Schottenstein National Campus for the Archaeology of Israel.

Le rivelazioni che sono emerse dal sito

Lo scavo ha rivelato, inoltre, un edificio pubblico che potrebbe essere stato utilizzato per attività rituali, all’interno del quale è presente una stanza con circa 40 vasi conservati intatti. Tra questi, anche diversi vasi di piccole dimensioni, particolare che suggerisce un uso simbolico piuttosto che domestico.

I vasi sono stati trovati nella loro posizione originale, proprio come erano stati collocati dagli abitanti del luogo nella prima età del bronzo IB (fine del IV millennio a.C.).

vasi edificio israele

Fonte: Crediti IAA – Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo

i vasi intatti nel sito di Hurvat Husham

I direttori degli scavi dell’Israel Antiquities Authority Ariel Shatil, Maayan Hamed e Danny Benayoun hanno dichiarato a questo proposito: È interessante che questi numerosi vasi e brocche siano stati collocati qui poco prima che l’intero sito venisse abbandonato per sempre. Si può letteralmente immaginare la gente che ha deposto questi oggetti e li ha lasciati qui.
Non si sa cosa sia successo in seguito in questa stanza, ma ci sono segni di combustione e vasi caduti l’uno sull’altro. L’esame in laboratorio del contenuto dei vasi con diversi metodi scientifici farà ulteriore luce sul sito: saremo in grado di dire se contenessero olio, acqua, grano, o se fossero forse specifici per oli esotici o altre sostanze
“.

Le dimensioni della struttura, le mura ampie, le panche sistemate all’interno, indicano con ogni probabilità che si trattasse di un edificio con una funzione pubblica, forse un tempio: “Non conosciamo quasi nessun edificio pubblico in Israele di questo periodo antico e precedente“, proseguono i ricercatori. “Il confronto con i pochi edifici noti di questo tipo porta alla conclusione che questo è probabilmente uno dei primi templi mai scoperti nei bassopiani della Giudea“.

Ma non è tutto. Nei pressi dell’edificio, infatti, sono tornate alla luce una serie di grandi pietre erette disposte in fila, risalenti a prima della costruzione dell’intera struttura.

La loro presenza promette di essere istruttiva riguardo al processo socio-politico relativo alla fondazione del servizio cultuale a Hurvat Husham: sembra che in origine ci fosse un’area di attività cultuale aperta al pubblico, che poi si è trasformata in attività rituale in un complesso chiuso con accesso più controllato. Questo processo di sviluppo del sito, insieme ad altri processi, testimonia un aumento della complessità sociale“, afferma il dottor Yitzhak Paz, esperto dell’Età del Bronzo Antico presso l’Israel Antiquities Authority. “Questo è uno degli indicatori dello sviluppo dell’urbanizzazione in Israele durante la prima età del bronzo. Nel sito sono stati scoperti anche due forni per la produzione di ceramica, tra i primi mai scoperti in Israele“.

Una scoperta che risulta eccezionale

edificio pubblico israele

Fonte: Crediti IAA – Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo

Gli scavi dell’Israel Antiquities Authority

L’antico insediamento di Hurvat Husham è stato scoperto per la prima volta nel 2021, durante gli scavi condotti da Marion Zindel e Natan Ben-Ari per conto della Israel Antiquities Authority. Negli ultimi tre anni e mezzo lo scavo è stato ampliato, chiarendo l’estensione del sito e la sua importanza per comprendere le origini del processo di urbanizzazione in Israele.

La prima età del bronzo è uno dei periodi più complessi della storia d’Israele, durante il quale si verificarono per gli abitanti della regione cambiamenti drammatici nello stile di vita e nella visione del mondo: il numero di persone che vi vivevano aumentò drasticamente e per la prima volta si creò una complessità sociale e la struttura politica di una società gerarchica.
Al culmine del periodo, l’accelerazione del fenomeno dell’urbanizzazione è evidente, e si possono già vedere costruzioni pubbliche monumentali: fortificazioni, edifici religiosi e governativi, competenze e standardizzazione in varie industrie, nonché un commercio più intenso con le regioni vicine come Egitto, Siria, Anatolia e Mesopotamia.

Il sito scoperto a Hurvat Husham è eccezionale non solo per le sue dimensioni, ma perché ci rivela alcune delle prime caratteristiche della transizione dalla vita di villaggio alla vita urbana“, affermano i responsabili degli scavi. “Il sito ci insegna che circa 5.000 anni fa erano già stati fatti i primi passi verso lo sviluppo di una società urbana nei bassopiani della Giudea. Poche generazioni dopo, vediamo già grandi città nella zona, circondate da un muro, con palazzi e altri edifici, come nel sito di Tel Yarmouth, che si trova nel raggio d’azione di questo sito“.

Eli Escusido, direttore dell’Israel Antiquities Authority, ha concluso: “La Terra d’Israele, grazie alla sua natura e alla sua posizione geografica, è stata un terreno fertile per lo sviluppo delle antiche civiltà e il sito di Hurvat Husham, scoperto dai ricercatori dell’Israel Antiquities Authority, rivela un altro importante tassello nel puzzle dello sviluppo urbano della nostra regione“.

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Volare e navigare con lo stesso mezzo? Tra poco sarà possibile

Il mondo del lusso e dell’innovazione si prepara ad accogliere una novità senza precedenti: Air Cube, l’avveniristico progetto di Design4Future, spin-off del Leoni Design Workshop (LDWO). Dopo il successo della Cube Houseboat, una casa galleggiante in vetro rosso costruita su un catamarano di alluminio, il team guidato da Jacopo Leoni si è spinto oltre, concependo un’idea rivoluzionaria: uno “sky yacht” ibrido, un appartamento volante che unisce le esperienze di viaggio in acqua e in aria.

Un nuovo concetto di lusso sospeso tra mare e cielo

L’Air Cube rappresenta un progetto visionario, una fusione tra uno yacht e un dirigibile, pensato per offrire una combinazione di comfort, eleganza e un’esperienza di viaggio finora inimmaginabile. Il design futuristico prevede un appartamento fluttuante agganciato a un enorme pallone aerostatico, capace di sollevarsi e librarsi nel cielo dopo un periodo di navigazione in acqua.

Si tratta a tutti gli effetti di un’evoluzione della Cube Houseboat: la casa in vetro rosso, già apprezzata per la sua estetica audace e il concetto di mobilità sull’acqua, diventa ora parte di un mezzo che promette di cambiare il modo in cui concepiamo il viaggio di lusso. L’appartamento può infatti navigare come una barca e poi trasformarsi in un dirigibile per un’esperienza aerea unica.

Un design che unisce estetica e funzionalità

All’interno dell’Air Cube, il lusso è palpabile in ogni dettaglio. La cabina privata include un’area per la cena, un ampio salone e tutti i comfort moderni che si possono trovare in un hotel di alta gamma. La spaziosa camera da letto è dotata di un lucernario posizionato proprio sopra il letto, che offre la possibilità di ammirare le stelle di notte e consente un’illuminazione naturale durante il giorno. Gli spazi comuni, come il soggiorno e la sala da pranzo, sono collocati su lati opposti della cabina, creando un ambiente conviviale e funzionale.

In fondo all’appartamento trova posto il cuore tecnologico dell’Air Cube: la plancia di comando, che si trasforma anche in un’area di osservazione panoramica da cui ammirare scenari mozzafiato. Da qui, il comandante può manovrare l’imbarcazione sull’acqua e, una volta in volo, pilotare l’Air Cube. Immaginate il piacere di osservare il mondo dall’alto, librandosi come un dirigibile ma con la stabilità e il comfort di una residenza di lusso.

Sostenibilità e tecnologia per il viaggio del futuro

L’Air Cube non è solo una meraviglia di design e comfort, ma anche un progetto che guarda al futuro del viaggio sostenibile. Design4Future mira infatti a creare un’esperienza di viaggio che sia non solo straordinaria per i passeggeri, ma anche rispettosa dell’ambiente.

Sotto l’appartamento galleggiante, il team prevede di installare i sistemi di propulsione e motori necessari per il funzionamento del dirigibile ibrido. Questo permetterà all’Air Cube di mantenere una velocità moderata, accentuando l’aspetto contemplativo e rilassante del viaggio, senza la velocità tipica di un aereo convenzionale.

Nonostante l’Air Cube sia ancora in una fase progettuale, il team di Design4Future è determinato a trasformare questo sogno in realtà. E anche se ci vorranno anni per sviluppare la tecnologia necessaria, Jacopo Leoni e i suoi collaboratori sono convinti del potenziale di questo sky yacht. Con la sua capacità di offrire esperienze uniche sia in volo che sul mare, l’Air Cube si prefigge di ridefinire il concetto di viaggio di lusso, che unisce l’eleganza di un dirigibile e la raffinatezza di uno yacht esclusivo.

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The Day of the Jackal, le location della serie Tv SKY

Dall’8 novembre è disponibile in esclusiva su Sky e NowTv la nuova serie Tv action thriller The Day of The Jackal, suddivisa in dieci episodi e ispirata all’omonimo romanzo del 1971 di Frederick Forsyth. La famigerata spia che nel film del 1973, Il Giorno dello Sciacallo, aveva il volto di Edward Fox, questa volta è interpretata dal raffinato Eddie Redmayne che divide la scena con Lashana Lynch e Ursula Corbero. La serie offre allo spettatore una rivisitazione contemporanea dell’avventura iconica di un uomo dai mille volti, altamente qualificato nel suo lavoro, noto come Sciacallo.

Nel cast di The Day of the Jackal ci sono anche Charles Dance, Richard Donner, Lia Williams, Eleanor Matsuura, Nick Blood e tanti altri. Una produzione importante che, come i film di James Bond e altre storie di spionaggio, è ambientata in diversi paesi mettendo in scena una caccia all’uomo ricca di adrenalina e intrigo. Pertanto le riprese sono state realizzate in diversi luoghi in Europa, come hanno raccontato gli stessi protagonisti.

The Day of The Jackal: di cosa parla

Lo Sciacallo è un assassino solitario e sfuggente che sa bene quello che fa. Si guadagna da vivere uccidendo su commissione e, mentre è impegnato in una nuova missione, è costretto ad affrontare un avversario sospetto che risponde al nome di Bianca. Quest’ultima è un agente dell’MI6 forte e determinata che è decisa a stanare il professionista in giro per l’Europa.

Eddie Redmayne The Day of the Jackal

Fonte: Ufficio stampa Sky

Eddie Redmayne in The Day of the Jackal

Dove è stato girata

The Day of the Jackal è stata girata in Ungheria, Croazia, Austria e Regno Unito, un set paneuropeo per una storia paneuropea. Con l’avanzare della serie, lo Sciacallo attraversa luoghi come Monaco, la campagna ungherese, Tallinn e persino un’isola croata con l’agente Bianca alle calcagna, anche se non tutte queste città reali sono state vere location per le riprese.

Come spiega il co-produttore esecutivo Gareth Neame: “Volevamo restare relativamente fedeli al libro originale, ripensandolo come una serie contemporanea in 10 parti, mantenendo l’idea di un assassino inglese e di una situazione del gatto e del topo che prevede un inseguimento in molte località europee. È una storia guidata dalla Gran Bretagna, ma ambientata in tutta Europa, e l’Europa è una specie di parco giochi“. “Siamo in un mondo contemporaneo, questo diventa chiaro abbastanza presto, quindi abbiamo cercato di infondere un senso del passato nella serie, pur essendo un prodotto di grande attualità. Costruire set formidabili e girare in uno stile molto emozionante, è stato bello ma viscerale” ha aggiunto.

L’attore protagonista Eddie Redmayne ha detto che la “portata” delle location delle riprese offre al pubblico “la gloria e l’indulgenza di vedere belle parti del mondo” senza dover lasciare il divano. “L’essere giramondo sembra pienamente realizzato” ha detto, aggiungendo che “quello che ho amato del film originale è che dai nostri salotti abbiamo potuto saltare dall’altra parte del mondo con qualcuno che sembra saltare su un treno o un aereo a suo piacimento. Spero che il pubblico si diverta a fare questo viaggio”.

