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Viaggio a Santo Domingo: il periodo migliore per partire

Santo Domingo è una metropoli vivace e fiorente, capitale della Repubblica Dominicana e città più popolosa dei Caraibi. È anche molto di più: il suono di merengue, bachata e salsa che proviene dai locali notturni, gli odori di un ottimo pasto che si diffondono da un romantico caffè della Zona Colonial e una ricca storia da approfondire. Proprio grazie a questa, è anche una città di superlativi: qui si trovano la prima chiesa (Catedral Primada de América), la prima roccaforte (Fortaleza Ozama) e la strada più antica (Calle Las Damas) delle Americhe. Questa è la vera Santo Domingo. Se dunque, hai in programma un viaggio per questa destinazione, la domanda è: quando è il periodo migliore per visitarla? Questa città e in generale, l’intera isola, offrono ben più di una motivazione per scoprirla tutto l’anno. Tuttavia, i periodi ottimali per partire dipendono dalle tue preferenze e priorità. In questa guida approfondiamo i fattori che influenzano la visita a Santo Domingo in ogni stagione.

Il periodo migliore per visitare Santo Domingo: quando andare?

In generale, grazie alla sua posizione, la Repubblica Dominicana è una destinazione soleggiata tutto l’anno. Sia nelle regioni di alta quota che nelle città, è raro non vedere il cielo azzurro durante il giorno. A Santo Domingo, il clima più gradevole si registra solitamente tra novembre e marzo. In questi mesi si registrano temperature moderate, ampio soleggiamento e bassa umidità. Le attività all’aperto e le visite alle spiagge sono molto piacevoli. Il tempo peggiore è quello che si registra in estate, da giugno a settembre, quando le giornate risultano essere molto calde, umide e soggette a uragani. Anche se la città ha la sua bellezza in questo periodo, le condizioni climatiche potrebbero non essere ideali per le attività all’aperto. I mesi da dicembre a inizio marzo, che coincidono con le stagioni più fredde in Nord America e in Europa, offrono il clima più piacevole. Le mattine e le sere sono caratterizzate da brezze fresche con temperature fino a 18°C, mentre le temperature diurne oscillano perfettamente tra i 25°C e i 27°C. Nelle zone montuose e collinari del Paese, tra cui Jarabacoa e Constanza, le temperature possono scendere ancora di più, con giornate che iniziano a 10°C e alcune notti con il termometro che scendo sotto lo zero. L’estate è la stagione più calda e piovosa del Paese e l’umidità è massima da giugno a ottobre. Le temperature si aggirano sui 32°C al culmine della giornata e i temporali sono più frequenti ma di breve durata.

obelisco santo domingo

Fonte: iStock

L’obelisco di Santo Domingo

Stagione degli uragani

La stagione ufficiale degli uragani atlantici va dal 1° giugno al 30 novembre, con settembre considerato il mese più attivo. La Repubblica Dominicana si trova all’interno della fascia delle tempeste ma nell’ultimo secolo è stata colpita da uragani davvero importanti solo in 11 occasioni. Sia gli hotel che le compagnie aeree sono sempre attente alle variazioni meteo e, in caso di arrivo di una forte tempesta tropicale, avrai tutto il tempo di modificare i tuoi piani. La stagione delle piogge non dovrebbe dissuaderti dal visitare Santo Domingo in estate, soprattutto grazie alle numerose offerte speciali sugli hotel e agli sconti sui voli in bassa stagione.
Naturalmente, gli effetti del cambiamento climatico si stanno facendo sentire anche sulla Repubblica Dominicana e negli ultimi due anni, il Paese caraibico non è stato risparmiato. In particolare, con giornate ben più calde che in passato e un tasso di imprevedibilità del meteo più alto. Una cosa però rimane certa: nella Repubblica Dominicana, anche dopo una violenta pioggia, esce sempre il sole.

I periodi migliori per visitare Santo Domingo

L’alta stagione: da novembre a marzo

Il periodo migliore per visitare Santo Domingo è tra novembre e marzo. È in questo periodo che la città vive il suo miglior clima balneare, anche se non ci sono molte spiagge fantastiche su cui goderselo. Dall’autunno inoltrato all’inverno (per l’emisfero Nord), le massime si aggirano in media intorno agli 30°C gradi e le minime intorno ai 23°C gradi. In altre parole, è il tempo perfetto per passeggiare lungo il Malecón. A marzo, in occasione delle vacanze di primavera, potrebbe verificarsi un leggero picco di turisti, ma difficilmente si noterà. La maggior parte dei vacanzieri sceglie di soggiornare lungo le coste più spettacolari di Punta Cana e Puerto Plata. Se vuoi cercare di risparmiare un po’, prendi in considerazione l’idea di soggiornare in questa città. L’alta stagione, oltre che per le migliori condizioni meteo, è particolarmente apprezzata per due appuntamenti molto popolari: la Festa Coloniale di Santo Domingo, che si tiene a novembre, e il Carnevale, in programma tra febbraio e marzo.

spiaggia santo domingo

Fonte: iStock

Quando visitare Santo Domingo per godersi al meglio la bellezza delle sue spiagge?

Da aprile a luglio, caldo ed eventi

Anche i mesi da aprile a luglio sono piacevoli da visitare e le tariffe alberghiere sono convenienti: in queste settimane persino le migliori strutture hanno camere disponibili per meno di 150 dollari a notte. I mesi tra aprile e luglio sono i migliori per gli eventi annuali di Santo Domingo, come l’entusiasmante Festival del Merengue, un festival di danza di una settimana con musica dal vivo, gare di ballo e bancarelle di cibo che si svolge tra luglio e agosto, o la prestigiosa Fiera Internazionale del Libro, che si tiene a maggio.

Agosto-Ottobre: se ami la pioggia

Questi mesi coincidono con la stagione degli uragani. Abbiamo detto che generalmente Santo Domingo viene risparmiata da quelli di maggiore intensità ma comunque, la tua principale compagna di viaggio sarà la pioggia, che può portare anche a frequenti situazioni di allagamenti in città.

strada Santo Domingo

Fonte: iStock

Esplora la bella città di Santo Domingo

Conclusioni sul periodo ideale per viaggiare a Santo Domingo

Per gli amanti della spiaggia: il periodo migliore per visitarla va da dicembre a febbraio, quando il tempo in spiaggia è al suo apice. Se viaggi con un budget limitato e vuoi risparmiare, i mesi autunnali, da settembre a novembre, offrono i prezzi più bassi per gli alloggi. Per un’esperienza equilibrata e godere di un clima piacevole senza la folla dell’alta stagione, programma il viaggio tra marzo e maggio o a novembre. In conclusione, il periodo migliore per visitare Santo Domingo dipende dalle tue preferenze. Ogni stagione offre un’esperienza unica, scegli quella che corrisponde ai tuoi obiettivi di viaggio. Santo Domingo ti invita a scoprire il suo fascino in qualsiasi momento tu decida di visitarla.

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La scultura di Pulcinella a Napoli, quando l’arte contemporanea fa riscaldare l’Italia

Sta suscitando non poche reazioni, soprattutto sul web, l’installazione temporanea che, fino al 19 dicembre, sarà esposta in piazza Municipio a Napoli.

Questo pezzo di arte contemporanea intitolato “Tu si ‘na cosa grande”, è un omaggio dato alla città e alla sua tradizione (vedasi, appunto, il Pulcinella), da parte dello scultore e designer Gaetano Pesce, scomparso ormai sei mesi fa a New York. L’installazione alta 12 metri, non passa certo inosservata nella piazza, ma ciò che maggiormente ha catturato l’attenzione e generato commenti, anche ironici, è la forma fallica della struttura.

Cos’è la scultura dedicata a Pulcinella di Gaetano Pesce

Per capire cosa significa la scultura “Tu si ‘na cosa grande” e andare oltre al suo aspetto, occorre analizzarne l’essenza. Curata da Silvana Annichiarico, l’opera dell’artista Pesce consiste in due elementi interconnessi: una rivisitazione dell’abito di Pulcinella e due cuori rossi trafitti da una freccia. L’opera esposta nella grande piazza di Napoli è parte del programma artistico “Napoli Contemporanea”, ad oggi coordinato da Vincenzo Trione.

Molti turisti che si fermano in piazza Municipio in questi giorni osservano l’opera con curiosità, scattando foto e condividendo impressioni divertite. Sul web, ovviamente, non sono mancate battute e allusioni, incluso un commento dell’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che ha detto: “Napoli cresce: da Pistoletto a Pesce”.

