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Trenitalia lancia Regionale, il nuovo volto del trasporto locale

Trenitalia inaugura una nuova era per il trasporto ferroviario locale con il lancio di Regionale, un brand rinnovato e pensato per pendolari, studenti, lavoratori ma anche turisti che si spostano nelle proprie città o regioni. Non si tratta solo di un nuovo marchio, ma di un segno tangibile dell’impegno del Gruppo FS verso la sostenibilità, l’accessibilità e l’innovazione, con un’attenzione particolare alle esigenze dei passeggeri. Il trasporto regionale, infatti, è stato protagonista di una vera rivoluzione negli ultimi 15 anni, grazie all’introduzione di nuovi treni e servizi che hanno migliorato l’esperienza di viaggio per milioni di persone.

La trasformazione del trasporto regionale

Il percorso di evoluzione del trasporto regionale di Trenitalia è stato segnato da importanti traguardi, non solo per l’introduzione di treni moderni, ma anche per la qualità dei servizi offerti. Tra questi, l’intermodalità gioca un ruolo chiave, consentendo ai passeggeri di combinare diversi mezzi di trasporto, mentre il comfort a bordo è stato riconosciuto positivamente dagli utenti. Questo successo è il risultato di un impegno costante e di una stretta collaborazione tra Trenitalia e le Regioni italiane, che ha portato alla stipula di Contratti di Servizio di lunga durata.

Un aspetto fondamentale di questo rinnovamento è stata la consegna di 500 nuovi treni regionali, l’ultimo dei quali è entrato in servizio proprio in questi giorni. Con l’arrivo di ulteriori 226 treni nei prossimi anni, entro il 2027 la flotta sarà composta da oltre 700 nuovi treni, tra cui convogli elettrici a doppio piano, monopiano e ibridi, rinnovando così l’80% del parco mezzi totale. Un progetto ambizioso, che prevede un investimento complessivo di oltre 7 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 3 miliardi destinati all’implementazione di tecnologie e alla manutenzione avanzata.

Le innovazioni digitali

La digitalizzazione dei servizi è un altro pilastro della trasformazione di Trenitalia. A partire da gennaio 2024, la puntualità dei treni regionali ha raggiunto il 92%, un risultato che riflette l’impegno dell’azienda nel migliorare la qualità del servizio. L’introduzione del biglietto digitale, che dal 21 settembre si valida automaticamente senza bisogno di check-in, rappresenta un’innovazione fondamentale nella semplificazione dell’esperienza di viaggio. Inoltre, il nuovo sistema di pagamento Tap&Tap, che permette di pagare il biglietto in modo rapido e intuitivo, ha reso i viaggi più immediati e sostenibili.

Un nuovo brand per una mobilità sostenibile

Il nuovo brand Regionale, presentato dall’amministratore delegato di Trenitalia Luigi Corradi, con il suo design semplice e orientato alla sostenibilità, è destinato a diventare un simbolo riconoscibile per chiunque viaggi in treno, rafforzando il legame tra le comunità locali e i territori. Il colore verde e le linee morbide delle nuove livree dei treni esprimono i valori fondamentali di un servizio che punta a essere non solo efficiente, ma anche rispettoso dell’ambiente.

Il lancio di Regionale non vuole essere un semplice restyling estetico, ma rappresenta una vera rivoluzione nella visione del trasporto locale. L’interconnessione con altre modalità di trasporto, come bus e navi, è fondamentale per offrire una mobilità capillare in tutta Italia. Con oltre 6.000 corse giornaliere e più di 400 milioni di passeggeri trasportati ogni anno, Regionale è una realtà che abbraccia l’intero Paese. Grazie a 180 soluzioni intermodali, tra cui il servizio Link che combina treno e altri mezzi di trasporto, anche le destinazioni più remote sono facilmente raggiungibili.

Il futuro del trasporto regionale

L’innovazione e la sostenibilità sono al centro delle strategie future di Trenitalia. Regionale si prepara ad affrontare le sfide del futuro con un piano ambizioso che guarda alla sostenibilità non solo in termini ambientali, ma anche economici e sociali. Il progetto non si limita al rinnovamento della flotta, ma propone una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire i trasporti, intercettando le esigenze delle nuove generazioni di viaggiatori, sempre più attenti all’ambiente e alle nuove modalità di viaggio.

Per celebrare questo importante traguardo, Trenitalia ha organizzato il Rebel Revolution Fest, un evento che si terrà il 4 e 5 ottobre al Parco Schuster di Roma, in collaborazione con RTL 102.5 e Radio Zeta. Un’occasione di festa tra musica e spettacolo per celebrare il futuro del trasporto regionale in Italia.

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Quanto costa andare alle terme in Italia?

Andare alle terme in Italia è un’esperienza che combina aspetti importanti come relax, benessere e, in moltissimi casi, anche la bellezza naturale e culturale del territorio. Ma quanto costa realmente una giornata alle terme? Non c’è una risposta precisa, in quanto l’importo può variare a seconda di diversi fattori, che influenzano, quindi, il prezzo finale. Ecco una lista di quelli che sono gli elementi che determinano il costo di una giornata alle terme in Italia, così da capire come ottimizzare l’esperienza in base al budget.

Tipologia di stabilimento termale

Uno dei fattori che incide maggiormente sul costo finale di una giornata alle terme è sicuramente il tipo di struttura scelto. In Italia, come anche nel resto del mondo, sono presenti stabilimenti di lusso con servizi esclusivi oppure centri termali più semplici, che offrono servizi differenti, ma comunque efficaci.

Ad esempio, stabilimenti come nei pressi delle terme di Saturnia o nei diversi centri termali di Bormio, che offrono un’esperienza premium ed il cui costo può andare dai 50 ai 100 euro e oltre per una giornata di accesso. Questi centri includo nel prezzo di ingresso piscine termali, saune, bagni turchi, hammam ed una vasta gamma di trattamenti benessere tra cui scegliere, alcuni dei quali da pagare separatamente.

Ci sono anche le terme più economiche. Si tratta di strutture meno prestigiose e con offerte sicuramente più semplici. L’ingresso a questi stabilimenti può variare dai 20 ai 40 euro, ma nonostante ciò, è garantito l’ingresso alle piscine termali, spesso anche a saune e bagni turchi, ma con servizi e strutture sicuramente più limitate.

Infine, in alcune zone d’Italia sono molto famose le terme libere. Si tratta di luoghi come le splendide terme di Saturnia oppure delle terme di San Filippo, entrambe situate in Toscana, e che sono sorgenti termali naturali completamente gratuite. Queste rappresentano sicuramente l’opzione più economica, ma allo stesso tempo necessitano di un po’ di adattamento, in quanto non sono presenti strutture ricettive ed organizzative.

Servizi inclusi nel prezzo d’ingresso

Il secondo elemento che incide sul costo di una giornata alle teme è quello dei servizi inclusi nel biglietto d’ingresso. In molti casi, soprattutto negli stabilimenti termali di un livello superiore, oltre all’accesso alle piscine termali, l’ingresso comprende una serie di servizi. Come già accennato in precedenza in questi centri è possibile accedere a saune e bagni turchi, ma anche grotte di sale, docce con cromoterapia ed aromaterapia e vari percorsi benessere.

In alcuni stabilimenti è possibile anche godere di un trattamento che può essere incluso nel prezzo del biglietto, come ad esempio un breve massaggio rilassante o, in alternativa, una seduta di fangoterapia. Sicuramente un buon modo per vivere l’esperienza di una giornata alle terme nella maniera più completa, senza dover affrontare un ulteriore spesa extra.

