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A Napoli è stata scoperta una chiesa medievale

L’Italia, terra dalla storia millenaria e custode di inestimabili ricchezze archeologiche, continua a stupire con scoperte che svelano segreti antichi. Nonostante l’immenso patrimonio già conosciuto, ogni regione riserva ancora sorprese inaspettate. L’ultima, a Napoli, ha portato alla luce i resti di una chiesa medievale, nascosta per secoli sotto il suolo cittadino.

Si tratta di uno straordinario ritrovamento che non soltanto getta luce sul passato del capoluogo partenopeo, ma dimostra ancora una volta come la storia del nostro Paese sia in continua evoluzione, con nuove pagine che si aggiungono a un libro infinito.

Il sottosuolo di Napoli restituisce una chiesa del XI secolo

Nelle vicinanze di Piazza Bovio, nel centro storico di Napoli, si celava da oltre mille anni una chiesa medievale del XI secolo, a otto metri di profondità rispetto al manto stradale.

Un imprenditore locale l’aveva scoperta e, in segretezza, aveva intrapreso una serie di scavi archeologici abusivi, sfruttando la presenza del sito al di sotto di una sua proprietà: un’indagine da parte dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, disposta e coordinata dalla Procura della Repubblica, ha posto fine all’attività illegale che, oltretutto, rischiava di danneggiare una rara testimonianza dall’indiscusso valore storico.

Gli esperti dell’Arma, sotto la guida del pool “Beni Culturali” della Procura di Napoli, hanno sequestrato circa 10.000 frammenti ceramici di natura archeologica risalenti all’epoca romana e medievale, probabilmente provenienti dall’area suburbana dell’antica Neapolis, e legati anche a zone non ancora esplorate nel corso delle indagini. Oltre ai frammenti, sono stati confiscati 453 reperti archeologici integri di epoca romana, tra cui preziosi crateri a figure rosse, anfore, lucerne, pipe in terracotta e monete antiche.

Gli inquirenti, ora, mirano a capire se l’uomo abbia trafugato gli oggetti di valore trovati una volta entrato in chiesa: le indagini condotte dal nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno beneficiato del supporto tecnico e operativo della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. Nell’ambito delle operazioni, sono stati ispezionati diversi locali di sua proprietà e sono stati sequestrati ulteriori cunicoli sotterranei, frutto di scavi clandestini, che si estendevano sotto le fondamenta di un palazzo settecentesco, dichiarato bene culturale di particolare interesse storico-artistico.

Un raro esempio di arte medievale

Il sito, ora messo in sicurezza per dare modo di effettuare ulteriori approfondimenti volti a tutelarlo e valorizzarlo, restituisce alla città di Napoli e all’Italia intera “un raro esempio di arte medievale del XI secolo“, le cui decorazioni riportano una similitudine con il vicino Sacello di Sant’Aspreno. Ma non solo: la chiesetta va ad aggiungersi alle pochissime testimonianze di pittura dell’epoca medievale sul territorio italiano.

Anche se l’attività clandestina ha arrecato ingenti danni alla struttura (e, di riflesso, al patrimonio storico e culturale napoletano e italiano), tra i resti della chiesa spicca un’abside semicircolare affrescata, in condizioni relativamente buone, sulla quale è ancora parzialmente visibile la figura del Cristo in trono (tipica dell’arte sacra medievale), accompagnata da decorazioni a velarium.

È stata rinvenuta anche un’iscrizione dedicatoria, in parte già decifrata, che aggiunge valore storico al sito. Inoltre, è emersa parte della pavimentazione originale, realizzata con lastre di marmo bianco di spoglio, a testimonianza dell’antica magnificenza del luogo di culto.

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A Puerto Williams sta per nascere l’hotel più a sud del mondo

La compagnia di crociere di lusso Silversea sta facendo il suo ingresso nel settore alberghiero, con la costruzione di una struttura esclusiva di 150 camere che, a detta l’azienda, diventerà l’albergo più a sud del mondo.

Il nuovo lodge sorgerà a Puerto Williams, in Cile, e rappresenterà una novità assoluta per l’operatore crocieristico. L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di rendere più agevole e confortevole l’esperienza dei viaggiatori diretti in Antartide a bordo della flotta di navi da spedizione di Silversea, offrendo un punto di partenza ottimale per avventure estreme.

Il punto di sosta perfetto per i viaggi sul Ponte dell’Antartide

Silversea considera il nuovo lodge un elemento chivae per i suoi esclusivi “viaggi sul Ponte dell’Antartide” che si pongono come un’alternativa per evitare il temuto Passaggio di Drake, noto per le sue acque piuttosto turbolente. Invece di affrontare la traversata via mare, i viaggiatori possono sorvolare lo stretto, arrivando in Antartide in modo più rapido e confortevole.

Di fatto, il lodge fungerà quindi come tappa strategica per rendere il tutto più agevole e lussuoso: gli itinerari classici prevedono più di un’intera giornata di navigazione dal Sud America all’Antartide mentre, con un volo charter, il viaggio tra Puerto Williams e il porto delle crociere sull’isola di King George dura solo due ore.

In più, l’hotel offre molta più flessibilità in termini di gestione dell’esperienza complessiva. Basti pensare che, finora, gli ospiti che arrivano a Puerto Williams “sono sparsi” per la città in diverse strutture ricettive: il nuovo lodge di Silversea semplificherà la logistica sia per gli ospiti sia per la compagnia di crociera e disporrà di ampie aree comuni che serviranno a tenersi informati, ad acclimatarsi e a prepararsi al meglio per le entusiasmanti avventure previste.

L’apertura prevista per la stagione antartica 2025/2026

I piani per il nuovo hotel di Silversea prevedono l’apertura in tempo per la stagione antartica 2025/2026, che secondo i calendari di viaggio della compagnia inizia a fine ottobre. Sebbene il nome del lodge non sia ancora stato rivelato, l’ambizione è quella di trasformare la struttura in più di un semplice punto di transito per i viaggiatori diretti in Antartide.

La compagnia, infatti, immagina una proprietà in cui vivere un’esperienza di lusso unica che sappia integrare la bellezza selvaggia del territorio con un’ospitalità di alto livello. I viaggiatori devono poter sperimentare appieno cosa significhi trovarsi a quelle latitudini: Puerto Williams vanta un paesaggio talmente spettacolare e una cultura indigena di sicuro interesse che non possono passare inosservate.

Silversea mira proprio a “sfruttare” tali peculiarità del luogo e a fare in modo che le persone ne siano consapevoli e le comprendano appieno. All’inizio, il lodge sarà legato soltanto alla crociera ma l’obiettivo futuro è quello di “trasformarlo in qualcosa di più”.

Il nuovo hotel sarà costruito sul sito dell’attuale Lakutaia Lodge, come riportato dal quotidiano cileno El Mercurio. La società madre di Silversea, Royal Caribbean Group, sta investendo 30 milioni di dollari in questo progetto con la collaborazione di DAP, una compagnia aerea e turistica cilena specializzata nelle operazioni in Antartide. Un importante investimento che evidenzia l’intento di creare un’esperienza esclusiva, rafforzando la presenza di Silversea come leader nel settore delle spedizioni polari e del turismo di alta gamma.