All’inaugurazione dell’installazione temporanea hanno partecipato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il Pulcinella di Pesce sembra dunque essere oggi il degno successore della controversa “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, un’opera che aveva anch’essa creato polemiche e che, tristemente, fu poi data al fuoco da un senzatetto.

Scultura, Tu si' na cosa grande, Gaetano Pesce

Fonte: Ansa

La scultura di Gaetano Pesce illuminata e vista di sera

Il Pulcinella di Pesce oltre lo scandalo

Il sindaco di Napoli non ha evitato il dibattito suscitato dall’opera di Pesce, dichiarando: “All’inizio, come molti, ho avuto una prima impressione simile a quella degli altri. È un pensiero che chiunque potrebbe avere, ed è molto napoletano. Tuttavia, va interpretato anche come un segno di buon augurio.

Alla base dell’opera, infatti, vi è la rappresentazione – per quanto stilizzata a libera sensibilità dell’artista – di ciò che unisce Pulcinella e il cuore stesso di Napoli e dei suoi cittadini. Come anche espresso dallo stesso Manfredi, l’arte – soprattutto quella contemporanea – ha il compito di suscitare e animare il dibattito, per continuare a far sì che le nostre città siano realmente “vive”.

L’installazione è composta strutturalmente da due sculture: un abito di Pulcinella, montato su una struttura metallica, stabilizzata grazie a cavi decorati decorati con diversi fiori sintetici, capace di illuminarsi dall’interno alla sera, mentre di fronte a questo pezzo vi è un cuore rosso di 5 metri, anch’esso illuminato e trafitto da una freccia metallica piantata su una base triangolare di legno.

Il costo totale, inclusi montaggio e sicurezza, è di circa 180mila euro, di cui 160mila coperti dalla Regione Campania attraverso i fondi Poc, destinati alla promozione culturale nei Comuni. L’artista ha inoltre voluto che l’opera rimanesse a Napoli, con i cuori che diventano proprietà permanente del Comune. Nel frattempo, però, si sta valutando anche la collocazione definitiva del Pulcinella.

Le opere italiane che hanno suscitato più clamore

Negli ultimi anni, sono state diverse le opere italiane che hanno suscitato accesi dibattiti e discussioni sul web, alimentando opinioni contrastanti tra sostenitori dell’arte contemporanea e critici. D’altronde, l’arte contemporanea è paradossalmente quella meno fruibile dal cittadino medio, quella spesso meno immediata e comprensibile, perché non fa della forma il veicolo principale con cui comunicare il messaggio.

Ecco le opere di arte contemporanea che più negli ultimi anni hanno creato un dibattito acceso:

La “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto 

Installata dapprima a piazza Municipio, nel cuore di Napoli, la Venere degli Stracci del grande artista Pistoletto è stata al centro di polemiche per la sua rappresentazione, che unisce la bellezza classica della Venere con dei cumuli di vestiti abbandonati e lerci. L’opera vuole riflettere sulla società dei consumi e sul degrado della sostanza, ma ha invece ricevuto critiche per il suo impatto visivo e, successivamente, è stata bruciata da un senzatetto, sollevando un ulteriore dibattito sulla sicurezza e la protezione delle opere pubbliche esposte nelle piazze italiane.

“Big Clay” di Urs Fischer a Firenze

Imponente su Piazza della Signoria, a Firenze, Big Clay è una scultura alta 12 metri che rappresenta una massa informe d’argilla modellata a mano. L’opera ha provocato fin da subito reazioni contrastanti, anche per via della sua mole che non passa inosservata: molti fiorentini l’hanno trovata estranea al contesto storico della piazza, mentre altri l’hanno vista come una provocazione interessante e stimolante che dialoga con il passato e il presente della città.

“LOVE” di Maurizio Cattelan a Milano

La celebre scultura, spesso anche chiamata “il dito”, è un’enorme mano di marmo che mostra il dito medio rivolto verso il palazzo della Borsa di Milano in Piazza Affari. L’opera, oggi ormai icona della città meneghina, il cui titolo ufficiale è LOVE (acronimo di “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”), è stata accolta con grande scalpore per il suo messaggio provocatorio contro il mondo della finanza.

“La Montagna di Sale” di Mimmo Paladino a Napoli

Installata in piazza del Plebiscito, a Napoli, quest’opera d’arte contemporanea (ma di epoca passata) è formata da una grande montagna di sale sulla quale sono posizionate sculture di cavalli. La reinstallazione dell’opera (originariamente presentata nel 1995) ha suscitato numerose polemiche, soprattutto per il suo impatto visivo, ma anche per il deterioramento che ha subito a causa delle intemperie e dei piccioni, spingendo molti a criticare la scelta di materiali così deperibili per un’opera che dovrebbe rendere un luogo d’uso pubblico ancora più stimolante.

The Floating Piers, Christo, Lago Iseo

Fonte: Ansa

The Floating Piers di Christo sul Lago d’Iseo

“The Floating Piers” di Christo sul Lago d’Iseo

Correva l’anno 2016 quando l’opera di land art dell’artista bulgaro Christo ha attratto milioni di visitatori sul Lago d’Iseo, permettendo loro di camminare su un ponte galleggiante lungo 3 chilometri. Nonostante l’enorme successo, ci sono state non poche critiche riguardo alla gestione dell’afflusso di persone, all’impatto ambientale e alla difficoltà di accesso per i residenti. L’opera, sebbene temporanea, ha innescato un acceso dibattito sull’arte contemporanea come fenomeno di massa.

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Idee di Viaggio Maldive Viaggi

Rigenerarsi alle Maldive: le tendenze wellness più esclusive

Natura selvaggia, luoghi incontaminati e acque cristalline sono un ottimo punto di partenza per scegliere la giusta destinazione per il nostro viaggio ma ciò che conta davvero è la qualità delle esperienze che si possono fare sul posto, in particolare se siamo alla ricerca di un pacchetto wellness fatto su misura per noi e che debba essere il più esclusivo possibile. Le proposte possono essere tantissime e tutte ugualmente valide, dalla SPA sull’acqua a quella immersa nella natura, fino ai trattamenti personalizzati sulla spiaggia privata per arrivare alle cure prestate dagli specialisti del posto, che applicano i principi della medicina ayurvedica e orientale.

Sun Siyam Resorts, gruppo alberghiero 100% maldiviano con oltre 20 anni di esperienza, propone trattamenti specifici in ognuno dei suoi cinque resort, di cui un 4 stelle deluxe e quattro 5 stelle. In tutti i resort si organizzano anche classi di yoga, pilates, pranayama e meditazione.

Fonte: Sun Siyam Resorts

Trattamento tradizionale maldiviano

I trattamenti maldiviani per alleviare lo stress

Al Sun Siyam Iru Fushi, situato sull’estremità meridionale dell’atollo di Noonu, si trova la celebre SPA by Thalgo France in cui un team di terapisti di altissimo livello si prende cura degli ospiti con un viaggio alla scoperta di sé con l’aiuto dei giusti prodotti, seguendo un approccio olistico che arricchisce il loro soggiorno. Sono oltre 140 i trattamenti fra cui scegliere, ispirati alla tradizione indiana, cinese, thailandese, tibetana e maldiviana. Si effettuano anche trattamenti di agopuntura e naturopatia.

Il Bonditan Kurun e l’Umbuliveyo Banun nascono dalla tradizione maldiviana più autentica e si basano sugli antichi elementi dell’erboristeria dell’arcipelago dell’Oceano indiano. Sono trattamenti originali che si utilizzano per lenire i dolori muscolari e articolari, oltre ad alleviare le condizioni di disagio fisico legate allo stress. Le erbe tropicali vengono miscelate in una pasta calda che viene applicata sulla zona interessata e coperta con foglie di banano appena raccolte che isolano il cataplasma, mentre sui punti vitali vengono posate pietre calde. Durante l’impacco, viene praticato un messaggio stimolante alla testa eseguito con un unico flusso di olio versato sul terzo occhio e sull’attaccatura dei capelli.

Per chi desidera un trattamento più profondo, è possibile approfittare di una giornata intera termale e purificante, all’insegna dell’Ayurveda, dello yoga e della meditazione. A questa si aggiungono altre terapie tradizionali e un regime alimentare depurativo suggerito dal medico residente della SPA.

