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Questi sono i 6 aeroporti più belli del mondo a livello architettonico

Quando dobbiamo partire per una destinazione, non vediamo l’ora di entrare in aeroporto, fare i controlli di sicurezza e aspettare in trepidazione di imbarcare senza guardarci troppo attorno. Eppure, nel mondo, ci sono aeroporti spettacolari che meritano più attenzione perché vere e proprie opere di architettura realizzate da studi famosi con ingegno e creatività. Non semplici snodi di passaggio, quindi, quelli che sono stati proclamati gli aeroporti più belli del mondo nel 2024 da Prix Versailles, una serie di premi architettonici assegnati ogni anno per aeroporti, musei, campus, ristoranti e non solo. I vincitori competeranno per ottenere i tre titoli mondiali del 2024: Prix Versailles, Interior ed Exterior.

I requisiti considerati sono diversi: dall’innovazione tecnologica della struttura a come si riflette nel patrimonio locale della sua città, fino all’efficienza ecologica, alla sostenibilità e all’impatto culturale dell’opera. Quelli che vi raccontiamo sono i 6 aeroporti premiati che, con la loro bellezza, per usare le parole di Jérôme Gouadain, segretario generale del Prix Versailles, “sono responsabili delle prime impressioni dei visitatori, diventando ognuno di essi un manifesto della propria destinazione“.

Zayed International Airport, Emirati Arabi

Gioiello dell’architettura moderna e famoso per le sue tecnologie avanzate, Zayed International Airport di Abu Dhabi ha conquistato i Prix Versailles diventando uno dei 6 aeroporti più belli del mondo. Per disegnare la struttura a X dell’aeroporto, lo studio Kohn Pederson Fox ha tratto ispirazione dai paesaggi degli Emirati Arabi composti da deserto, mare, città e oasi. Il design finale, attraverso le sue forme geometriche, riflette l’ambiente naturale e culturale in cui è inserito.

Si è distinto non solo per la capacità di gestire flussi continui fino a 11.000 passeggeri all’ora senza intaccare la qualità dei suoi servizi, ma anche per i materiali che lo compongono, ossia acciaio e legno riciclato. Infine, fornisce un habitat a più di 1.100 alberi nativi e ad altre piante ed è totalmente autosufficiente grazie alla presenza di oltre 7.500 pannelli solari.

Aeroporto Abu Dhabi più bello al mondo

Fonte: iStock

Esterni dell’aeroporto di Abu Dhabi, tra i più belli al mondo

Felipe Ángeles International Airport, Messico

L’elemento simbolico che caratterizza il progetto dell’aeroporto internazionale Felipe Ángeles a Zumpango, in Messico è un tributo ai diversi stati del Paese e alle loro origini. La torre di controllo, per esempio, ricorda un macuahuitl azteco (una spada), mentre la pietra del sole installata al centro del terminal presenta un’iconografia accuratamente progettata e ispirata alla cultura e alla tradizione messicana. L’aeroporto invita i visitatori a immergersi nella storia nazionale attraverso i musei e i servizi igienici tematici. A progettarlo è stato l’architetto Francisco González-Pulido, che al suo interno ha inserito anche un giardino centrale di 4.300 metri quadri e molti altri spazi verdi, ideali per per fare attività o rilassarsi.

Bagno aeroporto Messico

Fonte: 123RF

Bagno tematico e all’avanguardia dentro Felipe Angeles International Airport

Changi Airport Terminal 2, Singapore

È la natura a dominare l’aeroporto Changi Terminal 2 a Changi, a Singapore. Nato dall’immaginazione di Boiffils Architectures, in collaborazione con l’artista Patrick Blanc, la vera protagonista dell’estensione del Terminal 2 è The Wonderfall, un’enorme cascata digitale che scende tra rigogliose pareti verdi. I passeggeri potranno perdersi all’interno di un magnifico giardino interno sotto un cielo digitale pensato per imitare il tempo reale utilizzando tecnologia contemporanea e natura stilizzata.

Wonderfall aeroporto Singapore

Fonte: iStock

The Wonderfall, la cascata digitale all’aeroporto di Singapore

Suvarnabhumi Airport, Thailandia

Ad attirare l’attenzione dei Prix Versailles nell’aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok è la zona Satellite Concourse 1, progettata come una naturale estensione dell’attuale terminal per conferire all’ambiente sia giovinezza che maturità. La struttura spicca per il suo design innovativo, per la splendida vegetazione interna e per la luce naturale che avvolge gli spazi. Anche qui ritroviamo dei riferimenti alla cultura thailandese: l’interno contemporaneo della concourse è caratterizzato da un soffitto a rombi che, con le sue nervature arcuate incrociate riempite di doghe color legno, ricorda i tradizionali motivi dei tessuti di seta thailandesi e le trame regionali dell’intreccio di cesti. Infine, i giardini interni ricordano ai viaggiatori il paesaggio tropicale della nazione.

Aeroporto Bangkok

Fonte: Getty Images

Installazione artistica dentro l’aeroporto di Bangkok

Logan International Airport Terminal E, Stati Uniti

Il Logan International Airport di Boston e, nel dettaglio, il Terminal E, non passa sicuramente inosservato con la sua forma sinuosa di un rosso brillante. La scelta del colore non è casuale, ma è un omaggio ai più antichi quartieri della città, prevalentemente costruiti in mattoni rossi e da cui prende il nome il colore Boston Red, simbolo della famosa squadra di baseball cittadina, i Red Sox. La facciata, però, non resta della stessa tonalità, ma varia dal viola all’arancio in base alla posizione del sole. Inoltre, i viaggiatori in attesa di salire sul proprio aereo godranno di una vista privilegiata sulla città.

Kansas City International Airport, Stati Uniti

Restiamo negli Stati Uniti, ma andiamo verso il Kansas dove il prestigioso studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill ha messo la sua firma sull’aeroporto internazionale rendendolo uno dei più accessibili al mondo. Oltre a tenere in considerazione fattori come velocità e sicurezza, lo studio si è concentrato sul tema dell’inclusività per rendere il viaggio più facile alle persone con mobilità ridotta e a tutti gli altri passeggeri. Il nuovo terminal, quindi, è stato costruito su soli due livelli, immerso in un’architettura interna luminosa e calda, ma soprattutto accogliente per tutti.

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Halloween: tradizioni e celebrazioni dal mondo

Per molti è sinonimo di “dolcetto o scherzetto”, di zucche intagliate e di personaggi paurosi, ma Halloween è molto più di questo. È una delle festività più antiche del mondo, amata da adulti e bambini ed entrata di diritto tra le tradizioni imprescindibili dell’anno. Quando l’autunno trasforma i paesaggi con i suggestivi colori del foliage e il mese ti ottobre volge al termine, il mondo intero si prepara a celebrare la vita e la morte con un insieme di riti pagani e religiosi, in cui cultura e tradizione differenziano Halloween tra i vari Paesi.

Dall’Irlanda, luogo in cui è nata questa festività, all’America, che ne è diventata la massima esponente, toccando Messico, Cina e Giappone, partiamo per un viaggio alla scoperta delle più significative tradizioni legate ad Halloween in giro per il mondo.