The Day of the Jackal è “molto ambizioso e pieno di azione” ha spiegato Neame, pertanto ci sono centinaia di location diverse. “Abbiamo girato a Londra, Vienna, Budapest, Zagabria e lungo tutta la costa croata. Abbiamo fatto di tutto per ottenere l’aspetto della serie, dagli stunt all’azione militare, agli effetti visivi e alle protesi. È uno spettacolo molto complesso e impegnativo e non vediamo l’ora che il pubblico sperimenti l’inseguimento”.

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Le luci di Natale trasformano Londra, ecco dove ammirare lo spettacolo e vivere la magia

Londra è già una città stimolante e bellissima, ma a Natale diventa irresistibile con decorazioni straordinarie e migliaia di luci che trasformano ogni strada in un luogo incantato. All’inizio di novembre inizia la magia e varie accensioni si susseguono in un fitto calendario, quando le temperature si fanno più rigide e gli edifici assumono un aspetto diverso dal solito, avvolgendo i passanti in un’atmosfera di festa.

Il centro di Londra, in particolare, celebra lo spirito natalizio con creazioni artistiche e installazioni che lasciano a bocca aperta. Dagli angeli di Regent Street alla neve di stelle di Oxford Street, il grande albero di Natale di Trafalgar Square e tanto altro, lo spettacolo è assicurato. Vediamo insieme dove ammirare le luci di Natale a Londra.

Leicester Square, dal mese di novembre

Leicester Square è il centro nevralgico di Londra per i turisti e non solo. In inverno la piazza si anima ancora di più e grandi stelle illuminate vengono distese lungo le strade della zona per le feste a partire dal mese di novembre. Il mercatino di Natale al centro della piazza è ormai un’istituzione con alcuni chalet in legno che possono dare qualche idea di regali o prodotti tipici. Inoltre si può assistere all’emozionante spettacolo di La Clique nello Spiegeltent.

Leicester Square

Fonte: iStock

Natale a Leicester Square

South Bank, dal 5 novembre

Passeggiando lungo South Bank dal 5 novembre si può ammirare vedere la zona lungo il fiume splendidamente illuminata con ghirlande di scintillanti e luci natalizie. Le opere d’arte illuminate sparse per la zona come parte della mostra Winter Light (5 novembre – 2 febbraio) arricchiscono gli chalet in legno che vendono un vin brulé take away al Winter Market del Southbank Centre dal 5 novembre al 26 dicembre. Inoltre si può assistere a uno spettacolo a tema nella Royal Festival Hall.

South Bank Natale

Fonte: iStock

Natale a South Bank

Oxford Street, dal 5 novembre

Lasciati stupire da alcune delle più spettacolari luci natalizie di Londra e ammira le vetrine stagionali in Oxford Street. Le luci natalizie di Oxford Street presentano stelle luminose sostenibili che illuminano i cieli sopra la famosa strada a partire dal 5 novembre. Se si riescono ad acquistare i biglietti per Winter Wonderland  che si svolge dal 21 novembre al 5 gennaio, a pochi passi di distanza, si possono vivere una serie di attività e immergersi in un intrattenimento natalizio imperdibile.

Natale Oxford Street

Fonte: Getty Images

Natale a Oxford Street

Carnaby Street, dal 7 novembre

Esplora una delle zone più cool della capitale che si illumina durante uno spettacolo di luci immersivo ogni ora. Dal 7 novembre Carnaby Street si trasforma per offrire ai passanti la possibilità di scattare foto bellissime di fronte all’originale esposizione, prima di esplorare le boutique indipendenti circostanti, perfette per un po’ di shopping natalizio. Quest’anno l’esposizione “Into the Light” prevede alcune sculture illuminate realizzare con 60.000 luci LED a basso consumo energetico che verranno usate per i prossimi cinque Natali.

Natale Carnaby Street

Fonte: iStock

Natale a Carnaby Street

Regent Street, dal 7 novembre

Vivi la magia del Natale mentre le splendide luci natalizie di Regent Street illuminano il West End di Londra, regalando uno scenario avvolto da uno scintillio stagionale. I magnifici spiriti eterei scintillano su tutta la via e per le strade circostanti fin dal 1954, mentre i passanti vanno a caccia di regali di lusso e decorazioni natalizie british. Dal 7 novembre lo spettacolo è assicurato.

Natale a Regent Street

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Luci di Natale a Regent Street

St. James e Piccadilly, dal 7 novembre

Passeggiate per St James’s e Piccadilly per scoprire le graziose luci natalizie ispirate alla statua di Anteros, il dio greco dell’amore ricambiato è possibile dal 7 Novembre. Per godervi un ulteriore divertimento stagionale potete fare un salto da Fortnum & Mason per un po’ di shopping natalizio o sorseggiando un drink festivo al The Ritz.

Natale a Londra

Fonte: iStock

Luci di Natale a Piccadilly

Covent Garden, dal 12 novembre

Passeggiate per le strade acciottolate di Covent Garden e Seven Dials, che si trasformano in un paese delle meraviglie invernale durante il periodo festivo. Le luci natalizie di Covent Garden, con campane gigantesche, palline e palle a specchio che illuminano la piazza del XIX secolo colpiscono dritto al cuore, e non dimenticate di fermarvi ad ammirare lo splendido albero di Natale. Dal 12 novembre tutto questo è possibile con l’installazione di ben 260.000 luci.

Natale a Covent Garden

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Luci di Natale a Covent Garden

Marylebone Village, dal 13 novembre

Osservate le luci scintillanti e le ghirlande di Marylebone Village, mentre la zona chic celebra la stagione natalizia dal 13 novembre. L’evento Merry Marylebone dalle 15 alle 20 darà il via allo spettacolo con musica dal vivo, bancarelle e attività di intrattenimento per grandi e piccoli. Passeggiate tra le boutique pittoresche e i ristoranti di lusso adornati con ghirlande invernali, ornamenti e luci durante una visita a questo famoso centro commerciale.

Marylbone Village Natale

Fonte: Getty Images

Marylebone Village

Kew Gardens, dal 13 novembre

I Kew Gardens non restano indifferenti alle feste di Natale e dal 13 novembre accenderanno uno straordinario spettacolo di luci, trasformando i giardini in un luogo incantato che catturerà l’attenzione di tutti coloro che passeranno da quelle parti.

Kew Gardens Natale

Fonte: Getty Images

Natale a Kew Gardens

Mercato di Old Spitalfields, dal 13 novembre

Old Spitalfields Market accenderà le luci il 13 novembre alle 17.30 con tanti ospiti invitati a godersi lo spettacolo e un po’ di sano shopping natalizio con musica dal vivo, face painting gratuito e laboratori di artigianato per i bambini. Ci sarà anche da mangiare e gustare prelibatezze come le torte salate accompagnate dal vin brulle e alcune soluzioni di street food gustose.

Mercato Londra Natale

Fonte: iStock

Mercato Old Spitalfields

Bond Street, dal 14 novembre

Bond Street è uno dei quartieri dello shopping più lussuosi della capitale, ornato da spettacolari luci natalizie, che quest’anno presentano l’iconica bottiglia Chanel Nº5 in collaborazione con il marchio. Dopo aver ammirato lo splendore delle luci natalizie di Bond Street, si possono apprezzare gli addobbi dei negozi esclusivi e le vetrine vestite con i loro abiti più belli per le feste. Dal 14 novembre al 12 gennaio questo spettacolo è disponibile.

Shard, dal 14 novembre

Lo spettacolo annuale di luci natalizie dello Shard, Shard Lights, quest’anno sarà accompagnato da canti natalizi ogni sera tra le 17:30 e le 12:00 dal 14 novembre al 31 dicembre. Potrete ascoltare Gareth Malone OBE dirigere un coro di sei persone per la smagliante esibizione di accensione di We Wish You a Merry Christmas.

Shard Lights

Fonte: iStock

Shard Lights a Londra

Savile Row, dal 14 novembre

Dal 14 novembre la famosa sartoria di Savile Row celebra il Natale con addobbi e luci costituire da cesoie giganti. Queste illumineranno la via, dopo che lo scorso anno avevamo creato una decorazione che rendeva omaggio alla storia della sartoria per strada.

Savile Row

Fonte: 123RF

Savile Row a Londra

Belgravia, dal 17 novembre

Le vie piene di boutique di Belgravia vengono trasformate per la stagione delle feste, lasciando i passanti stupiti di fronte alle luci natalizie che brillano nei cieli invernali. Puoi cercare la tua vetrina stagionale preferita e metterti in posa accanto alle installazioni luminose per un post Instagram unico. Dal 17 novembre si può ammirare questo spettacolo.

Belgravia Londra

Fonte: 123RF

Natale a Belgravia, Londra

Chelsea, dal 16 novembre

Le luci a Chelsea si accenderanno dal 16 novembre per offrire uno spettacolo affascinante, grazie a uno spettacolo di luci natalizie dal fascino davvero unico e speciale: da ammirare assolutamente.

Mayfair, da definire

Lasciatevi incantare dalle luci natalizie di Mayfair che sembrano uscite da un quadro. Nel mese di novembre potete ammirare una serie di esposizioni abbaglianti in tutta Mayfair e l’iconico arco che illumina South Molton Street, prima di dedicarvi allo shopping natalizio.

Mayfair

Fonte: iStock

Natale a Mayfair

King’s Cross, da definire

Visitare King’s Cross e Coal Drops Yard a Natale vuol dire anche lasciarsi incantare da fantastiche installazioni a tema con il periodo. A novembre puoi aspettatati un’entusiasmante serie di divertimento festivo, tra cui un albero di Natale decorato, vivaci mercatini di Natale e attività in tutto il quartiere alla moda.

King's Cross Natale

Fonte: iStock

Natale a King’s Cross

Trafalgar Square, dal 5 dicembre

Impossibile non notare il grande e luminoso albero di Natale che ogni anno viene allestito a Trafalgar Square, una delle piazze più frequentate di Londra. Quest’anno le luci saranno accese dal 5 dicembre con un concerto di canti nella vicina St. Martin in the Fields per celebrare l’evento.

Trafalgar Square Natale

Fonte: iStock

Natale a Trafalgar Square
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Vienna a Natale: cosa fare, cosa vedere e info utili

Vienna, una delle città più affascinanti d’Europa, durante il periodo di Natale assume un aspetto ed un’atmosfera decisamente magica e spettacolare. Famosa per i suoi palazzi storici e le sue eleganti vie, la capitale austriaca durante l’Avvento ospita numerosi mercatini e feste, diventando una delle mete più amate dagli appassionati del Natale, grandi o bambini che siano.

Viene offre una serie di esperienze indimenticabili, sia per chi, in coppia, è alla ricerca di una passeggiata romantica, sia per tutte quelle famiglie che vogliono passare momenti unici con il proprio partner ed i propri bambini.

Cosa fare a Vienna a Natale

Questa bellissima città europea, durante il periodo natalizio, offre una vasta serie di attività uniche, che porteranno i visitatori alla scoperta di ogni angolo della città, dei suoi tesori nascosti e della sua affascinante storia. Scopriamo cosa fare a Vienna a Natale.

Visitare i Mercatini di Natale

Nel periodo dell’Avvento una delle attrazioni più iconiche di Vienna sono, senza ombra di dubbio, gli imperdibili mercatini di Natale viennesi. Questi luoghi, per la maggior parte aperti dai primi giorni di Novembre, sono luoghi magici: il Christkindlmarkt nella piazza del Municipio, a Rathausplatz , dove le luci colorate e le oltre 150 bancarelle creano un’atmosfera calda e accogliente. Passeggiando fra gli stand di questo mercatino, e non solo, è possibile trovare ogni tipo di articolo natalizio, come gli addobbi artigianali, ad esempio, oppure assaporare le diverse specialità enogastronomiche austriache. È l’occasione giusta per assaggiare un buon punsch caldo oppure i deliziosi biscotti di pan di zenzero.

Un altro mercatino iconico di Vienna è quello di Schönbrunn, che si trova di fronte all’omonimo castello, che fu residenza reale e dimora estiva degli Asburgo, luogo in cui, tra stanze e corridoi, ha vissuto anche la Principessa Sissi. È considerato il più raffinato tra i mercatini viennesi: qui è possibile trovare diversi prodotti artigianali in legno fatti a mano, ma anche gustosi prodotti alimentari locali. È facile anche assistere a spettacoli di cori natalizi di bambini delle scuole viennesi. È aperto dal 19 Novembre al 4 Gennaio 2025, ed è chiuso nella giornata di Natale ed aperto metà giornata il giorno della Vigilia.