Fonte: Sun Siya,m Resorts

Yoga al tramonto

Wellness a misura di bambino

Se il motto deve essere benessere per tutti, allora la SPA di Sun Siyam Iru Fushi risponde con trattamenti speciali riservati ai bambini che integrano diversi elementi giocosi come il massaggio Wizard’s Touch o la maschera Fairy Cup. Il Chocolicius è invece un trattamento a base di crema al cioccolato, mentre per il viso, il corpo e le mani è perfetto il Mango Berry Smoothie. Per le pelli delicate scottate dal sole, invece, l’ideale è Cocoon a base di rinfrescante cetriolo e aloe lenitiva.

Se la SPA è immersa nella natura

A cinque minuti di motoscafo da Sun Siyam Iru Fushi si trova invece il Siyam World, un resort inedito e e ineguagliato in tutte le Maldive che si erge su una delle più grandi isole delle Maldive, Dhigurah, nell’atollo di Noonu. La Veyo SPA è immersa in una vegetazione tropicale rigogliosa in cui è possibile sottoporsi a un massaggio perfetto per rilassare i muscoli e alleviare le tensioni. Veyo Scrub, invece, integra l’azione depurativa della sabbia a quella delle erbe e della polpa di cocco, per uno scrub profondo e super idratante.

Al Sun Siyam Olhuveli c’è una SPA su ognuna delle tre isole di cui è composto il resort. Su Main Island e su Romance Island la SPA è immersa nella vegetazione mentre su Dream Island la SPA si trova direttamente sulla laguna. Qui è possibile ammirare la ricca fauna dei fondali maldiviani grazie a un pannello trasparente sul pavimento. I trattamenti ayurvedici e i massaggi rigeneranti offerti dal complesso uniscono la tradizione orientale con le pratiche moderne che arrivano dall’Occidente. Il trattamento di coppia Take me to the Moon nella SPA di Romance Island è un lungo rituale che comprende idroterapia, massaggio plantare, scrub e massaggio balinese total body: alla fine, bagno nel latte e petali di rose e una bottiglia di champagne.

Anche al Sun Siyam Iru Veli dal lettino di massaggio si guarda direttamente la fauna marina attraverso un oblò sul pavimento della Ocean SPA, che offre massaggi tonificanti e rilassanti con utilizzo di ingredienti naturali e un elegante rituale sensoriale olfattivo.

Il Sun Siyam Vilu Reef, il primo nato dei Sun Siyam Resort, è invece un piccolo cocoon in cui le tradizioni orientali incontrano quelle occidentali tra aromaterapia e ayurveda. Tutti i trattamenti si possono effettuare anche direttamente sulla spiaggia privata delle Beach Villas per il comfort massimo di ogni ospite.

Fonte: Sun Siyam Resorts

SPA immersa nella natura

 

 

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Consigli foreste Oceania Papua Nuova Guinea vacanza natura Viaggi viaggiare

Sicurezza in viaggio: quando è pericolosa La Papua Nuova Guinea?

La Papua Nuova Guinea è un Paese che evoca immagini di foreste vergini, tribù remote e non da meno, paesaggi unici e indimenticabili. Pur essendo un territorio amatissimo, quando si parla di viaggiare in questa terra affascinante una delle domande più frequenti è ‘’la Papua Nuova Guinea è pericolosa?’’. Come per ogni destinazione ci sono aspetti da considerare con molta attenzione; oggi cercheremo di esplorare ogni principale precauzione e offrirvi consigli utili e dare risposte alle vostre domande così che possiate vivere un’avventura in Papua Nuova Guinea indimenticabile.

Papua Nuova Guinea, cosa sapere prima di partire

Quando si affronta la panoramica della sicurezza per viaggiare in Papua Nuova Guinea, è essenziale capire che ogni Paese  presenta sfide particolari e questo Paese non fa eccezione. Come ogni viaggio in terre poco conosciute, è importante adottare alcune precauzioni per garantirsi un’esperienza piacevole e sicura. Le grandi città come Port Moresby e Lae possono presentare alcune sfide ma con una pianificazione attenta e il rispetto delle consuetudini locali, si vive il Paese con molta serenità. 

Ricordate sempre che sarebbe meglio evitare di passeggiare da soli di notte soprattutto nelle zone isolate e che è meglio prediligere i trasporti organizzati, ad esempio i taxi o le navette fornite spesso dagli hotel stessi. È consigliabile sempre chiedere al personale del vostro alloggio quali siano le aree più sicure da visitare e come muoversi con tranquillità. La pianificazione è cruciale: affidatevi ad una guida locale esperta e informatevi su eventuali consigli di sicurezza dettati anche dalle Ambasciate. Il tasso di criminalità è piuttosto alto e bisogna anche tenere in considerazione la popolazione indigena che fino al XX secolo ha praticato cannibalismo.

Consigli pratici per un viaggio sicuro in Papua Nuova Guinea

Per viaggiare e visitare la Papua Nuova Guinea in tranquillità è importante adottare alcune misure pratiche. Prima di partire è meglio assicurarsi di avere un’assicurazione di viaggio completa che comprenda anche l’eventuale copertura per ritardi, imprevisti e emergenze mediche. Altrettanto ovvio è fare una copia, anche digitale, di ogni documento importante in caso di furto o smarrimento; informarsi di particolari requisiti per il visto  e accertarsi sulle vaccinazioni obbligatorie richieste ed avere con sé un kit di primo soccorso.

È consigliabile anche consultare le raccomandazioni di viaggio di Ambasciate e Consolati, prima di partire e una volta sul posto, mantenere un comportamento rispettoso verso le tradizioni e gli usi locali. Le connessioni telefoniche potrebbero essere scarse in alcune zone, è utile avere con sé un dispositivo di comunicazione satellitare. Non dimenticate un repellente per insetti e di bere solo acqua imbottigliata.

Guide locali: supporto fondamentale per la sicurezza

Se state programmando un viaggio in Papua Nuova Guinea e avete espletato le formalità burocratiche, sappiate che siete a buon punto per godervi il Paese in serenità, ma non dimenticate di affidarvi a guide locali esperte, esse sono il modo migliore per garantirvi un viaggio in Papua Nuova Guinea. Le guide locali conoscono perfettamente le aree da visitare, in questo modo assicureranno di vivere esperienze autentiche, aprendo le porte a comunità che altrimenti non potreste conoscere. Sono inoltre in grado di consigliare i comportamenti da adottare in specifiche situazioni; viaggiare con una guida locale non solo aumenterà la sicurezza personale ma arricchirà l’esperienza.

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Secondo un nuovo studio, l’inquinamento acustico degli aeroporti non fa dormire

Vivere vicino a un aeroporto potrebbe avere dei vantaggi, come non rischiare di prendere un aereo in ritardo, ma anche degli svantaggi. Secondo un nuovo studio guidato dal Centre for Environmental Health and Sustainability dell’Università di Leicester, pubblicato su Environmental Health Perspectives, il rumore degli aerei durante la notte altera la qualità del sonno e compromette il ritmo sonno-veglia. Per ottenere questi risultati, gli autori hanno impiegato uno studio di UK Biobank per identificare e analizzare i dati di oltre 80.000 persone che vivono vicino a quattro aeroporti principali: quelli di Londra, Heathrow e Gatwick, e quelli di Manchester e Birmingham.

Lo studio ha tracciato il movimento durante il sonno attraverso un metodo chiamato “actimetria”, ossia un esame semplice e non invasivo che viene eseguito con un particolare strumento detto actigrafo, dalla forma e dalla dimensione di un normale orologio da polso. I risultati dello studio derivano dai dati raccolti per circa il 20 per cento dei partecipanti tra il 2013 e il 2015 e dalle varie risposte ai questionari raccolte tra il 2006 e il 2013, in cui le persone hanno risposto a diverse domande inerenti la qualità del loro sonno.

Come si è svolto lo studio

Per svolgere lo studio, i ricercatori dell’Università di Leicester hanno utilizzato informazioni provenienti sia dai dispositivi indossati durante la notte che dalle risposte dei questionari, entrambe considerate fonti affidabili per due motivi. Da una parte i dispositivi hanno fornito dati oggettivi su quanto fosse ristoratore il sonno e sui modelli del sonno, mentre i questionari hanno aiutato gli studiosi a capire come le persone si sentivano quando andavano a dormire anche semplicemente per un riposino.

I ricercatori, inoltre, si sono affidati alle mappe del rumore create dalla Civil Aviation Authority del Regno Unito per stimare il rumore degli aerei a cui i partecipanti erano esposti. Dalle mappe è risultato quanto fosse forte il rumore degli aerei (in decibel dB) nel 2011 nelle aree attorno agli aeroporti abbinato al luogo in cui vivevano i partecipanti. A completamento dello studio, le analisi hanno preso in considerazione anche altri fattori che potevano influenzare il sonno, come età, sesso, etnia, reddito, attività fisica e condizioni ambientali.