Scelta dei trattamenti aggiuntivi

Uno degli aspetti che incide maggiormente sul costo finale di una giornata alle terme è anche la scelta di trattamenti aggiuntivi. I centri termali offrono una vasta gamma di trattamenti di bellezza e benessere. Tra i trattamenti extra più comuni ci sono:

  • Massaggi: i prezzi per un massaggio, generalmente, cambiano a seconda della durata e della tipologia, con un costo che va dai 50 ai 120 euro. Possono essere massaggi rilassanti, che possono durare anche solo 30 minuti e possono avere un costo che si aggira intorno ai 60 euro, oppure si può scegliere di godere di trattamenti più complessi, come, ad esempio, massaggi drenanti o ayurvedici, che possono arrivare anche a 120 euro per un’ora. C’è da sottolineare anche il fatto che il prezzo varia in base alle strutture presso le quali si decide di passare l’esperienza termale.
  • Fangoterapia: molti stabilimenti termali italiani sono famosi per la fangoterapia. Questo trattamento, che ha benefici sulla pelle e sul sistema muscolare, ha il costo che si aggira fra i 40 ed i 60 euro, ma può essere incluso all’interno di pacchetti benessere spesso offerti dalle strutture, che combinano più trattamenti.
  • Trattamenti estetici: fra i servizi extra è possibile anche scegliere di beneficiare di alcuni trattamenti estetici. Fra i più famosi e frequenti si trovano sicuramente le maschere facciali o per capelli, peeling e scrub corpo. In genere si tratta di trattamenti svolti da professionisti del settore e con prodotti generalmente naturali e di alta qualità. Motivo per cui, scegliere alcuni di questi servizi, potrebbe far aumentare il prezzo di una giornata alle terme dai 30 ai 100 euro, a seconda del tipo di trattamento scelto, della durata e, come espresso in precedenza, anche della struttura.
Un uomo riceve un massaggio alla schiena alle terme, sdraiato su un lettino

Fonte: iStock

Uno dei trattamenti più diffusi alle terme: massaggio rilassante

Periodo dell’anno e posizione geografica

Possono sembrare due elementi quasi scontati, ma in realtà sono fattori da valutare attentamente, soprattutto per tutti coloro che vogliono passare una giornata alle terme, ma rispettando un determinato budget. Per quanto riguarda il periodo dell’anno, c’è da considerare il fatto che spesso, se si sceglie di visitare gli stabilimenti balneari in stagioni come autunno e primavera, escludendo le festività, molte delle strutture italiane offrono tariffe scontate e/o pacchetti promozionali per incentivare le visite. Al contrario, durante l’alta stagione, quindi estate o in concomitanza con eventi festivi particolari, i prezzi possono essere maggiorati anche del 20/30%.

Per chi decide di passare una giornata alle terme, ad incidere sul prezzo c’è da tenere in considerazione anche la posizione geografica degli stabilimenti. Infatti, per raggiungere alcune delle località più famose, la maggior parte presenti in Toscana e Trentino-Alto Adige, potrebbero avere prezzi più elevati rispetto ad alcune zone d’Italia meno frequentate. Oltre al fatto che, se vicine a città d’arte e mete turistiche, le strutture potrebbero sfruttare la propria posizione per offrire pacchetti benessere di lusso.

In relazione sempre alla posizione geografica, in aggiunta, vanno aggiunti anche i costi relativi a trasporto e soggiorno. Alcune località termali, come quelle in zone montane, richiedono anche il pernottamento, in quanto una giornata potrebbe non essere sufficiente. Molti hotel termali, infatti, offrono pacchetti che comprendono sia l’ingresso alle terme che la stanza d’albergo, e ciò permette di risparmiare, in alcuni casi, su costi del soggiorno e dei trattamenti.

Piscina termale con acqua calda all'aperto immersa in un paesaggio innevato, con vapore che proviene dall'acqua

Fonte: iStock

Piscina termale all’aperto in pieno inverno

Durata del soggiorno

Infine, un ultimo elemento che va ad incidere sul costo di una giornata alle terme, è quello della durata del soggiorno. In genere, l’ingresso giornaliero dura dalle quattro alle otto ore al giorno, ma esiste la possibilità anche di acquistare ingressi serali o per mezza giornata, che permettono di risparmiare. Ad esempio, un ingresso serale può costare anche circa il 30% in meno rispetto al prezzo di una giornata intera, offrendo comunque la possibilità di rilassarsi dopo una giornata lavorativa o passata ad esplorare i dintorni delle località termali.

Quindi, il costo di una giornata alle terme in Italia può variare in base ad una serie di fattori, ed il prezzo finale è tra i 30 ed i 150 euro. Con un’attenta pianificazione e la scelta di offerte speciali o periodi di bassa stagione, sarà possibile vivere un’esperienza termale di alta qualità senza spendere una fortuna.

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Tevere Day 2024 festeggia il fiume di Roma nuovo patrimonio Unesco

Roma si prepara a celebrare un traguardo di grande prestigio per il suo fiume. In occasione della sesta edizione del Tevere Day, in programma dal 7 al 13 ottobre 2024, è stato annunciato l’inserimento del tratto del fiume che attraversa il centro storico della capitale tra i beni tutelati dall’Unesco. Un riconoscimento significativo per l’associazione Tevere Day, che da anni si impegna per il rilancio e la valorizzazione del fiume, promuovendo iniziative che coinvolgono l’intera città.

Un evento di punta per Roma

Ormai entrato nel calendario dei grandi eventi della capitale, il Tevere Day è una manifestazione di punta per Roma, capace di unire il divertimento e la riflessione sul futuro del principale corso d’acqua cittadino. Organizzata con il contributo di Roma Capitale e parte del programma dell’Estate Romana 2024, la sesta edizione si svolgerà lungo 84 chilometri di sponde del Tevere, coinvolgendo numerosi quartieri della città e località limitrofe come Ostia e Fiumicino.

Circa 140 eventi diffusi animeranno le rive del fiume, con punti focali situati al Lungotevere degli Anguillara, al Ponte della Musica e a Scalo de Pinedo. Il Tevere Day non sarà limitato solo alla città di Roma, ma si estenderà anche ai parchi naturali di Nazzano Tevere Farfa, Ostia Antica e Fiumicino con i Porti Imperiali, regalando ai partecipanti un’immersione nelle bellezze naturali e storiche del territorio.

Il riconoscimento Unesco

“A rendere ancora più significativa questa edizione, inoltre, è il nuovo ruolo del fiume Tevere che, per il tratto che attraversa il centro storico della capitale, verrà riconosciuto quale patrimonio Unesco,” ha dichiarato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, durante la conferenza stampa di presentazione del Tevere Day 2024, ufficializzando il riconoscimento del fiume tra i beni tutelati dall’Unesco, non solo per la sua valenza storica, ma anche per il suo valore ambientale e culturale. Un risultato importante, che sarà celebrato e approfondito nel corso di un convegno dal titolo “Tevere patrimonio del mondo”, in programma l’8 ottobre all’Ara Pacis.

Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza del fiume come elemento unificante della città: “Il Tevere è il filo conduttore che lega le ricchezze di Roma, dal Circo Massimo a Ostia Antica. Organizzare giornate per valorizzarlo è un’idea vincente, e continueremo a sostenerla in futuro”.

Tevere Day

Fonte: Ufficio Stampa Tevere Day

Battello sul fiume, Tevere Day, Roma

Un programma per tutte le età

Il Tevere Day 2024 vuole essere una festa per tutti, con eventi e attività pensate per ogni fascia d’età. Tra le attività previste, spiccano escursioni in bicicletta, aperitivi in barca sotto i ponti del fiume, sport all’aria aperta come canoa, canottaggio, pesca e scherma. I più giovani potranno partecipare a lezioni di skateboard e roller, mentre le famiglie avranno l’opportunità di godere delle numerose iniziative sportive e culturali, tra cui visite guidate alle mostre e tour storici lungo le sponde del fiume.