Irlanda e Regno Unito, dove è nato Halloween

Sebbene i cittadini americani prendano molto sul serio questa festività, al punto tale da essersi immedesimati a pieno in tale tradizione, le origini di Halloween sono da ricercare in Irlanda e più precisamente nel Samhain, il capodanno celtico (chiamato anche “All Hallowtide“) festeggiato il primo giorno di novembre come termine del periodo del raccolto e l’inizio dell’inverno.

Con i secoli, all’antica festa celtico-pagana si sono aggiunte leggende e altre storie che hanno trasformato Halloween nella versione più moderna che conosciamo. Tra tutte c’è quella di “Jack o’ lantern”, il fabbro irlandese simbolo delle anime dannate che rivive in quelle zucche lavorate a mano che popolano le strade e i quartieri durante il mese di ottobre.

In Irlanda, e in generale anche nel Regno Unito, oggi per commemorare il culto celtico si accendono dei grandi falò, soprattutto nelle aree rurali, proprio per continuare in qualche modo la tradizione dei rituali pagani. Ma si tratta pur sempre di una festa, quindi ecco che fantasmi, streghe e altre creature del mondo si riuniscono per le strade e per i quartieri per l’ormai celebre “trick or treat”.

Immancabile, sulle tavole irlandesi, è il barmbrack, un dolce tipico di questo giorno al quale sono collegaste altre leggende e superstizioni. Infatti, i fornai inseriscono nell’impasto di questa torta tre elementi: un anello, un piccolo straccio e una moneta. Ad ogni fetta di barmbrack contenente uno di questi tre oggetti corrisponde una fortuna (o sfortuna): chi trova l’anello si sposerà o troverà la felicità, chi avrà lo straccio andrà incontro a un futuro finanziario incerto, mentre chi riceverà la moneta vivrà invece un anno prospero.

Decorazioni tipiche di Halloween in Irlanda

Fonte: iStock

Decorazioni tipiche di Halloween in Irlanda

America, dove la tradizione di Halloween si è radicata

A celebrare Halloween in grande stile ci pensano gli americani, al punto tale che spesso, erroneamente, si attribuiscono le origini di questa festività proprio all’America. Oltre all’iconico “trick or treat”, i quartieri e le strade delle città si abbigliano a festa: ci sono zucche intagliate, addobbi spaventosi, fantasmi e altri mostri che decorano finestre, ingressi e viali. E questa atmosfera un po’ spettrale è estremamente affascinante.

La tradizione delle zucche intagliate deriva proprio dall’usanza celtica degli irlandesi di ricreare volti spaventosi nelle rape, inserendovi delle candele, con l’intento di spaventare gli spiriti maligni durante la festa di Samhain. Si racconta che una volta emigrati in America, gli irlandesi non trovarono rape adatte per portare avanti questa tradizione, così iniziarono a utilizzare le zucche, molto più abbondanti, per creare le grottesche lanterne oggi divenute il simbolo di Halloween.

Zucche intagliate di Halloween in America

Fonte: iStock

Zucche di Halloween

Austria e Germania: Halloween tra simboli e tradizioni

Anche in Europa esistono alcune tradizioni davvero significative. In Austria, per esempio, durante la notte di Halloween le persone lasciano pane, frutta e acqua sul tavolo per i loro cari defunti con la credenza che questi gli facciano visita. In Germania, invece, la più antica tradizione vuole che si nascondano i coltelli presenti in casa per evitare che i defunti si feriscano. Ma non è tutto perché sulle porte delle case vengono disegnati con il gesso dei simboli per proteggere le abitazioni dagli spiriti maligni.

Italia e Francia, la Festa di Ognissanti

Nel Belpaese, negli ultimi decenni, Halloween è diventato un appuntamento fisso per il divertimento di bambini e adulti. La festività più commerciale e considerata “importata” dall’America, però, si differenzia da quella che ha tradizioni radicate nella religione cattolica e con origini ben lontane: la Festa di Ognissanti. Si celebra il 1° novembre per commemorare tutti i santi cattolici, mentre il 2 novembre si celebrano i morti. Tradizionalmente si lasciano crisantemi sulle tombe dei cari defunti e si partecipa a una messa in loro ricordo.

Anche la Francia ha tradizioni simili a quelle italiane, riservando uno spazio maggiore alla Toussaint, la festa di Ognissanti del 1° novembre. Anche qui si partecipa a funzioni religiose e si visitano i defunti nei cimiteri per deporre fiori sulle loro tombe.

Portogallo con il Dia das Bruxas

Restando in Europa, anche il Portogallo ha un proprio modo di celebrare Halloween: è il Dia das Bruxas, o Giorno delle Streghe, che ha molti aspetti tradizionali collegati alle origini della festività. Anche qui c’è l’usanza del “trick or treat” dei bambini tra le vie delle città e dei paesi, ma in cambio non ricevono caramelle, bensì pane, frutta o noci. Inoltre, i famigliari dei cari defunti si recano nei cimiteri per adornare le tombe con fiori e candele.

Cina e Giappone, dalle antiche tradizioni alla modernità

Anche la Cina ha il suo Halloween che prende il nome di Teng Chieh o Hungry Ghost Festival. Durante la notte del 31 ottobre, migliaia di lanterne illuminano il Paese intero: servono ad aiutare le anime dei morti a ritrovare la loro casa. Le origini della festività risalgono alla tradizione taoista che vuole guidare gli spiriti che camminano sulla terra.

Nel calendario cinese, il Teng Chieh si celebra nel 15° giorno del 7° mese lunare (chiamato “mese fantasma”). Durante il tramonto le persone distribuiscono incenso, acqua e cibo davanti alle immagini dei familiari defunti. Nella tradizione, questa usanza servirebbe a calmare i fantasmi che non hanno ancora ritrovato la via di casa dall’inizio del mese fantasma. Sarebbero proprio loro a infliggere punizioni o a elargire benedizioni ai loro parenti ancora in vita. Durante la stessa notte, si tiene anche una festa in cui le famiglie preparano un posto in più a tavola riservato a un caro defunto.

Hungry Ghost Festival: la festa di Halloween in Cina

Fonte: iStock

Teng Chieh o Hungry Ghost Festival, in Cina

In Giappone, invece, Halloween ha raggiunto popolarità solo negli ultimi decenni. Infatti, la prima volta che i giapponesi hanno conosciuto questa festa anglosassone è stata nel 2000, quando il parco divertimenti Disneyland di Tokyo ha organizzato un evento a tema. Con il passare dei decenni Halloween è divenuto sempre più popolare, soprattutto tra i più giovani, anche se con qualche differenza rispetto a come viene festeggiato nei Paesi occidentali.

Oltre al fatto che in Giappone non ci si cimenta nel “trick or treat”, anche i costumi sono diversi. Se tradizionalmente ci si abbiglia con vestiti spaventosi, qui l’attenzione è orientata verso i travestimenti cosplay. A fine ottobre sono numerose le sfilate nelle città giapponesi che riuniscono migliaia di persone che indossano qualsiasi tipo di costume, compresi quelli di personaggi di anime, manga e videogiochi, che non seguono il tema “horror” originario.