I risultati della ricerca sul sonno

Lo studio ha messo in evidenza come livelli più elevati di rumore notturno degli aerei (55 dB o più) hanno provocato maggiore movimento durante il sonno, segno della sua interruzione. I partecipanti esposti a questi livelli elevati hanno mostrato anche cicli sonno-veglia interrotti.

L’inquinamento acustico non provoca solo disturbi del sonno, ma anche problemi cardiovascolari. Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dai ricercatori della Oregon State University e della Boston University School of Public Health, vivere vicino agli aeroporti può causare problemi di salute. Per ottenere questi risultati hanno preso in considerazione l’esposizione al rumore degli aerei, il BMI auto-riferito e altre caratteristiche individuali dei circa 75.000 partecipanti allo studio che vivono vicino ai 90 principali aeroporti degli USA.

Dall’analisi è emerso che le persone esposte a livelli di rumore dagli aeroporti, pari o superiori a 45 decibel, avevano maggiori probabilità di avere un BMI più elevato rispetto agli altri partecipanti. Inoltre, l’indice di massa corporea risultava particolarmente alto tra chi era esposto a livelli di rumore pari o superiori a 55 decibel, soprattutto tra gli adulti di mezza e tarda età.

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Fontana di Trevi: a chi vanno le monete gettate in acqua?

La Fontana di Trevi è uno dei monumenti più iconici al mondo per la sua bellezza artistica, simbolo dell’italianità nel mondo grazie a diversi e famosi film cinematografici americani, ma anche per le sue tradizioni antiche. Migliaia di turisti passeggiano per le vie di Roma ogni anno e si fermano davanti a questa maestosa opera per fotografarla, ma anche per compiere un gesto che ha radici storiche: il lancio della moneta. Questo semplice gesto ha un significato simbolico che negli anni ha contribuito a creare leggende e miti che affascinano i visitatori della capitale.

Dopo il lancio della moneta, però, sorge spontanea una domanda che molti visitatori della Fontana di Trevi si pongono: dove finiscono tutte le monete all’interno della fontana e a cosa servono?

L’antica tradizione del lancio della moneta

Il primo passo è capire da dove questo gesto prende le sue origini. Lanciare una moneta nella Fontana di Trevi risale ad un’antica credenza secondo cui, chi compie questa azione, si assicura il proprio ritorno a Roma. Per seguire correttamente il rito, bisogna stare di spalle alla fontana e lanciare la moneta con la mano destra, ma sopra la spalla sinistra. Si dice che ogni moneta lanciata abbia anche un significato ben preciso. La prima moneta lanciata garantisce, quindi, il ritorno nella città di Roma, la seconda moneta favorisce l’incontro con il grande amore della propria vita, mentre la terza moneta significherebbe la realizzazione del desiderio di matrimonio.

Insomma, il lancio della moneta, per chi crede e segue correttamente questo rito, è un gesto che per molti potrebbe risultare decisamente importante per il futuro. Le monete accumulate nella fontana, grazie a questa tradizione, raggiungono ogni anno cifre impressionanti.

Quanto valgono le monete gettate nella fontana?

Secondo le stime più recenti, la somma delle monete gettate in acqua nella Fontana di Trevi ogni anno è in media di 1,5 milioni di euro. Una cifra che sembra aumentare col passare degli anni, grazie anche all’incremento di turismo in Italia e nella capitale.

Nel 2023 è stato anche confermato un dato importante per il turismo di Roma: le monete rinvenute della Fontana di Trevi avevano una diversa valuta: euro, dollari, yen, rubli e valute meno comuni come le rupie o i pesos. Ogni moneta, per ovvi motivi, viene convertita in euro, e ciò permette di massimizzare il valore complessivo raccolta dalle acque del monumento.

Le operazioni di raccolta avvengono ogni settimana da parte degli addetti ai lavori, momento in cui il monumento viene chiuso temporaneamente per consentirne lo svuotamento.

A chi sono destinate le monete gettate in acqua?

Una domanda che molti turisti si sono sicuramente posti negli ultimi anni, ovvero conoscere la destinazione delle monete gettate nelle acque della Fontana di Trevi. Da diversi anni tutto l’ammontare raccolto dal monumento viene donato in beneficienza alla Caritas di Roma, ovvero un’associazione cattolica che si occupa di sostenere i meno fortunati. In particolar modo, il denaro raccolto viene utilizzato per portare avanti progetti di assistenza ai poveri, per l’acquisto di pasti caldi, il supporto sanitario e la realizzazione di programmi di inclusione sociale.

Si tratta di un contributo estremamente importante da parte del comune di Roma, che permette all’associazione di sostenere migliaia di persone in difficoltà ogni anno, offrendo loro non solo aiuti materiali, ma anche diverse opportunità di reinserimento nella società. Ad esempio, uno dei progetti messi in atto dall’associazione Caritas, grazie ai fondi provenienti dalla Fontana di Trevi, riguarda l’integrazione dei migranti e dei rifugiati giunti in Italia, per contrastare così uno dei temi più urgenti del Paese e dell’Europa intera.

Operai intenti a raccogliere le migliaia di monete gettate nella acqua della Fontana di Trevi dai turisti

Fonte: iStock

Operai raccolgono le monete dalla Fontana di Trevi

L’impatto del turismo e la protezione della fontana

Il fenomeno dell’overtourism ha colpito anche l’Italia, soprattutto negli ultimi. Questo causa determinati problemi e, a volte, anche urgenze dal punto di vista della manutenzione di alcune opere d’arte. Non ne è da meno la Fontana di Trevi, diventata una priorità per il comune di Roma. Il flusso costante di monete gettate nell’acqua della Fontana di Trevi rappresenta per questo una sfida. Le monete in metallo, infatti, possono danneggiare l’opera e causare danni nel lungo periodo.

Proprio per questo motivo negli ultimi anni sono stati effettuati diversi interventi di restauro ed attuate varie manovre per prevenire il deterioramento della Fontana di Trevi e salvaguardare questa antica tradizione porta fortuna. Uno fra tutti l’ultima proposta mossa dall’ente competente, secondo cui si potrebbe passare presto all’ingresso a numero chiuso alla Fontana di Trevi, per evitare che vengano arrecati ulteriori danni al monumento a causa del numero troppo elevato di turisti.

La Fontana di Trevi non è solo un simbolo di Roma, ma è anche l’esempio di come una tradizione storica, portata avanti per millenni, possa trasformarsi in un atto di solidarietà così importante. Ogni moneta gettata in acqua non è solo un desiderio espresso, ma un contributo senza eguali a favore dei più bisognosi.

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Il ministro del Turismo Daniela Santanchè al TTG di Rimini indica la rotta

Il ministro del Turismo Daniela Santanchè ha aperto la sessantunesima edizione di TTG Travel Experience, la manifestazione dedicata al turismo più importante d’Italia che si svolge a Rimini dal 9 all’11 ottobre. Il ministro ha sottolineato come il comparto turistico sia strategico per lo sviluppo dell’Italia e come questa importante manifestazione sia un momento importante per fare incontrare operatori del settore, istituzioni e imprese private allo scopo di far nascere nuovi progetti e nuove sinergie, intercettando le nuove tendenze.

Sostenibilità e destagionalizzaizone

I temi più importanti affrontati da Santanchè sono quelli di proporre un turismo sempre più sostenibile e di destagionalizzare le vacanze in modo da non concentrare i flussi turistici nei momenti più classici. “Prima di tutto perché la nostra nazione può avere il turismo tutto l’anno”, ha spiegato il ministro. Proprio nel primo giorno di TTG, il ministro ha siglato un protocollo d’intesa con Feder.Cammini per la promozione e la crescita delle Vie, Itinerari e Cammini Italiani, allo scopo di valorizzare un tipo di esperienza sostenibile e accessibile.

A tale fine, è necessario coinvolgere le comunità locali perché offrano supporto durante l’intero arco dell’anno. Ma non solo: è importante anche migliorare qualità dei servizi offerti all’Italia con strutture di livello, aumentare anche l’offerta e puntare sulla formazione dei lavoratori del settore turistico. Secondo Santanchè “Oggi parlare del turismo è sbagliato, ci sono i turismi. Abbiamo il tema della sostenibilità, dell’accessibilità e il tema di raccontare e ‘vendere’ meglio la nostra nazione. Questo lo possiamo fare se c’è una squadra Italia. Lo dico perché vorrei che tutti gli italiani fossero più orgogliosi di essere italiani e capire che l’Italia ha un elemento competitivo che non ha nessuna altra Nazione del mondo”.