A partire dal 7 ottobre, si inizierà a celebrare il fiume con gli incontri “Parliamo di Tevere” all’interno dei luoghi della cultura della città, tra librerie, biblioteche e musei, in cui saranno invitati scrittori, esperti e personaggi che parleranno del Tevere, raccontando storie, aneddoti, progetti e nuove iniziative legate al suo recupero e alla sua valorizzazione.

Per i più piccoli, saranno organizzati laboratori didattici e attività di sensibilizzazione ambientale, tra cui le “Lezioni di Ambiente”, un progetto educativo rivolto alle scuole che si terrà dall’11 al 13 ottobre, coinvolgendo studenti di ogni grado in esperienze a contatto con la natura e il fiume, promuovendo la conoscenza della biodiversità e l’educazione ambientale.

Aperture straordinarie

Tra le novità di quest’anno, spicca l’apertura straordinaria del murale “Carnevale Romano” di Orfeo Tamburi, custodito nel Palazzo dell’Anagrafe. Questo evento speciale, curato dal Municipio 1, è un ulteriore segnale dell’impegno dell’associazione Tevere Day nel promuovere la cultura anche al di là delle sponde del fiume.

Un’altra esclusiva sarà l’apertura dei siti archeologici dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, tra cui il Tempio di Giove Giovario, mai accessibile prima al pubblico, assieme ai Sacconi Rossi, al Refettorio, alla Chiesa di S. Giovanni Calibita, alla Sala Capitolare. Questi luoghi, ricchi di storia e fascino, rappresentano un’opportunità unica per scoprire tesori nascosti nel cuore di Roma.

Tra gli appuntamenti più attesi, torna anche il Festival Musicale dei Municipi, un evento che vedrà la partecipazione di orchestre di quartiere, bande e cori provenienti dai vari municipi di Roma. Un’occasione per godere della musica popolare e tradizionale, creando un’atmosfera festosa lungo le rive del Tevere.

Con oltre 200 associazioni coinvolte e un programma che spazia dallo sport all’intrattenimento culturale, il Tevere Day 2024 si preannuncia come un evento imperdibile per romani e turisti. Gli organizzatori, sostenuti da partner prestigiosi come Bulgari, puntano a consolidare l’importanza del fiume non solo come risorsa naturale, ma come simbolo di identità e coesione per la città.

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Cercatori d’oro: ecco i luoghi italiani in cui è possibile trovarlo in natura

Come cercatori d’oro del passato, per vivere un’avventura incredibile, divertente e che permette di scoprire alcune zone di Italia. Perché sì, anche il nostro Paese ha luoghi in cui ancora oggi si possono trovare piccole quantità di metallo prezioso, da scovare con tanto impegno e dedizione, proprio come si faceva nel passato.

L’immagine che ci salta subito alla mente è quella della mitica corsa all’oro, un fenomeno che ha preso il via nel XIX secolo e che è avvenuto soprattutto negli Stati Uniti , in luoghi come la California, il Nevada, il Colorado, alcune aree del Montana, ma anche il Klondike e l’Alaska, ma non solo perché si è esteso in altri paesi del mondo come Russia e Australia.

E che ha coinvolto anche l’Italia dove, ancora oggi, è possibile provare l’esperienz,a ovviamente seguendo i regolamenti locali che, come riporta Money, sono emanati dalle Regioni: secondo il sito ve ne sono in Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.

Quindi approfondite le regole prima di partire alla volta di una delle zone in cui, con un pizzico di fortuna e tanto impegno fatto di lavoro manuale, potrete trovare un piccolo tesoro.

Piemonte, cercare l’oro lungo i fiumi

Tra le regioni dove si possono cercare piccole pagliuzze d’oro lungo i fiumi, vi è il Piemonte: qui – chi è affascinato da questa pratica – può mettersi al lavoro e provare a trovare piccoli frammenti di metallo prezioso.

Non è solo necessario sapere dove andare, ma anche quando farlo: quindi l’ideale è fare un tentativo dopo un periodo di piogge, per provare a essere fortunati. Il vantaggio, comunque, è sempre quello di esplorare luoghi nuovi, conoscerli più a fondo e staccare dal mondo esterno per rifugiarsi qualche ora nel mezzo della natura.

Tra le mete predilette vi è il torrente Elvo, che scorre tra le province  di Biella e Vercelli, e che è una delle mete più amate dai cercatori d’oro. Ma ve ne sono anche altri: da tenere sotto controllo ci sono il Dora Baltea, ma anche il Chiusella e il Ticino, che pare essere ricco di piccole pagliuzze. Ci vuole un occhio attento, tanta pazienza, allenamento e un po’ di fortuna per trovare tra sabbia e pietre un frammento prezioso e portarsi a casa qualche tesoretto.

Tra i corsi d’acqua da segnare se si vuole tentare la sorte ci sono i torrenti Viona e Ribes, l’Orco, il Chiusella e la Bressa. Da non dimenticare poi, nella zona poco prima di Biella, il Cervo dove si possono scovare piccoli tesori.

Un tratto della Dora Baltea: fiume lungo il quale si può trovare l'oro

Fonte: iStock

L’oro si può trovare lungo la Dora Baltea

Cercatori d’oro in Lombardia

Ci spostiamo in Lombardia, con lo stesso spirito di avventura e divertimento, animanti dalla voglia di scoprire, da tanta passione e pazienza. Anche in questa regione si può essere fortunati e trovare qualche scaglia o pagliuzza del prezioso metallo. Per tentare la sorte bisogna dirigersi verso la zona in cui scorre il Ticino che si dice sia scrigno di piccoli tesori.

Da non sottovalutare il fiume Po, dove si potrebbe trovare qualche scaglia d’oro, ma da non perdere il Lambo e Olona e alcuni corsi d’acqua che si trovano nella zona di Varese.

Occhi puntati – quindi – sui greti di fiumi e torrenti per vedere se l’impegno sarà ripagato e se la buona sorte sarà dalla vostra parte.

Il Ticino è tra le mete dei cercatori d'oro

Fonte: iStock

Ticino, una delle mete di chi cerca l’oro

Le altre regioni

Fermo restando che in molti corsi d’acqua, che scorrono nel territorio del nord Italia, è possibile scovare tesori preziosi, ci sono però alcune zone che nel tempo gli appassionati di questa pratica hanno segnalato.

Ad esempio, sul quotidiano Il Gazzettino si leggono alcuni nomi di luoghi adatti per chi si vuole mettere alla prova. In Veneto ci si deve dirigere verso la valle del Mis oppure lungo il fiume Brenta. In Valle d’Aosta sono stati segnalati il torrente Marmore, la già citata Dora Baltea, oppure il Lys. In Trentino – anche se pare non essere una zona particolarmente ricca – c’è comunque chi fa dei tentativi sui greti di Fersina e Avisio. Le speranze di trovare qualcosa sono poche, ma resta comunque il fascino di aver sperimentato una pratica antica.

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Ecco perché in albergo ti chiedono la carta di credito prima di soggiornare

È arrivato il momento di prenotare il prossimo soggiorno in hotel, oppure siete appena giunti nella reception della struttura ricettiva per il check-in e puntualmente vi viene richiesto di presentare la carta di credito. È una prassi ormai consolidata, quella di consegnare i dati della propria carta di credito, ma perché si fa? E come funziona?