Fare un giro in carrozza in città

Quando si pensa a Vienna, facilmente vengono in mente scenari di vita nobiliare, dove principi e principesse passeggiano a coorte. Quale modo migliore, allora, per visitare la città se non attraverso un romantico giro in carrozza? Salire a bordo delle carrozze tradizionali austriache permette di visitare il centro storico, attraversando le vie illuminate del centro e visitando alcuni fra i più famosi luoghi della città: Graben, una delle piazze principali, dove si trovano anche i migliori ristoranti del Paese, la Cattedrale di Santo Stefano, conosciuto come Stephansdom, uno dei simboli di Vienna, antico palazzo imperiale ed oggi residenza e luogo di lavoro del presidente Austriaco.

Visitare la città in carrozza è sicuramente un’esperienza adatte alle coppie, ma anche a famiglie, che vogliono vivere l’esperienza di visitare Vienna in carrozza, soprattutto durante il periodo natalizio.

Assistere a un concerto natalizio

Vienna è famosa anche per la sua tradizione musicale. Soprattutto durante il periodo natalizio è molto facile assistere a diversi cori natalizi in giro per la città, ma anche concerti che rendono omaggio ai grandi compositori viennesi, come Mozart o Strauss. Famosi sono i concerti nella Cattedrale di Santo Stefano, che consentono di vivere un’atmosfera alquanto suggestiva ed indimenticabile. Si può assistere ai concerti anche presso il Kursalon Hübner, una grande music hall nel parco cittadino, o presso l’elegante sala concerti Musikverein, dove vengono organizzati eventi musicali speciali durante le festività.

Pattinaggio sul ghiaccio al Rathausplatz

Per chi ama le attività all’aperto, in questo periodo è possibile pattinare sulla pista di ghiaccio a Rathausplatz, la piazza del Municipio. Questo luogo si trasforma, come da tradizione natalizia, in una grande pista di pattinaggio, in una cornice formata da luminarie e stand gastronomici. L’attività perfetta per le famiglie e chiunque voglia trascorrere una serata diversa, all’insegna del divertimento.

Scoprire l’arte e la cultura viennese: musei e gallerie

Vienna ha un’offerta museale straordinaria. Per questo, si può considerare anche come la destinazione perfetta per chi ama visitare musei e gallerie d’arte e vuole ammirare le bellezze del Museo di Storia dell’Arte ed il Belvedere, che non è soltanto un maestoso castello barocco, ma ospita anche una delle più pregevoli collezioni di opere d’arte del Paese. In genere, gli orari del Belvedere sono i seguenti: Belvedere superiore, dalle 09:00 alle 19:00, Belvedere inferiore, dalle 10:00 alle 18:00, solo nella giornata di giovedì fino alle 21:00, e le Scuderie del Palazzo, dalle 10:00 alle 12:00. Sono orari che potrebbero variare durante le festività natalizie.

Rathausplatz, il municipio di Vienna con luci e addobbi natalizi

Fonte: iStock

Rathausplatz, municipio di Vienna a Natale

Vienna a Natale, i luoghi più simbolici

La Cattedrale di Santo Stefano: Stephansdom

Se n’è parlato tanto, fino ad ora, di questa bellissima cattedrale nel cuore della città. La Stephansdom è una tappa obbligatoria durante le festività natalizie. Con la sua architettura in stile gotica e la sua atmosfera suggestiva, è il luogo ideale per assistere alle celebrazioni natalizie della città di Vienna, con messe e cori speciali per la Vigilia ed il giorno di Natale.

Palazzo di Schönbrunn

Il Palazzo di Schönbrunn è l’ex presidenza imperiale e, come la Cattedrale di Santo Stefano, rappresenta uno dei simboli principali della città di Vienna. Durante il Natale ospita uno dei mercatini più caratteristici della città ed il giardino viene addobbato con luci e decorazioni varie, creando una vera atmosfera da fiaba. Schönbrunn è il luogo ideale per una passeggiata invernale, andando alla scoperta del fascino storico della capitale austriaca.

La Ringstrasse

Si tratta di un’ampia strada che circonda il centro storico di Vienna e dove si trovano alcuni degli edifici più famosi ed affascinanti della città. La Ringstrasse a Natale si illumina con diverse decorazioni, trasformando una semplice passeggiata in una vera esperienza unica, da vivere in coppia o in famiglia. Da qui è facile raggiungere i mercatini più celebri oppure fermarsi nelle storiche caffetterie viennesi per riscaldarsi durante le giornate più fredde.

Graben, una delle piazze principali di Vienna, addobbata per Natale

Fonte: iStock

Piazza di Graben, a Vienna, addobbata per Natale

Il clima di Vienna a Natale

Vienna a Dicembre è caratterizzata da un clima invernale freddo, con temperature decisamente basse, che oscillano tra i -1°C ed i 4°C, anche se, a causa del vento molto comune, possono risultare più rigide. In questi mesi è facile anche assistere a diverse nevicate, che se da un lato possono provocare alcuni problemi per la viabilità, dall’altro contribuiscono a creare un’atmosfera ancora più magica. Si consiglia, dunque, di scegliere abiti invernali adeguati, come cappotti, cappelli, sciarpe e guanti. Inoltre, per chi vuole trascorrere molto tempo all’aperto, portare con sé scarponi impermeabili potrebbe essere molto utile.

Come muoversi a Vienna a Natale

La città gode di una sistema di trasporti pubblici molto efficiente e ben organizzato. Per questo, durante il periodo di Natale, si consiglia di muoversi con tram, autobus e metropolitane, che operano regolarmente anche durante le festività. L’opzione che risulta molto conveniente è quella di utilizzare la Vienna City Card, per avere così accesso ai mezzi pubblici per periodi che vanno da 24 a 72 ore, ma anche per ricevere sconti per musi, attrazioni e diversi ristoranti del centro cittadino.

Per chi, invece, decidesse di muoversi in modo indipendente, Vienna offre un servizio di noleggio biciclette, per visitare liberamente le vie della città, oltre che godere di ampie zone pedonali, per passeggiare ed ammirare le decorazioni festive e le luci che colorano i palazzi storici viennesi.

 

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Alla scoperta della Torino esoterica

Torino non è una città come le altre. Tra le sue tante particolarità c’è qnche quella legata all’esoterismo. Ci sono moltissimi luogi della città dal significato misterioso, che in pochi conoscono. Torino, infatti, soprannominata “la città magica”, perché ad essa sono legate miti e leggende di culti esoterici. Negli Anni ’70, il Papa la definì anche “città diabolica” perché è qui che s’incrociano i due triangoli della magia nera e della magica bianca. La città è nota per essere una delle punte del triangolo di magia nera, insieme alle città di Londra e San Francisco, ma anche una delle puntedel triangolo della magia bianca, con Praga e Lione.

Ma non è tutto. Sorta nel punto in cui il fiume Po (che rappresenterebbe il Sole) e la Dora (che indicherebbe, invece, la Luna) confluiscono, sarebbe dotata di “porte” nei punti cardinali. Infine, il 45° parallelo, la linea immaginaria che marca l’equidistanza dal Polo Nord e dall’Equatore, passa proprio per il centro di Torino e questo fatto accumulerebbe una grande quantità di magia positiva.

A Torino l’esoterismo è presente anche in diversi monumenti sparsi per la città, chiese e persino nella famosa Mole Antonelliana e a Palazzo Reale. Ci sono dei punti rappresentativi della magia bianca (quella buona), ma altri della magia nera (maligna). Infatti, pare che per anni le messe nere che venivano celebrate siano state un grosso problema per l’amministrazione cittadina, che ha dovuto chiudere il Mausoleo della Bela Rosin, oggi ristrutturato e divenuto una in biblioteca. In realtà, sparsi per la città ci sono simboli magici, mascheroni, draghi, meduse, serpenti e quant’altro che si sporgono dai meravigliosi edifici del centro storico. Non c’è angolo di Torino che non sia in qualche modo legato alla magia, bianca o nera che sia: Ecco i luoghi più suggestivi da non perdere.

Torino, città da sempre esoterica

Ci sono diverse storie all’origine della Torino esoterica. Pare che il Capoluogo piemontese sia sempre stato avvolto in un’aura magica. Alcuni riportano il mito di Fetonte, risalente ai tempi degli antichi egizi: figlio di Iside, la dea della magia, fondò Torino intorno al 1529 a.c. e alla città venne dato questo nome perché Cecrope, re di Atene, iniziò a immolare tori a Giove, dopo che questo si era unito a Io, che in seguito alla sua morte venne chiamata Iside. A sostenere questa tesi, la coincidenza che la città sorge dove confluiscono quattro fiumi, e l’acqua, per tutte le religioni, specialmente per quella egizia e greca, è simbolo di purificazione.

Seguendo, invece, una seconda versione, forse più veritiera, Torino venne fondata dai romani nel 28 a.C. per volere di Augusto, con il nome di Augusta Taurinorum, a presidio di confine dell’Impero. All’epoca, la città era divisa in due: nella zona occidentale, dove sorge il Sole, quindi a rappresentanza del lato più benigno del territorio, e nella zona occidentale, dove invece io Sole tramonta e sorgono le tenebre: è qui che venivano sepolti e crocifissi i condannati. Ecco perché ancora oggi chi crede a queste leggende divide la città in due zone, una nota per il bene e l’altra per il male che sprigiona.

La Mole Antonelliana

Tra i monumenti più famosi di Torino c’è sicuramente la Mole Antonelliana. Vero simbolo della città, è l’opera più conosciuta dell’architetto Alessandro Antonelli. Oltre ai significati più conosciuti, la Mole è uno dei simboli esoterici di magia bianca del Capoluogo piemontese. Secondo gli esperti di esoterismo, la Mole sarebbe un’enorme antenna che irradia l’energia positiva presa dal sottosuolo di tipo maschile (quella femminile è invece collegata alla Gran Madre) in grado di fare da equilibratore.

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Fonte: 123RF

La Mole Antonelliana

Una leggenda che riguarda la Mole vuole che custodisca il Sacro Graal, in quanto la statua della Fede davanti alla Gran Madre avrebbe lo sguardo rivolto proprio verso l’edificio. Inoltre, la Mole rappresenta uno dei tanti simboli massonici italici. Infatti, Antonelli, l’architetto che ne iniziò la costruzione nel 1863, era un massone.

Infine, Friedrich Nietzsche vide nella Mole l’immagine di Zarathustra. In una sua lettera scritta quando era a Torino, infatti, il filosofo riporta di averla “Battezzata Ecce Homo” e di averla “circondata nello spirito con un immenso spazio“. Secondo il suo biografo, Anacleto Verrecchia, Nietzsche amava pranzare nei dintorni della Mole per goderne dei benefici influssi.

La Gran Madre

La Gran Madre è una delle chiese più belle di Torino ed è considerata come un forte punto di magia bianca. Si dice che qui sia nascosto il Sacro Graal. A sostegno di questa teoria contribuiscono le due statue poste davanti alla chiesa: una di queste rappresenta la religione, l’altra invece incarna la fede, in quanto regge una coppa (che simboleggia, appunto, il Santo Graal). Si dice che lo sguardo della prima indichi il percorso da seguire per trovarlo (forse alla Mole Antonelliana, ma potrebbero anche essere il Palazzo di Città o Moncalieri, nel Medioevo frequentata dai Templari).

Infine, c’è da considerare il nome inusuale per un luogo di culto cristiano, in quanto evoca una pagana Grande Madre, intesa come madre di tutti i viventi, alla base di tutti i culti misterici dell’antichità.

Piazza Solferino e la sua fontana

La fontana Angelica di piazza Solferino è in bronzo e racchiude in sé la cultura massonica. Tra le quattro statue, le due maschili rappresentano l’autunno e l’inverno ed entrambe versano l’acqua dagli otri, simbolo di conoscenza. Metaforicamente parlando, rappresenterebbero il primo step che gli iniziati massonici devono compiere per completare il percorso massonico. Pare che rappresentino anche i due sostenitori delle colonne di Ercole, oltre le quali gli antichi credevano vi fosse l’infinito. Le figure femminili, invece, rappresentano la primavera e l’estate, l’amore sacro e l’amore profano.