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I luoghi più spaventosi d’Italia per un’esperienza spettrale

Perché siamo così attratti da ciò che fa paura e ci spaventa? Non solo ad Halloween, quando la voglia di spaventarci e spaventare si fa ancora più forte, ma in generale, nella nostra vita, c’è chi subisce un’attrazione particolare per storie e luoghi misteriosi. Alcuni ricercatori forniscono una risposta fisiologica: sembrerebbe che le reazioni fisiche e biochimiche durante la visione di film spaventosi, per esempio, sono le stesse di chi pratica sport estremi, ossia il rilascio di dopamina, endorfine e adrenalina nel cervello. Questo causerebbe, paradossalmente, una forte sensazione di benessere.

Se vi rivedete in questa descrizione e siete sempre alla ricerca di esperienze spettrali, sarete felici di sapere che non sarà necessario guardare un film horror, perché in Italia abbiamo tanti luoghi immersi nel mistero e capaci di far venire la pelle d’oca. Provare per credere…se avete il coraggio!

Ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini, Mombello

Gli ospedali psichiatrici sono una delle location più amate dai film horror e se diamo un’occhiata al manicomio abbandonato di Mombello capiamo perfettamente il perché. Situato in provincia di Monza e Brianza, rappresentava uno dei più grandi d’Italia. Intorno al 1960, infatti, arrivò ad avere più di 3000 pazienti, tanto da venir soprannominato il “colosso dei manicomi italiani”. Con l’avvento della legge Basaglia, l’intera struttura venne poi lentamente abbandonata. Si racconta di presenze paranormali, spiriti silenziosi di chi ha vissuto quelle stanze e che non è riuscito a lasciare. Lo stato dell’edificio è pericolante e molti si avventurano al suo interno per scattare qualche fotografia.

Castello della Rotta, Moncalieri

Nella lista dei luoghi più spaventosi d’Italia non poteva certo mancare il castello più infestato. Castello della Rotta, situato a circa dieci chilometri da Moncalieri, vicino a Torino, attira curiosi e appassionati di tutta Europa per il suo fascino misterioso e spettrale. Il castello medievale è famoso per le tante storie e leggende di fantasmi che abitano le sue stanze, come quella di un uomo decapitato che vagherebbe nel cortile interno del palazzo portando ancora in mano la propria testa, mentre una credenza popolare racconta come nella notte tra il 12 e il 13 giugno tutti gli spettri del castello si riuniscano per dare vita a una processione in direzione del maniero.

Principato di Lucedio, Trino (VC)

In Piemonte, in provincia di Vercelli, si trova il Principato di Lucedio, un complesso monastico dove protagonista delle storie che l’hanno reso uno dei luoghi più spaventosi d’Italia è il demonio stesso. La leggenda narra di una maledizione contro i monaci cistercensi che lo abitavano e che coltivavano riso, i quali vennero afflitti da sogni e visioni di streghe, riti e presenze maligne. Presenze che si impossessarono dei monaci, obbligandoli a compiere azioni malefiche e soprusi contro i più deboli. Tutto questo fino a quando un esorcista proveniente da Roma non riuscì a imprigionare la forza maligna e a liberare i monaci.

L’aspetto più interessante della storia è la presenza di uno spartito particolare dove i primi tre accordi iniziali sono in realtà tre accordi di chiusura e non di apertura. Sempre secondo la leggenda, se suonato al contrario, toglierebbe le catene a questa forza liberando il demonio dalla sua prigionia.

Principato Lucedio luoghi spaventosi Italia

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Principato di Lucedio, tra i luoghi più spaventosi d’Italia

Castello di Montebello, Poggio Torriana (RN)

Uno dei luoghi italiani più famosi per le sue presenze paranormali è sicuramente il Castello di Montebello, conosciuto per il fantasma di Azzurrina. Siamo nel 1300, quando la tenuta apparteneva al Signore di Montebello, Ugolinuccio Malatesta, padre di una bambina albina tenuta nascosta perché al tempo considerata come un’anormalità e a rischio per accuse di stregoneria. La madre, che provava in tutti i modi a colorarle i capelli con colori naturali, li otteneva sempre azzurri (da qui il nome del fantasma).

Una notte del 1375, Azzurrina giocava con la sua palla di pezza all’interno del castello quando all’improvviso la palla rotolò giù nei sotterranei. La bambina andò a recuperarla e non venne più ritrovata. Si dice che il suo fantasma abiti ancora le mura del castello e che i suoi pianti possano essere sentiti durante il solstizio d’estate, in concomitanza con la data della sua scomparsa.

Castello di Saint Marcel, Valle D’Aosta

L’aura misteriosa del Castello di Saint Marcel deriva dai numerosi visitatori che, in passato, hanno riferito di avere udito e visto al suo interno fenomeni inspiegabili. Immerso in scenari spettacolari, tra miniere, belle cascate e torrenti, nasconde in realtà strane presenze. Nel corso degli anni sono tante le storie raccontate, come l’incontro con fantasmi molto chiacchieroni che si presentano incappucciati percorrendo sempre lo stesso itinerario fino a svanire nel nulla. Alcuni testimoni avrebbero addirittura assistito a luci e candelabri muoversi da soli aleggiando nell’aria!

Ponte Sisto, Roma

Una delle leggende più inquietanti di Roma si svolge proprio qui, a Ponte Sisto. Il ponte che collega Campo de’ Fiori a Trastevere vede protagonista Olimpia Maidalchini, detta la Pimpaccia, la cui influenza in Vaticano era talmente forte che pare fosse obbligatorio passare da lei prima di poter avvicinare il Papa, suo cognato Innocenzo X. In generale non era una donna benvoluta e, dopo la morte di quest’ultimo, senza più protezione, decise di fuggire su un cocchio trainato da quattro cavalli neri con due casse d’oro rubate da sotto il letto papale. Ed è proprio questa immagine che perseguita i romani ogni gennaio, nelle notti di luna piena, dove può essere avvistata passando ponte Sisto per poi scomparire nel Tevere e finire all’inferno.

Ponte Sisto luoghi spaventosi Italia

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Ponte Sisto, tra i luoghi spaventosi a Roma

Casa Ca’ Dario, Venezia

Dopo tanti castelli arriva anche la casa infestata che uccide o porta sfortuna a chiunque decide di abitarvi. Casa Ca’ Dario è un edificio situato a Venezia che, dall’anno della sua costruzione, ha lasciato dietro di sé una nomea non proprio positiva. Sono tanti, infatti, gli eventi spiacevoli successi al suo interno, trasformandolo nel palazzo elegante meno voluto e più temuto della città. Tra i protagonisti delle sue storie, in tempi più recenti, ci sono il conte di Torino Filippo Giordano delle Lanze, che acquistò il palazzo e venne assassinato al suo interno da un marinaio croato, e il manager della band inglese The Who.

Fu qui che Kit Lambert diventò sempre più dipendente da sostanze stupefacenti, tanto da provocare la rottura con la band. Nel 2002 è il turno del bassista che, affittando la casa per una vacanza, fu stroncato da un infarto. Di morti e drammi ne sono successi parecchi e la lista potrebbe andare avanti all’infinito!