Carta di credito per il check-in o durante la prenotazione: a cosa serve

Sono molti coloro che si chiedono perché al momento della prenotazione di un hotel o durante la fase di check-in venga spesso richiesto di presentare la propria carta di credito. Non c’è nulla di cui preoccuparsi: questa è una pratica sempre più utilizzata da parte delle strutture ricettive in tutto il mondo come forma di tutela in caso di mancato pagamento.

Si tratta quindi di una garanzia per la prenotazione, una sorta di “cauzione” utile sia per controllare la veridicità della carta e il pagamento del soggiorno, sia per saldare eventuali costi di mancata presentazione al check-in. Non solo, con l’autorizzazione della carta di credito, l’hotel può garantirsi anche la copertura delle spese extra (come, ad esempio, ciò che viene consumato dal mini-bar in camera) e i costi di eventuali danni arrecati dall’ospite.

Come funziona l’autorizzazione su carta di credito

Le modalità di funzionamento della pre-autorizzazione su carta di credito per un soggiorno in hotel variano in base alle condizioni dettate dalla struttura ricettiva. Nella maggior parte dei casi, i dati della carta vengono richiesti in fase di prenotazione online del soggiorno. Le informazioni richieste sono: numero di carta di credito, cognome e nome del titolare della carta (che deve essere uguale a quello del cliente), data di scadenza, indirizzo, numero di telefono e indirizzo mail.

Contrariamente a quanto si possa pensare, il costo del soggiorno non viene immediatamente addebitato al cliente, ma soltanto pre-autorizzato. In altre parole, un determinato importo (corrispondente al totale del soggiorno oppure a una quota di esso in base alle condizioni) viene “bloccato” sulla carta in modo da garantirne all’albergatore la disponibilità e ciò avviene solitamente 2/3 settimane prima dell’arrivo. Si tratta quindi di un blocco temporaneo e non di un addebito, poiché non viene contabilizzato e quindi non genera un movimento bancario. Tale autorizzazione viene rilasciata dalla banca dell’ospite o dal gestore del circuito di carte di credito.

Una volta giunti alla reception dell’hotel per effettuare il check-in, l’albergatore richiederà la carta di credito utilizzata per la prenotazione. Se si sceglie di pagare con la carta di credito, l’importo verrà addebitato durante la permanenza in hotel o al termine della stessa. Diversamente, se si sceglie di saldare con metodi di pagamento differenti dalla carta, in fase di check-out si verifica il “release”: una volta pagata la somma totale, i soldi della carta di credito vengono “sbloccati” e tornano ad essere disponibili sul conto. Tale operazione di storno può avere tempistiche differenti se ci si trova in Italia o all’estero e in base all’istituto, passando da poche ore fino ad un massimo di 21 giorni (che è la durata massima di validità di una pre-autorizzazione su carta di credito) per vedere la somma nuovamente disponibile e utilizzabile.

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Weekend di ottobre tra i monasteri e i luoghi sacri dell’Emilia Romagna

Ottobre è un mese pieno di eventi, perché entriamo nel vivo della stagione autunnale, un periodo meraviglioso dell’anno in cui il paesaggio si tinge dei colori del foliage e le tavole si arricchiscono di prodotti eccezionali, come la zucca, i funghi e le castagne.

In Emilia-Romagna, la regione italiana con il maggior numero di prodotti Dop e Igp (ben 44), il mese di ottobre è carico di eventi, come quelli proposti ogni fine settimana dall’iniziativa chiamata Monasteri Aperti. In questo caso, infatti, il progetto mira a valorizzare il territorio della regione tramite un percorso di riscoperta dei più antichi e bei monasteri locali, attraverso itinerari che percorrono i luoghi sacri più iconici.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le oltre 80 manifestazioni in programma.

L’Emilia-Romagna e gli eventi sui luoghi sacri

Sono più di 80 gli eventi che l’iniziativa Monasteri Aperti promuove in Emilia-Romagna nei weekend del mese di ottobre: saranno previste tantissime attività outdoor, come escursioni a passo di trekking lungo i cammini religiosi, visite guidate a santuari e luoghi sacri, esibizioni musicali a tema sacro e scoperte gastronomiche di ricette monastiche della tradizione locale.
L’iniziativa, promossa da Apt Servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Conferenza Episcopale della Regione Emilia-Romagna e il circuito dei Cammini dell’Emilia-Romagna, ha lo scopo di promuovere il territorio e i suoi luoghi sacri più simbolici anche grazie ad attività peculiari come le lezioni di scrittura carolina, le escursioni nel Circuito dei 21 Cammini e Vie di Pellegrinaggio dell’Emilia-Romagna e molto altro, da Piacenza a Rimini, attraversando anche le città di Ferrara e Ravenna.

Tutti gli eventi di Monasteri Aperti nei weekend di ottobre

Piacenza

Il Monastero di Bobbio, nei pressi di Piacenza, vi aspetta sabato 5 ottobre per assistere al concerto di cornamuse “Rosa sine spina”, dove verranno suonati da abili musicisti alcuni interessanti manoscritti di epoca medievale.

Parma

A Parma, i primi 3 sabati del mese di ottobre la Diocesi propone una visita allo splendido Battistero, mentre nelle quattro domeniche del mese il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma aprirà al pubblico la trecentesca Abbazia di Valserena. Sabato 5 e domenica 6 ottobre, invece, i visitatori saranno accolti nella Chiesa di San Francesco del Prato, per l’evento guidato sopra i ponteggi, che permetterà di ammirare più da vicino l’abside e gli affreschi dell’edificio religioso.
Abbazia di Valserena, Parma

Fonte: iStock

La monumentale Abbazia di Valserena
Sempre nel parmense, lungo la Via dei Linari, ogni domenica del mese è aperto al pubblico il Monastero di Lagrimone, dove incontrare persino le suore Clarisse di clausura, oppure passeggiare nella Valle dei Cavalieri, alla Pieve di Zibana e lungo il Ponte di Lugagnano.
A Langhirano, sempre in provincia di Parma, i monasteri aperti saranno due, nelle domeniche del 13, 20 e 27 ottobre: il Monastero di Lagrimone e la Badia Benedettina di Torrechiara. Alla fine dell’escursione è anche previsto un pranzo al Refettorio della Badia di Torrechiara.
A Busseto, invece, sabato 5 ottobre ci si potrà dare al trekking in città sulle tracce di bellissimi luoghi di culto e in direzione del Monastero di Santa Maria degli Angeli, sulla Via Francigena. Domenica 20 ottobre, invece, la Cappella Ducale di San Liborio della Reggia di Colorno permetterà una visita guidata che spiega la vita monastica del Convento dei Frati Domenicani, mentre a Fidenza nel venerdì del 18 ottobre si potrà visitare il Convento dei Frati Minori Cappuccini.

Reggio Emilia

A Campagnola Emilia, nella provincia di Reggio Emilia, si trova la chiesa di Sant’Andrea al Castellazzo, conosciuta come la “chiesa matildica dimenticata”. Matilde di Canossa vi soggiornò nel 1108 e sarà possibile visitarla nel weekend del 5 e 6 ottobre. Il 12 ottobre, invece, si terrà l’iniziativa “Casina e le sue Pievi”, un viaggio tra le antiche Pievi reggiane dell’XI/XII secolo, con tappa alla Pieve di Santa Maria Assunta in Pianzo. 

Domenica 6 ottobre a Rubiera si potrà scoprire un antico ospitale e il Santuario che ospita la più grande collezione di Ex voto d’Italia, lungo la Via Romea Germanica Imperiale. Sempre il 5 ottobre, ci sarà una visita guidata alla Pieve di Toano, con vista sul Castello di Carpineti e sulla Pietra di Bismantova. Nella stessa Pieve si svolgeranno diversi eventi nelle date del 5, 12, 13, 19 e 27 ottobre. 