Messico, con il suo Día de Los Muertos

È una delle tradizioni più famose del mondo, il Día de Los Muertos del Messico. Una celebrazione messicana di origine precolombiana che festeggia la vita, la gioia e il colore, sebbene il suo nome tradotto sia “giorno dei morti”. Oggi come nel passato, questa festa affascina l’intera umanità: dal 31 ottobre al 2 novembre tutti i cittadini celebrano gli spiriti dei cari defunti con cortei, canti, balli e musiche tradizionali.

Dichiarato nel 2008 Patrimonio culturale immateriale UNESCO, il Día de Los Muertos è un tripudio di colori e usanze particolari. In questa occasione si ricordano gli aneddoti più divertenti dei defunti e si preparano decorazioni dalle ricche tonalità: fiori di calendula, altari con foto, oggetti e cibi preferiti da coloro che sono morti. Si preparano tradizionalmente il pan de muerto e i teschi di zucchero dai colori accesi. È proprio da questi che deriva il trucco tipico di questa festività, con decorazioni sul viso che ricordano, appunto, dei teschi e ricche corone di fiori colorati ad adornare il capo. Anche qui i bambini bussano ai vicini chiedendo un calaverita, un piccolo dono (caramelle, dolci o soldi), ma senza il famoso scherzetto nel caso in cui non ricevano nulla.

Halloween in messico: i teschi di zucchero tipici

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Teschi di zucchero tipici del Dia de los muertos, in Messico

Haiti e la tradizione della Fet Gede

Ci spostiamo nelle esotiche atmosfere di Haiti, dove l’1 e il 2 novembre si celebra la Fet Gede (Festa dei Morti), che ricorda il classico Halloween, ma arricchito da tradizioni culturali completamente diverse. In queste giornate, i praticanti haitiani di Voodoo rendono omaggio al padre degli spiriti defunti, ovvero al barone Samedi. Inoltre, ballano per le strade per comunicare con i defunti e si recano nei cimiteri dove offrono agli antenati del cibo proveniente dalla loro tavola.

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L’aurora boreale torna in Italia, lo spettacolo del cielo tanto atteso

In molti speravano che tornasse e il loro desiderio è stato soddisfatto. Tra il 10 e l’11 ottobre, fenomeni luminosi innescati da una potente tempesta solare di Classe G4 hanno investito i cieli italiani da nord a sud, offrendo a chi era sveglio uno spettacolo mozzafiato. In realtà non era una sorpresa, chi aspettava di rivederla era stato prontamente avvisato dagli esperti dello Space Weather Prediction Center (Swpc) della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) che avevano predetto il suo arrivo proprio per ieri notte.

Da Milano a Modena, fino alla Sardegna, l’aurora boreale ha illuminato di nuovo di rosa i nostri cieli accompagnata da un altro fenomeno luminoso affine chiamato SAR o “Archi rossi aurorali stabili”. Questi sono un segno dell’energia termica che si disperde nell’atmosfera superiore dal sistema di correnti ad anello della Terra, un circuito a forma di ciambella che trasporta milioni di ampere attorno al nostro pianeta.

Ma perché siamo stati così fortunati, alle nostre latitudini? La spiegazione è da ricercare nel campo magnetico terrestre, colpito da un intenso flusso di particelle cariche elettricamente (plasma) scagliato dal Sole a causa di un fenomeno chiamato espulsione di massa coronale o CME. Questo evento è in grado di liberare un’enorme quantità di energia che, quando diretta verso la Terra, crea le tempeste geomagnetiche come quelle avvenute ieri sera.

La Classe G4 è la seconda in ordine di potenza con indice kp al massimo e l’Italia si trova in una posizione ideale per godere di questo fenomeno: più è violento il fenomeno della tempesta, più bassa è la latitudine in cui possono manifestarsi le aurore.

Dov’è comparsa l’aurora boreale in Italia

Sono migliaia le persone che hanno immortalato in tutta Italia l’aurora boreale di ieri notte. Quante volte durante l’arco del giorno volgiamo il nostro sguardo verso l’alto e ci lasciamo affascinare da ciò che vediamo? Di giorno cieli tersi, di un azzurro così intenso che sembra quasi finto, oppure nuvolosi che restituiscono forme a cui solo l’immaginazione può dare un nome. Di notte, poi, sono le stelle e la luna a raccontarci dell’universo e dei suoi tanti misteri. Ma se a tutto questo, poi, si aggiungono i giochi di luce e colori che regalano le aurore boreali, allora lo spettacolo raggiunge la sua massima espressione.

Così il cielo italiano si è tinto di meraviglia, da nord a sud. Dove ha regalato gli scenari migliori? Molti cittadini di Milano, Monza e della Brianza hanno immortalato questo momento, insieme a quelli in Piemonte, soprattutto nella zona di Torino, e in Emilia Romagna nelle aree di Rimini, Bellaria e Cattolica. Anche il Sud Italia è stato conquistato dallo spettacolo, dalla Sardegna alla Sicilia.

Le aurore italiane precedenti

Le aurore boreali di ieri notte sono state visibili grazie a una combinazione di fattori, in primis la potenza della tempesta solare. Questa, però, non è stata la prima volta che gli italiani hanno potuto ammirare l’aurora dai luoghi più belli delle loro città. È già successo il 10, 11 e 12 maggio scorso e il 12 agosto, soprattutto nel Nord Italia e con qualche comparsa anche al Sud.

Accadrà ancora? Questa è la domanda che, chi ancora non è riuscita ad ammirarla, si sta sicuramente ponendo. Per scoprirlo restate sintonizzati sui nostri canali o monitorate l’andamento degli archi aurorali e della scala di disturbo geomagnetico sul sito ufficiale del NOAA.

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Lo spettacolo imponente della Cascata dell’Acquacheta

Più che un inferno, sembra un paradiso: la Cascata dell’Acquacheta, magniloquente capolavoro della natura, decora un ampio anfiteatro naturale tra i boschi dell’Appennino tosco-romagnolo, nei pressi del paese di San Benedetto in Alpe, in provincia di Forlì-Cesena ma a pochi chilometri dal confine con la Toscana.

Non tutti ne hanno dato una definizione così estatica. La Divina Commedia, infatti, la racconta diversa: nel settimo cerchio dell’Inferno, dove permangono sempiternamente le anime dei violenti contro Dio, la natura e l’arte, scorre il fiume Flegetonte, un corso d’acqua di sangue ribollente che si produce in una cascata orrendamente spettacolare.

Dante Alighieri, nel XVI canto della prima parte della sua Commedia, racconta che la cascata del Flegetonte è identica a quella del torrente Acquacheta.

Nonostante cotanto paragone, il corso d’acqua che dà origine alla cascata è lungo appena 13 chilometri. Nasce nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e si snoda per gran parte all’interno del medesimo. A San Benedetto in Alpe si unisce ad altri torrenti di simili dimensioni (il Rio Destro e il Troncalosso) per formare il Montone, importante corso d’acqua romagnolo che percorre ben 140 km prima di sfociare nell’Adriatico. Tra le vette nei pressi di San Benedetto, però,

“Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ‘nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d’una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell’acqua tinta,
sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa”

Così scrive il Poeta per descrivere il salto e il rimbombo della cascata del Flegetonte, equiparato proprio a quello del maestoso salto del piccolo Acquacheta.