Villa de Vecchi, Cortenova (LC)

Nella frazione di Bindo, appartenente al comune di Cortenova in provincia di Lecco, si trova una casa misteriosa conosciuta come ‘La casa rossa‘. Si tratta di una dimora ottocentesca diroccata, riconosciuta come una delle case più infestate del mondo. Cosa successe al suo interno? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro al suo proprietario, il conte De Vecchi che, di ritorno alla villa, trovò la moglie e la figlia misteriosamente morte. Sono loro gli spiriti che infestano ancora la dimora, ma non solo.

La fama di casa infestata si diffuse soprattutto negli anni ’20 quando il satanista Aleister Crowley e i suoi adepti girarono l’Italia in cerca di un luogo in cui fermarsi per dare vita a una comunità dedicata al culto di Satana e si fermarono per un paio di notti proprio nella Casa Rossa.

Villa Santa Barbara (Abbazia di Thélema), Cefalù

Ed è sempre grazie alla fama del satanista Aleister Crowleyche a quanto pare fece un vero e proprio tour italiano, che anche questa villa siciliana è oggi considerata una dei luoghi più spaventosi d’Italia. Siamo a Villa Santa Barbara, conosciuta come Abbazia di Thélema, scelta dall’occultista negli anni ’20 come tempio per il suo culto e base per gli adepti della sua comunità. La villa venne ribattezzata Abbazia di Thélema proprio come il nome della ‘religione magica’ da lui fondata. Si racconta che all’interno delle sue stanze successero molte cose, tra cui riti satanici e pratiche non proprio accettate dalla comunità locale. Dopo la morte di un ragazzo inglese, Aleister Crowley fu obbligato ad abbandonare l’Italia e a lasciare la villa, oggi in totale stato di abbandono e da molti soprannominata “La casa del Diavolo“.

La casa del violino, Scogna Sottana (SP)

Storia da brividi anche nelle vicinanze di La Spezia, in una casa dove risuonano nell’aria le note di un violino. Protagonista della storia è un musicista che, non riuscendo a integrarsi nella comunità, decise di rinchiudersi dentro la sua casa e lavorare incessantemente alla sua musica. Dopo la sua morte, secondo alcuni dovuta a cause misteriose (c’è chi affermava di sentire urla demoniache insieme alle note del suo violino) lo strumento restò chiuso nella sua custodia. Apparentemente, notte dopo notte, è ancora possibile sentirlo suonare.

Villa Magnoni, Cona (FE)

Terminiamo questa lista dedicata ai luoghi più spaventosi d’Italia con una villa dalla storia davvero inquietante. Siamo a Villa Magnoni, vicino a Ferrara, abitata da una strega e immersa in una maledizione che arriva fino ai giorni nostri. Negli anni ’80, infatti, un gruppo di ragazzini decide di visitare la villa dove sentirono il pianto di un bambino. Immediatamente si diedero alla fuga, ma continuarono a sentire dietro di loro i pianti e le urla di una donna che li intimava ad andare via. Fuggiti in auto, furono coinvolti in un incidente dove solo uno del gruppo sopravvisse, colui che raccontò la storia che oggi raccontiamo a voi.

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Viaggio a Cadice, la città più antica del mondo occidentale

Anche se forse meno considerata durante un tour in Andalusia, la splendida città costiera di Cadice, incastonata su un promontorio che si affaccia sull’Oceano Atlantico, conserva un’atmosfera unica, frizzante e vivace, nonché una gloriosa storia che affonda le radici nel lontano 1100 a.C., quando i Fenici la fondarono con il nome di Gadir.

Le numerose culture che si sono avvicendate nel corso dei secoli, hanno lasciato un’impronta indelebile e lo spirito accogliente e festoso dei suoi abitanti, i gaditanos, non è mai venuto meno: ancora oggi, è famosa per la sua vibrante vita notturna, i suoi bar animati e la deliziosa cucina locale.

Cosa vedere a Cadice

Iniziare la visita di Cadice dalla Porta Tierra è come varcare la soglia tra due mondi: da una parte si dispiega la Cadice moderna, dagli ampi viali che conducono a favolose spiagge quali La Victoria, Santa María e La Cortadura, e dall’altra si svela la Cadice storica, con i suoi quartieri ricchi di tradizione e fascino. Ed è proprio qui che ogni angolo racconta una storia, dai vicoli medievali di El Pópulo, fino a La Viña, quartiere di pescatori per eccellenza, famoso per la musica chirigota, e Santa María, dove il flamenco risuona ancora tra le strade.

Il lungomare, che si specchia nell’immensità dell’Atlantico, regala una vista mozzafiato sulla Cattedrale, la cui cupola, rivestita di azulejos gialle, brilla al sole. Affacciata su Campo del Sur, è un autentico gioiello architettonico che mescola stile barocco e neoclassico. Al suo interno riposano le spoglie del celebre compositore Manuel de Falla, mentre nelle vicinanze svettano altrettanto preziosi testimoni della storia cittadina come l’antico teatro romano e la vecchia Cattedrale.

Proseguendo il tour di questa incantevole città della Spagna, vi accorgerete che le stradine di Cadice conducono a una miriade di piazze affollate, veri e propri “cuori pulsanti”. La maestosa Piazza España, dominata dal Palazzo dell’Amministrazione Provinciale e dal Monumento al Parlamento Liberale, si trova a due passi dal porto, mentre in piazza San Juan de Dios si erge il neoclassico Municipio, simbolo della città. Piazza Mina, ombreggiata da alberi secolari, invita a una pausa di riflessione prima di entrare nel Museo Archeologico e di Belle Arti, dove i reperti fenici raccontano un passato lontano. In Piazza San Francisco, l’omonima chiesa rappresenta invece un’oasi di pace lontano dal caos.

E non è ancora tutto.

Il centro storico di Cadice ha in serbo altre meraviglie: il Museo Storico Municipale, la Torre Tavira, una delle più antiche e rappresentative, e l’Oratorio di San Felipe Neri, luogo di discussione della Costituzione liberale del 1812, oggi dichiarato Monumento Nazionale. Non può poi mancare una visita alla Chiesa di Santa Cruz, dove i dipinti di Francisco Goya raccontano la grandezza dell’arte spagnola.

Infine, noterete come l’architettura gotica, barocca e moresca si uniscano in un incantevole gioco di forme e stili. Tra i simboli più affascinanti di tale fusione non si può non citare il Gran Teatro Falla, caratterizzato da mattoni rosa e archi in stile mudejar, che racconta la storia multiculturale di Cadice, una sorprendente realtà tutta da vivere tra cultura, mare e tradizioni.

Spiagge dorate ed emozionanti panorami sull’Atlantico

Tarifa, Cadice, Andalusia

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Splendida spiaggia a Cadice

Ma Cadice non conquista solamente con il fascino del centro storico e con un patrimonio culturale di grande rilievo: per immergersi nei panorami sublimi sull’Oceano Atlantico, una passeggiata lungo i viali alberati dell’Alameda de la Apodaca rappresenta un’esperienza imperdibile.
Si tratta di un suggestivo percorso nel Parco Genovés che culmina alla spiaggia della Caleta, l’unica situata nel cuore del centro storico, tra i castelli di Santa Catalina e San Sebastián, dall’ atmosfera intima e pittoresca. A due passi, il Balneario de la Palma y del Real aggiunge un ulteriore tocco di poesia.