Fonte: iStock

Il Castello di Carpineti in provincia di Reggio Emila

Inoltre, il 5 ottobre apriranno le porte l’Abbazia e il Monastero Benedettino di Marola, mentre il 12 ottobre si potrà accedere all’Eremo benedettino ai piedi della Pietra di Bismantova, recentemente ristrutturato.

Modena

A Serramazzoni, in provincia di Modena, domenica 5 e 19 ottobre i visitatori potranno esplorare la seicentesca Chiesa di San Geminiano accompagnati da una guida. Nell’Abbazia di Nonantola, invece, si terranno diverse attività: sabato 12 ottobre ci sarà un laboratorio per bambini nel giardino abbaziale, dove un tempo sorgeva l’antico chiostro. Per gli adulti, nelle domeniche 6 e 27 ottobre, sono previste visite guidate all’Abbazia e al museo, oltre a un laboratorio di scrittura carolina e miniatura del capolettera.

Bologna

A Bologna, il Convento di San Martino Maggiore organizza sabato 5 ottobre un pellegrinaggio pensato per i più piccoli. Lo stesso luogo, sabato 26 ottobre, offre una visita guidata alla Basilica, al chiostro e alla sacrestia, con il supporto di una guida esperta. 

Domenica 13 ottobre, si potrà partecipare a un cammino che attraversa alcuni dei luoghi di fede più suggestivi dei Colli Bolognesi, partendo dalla Basilica di San Martino Maggiore e passando per la Chiesa di San Martino a Casalecchio di Reno, con una tappa al Santuario della Madonna di San Luca. 

Inoltre, domenica 6 ottobre, nel Complesso conventuale di San Martino Maggiore si terrà la XXVIII Edizione della Rassegna Internazionale dei Vespri d’organo.

Ferrara

“La via dello spirito” è un percorso che ripercorre le antiche rotte dei pellegrini medievali, partendo dall’Abbazia di Pomposa a Codigoro (FE) e arrivando fino al Lido delle Nazioni nel Delta del Po. Questo suggestivo itinerario sarà al centro di un’escursione organizzata per sabato 5 ottobre. 

Abbazia di Pomposa a Codigoro, Ferrara

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La bellissima Abbazia di Pomposa a Codigoro, in provincia di Ferrara

Domenica 6 ottobre, lo stesso tema ispirerà una gita che parte dalle Valli di Comacchio per arrivare al Santuario della Madonna del Bosco. Sempre il 6 ottobre, ad Argenta (FE), sarà possibile visitare il Santuario della Celletta e assistere a una conferenza che ne ripercorre la storia.

Forlì-Cesena

In Alto Savio, provincia di Forlì-Cesena, ci sono diverse proposte. Ogni weekend, dal venerdì alla domenica, è possibile prenotare due giorni di escursioni lungo la Via Romea Germanica, seguendo il percorso descritto dal Monaco Alberto di Stade nel 1236. Il programma prevede due tappe che attraversano l’Appennino: una con partenza da Santa Sofia e arrivo a Bagno di Romagna, o seguendo la via storica da Civitella, e l’altra da Bagno di Romagna a La Verna. Lungo il cammino si visitano l’Eremo di Corzano e la Basilica di Santa Maria Assunta di Bagno di Romagna. Inoltre, il 4 ottobre a Bagno di Romagna si terrà una conferenza sulla Via Romea Germanica con video e letture tratte dagli Annales Stadenses del 1250.

Domenica 6 ottobre sarà organizzato un trekking di 20 km lungo il Cammino di San Francesco, in occasione degli 800 anni della imposizione delle Sacre Stimmate, partendo da Bagno di Romagna fino al “Sacro Monte”. Sempre il 5 ottobre, un’escursione porterà i partecipanti dal Cippo delle vittime dell’eccidio del Carnaio fino al Santuario di Corzano e alla chiesa parrocchiale di San Pietro.

Domenica 27 ottobre, è prevista una passeggiata lungo una mulattiera con visita guidata al Santuario e alla Rocca di Corzano, concludendo con la Sagra dello Zambudello, una salsiccia tradizionale. Il 5 ottobre si potrà anche visitare il Museo d’Arte Sacra della Basilica di Santa Maria Assunta. Il 5 e 6 ottobre, a Mercato Saraceno, saranno aperte pievi e chiese ricche di opere d’arte, e lo stesso weekend vedrà anche l’apertura del Santuario della Madonna del Cantone e dell’Eremo di Montepaolo.

Inoltre, il 13 ottobre a Castrocaro Terme è prevista un’apertura straordinaria della Fortezza che custodisce la Chiesa di Santa Barbara.

Ravenna

Domenica 13 ottobre, nel pittoresco borgo di Brisighella (RA), sarà possibile partecipare a una visita guidata che esplora il Convento dell’Osservanza, inclusi la chiesa, le celle e il chiostro. A Rimini, nei weekend del 12-13 e 26-27 ottobre, apriranno le porte la Chiesa di San Bernardino e l’antica sagrestia con il Crocifisso del XVIII secolo di Innocenzo da Petralia. Durante la visita, sarà possibile incontrare le suore clarisse che risiedono nel Convento e condividere momenti con le monache di clausura.

Il 12 ottobre, a Sant’Agata Feltria (RN), si terrà un incontro dedicato al monachesimo femminile. Nello stesso mese, tutte le domeniche, a Santarcangelo di Romagna sarà accessibile il Monastero delle Sante Caterina e Barbara, parte del Cammino di San Francesco. Qui si potrà visitare la grotta circolare sotto il complesso monastico e camminare lungo l’antica via medievale che attraversa l’orto del Convento.

Infine, a Pennabilli (RN), domenica 27 ottobre, si terrà una visita guidata al Monastero Servi del Paraclito e al Museo del Montefeltro.

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La città più alta del mondo dove si tocca il cielo con un dito

È un tesoro prezioso posto a ben 4.090 metri di altitudine in uno dei luoghi più suggestivi del pianeta: siamo nella città di Potosí, una delle più alte al mondo, ma anche tra le meno conosciute. Una città che simboleggia un volto inedito della Bolivia, quello che racchiude secoli di storia e tradizione, ma anche di ricchezze dal valore inestimabile.

Divenuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1949, Potosí è una fiorente città situata nel cuore del Paese, tra imponenti montagne che celano un tesoro preziosissimo. Viaggiare in questa terra significa esplorarne i paesaggi naturali, le ricche miniere e le tradizioni culturali ancora vive tra la popolazione, ma anche perdersi tra le viuzze del centro storico e i monumenti che hanno storie tutte da raccontare.

Cosa vedere a Potosí

Tocca i 4.090 metri di altitudine la cittadina boliviana di Potosí, rientrando tra le città più alte del mondo, con i suoi 175mila abitanti. A farle da cornice, dando vita a un suggestivo panorama, è il Cerro Rico (che significa “Montagna Ricca”), che sorveglia costantemente il centro urbano. Proprio qui, tra le profondità della terra, si trovano enormi giacimenti minerari che hanno fatto la fortuna di questo angolo di mondo, che può definirsi prezioso a tutti gli effetti.

Ma non solo. Potosí ha anche un patrimonio architettonico e culturale di altrettanto valore, con più di duemila edifici che ne testimoniano il passato coloniale. Andiamo alla scoperta di tutte le bellezze da non perdere lungo un viaggio emozionante in questo gioiello del Sud America.