Cascata Acquacheta

Fonte: Lorenzo Calamai

Sotto l’imponente Cascata del torrente Acquacheta

Nel Medioevo lungo il corso del torrente si trovava l’antica strada di collegamento tra Firenze e la Romagna, attraverso un’antica strada che nei secoli successivi è andata poi a perdersi. Ecco perché questi luoghi erano così familiari a Dante, che vi ebbe rifugio dopo l’esilio dal capoluogo toscano.

Settecento anni più tardi la cascata che ispirò quella del Flegetonte è ancora lì, a far bella mostra di sé, e richiama un certo numero di visitatori, specie in estate. È una attrazione valida però tutto l’anno, che esprime la propria potenza, fascino e bellezza in qualsiasi stagione. Per raggiungere il punto panoramico dal quale ammirarla si affronta una piacevole escursione nella natura a partire proprio da San Benedetto in Alpe.

Come arrivare a San Benedetto in Alpe

San Benedetto in Alpe si trova nel comune di Portico e San Benedetto, il cui comune comprende appunto il territorio del paese e quello del vicino Portico di Romagna, i paesi dove scorre l’alto corso del fiume Montone.

È attraversato dalla Strada statale 67 Tosco-Romagnola che attraversa Toscana ed Emilia Romagna in senso latitudinale, collegando Pisa a Marina di Ravenna e che valica gli Appennini proprio nei pressi di San Benedetto.

Cascata Acquacheta

Fonte: Lorenzo Calamai

La citazione dantesca a San Benedetto in Alpe

Per recarsi all’avvio del sentiero per visitare la Cascata dell’Acquacheta si può parcheggiare nei numerosi posteggi presenti in piazza XXV Aprile, dirimpetto alla chiesa del paese e dove una lapide commemorativa ricorda proprio i già citati versi di Dante Alighieri. Si risale a piedi la strada che parte in salita dalla piazza (per l’appunto viale Acquacheta) e in corrispondenza del primo tornate si incrocia l’imbocco del sentiero.

L’escursione per visitare la Cascata dell’Acquacheta

Il corso del torrente Acquacheta è costeggiato da una bella escursione di circa due ore di durata, percorrendo sentieri ben tenuti e con numerose possibilità di sosta lungo il tragitto: ci sono diverse aree attrezzate e numerose spiaggette più o meno nascoste lungo l’abbondante corso d’acqua.

Il percorso è lungo all’incirca quattro chilometri e mezzo, con un paio di salite di discreta pendenza, ma comunque alla portata di qualsiasi camminatore. Si arriva poco oltre i 700 metri di altitudine, percorrendo un dislivello positivo di 290 metri, seguendo il sentiero CAI 407.

Dalla partenza nei pressi del tornante sopra piazza XXV Aprile a San Benedetto in Alpe, il sentiero corre lungo la riva in sinistra orografica dell’Acquacheta, attraversando proprio nelle battute iniziali un’ampia area attrezzata per picnic su un’ansa del torrente.

Immersi nella bellezza dei boschi del Parco delle Foreste Casentinesi, ora ci si avvicina a morbide cascatelle ora ci si eleva a mezza costa per una serie di saliscendi che prosegue fino a Ca’ del Rospo, dove si trova una seconda, più modesta, area attrezzata con qualche tavolo in legno, una fonte e un bivacco. Una sosta ideale, all’ombra e in riva al torrente, prima di proseguire oltre.

La seconda parte dell’escursione è la più tosta, con le asperità altimetriche più difficili da affrontare. Quando si incontra un secondo bivacco in riva all’Acquacheta, l’antico Molino dei Romiti, si è giunti quasi al termine: manca solo l’ultima, ripida salita per elevarsi alla terrazza panoramica a quota 678 metri sul livello del mare.

Cascata Acquacheta

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Molino dei Romiti: uno scorcio

Qui si para dinnanzi all’escursionista tutto lo spettacolo della cascata: 70 metri di salto, con l’acqua che rimbalza sulle rocce naturalmente terrazzate, in un vero e proprio spettacolo naturale.

Proseguendo oltre per appena qualche centinaio di metri si raggiunge una seconda cascata, più modesta eppure scenografica: la Cascata del Lavane, un secondo torrentello che confluisce nell’Acquacheta. L’ampia zona pianeggiante intorno a questo salto è un ottimo luogo per una sosta per rifocillarsi, ma i più in forma potranno proseguire e raggiungere anche la Piana dei Romiti, affrontando un’altra breve salita.

Cascata Acquacheta

Fonte: Lorenzo Calamai

La vista dalla terrazza panoramica sulla Cascata dell’Acquacheta

Il sentiero, infatti, risale fino a monte della Cascata dell’Acquacheta, a 717 metri di altitudine, raggiungendo un abbandonato borgo rurale con qualche costruzione che ancora resiste alle intemperie.

Dove fare il bagno alla Cascata dell’Acquacheta

L’escursione alla Cascata dell’Acquacheta è valida in tutte le stagioni. In autunno, in inverno e in primavera chi la visita troverà un imponente massa d’acqua a scendere sulle rocce ammirate a suo tempo da Dante Alighieri, un vero e proprio spettacolo della natura.

Chi invece vi si reca in estate potrebbe doversi accontentare di una portata minore, in particolare tra luglio e settembre, anche inoltrato. Tuttavia ha un vantaggio: poter fare il bagno nelle piscine naturali lungo il corso dell’Acquacheta e nei torrenti affluenti.

Cascata Acquacheta

Fonte: Lorenzo Calamai

La Cascata del torrente Lavane

La polla ai piedi della Cascata del Lavane, ad esempio, è davvero invitante: uno specchio d’acqua azzurrissima e rinfrescante, piccolo ma profondo, tanto da potersi tuffare dalle rocce nelle vicinanze della cascata. Sono tanti, poi, gli escursionisti che si tolgono gli scarponi una volta arrivati e mettono i piedi nudi a bagno per un momento di rigenerante relax.

Un altro bell’angolo adatto al wild swimming si trova ai piedi dell’ultima salita prima di arrivare alla terrazza panoramica sulla Cascata dell’Acquacheta. Qui un breve sentiero scende verso il letto del torrente per arrivare in poche decine di metri a una cascata riparata tra una parete rocciosa e frondosi alberi che fanno filtrare la luce del sole. Ci si può tuffare nel punto più profondo della polla e poi rimanere sdraiati sui grandi massi che circondano la piscina naturale, per poi rimettersi lo zaino in spalla e ridiscendere il medesimo sentiero fino a tornare a San Benedetto in Alpe.