Continuando la passeggiata verso la Cadice moderna, la vista si apre sul lungomare di Campo del Sur, dove i baluardi di Mártires, Capuchinos e San Roque donano vedute ancora più ampie e suggestive sull’Atlantico: i colori cangianti del mare si fondono con quelli del cielo e danno vita a una scenografia indimenticabile.

Arrivati alla Playa de la Victoria, ecco l’emozione di trovarsi di fronte a una delle più belle spiagge atlantiche di Cadice: la distesa di sabbia dorata si estende per circa quattro chilometri, dalla Porta Tierra fino alla punta estrema della penisola e, durante i mesi estivi, diventa il rifugio preferito dai gaditanos, che la scelgono per la sua ampiezza e il mare limpido. È il luogo ideale sia per chi desidera rilassarsi sia per chi ama camminare lungo la riva, apprezzando la brezza marina che accarezza la pelle.

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Sagre del tartufo, le più belle dove andare in Italia

In Italia, il tartufo non è soltanto un ingrediente prezioso, è un simbolo di tradizione, di legame profondo con la terra, e di piaceri antichi che si rinnovano anno dopo anno. E le sagre dedicate a questo tesoro nascosto nel folto dei boschi sono molto più di semplici feste: possiamo paragonarle a veri e propri viaggi sensoriali dove l’olfatto e il gusto si fondono in un’esperienza unica, sullo sfondo di borghi storici e nel calore dell’ospitalità locale.

Noi di SiViaggia abbiamo selezionato le sagre del tartufo più belle per trascorrere una giornata all’insegna di profumi inebrianti e sapori intensi.

Piemonte, l’eccellenza del tartufo

Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta delle sagre dal Piemonte e, in particolare, dalla famosa Fiera Internazionale del Tartufo d’Alba, che quest’anno si terrà dal 12 ottobre all’8 dicembre con apertura tutti i sabati e le domeniche e anche il 1 novembre, nella sede storica del Cortile della Maddalena. Giunta alla 94esima edizione, si tratta di una delle manifestazioni di spicco della regione nonché uno delle più quotate d’Italia: evento clou il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba.

Ancora, da non perdere è la Fiera del Tartufo Bianco di Moncalvo, scrigno del Monferrato, che si svolgerà domenica 20 e domenica 27 ottobre per la sua 70esima edizione. Cuore pulsante è Piazza Carlo Alberto dove sono in programma degustazioni gratuite di prodotti locali, mercatini d’artigianato e i classici vini piemontesi quali Freisa, Grignolino, Malvasia, Barbera d’Asti e del Monferrato.

In Liguria, la Festa Nazionale del Tartufo della Val Bormida

Millesimo, Liguria

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Veduta di Millesimo, Borghi Più Belli d’Italia

Dal 4 al 6 ottobre, Millesimo, uno dei Borghi Più Belli d’Italia in provincia di Savona, ospita la 32esima edizione della Festa Nazionale del Tarfufo della Val Bormida, una tre giorni di tradizioni, musica, spettacoli e buon cibo.

Da sempre, la Festa ha come obiettivo principale la tutela e la sensibilizzazione verso uno dei prodotti cardine del territorio: il tartufo, appunto.

Emilia Romagna, il vanto della stagione autunnale

Anche in Emilia Romagna non mancano le sagre che celebrano il tartufo, vanto dell’autunno, a cominciare da Tartòflà – Festival Internazionale del Tartufo Bianco di Savigno (Bologna), una delle più apprezzate in Italia, che per la sua 41esima edizione andrà in scena il 26-27 ottobre, 1-2-3, 9-10, 16-17, novembre. La Mostra mercato nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, un Museo del Tartufo a cielo aperto, stand gastronomici con le migliori specialità locali e i tradizionali mercatini delizieranno i quattro weekend.

Gli appassionati e i curiosi non potranno rinunciare all’appuntamento con Tartufesta a Sasso Marconi, giunto alla 35esima edizione e previsto per il 26-27 ottobre e il 1-2-3 novembre.
Il protagonista è il tartufo bianco dei colli bolognesi con il fulcro in Piazza Martiri dove assaporare le squisite specialità ma vi saranno inoltre bancarelle ed espositori di formaggi, salumi e altre prelibatezze.

Appuntamento goloso in Toscana

San Miniato, Toscana

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Panorama di San Miniato, Toscana

Da segnalare l’appuntamento goloso in Toscana con la 53esima Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato che pone al centro il pregiato tubero con bancarelle per la vendita e stand per degustazioni e assaggi il 16-17, 23-24 e 30 novembre e 1 dicembre.

Non soltanto tartufo comunque: saranno presenti numerose eccellenze di questa terra, a simboleggiare autenticità e tradizione: formaggi, salumi, vini, olio extravergine di oliva.

Marche, un punto di riferimento

Le Marche rappresentano un altro punto di riferimento per gli estimatori del tartufo: ecco la 59esima Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna (Pesaro e Urbino), l’occasione perfetta per gustare sublimi piatti a tema, acquistare prodotti tipici e conoscere da vicino il tartufo, le sue caratteristiche e il sapore.
Si svolge il 26-27 ottobre e l’1-2-3-9-10 novembre.

A Sant’Angelo in Vado (Pesaro e Urbino), ottobre è il mese del tartufo con la 61esima Mostra del Tartufo Bianco Pregiato delle Marche il 12-13, 19-20, 26-27 e domenica 3 novembre con la fiera merceologica dei tartufai. Stand gastronomici e show di cucina con rinomati chef.

Umbria, puntuale ogni autunno

Gubbio, Umbria

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Veduta sul centro storico di Gubbio

In Umbria, puntuale ogni autunno, torna il classico appuntamento nel centro di Gubbio con “Gubbio Terra di Tartufo – Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco e dei prodotti agroalimentari“, quest’anno dal 31 ottobre al 3 novembre, in Piazza 40 Martiri.

Lazio, all’insegna della solidarietà

Il 12-13 e il 19 e 20 ottobre a Canterano, alle porte di Roma, si festeggia la XI Sagra del Tartufo, tappa fissa per gli amanti dell’oro nero.

Un evento intramontabile all’insegna della solidarietà, della cultura, del divertimento, dello slow food e di piatti che “profumano di bosco e di cucina della nonna“.

In Campania due weekend con il tartufo nero e le castagne

Nel centro storico di Bagnoli Irpino (Avellino) va in scena il 18-19-20 e il 25-26-27 ottobre la 45esima edizione della Sagra del Tartufo Nero e della Castagna, un momento ricco di sapore e profumi che invade tutto il centro abitato.

Oltre a degustare tartufi e castagne, sarà possibile partecipare a visite guidate, convegni, escursioni nonché conoscere le eccellenze locali e l’artigianato dell’Irpinia.

In Sicilia tra i sapori d’autunno

Voliamo in Sicilia per ricordare la X edizione de “Il Tartufo tra i sapori d’autunno” – Sagra del Tartufo dei Nebrodi” che si tiene a Capizzi (Messina) il 18, 19 e 20 ottobre.