Turismo in aumento in Italia

Parlando con i giornalisti presenti al TTG, il ministro ha snocciolato orgogliosa anche qualche dato: “I dati per il 2024 segnalano un +2% e questo è molto importante perché il 2023 è stato un anno record per il turismo. Abbiamo avuto in maggioranza turisti stranieri e una leggera flessione di quelli italiani, ma questo forse è dovuto al fatto che per molti anni gli italiani non l’hanno potuto fare”.

Più qualità che quantità

Secondo Santanchè, bisogna ancora lavorare per cambiare un po’ il paradigma. “Siamo una nazione di qualità e non di quantità, per cui è importante non quanti turisti vengono nella nostra nazione ma quante risorse lasciano alle comunità e sul territorio”. Insomma, siamo a buon punto ma cìè ancora molto da fare, è l’appello che il governo fa a tutti gli italiani.

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I 20 luoghi turistici più visitati d’Italia

L’Italia, uno dei Paesi e delle destinazioni turistiche più amate del mondo. Un Paese ricco di storia, arte, cultura, paesaggi mozzafiato e città che sembrano portare i visitatori a spasso nel tempo. Ogni anno milioni di turisti visitano i famosi musei del Belpaese ed i suoi monumenti. Ma quali sono i luoghi turistici più visitati d’Italia? Dai tesori dell’antica Roma ai paesaggi naturali delle Dolomiti, ecco i 20 luoghi turistici da visitare almeno una volta in Italia.

Il Colosseo a Roma

Il suo vero nome è Anfiteatro Flavio, ma viene conosciuto come il Colosseo, ovvero l’attrazione turistica principale in Italia, che riesce a richiamare a se milioni e milioni di visitatori ogni anno, provenienti da tutte le parti del mondo. Questa maestosa struttura venne costruita nel I Secolo d.C ed è ancora oggi l’icona indiscussa dell’Impero Romano e del suo immenso potere dell’epoca. Un anfiteatro composto da ben 80 ingressi e con una capacità di 50.000 spettatori. Un attrazione turistica che negli anni ha subito notevoli miglioramenti, soprattutto dal punto di vista dell’accessibilità, con percorsi dedicate a persone con disabilità e nuove visite guidate in realtà aumentata. Inoltre, sono già in cantiere nuovi miglioramenti per il Colosseo, che renderà questa struttura ancora più affascinante.

Gli Scavi di Pompei, Napoli

Gli Scavi di Pompei, affascinante e maestoso sito archeologico campano, è il secondo luogo turistico più visitato d’Italia, che attrae ogni anno circa 3 milioni e mezzo di visitatori. L’antica città romana di Pompei fu distrutta nel lontano 79 d.C. dall’eruzione del vicino Vesuvio e consente ai turisti di prendere parte ad un vero e proprio viaggio nel tempo. Oltre ai classici percorsi tra case, templi e antichi teatri, recentemente sono state aperte le porte al pubblico a nuove ed interessanti sezioni. Fra tutte la Villa dei Misteri, famosa per i suoi affreschi ancora ben conservati. Sono state introdotte anche nuove tecnologie, come ad esempio le ricostruzioni 3D, che permettono ai turisti di vivere esperienze più immersive in questo antico sito archeologico.

La Galleria degli Uffizi di Firenze

Al terzo posto fra i luoghi turistici più visitati d’Italia si trovano gli Uffizi di Firenze, uno dei musei più amati in tutto il mondo. La città di Firenze attrae milioni di visitatori ogni anno ed in qualsiasi stagione, e questa Galleria è un must per tutti i turisti che decidono di scoprire le bellezze della città. Al suo interno vengono custodite opere importantissime di periodi che vanno dal Medioevo al Rinascimento.Qui si possono ammirare capolavori come la “Nascita di Venere” di Botticelli, ad esempio, oltre ad opere di Leonardo Da Vinci e Caravaggio. L’afflusso dei turisti a questi musei non vede praticamente mai momenti di “pausa”, proprio per questo si consiglia di prenotare online i biglietti d’ingresso, riducendo così i tempi di attesa, oltre che dare la possibilità di scoprire, con biglietti cumulativi, strutture come Palazzo Pitti o il Giardino di Boboli.

La Galleria dell’Accademia, Firenze

Si rimane sempre a Firenze. Nel capoluogo toscano, a breve distanza dalla Galleria degli Uffizi, si trova la Galleria dell’Accademia, quella che viene considerata come la casa di una delle sculture più iconiche il mondo: il David di Michelangelo. Un’opera che continua a stupire per la sua perfezione anatomica e che funge da simbolo del Rinascimento e che per gli appassionati d’arte rappresenta un opera da vedere assolutamente.

Castel Sant’Angelo a Roma

In quanto a visitatori, questa struttura nel cuore di Roma riesce ad attirare più di un milione di persone. Castel Sant’Angelo è una meta obbligatoria per chi visita la capitale italiana. Originariamente venne costruito come mausoleo per l’imperatore Adriano, ma negli anni questo castello ha subito una serie di trasformazioni, che l’hanno fatto diventare una fortezza, una prigione ed una residenza papale. Le sue terrazze regalano ai visitatori una delle viste panoramiche più ricercate e suggestive di tutta Roma, specialmente al tramonto, quando la città ed il Tevere si colorano d’arancio.

Castel Sant'Angelo a Roma, uno dei luoghi turistici più visitati della capitale

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Castel Sant’Angelo a Roma

Giardino di Boboli, Firenze

Con i suoi 800.000 visitatori all’anno, il Giardino dei Boboli di Firenze è probabilmente il parco storico più visitato dai viaggiatori in Italia. Questa attrazione turistica, situata alle spalle del Palazzo Pitti, antica residenza della duchessa Anna di Francia. Si tratta di un perfetto esempio di giardino all’italiana, con statue, fontane e percorsi suggestivi. Negli ultimi tempi sono stati aggiunti nuovi percorsi all’interno di questo parco, accessibili anche a persone con disabilità, che hanno garantito la possibilità di esplorare questa antica bellezza a chiunque.

Reggia di Venaria Reale a Torino

Alle porte dell’antica capitale italiana, a Torino, si trova la Reggia di Venaria Reale, che attira ogni anno circa 750.000 visitatori da tutta Italia e non solo. Questo maestoso ed imponente complesso Barocco, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è un capolavoro architettonico e paesaggistico. La Reggia ospita costantemente nuove mostre temporanee, visitando le quali i visitatori si trovano di fronte ad opere di arte contemporanea e tecnologie digitali, vivendo un’esperienza diversa rispetto alla semplice visita storica della struttura.

Il Museo Egizio di Torino

Sempre a Torino, si trova il secondo Museo Egizio più grande al mondo, solo dopo quello del Cairo, che continua ad essere uno dei luoghi turistici più apprezzati d’Italia e la città piemontese, con 600.000 visitatori all’anno. Il Museo, inoltre, ha ampliato ulteriormente le sue collezioni negli ultimi anni, rendendo la visita ancora più ricca di opere e reperti storici. Oltre a mummie e sarcofagi, all’interno del Museo Egizio di Torino è possibile partecipare a visite guidate per le famiglie e a laboratori didattici per bambini.

Villa Borghese, Roma

Un’altra attrazione turistica italiana, situata nella capitale Roma, è la Galleria Borghese, che si trova nel cuore del grande parco di Villa Borghese, che attrae ogni anno circa 550.000 visitatori. Questo museo ospita capolavori celebri in tutto il mondo di artisti come Bernini, Caravaggio e Raffaello. Ciò che però riesce ad attrarre tanti visitatori è altro: la combinazione unica tra arte e natura, con la possibilità di passeggiare fra questi giardini prima o dopo la visita.

La maestosa Reggia di Caserta

Al decimo posto dei luoghi turistici più visitati d’Italia si trova la Reggia di Caserta, un maestoso palazzo reale del Diciottesimo secolo, visitato in media, ogni anno, ad 500.000 visitatori. Il parco circostante e il meraviglioso Giardino Inglese, come gli interni del palazzo, rendono la visita in questo luogo un’esperienza coinvolgente, durante la quale è possibile partecipare a percorsi interattivi.