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Con un’unica prenotazione potrai viaggiare in aereo e in treno

Alcune destinazioni possono essere raggiunte tranquillamente in aereo, altre necessitano di una combo aereo-treno che richiede una pianificazione precisa per non rischiare di perdere tempo e denaro. Questo fino ad oggi: Trenitalia (Gruppo Fs) e SkyTeam hanno unito le forze per semplificare la vita ai viaggiatori con un accordo che trasformerà il momento dell’organizzazione in una passeggiata. In una nota congiunta rilasciata proprio in questi giorni, le compagnie hanno dichiarato di aver firmato un Memorandum of Understanding (MoU) per offrire itinerari combinati “aereo + treno” in un’unica prenotazione.

Non è la prima volta che Trenitalia abbraccia un progetto di questo genere. Già nel 2023 aveva stretto un accordo con ITA Airways creando AccesRail per consentire ai passeggeri di acquistare il biglietto combinato, in particolare dall’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino. Ora, grazie alla nuova alleanza con SkyTeam, Trenitalia pensa in grande e amplia le opportunità offerte ai suoi passeggeri.

L’unione fa la forza: gli itinerari aereo + treno

Da una parte abbiamo SkyTeam, una tra le più importanti alleanze di compagnie aeree al mondo, dall’altra Trenitalia, società del Gruppo Fs, la principale società in Italia per il trasporto ferroviario. Questi i due protagonisti che hanno unito le forze per promuovere una nuova modalità di trasporto intermodale e sostenibile firmando un protocollo che vi permetterà di pianificare il vostro viaggio aereo-treno facendo un’unica prenotazione.

L’idea delle due aziende è molto semplice. Chi arriva in Italia con un volo di una compagnia aerea facente parte di SkyTeam, potrà raggiungere un’ampia gamma di destinazioni in tutto il Paese con i treni ad alta velocità di Trenitalia. Vi facciamo un esempio: i viaggiatori potranno volare da New York-JFK a Roma Fiumicino, ritirare i bagagli, salire a bordo di un Frecciarossa e raggiungere una delle città italiane servite dal treno. Il tutto usufruendo di una sola prenotazione!

Una soluzione valida per trasporti intermodali e sostenibili

L’obiettivo comune di SkyTeam e Trenitalia è quello di offrire ai propri clienti viaggi all’avanguardia che semplificano la vita e forniscono una soluzione sostenibile per spostarsi all’interno del territorio italiano. Le compagnie facenti parte di SkyTeam garantiscono collegamenti per 23 aeroporti inclusi quelli di Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Verona, Palermo, Catania, Bari e Cagliari, mentre Trenitalia raggiunge 150 destinazioni. I treni, ovviamente, saranno integrati con gli orari dei voli internazionali, così da aiutare i viaggiatori a organizzare al meglio i propri spostamenti.

Il CEO di SkyTeam si è dichiarato molto soddisfatto dell’accordo, affermando: “L’Italia è un importante mercato globale per i viaggiatori d’affari e leisure e, grazie alla collaborazione con Trenitalia, possiamo offrire ai clienti più opzioni per andare dove vogliono, come vogliono, usufruendo al tempo stesso dei numerosi vantaggi per cui SkyTeam è conosciuta”. Mario Alovisi, invece, Direttore Marketing di Trenitalia e CEO di Italia Loyalty, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di intraprendere un viaggio insieme a SkyTeam in una missione condivisa per rendere i viaggi più intermodali e non vediamo l’ora di accogliere i clienti SkyTeam nel vasto network Frecciarossa in tutta Italia”.

L’accordo inciderà anche sui pacchetti fedeltà di entrambe le compagnie. L’alleanza, infatti, consentirà ai membri frequent flyer di SkyTeam di guadagnare e spendere miglia quando viaggiano su corse Frecciarossa selezionate. I membri di CartaFRECCIA, invece, il programma fedeltà per i viaggiatori di Trenitalia che ha superato i 10 milioni di iscritti, potranno guadagnare e spendere punti viaggiando su voli SkyTeam selezionati.

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Annunciati gli Oscar del turismo, queste le destinazioni premiate

Gli Oscar del Turismo? Esistono e si sono svolti interamente in digitale! Non potevano mancare, ovviamente, i premi e riconoscimenti per uno dei Paesi più amati al mondo, l’Italia.

Il Veneto si è aggiudicato il primo premio come Destinazione con la migliore reputazione online, risultando la più amata dai visitatori italiani e internazionali. Questo riconoscimento è solo uno di quelli previsti dagli “Oscar del Turismo”, assegnati annualmente da The Data Appeal Company – Gruppo Almawave durante il TTG Travel Experience a Rimini, evento di riferimento per il settore turistico in Italia. Scopriamo insieme quali sono le altre città premiate e perché il Veneto ha brillato in Italia.

Il Veneto, primo posto agli Oscar del Turismo

Il Veneto, con la sua vasta offerta turistica che va dalle città d’arte come Venezia e Verona, alle splendide località montane delle Dolomiti, ha saputo conquistare il cuore dei viaggiatori, online, grazie alla sua capacità di offrire esperienze uniche e diversificate nel cuore del Nord Italia.

Al secondo posto c’è la Basilicata, che appena un anno prima avevo ottenuto il massimo punteggio sul podio. Questa regione del Sud Italia, nonostante la sua modesta dimensione rispetto ad altre regioni italiane, si è distinta negli ultimi anni grazie all’incremento della sua offerta turistica, con la città di Matera, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, come punta di diamante. Il Trentino, invece, ha conquistato la terza posizione, confermandosi una meta preferita per chi cerca natura, sport e relax, soprattutto tra le Alpi.

Ragusa, Sicilia

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Vista su Ragusa Ibla, in Sicilia

Un altro riconoscimento molto importante è stato assegnato alla Sicilia, e più precisamente alla città di Ragusa, che si è aggiudicata il premio per la migliore offerta enogastronomica. La gastronomia siciliana, famosa per i suoi sapori autentici e la qualità delle materie prime, ha trovato in Ragusa un rappresentante di eccellenza, attirando turisti amanti della buona cucina. Al secondo posto, in questa categoria si posiziona la località Dolomiti Paganella in Trentino, già riconosciuta l’anno precedente, seguita dalla Carnia in Friuli Venezia Giulia, una regione che entra per la prima volta sul podio con la sua offerta culinaria legata alle tradizioni montane.

Il premio per il borgo più amato d’Italia

Una novità assoluta di quest’edizione è stata l’introduzione del premio per il borgo più amato d’Italia, un riconoscimento assegnato al luogo che ha ottenuto le migliori performance in termini di sentiment e popolarità tra i Borghi Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

Ripatransone, Marche

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Il borgo di Ripatransone nelle Marche

Il primo posto è stato assegnato a Peccioli, un borgo d’arte in Toscana, noto per le sue iniziative culturali e la conservazione del patrimonio artistico e paesaggistico. Al secondo posto si è classificato Ripatransone nelle Marche, che unisce tradizione e innovazione, mentre il terzo posto è stato assegnato a Petralia Sottana in Sicilia, un gioiello di architettura medievale.