Un ricco programma scandito da degustazioni, convegni, spettacoli, mostra-mercato, escursioni, laboratori, visite guidate e mostre dedicate al tartufo.

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Nel 2025 la Sagrada Familia diventerà la chiesa più alta del mondo

Correva l’anno 1882 quando venne posata la prima pietra di una delle opere architettoniche più grandiose al mondo, simbolo di un Paese intero e di un Continente: il 19 marzo, infatti, aveva inizio l’epopea della Sagrada Familia di Barcellona, indiscusso capolavoro di Gaudì.

I lavori si sono susseguiti nel corso del tempo e l’edificio non ha mai smesso di stupire e attrarre migliaia e migliaia di turisti. E, nel 2025, raggiungerà il primato di “chiesa più alta del mondo“.

172,5 metri: l’altezza della Sagrada Familia nel 2025

Se tutto proseguirà secondo il programma prestabilito, il prossimo anno la celeberrima Basilica di Barcellona vedrà finalmente il completamento dei lavori (ben 143 anni dalla posa della prima pietra) e raggiungerà un’altezza di 172,5 metri grazie alla croce che verrà affissa nella parte più elevata delle torri, alta 17 metri.

Si tratta di una delle tappe più importanti con il completamento della Torre di Gesù nel 2025: sulla base del progetto, per la fine del 2024 potrà essere posizionato il dodicesimo pannello, l’ultimo, per poi dare il via alla parte conclusiva, ovvero il terminale della croce la quale sarà in cristallo, così da riflettere durante il giorno la luce dei raggi solari. La notte, invece, tramite potenti fari, proietterà fasci di luce sulla città.

Avrà un peso di 100 tonnellate e ciascuno dei bracci (alti 17 metri e larghi 13,5) ne peserà 12. Tutta la struttura verrà rivestita con ceramica smaltata bianca e vetro.

Il coronamento della Torre è stato ideato partendo da una descrizione rinvenuta nell’Album del Tempio Espiatorio della Sagrada Familia tra il 1914 e 1927 e da un piccolo modello a opera di Gaudì.

La realizzazione della sua collocazione richiede un processo costruttivo davvero complesso, che impiega materiali e tecniche innovative. Tra questi spicca proprio l’uso della ceramica smaltata e del vetro, entrambi progettati e prodotti appositamente per questo progetto. Le ceramiche includono elementi curvi e piramidali, che donano un carattere unico all’opera. Le finestre, invece, saranno composte da tre strati di vetro curvato e laminato, arricchiti da texture raffinate e piramidi lavorate con cura e lucidate per un effetto estetico sorprendente.

Seppur terminata (si spera) nel 2025, la croce verrà benedetta nel 2026, durante la commemorazione del centenario della morte dell’architetto Gaudí.

Il primato perso dal Duomo di Ulm

Con la nuova all’altezza di 172,5 metri, la Sagrada Familia detronizzerà il Duomo di Ulm, che detiene il primato di “chiesa più alta del mondo” dal 1890 grazie ai suoi 161 metri.

La cattedrale di Ulm, piccola città del Baden-Württemberg di circa 13.000 abitanti, sebbene presenti una struttura facilmente etichettabile come gotica, ha alle spalle una storia più articolata che risale al 1377. Fu in quell’anno, infatti, che i cittadini decisero di demolire la loro vecchia chiesa parrocchiale, situata fuori dalle mura cittadine, poiché durante le frequenti guerre dell’epoca il percorso per raggiungerla risultava pericoloso. I residenti scelsero di finanziare personalmente la costruzione di una nuova torre al centro della città, ambendo a realizzare la guglia più alta del mondo.

Tuttavia, la costruzione si fermò nel 1543, quando le tensioni politiche ed economiche della Riforma protestante portarono le autorità locali a interrompere i lavori. Fu solo nel 1844 che venne ripresa, per concludersi definitivamente il 31 maggio 1890.

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Ha aperto il museo della Nintendo, per un viaggio nostalgico nel tempo

Annunciato nel 2021, ha finalmente aperto le sue porte l’attesissimo museo della Nintendo, un viaggio nostalgico nel tempo che parte proprio dove tutto ebbe inizio. La sede, infatti, si trova a Uji, nella periferia meridionale di Kyoto, in Giappone, dove nacque uno dei primi laboratori dell’azienda. Diviso in tre edifici, questi sono stati pensati per permettere al visitatore di ripercorrere la storia dei 135 anni dell’azienda attraverso l’esposizione di console rare, prototipi mai commercializzati, giochi ed esposizioni interattive.

Gli amanti della Nintendo troveranno tanti prodotti storici come le primissime carte da gioco, le hanafuda, tipiche carte giapponesi con disegni di fiori, oltre che workshop per realizzare le proprie carte personalizzate. L’azienda, infatti, prima ancora di dedicarsi alla produzione dei videogiochi, era diventata famosa per la produzione di carte da gioco. La svolta arriverà negli anni ’50 grazie a un accordo con la Disney.

All’interno del museo non mancheranno, ovviamente, i videogiochi che hanno fatto impazzire il mondo come Game Boy e Super Mario Bros.

Le sale del museo

Chi è cresciuto negli anni ’80 e ’90 amerà questo nuovo museo della Nintendo aperto in Giappone dove, oltre a passeggiare tra le sale ammirando estasiato i prodotti vintage dell’azienda, potrà partecipare alle esperienze interattive. All’entrata, infatti, ogni visitatore riceverà un pass con 10 monete digitali, grazie alle quali potrete giocare ai classici giochi Nintendo come Ultra Machine oppure, nella sezione Craft and Play, potrete divertirvi con il tradizionale gioco di carte Hanafuda. C’è anche una zona Big Controller, dove i giocatori potranno mettere alla prova le loro capacità con i giochi classici dell’azienda, ma proposti su controller di grandi dimensioni.

All’interno del museo non mancano un bar/ristorante e un negozio di souvenir che sta già facendo parlare molto di sé. A conquistare i fan che sono riusciti ad acquistare il biglietto, infatti, è stata soprattutto la linea di merchandising: dai cuscini giganti a forma di Nintendo 64 o Wii alle penne e ai portachiavi modellati su altre console Nintendo.

Tra chi è riuscito ad acquistarli, alcuni hanno deciso di rivenderli online a prezzi maggiorati. Per evitare questa situazione, Nintendo ha dichiarato che ogni cliente può acquistare solo uno dei quattro tipi di cuscini e un solo tipo di portachiavi del gioco o dei mazzi di carte Hanafuda.

Sala museo Nintendo

Fonte: GettyImages

La sala dedicata al tradizionale gioco di carte Hanafuda

Come acquistare i biglietti

Sembra tutto bellissimo, ma acquistare i biglietti non è per niente impresa facile. Non solo sono esauriti fino a gennaio 2025, ma seppur disponibili, non è detto che riusciate ad acquistarli. Nintendo ha trasformato in un gioco e in un’esperienza anche l’acquisto che funziona così: tre mesi prima della visita, se siete interessati dovrete registrarvi sul sito ufficiale dell’azienda e partecipare a un’estrazione. Vi verrà offerta la possibilità di selezionare tre date e gli orari preferiti, per il resto sarà la fortuna a decidere per voi.