Centro storico di Potosì, in Bolivia

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Centro storico di Potosí, in Bolivia

Le miniere preziose di Potosí

Una leggenda narra che nel 1544 il pastore di lama Diego Huallpa scoprì casualmente la presenza di argento nelle terre di Potosí: accendendo il fuoco per scaldarsi, si racconta che iniziò a fuoriuscire argento fuso da una roccia. Così la notizia della scoperta del metallo prezioso sarebbe giunta ai conquistatori spagnoli che iniziarono a sfruttarne i giacimenti trasformando la cittadina in una delle fonti più ricche di argento in tutto il mondo. Non a caso in queste terre è comune l’espressione “eso vale un Potosí” (tradotto in “questo vale un Potosí”): un modo per descrivere qualcosa dal valore inestimabile. Una ricchezza che, purtroppo, in quel periodo storico ha anche comportato i sacrifici di milioni di lavoratori indigeni forzati e schiavi africani.

Nel corso dei 20 anni successivi, si scavarono profonde miniere sotterranee e fu proprio durante il periodo coloniale che grazie alle ricchezze ricavate si costruirono importanti opere industriali e imponenti architetture coloniali, che tutt’oggi resistono al passare dei secoli: sono ciò che conferisce a Potosí un fascino unico, una testimonianza dell’immenso patrimonio artistico e culturale del cuore pulsante della Bolivia.

Se siete affascinati dall’idea di esplorare le miniere e capirne il funzionamento, qui è possibile svolgere visite guidate nei cunicoli che un tempo trasportavano quantità enormi di metalli preziosi (oltre all’argento, l’elemento principale, si trovano anche depositi di oro e stagno). Oggi, infatti, l’estrazione mineraria continua, ma in maniera molto ridotta rispetto alle origini.

Quella tra i tunnel delle miniere che si snodano sottoterra è un’avventura sicuramente memorabile, anche se un avvertimento va dato: l’esplorazione delle miniere, in certi tratti molto strette e profonde, è sconsigliata a chi soffre di claustrofobia.

Miniere di Potosì, in Bolivia

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Le miniere di Potosí

Le architetture coloniali della città e il centro storico

Bellissime casette a schiera e alti palazzi caratterizzati da tegole rosse, piccoli balconcini in legno e mura colorate arricchiscono il centro storico di Potosí, alternandosi a deliziose chiese e a edifici che raccontano la longeva storia della città. A sorgere qui, infatti, sono circa 2mila edifici coloniali e 25 chiese, tutti da esplorare.

Tra i palazzi da non perdere c’è la Casa Nacional de la Moneda, la zecca reale che coniò la moneta in uso durante il periodo coloniale e che oggi ospita un suggestivo museo, che custodisce splendidi pezzi di arte religiosa dell’epoca, e numerose esposizioni.

Una volta entrati nel cortile principale, si viene accolti da una splendida fontana in pietra e da una grande maschera raffigurante Bacco. Risale al 1865 ed è diventata ben presto un’icona della città, chiamata dagli abitanti “Mascarón“. Si racconta che, ammirata dalla giusta prospettiva, coprendo metà della maschera con la mano e poi l’altra metà, si vedono alternativamente due espressioni diverse di questo viso: da una parte apparirebbe sorridente, dall’altra sembra arrabbiato.

Zecca di Potosì, chiamata la Casa Nacional de la Moneda

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Casa Nacional de la Moneda, la zecca di Potosí

Non meno affascinante è il Convento de Santa Teresa, costruito nel 1685, che accoglie una piccola comunità di suore carmelitane e decine di preziosissime opere d’arte sacra. Passeggiando tra le viuzze del centro storico che si snodano in questa città Unesco, può capitare di imbattersi anche nei folkloristici mercati nei quali si possono acquistare i prodotti tipici locali, dal cibo prodotto in queste terre agli elementi di artigianato.

Tra le numerose chiese della città, spicca la Cattedrale, esempio di architettura neoclassica boliviana costruita fra il 1808 e il 1836. Oltre alla splendida facciata, al suo interno custodisce importanti dipinti e decorazioni in foglie d’oro. Una visita alla Cattedrale di Potosí permette di esplorarne anche gli altri spazi: il mausoleo, il coro e il campanile che offre una vista panoramica sull’intera città.

Un altro punto capace di donare viste suggestive, a 200 metri dalla Cattedrale, è la Torre de la Compañía de Jesus: qui potrete assistere a uno dei più incantevoli tramonti della vostra vita.

Cattedrale di Potosì, in Bolivia

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Vista dalla Cattedrale di Potosí

Trekking nella natura a Potosí

Se siete degli amanti della natura, potrete sicuramente apprezzare i molti sentieri di trekking che si aprono lungo le montagne che circondano Potosí come in un abbraccio. Attenzione, però, a camminare lentamente: a questa altitudine l’attività fisica comporta un’attenzione in più sugli sforzi, poiché l’aria è più pura e rarefatta. Sarà impossibile non apprezzare ancora di più la meraviglia di quel cielo azzurro che sembra davvero di poter toccare con un dito.

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Perché è meglio non avere indicato SSSS sulla carta d’imbarco

Siete in partenza per gli USA e avete notato la sigla SSSS sulla vostra carta d’imbarco? In questo caso potreste incontrare qualche disguido prima di prendere l’aereo, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Si tratta della Secondary Security Screening Selection, ovvero una “selezione per un controllo di sicurezza secondario”. Sebbene sia una procedura mirata a garantire a tutti i viaggiatori elevati standard di sicurezza, potrebbe rischiare di farvi perdere il volo. Per questo è sempre consigliato recarsi in aeroporto con largo anticipo, soprattutto per i voli intercontinentali per gli Stati Uniti.

Ma cosa comporta nello specifico la sigla SSSS? E come comportarsi nel caso in cui compaia sulla nostra carta d’imbarco?

Cos’è la scritta SSSS sulla carta d’imbarco

Se sulla vostra carta d’imbarco compare la scritta SSSS, allora verrete sottoposti a ulteriori controlli, oltre a quelli standard, mentre sarete in aeroporto. La Secondary Security Screening Selection, sebbene fastidiosa, è volta a garantire la sicurezza di tutti i viaggiatori e comporta una selezione casuale dei passeggeri da controllare da parte delle compagnie aeree.

Sembrerebbe che alcuni criteri siano più incisivi di altri nel determinare quali saranno i candidati per i controlli, come il pagamento non tracciato (quindi in contanti), la prenotazione last minute (da pochi giorni prima del volo fino al giorno stesso), oppure l’acquisto di un biglietto di sola andata. Ad ogni modo, siccome si tratta di un processo casuale e non si conoscono tutti i criteri adottati dalle varie aerolinee, non è escluso che possiate trovare questa sigla sulla vostra carta d’imbarco anche se non rientrate nelle categorie “a rischio” citate.

Ma cosa vuol dire, nel concreto, trovare questa sigla sul biglietto del volo? Significa che non potrete imbarcare senza prima essere stati sottoposti a una serie di controlli e a un’intervista approfondita. Il tutto può richiedere anche molto tempo, dai 15 ai 45 minuti circa.

Cosa si deve fare e come comportarsi

Lo screening approfondito richiesto dalla SSSS è articolato in una serie di controlli a cui i passeggeri vengono sottoposti nel caso in cui si venga scelti dalla compagnia. Innanzitutto, si viene separati dai propri compagni di viaggio ai controlli di sicurezza, dove il bagaglio a mano e gli oggetti personali vengono scrupolosamente controllati, in maniera molto più minuziosa rispetto al normale. Anche il bagaglio eventualmente imbarcato verrà controllato.