I premi per le mete più inclusive e sostenibili

Oltre ai riconoscimenti legati alla reputazione e all’enogastronomia, sono stati assegnati anche premi relativi alla sostenibilità e all’inclusività. Per il secondo anno consecutivo, il Trentino ha ricevuto il Destination Sustainability Index, un premio basato sull’indice di sostenibilità sviluppato da The Data Appeal Company. Parallelamente, la Lombardia ha ricevuto il Premio Inclusivity Index, assegnato in base alle performance dell’LGBTQ+ Index, ideato in collaborazione con Sonders&Beach, che valuta il livello di inclusività delle destinazioni turistiche.

La manifestazione ha visto anche la premiazione delle mete preferite dagli italiani all’estero. In questo caso, il primo posto è andato alla Comunidad Foral de Navarra, una regione della Spagna, già premiata l’anno scorso per le sue eccellenti performance turistiche. A seguire, troviamo Clare Island in Irlanda e Braga in Portogallo, due destinazioni europee che hanno saputo affascinare i viaggiatori italiani con la loro autenticità e bellezze naturali.

In Italia, invece, il premio per la destinazione più amata dagli stranieri è stato assegnato al Parco della Maiella in Abruzzo, un’area naturale protetta che offre scenari mozzafiato e una fauna ricca, ideale per chi ama il turismo sostenibile e le attività outdoor. Le Colline del Prosecco in Veneto e le Langhe-Monferrato-Roero in Piemonte si sono classificate rispettivamente al secondo e terzo posto, confermando l’attrattiva delle mete enogastronomiche italiane per i turisti stranieri.

Lo speciale riconoscimento Almawave Smart Destination è stato conferito alla Puglia per l’eccellente gestione digitale e innovativa del destination management. Un altro importante premio speciale, il Cashless Destination, è stato assegnato al Piemonte, una regione che ha registrato il maggior utilizzo di transazioni elettroniche, riflettendo l’importanza crescente dei pagamenti digitali soprattutto nel settore turistico.

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Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, dove è stato girata

Indimenticabili, iconici: gli Anni Novanta della musica italiana sono ormai leggenda, a tutti gli effetti, come per gli artisti che li hanno contraddistinti.

Loro, gli 883, sono nella storia: ecco perché Sydney Sibilia ha firmato la regia della serie dedicata alla band dove ha iniziato a cantare Max Pezzali, prima di dedicarsi alla carriera da solista e che ha prodotto brani di successo che oggi grandi e piccoli conoscono, tra cui Come Mai o Nessun Rimpianto.

Nella serie dal titolo “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, la trama si concentra sulla nascita del gruppo e sulla loro scalata verso il successo. La produzione si è concentrata soprattutto su Milano e nel Lazio: ecco i luoghi dove è stata girata la serie Tv dedicata alla band degli 883.

Di cosa parla la serie di Sydney Sibilia dedicata agli 883

La serie “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883”, in arrivo l’11 ottobre su Sky e NOW, racconta la storia di due ragazzi di Pavia, Max Pezzali e Mauro Repetto, che negli anni ’90 formarono la band 883, destinata a diventare un’icona della musica italiana. Prodotti da Sky Studios e Groenlandia, gli otto episodi diretti da Sydney Sibilia narrano il successo inaspettato e travolgente del duo, simbolo di una generazione. Protagonisti della serie sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni dei due amici, che con coraggio e determinazione hanno dato vita a un fenomeno musicale che ha segnato un’epoca.

Dove è stata girata la serie Tv per gli 883

Sono 120 le location e 10 le città protagoniste della serie Tv dedicata agli 883, nonostante alcuni set abbiano subito delle trasformazioni per rendere l’ambientazione più simile a quella degli Anni Novanta.

Tra le città maggiormente utilizzate per le scene della serie Tv compare Pavia, che nella realtà è stata una città chiave nella storia del gruppo. Grazie al patrocinio del Comune e al Parco Ticino, Pavia è quindi una delle location principali della serie tv diretta, sceneggiata e prodotta da Sydney Sibilia. Tra le zone riconoscibili di Pavia c’è sicuramente quella del Borgo Ticino, scelta per ospitare la casa di Max Pezzali nella storia sullo schermo, nonché ovviamente il centro storico, dove è stata posizionata l’abitazione di Mauro Repetto.

Le zone di piazzale Ghinaglia e del Borgo Basso, il Ponte Coperto, la zona del Ticino sottostante Lungoticino Sforza, sono tutte location ben riconoscibili negli episodi della serie Tv sugli 883 e fanno da sfondo ai momenti in cui la band si è formata e ha iniziato a scrivere i propri testi, così come le periferie, da Ca’ della Terra a via Lardirago e via Tavazzani.

Nella città meneghina, invece, la produzione si è concentrata soprattutto nella zona della Stazione centrale e all’Alcatraz, uno dei locali di Milano più famosi, sede di numerosi concerti di ogni genere, che per la serie tv è stato trasformato nel Rolling Stone, il locale rock dove il duo si esibì nel primo concerto.

Le riprese si sono svolte, anche per più settimane di seguito, persino a Roma e nel Lazio. Il parco acquatico Hydromania è stata la location ideale per rappresentare l’Aquafan di Riccione di inizi Anni Novanta, ricostruendo persino il box di Radio Deejay dove Max e Mauro si esibirono prima di essere chiamati da Claudio Cecchetto. Anche lo storico Festivalbar compare nelle scene legate alla città di Roma: ma i paesi laziali coinvolti sono più di uno, tra cui Santa Marinella, San Gregorio da Sassola, il borgo di Casperi e Ardea.

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Luoghi da film Viaggi

Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, dove è stato girato

Indimenticabili, iconici: gli Anni Novanta della musica italiana sono ormai leggenda, a tutti, gli effetti, come per gli artisti che li hanno contraddistinti.

Loro, gli 883, sono nella storia: ecco perché Sydney Sibilia ha firmato la regia della serie dedicata alla band dove ha iniziato a cantare Max Pezzali, prima di dedicarsi alla carriera da solista e che ha prodotto brani di successo che oggi grandi e piccoli conoscono, tra cui Come Mai o Nessun Rimpianto.

Nella serie dal titolo “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”, la trama si concentra sulla nascita del gruppo e sulla loro scalata verso il successo. La produzione si è concentrata soprattutto su Milano e nel Lazio: ecco i luoghi dove è stata girata la serie tv dedicata alla band degli 883.

Di cosa parla la serie di Sydney Sibilia dedicata agli 883

La serie “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883”, in arrivo l’11 ottobre su Sky e NOW, racconta la storia di due ragazzi di Pavia, Max Pezzali e Mauro Repetto, che negli anni ’90 formarono la band 883, destinata a diventare un’icona della musica italiana. Prodotti da Sky Studios e Groenlandia, gli otto episodi diretti da Sydney Sibilia narrano il successo inaspettato e travolgente del duo, simbolo di una generazione. Protagonisti della serie sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli nei panni dei due amici, che con coraggio e determinazione hanno dato vita a un fenomeno musicale che ha segnato un’epoca.

Dove è stata girata la serie tv per gli 883

Sono 120 le location e 10 le città protagoniste della serie tv dedicata agli 883, nonostante alcuni set abbiano subito delle trasformazioni per rendere l’ambientazione più simile a quella degli Anni Novanta.