I vincitori verranno annunciati due mesi prima della data prevista e i biglietti dovranno essere acquistati subito (a 3.300 yen, ovvero circa 20 euro). Sul sito ufficiale potete monitorare gli aggiornamenti relativi alle estrazioni, mostrati subito nella homepage.

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Il Museo Egizio di Torino compie 200 anni e si rifà il look

È il museo egizio più antico del mondo, anche più vecchio di quello del Cairo (aperto trent’anni dopo circa, nel 1858), e nel 2024 festeggia il bicentenario con tante novità dal punto di vista architettonico, ma anche sotto il profilo dell’allestimento e della ricerca archeologica. Quasi mille metri quadri in più di spazi espositivi, nuovi ambienti – anche gratuiti- , tra cui un vero giardino egizio sul rooftop e una corte coperta da cui il visitatore può partire alla scoperta dei 12mila reperti antichi esposti, tra cui il Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966 e che, solo per questo, merita un viaggio.

Il “nuovo” Museo Egizio di Torino

I lavori di ampliamento e ammodernamento del Museo Egizio termineranno nel 2025, ma a partire dal 20 ottobre la maggior parte delle novità saranno già visibili al grande pubblico. Per tutto quel weekend l’ingresso sarà completamente gratuito. Sicuramente già da ora si può visitare il nuovo giardino egizio che è stato allestito all’ultimo piano del museo sulla terrazza esterna. Qui sono state piantate erbe aromatiche e alcune specie che venivano impiegate dagli Egizi per le loro pratiche quotidiane.

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Fonte: @Museo Egizio

Il nuovo giardino egizio sul tetto del Museo Egizio di Torino

Il centro di gravità del Museo Egizio più antico al mondo si sposta, d’ora in avanti, nella corte del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, che si trasforma in una nuova agorà su due livelli, piano terreno e piano ipogeo, coperta da una struttura trasparente di vetro e acciaio. Si tratta di uno spazio aperto e accessibile gratuitamente, un ampliamento del Museo e di Accademia delle Scienze, che avranno a disposizione circa 975 metri quadrati in più rispetto al passato. Qui verranno spostati la biglietteria, l’info point, il bookshop nel porticato e una caffetteria.

La corte coperta diventa il centro nevralgico da cui il visitatore potrà partire alla scoperta dei reperti antichi, senza seguire un percorso preordinato. Dalla corte si potrà accedere direttamente al Tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia, che approdò a Torino nel 1966. Sempre dalla corte si accede al piano ipogeo dove, grazie a un progetto all’avanguardia con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, nascerà una nuova sala immersiva. Il visitatore sarà trasportato virtualmente in Egitto, all’interno del paesaggio, una quarta dimensione in cui appassionati e studiosi potranno ricontestualizzare la collezione del museo e immergersi in atmosfere lontane, nel tempo e geograficamente.

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Fonte: @Museo Egizio

La Sala 3 che ospita laTomba di Iti e Neferu

Col nuovo allestimento, il visitatore potrà cogliere dettagli dei reperti, che prima non erano fruibili, come le iscrizioni geroglifiche sulla parte alta del trono della statua di Tutmosi I o come la parte posteriore del copricapo del sovrano Horemheb o il suo naso, che da lontano dà la falsa impressione di essere all’insù a causa di un restauro ottocentesco. La maggiore vicinanza alle statue permette al visitatore di fruirle meglio, senza nulla togliere alla loro imponenza.

Tra le novità c’è la riapertura al pubblico del terzo piano del museo, che non sarà più dedicato alle mostre temporanee, ma ospiterà in maniera permanente la Galleria della Scrittura, 600 metri quadrati dedicati alle lingue e alle scritture dell’antico Egitto, ai geroglifici, ma non solo.

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Fonte: @Museo Egizio

Statue di Horemheb e Amon, Nuovo Regno, XVIII dinastia, regno di Horemheb (1319-1292 a.C.)

E, infine, tra i progetti che prenderanno il via c’è il rinnovamento della famosa e spettacolare Galleria dei Re, forse l’ambiente più iconico del Museo Egizio, o statuario, che è oggetto di un riallestimento filologico che lo vedrà immerso nella luce naturale attraverso le finestre che verranno riaperte e che consentiranno di mostrare gli elementi dello statuario. La galleria non sarà pronta prima del 2025, pertanto, fino ad allora, le imponenti statue di dei e faraoni sono state posizionate all’ingresso nell’atrio sotto le arcate del Museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze ad accogliere i visitatori. Proprio come si presentarono la prima volta 200 anni fa quando il museo fu aperto per la prima volta al pubblico.

Nuovi saranno anche gli ingressi al museo: si potrà entrare non soltanto da via Accademia delle Scienze, ma anche da via Duse e da Via Maria Vittoria.

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Fonte: @Museo Egizio

La Sala 12 che ospita repertir di Epoca Tolemaica

Un museo per tutti

In occasione dei lavori per il bicentenario, il Museo Egizio ha messo in piedi realizzato un secondo cantiere “immateriale” per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, collaborando con alcune associazioni per poter consentire pari accesso alle informazioni da parte di sordi, ciechi e persone con difficoltà cognitive. La collaborazione ha dato luogo ad un sistema multimodale in ottica Accessibility for All. Saranno disponibili, quindi, visite con esperienza tattile su pannelli ed elementi della collezione, guide nella lingua dei segni (LIS) e supporti di accompagnamento con metodo CAA, comunicazione aumentativa alternativa.

La storia del Museo Egizio

Era il 1823 quando, le statue di dei e faraoni, assieme a migliaia di reperti della collezione Bernardino Drovetti, varcarono la soglia del palazzo barocco del centro di Torino che oggi ospita il Museo Egizio e l’Accademia delle Scienze e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo, nel 1824, nacque il primo Museo Egizio al mondo. Politico e diplomatico torinese, Drovetti viene mandato, a partire dal 1803, in Egitto, dove opera per il corpo diplomatico francese. Viene nominato Console di Francia nel 1811. In questi anni comincia ad avvicinarsi alle antichità egizie. Grazie anche ai permessi concessi da Mohamed Ali, viceré d’Egitto, avvia una serie di scavi lungo il Nilo al fine di riunire una propria collezione.

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Fonte: @Museo Egizio

Il Libro dei Morti di Iuefankh, Epoca Tolemaica (332-30 a.C.)

Questo periodo, denominato “l’età d’oro dei consoli”, vede diversi diplomatici europei competere per acquisire il maggior numero di antichità, da
vendere poi ai grandi musei d’Europa. Negli anni della sua permanenza in Egitto, Drovetti riunisce una prima importante collezione di antichità che vende poi nel 1824 alla famiglia Savoia. All’inizio del 1820, Drovetti incontra al Cairo un collezionista piemontese, il conte Carlo Vidua. Questo incontro favorisce la riuscita dell’”affaire Drovetti” ovvero l’arrivo a Torino di una collezione egizia che avrebbe segnato la nascita del Museo Egizio.