Inoltre, si verrà sottoposti a un’intervista approfondita in cui verrà chiesto di spiegare le proprie intenzioni di viaggio, cosa si intende fare una volta giunti a destinazione, se si hanno amici lì o se il viaggio ha secondi fini. Avrà luogo anche una verifica più accurata sulla propria identità, con il controllo dei documenti di viaggio, e si dovrà rispondere a domande che riguardano la professione e altri aspetti riferiti alla parentela.

In tale fase possono essere controllati i dispositivi personali, come telefoni e computer, e può essere richiesto addirittura di mostrare i propri profili social. È essenziale mantenere la calma ed essere quanto più sinceri e collaborativi possibile, in modo da non allungare i tempi di controllo rischiando di perdere il proprio volo.

Al termine di questa accurata ispezione, ci si dovrà recare al gate dove si riceverà una nuova carta d’imbarco che non porterà più la scritta SSSS. Da quel momento si è liberi e il viaggio in aereo negli USA potrà iniziare in tutta serenità.

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Tempio della Letteratura di Hanoi, guida completa

Il Tempio della Letteratura di Hanoi, conosciuto come Van Mieu nella lingua locale, è uno dei più antichi e prestigiosi complessi religiosi del Vietnam. Oltre a essere un importante sito storico e culturale, rappresenta un luogo di culto per molti studenti che vi si recano per pregare in vista di esami e studi futuri. Fondato nel 1070, è considerato il primo ateneo del Paese, noto come l’Accademia Imperiale, dove per secoli si sono formati i più illustri studiosi del paese. Oggi è una tappa obbligata per chi visita Hanoi, non solo per la sua bellezza architettonica ma in quanto rappresenta una vera immersione nella cultura e nella storia del Vietnam.

Storia del Tempio della Letteratura

Il Tempio della Letteratura fu fondato dall’imperatore Ly Thanh Tong per onorare il filosofo cinese Confucio. In seguito, il figlio del sovrano creò un nuovo complesso, l’Accademia Imperiale, destinato a formare i membri della famiglia e della corte reale, inclusi nobili, principi e burocrati, secondo i principi del Confucianesimo, una dottrina che ha avuto una profonda influenza sulla vita politica, sociale ed etica del Vietnam. Nel 1253, il tempio aprì le porte anche ai comuni cittadini più meritevoli, che potevano studiare per un periodo variabile tra 3 e 7 anni. Il curriculum era fortemente influenzato dalla cultura imperiale cinese, includendo lo studio della calligrafia, della letteratura e della poesia.

L’architettura del Tempio della Letteratura

Nonostante il passare del tempo e le devastazioni causate dalle guerre, il tempio ha conservato intatta la sua bellezza architettonica e il suo valore culturale, e tuttora è possibile ammirare l’architettura unica del complesso Van Mieu in tutto il suo splendore. Circondato da mura in mattoni, il tempio si estende su un’area di circa 54.000 metri quadrati ed è articolato in cinque cortili principali, ognuno con uno stile distintivo.

Il Grande Cancello Centrale

L’ingresso avviene attraverso il Grande Cancello Centrale, composto da tre ingressi, i cui elementi architettonici sono disposti in modo armonioso e simmetrico, conferendo alla struttura un aspetto maestoso e imponente. In passato, la porta centrale veniva aperta solo in occasioni speciali ed era riservata al re e agli alti funzionari, mentre i comuni cittadini e gli studiosi confuciani potevano accedere attraverso i due portali laterali, chiamati rispettivamente “Ta mon” e “Huu mon” (La Porta Sinistra e La Porta Destra).

Sulla sommità campeggia la figura di un pesce, simbolo di perseveranza e successo negli studi. Secondo una leggenda vietnamita, i pesci che riuscivano a superare le onde più alte dell’oceano venivano trasformati in potenti draghi, un’analogia utilizzata per incoraggiare gli studenti a superare tutte le difficoltà per raggiungere il successo negli esami.

Il Primo Cortile (Dai Trung Mon)

Dopo aver attraversato il Grande Cancello, ci si ritrova nel cortile Dai Trung Mon, caratterizzato da un’atmosfera serena e verdeggiante. A destra e a sinistra, si trovano due cancelli chiamati rispettivamente Cancello del Talento e Cancello della Virtù, che simboleggiano le aspettative della nobiltà vietnamita per l’educazione nazionale.

Il Secondo Cortile (Khue Van Cac)

Il padiglione Khue Van Cac, noto come il Padiglione della Costellazione, è il simbolo del Tempio della Letteratura. Costruito nel 1805, è composto da quattro pilastri di mattoni con una struttura in legno sopraelevata. Ogni dettaglio è stato scolpito con motivi tradizionali dai migliori artigiani reali, che hanno reso questo padiglione una delle opere d’arte più apprezzate nel tempio.

Tempio della Letteratura, Hanoi

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Accademia Imperiale, Tempio della Letteratura, Hanoi, Vietnam

Il Terzo Cortile (Pozzo di Thien Quang)

Il Pozzo di Thien Quang, è un ampio bacino d’acqua di forma quadrata che rappresenta la terra, mentre il cerchio in cima al padiglione rappresenta il cielo. Questo simbolismo esprime il desiderio di armonia tra cielo e terra, fondamentale per la prosperità di una nazione. Nel cortile, si possono ammirare anche le famose tartarughe di pietra con grandi steli, che simboleggiano il rispetto per i dottori del confucianesimo e la venerazione per gli studiosi nazionali.

Il Quarto Cortile (Dai Thanh Mon)

Il cortile Dai Thanh Mon, che significa “grande successo”, è uno dei luoghi più sacri del tempio, dove si trova il santuario dedicato a Confucio e la Casa delle Cerimonie. Al centro del santuario si trova un altare decorato secondo la tradizione vietnamita, con i cinque elementi di base: fuoco, metallo, acqua, legno e terra. L’altare è sempre adornato con offerte e incenso, a dimostrazione del forte rispetto dei vietnamiti per gli antenati.

Il Quinto Cortile (Accademia Imperiale)

Il Quinto Cortile ospita l’Accademia Imperiale, il cuore educativo del tempio e anche l’unico edificio a due piani presente nel complesso. Al piano terra, si può vedere una statua del famoso insegnante vietnamita Chu Van An, insieme a immagini e manufatti che illustrano il sistema educativo confuciano delle dinastie feudali vietnamite. Al piano superiore, vengono venerati tre re, Ly Thanh Tong, Ly Nhan Tong e Le Thanh Tong, che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del sistema formativo vietnamita e a tramandarlo nel corso dei secoli.

Info utili per visitare il Tempio della Letteratura

Il Tempio della Letteratura si trova in Quoc Tu Giam Street, 58, nel distretto di Dong Da, a circa 3 chilometri dal centro di Hanoi. È facilmente raggiungibile da diversi punti della città, trovandosi nelle vicinanze di strade importanti come Ton Duc Thang, Nguyen Thai Hoc, e Van Mieu.
Il tempio è visitabile tutto l’anno, ma per ammirare al meglio la sua architettura e godere della sua atmosfera particolare, è consigliabile evitare i giorni del Capodanno Lunare e il periodo delle lauree, tra novembre e gennaio. Durante questi mesi, il tempio è molto frequentato da studenti e visitatori che si recano per pregare e chiedere fortuna per i loro studi e carriere, rendendo difficile esplorare in tranquillità tutte le sue aree.