Pavia, ponte coperto

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L’iconico Ponte Coperto di Pavia

Tra le città maggiormente utilizzate per le scene della serie tv compare Pavia, che nella realtà è stata una città chiave nella storia del gruppo. Grazie al patrocinio del Comune e al Parco Ticino, Pavia è quindi una delle location principali della serie tv diretta, sceneggiata e prodotta da Sydney Sibilia. Tra le zone riconoscibili di Pavia c’è sicuramente quella del Borgo Ticino, scelta per ospitare la casa di Max Pezzali nella storia sullo schermo, nonché ovviamente il centro storico, dove è stata posizionata l’abitazione di Mauro Repetto.

Le zone di piazzale Ghinaglia e del Borgo Basso, il Ponte Coperto, la zona del Ticino sottostante Lungoticino Sforza, sono tutte location ben riconoscibili negli episodi della serie tv sugli 883 e fanno da sfondo ai momenti in cui la band si è formata e ha iniziato a scrivere i propri testi, così come le periferie, da Ca’ della Terra a via Lardirago e via Tavazzani.

Nella città meneghina, invece, la produzione si è concentrata soprattutto nella zona della Stazione centrale e all’Alcatraz, uno dei locali di Milano più famosi, sede di numerosi concerti di ogni genere, che per la serie tv è stato trasformato nel Rolling Stone, il locale rock dove il duo si esibì nel primo concerto.

Le riprese si sono svolte, anche per più settimane di seguito, persino a Roma e nel Lazio. Il parco acquatico Hydromania è stata la location ideale per rappresentare l’Aquafan di Riccione di inizi Anni Novanta, ricostruendo persino il box di Radio Deejay dove Max e Mauro si esibirono prima di essere chiamati da Claudio Cecchetto. Anche lo storico Festivalbar compare nelle scene legate alla città di Roma: ma i paesi laziali coinvolti sono più di uno, tra cui Santa Marinella, San Gregorio da Sassola, il borgo di Casperi e Ardea.

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I paesaggi vitivinicoli del Piemonte, patrimonio Unesco da dieci anni

Il territorio delle Langhe-Roero e Monferrato è uno dei più belli al mondo e uno dei luoghi più visitati in Italia: quest’anno è il decimo anniversario che le colline di vigneti del Piemonte sono Patrimonio dell’Unesco. Infatti, lo scorso 22 giugno 2024 è stato celebrata l’iscrizione de “I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La società formules è stata incaricata di studiare l’impatto a lungo termine di questo evento, a dieci anni di distanza, esaminando come abbia influenzato il territorio a livello di percezioni, decisioni degli stakeholder locali, indicatori economici e benefici in termini di reputazione e attrattività turistica delle località interessate.

I risultati della ricerca sono stati presentati da Guido Guerzoni, fondatore e CEO di formules, insieme a Giovanna Quaglia e Bruno Bertero, rispettivamente Presidente e Direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato, durante il TTG Travel Experience a Rimini il 9 ottobre 2024, alla presenza di Alessandra Priante, Presidente di Enit.

Come è stata condotta l’indagine di formules

Lo studio, condotto su 200 comuni, ha analizzato l’impatto della designazione Unesco sui Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, valutando tre tipi di effetti: sociale, economico-occupazionale e comunicativo. Oltre ai 101 comuni direttamente interessati (29 nelle aree di eccellenza o Core Zones e 72 nelle Buffer Zones), l’indagine ha coinvolto 99 comuni limitrofi.

Il questionario ha coinvolto 512 persone tra amministratori locali, operatori turistici, imprenditori vinicoli, ristoratori e altre figure professionali, con l’obiettivo di sondare come l’iscrizione a sito Unesco abbia influenzato le loro attività. Due focus group, con una trentina di partecipanti, hanno ulteriormente esplorato le opinioni e percezioni sugli effetti della nomina Unesco. In parallelo, sono stati analizzati 51 serie storiche in ambiti come mercato immobiliare, turismo e occupazione.

Neive, Langhe

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Il borgo di Neive nelle Langhe

Tre aspetti che hanno influenzato il territorio

L’indagine di formules ha rivelato che il 96% dei partecipanti è consapevole dell’esistenza del Sito Unesco, ma solo il 49% conosce la sua precisa geografia. Sorprendentemente, il 27% non è consapevole del motivo per cui il sito è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, e la coltivazione dei vitigni autoctoni è stata sottovalutata come valore distintivo.

Il 78% degli intervistati ritiene che l’impatto della designazione Unesco sia percepito più dagli esterni che dai residenti. Tuttavia, solo una minoranza (5,1%) crede che i turisti non riconoscano il valore del sito. La promozione internazionale della cultura enogastronomica piemontese e il miglioramento della reputazione nazionale e internazionale sono riconosciuti come i benefici principali della nomina.

D’altra parte, emergono preoccupazioni legate alla tutela del territorio e ai rischi di overtourism. I focus group hanno infatti evidenziato la necessità di sinergie locali più forti e di linee guida più chiare da parte dell’Associazione, per allineare le politiche locali con il piano di gestione Unesco e affrontare meglio le sfide future.

L’analisi economica ha esaminato sei ambiti: mercato immobiliare, fondiario, turismo, imprese, occupazione e inflazione. I dati dimostrano che la nomina Unesco ha avuto un impatto positivo in circa il 73% delle variabili analizzate. Complessivamente, l’effetto economico stimato è stato un ritorno di circa 121 milioni di euro.

Una delle problematiche principali riscontrate circa il mercato immobiliare è stata l’aumento dei prezzi delle abitazioni per i residenti. Tuttavia, tra il 2014 e il 2020, i prezzi delle case sono aumentati nelle aree Core, come Langhe e Grinzane Cavour, mentre altre zone hanno visto una riduzione.

Calliano, Monferrato

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Il villaggio di Calliano, nel Monferrato

Il settore turistico ha registrato una crescita in tutte le sei aree del sito Unesco. L’incremento delle visite internazionali, confermato dal 92% degli intervistati, ha interessato in particolare le zone di Nizza Monferrato e Canelli, mentre Langa ha attratto il maggior numero di visitatori complessivi.

La domanda turistica ha rivelato tendenze opposte tra italiani e stranieri: i turisti italiani preferiscono soggiornare nelle zone Buffer, mentre gli stranieri prediligono le aree Core, maggiormente conosciute a livello internazionale. L’offerta turistica è cresciuta significativamente, in particolare nel settore extra-alberghiero, con un aumento del 93% di camere disponibili in zone come Nizza Monferrato, contrastato da un calo dell’offerta di alloggi tradizionali in altre aree.

La ricerca ha evidenziato anche un notevole aumento della visibilità mediatica dei territori Langhe-Roero e Monferrato sia a livello nazionale che internazionale.

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Roma low cost, 10 cose da fare gratis

Consigliata dalla maggior parte dei siti e dei magazine di viaggi (ma anche dalle persone che ci sono state) tra le mete che bisogna assolutamente visitare, Roma, la Città Eterna, è una delle città d’arte che vale la pena scoprire, grazie alla sua infinità di monumenti di epoche diverse, dall’antichità al ventennio fascista: la Città eterna è un museo a cielo aperto. Molte delle sue attrazioni turistiche, però, sono a pagamento. Per questo motivo, noi di SiViaggia ti offriamo la possibilità di acquistare alcuni biglietti con il 5% di sconto, in modo da poter vivere la nostra Capitale nella miglior maniera possibile. In alternativa, ecco a te 10 cose da fare a Roma gratis.