La fontana, opera del 1929, doveva essere collocata davanti al duomo cittadino, ma incontrò l’opposizione della chiesa, a causa proprio delle simbologie non gradite. Era forse noto che la fontana era stata voluta da due massoni, Paolo Baiotti, ministro di Casa Savoia e Giovanni Riva?

Piazza Statuto

Piazza Statuto è un luogo considerato negativo, in quanto coincide con il vertice del triangolo di magia nera di cui la città farebbe parte con San Francisco e Londra. Pare, inoltre, che gli antichi romani avessero collocato in questa zona della città la necropoli e la vallis occisorum ovvero il patibolo dove venivano giustiziati i criminali. Ad aggiungere caratteristiche negative a questo luogo ci pensa poi lo snodo centrale delle fognature posto al centro della piazza che, nell’antichità, venivano chiamate “cloache” ossia “bocche dell’inferno”.

Il monumento più famoso di questa piazza, la fontana del Traforo del Frejus, pare sia suscettibile di un’interpretazione diversa dalla versione tradizionale, che vuole che questo monumento sia un omaggio ai minatori caduti duranti i lavori del traforo: per gli illuminati il Genio Alato rappresentato in cima è la personificazione di Lucifero, che guida le forze dell’oscurità, guardando con aria di sfida le forze benigne, ossia l’oriente, simbolo di luce e nascita. Inoltre, in precedenza sulla sua testa era collocata una stella a cinque punte che poi fu rimossa: forse un terzo occhio? Infine, nella piazza si trova anche l’obelisco geodetico, che sta a indicare il passaggio del 45° parallelo che, per gli esperti di magia, indica il centro delle potenze maligne della città.

Fontana del Traforo del Frejus 

Fonte: 123RF

Fontana del Traforo del Frejus

Il portone del diavolo

Il portone del diavolo a Torino del Palazzo Trucchi di Levaldigi al civico 40 di via XX Settembre presenta un batacchio centrale che raffigura il demone con due serpenti mentre scruta chiunque bussi alla porta. Per questo è meglio conosciuto come il “portone del Diavolo”, un luogo che sarebbe carico di energia negativa e attorno al quale si narrano tante leggende. Quella più inquietante è sicuramente la storia dell’origine del portone: molti, infatti, raccontano che questo portone sia comparso improvvisamente in una notte, alimentando così leggende come quella che fosse opera del diavolo. Ad avvalorare l’ipotesi, anche misteriosi omicidi e sparizioni. Una su tutte, la storia del Maggiore Melchiorre Du Perril scomparso al suo interno nel 1817 e ritrovato vent’anni dopo, murato tra due pareti.

Il portone del diavolo a Torino

Fonte: 123RF

Il portone del diavolo a Torino

Via Lascaris e gli “occhi del diavolo”

In via Lascaris, una via secondaria nei pressi di Piazza Castello, c’era, in passato, una Loggia Massonica. Alla base del palazzo, oggi sede di una banca, si trovano delle strane fessure a forma di occhi, detti “infernotti”, che dovevano essere dei punti di sfiato e/o di illuminazione per i locali nel sottosuolo. Negli anni, a causa della loro strana forma, si è diffusa la credenza che si trattasse degli “occhi del diavolo”.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Le fessure dette “occhi del diavolo” a Torino

Piazza Castello

Nei sotterranei di Piazza Castello, probabilmente tra Palazzo Madama e Palazzo Reale, la leggenda dice che si trovino le Grotte Alchemiche: si tratta di luoghi in cui i grandi Alchimisti hanno il potere di trasformare anima e corpo in qualcosa di superiore, unendolo all’Essenza del Tutto. Durante gli scavi per la costruzione della ferrovia, infatti, è emersa un’antica necropoli ritrovata nel sottosuolo.

In queste stanze segrete sarebbe possibile operare sul tempo, sulla materia e sulle coincidenze, influenzando il futuro, il presente e il passato del mondo. Sulla superficie della piazza, invece, si trova la cupola del Guarini, che racchiude il talismano più “bianco” e potente della Cristianità: la Sindone.

Oltre a questo monumento, si trova nella piazza anche l’obelisco geodetico, detto anche “Guglia Beccaria”, sulla cui sommità sorge un astrolabio che, secondo gli esperti di magia, indicherebbe il cuore delle potenze maligne della città. Vicino alla piazza invece, in Via Lessona, si trova la Domus Marozzo dove si dice alloggiò Nostradamus venuto a Torino per curare la sterilità di Margherita di Valois, moglie di Emanuele Filiberto. Proprio qui, il mago incise su una lapide la scritta “Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera”.

Palazzo Reale

La cancellata di Palazzo Reale segnerebbe il confine tra la città bianca e quella nera: il cancello del palazzo Reale, con le due stature dei Dioscuri, Castore e Polluce. La cancellata fu eseguita nel 1840 da Pelagio Palagi (1775-1860) e collocata per delimitare la piazzetta reale da piazza Castello. Ad ornamento furono posti dei candelabri sulla sommità dei pilastri, e dei pannelli con il simbolo mitologico della Medusa nella parte centrale. È qui che si trova l’immaginaria linea di demarcazione tra la Torino sacra e quella diabolica, tra la zona Est da quella Ovest, tra la parte della luce a quella delle tenebre.

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I canyon più belli d’Italia: le meraviglie nascoste (e impressionanti)

L’Italia nasconde luoghi spettacolari dove la natura ha scolpito vere e proprie opere d’arte. Dai canyon immersi nei paesaggi alpini del Nord fino alle gole suggestive delle regioni del Sud, una passeggiata alla scoperta di questi angoli incontaminati offrono esperienze uniche, quasi impressionanti alla vista.

Brent de l’Art, Veneto

Situati nella frazione di Sant’Antonio di Tortal, nel comune di Borgo Valbelluna (Belluno), i Brent de l’Art sono un vero gioiello geologico, dove la potenza dell’acqua ha scolpito la roccia nel corso dei secoli, creando uno spettacolo naturale di rara bellezza.

Il termine “Brent” deriva dal dialetto locale della Valbelluna e si riferisce a un corso d’acqua che scorre in una valle stretta e profonda, in questo caso il torrente Ardo, un affluente del Piave. Il termine “Art”, invece, è una variazione dialettale di “Ardo” e significa “gola rocciosa” Le acque dell’Ardo scorrono vigorosamente attraverso queste strette gole, erodendo le rocce e rivelando strati che risalgono a milioni di anni fa, dai toni rosati e grigi che cambiano colore a seconda della luce.

La visita ai Brent de l’Art regala un’esperienza immersiva: i rumori amplificati dell’acqua, l’ombra delle rocce e i colori cangianti sono quasi mistici, e i giochi d’acqua nei canyon si trasformano con le stagioni. D’inverno, le pareti rocciose si coprono di stalattiti di ghiaccio, mentre in estate le acque si tingono di verde smeraldo, in netto contrasto con le sfumature rossastre delle pareti.

Come visitare i Brent de l’Art

Per esplorare questi canyon in tutta sicurezza, è consigliato munirsi di scarpe da trekking e, nelle stagioni più fredde, anche di ramponi. Gli appassionati di avventura possono affidarsi alle guide alpine per praticare il torrentismo o canyoning lungo il torrente, che include il nuoto nelle acque fresche durante l’estate con muta e salvagente, o la camminata sul ghiaccio in inverno, se le temperature consentono la formazione di uno strato stabile.

Dal punto di partenza a Sant’Antonio di Tortal, il percorso verso i Brent è ben segnalato e piuttosto semplice. Una passeggiata di circa 10 minuti conduce alla piazzola in località Calcherola; da qui, una breve discesa attraverso un sentiero porta al ponte Brent. Il ponte Brent permette di osservare l’imboccatura del canyon, e ha una storia particolare: costruito per facilitare il passaggio tra i comuni di Mel e Trichiana, era utilizzato anche per trasportare i defunti di notte, eludendo i dazi imposti tra i comuni. Distrutto dall’alluvione del 1966, il ponte fu ricostruito circa dieci anni fa e rimane oggi un punto strategico per l’osservazione del canyon. Per la visita è possibile anche proseguire con un percorso ad anello, che include l’attraversamento di un ponte e una salita verso il borgo.

Gole del Brent

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I Brent de l’Art sono un vero gioiello geologico

Le Grotte di Pradis, Friuli Venezia Giulia

Le Grotte di Pradis, situate nelle Dolomiti Friulane, sono un impressionante complesso di cavità carsiche, plasmate nei secoli dall’azione erosiva del torrente Cosa sulle rocce calcaree del Cretacico. L’acqua, col suo incessante lavorio, ha creato una profonda forra punteggiata da grotte, archi naturali e cascate, disegnando un paesaggio spettacolare che continua a trasformarsi.

Conosciuto come Orrido delle Grotte di Pradis, questo canyon è un autentico museo geologico a cielo aperto. Lungo il suo percorso, le acque del torrente Cosa hanno scavato cascate e formazioni rocciose suggestive, dimostrazione tangibile della potenza dell’erosione carsica. Un percorso ad anello, che attraversa il torrente su un ponte antico e una passerella moderna, permette di esplorare da varie angolazioni questo straordinario paesaggio naturale.

La valorizzazione delle Grotte ebbe inizio grazie a Don Terziano Cattaruzza, che negli anni ’60 inaugurò la Grotta della Madonna, sede della statua della “Madonnina delle Grotte”. Questa grotta è diventata un punto di riferimento importante per l’esperienza.

Poco distante dalle Grotte Verdi, il Museo della Grotta, inaugurato nel 2001, raccoglie una vasta documentazione sull’area, inclusi i reperti archeologici rinvenuti. Nato grazie all’iniziativa del Comitato Culturale Pradis e del Gruppo Speleologico locale, il museo offre uno spaccato delle scoperte avvenute nel corso degli anni, dai resti di epoca preistorica agli strumenti litici.

Info per la visita

Per chi desidera approfondire la conoscenza di questo sito unico, è possibile prenotare visite guidate per gruppi, contattando l’Associazione Lis Aganis – Ecomuseo regionale delle Dolomiti Friulane almeno una settimana prima della data prescelta. Sono disponibili diversi pacchetti tematici che offrono un’esperienza completa, tra geologia, archeologia e paesaggi mozzafiato. Pradis di Sopra si trova a circa un’ora di auto da Pordenone.

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L’Orrido delle Grotte di Pradis è un autentico museo geologico a cielo aperto

Orrido di Foresto, Piemonte

L’Orrido di Foresto, situato tra Bussoleno e Susa, a un’ora d’auto circa da Torino, è una delle formazioni naturali più spettacolari del Piemonte. La riserva naturale dell’Orrido di Foresto, istituita nel 1980, si estende su circa 180 ettari, a quote che variano dai 450 ai 950 metri. L’area fa parte del SIC (Sito di Interesse Comunitario) delle oasi xerotermiche della Val di Susa, un ecosistema raro che ospita il ginepro coccolone, una specie vegetale protetta. La gola, scolpita dal torrente Rocciamelone, vanta un paesaggio ricco di biodiversità e si snoda tra pareti rocciose calcaree e cascate: è particolarmente affascinante durante la primavera, quando la vegetazione esplode in colori vivaci. Non solo natura perché nel cuore dell’Orrido si trovano le rovine di un antico lazzaretto, usato fino al Settecento per isolare le persone affette da malattie contagiose, come il colera.

La Via Ferrata, info utili

La Via Ferrata dell’Orrido di Foresto è uno dei percorsi più emozionanti per gli amanti dell’alpinismo. La via, ricostruita nel 2003 con il contributo delle Guide Alpine e del Comune di Bussoleno, riprende l’itinerario originale realizzato negli anni ’60, ma con una serie di migliorie che la rendono più sicura e spettacolare. L’inserimento di tre ponti tibetani nel 2010 ha reso il percorso ancora più affascinante, con panorami mozzafiato sulla gola e sul torrente sottostante.