Foto panoramica della Reggia di Caserta e dei suoi giardini, fra i luoghi turistici più visitati ed apprezzati d'Italia, con statue in primo piano

Fonte: iStock

La Reggia di Caserta ed i suoi giardini

Cenacolo Vinciano, a Milano

Un capolavoro di Leonardo Da Vinci, un’opera unica, che grazie a diversi restauri e ad un sistema di conservazione sempre più tecnologicamente avanzato, risulta sempre splendente. Si tratta dell’Ultima Cena, noto anche come Cenacolo, un dipinto parietale che risale agli anni che vanno dal 1495 al 1498, visitato ogni anno da circa 450.000 visitatori. Le visite sono limitate a piccoli gruppo, perciò si consiglia di prenotare con largo anticipo il proprio biglietto online.

Una curiosità su questa opera è che nel 2023 è stato inaugurato il Last Supper Interactive (LSI), ovvero un’installazione tecnologica straordinaria realizzata dall’artista Franz Fischnaller, consente di vivere un’esperienza immersiva in diverse opere, fra cui proprio il Cenacolo, consentendo così di avvicinarsi al capolavoro.

Villa d’Este a Tivoli

Patrimonio dell’UNESCO, i giardini di Villa d’Este a Tivoli accolgono ogni anno circa 430.000 visitatori. Questi giardini, dallo stile tipicamente italiano, sono sede di fontane spettacolari e sculture decorative, e sono considerati tra i più belli d’Italia e del mondo. All’interno di Villa d’Este si tengono periodicamente mostre d’arte contemporanea e concerti all’aperto, durante l’estate, che animano ed arricchiscono l’offerta culturale della città di Tivoli.

Palazzo Pitti a Firenze

Di Palazzo Pitti se n’è parlato in precedenza e rientra fra i luoghi turistici più visitati di Firenze, fra le sue meravigliose opere e musei. Palazzo Pitti è una delle più grandi strutture museali del capoluogo toscano, che annualmente vede varcare le sue porte da oltre 420.000 visitatori. All’interno di questo elegante palazzo si trovano diversi musei, come la Galleria Palatina ed il Museo della Moda e del Costume, mostre che consentono di ripercorrere l’interessante storia cittadina, tra arte e, soprattutto, moda.

Gli scavi di Ercolano, Napoli

Napoli è una zona archeologicamente molto ricca. In precedenza si è parlato del più famoso parco archeologico di Pompei. Nelle vicinanze si trovano gli scavi di Ercolano, che rispetto ai precedenti aprono le porte ogni anno a 350.000 visitatori e rappresentano un altro esempio di come un’intera città sia stata preservata dall’eruzione del Vesuvio. Sono presenti in questo sito anche diversi percorsi multimediali, che consentono ai turisti di immergersi nell’antica città con l’aiuto di guide virtuali.
Ad Ercolano vennero anche rinvenuti nuovi reperti storici: i papiri di Ercolano, che raccontano dove il filosofo greco Platone è stato sepolto. Questi scavi nascondono ancora segreti, che grazie alle moderne tecnologie verranno portati sicuramente alla luce.

Foto dall'alto degli Scavi di Ercolano al tramonto, resti della città salvati dall'eruzione del Vesuvio, tra i luoghi turistici più visitati d'Italia

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Panoramica del sito archeologico degli Scavi di Ercolano

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Sempre a Napoli si trova il Museo Archeologico Nazionale, che viene visitato ogni anno da più di 330.000 persone. Si tratta di uno dei luoghi turistici più visitati d’Italia in quanto custodisce al suo interno opere antiche di rara bellezza, come collezioni di arte classica ed arte egizia d’Europa. Oltre ai celebri affreschi e mosaici provenienti da Pompei ed Ercolano, il museo ha incluso nuove sezioni sull’arte egizia, includendo nuovi reperti storici.

Cappelle Medicee a Firenze

Le Cappelle Medicee di Firenze vengono visitate ogni anno da 320.000 persone. Oltre ad essere il luogo di sepoltura dell’antica e potente famiglia Medici, questa struttura ospita al suo interno incredibili sculture del famoso artista Michelangelo. Le Cappelle Medicee oggi sono accessibili ad un numero sempre più elevato di turisti, grazie ad interventi di restauro importanti, come la creazione di un’esperienza immersiva sulla storia di Firenze in epoca rinascimentale.

Gli scavi di Ostia Antica a Roma

Al diciassettesimo posto del luoghi turistici più visitati d’Italia si trovano gli scavi di Ostia Antica, visitati da almeno 300.000 persone all’anno. Questo sito archeologico offre un’affascinante spettacolo su quella che era l’antica vita quotidiana nell’antica Roma, passeggiando tra antiche abitazioni, botteghe artigiani e templi sacri ancora perfettamente conservati. È il luogo adatto anche per attività per tutta la famiglia, con visite teatralizzate e laboratori per bambini.

La Grotta Azzurra di Capri

La Grotta Azzurra di Capri è un luogo naturale estremamente affascinante, famosa per il suo spettacolare gioco di luci e colori che ogni anno attira migliaia di visitatori, circa 290.000. Si trova sull’isola di Capri ed è una grotta accessibile solamente via mare, caratteristiche che la rendono uno dei luoghi turistici più ricercati e visitati in Italia. Il consiglio che si può dare sulla Grotta Azzurra è sicuramente riferito all’orario di visita: partire alla sua scoperta alle prime ore del mattino permette di ammirare il suo famoso riflesso blu elettrico, grazie alla luce del sole che riesce a penetrare nella grotta. Anche qui, a causa dell’elevato afflusso di turisti, si consiglia di prenotare in anticipo la visita oltre che verificare il meteo. Infatti, se presente mare mosso, la grotta potrebbe essere chiusa al pubblico.

Interno della Grotta Azzurra di Capri al mattino, quando la luce crea riflessi azzurri nell'acqua

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Interno della Grotta Azzurra di Capri

Il Museo Archeologico Nazionale di Venezia

Nella splendida città di Venezia, un’opera d’arte a cielo aperto, si trova uno dei luoghi turistici più visitati d’Italia: il Museo Archeologico Nazionale, situato nella splendida Piazza San Marco. Questo museo viene visitato in media da 280.000 visitatori ogni anno. Ciò che attrae i turisti è la collezione di antichità greche e romane, oltre ad opere classiche provenienti da collezioni private, che si possono scoprire al suo interno. Inoltre, la vicinanza al Palazzo Ducale e alla Basilica di San Marco, rende questo museo parte di un tour culturale imperdibile per chi visita Venezia.

La Pinacoteca di Brera, Milano

Infine, conclude la classifica dei luoghi turistici più visitati d’Italia, la Pinacoteca di Brera a Milano, con i suoi 250.000 visitatori annuali. Si tratta di una delle principali gallerie d’arte d’Italia ed ospita opere di artisti come Caravaggio, Hayex e Raffaello, che rendono la Pinacoteca una tappa obbligata per gli appassionati d’arte e cultura in visita a Milano. L’opera più ammirata al suo interno  è sicuramente “Il Bacio”, dell’artista Hayez.

L’Italia è una terra ricca di storia, arte e cultura, in grado di affascinare milioni di visitatori ogni anno. Dai siti archeologici antichi ai musei di fama mondiale, all’interno di cornici storiche e città tutte da scoprire come Roma, Firenze, Napoli e Milano. Questi 20 luoghi rappresentano solo una piccola parte della straordinaria offerta culturale e turistica dell’Italia. Il Belpaese ha sempre qualcosa da offrire, soprattutto se si è appassionati di arte di epoca medievale e rinascimentale, oltre che di archeologia antica e storia romana.

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Le location di Inganno, la nuova serie Netflix tra Napoli e Costiera Amalfitana

Il 9 ottobre debutta su Netflix la nuova serie diretta da Pappi Corsicato e scritta da Teresa Ciabatti, Eleonora Cimpanelli, Flaminia Gressi e Michela Straniero. “Inganno”, basata sulla serie britannica Gold Digger, prodotta da Mainstreet Pictures e creata da Marnie Dickens, vede protagonisti Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti. Composta da sei episodi, la serie dai toni thriller/sentimentali gioca con suspense affrontando diversi temi, ma soprattutto le verità scomode sull’amore. Tra segreti, crisi e ombre, vengono messi in scena anche diversi tabù sovvertendo il ruolo della maternità nella cultura mediterranea e la differenza d’età e di ceto nelle relazioni.

Tra gli obiettivi della serie, infatti, vi è la volontà di raccontare le problematiche sociali che sorgono quando la differenza d’età in una coppia viene messa in evidenza soprattutto quando è la donna a essere più grande. I riflettori, inoltre, vengono puntati sulla questione della sessualità vissuta ed esplorata dalle donne dai 60 anni in poi, aspetto che, principalmente in Italia, non viene mostrato con troppa facilità nei piccoli e grandi schermi.