Qui puoi scoprire tutte le attività da fare a Roma su cui è previsto uno sconto del 5%

10 cose da fare gratis a Roma

Ti stiamo per raccontare quali sono 10 luoghi da vedere a Roma senza sborsare neppure un euro, ma ciò non toglie che in molti di questi posti sia possibile fare esperienze più immersive e particolari che ti lasceranno senza fiato (e sempre con lo sconto).

Piazza Navona

Uno dei simboli della città, affollata in qualunque stagione dell’anno, Piazza Navona è il cuore di tantissimi eventi cittadini e durante l’inverno ospita anche un graziosissimo mercatino di Natale. La sua forma è quella di un antico stadio. Un tempo, infatti, veniva riempita d’acqua e vi si svolgevano delle vere e proprie battaglie navali. Al centro domina la Fontana dei quattro fiumi di Gian Lorenzo Bernini, uno dei più famosi scultori del nostro Paese. Nella piazza ci sono altre due famose fontane: la Fontana del Moro e la Fontana del Nettuno.

Scopri cosa c’è sotto Piazza Navona e com’era nell’antichità con un imperdibile tour immersivo che costa il 5% in meno

Colle del Gianicolo

È uno dei punti più spettacolari da cui godere di un panorama mozzafiato su Roma. In cima al Colle del Gianicolo, sotto la statua di Giuseppe Garibaldi, c’è un cannone che spara a salve a mezzogiorno in punto. Tutti i romani possono regolare il loro orologio sentendo “il botto”. Una piccola curiosità: è sul Gianicolo che sorge il famoso “fontanone” cantato da Venditti nella sua bellissima “Roma capoccia”: il vero nome è Fontanone dell’Acqua Paola e domina la grande terrazza che si affaccia sulla città.

Fontana dell'Acqua Paola, Roma

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Il fontanone di Roma

Fori Imperiali

Da non confondere con il Foro Romano (il cui ingresso è pagamento), i Fori Imperiali si trovano lungo la strada che va da piazza Venezia, dominata dal Vittoriano, il monumento nazionale dedicato a Vittorio Emanuele II, al Colosseo. Costituiscono una serie di piazze monumentali edificate nel corso di un secolo e mezzo (tra il 46 a.C. e il 113 d.C.) dagli imperatori di Roma. Camminarci permette davvero di fare un viaggio indietro nel tempo.

Piazza Farnese

È la piazza rinascimentale più imponente di Roma, alla cui realizzazione finale partecipò anche Michelangelo. Dominata da Palazzo Farnese, che ospita l’ambasciata francese, e da altri bellissimi palazzi, fontane, la chiesa di Santa Brigida e la casa in cui la santa svedese visse, insieme a sua figlia Santa Caterina, dal 1350 fino alla data della sua morte, è una meraviglia che non costa nulla visitare.

Fontana di Trevi

Non servono troppe presentazioni perché quella di Trevi è la fontana più famosa del mondo. Se si desidera godere della Fontana di Trevi senza la folla, meglio andare di sera. Dopo una cena, magari a base di bucatini all’amatriciana e abbacchio alla romana, una passeggiata fa bene. Sbucando dai vicoli, la maestosa fontana si presenta davanti agli occhi imponente e scrosciante nella piccola piazza di Trevi. La particolarità è che fa parte di un edificio, Palazzo Poli. Secondo la leggenda, chi getta una monetina nella fontana è certo di tornare a Roma. Se sei invece interessato a qualcosa di veramente unico, qui trovi il 5% di sconto per scoprire con un tour privato le Domus Sotterranee della Fontana di Trevi.

Fontana di Trevi, Roma

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La bellissima Fontana di Trevi di sera

Piazza di Spagna

A qualunque ora del giorno e della notte si trova qualcuno seduto sui gradini di Trinità dei Monti, l’enorme scalinata che sbuca nella celebre piazza di Spagna. Al centro della piazza vi è la famosa fontana della Barcaccia, anch’essa del Bernini. È sempre molto affollata di turisti e di venditori ambulanti. Se si ha voglia si possono salire i 135 gradini, in modo da poter ammirare dall’alto un panorama incredibile di Roma.

Roma è piena di tante altre splendide fontane, che puoi scoprire con uno speciale tour semi-privato a piedi a costo ridotto

Isola Tiberina

Si trova a poca distanza dall’affascinante ghetto ebraico ed è raggiungibile attraversando il Ponte Fabricio venendo da Lungotevere de’ Cenci o da Ponte Cestio, per chi viene da Trastevere, sulla riva destra del Tevere, un intreccio di vicoli e piccole piazze pieni di osterie e di locali. L’Isola Tiberina è molto frequentata d’estate da chi viene a prendere il sole, a passeggiare o da chi è a caccia di eventi. Inoltre, è piena di attrazioni da scoprire spesso avvolte nelle leggende. Con il 5% di sconto puoi compiere un’imperdibile itinerario dell’isola e del vicino quartiere di Trastevere (comprensivo di crociera e degustazione).

Roseto comunale

Affacciato sul Circo Massimo, il Roseto comunale di via di Valle Murcia è un parco di circa 10.000 m² ma ancora poco conosciuto di Roma, tutto dedicato alle rose. Nato nel 1931, era inizialmente situato sul Colle Oppio, presso il Colosseo. Il roseto ospita 1.100 diverse specie di rose tra cui le rose botaniche e le rose antiche, specie primordiali risalenti anche a 40 milioni di anni fa. Apre solo nel periodo delle fioriture primaverili ed è spettacolare nel mese di maggio. È il luogo ideale dove riposarsi e dove stare lontano dal traffico cittadino.

Appia Antica

Nel tratto compreso tra le mura e il Grande Raccordo Anulare, la via Appia Antica è un museo a cielo aperto. Chiese, mausolei, ville patrizie e un parco: innumerevoli, infatti, sono le testimonianze storico-archeologiche presenti. La si raggiunge facilmente con un autobus dedicato, l’Archeobus o ancora meglio in bicicletta, che si può noleggiare in uno dei punti di bike sharing della città.

Goditi l’Appia Antica a bordo di una comoda E-bike pagando il 5% in meno

Foro Italico

È l’esempio più bello di architettura di epoca fascista che esista in Italia e ospita la cittadella dello sport, ai piedi di Monte Mario. Da vedere, il Monolito e lo Stadio dei Marmi, formato da statue rappresentanti alcuni sport donate da diverse province d’Italia. Nel 1960, ospitò i Giochi Olimpici e ogni anno si svolgono gli Internazionali d’Italia di tennis. Appena fuori, c’è lo stadio Olimpico. Se vi trovate a Roma nel fine settimana non perdetevi una partita di calcio.

Stadio dei Marmi, Roma

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Il bellissimo Stadio dei Marmi di Roma