L’itinerario si sviluppa lungo la profonda gola, caratterizzata da pareti calcaree ripide e in alcuni tratti verticali. La via ferrata presenta una difficoltà D- (difficoltà media), con un dislivello di circa 250 metri, e un tempo di percorrenza che varia dalle 3 alle 5 ore, a seconda della preparazione degli escursionisti. Le pareti dell’Orrido sono molto scoscese e inaccessibili, il che rende l’esperienza ancor più avvincente e adrenalica. Sebbene l’itinerario sia stato ristrutturato per migliorarne la sicurezza, è importante affrontarlo solo nelle giuste condizioni meteo. È vivamente sconsigliato percorrere la via ferrata durante periodi di piogge o temporali, quando il torrente può diventare particolarmente impetuoso. Inoltre, la possibilità di caduta di pietre e frane dalle pareti della gola non può essere esclusa, quindi è essenziale seguire le indicazioni delle guide locali e prestare la massima attenzione durante l’escursione.

Orrido di Bellano, Lombardia

L’Orrido di Bellano, situato sulle sponde del Lago di Como, è un’imperdibile attrazione naturale, famosa per le sue strette gole, scolpite nel corso dei millenni dal torrente Pioverna. Questo spettacolare canyon, che affonda le sue radici nell’era glaciale, è caratterizzato da pareti rocciose alte e ripide, da cui si gettano rapide e cascate. Le passerelle panoramiche, recentemente allungate, permettono di esplorare ogni angolo di questo straordinario paesaggio.

Fin dai tempi antichi, le acque dell’Orrido hanno avuto un ruolo fondamentale nell’economia locale, alimentando le macchine delle ferriere, filande e cotonifici. Oggi, la forza dell’acqua è sfruttata dalla centrale idroelettrica, che ha sostituito gli impianti storici, ma l’Orrido continua ad essere una risorsa vitale per la comunità. Le spettacolari formazioni rocciose e l’atmosfera misteriosa hanno anche ispirato scrittori come Stendhal e Johann Jakob Wetzel che ne hanno descritto la bellezza e il potere evocativo.

Dettagli pratici per la visita

L’Orrido di Bellano, facilmente raggiungibili in auto, è aperto al pubblico con orari stagionali. I biglietti di ingresso hanno un prezzo intero di  6 euro, ridotto per i bambini dai 4 ai 12 anni a 4 euro, e gratuito per i bambini sotto i 3 anni.

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Lo spettacolare canyon dell’Orrido di Bellano

Canyon Rio Sass, Trentino

Nel cuore della Val di Non, il Canyon Rio Sass è visitabile dal 2001. Il percorso parte da Fondo, attraversa il canyon su passerelle e scalinate di ferro sospese sopra il fiume, per poi concludersi ai Bagni di Fondo, un antico stabilimento termale ora in disuso. La visita è guidata e presenta un dislivello di 145 metri e circa 1200 scalini, con tratti a strapiombo e punti stretti. Sono forniti caschetti di sicurezza, e la durata del percorso è di circa due ore. Lungo il cammino, si possono ammirare spettacolari pareti rocciose, grotte, cascate, fossili e una ricca vegetazione che varia dal bosco fitto a muschi e alghe che crescono sulle rocce in condizioni di scarsa luce. La bellezza selvaggia e l’emozionante esplorazione di questo luogo lo rendono un’esperienza imperdibile per gli amanti della natura e dell’avventura.

Info utili

Il punto di partenza per raggiungere il canyon è il paese di Fondo L’ingresso al Canyon Rio Sass costa 12 euro per gli adulti, 8 euro per i bambini (6-12 anni), con una tariffa famiglia di 35 euro per 2 adulti e 2 bambini. È prevista una riduzione per i gruppi di minimo 20-25 persone. L’ingresso è gratuito per i bambini sotto i 6 anni. Il percorso è adatto a tutti, ma non consigliato per i bambini sotto i 3 anni e persone con vertigini o claustrofobia. Novità: un nuovo impianto di illuminazione permette di visitare il Canyon Rio Sass anche in notturna!

Lame Rosse del Lago di Fiastra, Marche

Le Lame Rosse, conosciute anche come il Gran Canyon delle Marche, rappresentano una delle meraviglie naturali più affascinanti della regione. Situate sopra il Lago di Fiastra, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, queste formazioni geologiche sorprendono per la loro unicità. Pinnacoli e torri di ghiaia, compatti grazie all’argilla e ai limi che le costituiscono, emergono in un paesaggio che sembra uscito da un mondo surreale. La loro forma a picchi frastagliati, colorati di rosso dalla roccia che li compone, ricorda i paesaggi desertici che caratterizzano altre zone del pianeta, come il Gran Canyon.

Un percorso immerso nella natura

Il percorso che conduce alle Lame Rosse inizia dal Lago di Fiastra, precisamente dalla diga. Questo sentiero di 7 chilometri, con un dislivello di circa 200 metri, è adatto a tutti, anche a famiglie con bambini o escursionisti alle prime armi. Il cammino parte su una strada sterrata e, proseguendo, si inoltra in una lecceta, un’area di bosco ombreggiato che offre una piacevole frescura durante il tragitto. Il sentiero diventa sempre più suggestivo man mano che ci si avvicina alle formazioni rocciose, alternando tratti di vegetazione rigogliosa a panorami mozzafiato sul lago e, infine, al paesaggio spettacolare delle Lame Rosse. Il tempo di percorrenza per l’andata e il ritorno è di circa tre ore, con una durata effettiva di cammino di 2 ore e 20 minuti.

Per raggiungere l’inizio del sentiero, si può parcheggiare lungo la diga del Lago di Fiastra e partire a piedi da lì. In alternativa, è possibile partire dal belvedere della Ruffella, passando per la frazione di Fiegni, sempre nel Comune di Fiastra. L’accesso alle Lame Rosse è gratuito e non è previsto alcun biglietto d’ingresso. Poiché il sentiero è in parte sterrato e in parte boschivo, è consigliato indossare scarpe da trekking.

Gola di Gorropu, Sardegna

Situata nel cuore del Supramonte, la Gola di Gorropu è uno dei canyon più profondi e spettacolari d’Europa, con pareti che raggiungono i 500 metri di altezza. Questo straordinario capolavoro naturale segna il confine tra i comuni di Urzulei e Orgosolo, nella regione montuosa della Sardegna. Con una lunghezza di circa 1,5 km, la gola si restringe in alcuni punti a soli 4-5 metri di larghezza, creando uno scenario mozzafiato che lascia senza fiato i visitatori.

La Gola di Gorropu è una meta ideale per gli amanti della natura e del trekking. Offre percorsi per tutti i livelli, da quelli più facili a quelli adatti a escursionisti esperti. L’itinerario più semplice prevede una partenza dal Campo Base Gorropu, perfetta per chi non vuole affrontare lunghi tratti di cammino. Per chi ha più esperienza, il percorso integrale attraversa la gola in tutta la sua lunghezza, offrendo una visione completa del paesaggio e una sfida fisica maggiore. Per gli escursionisti più esperti, il sentiero completo offre un’immersione totale nella bellezza naturale della zona. Un’altra opzione è quella di partire dal Ponte sa Barva, in territorio di Dorgali, che consente di esplorare la gola da un’altra angolazione.

Info pratiche

La Gola di Gorropu è visitabile da metà marzo a metà novembre, quando le condizioni meteorologiche sono più favorevoli e sicure. Si sconsiglia vivamente di visitarla durante i mesi invernali, quando il rischio di frane è maggiore e le giornate più corte limitano il tempo disponibile per l’escursione. Il biglietto d’ingresso al canyon è di 6 euro per gli adulti e 4 euro per i bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni. Per chi desidera una visita più comoda, è disponibile un servizio di trasferimento in fuoristrada da e per il Campo Base, oltre alla possibilità di scegliere se affrontare il percorso con o senza guida.

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La Gola di Gorropu è uno dei canyon più profondi e spettacolari d’Europa

Gole del Raganello, Calabria

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, le Gole del Raganello rappresentano una delle mete più apprezzate per gli appassionati di canyoning e avventure a contatto con la natura. Questo canyon, che si sviluppa per circa 17 km, è caratterizzato da pareti rocciose imponenti, cascate, piscine naturali e acque cristalline. È il luogo ideale per chi cerca un’esperienza immersiva nella bellezza selvaggia e incontaminata del territorio calabrese, ma è necessario essere accompagnati da guide esperte per garantirsi un’esplorazione in sicurezza.

Il percorso delle Gole del Raganello si snoda tra le creste rocciose della Timpa di San Lorenzo e della Timpa di Porace-Cassano, circondato da panorami mozzafiato che alternano il verde delle fitte foreste di faggio e quercia alla potenza dell’acqua che ha modellato il canyon nel corso dei millenni. La zona è una riserva naturale protetta, ricca di biodiversità, e ospita numerose specie animali e vegetali che trovano rifugio in questo ecosistema unico. Il canyon si suddivide in due parti principali: le Gole alte e le Gole basse, ciascuna con caratteristiche e difficoltà differenti.

Le Gole alte, conosciute anche come Gole di Barile, partono da Contrada Maddalena di San Lorenzo Bellizzi. In questo tratto, le pareti rocciose raggiungono un’altezza di 700 metri e il paesaggio si fa ancor più spettacolare, con strette gole che sembrano scontrarsi tra loro. L’itinerario è ideale per escursionisti esperti e appassionati di canyoning, che possono affrontare cascate, salti e tunnel naturali.  Le gole intermedie, un po’ più facili delle Gole alte ma comunque impegnative, sono percorse da chi cerca un’esperienza avventurosa ma accessibile. L’itinerario inizia dall’ex Ostello della Gioventù di Civita (ora trasformato in Sprar) e si sviluppa lungo il sentiero degli Oleandri, che costeggia il letto del fiume. Lungo il percorso, si attraversa l’imponente Timpa del Demanio e si possono ammirare le cascate e i rapidi che caratterizzano la zona. Questa parte del canyon è particolarmente emozionante, grazie alla portata d’acqua del torrente che rende l’escursione più impegnativa ma anche molto suggestiva.

Per le famiglie e i bambini, le Gole basse rappresentano la soluzione ideale. Questo tratto, che dura circa due ore, parte dal Ponte del Diavolo e risale il fiume, offrendo un’esperienza meno intensa rispetto alle altre zone del canyon. Il percorso è perfetto per i più piccoli, che potranno divertirsi a rinfrescarsi sotto la “Doccia del Diavolo”, una cascata naturale che rende l’esperienza ancora più piacevole e affascinante.

Come visitare le Gole del Raganello

Per una visita sicura e completa è fondamentale affidarsi a guide locali esperte. Le escursioni sono disponibili in diverse modalità, a seconda del livello di difficoltà. Le escursioni nel canyon sono possibili durante tutto l’anno, ma la stagione migliore va dalla primavera all’autunno, quando le condizioni meteo sono più favorevoli e il fiume non è troppo impetuoso.

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Le gole di Raganello

Gole dell’Alcantara, Sicilia

Le Gole dell’Alcantara sono celebri per le loro spettacolari pareti di basalto, modellate da antiche colate laviche. Il fiume Alcantara, che scorre tra queste formazioni geologiche, crea un paesaggio fresco e suggestivo. La formazione dell’alveo dell’Alcantara risale a circa 300.000 anni fa, ma l’attuale aspetto delle gole è il risultato delle colate laviche che si sono verificate negli ultimi 8.000 anni. L’acqua del fiume, con la sua percolazione attraverso la massa magmatica, ha favorito un raffreddamento rapido, creando fratture irregolari e formazioni geologiche uniche. Alcune di queste fratture, a volte caotiche, hanno dato origine a strutture prismatiche straordinarie, come quelle a “catasta di legna”, ad “arpa” e a “rosetta”. Le formazioni più regolari, verticali, a “canna d’organo”, possono raggiungere anche i 30 metri di altezza.