“Inganno”, la trama della serie tv

La trama della nuova serie “Inganno” ruota intorno a Gabriella (Monica Guerritore), proprietaria di un prestigioso hotel della Costiera Amalfitana. Donna elegante, fiera dei suoi 60 anni e consapevole del suo ruolo, con tre figli ormai grandi: la vita non sembra riservarle più molte sorprese, finché non avviene l’incontro che cambierà tutto. Questo avverrà con Elia (Giacomo Gianniotti), un ragazzo affascinante, vitale, più giovane d’età perché coetaneo del suo figlio maggiore e che, fin da subito, esercita su di lei un fascino irresistibile.

Un fascino che, però, risulterà anche ambiguo e spaventoso e che si svilupperà durante i sei episodi con toni thriller/erotici/sentimentali. Durante questa relazione, Gabriella riscopre un lato di sé perduto con l’età, quello che la vede donna e amante e che vuole tenersi stretto rischiando di mettere in gioco tutto, compresa la sua famiglia e la sua eredità.

Dov’è stata girata la serie

Girata durante la primavera del 2023, la serie ha scelto come location il fascino della Costiera Amalfitana, molto amata dagli americani e parte integrante dell’immaginario di chi pianifica una vacanza in Italia. I luoghi, nella serie, rivestono un ruolo importante per la storia, come racconta lo stesso regista che ha dichiarato: “In Inganno ho cercato, in particolare, di ben amalgamare tra loro i vari generi ed esaltare la bellezza dei luoghi che fanno da sfondo, e a volte da contrasto, a questa romantica e tormentata storia d’amore”.

I toni tenui della campagna inglese, utilizzati nella versione originale, vengono trasformati in quelli più forti della costiera tra la provincia di Salerno e quella di Napoli. In particolare, molte scene sono state girate lungo la riviera di Chiaia, nell’ambientazione di lusso offerta dalle boutique di Via Calabritto.

A Napoli, invece, la serie ha scelto come location il lungomare di Mergellina, nel dettaglio la Fontana del Sebeto, Via Orazio, Via Posillipo, Via Caracciolo e Piazza dei Martiri. Per stuzzicare l’immaginario degli spettatori, soprattutto quelli stranieri, alcune scene sono state girate ad Amalfi, nelle vie intorno alla Chiesa di Santa Maria Assunta. Il tutto è stato arricchito dagli scorci mozzafiato di Sorrento e quelli di Positano, di cui si può intravedere il promontorio che abbraccia la spiaggia.

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Viaggio lungo la rotta delle castagne in Italia: dove trovarle regione per regione

Sono uno dei tanti tesori che regala l’autunno e si trovano nei boschi, preziosi frutti dal sapore gustoso e dalle tante varietà: stiamo parlando delle castagne, che si trovano in tutte le regioni d’Italia e sono l’ingrediente perfetto per tante preparazioni diverse.

Dal nord al sud della penisola, si può organizzare una gita per andare alla ricerca delle regine della stagione, perché l’autunno è proprio così: regala tantissimi colori e sapori. E, allora, vale la pena partire inseguendo alcuni degli spettacoli più belli: da quello del foliage, che ammanta con i suoi colori la natura, fino alla ricerca dei frutti speciali che ci riserva. Poi, passeggiare nel mezzo dei boschi è rigenerante e per questo è sempre un’ottima idea programmare una piccola fuga nel fine settimana.

Per quanto riguarda la raccolta delle castagne è sempre bene informarsi per capire se è libera, se vi è il divieto, oppure se si deve richiedere un permesso e il relativo costo.

Viaggio lungo la rotta delle castagne, tra le regioni italiane da raggiungere per fare il pieno di questo prodotto speciale, con il vantaggio di scoprire luoghi nuovi e bellissimi.

Valle d’Aosta

Il viaggio alla ricerca delle castagne nelle regioni italiane parte dalla Valle d’Aosta, lì nella zona della bassa valle del Lys, dove si trovano meravigliosi castagneti. Siamo tra Châtillon e Pont-Saint-Martin dove si concentra la maggior parte di questi alberi maestosi. Inoltre, vi è una cooperativa, Il Riccio, che si trova a Lillianes che non a caso è conosciuto come paese delle castagne, che si occupa della loro raccolta e della commercializzazione in varie forme, oltre ad aver allestito un piccolo museo dedicato a quello che – un tempo – veniva chiamato il “pane dei poveri”. Al suo interno è stata ricostruita un’antica gra, dove venivano fatte essiccare, e il resto di una vecchia casa.

A quanto pare, la varietà che si trova in questa regione è di piccole dimensioni e molto saporita, viene utilizzata per molte preparazioni come la crema o il liquore, si trovano anche castagne sciroppate alla grappa, al naturale e al miele, oppure una sorta di corn flakes realizzati proprio con i marroni.

Lillianes, alla ricerca di castagne in Valle d'Aosta

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Lillianes, il paese delle castagne in Valle d’Aosta

Piemonte

Un’altra regione d’Italia da raggiungere, per tutti coloro che amano i boschi e le castagne, è il Piemonte e, in particolare, la zona di Cuneo dove (in un centinaio di comuni circa) si trova quella con il marchio Igp: dal sapore molto delicato, si può assaporare fresca, ma anche bollita oppure arrosto. Inoltre, è alla base di molte ricette di dolci. L’area è quella che va dalla Valle del Po alla Valle del Tanaro e i boschi si trovano tra i 200 e i 1000 metri circa. Un appuntamento imperdibile che si tiene ogni anno a Cuneo è la Fiera Nazionale del Marrone.

Restiamo in Piemonte, ma ci spostiamo in Val di Susa dove è celebre il Marrone della Valle di Susa Igp, con le sue varietà. Lo si può trovare in 28 comuni della provincia di Torino, ha una polpa croccante e viene usato per molti piatti, compresi i celebri marron glacés. Ad esempio, si può raggiungere San Giorio di Susa e andare in esplorazione nei bellissimi boschi che fanno da contorno.

Piemonte, castagne in Val di Susa dalla Sacra di San Michele

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La Val di Susa (qui la Sacra di San Michele) è una zona celebre per le castagne in Piemonte

Lombardia

La Lombardia è un’altra zona ricca di castagne, in particolare nel Parco Regionale Campo dei Fiori che si trova in provincia di Varese. Qui ci sono numerosi percorsi soprattutto a bassa quota, ma il posto perfetto è Brinzio da dove si diramano alcuni sentieri che vale la pena percorrere alla ricerca di questo gustoso frutto.

Un altro luogo speciale di questa regione è il Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, che si trova in Brianza e – più precisamente – nella zona tra Lecco e Monza: si parte da Sirtori per immergersi in una natura che lascia senza fiato. E, poi, Colle Brianza: comune affascinante e ricco di storia, oltre che punto di partenza per un percorso tra i castagni.

E, infine, in Val Trompia nella zona di Brescia vi sono tantissimi castagni anche secolari.

In Lombardia si preparano numerosi piatti a base di castagne, tra cui il castagnaccio che qui si prepara con uvetta, pinoli e brandy. Tra le altre preparazioni non mancano gli gnocchi e quelle cotte nel latte.

Liguria

Ci sono tantissimi luoghi in Liguria in cui andare alla ricerca di castagni. Nel genovese vi è un percorso che parte da San Martino di Struppa e va verso Canate di Marsiglia, oppure si può raggiungere Torriglia e la piccola frazione di Péntema e, ancora, nell’Alta val Trebbia a Fontanigorda nel Bosco delle Fate. Da non perdere anche la Val Graveglia, alle spalle di Chiavari.

Nel Parco Nazionale delle 5 Terre si trovano anche castagni e il loro frutto tipico è la castagna Brodasca tipicamente molto scura. Così come vale la pena raggiungere la Valle Arroscia nell’imperiese e Urbe in provincia di Savona, dove i marroni sono storicamente importanti. Tra i piatti tipici il castagnaccio e le trofie impastate con la farina di castagne.

Trentino-Alto Adige

Pronti per un viaggio in Trentino? Per andare alla ricerca di castagne si deve raggiungere la Valle Isarco dove si trova il Keschtnweg, il sentiero delle castagne che si snoda per novanta chilometri da Verna fino a Castel Roncolo. Si può suddividere in tappe. Frutti gustosi con cui si preparano piatti altrettanto buoni come i dolci cuori di castagne, o il tronco, oppure la zuppa.