Non si conosce la data ufficiale dell’apertura del Museo Egizio, ma si sa che nei primi allestimenti le statue erano sistemate in una grande sala al pian terreno, in cortile e in un’ala dell’arcata del palazzo. Si sa tuttavia che, nel 1824, per ammirare la collezione Drovetti giunse a Torino Jean-François Champollion, il
padre dell’egittologia, colui che decifrò i geroglifici e restò al museo per ben nove mesi a studiare i papiri.

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Fonte: 123RF

L’ingresso del Museo Egizio di Torino
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Cayo Levisa, cosa sapere e cosa vedere

Immerso nelle acque cristalline del Mar dei Caraibi, al largo della costa settentrionale di Cuba, Cayo Levisa è una delle destinazioni più affascinanti della provincia di Pinar del Río. Conosciuta per la sua bellezza incontaminata e le spiagge paradisiache, questa piccola isola è diventata negli ultimi anni una delle mete preferite per i turisti in cerca di tranquillità e contatto con la natura.

A pochi chilometri dalla costa, Cayo Levisa è raggiungibile solo in barca dal molo di Palma Rubia, con un viaggio di circa 30 minuti che già preannuncia l’inizio di un’avventura unica. Lunga circa 3 chilometri e con una larghezza che raramente supera i 200 metri, l’isola custodisce un ambiente naturale ancora selvaggio e quasi del tutto intatto, contornato da spiagge di sabbia bianca che si affacciano su un mare turchese.

Un paradiso di biodiversità

Parte dell’arcipelago de Los Colorados, l’isola si estende su una superficie di circa 4 chilometri quadrati e fa parte del Sistema Nazionale delle Aree Protette di Cuba, classificata come Paesaggio Naturale Protetto di Significato Locale. Cayo Levisa è infatti un prezioso scrigno di biodiversità e questo riconoscimento ne sottolinea l’importanza ambientale e la necessità di preservarne l’integrità ecologica.

Il paesaggio è caratterizzato da una varietà di ecosistemi che coesistono in perfetta armonia. A nord si trovano meravigliose barriere coralline, considerate tra gli ecosistemi più diversificati al mondo, dove oltre 120 specie di pesci e 47 specie di coralli danno vita a uno spettacolo subacqueo senza eguali. Le acque intorno all’isola ospitano anche specie rare e di grande valore come le tartarughe marine, l’aragosta spinosa e il corallo nero, offrendo ai sub e agli appassionati di snorkeling esperienze indimenticabili.

Ecosistemi di Cayo Levisa

Oltre alle barriere coralline, Cayo Levisa è circondata da una varietà di ecosistemi marini di grande importanza. A sud si estendono i pastizales (praterie marine), fondamentali per la sopravvivenza di molte specie ittiche, alle quali offrono rifugio e nutrimento, ma che rappresentano anche una risorsa essenziale per la pesca locale. In queste acque si possono avvistare occasionalmente esemplari di lamantino, una specie in via di estinzione.

Gli ecosistemi palustri occupano circa il 78% della superficie dell’isola e sono vitali per la riproduzione e la crescita di pesci e invertebrati marini. Questi ambienti supportano una biomassa considerevole di specie mature che spesso finiscono anche nelle reti dei pescatori locali.

Il fascino della tranquillità

Per chi è alla ricerca di pace e tranquillità, Cayo Levisa rappresenta un rifugio idilliaco. Le sue spiagge di sabbia fine, incorniciate da rigogliose palme e pini che arrivano fino alla riva, creano un’atmosfera di serenità che pochi altri luoghi al mondo possono eguagliare. La calma che pervade l’isola è tale che l’unico suono predominante è quello delle onde che si infrangono dolcemente sulla spiaggia e del fruscio delle foglie mosse dal vento.

La fauna dell’isola, con la sua grande varietà di uccelli, offre ulteriori momenti di meraviglia per gli amanti della natura. Tra le specie più numerose ci sono i pellicani, che si librano in volo sopra le acque turchesi in cerca di cibo, e gli hutias, piccoli roditori che si nascondono tra le mangrovie. E proprio un’escursione a piedi tra le foreste di mangrovie e pini è un’esperienza che permette di esplorare gli angoli più nascosti e suggestivi.

Cayo Levisa, Cuba

Fonte: iStock

Barche sulla spiaggia di Cayo Levisa, Cuba

Le spiagge da non perdere

Cayo Levisa è soprattutto sinonimo di spiagge sensazionali, e non c’è da stupirsi se molti visitatori trascorrono gran parte del tempo stesi al sole sulla sabbia impalpabile o nuotando nelle cristalline acque caraibiche.

La spiaggia più lunga e spettacolare è Playa Punta Arena, un luogo perfetto dove rilassarsi lasciandosi cullare dalla bellezza naturale e dalla quiete di questo angolo di paradiso. Si trova sulla costa settentrionale, dove un tempo l’unico hotel presente sull’isola accoglieva gli ospiti desiderosi di trascorrere qualche giorno in questo paradiso incontaminato. Sebbene l’albergo non sia più in funzione, il piccolo ristorante, il centro di immersioni e i servizi da spiaggia permettono comunque ai visitatori di godersi la giornata senza la necessità di portare molto con sé.

Il noleggio di lettini e ombrelloni è altamente consigliato per chi sceglie di trascorrere la giornata in spiaggia, sebbene ci siano anche alcune aree ombreggiate dalle palme. L’esplorazione di Cayo Levisa non può dirsi completa senza una puntata all’incantevole spiaggia di Punta Gorda, situata nella parte più incontaminata e selvaggia dell’isola, raggiungibile con una piacevole passeggiata lungo la costa.

Immersioni spettacolari

Considerato uno dei migliori siti per immersioni di tutta Cuba, Cayo Levisa è una destinazione imperdibile per i sub. Presso il locale centro di immersioni, tra i più rinomati di Cuba, si può noleggiare l’attrezzatura per lo snorkeling e ogni genere di equipaggiamento necessario per le attività marine. Il centro offre anche corsi di immersione per tutti i livelli, tenuti da istruttori certificati, e organizza attività di esplorazione dei fondali marini ricchi di vita e di bellezze naturali.

L’area di immersione si estende lungo la barriera corallina che circonda l’isola, con una ventina di spot debitamente segnalati. I punti di maggior richiamo si trovano sul lato settentrionale dell’isola, dove la barriera corallina è particolarmente integra e oltre alla consueta varietà di coralli, spugne e gorgonie, ci sono anche numerosi relitti di secoli passati che rendono l’esperienza ancora più emozionante.

Tra gli spot più popolari spicca La Corona de San Carlos, una formazione corallina mozzafiato, dove è possibile incontrare razze, tartarughe marine e una grande varietà di pesci colorati. Altri punti molto apprezzati includono La Cadena Misteriosa, La Espada del Pirata e El Infierno, un’impressionante parete verticale che si estende fino a 1.000 metri di profondità, dove non è raro imbattersi in banchi di pesci tropicali, aragoste e perfino squali, che rendono ogni immersione un’avventura entusiasmante. Queste formazioni coralline, con i loro colori vivaci e la diversità di specie che ospitano, offrono agli appassionati di immersioni e snorkeling esperienze uniche e memorabili.

Paesaggi ancora intatti e meraviglie naturali in abbondanza fanno di Cayo Levisa un luogo davvero paradisiaco. Le spiagge incontaminate, la ricca biodiversità e la tranquillità che offre la rendono una destinazione perfetta per chi cerca una fuga di relax e un’immersione totale nella natura.