Attività e escursioni

Le Gole dell’Alcantara sono un paradiso per chi cerca avventure in acqua, soprattutto durante l’estate, quando è possibile praticare il body rafting. Questa attività consente di vivere il canyon direttamente dal letto del fiume, scivolando tra le formazioni rocciose . Per chi preferisce un’escursione più tranquilla, le Gole dell’Alcantara offrono diversi percorsi, adatti a tutti i livelli di difficoltà. Un’escursione base inizia al MOL Museum of Land, dove i visitatori possono scoprire la storia delle Gole tramite una moderna sala multimediale 4D. Successivamente, si scende grazie a un servizio di ascensori fino alla spiaggetta del fiume, da cui è possibile ammirare le Gole dal basso, un’esperienza affascinante che consente di apprezzare la bellezza selvaggia delle formazioni laviche. Il ritorno avviene sempre tramite ascensore, rendendo questo itinerario perfetto per famiglie e persone di tutte le età. Il percorso walking del Parco Botanico e Geologico Gole Alcantara, dopo la visita alla sala multimediale, prosegue lungo il sentiero naturalistico, che dura circa 45 minuti e consente di ammirare dall’alto la parte più suggestiva e intima delle Gole. Questo itinerario garantisce una vista panoramica straordinaria sulle formazioni rocciose e sull’ambiente circostante. Al termine del percorso, si scende nuovamente al fiume tramite gli ascensori, per osservare il canyon dal basso.

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Cosa vedere nel Canton Vallese, una Svizzera piena di meraviglie

Premiato come Best in Travel 2025, il Canton Vallese è un luogo incantato nel cuore delle Alpi svizzere che si estende dalla cima del Matterhorn (quello che in Italia chiamiano Monte Cervino) fino ai vigneti terrazzati del Rodano. Questa zona, molto amata dagli escursionisti e gli amanti della natura, offre molte attrattive tra montagne, gole vertiginose, ghiacciai e specialità locali, a partire dall’ottimo vino che viene prodotto. Il Vallese è un cantone dove il sole splende per circa 300 giorni l’anno ed è collegato all’Italia con il treno, se non si vuole viaggiare in auto. Per vivere una vera avventura tra i monti non perdete queste attrazioni.

I Castelli di Sion

La città di Sion si trova nel fondo della Valle del Rodano e due dei suoi castelli sono su due collinette scoscese che la rendono una location da fiaba medievale. Qui si può fare una bella passeggiata nella città vecchia Vielle Ville degustando le specialità locali con il vino bianco Fendant, visitare i due castelli del XIII secolo e partire per delle escursioni giornaliere lungo le bisses del Vallese, ovvero dei canali in miniatura costruiti tra il XIII e il XV secolo per irrigare i vigneti terrazzati lì intorno. Il museo d’arte valevano è all’interno del Castello di Vidomnat e di Majorie in particolare, mentre in cima c’è il Castello di Tourbuillon e la chiesa fortezza di Valere che è da visitare.

Martigny

I romani si fermarono a Martigny per attraversare il Col du St. Bernard e raggiungere l’Italia. Martigny è la città più antica del Vallese, che vanta un anfiteatro romano, vigneti terrazzati e un centro storico medievale che vale la pena visitare. C’è anche un museo d’arte ricco di opere come le sculture di Rodin, Henry Moore e altri Maestri moderni, ma non da meno è il castello del XII secolo in cima alla collina che regala anche una vista suggestiva sulla Valle del Rodano. Per gli amanti dei cani, da non perdere è Barryland, un luogo, ma anche una nursery, che celebra il San Bernardo della Svizzera con un museo dedicato che ripercorre la storia del tenero e fedele soccorritore alpino.

Sion Svizzera

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Sion in Svizzera

Zermatt e il Matterhorn

Zermatt è una località montagna ai piedi del Matterhorn completamente car free, che offre la possibilità di godere di un panorama montano mozzafiato nel più totale silenzio. Per questo viene considerata una perla delle Alpi e del Vallese, con sentieri acciottolati e caratteristiche case in legno che creano un paesaggio suggestivo. Questa meta incanta gli escursionisti, gli sciatori, ma anche le famiglie e le coppie che vogliono trascorrere un weekend romantico. Oltre a offrire una vista unica, Zermatt offre possibilità di shopping, vita notturna, strutture per sport invernali facendo divertire grandi e piccoli.

Il Passo della Furka

Gli appassionati di James Bond forse hanno notato questo luogo nel film Goldfinger del 1964, ma il Passo della Furka si trova all’estremo nord-est del Vallese ed è stato aperto nel 1867. Si snoda tra vari tornanti nella Svizzera centrale e, chi ama guidare, può percorrerlo passando per i passi del Susten e del Grimsel o sulla strada verso sud nel Canton Ticino italiano passando per il Passo della Novella, molto selvaggio e isolato. Uno dei luoghi più straordinari da visitare qui è la grotta azzurra, lunga 100 metri e scavata dentro il ghiacciaio del Rodano, all’altezza dell’Hotel Belvedere.

Il lago sotterraneo di St. Leonard

Tra Sion e Sierre c’è il lago sotterraneo navigabile più grande d’Europa, il Lago di St. Leonard che è una delle cose da vedere assolutamente nel Canton Vallese. La visita dura circa mezz’ora a bordo di una barca a remi che naviga sulle acque fresche e limpide del lago. Se si presta attenzione si possono notare alcuni pesci di grandi dimensioni

Il parco labirinto di Evionnaz

A Evionnaz, nel Basso Vallese, è possibile vedere e provare il labirinto di Evionnaz, 3 km di percorsi intricati creati da alte siepi che mettono alla prova grandi e piccoli. Questo parco, che offre uno spettacolo dal punto di vista naturalistico, fa anche divertire i visitatori che accettano la sfida, mentre ammirano installazioni artistiche.

Grotta azzurra Canton Vallese

Fonte: iStock

La grotta azzurra nel Vallese

Aletsch Arena

Il ghiacciaio dell’Aletsch è il più grande delle Alpi e offre molte attività per gli amanti della natura. Gli escursionisti possono percorrere vari sentieri come il Marliweg o Sentiero delle Fiabe per vivere le leggende e il folklore locale o visitare il lago Blausee. Il mare di ghiaccio si snoda per 20 km intorno all’Aletschhorn, la seconda vetta più alta delle Alpi Bernesi e si può raggiungere con la funivia dal borgo fluviale di Fiesch.

Goms e il ponte sospeso

Il Ponte Sospeso Goms, conosciuto anche come Hangebrucke Furgangen-Muhlebach, è un’attrazione emozionante del Canton Vallese, situato nella regione di Goms, tra i villaggi di Furgangen e Muhlebach. Si estende per 280 metri ed è alto 92 metri, realizzato con cavi di acciaio e una pedana in legno che dà la sensazione di camminare nel vuoto. Potete vederlo tutto l’anno e l’accesso è gratuito.

Leukerbad

Un borgo da fiaba a 1400 metri di altezza è Leukerbad, circondato da montagne maestose dell’Alto Vallese con rocce e pinnacoli. Le sorgenti termali di questo piccolo centro abitato sono molto famose e offrono attività per rilassarsi in coppia o in famiglia, per poi passeggiare in mezzo alla natura e godere del paesaggio naturale tra fontane, vecchie costruzioni in legno, piazzette e un viaggio tra tradizione e storia. Dal 1850, Leukerbad è raggiungibile anche con la strada, mentre prima si poteva arrivare solo percorrendo una mulattiera.

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Dopo anni di abbandono, rinasce il Cammino di San Filippo Neri

Il Cammino di San Filippo Neri è un lungo percorso a piedi nel Basso Lazio che negli anni è stato considerato un itinerario religioso molto importante. Si sviluppa da Cassino a Gaeta, permettendo a chi lo percorre di godere di un paesaggio naturale suggestivo e di entrare in contatto con la propria spiritualità. Antichi borghi, sentieri intriganti e una natura florida accolgono in un’atmosfera evocativa, ricordando i viaggi di San Filippo Neri dal 1532 al 1534.

Le tappe del Cammino di San Filippo Neri

Sette tappe organizzate su un percorso di 120 km possono essere raggiunte a piedi, in bicicletta o a cavallo, partendo da Cassino all’ombra del monastero più importante del mondo, passando per i fiumi Gari e Garigliano e i centri storici di S.Angelo e S. Ambrogio.

  • Da Cassino a S.Ambrogio: la prima tappa del Cammino permette di godersi il paesaggio senza particolari difficoltà. Ai confini con la Campania si percorre un paesaggio agreste, fluviale e con vari monumenti delle Quattro Battaglie di Cassino come patrimonio storico culturale.
  • Da S.Ambrogio a S.Andrea: seconda tappa dopo circa 9,8 km con un percorso pianeggiante che costeggia la sponda destra del fiume Garigliano, raggiungendo la zona di Bosco d’Olmi ai confini con la provincia di Latina. Colline e monti anticipano la Fonte di Salomone da cui è possibile bere acqua fresca e notare una fauna affascinante come il Gruccione, la Nitticora e la tartaruga acquatica autoctona nota come la Testuggine Palustre Europea. Per chi ha interesse per la geologia questa zona offre alcune formazioni piroclastiche tufacee, residue delle eruzioni del vulcano di Roccamonfina.
  • Da S. Andrea a Madonna del Piano: terza tappa dove il cammino si fa più impegnativo con un paesaggio carsico Agro Silvo pastorale di interesse storico. Si sale dai 100m di Bosco d’Olmi a quasi 700 metri del Valico di Vallaurea e, aggirando il Monte Maio, si arriva a un punto panoramico molto suggestivo sul Mar Tirreno.
  • Da Madonna del Piano ad Esperia: risalendo le pendici del Monte Fammera in un paesaggio mediterraneo passando di fianco alla chiesa di Correano. Dal Colle Bastia si prosegue tra saliscendi fino all’antica Roccaguglielma.
  • Da Esperia a Filetto: la più difficile del cammino con un punto panoramico sul golfo di Gaeta e di Napoli, il Vesuvio, le Isole Partenopee e le Isole Ponziane.
  • Da Filetto a Madonna della Civita: la sesta tappa con un paesaggio montano, carsico e agro silvo pastorale che parte dal rifugio di Acquaviva per attraversare i monti della parte centrale del parco regionale degli Aurunci. Potrebbe esserci bisogno di pernottare all’ostello Ossigeno presso il passo S.Nicola ma in 16km si raggiunge il Santuario della Madonna della Civita.
  • Dal Santuario alla Montagna spaccata di Gaeta: molti affacci sul litorale regalano panorami da non perdere prima di scendere alla Piana di Serapo e aver raggiunto la destinazione finale. Un’epigrafe marmorea nei pressi del Santuario della Madonna della Civita testimonia il passaggio del santo della gioia nel 1532 ed è una tappa obbligata per chi vuole intraprendere questo percorso anche a livello spirituale e religioso.

Chi era Filippo Neri

Nel 1532 Filippo Neri arrivò a Cassino che all’epoca era noto come San Germano, e doveva prendere in gestione un negozio dal cugino. Fiorentino di origine, si trasferì molto giovane a Roma e un richiamo spirituale stravolse la sua vita per sempre. Il futuro santo iniziò a frequentare l’Abbazia di Montecassino per poi incamminarsi verso una piccola cappella dedicata al santo Crocifisso a picco sul mare, presso il santuario della Montagna Spaccata di Gaeta.

Neri fu beatificato nel 1615 e poi fu proclamato Papa Gregorio XV nel 1622. La sua vita sacra non fu contemplativa, ma attiva, poichè egli amava stare in mezzo alla gente e vivere il mondo per cercare di cambiarlo e lavorare per un futuro migliore. Radunò alcuni ragazzi di strada per avvicinarli alla chiesa facendoli divertire con la musica e giochi, creando un oratorio che nel 1575 divenne una vera congregazione. Il suo carattere spensierato e simpatico gli fece guadagnare il soprannome di “santo della gioia”. Il Cammino che ancora oggi viene fatto da alcuni pellegrini e amanti del trekking ripercorre il percorso di fede e impegno del santo.

Cassino

Fonte: iStock

Il convento benedettino di Cassino

La rinascita del Cammino di San Filippo Neri

Da qualche tempo alcuni tratti del Cammino di San Filippo Neri non erano considerati molto sicuri, come l’area della vecchia ferrovia vicino Gaeta. Pertanto alcuni cittadini volontari hanno cercato di rimediare, lavorando insieme, per riportare il percorso al suo antico splendore. L’Associazione Amici del Cammino di San Filippo Neri ha promosso alcuni lavori di ripulitura del sentiero e molte persone hanno dato una mano in nome di un senso civico e del desiderio di far tornare quel cammino piacevole e sereno.