Castagne in Trentino Alto Adige la strada fino a Castle Roncolo

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In Trentino Alto Adige c’è il sentiero delle castagne che arriva a Castel Roncolo

Veneto

In Veneto la castagna è un prodotto importantissimo che si trova in alcune zone, come quella della provincia di Treviso dove c’è il famoso il Marrone di Combai Igp, dalla polpa molto croccante. Si può mangiare arrostito oppure bollito, ma anche per il tiramisù alla crema di marroni. Lo si trova nei boschi di località come Vittorio Veneto, Fregona e Follina su un’area di oltre 270 chilometri quadrati. Vengono anche organizzate passeggiate. Nella stessa zona vi è anche il Marrone del Monfenera igp, dal sapore dolce sono perfetti cucinare gustose ricette, biscotti compresi. Si trova in 19 comuni tra la pedemontana del Grappa e il Montello.

Infine, i marroni di San Zeno Dop, dal gusto dolce che si trova nella zona del Monte Baldo, tra il Lago di Garda e la Vallagarina.

Friuli-Venezia Giulia

Nelle provincie di Udine e Pordenone si possono trovare boschi di castagni per una gita fuori porta. In particolare, nella Valle di Soffumbergo dove si tiene anche una festa dedicata. E poi a Dardago, frazione del comune di Budoia. In Friuli-Venezia Giulia le castagne – ad esempio – possono accompagnare piatti della tradizione come il frico.

Emilia-Romagna

Sono ben tredici le tipologie di castagne che si possono trovare in Emilia-Romagna, tra cui ricordiamo il Marrone Igp di Castel del Rio e il Marrone di Pavullo.

E i luoghi da esplorare per la ricerca di questo prezioso frutto sono davvero tanti. Vale la pena, ad esempio, raggiungere la provincia di Parma e percorrere la Via del Castagno in Val di Taro: si snoda per otto chilometri e si parte da Borgo Val di Taro. Tra Modena e Bologna, invece, c’è un tratto della Via Europea del Castagno e, ancora, a Carpineti nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano vicino a Reggio Emilia, dove vi sono bellissimi alberi nella zona dell’Abbazia di Marola. Le specialità di questa regione sono tante come i tortelli con un ripieno di castagne o la minestra.

Carpineti, zona dove cercare le castagne in Emilia Romagna

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Carpineti, nei suoi dintorni alla ricerca delle castagne in Emilia Romagna

Toscana

Altra regione amata da chi va alla ricerca di castagne è la Toscana: qui, ad esempio si trova il Marrone del Mugello Igp una varietà tipica solo di questa area che si trova in una parte della provincia di Firenze. Da visitare Marradi senza dimenticare di assaggiare la sua celebre torta di marroni.

Tra le località da raggiungere vi sono il Monte Amiata, in particolare tra i 500 e i 1000 metri di altitudine, e il Monte Pisano. Da assaggiare – ad esempio – il castagnaccio e i necci (crepes di farina di castagna).

Marche

Nelle Marche ci sono due aree che sono meta prediletta per tutti coloro che amano le castagne: si tratta dei Monti Sibillini – ad esempio a Montemonaco – e l’alta Valmarecchia a cavallo tra Marche, Toscana ed Emilia-Romagna. Tra i piatti tipici i ravioli fritti di castagne.

Castagne, da cercare in alcune località dei monti Sibillini nelle Marche

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Nelle Marche le castagne si possono trovare in alcune località dei monti Sibillini

Abruzzo

La castagna Roscetta si trova in Abruzzo in diversi comuni in provincia dell’Aquila, come Balsorano e Canistro, ha dimensioni medio grandi e un sapore delicato. Ma questo non è l’unico luogo in cui trovare il tesoro. Ad esempio, si può raggiungere il Parco nazionale del Gran Sasso e, in particolare, il comune di Valle Castellana: basti pensare che in una sua frazione si può ammirare un castagno secolare. Merita una visita anche Castelvecchio Calvisio con i suoi bellissimi boschi. Una delle ricette tipiche è la zuppa di ceci e castagne.

Lazio

Tra le mete più celebri da raggiungere nella regione Lazio ci sono i Monti Cimini, in provincia di Viterbo, soprattutto vale la pena raggiungere i boschi di alcune località come Ronciglione e Soriano nel Cimino. Da provare anche la Castagna di Vallerano Dop, dell’omonimo comune. Oppure esplorare i Monti Lepini e il piccolo comune di Cori in provincia di Latina. Anche nel Lazio una delle ricette da fare con le castagne è il castagnaccio.

Vallerano nel Lazio, alla ricerca di castagne

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Nel Lazio è celebre la castagna di Vallerano

Umbria

Se si vogliono ammirare i boschi di castagni in Umbria, la zona da raggiungere è quella di Spoleto, poco distante – infatti – si trovano gli antichi alberi di quel sito noto con il nome di Boschi di Montebiblico, i cui frutti sono di ottima qualità. Oppure la zona della Vallocchia. Anche qui è diffusa la zuppa di ceci e castagne.

Molise

Il borgo in provincia di Campobasso è di piccole dimensioni ma è tra i luoghi del Molise prediletti da chi ama le castagne: si tratta di San Massimo con i suoi boschi dove è possibile trovare questi tesori d’autunno. Merita una menzione anche Bojano dove si trova quello che viene considerato il castagno più vecchio di Italia. Le caggiunitte sono dolci che vengono preparati in questa regione.

Bojano, nel Molise arra ricerca delle castagne

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Bojano, borgo del Molise famoso per i castagni

Campania

Un viaggio in Campania alla ricerca di uno dei tesori d’autunno ci porta direttamente nel Parco regionale dei Monti Piacentini, dove si trova in diverse località la Castagna di Montella Igp, di dimensioni abbastanza piccole e dal sapore dolce.

Un’altra area, poi, è quella che interessa una settantina di comuni in provincia di Salerno dove si trova il Marrone di Roccadaspide IG, castagna molto zuccherina. Nella zona di Benevento ci sono diversi boschi di castagni, mentre in quella di Caserta il prodotto top è la castagna di Roccamonfina Igp, con queste – ad esempio – si prepara il risotto. Tra i comuni da raggiungere si possono ricordare Caianello, Conca della Campania e Teano.

Puglia

In Puglia si può andare a caccia di castagne in provincia di Foggia, raggiungendo i Monti Dauni, oppure in quella di Bari nella Murgia Barese. Una ricetta antica di questa regione è la minestra di castagne secche.

Basilicata

Ci sono alcune zone della Basilicata dove imbattersi in castagneti, ad esempio nei pressi di alcuni luoghi che si trovano in provincia di Potenza come Brienza, Armento e Albano di Lucania: tutti piccoli comuni. Se ci spostiamo nella zona di Matera, invece, troviamo Bernalda. Da assaggiare il calzoncello, ripetono di marroncino di Melfi, che si trova nel Parco nazionale regionale del Vulture.

Brienza, paese della Basilicata dove cercare castagne

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Brienza, il paese in Basilicata è un luogo dove cercare castagne

Calabria

Anche la Calabria regala alcuni tesori: aree dove è possibile andare alla ricerca di castagne e, in particolare nella zona del Pollino e della Sila.  Ma anche Vibo Valentia, raggiungendo il Parco Regionale delle Serre, mentre il Parco Nazionale d’Aspromonte è un’altra meta da esplorare in zona Reggio Calabria. Vale la pena assaggiare i pistiddri, castagne secche bollite.

Nell'area del Pollino in calabria si possono trovare le Castagne

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In Calabria una delle zone da raggiungere per scovare castagne è il Pollino

Sicilia

Ci spostiamo in Sicilia, in provincia di Palermo, dove si trova la Rocca Busambra con il bosco della Ficuzza e il Bosco del Cappelliere: qui vale anche la pena visitare Mezzojuso. Da non perdere il Parco delle Medonie e il Parco dell’Etna. In Sicilia le castagne vengono messe in forni alti, con una base bucherellata, e il sale grosso viene gettato nel fuoco, facendole diventare bianche: davvero particolari.

Sardegna

Concludiamo il viaggio alla scoperta dei luoghi dove cercare le castagne in Italia con la Sardegna. Gli alberi si trovano soprattutto nella Barbagia-Mandrolisai-Gennargentu e in particolare nei comuni che fanno parte di questo territorio, dove pare ci sia il 90% degli esemplari. Si trovano sia di grandi dimensioni, che di piccole. Tra le ricette vale la pena provare la zuppa di fagioli e castagne.