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HeyLight per le prossime vacanze: paga dopo, sorridi ora

Voglia di tornare in vacanza o di organizzare il prossimo entusiasmante weekend fuori porta? Arriva una rivoluzione nel mondo dei viaggi che permette di vivere le prossime esperienze in totale tranquillità acquistando viaggi e servizi con dilazione di pagamento o finanziamento digitale per importi fino a 3.000 euro e fino a 12 rate. Si chiama HeyLight ed è un insieme di soluzioni multicanale di pagamento rateale e di credito offerta da Compass Banca S.p.A, banca specializzata nel settore del credito al consumo appartenente al Gruppo Mediobanca.

Una soluzione che permette a chiunque di partire zaino in spalla per viaggiare senza pensieri e con quel sorriso di chi sa che potrà assaporare pienamente ogni singola emozione durante il viaggio, senza preoccupazioni.

Le soluzioni di pagamento e di credito HeyLight

Ogni momento passato viaggiando arricchisce il diario della nostra vita e ci permette di evadere dalla frenesia della quotidianità per riconnetterci con noi stessi e con quelle passioni che spesso non abbiamo il tempo di coltivare. Ma l’ostacolo è sempre dietro l’angolo: dobbiamo inevitabilmente fare i conti con un budget limitato che riesca a comprendere il costo dell’hotel, dell’appartamento o del campeggio in cui soggiorniamo, i prezzi del trasporto e tutte quelle spese necessarie per trascorrere in serenità alcuni giorni a spasso per l’Italia e per il mondo.

HeyLight promette di farci dimenticare tutte le preoccupazioni legate al pagamento della prossima avventura, perché permette di acquistare viaggi e servizi turistici con dilazione di pagamento oppure con un finanziamento digitale per importi che arrivano fino a 3.000 euro, suddivisibili in un massimo di 12 rate.

Uno strumento, quello promosso da Compass, che risulta estremamente comodo e flessibile: si può scegliere tra l’addebito su carta di credito o di debito, oppure su conto corrente, ma anche la formula con o senza interessi. La procedura è molto rapida e semplice, completamente digitale, sia per pagamenti nelle casse dei negozi, sia al checkout dei siti e-commerce. E la prima rata si paga dopo 30 giorni.

Sono ormai più di 26.000 attività e 1.000 e-commerce che hanno scelto di offrire HeyLight come modalità di pagamento Buy Now Pay Later (BNPL), il cui significato è “acquista ora, paga dopo”. Una formula già comune per una moltitudine di servizi, ma l’ingresso nel mondo travel è una novità che fa brillare gli occhi a molti viaggiatori.

Dove possiamo approfittare del pagamento rateale o dilazionato delle prossime esperienze di viaggio? Essendo uno strumento multi-canale, HeyLight è disponibile sia in realtà fisiche che digitali. Alcuni esempi? Hotel, case vacanze, campeggi, agenzie di viaggio, compagnie aeree e tanti altri fornitori di esperienze e di servizi (negozi fisici ed e-commerce) legati al mondo travel. Per scoprire quali sono tutte le realtà che aderiscono alla piattaforma consigliamo di consultare il sito ufficiale Heylight.com.

Vacanza a rate? Un mondo di vantaggi e possibilità

Paga dopo. Sorridi ora”: è la filosofia su cui si basa la soluzione HeyLight per il prossimo weekend vicino a casa (ma anche un po’ più lontano), per l’immancabile vacanza estiva o, ancora, per quel viaggio dei sogni ancora chiuso lì, in quel cassetto dei desideri. Una formula che negli ultimi anni sta spopolando per l’acquisto di moltissimi beni, ma che oggi rivoluziona anche il mondo travel.

É indubbio: noi italiani amiamo viaggiare e spesso non ci basta la singola vacanza estiva. Più del 39% degli italiani quest’anno, infatti, ha previsto di fare più di un viaggio. In aggiunta, il budget medio è cresciuto nel 2024 del 15% rispetto all’anno precedente, con una media di circa 2.041 euro a persona. Ciò permette, ad esempio, di allungare le vacanze, di farne più di una e di togliersi qualche sfizio in più. É quanto emerge dal report “Holiday Barometer 2024”, condotto da Ipsos ed Europ Assistance.

La voglia di viaggiare resta infatti una delle priorità di spesa per gli italiani e in generale per i Paesi dell’Europa occidentale. Sono le generazioni Millennial e Gen Z a dettare le nuove tendenze di viaggio che puntano alla sostenibilità, al turismo slow e alla ricerca di tutte quelle esperienze autentiche e genuine fuori dalle mete ormai stressate dall’overtourism.

E sono proprio le nuove generazioni, ancora una volta, ad esprimere le emergenti esigenze di pagamento anche per il settore turistico. Secondo le stime di Euromonitor International, nel 2024 oltre un terzo degli acquisti di prenotazioni turistiche (il 37%) avverrà tramite dispositivi mobili, con una previsione che raggiungerà il 44% entro il 2029 grazie alla disponibilità di pagamenti sicuri e protetti, favoriti dal crescente ricorso a strumenti di finanza integrata, proprio come la formula Buy Now Pay Later (BNPL).

Secondo il “Global Payments Report 2024” di Worldpay, ci troviamo “nell’età dell’oro dei pagamenti digitali” e si stima che entro il 2027 i portafogli digitali riguarderanno il 49% di tutti gli acquisti online e nei negozi fisici a livello globale.

Nel Belpaese, nello specifico, il mondo dei pagamenti digitali è in continua crescita e la formula BNPL sta prendendo sempre più piede, con il 14% degli italiani che ha affermato di aver già sfruttato questa tecnologia, secondo quanto rivelato dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.

Sempre più italiani sono interessati al pagamento dilazionato o al finanziamento digitale, fenomeno che si riflette anche nelle abitudini e nelle esigenze di viaggio. Per questo HeyLight è il compagno ideale per la prossima avventura, lunga o breve che sia: l’importante è che venga vissuta pienamente, senza preoccupazioni. Siete pronti per il prossimo sorriso?

 

Disclaimer:
Messaggio pubblicitario. Il marchio HeyLight di Compass Banca S.p.A. identifica diverse soluzioni di pagamento rateale offerte dal venditore ai consumatori: A) La dilazione di pagamento gratuita del prezzo dell’acquisto concessa da venditori con cui Compass abbia stipulato, salvo valutazione, un accordo per la cessione dei crediti pro-soluto. La concessione della dilazione è condizionata all’esito delle verifiche di Compass. Condizioni complete disponibili presso il venditore. Condizioni del contratto di factoring disponibili sul sito compass.it, heylight.com, presso le Filiali Compass o presso gli agenti in attività finanziaria che operano in qualità di intermediari del credito B) Il finanziamento concesso ai consumatori, salvo approvazione, direttamente da Compass. Condizioni del finanziamento disponibili sul sito compass.it , heylight.com e presso i venditori, convenzionati senza o in esclusiva con Compass. In funzione delle soluzioni rateali disponibili presso i venditori, potrebbe essere prevista documentazione aggiuntiva.