Un’intera giornata ha permesso di ripulire la zona e renderla sicura come una volta, eliminando sacchi di rifiuti, materassi e pneumatici che erano stati parcheggiati nei dintorni. Tutto il materiale di scarto raccolto è stato portato all’isola ecologica di Gaeta per smaltirlo nel modo giusto e far rinascere il Cammino di San Filippo Neri per tutti. Le condizioni meteorologiche, la semplice usura del tempo o l’incuranza dell’essere umano possono danneggiare alcuni itinerari naturalistici e la manutenzione di questi luoghi non è sempre automatica e sotto la responsabilità di qualche ente in particolare. Pertanto il lavoro dei volontari è fondamentale per non perdere alcune tradizioni e permettere anche alle nuove generazioni di provare l’emozione di un cammino come questo, da fare da soli o in compagnia.

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Le terme del Trentino, per una vacanza di relax e natura

Il Trentino, con le sue oltre diecimila sorgenti d’acqua e i boschi che ricoprono più del 60% del territorio, è un rifugio perfetto per chi cerca una vacanza o una pausa di relax e benessere. In questo angolo di natura incontaminata, diversi centri termali, tra i migliori i Italia, offrono esperienze uniche, ciascuno con acque dalle straordinarie proprietà curative e percorsi benessere pensati per soddisfare le esigenze di ogni visitatore.

Terme di Levico, il benessere in riva al lago

Situate nella suggestiva cornice della Valsugana, tra i laghi e le montagne della catena del Lagorai, le Terme di Levico sono immerse nella prima destinazione certificata come sostenibile dal Global Sustainable Tourism Council. La protagonista è l’Acqua Forte, un’acqua ferruginosa unica, che scende dal Monte Panarotta, attraversando giacimenti metalliferi e arricchendosi di preziosi minerali come ferro, solfati, rame e arsenico. Grazie a questa composizione, l’acqua ha un effetto calmante sul sistema nervoso ed è indicata per il trattamento di disturbi legati allo stress, ansia e problematiche artroreumatiche, respiratorie e dermatologiche.

Le Terme di Levico offrono cure termali, ma anche percorsi dedicati al benessere, con un’ampia scelta di trattamenti olistici ideali per alleviare lo stress. È possibile praticare yoga in riva al lago, esercizi di respirazione e meditazione immersi nella natura per riscoprire il proprio equilibrio interiore. All’interno del centro termale, i visitatori possono usufruire di trattamenti esclusivi come la crioterapia elettrica, unica in Trentino, e il galleggiamento asciutto in vasca Nuvola, che permettono un’esperienza di rilassamento profondo. Completano l’offerta massaggi terapeutici, fisioterapia, ginnastica in acqua e un percorso flebologico.

Come arrivare

Le Terme di Levico si trovano a Levico Terme, facilmente raggiungibili in auto tramite la SS47 della Valsugana, con un’ampia disponibilità di parcheggi. In alternativa, è possibile arrivare in treno alla stazione di Levico Terme, da cui il centro termale dista solo pochi minuti a piedi.

Orari e giorni di apertura

Le terme sono aperte da aprile a novembre, con trattamenti dalle 7 alle 14 e l’area benessere dalle 9 alle 14 e dalle 15.30 alle 18 dal lunedì al sabato. Durante tutto l’anno è attivo il poliambulatorio specialistico e il servizio di fisioterapia. È aperto, inoltre, uno spazio dedicato al benessere con la possibilità di fare alcuni trattamenti viso e corpo.

Prezzi

I prezzi variano in base ai servizi scelti. Le cure termali possono essere effettuate in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, quando previsto, pagando il ticket con impegnativa del medico curante. Per i trattamenti specifici, come la crioterapia e il galleggiamento in vasca Nuvola, sono disponibili tariffe singole o pacchetti personalizzati.Per quanto riguarda i pacchetti benessere, un percorso personalizzato di 120 minuti ha un costo di 150 euro; il percorso che include bagno all’acqua termale, massaggio relax e un prodotto della linea Minerals Thermal Essence dura 75 minuti e costa 90 euro; oppure esiste il Thermal Break 3 giorni (240 euro) e Thermal week 6 giorni (420 euro).

Terme di Vetriolo: benessere in alta quota

A 1500 metri di altitudine, tra le imponenti montagne del Lagorai, le Terme di Vetriolo sono la stazione termale più alta d’Europa. Immersi in un paesaggio di grande bellezza e silenzio, questo centro è il rifugio ideale per chi cerca un completo relax, unendo i benefici dei trattamenti termali alla purezza della natura circostante. Le terme utilizzano un’acqua termale unica in Italia, ricca di minerali e particolarmente indicata per la salute e il benessere.

Lo stabilimento offre un’ampia gamma di trattamenti curativi, tra cui la balneoterapia, immersioni in acqua termale dalle proprietà rigeneranti; cure inalatorie, come inalazioni e aerosol, ideali per il sistema respiratorio; irrigazioni vaginali per la salute intima; massaggi e massofisioterapia personalizzati per alleviare tensioni muscolari.

Accanto ai trattamenti termali, le Terme di Vetriolo dispongono di una piscina con acqua non termale, un percorso Kneipp, una zona solarium e un giardino alpino.

Come arrivare

Le Terme di Vetriolo si trovano a breve distanza da Levico Terme, raggiungibili in auto attraverso strade panoramiche ben segnalate. Per chi arriva in treno, la stazione più vicina è Levico Terme, da cui si può proseguire in taxi o navetta.

Periodo di apertura e prezzi

Lo stabilimento tendenzialmente è aperto da maggio a ottobre, con orari che variano in base alla stagione e alla tipologia di trattamenti. Si consiglia di verificare gli orari aggiornati direttamente con la struttura. Anche i prezzi dei trattamenti variano, con la possibilità di acquistare pacchetti specifici per soggiorni prolungati o trattamenti singoli.

Terme di Rabbi, tra boschi e cascate nel Parco dello Stelvio

A 1200 metri di altitudine, nel cuore incontaminato del Parco Nazionale dello Stelvio, le Terme di Rabbi offrono un’esperienza unica di benessere e rigenerazione. Circondate dalla Val di Rabbi, famosa per le spettacolari Cascate di Saent e i monumentali larici secolari a quasi 2000 metri, queste terme rappresentano un’oasi di quiete, ideale per chi cerca ristoro fisico e mentale. L’acqua che sgorga dal Gruppo Ortles-Cevedale è particolarmente ricca di anidride carbonica, una caratteristica che la rende unica per i trattamenti terapeutici.

L’acqua termale di Rabbi è utilizzata infatti per una varietà di trattamenti grazie ai suoi effetti benefici sul corpo. Indicata per il trattamento di malattie artroreumatiche, vascolari, otorinolaringoiatriche, gastrointestinali e stati anemici sia per bambini che per adulti, può essere assunta come bevanda o utilizzata in bagni, aerosol e percorsi flebologici. Rinomata per la sua efficacia, l’acqua di Rabbi fu elogiata persino da Maria Teresa d’Austria, che la definì “un elisir naturale” nel XIX secolo.

Le Terme di Rabbi abbinano ai tradizionali trattamenti termali nuove esperienze di park therapy: camminate a piedi nudi nei boschi, abbracci agli alberi, e sessioni di movimento armonico e respirazione guidate da esperti olistici, il tutto immersi nella natura. La struttura offre anche una Stanza del sonno per allenare la mente a un riposo profondo e rigenerante, garantendo un’esperienza completa di benessere.

All’interno del centro si trova un’area wellness con una vasca rigenerante, un percorso Kneipp, bagni alle erbe, e un’area dedicata a massaggi e trattamenti estetici.

Come arrivare

Le Terme di Rabbi sono facilmente raggiungibili in auto, con parcheggi disponibili nelle vicinanze. Per chi arriva in treno, la stazione più vicina è Malé, da cui si può proseguire con servizi di autobus o taxi.

Orari e giorni di apertura

Le Terme di Rabbi sono aperte da maggio a settembre. L’area dedicata alle cure è accessibile dal lunedì al sabato, sia al mattino dalle 8.30 alle 11.30, sia nel pomeriggio dalle 16 alle 19. Per chi invece preferisce l’area benessere, gli orari sono leggermente diversi, con apertura dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19, sempre dal lunedì al sabato. Un’opportunità speciale è l’apertura serale il venerdì, dalle 18 alle 21, per concludere la settimana in pieno relax – in questo caso, è necessaria la prenotazione e un numero minimo di partecipanti. Anche il mercoledì offre una formula particolare, con orario continuato dalle 10 alle 16, sempre su prenotazione e con un numero minimo di presenze.

Prezzi

Alle Terme di Rabbi, l’offerta di trattamenti è strutturata per combinare il potere terapeutico dell’acqua termale con rituali di benessere. Tra i pacchetti disponibili, il Pacchetto Aria e Fresco Respiro, di un giorno, a 36 euro, include un consulto medico, una degustazione dell’acqua termale, un trattamento di inalazione, un aerosol, una doccia nasale, mascherina o forcella, e una tisana per completare il rituale di benessere. Lo stesso pacchetto ampliato sui tre giorni costa 124 euro. Il percorso di benessere Pacchetto Remise en Forme offre sei giorni di cure idropiniche e trattamenti per rivitalizzare l’apparato muscolo-scheletrico, ideale per chi soffre di dolori articolari, al prezzo di 382 euro.

Il percorso Thermal Spa, che include tre aree relax, due interne e una esterna, riservato a chi ha almeno 14 anni, prevede la visita medica gratuita e facoltativa: le opzioni di ingresso variano per durata e prezzo: al mattino (9-12) a 30 euro, al pomeriggio (14-17) a 35 euro, e la sera (17-20) costa 40 euro. Il venerdì sera  Benessere sotto le Stelle, con tre ore di relax e un aperi-cena, costa 40 euro. Il mercoledì l’Alpine Day Spa ha un costo di 79 euro con un aperi-pranzo salutare in giardino.

Terme Val Rendena, relax outdoor ai piedi delle Dolomiti di Brenta

A pochi chilometri da Pinzolo e Madonna di Campiglio, il Borgo Salute – Terme Val Rendena sorge all’interno di antichi edifici incorniciati dallo splendido paesaggio delle Dolomiti di Brenta. Qui l’acqua oligominerale ferruginosa, che sgorga dalla fonte di Sant’Antonio, viene utilizzata per trattamenti respiratori e vascolari. Le Terme Val Rendena impiegano quest’acqua sia come bibita, sia per aerosol, bagni e idromassaggi, sfruttandone le proprietà benefiche.

Il Borgo Salute partecipa anche al programma Dolomiti Natural Wellness, un insieme di attività che invita a scoprire il benessere nella natura del Parco Adamello Brenta. Tra le proposte, pensate per migliorare movimento, respirazione e meditazione, ci sono i percorsi a piedi nudi (barefoot trail), l’abbraccio degli alberi (tree hugging) e il natural Kneipp nell’acqua fresca del fiume Sarca.

All’interno delle Terme, l’area spa relax e detox offre saune, bagno turco e piscina, insieme a un’ampia selezione di trattamenti e pacchetti pensati per il benessere e la remise en forme.

Come arrivare

In auto: dall’autostrada A22, prendere l’uscita di Trento Sud. Seguire le indicazioni per Trento centro, quindi imboccare la SS45bis in direzione Riva del Garda/Val Rendena. Proseguire verso Sarche e prendere lo svincolo per Madonna di Campiglio. Continuare lungo la strada statale 237, superare Spiazzo Rendena e, dopo circa 3 km, si arriva a Caderzone Terme, sede del Borgo Salute – Terme Val Rendena.

Per chi viaggia in treno, la stazione ferroviaria di Trento (sulla linea FS Verona-Brennero) è il punto di arrivo più comodo. Dalla stazione, le corriere di Trentino Trasporti partono a pochi metri di distanza e collegano Trento con Caderzone Terme. Gli orari delle corse sono disponibili sul sito di Trentino Trasporti.