Biglietti d’ingresso
Adulti: 1,5 USD a persona (sia per locali che per turisti internazionali)
Studenti: 1 USD a persona (con presentazione della tessera studenti)
Bambini sotto i 15 anni: ingresso gratuito

Orari di visita
Il tempio è aperto tutti i giorni, ma gli orari variano in base alla stagione:
• Estate (aprile-ottobre): ore 7,30-17,30
• Inverno (ottobre-aprile): ore 8-17

Regolamenti del Tempio
Per la visita al Tempio della Letteratura è importante rispettare alcune regole: vestire in modo rispettoso, evitando abiti corti o trasparenti; togliersi il cappello quando si entra nelle aree sacre; è permesso scattare foto, ma con rispetto per i luoghi di culto; evitare di fare rumore, soprattutto nelle zone di preghiera; munirsi di contanti, poiché alla biglietteria non sono accettate carte di credito.

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Le cattedrali di Francia seguono il disegno del cielo. Ciascuna corrisponde a una stella

Un mistero meraviglioso si cela in Francia, uno di quelli che affondano le sue radici nella fede e nelle stelle: si tratta di un percorso sacro che riflette in terra la volta del cielo. Sono le cattedrali gotiche dedicate a Maria e – se si osserva dall’alto la loro posizione – si ricostruisce una mappa straordinaria e affascinante che rappresenta la costellazione della Vergine.

Una corrispondenza tra cielo e terra, tra astronomia e religione, che si rispecchia in alcuni degli edifici sacri in stile gotico più belli di tutta la Francia. Mete che si possono raggiungere per un viaggio, non solo per scoprire l’incredibile bellezza di questi luoghi, ma anche per assaporare l’ingegno e la tecnica che sta dietro alla realizzazione di queste chiese.

La loro costruzione risale nel periodo che va tra il XII e il XIII secolo e sono dedicate a Notre – Dame: nell’elenco ve ne sono diverse e si tratta di Reims, Chartres, Amiens, Bayeux, Evreux, Etampes, Laon, Rouen e L’Epine, qui sorgono meravigliose cattedrali e si trovano tutte nell’area della Francia settentrionale. Un viaggio alla scoperta di questi gioielli che si stagliano verso il cielo con le loro forme armoniose, particolari, con le loro decorazioni e la loro eterna bellezza.

La cattedrale di Reims

Iniziamo un viaggio immaginario in Francia, lungo questo percorso che dal cielo si riflette sul territorio, partendo dalla cattedrale di Reims, nella Marna, che nella costellazione della Vergine corrisponde a La Spiga. Inserita all’interno dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, è un luogo molto importante anche perché per quasi mille anni è qui che sono stati incoronati tutti – eccetto uno – i re di Francia. Eretta dove vi erano altre chiese, la prima risale al IV secolo d.C., ma nel tempo è stata sottoposta ad alcuni interventi di restauro: il via ai lavori di quella attuale risale al 1211.

La cattedrale di Reims è bellissima è dotata di tre portali arricchiti di statue di dimensioni diverse, ha un portale centrale che è dedicato alla Vergine Maria. Al suo interno vi sono suggestivi arazzi e dipinti pregiatissimi.

La Cattedrale di Reims in Francia

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La bellezza della cattedrale di Reims

La cattedrale di Rouen

Ci spostiamo nella scia della costellazione, dove incontriamo alcune stelle dal luccichio più debole ma non per questo meno affascinanti. Qui troviamo la cattedrale di Rouen, in Normandia: grande e bellissima, è arricchita da alcune torri imponenti, basti pensare che la Tour Lanterne ha la guglia che si è piazzata al terzo posto di quelle più alte in Europa. Anche questa cattedrale è stata eretta al posto di precedenti edifici religiosi e la sua realizzazione ha preso il via nel 1145. Si tratta di un favoloso esempio di diversi stili di gotico, al suo interno vi è anche una Cappella della Vergine. Merita assolutamente una visita e poi anche un approfondimento nella bellissima serie di dipinti (più di trenta) realizzati da Claude Monet.

In Francia la cattedrale gotica di Rouen

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La cattedrale di Rouen in Francia

La cattedrale di L’Epine

Siamo nel dipartimento della Marna e, sempre seguendo la scia della nostra ideale costellazione della Vergine, incontriamo a L’Epine una cattedrale in stile gotico fiammeggiante. La sua realizzazione ha preso il via tra il 1405 e il 1406 e si è conclusa nel 1527. Legata a questo edificio è la statua della Vergine con il Bambino Gesù, che si dice sia stata trovata da dei pastori in un rovo ardente. Fa parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco.

La cattedrale di Chartres

A nord ovest, nel dipartimento dell’Eure-et-Loir, vi è Chartres con la sua meravigliosa cattedrale che corrisponde alla stella Galla. Si tratta di un edificio religioso che è stato innalzato su quello precedente, che è stato distrutto da un incendio nel 1194. È stata sede di un’importante e storica eccezione, infatti qui – e non a Reims come era solito accadere – è stato consacrato un re: Enrico IV. Un altro aspetto peculiare deriva dal fatto che ha un’enorme superficie di vetrate che ammonta a circa 2600 metri quadri.

Il fascino della cattedrale di Chartres

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Il fascino della cattedrale gotica di Chartres

La cattedrale di Amiens

Ci spostiamo ad Amiens, con la stella Zeta della costellazione della Vergine. Questa città si trova nel dipartimento della Somme, nell’Alta Francia, e ha il primato di essere la più grande delle cattedrali presenti nel Paese dal momento che si estende su oltre 7mila metri quadrati di superficie. Oltre a questo va segnalato che è stata inserita nei patrimoni dell’Umanità. Voluta dal vescovo Evrard de Fouilloy, i lavori sono iniziati nel 1220 e la chiesa è giunta sino a oggi custodendo il suo patrimonio di sculture.

Cattedrale di Bayeux

Arriviamo alla stella Epsilon e giungiamo anche al la cittadina di Bayeux, in Normandia, dove vi è una cattedrale che è stata eretta nel 1077 e al suo interno si trovano anche elementi romanici. Da segnalare la presenza di due capitelli istoriati normanni e di affreschi che sono databili al XV secolo. Uno scrigno di bellezza.

La cattedrale gotica di Bayeux

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Bayeux, la sua cattedrale in stile gotico

Le cattedrali che compongono le ultime stelle: Evreux, Etampes e Laon

Le ultime tre cattedrali che vanno a comporre la costellazione della Vergine sono quelle di Evreux, Etampes e Laon.

Evreux si trova in Normandia e la costruzione della sua cattedrale è stata iniziata nel 1220, è un bell’esempio di diversi stili di architettura gotica che qui si mescolano alla perfezione. Etampes, nella regione dell’Ile-de-France, ha una chiesa parrocchiale realizzata tra il 1130 e il 1160 e se, da una parte, è un bell’esempio di gotico, presenta anche aspetti tardo romani. Infine, Laon, nella regione dell’Alta Francia, ha una cattedrale realizzata tra il 1150 e il 1180 che si trova nel centro cittadino e su un rilievo. Una delle peculiarità è data dalle sue vetrate trasparenti.

La Cattedrale di Laon

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La Cattedrale di Laon in Francia

Perché la costellazione

Ma perché è stata riprodotta la costellazione della Vergine? Questa sorta di proiezione sul territorio, che va a sancire un simbolico legame tra cielo e terra, grazie a edifici meravigliosi, è davvero affascinante e potrebbe avere una spiegazione.

Il collegamento, naturalmente, è di tipo religioso: infatti il legame tra dove sono stati posizionate le cattedrali e gli astri è dovuto al fatto che si ritiene l’Universo sia un’opera di Dio. E così, questo viaggio lungo un’ipotetica linea che collega le cattedrali le une alle altre, ci ha permesso di tracciare la costellazione della Vergine, attraverso alcuni edifici maestosi e bellissimi.