Periodo di apertura e orari

Il centro estetico è aperto tutto l’anno, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19. Il centro benessere invece, che include piscina, sauna, bagno turco, caldarium, grotta del sale, docce emozionali e zona relax è aperto dalla primavera a novembre, con date da verificare. L’accesso dei bambini nella Baby wellness ha orari dedicati.

Prezzi

L’ingresso al centro benessere per adulti varia a seconda della durata e costa 22-24 euro per due ore, a seconda di bassa o alta stagione; 28- 32 euro per tre ore e 32-36 euro per più tempo. I bambini pagano 6 euro dai 3 ai 10 anni e 10 euro dagli 11 anni. Sono disponibili pacchetti a seconda delle esigenze e c’è la possibilità di noleggiare accessori come telo, accappatoio e ciabatte.

terme trentino

Fonte: ph Ronny Kiaulehn

Uno dei trattamenti pensati per il benessere e la remise en forme

Terme di Pejo, benessere naturale nel Parco dello Stelvio

Le Terme di Pejo, incastonate nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio a un’altitudine di 1400 metri, offrono un’esperienza unica di benessere alpino. Le sorgenti termali nascono ai piedi del Monte Viòz, che svetta a 3600 metri, e danno vita a tre diverse fonti dalle proprietà specifiche. La Fonte Alpina, leggermente oligominerale, è apprezzata per le sue proprietà diuretiche e leggere; l’Antica Fonte, invece, presenta un’acqua medio minerale e ricca di ferro, ideale per trattamenti mirati a supportare chi soffre di anemia. Infine, la Fonte Medio Minerale, con la sua acqua effervescente naturale, ha un alto contenuto di anidride carbonica, benefica per l’apparato digestivo, il fegato, il trattamento della calcolosi biliare e per contrastare l’ipercolesterolemia.

Le proposte wellness delle Terme di Pejo sono pensate per offrire un’esperienza di totale relax, abbinando trattamenti rigeneranti ai benefici della natura incontaminata del Parco dello Stelvio. Un’oasi di tranquillità dove il benessere si vive come un percorso olistico, favorendo il riequilibrio psico-fisico e un coinvolgimento sensoriale profondo. Il centro termale include un’area wellness direttamente collegata a uno spazioso solarium, una zona fitness, una piscina, e spazi dedicati ai massaggi e ai trattamenti di bellezza. La linea cosmetica impiegata nei trattamenti è arricchita dalle proprietà lenitive dell’acqua della Fonte Alpina e da estratti di piante locali, per un benessere che integra l’energia della natura del territorio.

Come arrivare

Per raggiungere le Terme di Pejo, in auto si può arrivare facilmente dall’autostrada A22. Chi proviene da sud, esce a Trento Nord, mentre chi arriva da nord può uscire a S. Michele all’Adige. Da lì, si prosegue in direzione di Cles, Val di Non e Passo Tonale, fino a raggiungere la Val di Peio. Per chi proviene da Bergamo o Brescia, si percorre la statale 42, seguendo la SS42 del Tonale fino in Val di Peio.

In treno, si può arrivare alla stazione di Trento, per poi proseguire con la ferrovia Trento-Malè-Marilleva, fino alle stazioni di Malè o Marilleva 900. Da qui, si prosegue con il servizio di pullman di linea Trentino Trasporti fino a Pejo.

Giorni e orari

Le terme sono aperte durante il periodo invernale, con orari che variano durante le festività. Durante il periodo natalizio, il centro termale è operativo nei giorni del 6, 7, 8, 10 e 12 dicembre 2024, dalle 16 alle 19, con accesso a massaggi, trattamenti estetici e area wellness in questa fascia oraria. Dal 18 al 25 dicembre, l’orario si estende leggermente, permettendo l’accesso alla reception e alle cure termali, oltre che ai massaggi e alla piscina, dalle 15 alle 19. Durante il periodo delle festività principali, dal 26 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, le terme aprono tutti i giorni dalle 9 alle 19, con cure termali disponibili dalle 9 alle 12 e nel pomeriggio. L’area piscina, fitness e wellness è organizzata in turni: i primi quattro turni sono programmati dalle 10 alle 19.45, mentre in alcune serate speciali (28, 30 dicembre; 1, 3, e 5 gennaio) è possibile accedere fino alle 22.15.

Dal 7 gennaio al 30 marzo 2025, il centro termale ritorna a un orario settimanale regolare. Da lunedì a sabato, la reception è aperta dalle 11.00 alle 19.00, con orario ridotto la domenica, dalle 14 alle 19. La piscina e l’area wellness seguono orari specifici, con alcune giornate che prevedono turni pomeridiani e altre giornate con orario continuato fino alle 19.

Prezzi

I costi variano a seconda dei trattamenti e servizi. L’ingresso alla piscina costa 10 euro, ridotto per i bambini; l’area wellness ha un costo di 30 euro, mentre il pacchetto piscina e wellness prevede un ingresso singolo a 40 euro. E cure termali hanno un costo dai 30 agli 80 euro e poi ci sono diversi pacchetti per il benessere e la cura del corpo.

terme trentino pejo

Fonte: Terme di Pejo

La sala relax delle Terme di Pejo

Terme di Comano, tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta

Tra le imponenti vette delle Dolomiti di Brenta e il clima mite del Lago di Garda, le Terme di Comano rappresentano la destinazione ideale per una pausa di benessere. Rinominato in tutta Europa per la sua eccellenza nel trattamento della pelle e delle vie respiratorie, il centro offre un’ampia gamma di percorsi giornalieri, trattamenti benessere, attività fitness e Natural Wellness immersi nel verde del Parco Termale.

Situate nella Valle di Comano, un’area protetta nella Riserva della Biosfera delle Alpi di Ledro e della Judicaria, riconosciuta dall’UNESCO, le terme offrono un’esperienza rilassante, lontano dal caos quotidiano, a ritmi lenti e naturali. Il cuore dell’intera proposta di Terme di Comano è l’acqua bicarbonato-calcio-magnesiaca, che sgorga naturalmente a una temperatura costante di 27°C. Questa acqua millenaria, già conosciuta dai Romani, è rinomata per le sue straordinarie proprietà benefiche, in particolare per la pelle, grazie anche al suo microbiota naturale.

L’acqua è la base del Metodo Comano, un approccio innovativo sviluppato dalle terme che unisce il potere curativo dell’acqua termale, l’esperienza medica, la ricerca scientifica e l’utilizzo di cosmetici specifici della linea Terme di Comano Skincare, per un benessere globale che si prende cura della persona a 360 gradi.

Il Parco Termale, un’area di 14 ettari di biodiversità, è il cuore pulsante delle attività proposte, che includono percorsi sensoriali guidati con i Natural Wellness Trainer, yoga in volo, nordic walking, forest bathing, mindful walking e molte altre esperienze pensate per stimolare il corpo e la mente.

A completare l’offerta c’è il centro benessere delle Terme di Comano, specializzato in percorsi benessere giornalieri, trattamenti estetici e massaggi. Gli ospiti possono anche rilassarsi nella Thermal Spa del Grand Hotel Terme di Comano, un’area di 3500 mq dedicata al relax totale, e affidarsi al centro sanitario Comano Med, con oltre trenta specialisti pronti a prendersi cura della salute degli ospiti.

Fonte: Ufficio stampa

L’acqua delle Terme di Comano è rinomata per il trattamento della pelle e delle vie respiratorie,

Come arrivare

Per raggiungere le Terme di Comano in auto, si prende l’autostrada del Brennero – A22 uscita Trento Nord o Sud; al casello prendere la direzione Madonna di Campiglio e in 30 km si raggiungono le Terme di Comano. Da Brescia è consigliata la SS del Caffaro (km 100). In treno, si arriva alla stazione di Trento, dove è possibile prendere un autobus diretto per Comano Terme, grazie al servizio di trasporto pubblico della Trentino Trasporti.

Orari di apertura

Le Terme di Comano seguono un’apertura stagionale, con la stagione principale che va da aprile a novembre, e un’ulteriore apertura invernale generalmente prevista da metà dicembre a metà gennaio. Il poliambulatorio specialistico, dove è possibile effettuare visite ed esami diagnostici, è invece attivo tutto l’anno, su appuntamento.

Prezzi

I prezzi variano a seconda del trattamento e del pacchetto: l’ingresso di una intera giornata alla Thermal SPA con wellness lunch costa da 85 euro a persona; tutti i venerdì ingresso intera giornata alla Thermal SPA per 2 persone con pranzo ha un prezzo scontato di150 euro a coppia; il percorso antiossidante e antismog per le vie respiratorie costa 40 euro.

Terme Dolomia: rigenerarsi nelle Dolomiti di Fassa

Le Terme Dolomia sono incastonate nello straordinario paesaggio delle Dolomiti di Fassa, un’area che ospita la comunità ladina, strettamente legata alle proprie tradizioni culturali e linguistiche. In questo angolo di Trentino sgorga l’unica sorgente sulfurea della regione, la sorgente Alloch, da cui proviene un’acqua dalle straordinarie proprietà curative. La composizione dell’acqua è sulfureo-solfato-calcico-magnesiaca-fluorata, con una temperatura costante di 9,5°C durante tutto l’anno e una portata che resta stabile nel tempo.

L’unione del potere curativo dell’acqua termale e l’ambiente naturale della Val di Fassa fanno delle Terme Dolomia un luogo perfetto per il benessere fisico e mentale. Oltre ai trattamenti termali, sono offerte attività all’aperto per stimolare il benessere psicofisico, come esercizi di Qi Gong, passeggiate e brevi escursioni in e-MTB, per un contatto diretto con l’energia della natura che rafforza le difese immunitarie. L’area wellness con piscina è il cuore del centro benessere, dove si offrono massaggi rilassanti e trattamenti estetici.

Come arrivare

Le Terme Dolomia sono facilmente raggiungibili sia in auto che con i mezzi pubblici. In auto, il punto di riferimento principale è l’Autostrada A22 del Brennero, che collega Trento e l’Austria. Per chi proviene da nord, si esce al casello di Bolzano e si prosegue verso Pozza di Fassa, mentre chi arriva da sud deve uscire a Egna-Ora e seguire le indicazioni per la Val di Fassa. Da qui, si percorrono circa 50 chilometri per arrivare alle terme.

Per chi preferisce il treno, la stazione ferroviaria di Trento è il punto di arrivo più comodo. Da Trento, è possibile prendere un taxi o utilizzare la linea 101 degli autobus della Trentino Trasporti, che collega la città alle Terme Dolomia.

Periodo di apertura

Le Terme Dolomia seguono un orario stagionale, che varia a seconda del periodo dell’anno. Nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno e dicembre, il centro termale è aperto dal lunedì al sabato con orario 9 – 12 e 15 – 19. La domenica, invece, è chiuso.

Durante i mesi di luglio e agosto, il centro termale è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19, offrendo orari continuativi. Infine, nei mesi di settembre e ottobre, l’orario di apertura torna ad essere dal lunedì al sabato con la consueta divisione tra 9 – 12 e 15 – 19, mentre la domenica resta chiuso. Per i mesi di aprile e maggio, si consiglia di contattare la segreteria termale per confermare eventuali variazioni nell’orario di apertura.

Prezzi

I trattamenti sono diversi e hanno costi molto vari, alcuni convenzionati con il SSN. Esistono anche diversi pacchetti e percorsi, con diverse promozioni stagionali. Ad esempio, il pacchetto Relax di 3 o 6 giorni, al costo di 290 euro, include una visita medica termale, cure idropiniche e una serie di trattamenti rigeneranti come il bagno Rasul alle argille, percorsi in grotta termale, massaggi rilassanti con oli essenziali, trattamenti con fango e erbe medicinali, oltre a un massaggio riequilibrante e l’accesso alla piscina termale riabilitativa. Il pacchetto Benessere Mamma, al prezzo di 190 euro per 3 giorni, offre una serie di trattamenti pensati per la futura mamma; il pacchetto Rivitalizzazione e Relax Corpo e Mente, al prezzo di 460 euro per 6 giorni, combina trattamenti termali e massaggi rilassanti per rigenerare corpo e mente.

terme trentino

Fonte: Terme Dolomia

Terme Dolomia, la piscina esterna